Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Annalisa

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Annalisa, mia cugina era arrivata puntuale come ogni giorno alle 18 e 10 per farmi ripetizioni.
Non erano proprio le classiche ripetizioni, ma mi aiutava a ripetere le materie; così l’esposizione in un’eventuale interrogazione sarebbe stata più fluida e completa.
Diciamo che questa routine durava da circa 2 anni e ammetto che era già da un po’ che la desideravo.
Tuttavia dato il suo caratteraccio ogni volta che la vedevo oltre ad eccitarmi mi creava un senso di repulsione.
L’eccitazione durava fino a quando non apriva bocca.. si, appena esponeva le sue idee del cazzo mi faceva andare in escandescenza poiché non permetteva a nessuno di contraddirla.
Poi era fissata e appassionata di filosofia, che io invece detestavo e non capivo.
I suoi lunghi discorsi filosofici facevano passare qualsiasi voglia a chiunque.
Un giorno arrivò tutta composta , vestita bene, e profumata; dicendo che appena avremmo terminato sarebbe dovuta scappare al 18 di sua cugina Laura.
Era andata anche dalla parrucchiera, cosa al quanto rara per una che non curava molto il suo aspetto.
Inoltre non si accorgeva di quanto fosse carina.
Aveva un corpo snello, due seni abbastanza grossi, una terza abbondante e un culo da far girare la testa.
L’avevo osservata molto bene le sere che eravamo andati in piscina assieme..
Anche il viso era dolce e ben fatto. Due occhi scuri come i capelli, labbra sottili e delicate.
Aveva tutte le carte in regola per far impazzire qualunque uomo.. naturalmente finché non si metteva a parlare.
Quella sera mi sentivo più eccitato del solito e il tutto era alimentato dal suo insolito silenzio.
Osservavo ogni suo movimento, anche la minima piega del vestito, come accavallava le gambe.
Tutto di lei catturava i miei sensi.
Fu allora che presi l’iniziativa, mentre mi leggeva una strofa di una poesia, alzandomi dalla sedia, cosa che facevo spesso, mi portai alle sue spalle e avvicinandomi lentamente, scostando i capelli, appoggiai le mie labbra sul suo collo e iniziai a baciarla.
Lei cessò di leggere e con voce fiacca mi chiesi cosa stessi facendo.
Io di tutta risposta le dissi:- Lo desideri anche tu- – Ho visto come mi guardi sai..-
Iniziai anche a palparle i seni, osservando il suo corpo ondeggiare e irrigidirsi sotto ogni tocco delle mie mani.
Dal vestito di seta, si vedeva benissimo tutto il corpo.
Era stupendo. Avrei voluto subito spogliarla e penetrarla con tutta la
forza, ma era meglio fare le cose con gradualità. Il piacere sarebbe stato più intenso.
Cercai le sue labbra e con loro trovai la lingua calda che s’intrecciò alla mia in un vortice di passione.
Poi, sposandomi e facendola arretrare con la sedia su cui era seduta m’inginocchiai tra le sue gambe, sollevandole il vestito.
In questo modo potevo aprirle le gambe e dedicarmi alla sua dolce fica bagnata.
Scostandole gli slip ormai intrisi dei suoi umori, infilai la lingua nella sua caverna simulando una penetrazione, e inseguito le presi a mordicchiare e a succhiare la clitoride che gonfia e rossa, le faceva emettere delle grida disumane.
Non avevo alcun timore visto che i miei non c’erano e vivendo in una villa avevo attorno tanto giardino prima della casa dei vicini.
Nessuno poteva udire nulla.
Mi fermai con suo dissenso, la feci alzare e le tolsi completamente il vestito e la biancheria intima poi spostando i libri e le carte sul tavolo la feci sedere tenendole adeguatamente le gambe aperte e nuovamente ripresi la mia opera.
Questa volta però alla mia operazione aggiunsi due dita, poi tre e infine la sentii irrigidirsi, non riuscendo a tenere sollevate le gambe le appoggio sulle mie spalle cercando contemporaneamente di stringermi la testa sempre più dentro la sua famelica fica.
Giusto qualche istante e perse i sensi sdraiandosi completamente sul tavolo in preda alle convulsioni del violento orgasmo.
Una volta rinvenuta si accorse del mio cazzo duro e non essendo pratica di pompini rimaneva ferma con gli occhi spalancati.
Allora la feci scendere dal tavolo e sedendomi sulla sedia la feci sedere facendo scivolare il cazzo in lei.. la sentivo stretta, sembrava che fosse ancora vergine’ma non lo era.
Stringendo i denti mi disse di fare piano, ma non curante della cosa con un movimento all’in su con il bacino la penetrai con forza e iniziai a scoparla con foga nonostante le sue urla di dolore.
