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Trio

141 – Luisella sfondata in figa e in culo dal papà

By 10 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Dormii male quella notte e verso le quattro del mattino stanco di girarmi e rigirarmi nel letto, mi alzai e silenziosamente mi vestii.
Fuori era ancora buio e faceva anche abbastanza fresco.
Per non restare fermo seduto su una panchina, mi incamminai raggiungendo il lungomare, l’alba stava per nascere, mescolando il suo chiarore soffuso al buio della notte, le luci dei lampioni, ormai quasi inutili, erano ancora accese; incrociai un paio di gruppetti composti da ragazzi e ragazze che verosimilmente rientravano frettolosamente a casa. Vidi a circa cento metri un’insegna al neon accesa, di colore azzurro fosforescente, essa raffigurava chiaramente una tazzina di caffè fumante. Pregustando l’aroma e il sapore intenso della bevanda e la croccantezza di una buona brioche, accelarai inconsapevolmente il passo e in breve raggiunsi il locale. Vi entrai e notai immediatamente una giovane coppia seduta ad un tavolino, i due si guardavano romanticamente negli occhi tenendosi per mano e sospiravano probabili giuramenti d’amore eterno. Un uomo corpulento, appollaiato sopra ad un alto sgabello, stava appoggiato con i gomiti al bancone a rimirare, con lo sguardo perso nel vuoto, lo scaffale antistante colmo di bottiglie di liquori. Dietro al banco un uomo e una donna con indosso dei grembiuli bianchi, essi, con esagerata cortesia mi chiesero in coro cosa volessi ordinare.
Chiesi loro un caffè ristretto e aprii una vetrina colma di croissant ancora tiepidi; ne scelsi uno ripieno di marmellata d’albicocche e mi sedetti ad un tavolino. Divorai la brioche e la donna mi servì al tavolo il caffè accompagnandolo con un bicchierino d’acqua minerale gasata. Dopo aver bevuto il caffè, attraverso la grande vetrina, guardai fuori e meditabondo ammirai il fantastico spettacolo del sole che all’orizzonte sembrava nascere direttamente dal mare.
Mancavano pochi minuti alle sei e la mia mente stava valutando la situazione che mia moglie ed io avevamo creato. Coinvolgere pesantemente la nostra giovanissima figlia nei nostri giochi perversi ed innaturali era stata una azione veramente riprovevole, ma purtroppo, ormai era successo. Noi, io per primo, come animali, avevamo solamente seguito l’istinto sessuale, nessuna remora morale era riuscita a condizionarci in positivo. Certo che se pensavo a quel corpo così acerbo e minuto, a quel seno appena sbocciato, alla sua pelle morbida e vellutata, alle sue natiche così sporgenti e invitanti, alla fighetta bagnata, ai suoi occhi persi nella torbida passione, ecco, se pensavo a tutto questo, i miei sensi si riaccendevano irrimediabilmente e sentivo forte l’impulso di alzarmi e raggiungere lei e mia moglie, per ricominciare, per immergermi, non solo metaforicamente, in lei, nel suo essere, nei suoi desiderabili anfratti, nelle sue cavità vogliose di piacere’.
