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Erotici Racconti

COME TRASFORMARE UNA SIGNORA PERBENE IN UNA GRAN TROIA

By 28 Luglio 2008Aprile 21st, 2024No Comments

Elena è un’insegnante di scuola media sulla quarantina. Viso sempre perfettamente truccato, capelli di media lunghezza. Un fisico perfetto: gambe lunghe e sempre perfettamente lisce, seno non grande ma sodo e ben modellato, ma soprattutto un culo da sballo.
L’ho conosciuta in treno qualche anno fa, e subito il mio obiettivo è stato farne una troia di prima categoria.
C’è voluto un po’ di tempo. Elena è sposata con un professionista molto impegnato che la trascura.
Ci siamo massaggiati e telefonati per qualche mese, senza riuscire a organizzare un incontro.
Poi mi è capitato di andare nella sua città per qualche giorno per motivi di lavoro.
La mia visita coincideva con uno dei momenti più critici del suo matrimonio.
Siamo andati a cena in un bel ristorante.
Lei aveva un vestitino molto provocante e ho iniziato a tastarla già sotto il tavolo.
Poi, con qualche insistenza, sono riuscito a convincerla a portarmi con la sua macchina in un luogo appartato. Ci abbiamo messo un po’ a trovare un posto adatto, lei aveva paura di essere vista da qualcuno. Siamo entrati in una stradina tutta infangata, Elena temeva di non riuscire a tornare indietro e soprattutto di essere vista da qualcuno. Abbiamo cominciato subito a slinguarci in bocca, anche se lei ogni tanto tornava a precisare che non aveva mai tradito il marito, che non le sembrava corretto eccetera. Io intanto le avevo tirato fuori le tette e avevo iniziato a passare lentamente la lingua sui suoi capezzoli.
Poi però appena ho tirato fuori il cazzo ha cominciato a succhiarlo senza farsi neanche pregare troppo. Come prima sera, mi sono fatto spompinare a lungo e per bene, scostandole i capelli per godermi lo spettacolo di quella bella signora della società bene con il mio cazzo piantato fino in gola.
‘Ti piace sentire il mio cazzo che ti si gonfia in bocca, vero tesoro?’
‘Sì, ma non venirmi in bocca per favore, a mio marito non lo lascio mai fare..’
‘Shh’.zitta e concentrati..’
Tenendole la mano sulla testa le ho schizzato tutto il mio sperma in bocca ed era qualche giorno che non venivo, ci ha messo un po’ ma ha ingoiato tutto..
Efficientissima, mi ha pulito lei stessa con dei fazzolettini e mi ha riaccompagnato in hotel.
Il giorno dopo le ho dato appuntamento per la sera, dandole indicazioni anche per l’abbigliamento: autoreggenti e stivali.
Quando è passata a prendermi era un vero schianto, tutta in nero e con rossetto rosso fuoco sulle labbra. Ho iniziato subito a toccarla in mezzo alle cosce e quando siamo arrivati al ristorante era già parecchio bagnata.
Dopo la cena siamo andati nello stesso posto della sera precedente.
Stavolta ho interrotto quasi subito il pompino.
‘Stasera voglio che godi anche tu’
‘No, ti prego, non mi sento pronta”
Nel frattempo la mia mano si era fatta strada nella sua fica bagnata e piano piano le sue resistenze diminuivano.
L’ho fatta mettere a pecorina tra i due sedili e io mi sono messo dietro, perché l’auto era piccola, una Y10. Avevo già il preservativo in mano, ma a vedere quel culo tondo, non ho resistito.
‘Dammi la tua crema per le mani’
‘Che cos’ha intenzione di fare?’
‘Non ti farò male, l’ho prometto”
‘No, nel culo no, ti prego’.non l’ho mai fatto”
‘Vuoi dire che con un culo così tuo marito non ne ha mai approfittato? Che coglione..’
‘Ha’ha provato una volta, ma non ci siamo riusciti’faceva troppo male’
Mentre lei parlava io le avevo già spalmato di crema il buco del culo e le avevo infilato prima una, poi due dita nel buco per prepararlo’
‘Piano, fai piano, ti prego”
Dopo un paio di tentativi riuscii ad entrare.
‘Dai che glielo mettiamo nel culo a quello stronzo di tuo marito!’