Poco dopo era lei che si muoveva dolcemente assaporando ogni centimetro del palo che la apriva in due.
Saliva e scendeva lasciando lunghe strisce appiccicaticce lungo il cazzo in fiamme.
Mi sussurrava all’orecchio se fossi in grado di sentire le sue pareti vaginali contrarsi attorno al mio membro e con sensualità cercava la mia lingua.
Baciandoci si avvicinò stringendo le sue sode tette al mio petto, sentendo i suoi enormi capezzoli come chiodi.
Ormai lo inghiottiva fino alla radice e un immenso calore mi prese tutto il corpo, sentivo che non sarei durato ancora e le dissi di fermarsi che stavo per venirle dentro.
Velocemente si alzò e inginocchiandosi racchiuse il cazzo in bocca e con le mani lavorò il membro che ormai al limite le esplose in bocca.
Lo sperma caldo fu ingoiato senza remore e dopo essersi alzata ancora rigida alle gambe disse che aveva tanto sognato di sentire il sapore dello sperma scenderle nel ventre..
Ci allontanammo per andare in bagno a sistemarci e accendendo l’acqua della vasca c’immergemmo tenendoci abbracciati e sicuri che la scopata non sarebbe finita lì.
Continua’
Eravamo al ristorante, in occasione del compleanno di mia nonna.
C’erano parenti e conoscenti.
Tutti lustrati in occasione dei suoi 90 anni.
Era un ristorante vicino Como immerso nel verde e in ottima posizione per vedere l’orizzonte.
Una giornata tranquilla, soleggiata ma appena appena calda.
Tutti i preparativi si erano svolti a sua insaputa così da creare l’effetto sorpresa che fortunatamente andò a buon fine.
Io sono un ragazzo di 20, robusto, atletico con occhi neri come i capelli,abbastanza carino e con delle battute sempre pronte all’occasione.
Per questo evento mi ero vestito sportivo e leggero dato che soffro molto il caldo.
Così , mi ero seduto casualmente vicino alla finestra socchiusa.
Mia cugina Annalisa che spesso mi aveva dato ripetizioni si sedette accanto alla mia destra.
Vestiva leggera con una gonna lunga con uno spacco evidente sul retro e sopra una magliettina nera aderente e abbastanza scollata, che evidenziava i suoi abbondanti seni.
Truccata leggera e profumata imbastiva discorsi su l’informatica, uno dei miei argomenti preferiti, per poi concludere sulle portate dei camerieri.
Ero andato molte volte con lei in piscina ed ammetto che mi sarebbe piaciuto scoparmela ancora come quel giorno a casa’, tuttavia cercavo di allontanare quel pensiero.
A causa dei troppi vini e generi sentii l’incombente necessita di andare ai servizi, così con indiscrezione mi alzai , chiedendo gentilmente al cameriere dove fossero situati.
Di li a poco giunse mia cugina Annalisa che ridendo e scherzando sosteneva di aver messo su chili solo con quel pranzo e che doveva assolutamente riprendere a fare nuoto.
Io dal bagno le domandavo se avesse voluto venire con me; e che avevo intenzione di riprendere anch’io.
Lei per qualche istante rimase in silenzio poi la sentii inveire e lamentarsi su come stesse male con quel vestito.
Sosteneva che quella maglietta le faceva cadere troppo il seno, poi scoprii che non portava reggiseno, e che quella gonna era scomoda.
Tuttavia a mia nonna piaceva e così si era sacrificata.
Appena uscii dal bagno la trovai davanti allo specchio che si sistemava e con un sorrisino malizioso mi disse ti piacerebbe darmi una mano..

Io le sorrisi senza dire nulla e inseguito ad essermi lavato le mani mi diressi all’uscita.
E fu allora che succedette il fatto.
Lei iniziò a passarsi le mani su tutto il corpo simulando gemiti di piacere.
Vedevo la mano insinuarsi tra i seni liberandoli uno alla volta dalla magliettina poi sempre con movimenti delicati passarsi un dito in bocca.
Con voce sensuale e vogliosa di cazzo mi disse di avvicinarmi che aveva una voglia matta di scopare.
Io che avevo un desiderio matto di chiavarmela ancora, davanti ad una situazione del genere incomincia ad eccitarmi e automaticamente mi posizionai alle sue spalle e con movimenti rapidi presi i suoi seni a coppa e iniziai un lento movimento, mentre lei si stringeva sempre di più al mio corpo.
Poi con un rapido sguardo mi assicurai che la porta del bagno fosse chiusa e le feci scivolare una mano nella gonna facendola sfilare per terra.
Misi in mostra tutta la sua bellezza, indossava un tanga in pizzo bianco e delle calze autoreggenti anch’esse bianche e velate.
Era uno spettacolo, la mia eccitazione saliva mentre lei con la bocca e senza staccarsi mi baciava e mordicchiava il lobo.