Pagai la consumazione e con il sole che cominciava a scaldare l’aria, uscii e mi avviai verso casa. Notai che l’edicola di giornali, che prima era ancora chiusa, adesso era aperta, acquistai così ‘Il Corriere della Sera’ , lo ripiegai sotto il braccio e prosegui il mio cammino. Entrai in casa, guardai l’orologio, le sette, le due stanzette erano ancora immerse nella penombra, nella camera da letto, sopra alle candide lenzuola, due corpi femminili, flessuosi e sensuali. Lorena, nuda come un verme, stava girata sul fianco sinistro in posizione fetale, mentre Luisella, che aveva trascurato di indossare la sua mitica camicia da notte, dormiva supina con le gambe aperte e le braccia tipo Cristo in croce. Scossi ripetutamente il capo e quindi entrai in bagno, regolai l’acqua della doccia, mi spogliai e mi infilai sotto l’incessante getto dell’acqua tiepida. Aprii il bagnoschiuma e un profumo di ‘Pino Silvestre’ invase le mie narici, mi lavai a lungo e poi, rilassato, mi asciugai meticolosamente. Agganciai l’accappatoio all’appendino ed, in completo costume adamitico, rientrai in camera, vidi che la mia dolce ed armoniosa Luisella si era girata a pancia in giù, ancora con le cosce spalancate e le braccia che stringevano affettuosamente il cuscino. Da vederla in quella posizione ed avere una potente erezione, trascorsero massimo cinque secondi. In quel preciso istante iniziò nuovamente in me il combattimento interiore tra l’essere un padre serio e irreprensibile e l’essere invece un normale uomo qualsiasi, eccitato in modo animalesco dalla sua dolce e tenera bambina.
Ascoltai il poco animo nobile rimastomi e, facendo violenza a me stesso, me ne andai in cucina a preparare il caffè per le mie amate fanciulle. L’organo che aveva condizionato e che ancora condizionava pesantemente la mia esistenza, decise di rilassarsi rimanendo penzolante e inerte fra le mie gambe.
Seduto sulla sedia con il giornale appoggiato sul tavolo della cucina, mi misi a leggere le varie puttanate che i politici proponevano per risolvere i pesanti problemi del Paese. Tutti, prima di essere votati presentavano soluzioni innovative, poi, appena arrivati vicini alla greppia, accantonavano le novità e mettevano in atto le solite cose. Aumento delle tasse, aumento della corrente elettrica, della benzina, diminuzione delle pensioni e degli stipendi agli statali ecc.. ecc’ . Sfogliai alcune pagine velocemente ed arrivai allo sport leggendo in particolar modo le notizie riguardanti il calcio. Mentre leggevo, sentii le molle del letto che cigolavano e pochi secondi dopo udii la porta del bagno che si apriva e si richiudeva immediatamente. Mi alzai e notai che mia moglie ancora dormiva profondamente. Tornai in cucina e mi risedetti al posto di prima, nascondendomi dietro le pagine del Corriere. Sentii l’uscio del bagno aprirsi, abbassai il giornale e vidi la mia Dea, nuda, entrare con la massima semplicità in cucina. Il cazzo che fino ad allora se ne stava tranquillamente appoggiato alla sedia, ebbe un sussulto e subito tutto il sangue del mio corpo andò a riempire rapidamente i suoi bulbi cavernosi. Detto in parole povere, mi venne il cazzo duro!!!
Luisella, come se fosse arrivata in quel momento dall’aver corso la Maratona di New York, si lasciò cadere pesantemente sulla sedia di fronte a me e, stropicciandosi pigramente gli occhi, mi chiese se quel profumo di caffè arrivasse della nostra caffettiera. Mi alzai e per nascondere la mia erezione, mi voltai repentinamente dall’altra parte volgendole le spalle. Presi un grembiulino e me lo allacciai ridicolamente ai fianchi. Fu una stronzata che sortì solamente l’effetto di far notare ancora di più le mie patetiche condizioni. Le servii il caffè con il grembiule che formava davanti a me una protuberanza fin troppo evidente. Lei, naturalmente se ne accorse e sottovoce per non svegliare sua madre, mi chiese”