Elena ansimava ma ormai il mio cazzo era dentro per più di metà.
‘Ti piace nel culo professorina?’
‘sì’sì’ma fai piano per favore’è molto duro”
Continuando a spingere iniziai a toccarle la fica, portandole ogni tanto le dita sulla bocca per farle sentire quanto era bagnata.
‘Ti sto sverginando il culo, sai bella signora’senti quanto è dentro?’ e le portai la mano sulla radice del cazzo per farle sentire i ciglioni che sbattevano sulle sue chiappe lisce’
‘Sì, ti sento’aaah’.è tutto dentro’
Le dita che tenevo dentro la sua fica ormai erano consumate da quanto me le aveva bagnate.
Iniziò ad ansimare sempre più forte..
‘Vengo’.vengo ‘vengo col culo’aahhhh”
‘Vengo anch’io’Dove vuoi che ti schizzi? Sul culo o sulle tette? O preferisci che te lo spruzzi tutto in bocca?’
‘no’.schizzami sul culo ti prego”
Estrassi il cazzo e le venni copiosamente sul culo e sulla schiena, spalmandole bene fino all’ultima goccia di sperma addosso.
Era decisamente pronta per la lezione successiva. (continua)
Dopo essere stata sverginata nel culo Elena era diventata molto più docile.
Certo, ogni tanto continuava a schermirsi, a dire che non era giusto nei confronti di suo marito, che era pur sempre una donna sposata eccetera.
Però poi alla fine si lasciava convincere.
La convocavo al casello dell’autostrada, non aveva problemi a fare duecento chilometri di strada per venire a farsi sodomizzare.
Prima degli incontri le davo istruzioni sul vestiario, in genere vestitini molto corti e scollati, calze autoreggenti o reggicalze, stivali o scarpe col tacco alto.
Lei era sempre molto precisa nell’eseguire i miei ordini, se aveva dubbi si informava ‘stivaletto basso o stivale alto?’
Una volta la convocai all’ultimo momento in un albergo, ero di passaggio e mi era venuto voglia di incularla, era un po’ che non ci vedevamo. Arrivò che era quasi mezzanotte.
Senza preliminari la feci stendere di schiena sul letto, le sollevai la gonna. Aveva le autoreggenti e stivali di camoscio marrone.
Le scostai il perizoma e le puntai il cazzo sullo sfintere.
‘No’.fermo, prima metti la crema, ti prego”
‘Perché? Ti si è ristretto il buco?’
‘No’lo sai che con mio marito non”
‘Non ti incula il cornuto del tuo maritino? Bravo, ci penso io”
Intanto le tenevo le cosce in alto spingendole il cazzo sempre più dentro.
Era uno spettacolo fantastico, la brava mogliettina e professoressa di scuola con le gambe aperte e il culo pieno del mio cazzo come se fosse una fica aperta.
‘Adesso sono tutto dentro signora, mi senti?’
‘Aaah’sì’.mio dio è tutto dentro’.’
Ormai il cazzo scivolava alla perfezione. Le cacciai tre dita dentro la fica bagnata.
Lei guardava fisso in alto, lo sguardo sfigurato dal godimento
‘dammelo’così”
‘stasera ho voglia di sborrarti dentro”
‘noooo’.ti prego’.vieni sulle tette, anche in bocca, se vuoi”
‘no, ho voglia di pisciarti dentro tutto il mio sperma’.sentilo, senti quanto mi fai venire’è colpa tua sai, sei proprio una zoccola perfetta” e le venni copiosamente in culo
‘sì, lo sento’.aahhh’.com’è caldo”
Lo tirai fuori e finii di sgocciolarle sulle chiappe, mentre lo sperma che le avevo pompato dentro iniziava a colarle dal buco del culo.
Le vietai di andare in bagno a lavarsi. Mi eccitava l’idea che tornasse a casa dal marito con il culo che gocciava sperma-
‘e ricordati che io la crema io non te la metto più’se vuoi, per sentire meno male puoi infilarti uno o due dita nel culo quando ti fai il bidet’così tieni il buco in esercizio..’
Annuì. Era pronta per la prossima lezione.(continua)
Gli incontri con Elena segnavano un crescendo nella sua sottomissione.