Dolcemente si stacco da me si inginocchiò sfilando pantaloni e mutande, prese il membro e se lo passo per qualche secondo con il movimento della mano poi con la bocca iniziò a leccare e cercare di ingoiare i testicoli.
L’asta si irrigidiva sempre di più’ iniziava a fare caldo, lei non accennava a smettere nel suo lavoro con la bocca finché con un movimento veloce mise tutto il cazzo in bocca, testicoli compresi cercando di strapparli.
Sentivo che cercava di farmi arrivare al piacere quasi uccidendomi.
Infine si alzo e sorridendo mi disse: Adesso chiavami!
Le tolsi il tanga la sollevai facendola andare con la schiena contro il muro e le infilai il cazzo rovente nella figa.
Emise un gemito poi sistemò le braccia attorno al collo e seguendo il movimento dentro di lei iniziammo a slinguare.
Sentivo le pareti vaginali aderire perfettamente alla lunghezza del cazzo. Me lo stava strappando e lucidandolo con i suoi umori.
Non voleva assolutamente che smettessi desiderava sentirsi piena, posseduta, chiavata fino in fondo.
Non emetteva alcun gemito e cercava di stringermi sempre di più in lei.
Finché venni inondandola di sperma caldo che lei apprezzò moltissimo a sua volta scoppiando probabilmente in un orgasmo fortissimo e intenso da lasciarla completamente immobile sorretta dal mio fisico.
Ma non era finita li, dopo pochi istanti la mia eccitazione era ancora ai vertici nel vedere la sua figa completamente aperta e pulsante, in un lago d’umori e sperma.
Allora mi sedetti sul water e mentre lei velocemente si ripuliva la figa sotto il getto del lavandino, la invitai a sedersi con il culo sopra il cazzo in modo da impalarla.
Lei accettò di buon grado e allargando le chiappe lo prese in un solo colpo tutto dentro.
Irrigidì il corpo e tenendo la testa all’indietro mi disse a denti stretti: ‘Spaccami il culo e abusa del mio corpo come meglio credi! ‘.
Così presi l’iniziativa; le infilai prima due dita poi tre e infine la mano nella figa ormai dilatata all’invero simile.
Dando sempre colpi con il cazzo nel suo ano.
E con l’altra mano sempre a coppa le stringevo il seno.
La stavo possedendo in pieno, il suo corpo si era fuso al mio.
Non esisteva più Annalisa e Michele ma solo un tuttuno.
E lì ci lasciammo andare ad un urlo liberatorio inconsci di farci sentire dagli altri..
Terza e ultima parte’

Dopo quel giorno la nostra vita cambiò: Annalisa continuava a studiare come una matta, in fondo si era impegnata per raggiungere il dottorato, di conseguenza lo sbattimento era d’obbligo.
Io invece seguivo un corso di informatica della regione che mi prendeva 6 ore al giorno.
Sembrava che le differenti situazioni non ci permettessero più d’incontrarci invece..
Un Martedì mattina mi chiamò per domandarmi se avevo un po’ di tempo da dedicarle, in quanto aveva un problema con il suo pc.
Onestamente non ne avevo molta voglia, ma al pensiero di trovarmi magari a scopare nuovamente con lei mi fece concordare che sarei passato da lei verso le dieci.
C’era molta perversione in tutto questo tuttavia ora il mio modo di pensare era cambiato; dopo tutto eravamo uomo e donna prima di essere cugini’
Pensavo ancora al suo corpo sinuoso, alla sua pelle liscia e profumata, la sua figa calda e accogliente, al suo sapore.
Dopo una doccia veloce e una sega pensando a lei, presi la macchina e mi diressi verso casa sua.
I miei pensieri si persero a quando eravamo piccoli; di nascosto ci nascondevamo in camera delle mie cugine a guardare ‘Colpo grosso’ o a simulare con le barbie sfilate o spogliarelli.
C’era molto stranezza e confusione nelle nostre menti infantili vedevamo il sesso e gli organi come qualcosa di sconosciuto, di misterioso ma allo stesso tempo affascinante.
Mi ricordo quando Annalisa mi chiese di vedere il mio pisellino che toccò con molta delicatezza, ed io mentre le scostavo le labbra per vedere come era fatta la sua vagina.
E poi il tutto finiva con una risata e scappavamo a giocare in giardino a palla.
Giunsi finalmente a destinazione, parcheggiai e suonai il campanello che dopo poco scattò con un ‘click’ ed entrai.
I miei zii avevano costruito questa piccola villetta qualche anno dopo che si erano sposati e nonostante le migliaia di problematiche erano riusciti a sistemarla al meglio.