‘Pà, ma perché ti copri? Tanto si vede benissimo che ce l’hai duro!!’

‘Beh, non sembra, ma sai, in fondo di sta cosa un po’ me ne vergogno!!’

‘Stanotte, non ti sei vergognato però!! E nemmeno la mamma si è vergognata!!’

‘Stanotte era stanotte, avevamo un po’ bevuto e ci siamo fatti prendere la mano!!’

‘Anche qualcosa di più della mano!!!’

‘Si dai Luisella, non girare il coltello nella piaga!! Abbiamo fatto un errore, queste cose con i figli non si dovrebbero fare!!’

‘Perché?? A me è piaciuto un casino sai??? E poi ho assaggiato per la prima volta il tuo latte!!’

‘Non è latte, lo sai no? ‘

‘Si va beh, lo so è sperma, ma mi sembra latte!!!’

‘E ti è piaciuto??? ‘

‘Si ha un gusto buono!! Sa di castagne!!’

‘Mah, io me lo sono assaggiato una volta e non mi è sembrato che sapesse di castagne!!!’

‘Va beh, poco importa. Stanotte non so se sei stato tu o la mamma ma uno dei due mi ha graffiato la schiena”

Mi alzai e mi tolsi il ridicolo grembiulino e con il cazzo perennemente impennato andai a vedere il graffio sulla schiena. In effetti una piccola scalfittura sotto la scapola destra c’era, ma era veramente minuscola. Glielo dissi e poi, come facevo quando era piccolina, le posai le labbra sulla lieve ferita esclamando: Guarita!!!
Lei allungò le braccia dietro la spalliera della sedia e mi cinse le cosce, mi strinse contro di se ed io mi ritrovai la cappella che, infilata fra le due colonnine di legno della sedia, puntava spavalda contro la sua morbida schiena. Io, non ho un cazzo molto lungo è attorno ai diciassette centimetri, ma è al contrario parecchio largo, per intenderci la mia cappella è larga come una lattina della Coca Cola. Lei insisteva ancora’..

‘Papi, mi piacerebbe che tu mi scopassi’.’

‘No dai smettiamola, tu sei ancora illibata, è meglio che ti fai sverginare da un tuo moroso!!’

‘Mi piace il tuo pisellone papi!!’

Mi liberai dalla sua presa e mi sedetti nuovamente al mio posto, lei si alzò e venne dalla mia parte, le dissi di smetterla, poi, per farla desistere, mentii spudoratamente dicendole che non mi piaceva e che io amavo le donne più grandi.
Vidi i suoi occhioni riempirsi di lacrime, ma, meravigliosamente nuda rimase li, mi accarezzò la spalla, il bastardo tornò durissimo in un amen, lei se ne avvide e’..

‘Per fortuna che non ti piaccio!!!!’

Il bluff non aveva sortito alcun effetto e lei infilò una gamba tra me e il tavolo e mi si sedette in braccio guardandomi in viso. Avevo la mia mazza che se ne stava appoggiata sul suo ventre, la sua manina aperta si posò sulla parte anteriore del membro e scorrendovi sopra dall’alto in basso e viceversa, iniziò lentamente a masturbarmi……

‘Guarda papi, hai una goccia qui sul taglietto”

‘Si amore mio è un liquido che serve per lubrificare la vagina’.’

‘Che gusto ha?’

‘Bambina mia, non lo so, non l’ho mai assaggiato..’

Lei con la punta del dito indice della mano destra raccolse il liquido che adesso usciva copioso dal meato e se la portò alla bocca, sembrava una fanciulla che dopo aver immerso il dito nel barattolo della Nutella, ne gustasse ad occhi chiusi il sapore. ‘..

‘Paparino me lo metti dentro la mia fighetta??? Daii, ti pregooo!!!’

‘Dai non mi va e poi di là c’è la mamma che dorme”

‘Vuoi che la svegliamo??’

‘Basta Luisella, basta ti prego, ti dico la verità, tu mi piaci da impazzire, ma io, cavoli, sono tuo padre!!!’

‘Ho una idea papi, io mi vesto e tu anche e usciamo, andiamo in spiaggia e poi in una cabina e li”’

In quel momento sentii mia moglie che si stirava rumorosamente e la udì anche Luisella, così, rapidamente, si sfilò da quella compromettente posizione e si sedette, con aria innocente, sulla sedia che occupava fino a qualche minuto prima. La statuaria figura di mia moglie si stagliò sulla porta della camera da letto e, dopo aver baciato entrambi sulla fronte, a sua volta si accomodò a capo tavola. Io, premuroso’..

‘Vuoi il caffè? Te lo riscaldo, ormai sarà diventato freddo’.’

‘Si grazie, riscaldamelo per favore”

‘Come va mami??? Ti è piaciuto ieri sera??’

‘Luisella, non so come la pensa papà, io credo che non dovevamo fare niente di quello che invece abbiamo fatto!!’

‘Si, Lorena, gliel’ho detto anch’io, dobbiamo smetterla qui”

‘Io voglio che papi mi svergini!!!!

‘Ma sei matta, smettila Luisella, non fare i capricci!!!’

La ‘bambina’ si alzò e si avvicinò a sua madre, le si mise dietro e con entrambe le mani le agguantò le mammelle, mia moglie, con poca convinzione, tentò di allontanare quelle dita dai suoi sensibilissimi capezzoli, ma io vidi che gli occhi le si annebbiavano, che le mani più che allontanare quelle di sua figlia, gliele stavano accarezzando, compresi che ne io ne lei avremmo mai avuto la forza di non cedere alla tentazione.
Mi alzai a mia volta in piedi e come un automa mi posizionai dietro a Luisella, il cazzo nel canale delle sue natiche e le mie mani sulle sue splendide tettine. Lei spinse l’invitante culo all’indietro e mi chiese ancora con la voce soffocata”.

