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Racconti di Dominazione

è tornato il mio amore

By 15 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ un triste e piovoso giorno quando ricevo la telefonata del mio amato marito. Come al solito, mi annuncia tre giorni prima che sarebbe tornato. Improvvisamente anche il cielo grigio ritorna luminoso e tutto diventa radioso. Lavoro più del solito e mi do da fare affinch&egrave la sua ‘tana’ risplenda. In questi tre giorni che ci separano, metto da parte giochini e altro. Ripenso ai ladri che si sono intrufolati in casa alcuni mesi fa e un fuoco mi prende subito, ma lo spengo sul nascere.

Veramente ho pensato spesso ai quattro e mi sono masturbata follemente, senza ritegno e soprattutto senza vergogna. Chiudevo gli occhi e ripensavo a tutte quelle oscenità fatte sul mio corpo. Con quelle immagini nella mente, come dire, mi consumavo i polpastrelli sulle parti più intime del mio corpo.

Se volete capire se una donna si masturba, guardate la mano dominante e maggiormente le ultime falange del dito medio o dell’anulare: se ha una curva in su, bhe dovete immaginare che la lunga e quotidiana pratica può deformare quella parte, si nota particolarmente se la donna ha dita affusolate e magre. Ovvio, non cercate questa caratteristica nelle ventenni, hanno ancora parecchi anni davanti prima che la deformazione si noti e soprattutto non andate a controllare le vostre compagne. Anzi forse meglio, potrebbero nascondervi cose che non sapete.

Arriva finalmente il giorno del suo rientro. Il suo aereo proveniente dalla Corea arriverà nel pomeriggio a Milano. Quindi ho parecchio tempo. Mi sveglio con calma e mi rendo conto di essere quasi isterica. Mi manca il suo grosso cazzo e i tre giorni di astinenza dai miei giochi mi hanno resa particolarmente sensibile. Forse se incrocio le gambe e le stringo riesco anche a venirci sotto la pressione del sangue in quelle zone. Lascio perdere ancora una volta, minando così tutte le possibili barriere ad una eventuale avances di tipo sessuale da un perfetto sconosciuto. Peggio di una troia, mi darei ad uno sconosciuto senza che abbia bisogno di farmi un pò di corte. Basta che si presenti davanti e mi dica ‘sei una gran gnocca, voglio trombarti’. Non me lo farei dire due volte. Meglio saltare fuori dal letto e prepararsi. Faccio la mia magra colazione e poi la doccia. Mi tolgo lo smalto e l’odore di solvente profumato mi inebria i sensi. Prendo la boccetta dello smalto blu scuro. Un bel blu quasi elettrico e metallizzato. Con cura prendo il pennellino e parto dall’attaccatura dell’unghia fino alla punta delle unghie dei piedi. Ripeto l’operazione per 8 volte. Salto il mignolo perché minuto. Passo alle mani, prima le unghie della destra e poi la sinistra. Metto una coulotte con un reggiseno coordinato blu elettrico quasi fosforescente, che sulla mia pelle bianca risalta come un bocciolo di rosa in un mazzo di gerbere bianche. Un regalo del mio amore quando &egrave tornato da Parigi. Collant velati e visto che questo l’autunno non vuole far freddo opto per delle scarpe con laccetto alle caviglie, aperte davanti con un piccolo fiocco nero e blu e con tacco 12, talieur classico blu elettrico con una camicetta bianca che opportunamente lascio un pò sbottonata, borsetta nera coordinata con le scarpe. Si, ok, sembro una segretaria in carriera. Finisco di truccarmi con una generosa dose di rimmel e matita nera che allungano il mio sguardo. Mi guardo allo specchio e prendo gli occhiali senza gradazione, ma con la montatura nera e grande. Ora sono perfetta. Con calma avrà da spogliarmi oppure mi infilerò sotto la sua grande scrivania e gli farò un bel servizietto al suo bel cazzone con tanto di ingoio. Bhe qualcosa mi inventerò. Non devo pensare troppo al sesso. Non devo pensare al sesso, altrimenti mi tocca togliermi le mutande e strizzarle.