Ogni tanto via sms o telefono le ordinavo di andare a fare la spesa al supermercato senza mutandine e poi di raccontarmi le reazioni degli altri clienti.
Un giorno le ordinai di depilarsi completamente la fica.
‘Non posso, come lo spiego a mio marito?’
‘Digli che è un’idea della tua estetista, inventati qualcosa, non mi interessa, basta che vieni depilata la prossima volta”
Appena salito nella sua macchina le infilai la mano sotto la gonna per controllare.
Poi mentre guidava le scoprii le cosce e le abbassai le mutande.
Era fantastica, con le sue cosce perfette e la fica depilata sembrava davvero una ventenne.
Andammo dritti al residence in cui stavo.
Prima di arrivare alla mia stanza passammo davanti a una vetrata da cui si vedeva tutta la città illuminata.
Elena si fermò incantata.
Nel suo sguardo da mogliettina ormai depravata captai il guizzo di una perversione.
La feci appoggiare alla vetrata con le mani, piegata quel tanto che bastava.
‘Mmmh’.come hai fatto a leggermi nei pensieri..’
‘Zitta e allarga le gambe, troia’vuoi essere sfondata mentre ti guardi il panorama, eh? Adesso ti sistemo io.
Le tirai su la gonna e le abbassai le mutande, mi piegai per sputarle sulla fica nuda e sul buco del culo.
Poi appoggiai il cazzo al suo sfintere.
‘ah’.piano’mi fai male”
Tirandola per i capelli iniziai a incularla lentamente ma profondamente.
Ansimava e batteva le mani sul vetro al ritmo della mia inculata.
‘Ti piace il panorama, eh, zoccola? Vedrai che ti rimarrà impressa questa cartolina’nel culo, ti rimarrà impressa”
‘ahh’.sìììì’. mi piace’.che bel panorama”
‘ti piace di più il panorama o il cazzo? Dì la verità, baldracca”
‘il’.il cazzo’.mi piace di più il cazzo’ooooh’.’
Per gli ultimi colpi dovetti tenerle la mano sulla bocca, stava facendo troppo casino.
‘girati puttana, sto per venire e stavolta voglio che lo prendi tutto in bocca”
Si mise in ginocchio, stravolta e sudatissima.
‘Apri la bocca e tira fuori la lingua”
‘No, ti prego”
La tenni per i capelli.
Nel silenzio del corridoio si sentivano gli schizzi che le arrivavano sul palato e sulla lingua.
Mi assicurai che avesse ingoiato tutto, poi andammo al ristorante.
Dopo aver ordinato, le passai una busta di grissini.
‘Ascoltami bene, puttanella. Adesso tu vai in bagno e ti passi uno di questi grissini nella fica bagnata e già che ci sei te ne metti anche uno nel culo stando attenta a non romperlo. E non cercare di fregarmi perché me ne accorgo’
Provò timidamente a ribellarsi, poi fece scivolare in borsa i grissini.
Tornò dopo qualche minuti e mi porse i grissini lucidi dei suoi umori.
Li mangiai tranquillamente davanti a tutti.
Finito di cenare andammo in macchina a fare un giro in collina.
Stava quasi per riaccompagnarmi al residence ma improvvisamente le ordinai di accostarsi davanti a un cancello
Me la tirai sopra con la faccia rivolta verso di me, le scostai le mutande e glielo piantai tutto in culo con veemenza inaudita.
‘uuhhh” quell’inculata a secco era troppo anche per il suo culo ormai ben dilatato.
Incuranti delle auto che passavano lungo la strada a pochi metri di distanza, ci lanciammo in un’inculata selvaggia da far vibrare l’auto. Elena aveva perso completamente il controllo e si muoveva su e giù dal mio cazzo come un’indemoniata.
‘E’ colpa tua sai puttana? Hai questo culo che me lo fa sempre tirare come un pezzo di ferro’dovresti vergognarti’due inculate nella stessa sera’e adesso ti schizzo anche tutto dentro’così impari..sei contenta vero?’
‘sì’.schizzami dentro’.grazie’..stasera mi hai riempito per bene”
La tenni ferma per le spalle mentre le riempivo la pancia.
Prima di mandarla via volli vedere lo sperma che le colava dal buco del culo. Le detti appuntamento alla prossima lezione. (continua)

Elena mi parlava spesso del marito, dei suoi orari impossibili, del fatto il cornuto che passava un sacco di tempo in palestra e faceva dieta per mantenersi in forma.