‘Pà, prendimi, scopami, mettimelo dentro, ti prego, per favore, scopami, voglio il tuo cazzone dentro di me!!!’

Fu la classica goccia che fa traboccare il vaso, la feci girare e la sollevai prendendola da sotto le chiappe, la portai in camera e la lasciai cadere di traverso sul letto, lei si spostò all’indietro e io le fui sopra. Lorena spense la fiamma sotto al caffè, poi venne anche lei in stanza con noi, girò attorno al letto e a sua volta vi salì sopra, in ginocchio mise la figa sul volto di Luisella che immediatamente iniziò a leccarla. Le mia bocca e quella di mia moglie si incontrarono, cominciammo a baciarci mentre sentivo il mio batacchio a stretto contatto con la fighetta vergine di mia figlia. Sentii la sua mano prenderlo in mano e guidare la cappella contro il suo stretto orifizio vaginale. Spinsi delicatamente e il glande si insinuò nell’antro di quella caverna super lubrificata. Lorena smise di baciarmi e con il busto eretto iniziò a muovere il bacino strusciando la figa sulla bocca di Luisella. Spinsi ancora, sentii chiaramente l’ostacolo dell’imene contro il mio glande infuocato, glielo immersi ancora un po’, un urlo di Luisella mi confermò che la sottile membrana era stata deflorata. Un ulteriore affondo e a quel punto la mia piccola mi chiese di fermarmi’.. Fui cattivo e spietato”’

‘Hai voluto il cazzo?? Adesso prendilo e stai zitta!! Vedrai che fra un po’ ti piacerà!!’

‘Papi, mi fai male’.’

Lorena intervenne”

‘Leccami la figa, ha ragione papi, fra un po’ comincerai a godere’..’

‘Uuummhhhh’..’

Ormai glielo avevo piantato tutto dentro e la fottevo come un ossesso, lei si lamentava ma nel frattempo, a singhiozzo, leccava la patata a sua madre. Poi la sentii lamentarsi sempre meno, quindi cominciò a gemere e poi prese a godere. Lorena le toccò per qualche minuto le tettine poi le strizzò fortemente i capezzoli, a quel punto compresi che la nostra piccola stava per venire. La stantuffai energicamente a lungo e poi un urlo forte e altri più brevi e acuti mi dissero che stava venendo”

‘Siiii, papiiii, siiii, godooo, godoooo, ahhhhhhhhh, ahhhhhhhh, ahhhhhhhhhh, ahhhhhhhhh, con’ti’.nuaaaaa”.. con’tiiii’.nuaaaaa ‘. Vuuuuhhhhhhh, vuuhhhhhh, ahhhhh, ahhhhh, ahhhhh”.. ooohhhh….. ooohhh……..’

Mentre lei veniva io vidi il bacino di Lorena muoversi all’impazzata sul viso di Luisella, vedevo la bocca e il mento di mia figlia, lucidi e colmi di umori, poi il solito urlo che avrebbe svegliato un sordo e quindi con movimenti convulsi del corpo venne anche lei. Sarebbe stato sconveniente far rimanere incinta mia figlia e così all’ultimo momento pensai bene di toglierle il cazzo da dentro.
Segandomi schizzai con lunghi getti che le raggiunsero dapprima il viso e i capelli e poi l’addome e il ventre. Depositai un ‘ultima pozzetta di sborra sul suo monte di venere pulendomi poi il cazzo sui pochi peletti pubici.
Mi alzai e lei mi sorrise”.

‘Grazie papi’..’

‘Grazie a te amore mio”’

Trascorremmo la giornata in spiaggia e io mi accorsi che nonostante ciò che era successo la mattina, nel pomeriggio già cominciavo a desiderarla nuovamente. La vedevo con indosso quel microscopico costume di colore giallo, le chiappe al vento, lei inginocchiata mentre sistemava l’asciugamano da bagno, con il culo impudentemente rivolto nella mia direzione.
Quand’era sdraiata supina, l’elastico delle mutandine, le stava teso sulle ossa del bacino, lasciando al centro un paio di centimetri di luce, in quel buio spazio, il mio sguardo tentava di penetrare per individuare l’inizio della sua deliziosa fessurina. Dissi a Lorena quello che provavo e lei mi confessò che anche a lei dava una pruriginosa e inimmaginabile voglia.

