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Racconti di Dominazione

Senza ritegno

By 20 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, sono io, Deborah!
Vi avevo già resi partecipi della mia storia con Arianna. Mi hanno scritto in molti ed è stato messo in dubbio fosse vera, ebbene era verissima.
Nel frattempo mi sono lasciata, o meglio ho lasciato il mio ragazzo Matteo e ho avuto due storie, di cui una attualmente ancora in corso anche se a distanza, ma sono davvero innamorata quindi spero vada a finire bene. Fate il tifo per me!
Comunque queste non sono cose interessanti, normali relazioni di una ragazza che anzi, pur essendo ritenuto bella e molto corteggiata, non ha poi avuto molte esperienze. 2 uomini a 23 anni, si stupiscono alcune mie amiche che hanno avutogli stessi partner moltiplicati per dieci. Bene, io credo in queste cose ognuna debba fare ciò che si sente e io non sono fatta semplicemente per storie di sesso. Ciò non signigica on abbia una mente a sufficienza disinibita come dimostrato dal fatto mi stia confessando qui, persino col mio autentico nome perché non temo il giudizio di altre persone. La storia di cui vi voglio narrare mi riporta ad una calda giornata della scorsa estate che decisi di passare diversamente….

Quel giorno mi sveglio stranamente accaldata, con una voglia pazzesca addosso. Ho lasciato Matteo da un mesetto e da allora non ho più fatto nulla, a parte due o tre volte da sola la sera, quasi di sfuggita. Voglio esprimere sensualità e godere di me stessa. Sono in casa da sola perché le mie coinquiline hanno finito gli esami, mentre io mi ero fermata in città qualche giorno in più per rilassarmi a qualche cena/serata e riordinare le mie cose per tornare a casa fino a settembre.
Sono ancora in pigiama quando vado in bagno a truccarmi, non scelgo qualcosa di eccessivamente pesante ma non lesino eyeliner, rossetto color prugna, ombretto e rimmel verde. Sciolgo i lunghi capelli neri tenuti insieme dall’elastico e quasi inavvertitamente passai una mano sopra la mia patatina. Sono già eccitatissima.
Ho in mente di fare una cosetta al cui pensiero già il mio basso ventre pulsa saette di piacere da inviare al cervello (in realtà so che è l’esatto opposto ma così mi sembrava).
Ho ancora indosso il pigiama, mi tolgo tutto tranne l’intimo nero: normali mutandine nere e un reggiseno dello stesso colore di taglia quarta. Indosso la minigonna più corta che trovo: l’ho indossata solo due o tre volte, quelle poche in cui ero andata in disco con amiche, visto che al mio ex non piaceva. Metto delle autoreggenti di pizzo, sempre massaggiandomi ogni tanto da sopra le mutandine sotto la gonna davvero mini, e sopra mi accomodo una maglietta aderentissima. Completo l’opera con un tacco alto, ma non altissimo: un 7.
A quel punto prendo il mio iPhone e mi dirigo nel corridoio dove c’è un grande specchio a muro da cui mi vedo tutta, ho bisogno di ammirarmi. Sono uno spettacolo, davvero mi verrebbe a voglia di scoparmi da sola. Inizio a scattarmi foto nelle pose più varie: dal genere femme fatale-tenebrosa a quelle sorridenti autoironiche mettendo bene in mostra il mio sorriso splendente. A poco a poco divento più audace e inizio lo spogliarello. Mi accarezzo languidamente il ventre piatto e già un po’abbronzato dopo un week end al mare. Faccio volare-gettandola per terra- dapprima la gonna per poi scattarmi foto mentre si vedeva chiaramente che ho le mani a contatto con la mia intimità. La sento tutta bagnata e calda e non vi dico i brividi da cui sono trafitta. Emetto il primo sospiro di una lingua serie. Sono eccitatissima, ai vertici proprio. Immagino soprattutto Arianna, debbo essere sincera. Avevo un po’rimosso quel che avevo fatto, ma in qualche anfratto della memoria è rimasto indelebile quel giorno, anzi due, in cui sono venuta una decina di volte per mano-e bocca-di quella bellissima ragazza. Desidero averla qui con me a guardarmi mentre mi bagno ancor di più. Di scatto tolgo le mutandine. M’inizio a fotografare copiosamente e introduco nella vagina bagnata anche la mia spazzola per somma lussuria, pure non mi masturbo ancora costantemente per arrivare subito all’orgasmo. Volessi, verrei subito, ma voglio prolungare quegli attimi iniziali. Mi tolgo calze e reggipetto. Sono nuda completamente tranne che per una maglietta bianca e i tacchi del medesimo colore.