Salgo in macchina e mi avvio per raggiungere l’aeroporto di Milano, ho circa 2 ore e mezza di strada. Il tragitto &egrave lungo ma tutto fila liscio solo ogni tanto mi accorgo di giocare ossessivamente con il pomello del cambio della mia Mercedes. Ho il cambio automatico e quindi non ha senso tenere la mano posata li sopra. Ma &egrave più forte di me. Apro e chiudo la mano lentamente sul pomello, mi sembra di soppesare dei coglioni e lo faccio con lentezza quasi disumana. Vedo le mie unghie chiudersi ad artiglio. I miei anelli che giocano con la pelle del pomello. Penso a come potrebbe essere’..Cri stai calma, lo hai già fatto e lo racconterai un’altra volta. Lentamente sposto la mano o meglio la giro. Ho la mano ora al lato e ricomincio a stringere. Mi sembra proprio un cazzo. Apro e chiudo la mano. Con la coda dell’occhio e stando attenta alla strada, vedo le mie mani con quel colore sulle unghie che stringono la leva. Il pomello ora mi sembra una grossa cappella che spunta nello spazio fra le mie dita. Mi verrebbe di abbassarmi e mettermelo in bocca. Ma il mio amore sta arrivando. Faccio un respiro e mi ricompongo’..però non smetto di giocare con la leva del cambio. Diversifico il modo di divertirmi, ora apro e chiudo le mani, ma sono solo le unghie che sfiorano il pomello. Un movimento come delle meduse che fluttuano nel mare. Non so se le avete mai viste in qualche documentario, lentamente si aprono e si chiudono a darsi la spinta idrostatica e sembrano dire, venite guardate come siamo cosi belle, così eteree e cosi fatali. Non lo stringo più e questo mi aiuta a riprendere il controllo di me. Spero di non aver macchiato il vestito’..sto bollendo la sotto. Mi fermo in un autogrill e corro in bagno. Mi chiudo dentro e mi sfilo sia le calze e le mutandine, troppo bagnate per continuare ad indossarle. Le raccolgo e le metto nella borsetta.

Finalmente arrivo all’aereo porto, la mia razionalità &egrave salva: ho smesso di fare attentanti al mio autocontrollo. A grandi passi raggiungo l’ingresso degli arrivi internazionali e mi metto in attesa. Qualche straniero, in attesa, come me, di qualche parente, prova ad attaccare bottone, ma anche se ho una voglia matta e i bagni sono a pochi passi, respingo i baldi ragazzotti con l’indifferenza. Uno andando via mi da una pacca al culo talmente forte e sonora che somiglia al suono di una frustata. Sono lì pronta a schiaffeggiarlo, ma l’orgasmo che continuo a reprimere bussa ancora una volta ai miei sensi. Chiudo gli occhi e cerco di controllarmi. Se dovessi averlo ora, credo che crollerei per terra e mi agiterei come una indemoniata. Magari ci scappa una mega orgia sul pavimento dell’aereo porto, con cazzi freschi che scendono dagli aerei, io a pecorina sotto un enorme cartello con scritto benvenuti a Milano e sotto una didascalia che recita più o meno così: capiamo la difficoltà a trovare i vostri bagagli, capiamo i ritardi e anche il lungo viaggio fatto, la nostra società vi offre questo svuotatoio di coglioni giusto per ripagarvi dei disagi subiti e giù una lunga fila di uomini pronti a incularmi. Sicuramente rivoli di sborra colerebbero giù dalle gambe e sicuramente gocce si staccherebbero dalla mia figa per andare a raccogliersi in un piccolo lago per terra. Basta!Basta!urlo mentalmente e sospirando riprendo per l’ennesima volta il controllo reprimendo questa sogno paradisiaco fatto ad occhi aperti. Metterei anche la chiocciola con i numeretti come al supermercato. Basta CRI!

