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Racconti Erotici Etero

La festa del paese e la madre del mio amico

By 27 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Incominciamo col dire che questo racconto non è fantasia ma , fatti realmente accaduti.
Sono un ragazzo di 25 anni e vivo in una cittadina del Nord della Spagna. La mamma mi ha fatto bene ed io mi curo facendo molto sport e conducendo una vita sana. Non ho una relazione stabile, però non posso lamentarmi del raccolto.
In agosto mi chiama Enrico un amico di vecchia data che vive in un paese distante una trentina di km. e mi invita per la ‘feria’, la festa del paese. Accetto di buon grado ma, a una condizione, mi deve ospitare anche a dormire, perché l’anno prima con tutto il buon vino Rioja che avevo bevuto il ritorno a casa era stato molto imprudente.
Enrico vive con la madre Anna che, da circa 6 mesi, si è separata dal marito e non ha nessuna difficoltà ad ospitarmi.
La sera della festa cominciamo con una grande grigliata nel giardino della loro casa, non siamo soli ma, hanno invitato una dozzina di amici. Come consuetudine le buone pietanze e soprattutto il vino abbondano, la compagnia è molto allegra e gioviale.
Mi colpisce Anna, la madre del mio amico, è molto briosa, scherza, ride con tutti e noto che porta benissimo i suoi anni. E’ vestita con una canotta che lascia abbondantemente vedere il suo seno generoso e con un paio di jeans di cotone leggero che sono modellati su due belle cosce che finiscono in un sedere pieno ma ancora sostenuto; due sandali con un bel tacco mettono in evidenza i piedi curati con le unghie laccate di rosso. Non posso fare a meno di pensare che, passati i primi mesi, probabilmente Anna abbia deciso di rimettersi sul mercato.
E’ quasi mezzanotte quando qualcuno lancia l’idea di andare in piazza, dove fanno i fuochi d’artificio, dove c’è musica, si balla e si può broccolare con le donne che, come da tradizione, questa sera saranno più disponibili.
L’anno scorso una giovane signora mi aveva preso a cuore e devo dire che durante la serata ci eravamo molto divertiti e ci eravamo congedati con una più che soddisfacente sveltina sotto le stelle.
In piazza la compagnia si scioglie, ognuno per la sua strada. Io mi metto alla ricerca della mia signora dell’anno scorso, anche se mi ricordo vagamente il nome e poco le sembianze, mentre giro scrutando facce, scorgo Enrico che accompagnato da due ragazze sta facendo il giro di tutti i banchetti dove si mangia e soprattutto si beve.
Sono quasi le due del mattino quando abbandono definitivamente la caccia al tesoro, ho il sospetto che quest’anno andrà in bianco’.pazienza.
Vedo Anna seduta con alcune amiche, mi avvicino e chiedo di Enrico, lei mi fa un segno vago ed una della sue amiche si offre di aiutarmi a cercarlo, ha una faccia da baldracca e a giudicare dallo sguardo sono sicuro che è lei in cerca di qualcosa da mettersi tra le gambe.
E’ Enrico a trovare noi o per meglio dire sono le sue amiche che lo sorreggono e lo portano verso noi. E’ ubriaco perso, non si regge in piedi.
Anna vedendolo in quello mi chiede di aiutarla a portarlo a casa, non posso fare altrimenti anche se, per chiudere in gloria la serata, avevo una mezza idea di accettare l’invito della sua amica.
Durante il tragitto verso al loro casa, Anna rimprovera Enrico pesantemente e lui gli risponde per le rime, devo mettermi in mezzo e cercare di calmare gli animi.
Portare Enrico in camera sua, al primo piano, è un impresa non da poco ma, con l’aiuto della madre ci riesco. Lo adagio o meglio lo butto sul letto gli togliamo le scarpe e lo lasciamo lì a smaltire la sbornia.
Scendiamo giù in giardino a prendere una boccata d’aria fresca dopo la sudata che avevamo fatto ed Anna si lascia un po’andare, prima parla della sua situazione famigliare, dell’ex-marito, del figlio e di come si senta sola, poi mi dice di tornare pure alla festa che lei si sarebbe fatta una doccia e sarebbe andata a letto SOLA, marcando questa ultima parola.
Io prima mi avvio verso la piazza, poi ci ripenso e torno sui miei passi. Entro in casa, lei è uscita dalla doccia, ha solo le mutandine e sta riponendo nel cesto i vestiti sporchi.
– Cazzo! Che tette!!- mi viene da esclamare a voce alta.