Faccio autoscatti del lato B e qualche foto direttamente alla mia natura, come primo piano di lussuria. La apro bene, è tra il rosa carico e il rosso, abbondantemente irrorata di umori, il clitoride sporge per un bel po’di millimetri talmente gonfio da farmi male. Non sono depilata del tutto perché tengo un po’di peli corti nell’area del pube, ma anche nelle foto risulto completamente esposta. Ne scatto altre non volgari in cui da un lato scopro tutta la silhouette del fianco, poi un frontale sullo stile Nuda Veritas di Klimt e poi una accovacciata e una tutta piegata. Mi tolgo infine anche la maglietta aderente rimanendo totalmente esposta. Mi sono in passato scattata delle foto nuda ma erano più di conferma estetica che sessuali, mentre ora sono fuori di me dalla ricerca del piacere. Mi scatto anche primi piani del viso mentre tengo la spazzola dentro di me al calduccio e indice e medio che tormentano la clitoride. Sono davvero in estasi e devo sedermi perché il piacere è troppo per non adagiarmi spalancata. Mi palpo i grossi seni e continuo a fotografarmi in pose sempre più oscene, poi porto una sedia da ufficio e, sempre con indosso solo i tacchi, guardo lo specchio: è incredibile quello che sto facendo. Mi piaccio con le guance così arrossate, lo sguardo da cui trasuda lussuria, cerco di arrivare persino a leccarmi i seni con la lingua. Alfine ci riesco per poi riprendere a dedicarmi alla mia vulva, a martellarla instancabilmente. Sono totalmente fuori di me: i sospiri hanno lasciato il posto a mugolii di piacere e quasi a urla quando la spazzola mi sbatte contro la cervice. Con un dito sospendo la masturbazione della clitoride per dedicarmi al buchetto posteriore, ne affondo lì due per poi riprendere a toccarmi sopra. Getto via i tacchi, appoggio il cellulare e ripenso a quello che avevo fatto con Arianna. Darei anni di vita in quel momento solo perché mi veda in quello stato. Non sono esibizionista, ma a pochi istanti dall’orgasmo vorrei tutti mi vedano gridare al mondo il mio piacere al palazzo, anzi al mondo intero. Il respiro si fa sempre più frenetico, ho la schiena molto inarcata coi piedi sul bordo della sedia, per cui la mia rosa è oscenamente aperta e costretta a ingoiare il manico della spazzola. “siiii ancora” non mi fermo “mmmmm siiiiii” “Oddio godooooo mmmmmm” ancora un po’ di sapienti tocchi alla clitoride e di spazzola alle pareti della passera e sento montare un orgasmo infinito che mi fa tremare le gambe e scuote tutta come ad ondate, alzo e abbasso il bacino in corrispondenza di queste e non riesco ad evitare di gridare, intanto insisto con la spazzola dando un numero incredibile di colpi alle mie pareti vaginali, già scosse dagli orgasmi. Sento il rumore degli umori che escono e che scendono verso l’altro buchetto minacciando di macchiare la sedia. Allora mi alzo sdraiandomi esausta vicino allo specchio. Troppo grande la vicinanza per evitare di baciarlo. Sono davvero rapita dal mio corpo, sento la voglia salirmi ancora tra le gambe ma devo riprendermi. Mi sento davvero bella e osé quella mattina. Decido di fare un’altra follia. Con le mani ancora bagnate dai miei umori, prendo il pc, lo metto su una sedia e mi sdraio sul divano. Le finestre senza tende semichiuse sperando quasi qualcuno mi veda. Inizio la registrazione, ma prima decido di prendere una banana. Non avendo un preservativo la lavo bene-sì so che non è comunque sicuro quindi non fatelo ma ho proprio tanta voglia-metto sotto di me un lenzuolo e inizio….sapendo di essere ripresa l’eccitazione è al massimo e gli umori grondano copiosi mischiandosi a quelli della masturbazione di poco prima. Ammicco e sorrido alla webcam del computer, immagino di essere osservata da decine di uomini e ragazzi, immagino mi veda persino il mio ex, poi alzo la gamba per mostrare ancora meglio la mia fica, sempre stando di fianco. La vedo ingoiare quella grossa banana e mi riscalda ancora di più il classico “sciac sciac” prodotto da quel frutto che mi sta penetrando. Poi mi siedo in fronte alla telecamera allargando le gambe al