Cerco di fissare l’uscita senza pensare più a niente. Mi liscio e mi riliscio il vestito in attesa del mio amore. Tormento i miei lunghi orecchini e i capelli. Finalmente eccolo che arriva e se non ci fossero le sbarre a impedirmi di arrivare fino a lui, farei una corsa e lo abbraccerei. Lo saluto saltando e lui finalmente mi vede. Mi fa un ampio sorriso e affretta il passo. Appena arrivo a tiro, gli salto al collo e lo bacio con molta passione. Le mie mani corrono lungo tutto il suo petto e lo stringo forte a me. Le mie mani vanno più giù e corrono al suo pacco, ma lui le raggiunge con le sue e le blocca tenendole strette. Sa che potrei tirarglielo fuori davanti a tutti e fare il resto. Ci scambiamo poche battute e ci avviamo verso la macchina. Sono persa di lui e lo amo alla follia. Ci teniamo stretti e mentre camminiamo inizia a raccontarmi le cose accadute. Vorrei anche io raccontare ma ascolto senza dire niente e sicura di sorvolare, comunque, su certe cose avvenute in questi mesi. Prendiamo la macchina e partiamo. Appena preso l’autostrada non resisto e tiro fuori le mutandine dalla borsetta. Gliele butto in grembo mentre guida. Con una mano le solleva e le annusa aspirando con forza, più e più volte.
‘lo sai che il tuo sentore di femmina in calore farebbe ritornare giovane un nonnetto?’
Rido compiaciuta e mi allungo sul sedile, tiro su la gonna e allargo le gambe. Sbottono del tutto la camicetta e gli prendo la mano e me la spingo fra le gambe. Sento la macchina accelerare al massimo. Stiamo correndo verso casa in barba a tutti limiti. Mi impongo di resistere e continuo a toccarmi lascivamente rinviando ancora il mio orgasmo. Non voglio ‘sbrodargli’ in mano appena dopo secondi che mi sta toccando. Gioca con le mie labbra, e si sofferma sul mio clitoride. Fa scorrere tra l’indice e l’anulare il piccolo centro del piacere. Andando in giù mi allarga le labbra e poi mi infila un dito. Torna fuori e ricomincia, molto, ma molto lentamente. Ho i piedi puntati al pavimento della Mercedes. Con una mano mi stringo alla maniglia dello sportello e con l’altra mi stringo una tetta. Ho la schiena inarcata e la testa &egrave puntata contro il poggia testa. Mollo la tetta e gli prendo la mano. La stringo forte e la premo ancora più forte contro la figa. Lui capisce e mi sorride. Lascio la mano e lui improvvisamente inizia a muovere di lato le sue dita sulle labbra sempre più veloce. Poi continua con quel movimento infilando appena appena le dita dentro. Sento il rumore dello sciacquettio dei miei umori. Basta. Esplodo. La fica inizia a bagnarsi e a colare umori in un crescendo assurdo’.quasi uno squirting, che premesso, non sono mai riuscita ad avere. Godo e urlo selvaggiamente. Gli prendo la mano e la spingo dentro. Non so se entrano due, tre, quattro dita o tutta la mano. So solo che sento pulsare la mia vagina e la sento che stringe sulle sue dita. L’orgasmo tanto represso continua per un tempo interminabile e io ho il cuore a mille. Mi manca il fiato e ho gli occhi chiusi. Continuo a tenere la sua mano ferma e il braccio. Sento le mie unghie conficcarsi nella sua carne durante le mie ultime contrazioni. Lui decide improvvisamente di non darmi più tregua. Allenta la pressione delle mie mani e ricomincia con quel movimento assurdo. Vengo immediatamente un’altra volta. Mi vedo allo specchietto e sul mio volto appare una grande ‘o’ disegnata dalla mia bocca. Nonostante il trucco vedo la mia pelle arrossata e poi la mia fronte corrugarsi in una smorfia di piacere e ancora una volta non trattengo l’urlo liberatorio ‘.ancora un orgasmo perché lui ha deciso di non fermarsi approfittando del fatto che riesco ad avere molti orgasmi uno dietro l’altro. Dopo il quarto tolgo la sua mano. Basta. Un attimo per riprendermi. Se continua cosi potrei avere un infarto. Lo amo e forse per questo godo come, sinceramente non so, non ho un termine di paragone. Apro gli occhi e vedo la macchina ferma.