Una sera la convocai in un albergo di una grande città, come sempre arrivò in fretta e senza farsi pregare. Oltre alla solita mise da troia, le raccomandai di portarsi un foulard.
Quella sera infatti avevo in mente un giochino.
La feci spogliare completamente tranne le autoreggenti e le scarpe col tacco e le ordinai di sdraiarsi a pancia in su sul letto.
Poi la bendai con il foulard e la legai, con qualche difficoltà, al letto, usando la cintura dell’accappatoio
‘che cosa vuoi farmi?’
‘ascoltami bene, è un gioco molto semplice. Adesso io ti strofinerò degli oggetti sulla pelle. Hai tre possibilità per indovinare. Se indovini, puoi chiedermi di farti quello che preferisci. Se sbagli, posso farti io tutto quello che mi pare. Non puoi rifiutarti. Puoi solo dire basta, il gioco finisce e probabilmente non mi vedi più. Hai capito bene?’
‘sì’
Primo oggetto.
‘non saprei’.un braccialetto?’
‘Primo errore’.
‘Un gioiello?’
‘Secondo errore’.
‘uffa’.qualcosa di freddo’un orologio..’
‘Terzo errore. Girati e mettiti a quattro zampe così ti faccio capire che cos’era’
‘Ma’.’
‘Mettiti a quattro zampe ho detto!’
Iniziai a frustarla con la mia cintura dei pantaloni sul culo, prima dolcemente, poi sempre più forte.
‘Ahhhh’
‘Hai capito adesso?’
‘Ah’.una’.una cintura credo’.fai piano ti prego’.non lasciarmi troppi segni?’
‘Perché? Hai paura che il maritino capisca che sei una zoccola che si fa frustare come una cagna?’ continuavo a percuoterla sempre più forte sul culo e anche in mezzo alle gambe.
‘Basta’.ti prego’.basta’.’
Aveva il culo rosso come un peperone.
‘Resta così che arriva il prossimo oggetto’
‘brrr’.che freddo’.un cubetto di ghiaccio’.’
‘brava, indovinato. Che cosa vuoi che faccia?’
‘leccami le tette”
Mi misi un cubetto di ghiaccio in bocca e iniziai a leccare lentamente facendo cerchi concentrici intorno ai suoi capezzoli, che diventavano sempre più duri’iniziò a dimenarsi, come scossa da brividi’
‘senti che bagnata in mezzo alle gambe la mia professorina”
Nuovo oggetto.
‘Ah! Brucia!’
Continuai a farglielo sentire, ma non riuscì a indovinare che si trattava della cera calda di una candela.
Iniziai a spingere la base della candela dentro la sua fica, mentre lei gemeva sempre più forte.
‘Sai qual è la cosa più buffa di questa candela che hai dentro la fica? Che è ancora accesa!’
‘No’.spegnila ti prego’.ho paura’.’
‘E va bene. Adesso però indovina che cosa ti sto spalmando sulle tette”
‘Una crema?’
‘Sbagliato. Ma oggi mi sento buono e voglio aiutarti a indovinare’vediamo se così capisci’
Mi spalmai un po’ di marmellata sul cazzo e glielo infilai in bocca.
‘Mmmm’.marmellata”
‘Sì ma a che gusto? Leccala bene..’
Con questa scusa mi feci leccare tutto lungo il cazzo fino ai coglioni e ripulire completamente dalla marmellata’
‘Ciliegia”
‘Brava la mia professorina’che premio vuoi?’
‘Voglio che me lo metti dentro’ti prego’ne ho troppa voglia’mettimelo nella fica per una volta”
‘La fica la tieni per quel coglione di tuo marito’se lo vuoi nel culo, altrimenti me ne vado e ti lascio qui con una candela nella fica e una nel culo, e domani ti trova così la donna delle pulizie’che ne dici? Pensi che i tuoi studenti si divertirebbero a leggere la tua foto sul giornale?’
‘Va’.va bene’.’
‘Va bene non basta, puttanella da quattro soldi’adesso devi chiedermi per piacere di incularti’
‘Dài, lo sai che non mi piacciono queste parole…’
Presi un’altra candela e gliela infilai nel culo, poi le accesi entrambe.