massimo. Mi lecco il mio alluce e porto ed estraggo la banana. La porto alle labbra e le contorno coi miei umori, lecco il mio sapore leggermente salato-acidulo. Sono totalmente schiava dei sensi. Mi giro e rigiro sul divano e tocca la clitoride che si è prepotentemente rigonfiata. Il bacino va su e giù ritmicamente seguendo i tempi imposti dalle mie mani: ho ripreso il dentro e fuori con la banana che ormai gronda umori. Il mio respiro è ora velocissimo e i piedini sono piegati sul divano. Dalla webcam si dovrebbe vedere tutto. Cessando per un attimo prendo la spazzola e mi pettino i capelli, poi la lecco e me la metto nell’ano dove si blocca tra le pareti così strette e inviolate. Quindi continuo sopra: dita che tamburellano la clitoride e banana che entra ed esce dal mio buco del piacere. Sono oscenamente aperta e immagino cosa direbbe chi mi vedesse ridotta in questo stato. Sospiro forte e quasi grido sentendo un orgasmo violentissimo montarmi in grembo. La spazzola fuoriesce dall’ano da sola cadendo per terra con un tonfo, ma io continuo imperterrita, gli occhi ormai semichiusi, le labbra che sembrano contrarsi come quelle della vagina attorno alla banana. I miei capelli sono sparsi sul divano e alcuni coprono il capezzolo destro. Mi posso vedere e mi sento realmente una pornostar. Cerco di ritardare il più possibile il momento in cui esploderò, ma, lo sento: è vicino, mi sto dimenando e la fica si sta sciogliendo intorno a quella dannata banana. Vorrei qualcosa di ancora più grosso, ma è solo una fantasia e poi non riuscirei comunque ad alzarmi privandomi del piacere inaudito che sto sperimentando. Ecco ancora qualche colpo e…..”siiiiii oh siiiiiiiiiiiiiiiiii mmmmmmmm mmmmm siiiiii” vengo furiosamente cercando si soffocare le grida più alte ma la verità è che sto godendo come poche volte in vita mia. E’il black out totale, cosa non mi sto facendo. Avvicino il pc per fare un primo piano del fiore tutta rorido di umori, immergo due tre dita e me le porto alla bocca sorridendo. Addirittura parlo alla webcam come fossi una ragazza squillo. Dico che è stato bellissimo, anche più forte della prima volta. Poi mi sdraio semisvenuta dal piacere. Per quella mattina davvero basta non ne posso più da quanto ho goduto e ormai ho la clitoride sensibile. Mi riposo riprendendo fiato. Mi rimetto la maglietta sopra.
Un quarto d’ora dopo mi alzo e mi vado a guardare allo specchio: ho l’aria soddisfatta e dolce di chi ha provato enormi piaceri da poco tempo, le guance sono arrossate per quello che ho fatto fino a quel momento.
Guardo l’orologio: sono le undici. Decido di trasferire le foto su una mia casella mail segreta al computer, rivedo il video e realizzo alcuni fermo-immagine sui momenti in cui vengo meglio, con lo screenshot ne realizzo delle foto e le mando alla mia stessa mail. Poi cancello tutto per non lasciare tracce…..rivedendomi mi riprende quella sensazione di lieve prurito e calore da lì sotto. Ci passo sopra le dita della mano destra quasi per allontanare da me le tentazioni, ma non ce le faccio, mi sto eccitando di nuovo. Sono insaziabile oggi….
Ma voglio fare qualcosa di diverso. Mi reco su un forum e annuncio anonimamente cosa mi accingo a fare chiedendo ad un maschietto di farmi compagnia in chat previo invio di foto almeno del corpo con un foglio recante la data di oggi.
Se ne presentano moltissimi in una decina di minuti. Due inviano alla mia mail anche il loro viso oltre al corpo. Sono entrambi bei ragazzi. Uno ricciolo e castano, l’altro capelli neri e barba curata: entrambi sui 25.
Non posso scegliere tutti e due quindi vado sul primo perché ha l’aria meno esperta e questo mi eccita. Gli rispondo dandogli il mio contatto skype
avevo promesso vi avrei raccontato il seguito di quella giornata bollente e ora mantengo…

con qualche ritrosia accendo il pc spinta dall’eccitazione che mi divorava bagnando incessantemente il mio sesso. Con un bel po’di tachicardia apro la conversazione in webcam. Mi sono rivestita nel frattempo, o meglio indosso una negligè nero e infradito col tacco.