‘perché siamo fermi?’ chiedo
‘ se tiravi ancora un pò la mano, entrava tutto il braccio e non posso guidare così’

Ridiamo e riprendiamo la strada di casa. Mi ricompongo un pò e vorrei fargli un pompino mentre guida, ma l’ultima volta per poco non ci restavamo secchi. Ha voglia di fare l’amore, ma non gli piacciono gli alberghi o luoghi per strada. In fondo lo capisco vive per strada e in albergo per molti mesi l’anno. Arriviamo e parcheggiamo direttamente in garage. Scendo al volo e l’aiuto a prendere le valige che porto direttamente in lavanderia. Siamo li in quello stanzino con i muri grezzi, il pavimento foderato con mattonelle che ricordano un ospedale e con in centro un tombino, corde per stendere i panni e la centrale termica che va. Il locale &egrave surriscaldato. Gioco a nascondino con la biancheria, vado nell’ultima fila e mi inginocchio.
‘trovami amore’ gli dico
Lui sposta le varie lenzuola e panni fino a intravedermi. Io non lo vedo, ma lui può vedere le mie gambe unite. Chiuse come quando vai in chiesa e ti inginocchi. Intravede dove sono. Si ferma appena dietro il lenzuolo, siamo divisi da quei pochi millimetri di stoffa.
‘fermati amore’ gli sussurro.
Alzo le mani e gli sbottono i pantaloni. Da dietro il lenzuolo. In modo che non possa vedermi. Gli tiro fuori il suo bel cazzone e comincio a spompinarlo alzando il velo di stoffa quel tanto che basta per succhiarglielo. Dio come &egrave stata generosa la natura con lui. Potrebbe fare l’attore porno, ma se lo fa, lo uccido. Sono gelosa. Ingoio, insalivo, succhio quel bel cazzone, gli lecco le palle, con dolcezza gliele succhio e le tengo fra le mie labbra. Riprendo a pomparlo, non solo con la bocca. Afferrò con tutte e due le mani quel randello e accompagno il pompino anche con quelle, segandolo contemporaneamente. Cambio ritmo in continuazione. Passo la mia lingua intorno alla cappella, bacio sotto, lecco la fessura, lo ingoio tutto, lo tiro fuori succhiando, lo bacio, lo lecco per tutta la lunghezza, sento le sue vene pulsare sotto i miei colpi di lingua. Ricomincio e mai nello stesso ordine. Più volte lo ingoio cercando di farlo entrare tutto. Ma &egrave troppo. Mi tiene per i capelli attraverso le lenzuola e comincia a scoparmi in bocca. Gliela metto a disposizione, libero di fare quello che vuole. Mentre si scatena mi tiro su la gonna e divarico le gambe quasi a toccare con la figa per terra. Mi masturbo con una mano sentendo che lui sta per arrivare. Molla la presa della mia testa e si afferra il cazzo pronto a dare gli ultimi colpi con la mano. Tolgo immediatamente il lenzuolo, butto la mia testa indietro e apro la bocca tirando fuori la lingua. E’ libero di fare quello che vuole: può riempirmi la bocca e allora ingoierei tutto. Può sulla mia lingua e allora lo lascerei colare sulle mie tette e sul mio corpo fino ad arrivare fra le gambe giocandoci poi con le dita. Può truccarmi con la sborra e farmi la sua maschera di seme che, con un dito, raccoglierei tutto e porterei in bocca. Lo verserei dopo sulle mani e lo riporterei di nuovo in bocca ingoiando tutto. Decide per la maschera e sento il suo liquido bollente coprirmi tutta. Dio &egrave tantissima. Con il cazzo ancora che erutta me lo rinfila in bocca, dove ancora continua a venire. Mi tiene stretta per i capelli con il cazzo ben piantato in gola. Ingoio, ingoio ma sembra non finire mai fino a quando gli ultimi spasmi si portano dietro anche il suo vigore. Sono alcuni minuti che mi tiene stretta e la sborra &egrave colata dal mio viso. Ho lunghi filamenti che si staccano dal mento e cadono qualcuno sulle tette qualcuno sulla gonna. Selvaggiamente mi torturo le labbra della figa e il clitoride fino a quando ho un orgasmo anche io. Non parla e mi tiene così. Legata a lui. Poi lo sento finalmente rilassarsi e allontanarsi da me.
‘quanto mi sei mancata Amore’.
Sorrido e ringrazio.