Ci controllammo per tutto il giorno e la sera lasciammo la macchina parcheggiata e raggiungemmo il nostro solito ristorante a piedi. Il nostro intento era quello di arrivare a casa stanchi e di crollare nel letto addormentandoci subito. In effetti, il vino buono, le abbondanti cibarie e il lungo passeggiare, ci stancò a tal punto, che una volta tornati a casa ci spogliammo velocemente, ci buttammo sul letto e in pochi minuti ci addormentammo sfiniti.
Il venerdì, fu l’ultimo giorno di vacanza e ci adoperammo fin dal mattino a preparare le valigie lasciando fuori solo ciò che ci sarebbe servito per la giornata e per la notte che ancora dovevamo dormire in quella casa. Dopo il sesso completo che avevamo fatto quel giorno, la nostra Luisella, finalmente soddisfatta, si era parecchio calmata. Ormai, in casa c’eravamo abituati a girare sempre completamente nudi e anche quella mattina fu la stessa cosa.
Luisella aiutava sua madre a chiudere una valigia e se ne stava piegata sul letto con il culetto in bella vista. Io, per scherzare mi misi dietro di lei e glielo appoggiai”.

‘Woww, papi, scommetto che avresti voglia di mettermelo nel buchetto di dietro vero?’

‘No, dai stavo solo scherzando, non cominciamo che è meglio!!’

‘Tranquillo papi, tanto il culetto non te lo do!!’

‘Lo vuoi tenere vergine per il tuo fidanzato???’

‘No, non è questo, è che il didietro, secondo me, non può essere un buco da usare per scopare!!! Il suo compito è quello di fare la cacca. E poi il tuo pisellone è troppo largo per il mio strettissimo buchetto’

‘Ma dai, tua mamma me lo ha dato e ancora me lo da!!’

‘Va beh, la mamma, con il suo sedere, fa quello che vuole, ma io non te lo darò mai, ne a te ne a nessun’altro!!!’

Questa posizione così ferma, non ottenne il risultato da lei voluto. Invece di farmi desistere, al contrario mi fece accrescere la voglia, mi accorsi che più lei mi diceva di no e più io desideravo incularla. Non volli insistere oltre ma mi ripromisi che la sera a letto, ci avrei provato.
Così trascorsi la giornata con quel tarlo in testa, pensai che la figa sicuramente me l’avrebbe data e che magari sarebbe stata disposta a provare a farsi chiavare anche alla pecorina. Beh, mentre ero lì, sarebbe stato poi facile sfilare il cazzo dalla figa e ficcarglielo di brutto nel culo!!!!
In spiaggia la guardai a lungo, si era messa, per l’ultimo giorno, un costumino a dir poco indecente.
La mutandina era formata davanti da un triangolino minuscolo, alto non più di cinque centimetri e dietro da una stringa che le passava fra le natiche allargandosi lievemente fra le cosce. Il tutto era tenuto assieme da un’altra fettuccia che le girava attorno ai fianchi.
Il reggiseno con la stessa bretellina sottile e due triangolini molto simili a quello delle mutandine. Tutti i ragazzi e gli uomini la guardavano in modo concupiscente, ma a lei sta cosa pareva non sortire alcun effetto particolare.
Venne la sera e questa volta per andare a cena, presi la macchina, mi interessava arrivare a casa sobrio e riposato. Cenammo come al solito molto bene e poi facemmo una brevissima passeggiata, quindi tutti a casa. Nel letto io le accarezzai le tette e sua madre si dedicò alla figa, la piccola quella sera aveva voglia e non ebbe nulla da dire. Anzi, fu molto attiva dapprima toccandomi ripetutamente il cazzo e poi chinandosi sopra di me a succhiarmelo.
La mia mano, mentre lei mi spompinava, si infilò da dietro fra le sue gambe a solleticargli la figa, poi, piano piano, mi spostai sul buchetto, lei un paio di volte mi tolse le dita, poi, vista la mia insistenza mi lasciò fare. Riuscii a metterle la prima falange del dito medio all’interno del suo sfintere e delicatamente cominciai a sditalinarle il culo. Sua madre sdraiata supina teneva le ginocchia flesse, le cosce spalancate e si sgrillettava il clitoride. ‘..

‘Luisella, ti voglio scopare, te lo voglio mettere dentro!!!’