Ciò che vedo è un bellissimo ragazzo sui 25 anni, la pelle ambrata e pulita, capelli riccioli castani, il pizzetto, occhi anch’essi castani davvero meravigliosi, uno sguardo un po’infantile ma malizioso con un leggero broncio che trovo delizioso. Mi chiedo immediatamente come mai si possa trovare a fare queste cosette virtuali con me invece che da una bella ragazza in carne e ossa che avrebbe potuto di certo avere dato il suo aspetto esteriore. Noi donne siamo fatte così: spesso pensiamo all’amore romantico anche in mezzo all’eccitazione che ci pervade. Ma sorrido ugualmente: potrebbe pensare lo stesso di me. Sarei in grado di avere chiunque, ma ora desidero solo trasgressione virtuale, assettica, senza complicazioni e senza contatto non fosse quello provocato dalle mie mani sul mio corpo, specie sulle mie parti intime ora affamato. Sento brividi continui irradiarsi ovunque e a dire il vero mi sento un po’stordita. La mia fichetta implora altre attenzioni tanto che devo passarmi ripetutamente una mano sopra il solco quasi a calmare quelle voglie rabbiose. Mi chiedo se lui abbia notato il movimento del braccio e il rossore delle guance: mi sento intimidita e quasi il respiro mi viene meno. Le mie labbra segrete si gonfiano e il contatto con la stoffa che le nasconde ne provoca solo l’ulteriore inturgidimento. Sono accaldata e le guance-da quanto posso vedere dallo specchio dell’armadio- sono a dir poco infiammate, quasi io abbia la febbre. Scotto, sono come un fuoco.

-ciao sono Andrea. Felice di vederti, non ti avrei ritenuta così coraggiosa-mi dice in tono lievemente canzonatorio con un mezzo sorriso irriverente che scopre denti bianchissimi e regolari.
-io mi chiamo Sofia-mento parlando come in un sussurro.
-si vede che sei imbarazzata, ma riuscirò a farti sentire più a tuo agio tra poco. Ho un’idea….chiudi gli occhi e segui solo la mia voce-riprende con tono caldo e insinuante.
-va bene-rispondo con un fil di voce che già quasi non è altro che un sospiro di piacere appena accennato.
-Sofia non riaprirli finché non te lo dirò io o scomparirò dalla webcam. Io ho una ragazza, oggi lei è via e sono qui solo per eccitarmi con una giovane almeno eccitata quanto lo sono io. Non giudicarmi, ultimamente non va per niente con la mia ragazza e neanche a letto c’è più quella intesa. Non so chi sei, non ti farò domande, voglio solo farti venire come mai in vita prima e….non mi aspettavo una ragazza così bella’.faremo grandi cose insieme quest’oggi- conclude a metà tra una minaccia e una promessa.
La sua voce m’infuoca: è ferma e dolce al medesimo tempo, con sfumature ironiche che esibiscono sicurezzai. Mi sento letteralmente sciogliere e so di stare colando il mio piacere su quella sedia. Inarco leggermente la mia schiena protendendo il florido petto in fuori. Sento la vagina rigonfia e pulsante come mai prima.
-Sei così bella che chi ti ha avuto deve essere stata la persona più fortunata del mondo- continuò -non faccio molti complimenti di solito- aggiunse con un accento così sensuale e virile che mi sentii venire meno. Gli sorrido di rimando con gli occhi chiusi aggiungendo un mugolio dolce. Ho una voglia folle di rivederlo quando potrò riavere la visione di lui nella webcam. Desidererei aprirmi, mostrarmi tutta. Il cuore mi batte all’impazzata. Non ho mai fatto una follia del genere, ma ora…non mi pongo limiti. Voglio sfidare me stessa, verificare se lo posso fare. Non credo di stare facendo una cosa di cui vergognarmi, o megilo sì lo ammetto: mi vergogno terribilmente. Una parte di me vorrebbe chiudere il pc, magari sfogare le mie voglie un’ultima volta e poi riprendere i preparativi per la partenza. Un’altra invece mi costringe a proseguire. Sono in preda a emozioni confuse e contrapposte. Intanto continuo a premere leggermente il dorso della mano contro il pube. Mi sento una bambina che può venire scoperta da un momento all’altro e rimproverata. ‘mio Dio, come sei bella-si complimenta ancora Andrea cui rispondo con un altro sorriso tra il malizioso e l’intimidito. ‘grazie, anche tu sei davvero uno splendido ragazzo-aggiungo e sentendomi tanto impacciata, io che sono sempre stata abituata a rifiutare e a negarmi.