Un giardino che mio zio teneva superbamente, con quello che si dice pollice verde, e attorno a delimitare la proprietà della abitazione una rete a ringhiera ricoperta d’edera.
Allegramente giunsi alla porta d’entrata dove con un sorriso mi attendeva mia cugina, mi salutò ed entrammo.
Mi disse che stava facendo colazione e se desiderassi un caff&egrave, che però rifiutai.
Mangiare alla mattina mi da un senso di vomito’
Mentre preparava la colazione mi fece sedere sul divano in salotto e cominciò a spiegare il problema del computer.
In seguito ad una seria analisi capii che sbadatamente aveva cancellato alcuni files dalla memoria principale e di conseguenza il computer segnalava la loro mancanza.
Una volta sistemato il tutto senza avere il tempo di dirle che il tutto funzionava la vidi inginocchiarsi tra le mie gambe con in mano una barattolo di marmellata.
Mi aprì i pantaloni e una volta liberato il membro lo cosparse di marmellata e lo mise in bocca, cominciandolo a succhiare avidamente.
Lo teneva tutto in bocca alternando un sali e scendi per tutta la lunghezza dell’asta.
Aveva le labbra calde e sentivo la saliva distendersi sul cazzo gonfio.
Mugolava e non cessava nei suoi movimenti ritmici e dolci.
Di tanto in tanto mi guardava negli occhi, da vera troia, cercando il piacere che cresceva velocemente.
Si stacco dall’asta e mi disse con voce sensuale:-‘Ti piace?’.
Smanettò ancora qualche istante con il cazzo che ormai era sul punto di esplodere e poi con un cubetto di ghiaccio lo fece calmare..
Al mio evidente stupore e controvoglia , Annalisa disse ‘Devi durare finché ne ho voglia’.
Si tolse il pigiama divaricò le gambe invitandomi a renderle il favore.
Mi ci tuffai con lingua e dita volevo farla venire fino a quando non mi avesse implorato di smettere.
Le diedi una leccata per sentire il suo sapore, era profumata, poi con le dita le aprii la sua rosellina e con la punta della lingua iniziai a esplorale ogni piega fino alla clitoride che mordicchiavo e succhiavo.
Mentre con la lingua le simulavo una penetrazione spostai le braccia sui fianchi e con le mani le strinsi i glutei, affondando tutto il viso nella sua zona pubica.
Improvvisamente venne e con le mani mi schiacciava il viso alla sua figa perché non mi perdessi nulla dei suoi umori; ciò nonostante colavano da ogni parte.
Rimase con gli occhi chiusi per qualche istante, che sembrò un eternità, poi si riprese e mi fece alzare, diede una o due leccate al cazzo per farlo tirare nuovamente, mi condusse in cucina e appoggiando le mani al tavolo mi ordinò di infilargli il cazzo in culo e d’iniziare a pompare.
Allargai le natiche ancora sporche dei suoi umori indirizzai il cazzo nel suo buco e affondai un primo colpo fino a raggiungere le palle.
E così rimasi in mobile in modo che le pareti si adattassero alla verga che le divideva poi cominciai a muovermi sempre più veloce facendola appoggiare con tutto il petto sul tavolo e schiacciandole il viso sul legno freddo.
Poi la sollevai un pochino in modo da prenderle le tette e sincronizzai i movimenti.
Annalisa gemeva e si irrigidiva ad ogni affondo; ormai il suo ano era appiccicato al cazzo e lo voleva risucchiare in lei.
Venne ancora e ancora finché le gambe non la ressero più e si accasciò esausta sul tavolo.
Onestamente non mi era mai piaciuto inculare, preferivo metterlo in figa, per questa ragione il mio eccitamento non era al punto di venire e mentre lei cercava di riprendersi le allargai le gambe le infilai la mano nella figa senza pensare troppo, facendole nascere un urlo e una volta aperta le infilai il cazzo e iniziai movimenti lenti ma potenti da farla rinvenire velocemente e mentre lei si avvinghiava al mio corpo, la vidi contrarre gli addominali in maniera paurosa al punto di farle male e venne gridando e urlando il suo piacere per l’ultima volta.
Un orgasmo sconquassante che la fece diventare un corda in tensione la sua vagina aveva stretto il mio cazzo all’inverosimile e lo costrinse a venire in un amplesso al limiti della ragione.
Cademmo entrambe per terra senza sensi per un tempo indeterminabile , poi pulimmo velocemente per terra e il tavolo e ci dirigemmo a fare una doccia con il dovuto scambio di attenzioni.
Siamo in viaggio da quattro ore con meta Santo Domingo ci siamo sposati di nascosto e ora scappati ai nostri parenti, ci accingiamo a consumare la nostra prima notte di nozze.
Una carezza sul viso di Annalisa, che dorme al mio fianco, illumina il tramonto prima che cali la notte..

Leave a Reply