Raccolgo la sborra che posso con un dito e lecco avidamente. Mi spoglio e lo spoglio. Lascio tutto li e lo prendo per mano. Andiamo in camera da letto, nudi, tenendoci per mano. Facciamo l’amore. Mi distendo sul letto nella classica posizione del missionario. Ci abbracciamo stretti mentre lentamente mi penetra. Lo vedo sopra di me. Il suo viso a pochi centimetri dal mio. C’&egrave solo lui con il suo bel cazzone che si fa largo dentro di me. Mi aggrappo a lui al collo e ricomincia la mia serie di orgasmi. Non c’&egrave bisogno che si muova tanto’.sono talmente presa da lui che forse ci verrei solo se schioccasse le dita davanti alla mia passera. Alzo le gambe e mi lego a lui. Mi penetra profondamente, mi fa sempre un po male, ma lo amo. Aumenta il ritmo. Mi strappa gli ultimi freni inibitori, ricomincio a urlare sotto ogni suo colpo. Ogni affondo &egrave quasi un orgasmo. Sottolineo i suoi colpi così profondi con gemiti di piacere. Quando cambia ritmo un gorgoglio di soddisfazione sale dalla mia gola. Dio lo sento bene dentro di me. Mi riempie tutta. Non esiste ne cielo, ne terra e mare. Solo quel grosso cazzo che mi strappa pezzi di me e li da in pasto ai demoni del piacere. Vengo. Mi sente venire. Sente il calore dell’orgasmo e le contrazioni intorno al suo cazzo e mi riempie il ventre. Sentendolo cosi, vengo un’altra volta. Ho il mio corpo sferzato da contrazioni e le gambe mi tremano. Il mio amore si stacca da me. Un piccolo rivolo di sborra sgorga dalla mia figa, mi cola lungo il culo e si raccoglie sotto di me. Resto in quella posizione ancora un po. Il mio tesoro si riprende rapidamente a differenza di me che &egrave tutto il pomeriggio che ho orgasmi e sono al limite.
‘viene mi dice’