-bene Sofia. Come primo passo un piccolo ordine facile facile. Intingi il dito indice della mano destra, lo cali nelle profondità della tua fica. …Indossi le mutandine ora?-
-no- rispondo con una voce bassissima che è già un sospiro di goduria -stamattina mi sono toccata due volte- lui sembra rimanere azzittito come preso da una sorpresa erotica in grado di annebbiare. -mmm oggi ti farò fare cose incredibili fu tutto quel che riesce ad aggiungere.
Faccio quel che mi ha detto anzi ordinato. E’ una liberazione inserire il dito in quella parte così calda e umida, vorrei tenerlo lì sempre ad esplorarmi e a trasmettere al cervello dardi di piacere. Esalo diversi sospiri di piacere perché approfitto per fare un po’di su e giù col mio indice e strusciare la clitoride.
-so che stai impazzendo, ma non devi continuare toccarti ora- mi rimprovera Andrea severamente. -su mostrami il ditino bagnato dei tuoi succhi- lo faccio col cuore che mi martella letteralmente in petto e sempre mantenendo gli occhi ben chiusi. Con le dita mi trastullo ancora un po’ma Andrea lo capta e mi rivolge un altro ordine.
-bene. Ora alzati- eseguo ad occhi chiusi e lui mi dirige fino al punto in cui può vedermi completamente. -Sofia togliti quella vestaglia- gli ubbidisco sentendomi un automa di suo proprietà e ciò mi eccita immensamente. Non ho scelta se non eseguire le consegne. Prima elencami tutti i vestiti che indossi. ‘so-solo questo- sibilo lasciva e quasi impaurita per quanto sto per fare. “Ok’ mi fa con voce sempre più suadente. -girati dandomi le spalle e toglitelo facendolo scivolare dalle gambe – sento di essere così eccitata che sarebbero sufficienti poche carezze sapienti per farmi erompere in un vorticoso orgasmo. Non sono mai stata così eccitata in vita mia, forse solo quel giorno al parco con Arianna, quando sono stata percossa da piaceri sconsiderati in pubblico con lei che me la leccava avidamente e io che me la tormentavo come impazzita. So cosa Andrea sta facendo nel vedermi nuda.
In un baleno rimango completamente denudata mentre lui mi fissa la schiena longilinea, le natiche a mandolino della cui soda carne rosata vado tanto orgogliosa, i miei fianchi, le cosce e polpacci -ora ti devi toccare i seni, piegare e aprire la fessura avvicinandoti alla webcam- sento forse per la prima volta nel tono della sua voce una nota di desiderio assai marcato e quasi incontrollabile. Incontenibile. -La voglio vedere-aggiunge lascivo. Dominata dalla tensione reprimo un attimo di riso isterico e gli chiedo senza motivo-vuoi vedermi spalancata? Chiedimelo-farfuglio. ‘Sì voglio vedere la tua fica più di qualsiasi cosa al mondo Sofia- Rimango per un attimo interdetta, non sono abituata, non ho mai fatto nulla di simile webcam né sono solita mostrare mie parti intime a sconosciuti, ma decido che una volta tanto bisogna pur impazzire, osare: si vive poi una volta sola quaggiù. Ormai sono dentro, devo ballare. Nel piegarmi mi palpo i seni incessantemente come, immagino, farebbe lui se fossi lì in carne ed ossa.