‘Ummhhhh, uummmhhhh, va bene papi, va bene’..’

‘Non ti mettere così, te lo ficco dentro a pecorina”.’

‘Ok papi, proviamo, così non me lo hai mai messo!!!’

‘Una cosa nuova amore mio!!!’

‘Siii papi, daiii, proviamoooo’.’

Un fuoco invase il mio viso quando me la vidi li, con la schiena arcuata all’interno, quel indescrivibile culo in aria, la figa e la sua rosetta grinzosa a portata di cazzo!!!!
Glielo ficcai in figa e la mia mazza le sprofondò dentro immersa in un lago di liquido vischioso. Ad ogni affondo si sentiva un ‘cic ciac’ provocato dai suoi abbondanti umori.
La mia troietta già godeva come una matta. Ad un certo punto, come previsto lo sfilai dalla figa e lo puntai dritto dritto sullo sfintere, spinsi con decisione allargandole il roseo anello’.

‘Noooo, papiiii, nooooo, nel culo noooooo!!!’

La tenni saldamente per i fianchi, lei per sottrarsi alla penetrazione si lasciò andare in avanti ma io con il cazzo piantato nel suo culo, la segui tenendole con le mie ginocchia le gambe spalancate. Spinsi ancora e il mio pene si fece ancora strada per qualche altro centimetro, nel suo strettissimo ano. Lei stringeva i muscoli anali per respingere l’intruso e me lo spremeva come un limone, ma io ce l’avevo di marmo e ancora, senza pietà, forzai l’angusto ingresso entrandole un poco più all’interno. Lei mi insultava gridando e sicuramente svegliando mezzo paese. Ero troppo determinato per desistere e non rinculai nemmeno di un millimetro, ero deciso, le avrei spaccato il culo, la puttanella mi aveva provocato per tutti quei giorni e adesso se lo doveva prendere tutto nello sfintere.
Cominciai il va e vieni e lei smise di insultarmi, poi riportò il culetto in aria e con la mano destra cominciò a titillarsi il clitoride. Lorena si piazzò a cosce aperte davanti alla sua bambina e prendendola per i capelli portò la sua dolce boccuccia sulla sua fradicia figa. Io da dietro la inculavo e lei sditalinandosi ,leccava contemporaneamente la patata a sua madre. Dopo altri dieci minuti, mentre il sudore mi colava sul viso e pioveva quindi sulle sue chiappe, lei mi urlò che stava per venire. Sentii il fatidico urlo di mia moglie che grazie alla lingua di sua figlia stava per raggiungere l’orgasmo e quasi contemporaneamente la piccola, cominciò a setacciare il culo e a godere come una forsennata. La lasciai sfogare e poi le affondai il cazzo fino alla radice e questa volta le sborrai dentro tutto il seme che contenevano i miei coglioni. Quando glielo sfilai dal culo, vidi che lo strettissimo suo buchetto era diventata una voragine aperta. Sfondata! Completamente allargata!!! La mia bambina aveva l’ano che nemmeno le baldracche avevano. Le ficcai quattro dita dentro e lei nemmeno se ne accorse, poi le diedi due sonore sculacciate e la mandai a lavarsi. Lei si girò verso di me mi prese il viso tra le mani e mi disse solamente’..

‘Sei un grande papi, che maschio che sei, mi inculerai ancora vero???’

‘Dai, bambina, adesso vatti a lavare, poi vediamo’.’

Mi baciò sulla bocca e con il suo bel culo rotto se ne andò in bagno.
Lorena mi guardò sorridendomi con una certa malizia, a voler significare: Bravo bastardo, hai rotto il culo a tua figlia!!!!

Già, adesso, il più era fatto, ma di cose da insegnarle ce n’erano ancora tante e la vita ci dava ancora tempo e spazio per ‘approfondire ulteriormente’.
I miei torbidi pensieri, erano nuovamente in movimento, già stavo pensando a una cosa che avrei potuto organizzare assieme a mio fratello più giovane. Lui si che aveva un cazzo mostruoso, sarebbe stato molto interessante fargli fottere e magari anche inculare la mia giovanissima bambina!!!!
Tornammo a casa e ricominciammo la vita di sempre ma una domenica pomeriggio, invitai mio fratello e la sua giovane sposa e così””’.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
Mail per scrivere: alexlaura2620@libero.it

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