Mi porta sul bordo del letto e mi sbatte giù. Siamo nell’angolo. Capisco cosa vuole fare. Vuole affondare il più possibile dentro di me. Nell’angolo può semplicemente distruggermi. Mi metto ancora in posizione del missionario ma ora le mie gambe penzolano nel vuoto. Lui me le sostiene. Poi prende il suo cazzone, mi solleva il culo e inizia a sbattermi furiosamente. Mentre mi fotte così nel culo, allungo una mano e inizio a penetrarmi con le dita. Cerco di imitare il movimento che mi ha fatto oggi in macchina ma non ci riesco, sono troppo lenta. Un pizzico di gelosia mi invade, chissà dove avrà imparato e chi glielo avrà insegnato. Vengo ancora due volte mentre mi martella cosi. Chiudo gli occhi e mi abbandono alla sua furiosa inculata. &egrave già venuto due volte e ora farà un po di fatica. Ulula e mi sbatte sempre più furiosamente. Sento le mie membra agitate. Cerco di tenermi le tette mentre i colpi violenti le fanno sobbalzare. Il culo emette suoni osceni. Le palle sbattono con forza sul mio chiappe emettendo dei suoni come di piccoli schiaffi. Non ce la faccio più a venire e semplicemente mi spengo. Aspetto che si svuoti dentro di me. Chiedo pietà ed in un ultimo suo assalto di puro impeto, come se volesse far schizzare le sue palle direttamente nel mio culo, trovo la forza per avere un altro orgasmo. Urliamo insieme mentre lui si svuota in me e i miei muscoli dell’ano si contraggono violentemente sul suo uccello mentre veniamo insieme.
‘ben tornato amore’ sono le prime cose che dico dopo alcuni minuti.
Lui, sinceramente, sembra incazzato.
‘ cosa hai?’ chiedo
Come un torrente in piena mi dice.
‘mi spieghi perché ogni volta che torno dai miei viaggi di lavoro all’estero ti trovo con il culo sempre più slabbrato?’
‘oh amore’.te ne sei accorto? Domani ti racconto’
‘ no, ora’ &egrave perentorio
‘amore dormi e non ti preoccupare’..ho avuto solo un piccolo incidente con quel cono di gomma che hai portato dal cantiere diversi anni fa’
‘Che tipo di incidente?’ insiste
‘va bene ti racconterò tutto”’.mi accoccolo a lui e gli metto una mano sul cazzo senza muoverla. E inizio a raccontare. Insomma gli racconto che quando lui va via, io prendo quel cono segnaletico che portò tempo fa. Quelli che si usano anche per segnare i cantieri e mi impalo su di lui nel bagno. Mi impalo sempre fino alla profondità in cui il suo cazzo ha allargato il mio ano. Così quando sarà via io potrò replicare la dilatazione che mi provocato. Racconto queste cose al mio amore con molta vergogna. E poi gli spiego l’incidente. Il cono lo uso in bagno nella vasca e qualche volta con l’umidità i miei piedi scivolano ed ecco allora che sprofondo sul quel coso e forse in quell’occasione si allarga sempre di più. Mica sono scema che gli vado a raccontare della mia collezione di dildi!
Non crede alla storia. Si alza e va in garage a recuperare il cono. Lo prende e lo mette su una sedia. Mi ordina di impalarmi ed io eseguo. Capisce che sto dicendo la verità, ma non &egrave soddisfatto, allora prende il TES-MED e mi applica degli elettrodi ai piedi e alle gambe. Lo guardo sgomenta. E inizia a dare corrente. Inizialmente non me ne accorgo, ma la corrente applicata mi fa contrarre i muscoli delle gambe. Inizio a muovermi su &egrave giù sul cono inconsapevolmente. Aumenta la corrente e io sono costretta ad impalarmi sempre più rapidamente. L’interruttore del piacere nel culo si accende e comincio a toccarmi. Basta. Lo guardo maliziosamente e gli chiedo di aumentare la corrente. &egrave così forte ora che quasi salto sul cono. Il culo si allarga sempre di più e il mio amore ride soddisfatto. Vedendomi saltare sopra il cono il suo cazzo riprende vigore. Lo faccio avvicinare e inizio a fargli un pompino mentre salto sul cono. Il dolore &egrave spaventoso ma lui &egrave contento. Umiliata per il trattamento vengo ancora una volta. Il mio amore spegne tutto e mi sfila il cono. Sono a pancia in giù sul letto. Lui in piedi e guarda lo scempio fatto al mio povero di dietro. Faccio finta di lamentarmi, ma solo Dio sa quanto che mi fa sentire bene. Tenendomi le chiappe aperte, finisce segandosi e sborrando nel vulcano del mio culo. La vede colare giù e rimanere dentro di me. Sono distrutta e giaccio bocconi. Il mio amore. In uno slancio di tenerezza prende il cono e lo ripianta nel culo ma con dolcezza. Mi sorride e mi sussura’.. ‘ ho chiuso la porta, così non ti raffreddi”.gli sorrido e dormo beata.

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