Mi avvicinano come mi ha chiesto; mi concede di aprire gli occhi finché gli do le spalle, mi piego sui talloni fino al livello desiderato, i seni quasi a sfiorare i femori, poi risalgo leggermente piegando le gambe in avanti e spalanco la mia rosa con tutte due le mani le cui unghie sono smaltate di color pervinca ma già intrise anche dei miei umori. Poi mi alzo a poco a poco sempre tenendola aperta in quel modo. Gli offro una visione completa, mi pare di stare vivendo qualche sogno e di essere completamente staccata dal reale. Sentirmi così esposta mi scatena una reazione spaventosa. Dalla mia fessura cola liquido ad evidenziare il mio stato di assoluta eccitazione. Non parlo, respiro affannosamente. Le areole, sormontate dai capezzoli, mi ipnotizzano: vorrei scoparmi, mi fa male rimanere in quello stato. Sento Andrea incoraggiarmi ‘così, brava, sei straordinaria- Perdo ogni timidezza, voglio solo eccitarmi e godere come mai prima. -eccola ti piace?-gli chiedo tra i sospiri e i mugugni. -più vicina ancora?-domando spaesata. -si fammi un close up, sei pazzesca, la vedo scintillare dei tuoi umori- e per la prima volta mi par di sentire un sospiro affannato anche da parte sua. -sì così è perfetto- immagino cosa può provare a rimirarmi aperta e bagnata. Chissà quanto desidererebbe essere lì a distruggermi dal vivo, ad infilarmelo su e giù mentre le mie pareti vaginali si adatterebbero al suo pene che immagino grosso e con un potente glande violaceo pronto a eruttare quella lava viscosa.
-adesso massaggiatela e sfiora il grilletto per favore. Si vede che non ne puoi più, piccola ninfomane-Il grilletto, come lo chiama, è gonfio fino ai suoi limiti e sporge eretto, bisognoso di nuovi orgasmi. Tutte le volte in cui l’ho strofinato non valgono quest’atto di pura lascivia cui mi accingo avendo perso completamente la testa. Prima lascio che le punte delle mia dita sfiorino l’interno coscia, il perineo e il pube sopra il sesso ricoperto di leggera peluria. Mi sto provocando brividi irripetibili di piacere puro. Con le due mani inizio poi a massaggiarmi appena sopra la clitoride per almeno per due minuti e poi a schiacciarla col palmo della mano mentre muovo sinuosamente il bacino, sempre reggendomi sui tendini dei piedi. Mi ha solo ordinato di non venire subito, per cui tento in ogni modo di frenare il piacere prima dell’esplosione finale ma è difficilissimo..ansimo mantenendo a fatica l’equilibrio sui tacchi e imprimendo al bacino un movimento quasi rotatorio ancora più veloce. Mi sento ancora svenire e vorrei tanto adagiarmi sul tappeto e infilarmi dita ovunque.
Proprio quando sento le mie mani zuppe di umori e montarmi l’ennesimo orgasmo, ecco un nuovo ordine
-mettiti a carponi, a pecora. Sposta quel tavolo e appoggiati toccando il legno con le tette-Soffocando un urlo di eccitazione, non esito ad eseguire.
-bene, Sofia, ora va in cucina e trova una carota…-uff ma non ho carote, sono certa di non averle-replico di rimando. -è quello che volevo sentire. Vai dall’ortolano e la compri…-ma ma…-esito. -niente ma, indosserai una gonna corta, nulla sotto e una maglietta bianca senza reggiseno, poi i tacchi”-“no, mai” grido indignata. -il verduraio mi conosce e fare la figura della puttana non mi va-aggiungo risoluta.
-Ma che figura stai facendo con me? Dell’educanda?-ironizza beffardo. Bene vai e fatti ammirare bene da me prima di uscire. Sempre occhi chiusi quando ti dirò di girarti verso la webcam-si raccomanda insaziabile.
Cinque minuti dopo sono in strada seminuda, vestita e truccata da vamp, sono così eccitata che temo i miei umori si vedano colare in rivoli lungo le belle gambe dalla fica che sento fradicia. I capezzoli s’intravvedono chiaramente sotto il tessuto chiaro, anzi a contatto con l’aria fresca si stanno inturgidendo ulteriormente. Nulla…non vista da nessuno mi tocco un po’in una via deserta, strusciando il dorso della mano sul solco che sento bollente, anzi spero quasi di essere scoperta. Non mi riconosco più. Non so che mi stia accadendo. A parte quella giornata con Arianna, un po’di ditalini con mia cugina ognuna per proprio conto, ho avuto una vita sessuale banale e modesta. Mi osservo allo specchio di un negozio, sono uno schianto! Il vento che gioca coi miei lunghi capelli, gli occhi grandi ed espressivi, la bocca piccola e sensuale- a cuore-la figura piena di curve, ma snella, i seni prosperosi ma sodi e non eccessivi, due cosce che avrebbero fatto impazzire non solo uomini. Sì, mi scoperei, d’altronde non ho fatto altro questa mattina annoto compiaciuta…ma al tempo stesso col cuore in gola. Le emozioni stanno avendo il sopravvento e mi sento spudorata come mai prima d’ora. Penso a cosa starà facendo Andrea: se avrà la forza di attendere il mio ritorno o verrà da solo, magari sparendo persino. Non ho la minima idea di nulla tranne che di superare i miei limiti.