‘Ok adesso vediamo se riesci a liberarti le mani prima di sentire un po’ di caldo ai tuoi buchetti”
‘Spegnile, per favore’spegnile’farò tutto quello che vuoi’te lo giuro’
‘Ma sentila, è sdraiata su un letto d’albergo bendata e legata con una candela accesa nella fica e una in culo e fa promesse’.’
‘Ti prego, inculami”
‘Non ho sentito, ripeti!’
‘Inculami’.mettimelo nel culo’.sfondami il culo’te lo chiedo per piacere”
Spensi le candele e sfilai quella dal culo che sostituii con il mio cazzo. Mentre la inculavo le spingevo avanti e indietro la candela rimasta nella fica.
‘Era questo che volevi, vacca? Un cazzo in culo e una candela in fica? Rispondi!’
‘Sì’sì’..ahhhh era proprio quello che volevo’.il culo e la fica pieni”
‘E ricordati che questo culo è esclusivamente mio’se scopro che ti sei fatta inculare da tuo marito te ne faccio pentire amaramente, hai capito”
‘E”.è tuo’.il mio culo è solo per te’.tutto per te”
Tirai fuori il cazzo in tempo per venirle sul viso e sulle tette
Era uno spettacolo notevole. Legata e bendata, calze autoreggenti e tacchi da mignotta, collana di perle al collo, la pelle coperta di marmellata, cera e sperma.
La prossima lezione sarebbe stata l’ultima (continua)..

Tra me e la mia docile professoressa Elena ultimamente c’erano state un po’ di discussioni e io minacciai di non vederla più.
Mi chiese come avrebbe potuto farsi perdonare.
‘Dovrai essere molto ma molto disponibile’
‘Ok ma’non lo sono sempre?’
La convocai un pomeriggio d’estate nel mio ufficio. Le avevo raccomandato di depilarsi completamente la fica e di indossare una gonna più corta del solito. Il gioco sarebbe stato questo: lei si sarebbe candidata a farmi da segretaria e quello sarebbe stato il suo ‘giorno di prova’.
Si presentò in canottierina scollata che metteva in risalto l’abbronzatura e i capezzoli sotto, una minigonna jeans cortissima e sandali col tacco alto.
‘Per prima cosa togliti le mutande’
‘Perché?’
‘Queste le tengo io’ dissi ‘tanto non ti servono’ e chiusi le mutandine a chiave in un cassetto.
Mi sedetti in poltrona ‘Adesso cammina avanti e indietro per l’ufficio. Voglio vedere come muovi il culo.’
Obbedì senza fiatare.
‘Metti a posto quelle riviste in alto usando la scaletta e mostrami per bene il culo.’
Con innocenza lasciva eseguì mettendo in mostra il suo bel culetto liscio che regolarmente sodomizzavo.
‘Adesso vai giù e prendimi una cocacola in frigo’
Dopo poco tornò con un vassoio. Sorseggiai il vino mentre lei restava in piedi con il vassoio in mano.
‘Brava, ma hai dimenticato il ghiaccio’
‘Scusa vado subito a prenderlo’
‘Troppo tardi, una piccola punizione ci vuole. Vieni qua’
La presi e me l’appoggiai con la pancia sulle ginocchia, le tirai su la gonna e iniziai a sculacciarla
‘Ahi’piano”
‘Devi stare più attenta, puttanella’sennò non diventerai mai la mia segretaria, capito?’ la colpivo sempre più forte, gli schiaffi che le davo sul culo rimbombavano nell’ufficio vuoto.
‘Sì’ah’prometto che starò più attenta’scusami”
La misi in ginocchio davanti a me e mi tolsi le scarpe da ginnastica.
‘Leccami un po’ i piedi, va..’
‘ I piedi, ma io non ho mai”
‘Leccami i piedi ho detto!’
Si chinò fino a mettersi quasi sdraiata e iniziò a leccarmi prima timidamente, poi con dedizione.
‘Anche in mezzo alle dita, mi raccomando, brava, così’.
Sdraiata così sul pavimento faceva veramente venire voglia di fotterla come una cagna ma non era ancora il momento.
‘Non male, ma puoi migliorare. Adesso mi scappa da pisciare’
Mi guardò interrogativa.
