Skip to main content
Racconti Erotici

*Pagine di Diario*

By 2 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Calle della Màndola, Ottobre 1997

Alle sei del pomeriggio, in quel tiepido ottobre del 1997, scendevamo da casa tua all’osteria del Bepi in calle della Màndola.

Egualmente pallidi e trionfanti, le nostre occhiaie erano corone e gloria per i clienti abituali, intenti a bere la loro “ombra” di vino bianco.

Alle sei , i corpi saziati e stanchi , ci scambiavamo insalata di patate, pane e salame, formaggio e vino fresco, mentre gli sguardi ammiccanti e curiosi degli altri ( io non contavo, conoscevano te, un uomo famoso, già allora) erano riflettori che, a tratti, ci illuminavano.

Io non contavo, non ero nessuno, solo una ragazzina magra dagli occhi troppo grandi; conoscevano te, un uomo già allora famoso , non solo a Venezia.

Tu mi dicevi:- Mangia, ragazzina,tu non mangi abbastanza, fai troppo all’amore , sei così magra…-

Ed io, servendomi lentamente del cibo e del vino fresco e odoroso (di cui non avevo nessuna voglia) , rispondevo, risentita:- Non sono una ragazzina e ti amo piu’ di ogni altro essere al mondo , anche se tu non mi vuoi credere; in compenso non amo queste patate, devono essere dell’altro secolo…-.

Allora tu, ridendo, chiamavi il Bepi e i piatti sparivano.

Poi , nella penombra del pomeriggio che rendeva i nostri visi irreali e gia’ lontani nel tempo, ordinavi due grappe forti e profumate ed io, grazie alla stanchezza, al desiderio di te e all’alcool, mi trasformavo in una bellissima e rapinosa eroina dei libri di Fitgerald, che forse sarebbe riuscita, con i suoi mille incanti , ad affascinarti per sempre.

Carnevale di Venezia, Febbraio 2003

Oggi a Venezia splende un gran sole, gelido, vista la stagione.

Io e Massimo , dopo la rituale visita all’Accademia, abbiamo girato per calli e piazzette, facendo acquisti; mi ha regalato una grande splendida sciarpa di seta intessuta di fili leggerissimi d’argento, che mi fa somigliare ad una antica , fascinosa dama, che pare appena uscita da un quadro del Tiepolo….

Ora, in albergo siamo quasi pronti per uscire, io mascherata daLucrezia Borgia, la parrucca di riccioli biondi che contrasta visibilmente con la mia pelle olivastra, e un prezioso abito rosso di broccato,che mi fa sembrare ancora più alta , lui uno splendido Cesare Borgia , tutto in nero, il colore preferito del figlio di Alessandro VI , che a distanza di tanti secoli mi affascina molto più di un qualsiasi divo dello schermo .

Massimo ora per me é il Valentino, il principe nero, il protagonista di molte mie fantasie erotiche, che ora diverranno realtà, basterà chiedere al mio compagno:
-Facciamo un gioco , Max? fingiamo di essere a Roma, nel palazzo di S.Maria in portico , tu ed io, fratello e sorella….-

Lui mi contempla, in silenzio e poi, quasi avesse intuito quello che gli chiederò:

-Ora capisco perché si dice che Lucrezia e Cesare fossero amanti…-

-Dobbiamo uscire, amore, più tardi, ci sarà tempo, tanto tempo…-

Mentre gli rispondo lo sguardo va alla finestra , mi avvicino al vetro, spinta da una forza sconosciuta e resto immobile a guardare : dall’altra parte della stretta calle, dietro una finestra , una ragazzina sta seduta ad una scrivania, china su un libro, mentre una lampada le illumina i lunghi capelli neri; é assorta, non si accorge che una strana signora bionda in rosso la sta osservando.

Allora mi prende una strana commozione, come se qualcuno camminasse sulla mia tomba e rabbrividisco perché quella ragazzina sono io: un tempo , a Venezia, anche io studiavo cosi’.

Ripenso all’Accademia , con i due splendidi quadri del Giorgione vicini : la giovane donna della Tempesta e la Vecchia, posto accanto, a raffronto.

In questo giorno, in questo anno sono la giovane donna della Tempesta , tra la ragazzina e l’anziana, ma tra quanto, di nuovo a Venezia, saro’ la Vecchia?

Allora mi volto di scatto, per non guardare piu’ e smettere di pensare: vedo Massimo alle mie spalle, gli splendidi occhi neri lucidi di desiderio; mi stringe e mi bacia forte, spingendomi verso il letto , mormorando :

– Sei tu la mia regina, la mia amante, la mia sorella adorata, non ti ho mai vista cosi’ bella….-.

Arrivammo tardi, a quella festa di Carnevale, ma ne valse veramente la pena…

Leave a Reply