Il verduraio, pur sposato, mi guarda a lungo e, forse sbaglierò, ma mi sembra di notare un accenno di erezione all’altezza del cavallo dei suoi pantaloni. Il fatto chieda solo carote temo lo insospettisca ulteriormente. Con un colpo di testa folle chiedo anche una zucchina dal diametro di un grosso membro maschile. Nel farlo ho una scarica elettrica dentro la vagina: per poco non provo un orgasmo lì davanti a vecchie signore annichilite dalla vita, ma le fitte di piacere sono incessanti. Mi vorrei spogliare lì davanti a tutti soddisfando ogni perversione e toccandomi sino allo sfinimento.
Sulla strada mi sento gli occhi di tutti addosso, temo che quel misero gonnellino nemmeno copra la mia fessura e mi sento praticamente in topless con l’aggravante di ancheggiare sui tacchi alti. Rientro, Andrea è lì ad attendermi, o meglio la sua voce perché chiudo gli occhi prima di essere davanti alla webcam. Poi mi ordina come sistemare la mia “postazione del piacere”: due cuscini sotto il pc sopra il letto matrimoniale della mia coinquilina, uno sotto la mia testa e uno sotto il bacino. Mi sistemo, adagiandomi languidamente, eccitata in una maniera di cui non potrei trasmettere un’idea verosimile…
Andrea mi ha ordinato di prendere con me due carote, una bottiglia d’acqua. Tenendo gli occhi ben sigillati ho il permesso di toccarmi la clitoride esponendo la fichetta in primo piano. Godo come mai prima avvertendo ribollire il sangue. Ansimo e gemo. Ma mai come quando, un minuto dopo, la voce eccitatissima ed eccitantissima di Andrea, m’impone di proseguire con la carota, anzi due, una-più piccola-nel buchetto dietro, l’altra nel mio antro grondante del miele che sgorga senza fine. Il contatto delle pareti vaginali e anali contro l’ortaggio è devastante, chiedo la grazia di venire subito. La fichetta ormai pulsa. -Non ancora-m’ingiunge Andrea spietato. -Apri gli occhi però e smetti i movimenti con carote e indice che circuiscono la clitoride-
Non me lo faccio ripetere e vedo qualcosa di unico e orgasmico: il pc posto tra le gambe di Andrea, evidentemente sopra più d’un cuscino, mi rimanda l’immagine di un corpo scultoreo ma non da palestrato, eppure senza un filo di grasso. L’occhio cade subito sul membro, percorso da vene ingrossate e brunito come piace a me, il glande è davvero grosso, tutto è davvero grosso, e la sua bella mano fa su e giù stimolando poderosi testicoli. Non è lunghissimo, saranno 16-17 cm, ma lo valuto a dir poco l’ideale di sesso maschile. Vorrei m’inondasse seduta stante di sperma ogni porzione di corpo. Non riesco a trattenere un urletto di meraviglia e goduria e gli faccio presente i miei desideri più inconfessabili. Non riesco neppure a non pensare che ho sempre sognato di fare una follia del genere anche se non ho mai voluto ammetterlo a me stesso. Leggo un piacere immenso sul suo viso gradevole con quell’espressione quasi da bambino perverso. Vedo come mi guarda i seni e il cuore della mia femminilità tra le gambe sotto la peluria curata che mi ricopre il pube. Sul mio invece scorgo di sfuggita dall’armadio a specchio la medesima tensione erotica: il piacere provocato soprattutto dalle dita che saettano sulla clitoride e completato dalla carota che scorre come fosse un cazzo mi distorce i lineamenti rendendomi tuttavia ancora più desiderabile. Mi chiede di mostrargli la lingua, di leccarmi l’alluce con un movimento da contorsionista che, ovviamente, mette in una visuale ancor più favorevole la mia passera bagnata e poi di saettare ancora la lingua da un capezzolo all’altro per inzupparli di saliva, infine di mettere in bocca la carota che era stata nell’ano e mi aveva invaso l’intestino: faccio tutto senza battere ciglio, ormai non sono più Deborah ma una donna trasformata in animale mai pago di piacere e trasgressione. Essere comandata in quel modo mi sta conducendo all’estasi dei sensi. Mi chiede persino di mettermi nella fica un paio di mutandine: faccio ogni cosa mordendomi le labbra per il piacere. Temo che se mi dovesse chiedere di