‘Forza, che aspetti? Accompagnami in bagno.’
Accennò a una minima resistenza.
‘Ho detto accompagnami in bagno. Vuoi o no diventare la mia segretaria? Devi provvedere a tutte le mie necessità’.
La feci piegare per tirarmi fuori il cazzo e reggerlo mentre pisciavo.
‘Brava mignottella. Adesso puliscilo per bene.’
Fece il gesto di prendere la carta. La presi per i capelli.
‘Non con la carta, stupida. Con la lingua.’
‘No, non posso”
‘Tira fuori quella lingua zoccola, sennò la prossima volta ti piscio direttamente in bocca.’
Continuai a tenerla per i capelli mentre ripuliva le ultime gocce.
La ripulitura si trasformò rapidamente in un bel pompino.
‘Ehi professorina, cosa fai, prendi l’iniziativa”
‘Mmhh’.’
‘Ti ho spiegato mille volte che non devi usare le mani però’solo la bocca’adesso infilati tutto il cazzo in bocca, su’so che ce la puoi fare”
‘mmmghh’..’
‘Adesso mettiti in ginocchio lì per terra.’
‘Perché?’
‘Le segretarie non fanno domande, le segretarie eseguono. Non farmi perdere la pazienza. Inginocchiati lì, io torno subito.’
Tornai con una borsa da cui estrassi subito una mascherina di quelle per dormire in aereo e un paio di manette giocattolo.
‘Cosa vuoi fare? Non farmi male ti prego’
‘Vuoi andartene? Quella è la porta’
‘No, non voglio andarmene, ma ti prego”
La bendai e la legai con le manette al termosifone del bagno.
‘Toccati la fica, forza’
Iniziò a smanettarsi le labbra e il clitoride.
‘Adesso infilati un dito nel culo’
‘No’.fallo tu se vuoi’
‘Infilati un dito nel culo ho detto’
Si inserì l’indice nell’ano.
‘Adesso mettine un altro, brava così. Adesso possiamo cominciare. Iniziamo dalla fica.’
Le sollevai completamente la gonna e le introdussi nella fica un piccolo manganello che era nella stessa confezione delle manette. Era già fradicia la troia e mugolava di soddisfazione.
‘aahhhh’che cosa mi hai messo dentro?’
‘Un po’ piccolo per la tua fica vero? Vuoi qualcosa di più grande?’
‘No’.basta’.questo va bene”
Tolsi il manganello, presi la bottiglia della coca cola e gliela strofinai sulla fica.
‘Questa bottiglietta ti darebbe più soddisfazione vero?’
‘No’la bottiglia di vetro no’ho paura che si rompa dentro”
‘Hai ragione, meglio non rischiare’passiamo direttamente a qualcosa di più grande.’
Presi dalla borsa un’altra bottiglia, stavolta di plastica. Gliela misi davanti al naso.
‘Che ne dici di questa?’
La tastò con le mani e si mise a ridere.
‘Non credo che ci entrerà, disse. E’ davvero troppo grande’
‘Non hai capito niente, zoccola. Sta’ a sentire.’
Schiacciai la bottiglia e mi spalmai un po’ di olio sulle mani.
‘Adesso allarga bene le gambe, forza..’
‘Cosa vuoi farmi, porco”
Iniziai a spingere le dita unte di olio nella sua fica, prima una, poi due, poi tre.
‘ahhhh’.piano, cosa fai?’
‘Indovina un po”voglio vedere se ci sta tutta la mia mano nella tua bella fichetta’così quando ti scopa il maritino te la trova bella sfondata”
‘nooooo’.ti prego’ti do il culo piuttosto’fammi il culo, ti prego’.’
‘Shhh’.silenzio che ho bisogno di concentrazione’
Quattro dita entrarono senza problemi, poi iniziai a ruotare il polso per far entrare anche la quinta.
Elena mugolava come una cagna e io avevo la mano fradicia di olio e del suo muco. La spinsi ancora, ma non riuscii ad arrivare fino al polso. Elena aveva perso completamente il controllo e sbatteva le gambe come un’indemoniata.
‘Ti piace eh, troietta? Adesso però passiamo al culo’
Cacciò un urlo quando estrassi la mano.
La feci girare con la faccia rivolta al termosifone.