Anna per niente imbarazzata, anzi sorridente mi chiede perché fossi tornato:
– Per non lasciarti sola.- rispondo istintivamente e lei di rimando:
– Tu credi nella forza della mente? ‘
Non so cosa rispondere ma lei prosegue:
– Mentre ero sotto la doccia ho pensate che sarebbe stato bello che tu tornassi subito.
– Perché?- mi viene da chiedere e lei con grande naturalezza
‘ Perché, questa notte, non ho voglia di andare a letto e di masturbarmi ancora con il vibratore’..ho voglia di cazzo!-
Si avvicina a me e la sua mano mi accarezza il pacco:
– Vieni fatti una doccia e poi’.devi farmi godere, tanto.-
In bagno e lei che mi spoglia, mi bagna , mi insapona; le sue mani corrono sul mio corpo accarezzando le mie intimità. Faccio che tirarla sotto la doccia ma lei:
– Esci, asciugati’c’è un bel letto che ci aspetta.-
Andiamo in camera sua e ci sdraiamo sul letto, la mia bocca cerca le sue tette, le succhio, le mordo poi scendo, scendo, con i denti le abbasso le mutandine e scopro che è completamente depilata:
– Ora te la mangio tutta.- le dico e lei:
‘ Si fallo, al mio ex non piaceva come non piaceva che glielo prendessi in bocca’.aspetta sdraiati.-
Mi sdraio e lei mi viene sopra girandosi in un 69, quello dell’ex-marito non lo prendeva in bocca ma, probabilmente si era tenuta in allenamento con quello di qualcun altro, perché non è certo una dilettante ma una succhia cazzi provetta. Io cerco di essere all’altezza della situazione leccando e mordicchiandole il bottoncino e penetrandole la figa con le dita. In breve comincia ad ansimare, a gridare, per fortuna Enrico era di sasso. Siamo entrambi sull’orlo dell’orgasmo, io cerco di farla smettere:
– Fermati o ti vengo in bocca. – ma lei smette solo un attimo per dirmi:
– Continua a leccarmela, che voglio godere mentre mi riempi la bocca del tuo latte.- non ci vuole molto ed Anna comincia a tirare tutti i muscoli, con il mio cazzo in bocca emette dei rantoli sordi sta godendo e vuole la mia sborra, perché oltre a succhiarmelo me lo sta menando, non resisto più e le riempio la bocca.
Ingoia tutto e con le labbra ancora bagnate dal mio latte mi dice:
– Hai veramente un bel uccello, peccato che abbiamo già finito. –
– ‘e chi ha detto che abbiamo finito?-
la metto di schiena le allargo le gambe e la penetro di botto, devo dimostrarle di avercene ancora e comincio a sbatterla come un ossesso poi rallento il ritmo le faccio prendere il fiato e ricomincio a scoparla velocemente. Vado avanti così per un bel po’ e lei sembra gradire molto:
– dai ancora’.. fammi godere. –
ed io pompo fino a che non mi dice:
– sdraiati ‘voglio scoparti io. –
detto fatto, mi viene sopra, se lo infila e assesta bene a questo punto le do una pacca sul sedere e le dico:
– Dai puledrina, cavalca. –
è più una giumenta che una puledra ma, cavalca bene, molto bene. Mentre si muove sul mio cazzo si abbassa porgendomi le sue grosse tette:
– Succhiami il seno’i capezzoli. –
succhio, lecco, mordo fino a quando non comincia a sgroppare furiosamente, poi viene e si accascia su di me.
– Brava’ tu hai goduto ed io? Girati che te lo metto dietro. –
– No dietro no! Mi piace ma, oggi non posso, ho un problema. –
Si sposta e me lo riprende in bocca e succhia, accarezza, lecca fino a che non gli esplodo di nuovo in bocca.
Mi risdraio vicino a lei, scherziamo e ci coccoliamo:
– Sai che Carmen, la bionda che a tavola era seduta vicino a me’..mi aveva chiesto di te, voleva il tuo telefono. Le avevo detto che glielo avrei dato’..ma ora non sono sicura.-
Sentiamo dei rumori è Enrico che si sta alzando, Anna mi prende una mano, stringendomela. Io schizzo dal letto e cerco di nascondermi ma, per fortuna ,Enrico, deve solo andare in bagno’.sentiamo lo sciacquone e in un amen lo risentiamo russare come una vaporiera
– Fiiu! Che colpo, ti immagini se entrava e mi trovava a letto con il suo amico. –
– Gli amici si vedono nel momento del bisogno e tu avevi bisogno’.di una buona sbattuta.-
– Hai ragione, ne avevo proprio bisogno. Ora è meglio se vai a dormire nell’altra camera’..però a Carmen il numero non glielo do, lo tengo per quando avrò di nuovo bisogno io.-
Da quella sera sono diventato l’amante ufficiale della madre del mio amico.

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