‘Vediamo un po’. Iniziamo con questo.’
E le piantai brutalmente in culo il piccolo manganello
‘oohhh’che male’.piano’.’
‘Ma dai, non fare scene’è una roba da niente’adesso aumentiamo il calibro”
Avevo preparato una provetta di plastica di quelle lunghe e strette.
‘Ahhh….che cosa mi hai messo dentro’.toglilo ti prego”
La provetta entrò con una certa difficoltà ma poi cominciai a spingerla avanti e indietro.
‘Basta’per favore’mettici il cazzo dentro’.preferisco il tuo cazzo”
‘Ma sentila questa zoccola’e va bene, adesso lo tolgo”
Tolsi la provetta e la sostituii rapidamente con un altro oggetto.
Elena urlò di dolore e stupore.
Le avevo infilato in culo per intero la canna di un clistere a peretta.
Iniziai a pompare.
‘oddio’che cosa mi stai facendo’.’
‘Così ti ripulisci per bene il culo, sai tesoro’.’
‘ahhh’.la pancia’.’
In effetti si vedeva a occhio nudo che le si stava riempiendo il pancino.
Finii di svuotare il clistere e lo tirai fuori.
Dal suo buco del culo zampillò una fontana d’acqua. Usai il suo dito per tamponare la fuoruscita, e poi lo sostuii rapidamente con il cazzo.
‘ohhhh’ohhhh’.’ Elena ansimava sempre più forte. Il mio cazzo sguazzava nel suo buco del culo pieno di acqua procurandole un misto di dolore e godimento che la portò all’orgasmo in poco tempo.
Spinto dalle contrazioni del suo sfintere anch’io mi avvicinavo a venire ma ebbi la prontezza di estrarre il cazzo.
‘Dammi la lingua, troia.’
Le schizzai copiosamente in bocca.
‘Hai fatto cadere delle gocce sul pavimento, brutta puttana. Leccale.’
‘Basta’.non ce la faccio più’ti prego”
‘se non ripulisci per bene il pavimento scendo giù in strada, raccatto i primi due che trovo per strada e ti faccio inculare fino a domattina”
Leccò le mattonelle senza fiatare.
‘E adesso rivestiti, che usciamo.’
Si lavò alla bell’e meglio, si truccò impeccabile come sempre.
‘E le mutande?’
‘Quelle le lasciamo qui.’
Dopo qualche minuto di strada, lei chiese di fermarsi. L’intensa stimolazione anale aveva fatto il suo effetto. La feci accostare in una strada di campagna e inginocchiarsi (in pieno giorno!) mentre io mi tiravo fuori il cazzo e glielo mettevo in bocca.
Poi ripartimmo e andammo a prendere un aperitivo in un posto fuori città. Gli avventori non staccavano gli occhi dalle sue cosce e dal culo che spuntava da sotto la minigonna cortissima.
Ripartimmo e imboccammo una stradina senza uscita che terminava davanti a un capottino della protezione civile.
‘Mi è di nuovo venuto voglia di incularti’
La presi su di me e glielo spinsi dentro senza difficoltà. Elena sembrava aver ripreso le forze e si impalava con gusto sul mio cazzo noncurante del fatto che qualcuno potesse vederci. L’auto traballava sotto i nostri colpi. Improvvisamente squillò il suo cellulare.
Guardò il display
‘Mia mamma’ disse
‘Rispondi’ le ordinai
‘No, la chiamo dopo”
Schiacciai il tasto verde e le passai il telefono’
‘mmh’.mmhhh’mamma’.’ rispose ansimando’. ‘non sono a casa, mamma’.’
‘Perché non le dici che ti stai facendo inculare in macchina su una strada di campagna’ le sussurrai all’altro orecchio’
‘mamma’.ci’ci sentiamo dopo’.ooohhh” mise giù appena prima di partire con un altro orgasmo.
‘Devo sborrarti tutto dentro, lo sai’sennò mi sporchi tutta la macchina” e le schizzai copiosamente in pancia. Poi mi feci ripulire il cazzo con la lingua e ripartimmo.
In ufficio la salutai, evitando accuratamente di restituirle le mutande.
‘Complimenti, ormai sei una troia perfetta’ le dissi (fine)

devilinmissjones69@gmail.com

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