mettermi una bottiglia, farei anche quello. Ma desidera solo io beva l’acqua di tanto intanto mentre mi masturbo il sesso con l’altra mano. Dice che lo eccita, poi mi obbliga a versarmela dalla bocca verso i seni e la patatina in fiamme. Finalmente ha pietà di me, o meglio del suo pene che vuole eruttare lava bianca. Il pezzo forte avviene quando gli mostro la zucchina che ho appena acquistato. I suoi occhi scintillano d’erotismo, mentre la mia passerina implora di averla. Sono così lubrificata che provo a inserirla direttamente allargandomela delicatamente con due dita fradice. Lei si dilata docilmente e richiude avvolgendola la zucchina che la sta penetrando. Cerco di spingerla quanto più possibile a fondo della mia intimità. Provo un dolore atroce, poi quando mi riempie tutta mi sento aperta e sfondata, inizio lentamente ad andare su e giù, poi accelero. Non riesco a credere la mia piccola fica stia ricevendo quell’enormità. Nel frattempo le dita saettano sulla clitoride gonfia e rossa. Dopo un po’addirittura cavalco la zucchina andando su e giù sopra il materasso, dopo essermi messa sulle ginocchia. Faccio come se l’ortaggio fosse un pene inghiottito a smorzacandela dalla mia cavità rosea. Vedo le stelle quando scende nelle profondità colpendo l’utero bollente ma la goduria è semplicemente pazzesca, sorrido lasciva alla webcam. Scorgo il cazzo di Andrea sempre più turgido e pronto a esplodere lava bianca bollente. Ancora quella sensazione di apnea e di essere ipnotizzata. Penso ai commenti di miei amici e conoscenti se mi dovessero vedere a fare quello che sto facendo. Credo che “troia, zoccola, ninfomane” sarebbero i pensieri e le espressioni più ricorrenti. Anziché offendermi mi riscalda ulteriormente mentre il mio corpo si sta preparando all’orgasmo. Mi sento davvero sguqladrina: vedo gli umori scendere lungo la zucchina che cerco di tenere verticale mentre alzo e abbasso il pube su di lei. Sono così violata e oscena: cerco di adeguarmi al ritmo che Andrea impone alla masturbazione del suo sesso, ma è troppo veloce e la zucchina inizia a farmi male. Non mi basterebbe nulla, ma rimetto la zucchina per terra sotto il letto e riprendo l’azione più agile con la carota.
-Ora mi fissi con quegli occhi da bambola innocente e veniamo insieme, ok? Ti voglio sentire sfogare tutto quanto hai dentro, capito bene piccola? Voglio vederti bene mentre godi. Mmm’sei uno spettacolo Sofia-Cerco di sorridere ma emetto solo lamenti di piacere…

spero che attendiate il prossimo capitolo con ansia e che questo vi sia piaciuto. La storia è assolutamente vera anche se forse esagero qualche dettaglio con la mia immaginazione, ma è davvero ciò che ho vissuto. Se avete suggerimenti-non volgarità-scrivetemi a deborah.racconti@gmail.com un bacio a tutti e a tutte!
E consiglio di leggere pure il racconto della mia unica esperienza saffica, per chi se lo fosse perso. E’un po’lungo ma se vi immedesimerete garantisco vi ecciterà!
Sentirmi chiamare così teneramente da un tizio praticamente sconosciuto che si sta toccando furiosamente nella web davanti a me mi scioglie, poso il braccio sinistro a incorniciare i capelli. Sono nella posa del famoso ritratto di Rose in Titanic per darvi un’idea. Con la mano sprofondo tra quelle onde nere e profumate che m’incorniciano il viso donandomi una grazia quasi fuori luogo, in grado d’imbarazzare anche un navigato donnaiolo. Sono leggermente mossi e la mia mano ne percorre la lunghezza fino alle spalle. Una ciocca mi scivola su una guancia. Arrossisco. Faccio per riportare indietro quell’onda ribelle sulla coroncina che la mia chioma forma in zona frontale.
Ora so che gli sto impudicamente mostrando le ascelle perfettamente depilate, sollevo i piedini per mostrare anche quelli dietro sua richiesta. Bagno le labbra della bocca coi miei stessi umori e questa volta non sotto suo ordine: spontaneamente ho bisogno imperioso di lasciarmi andare. Sono talmente eccitata che passo uno strato di rugiada persino sulle areole del seno che ora luccicano. Sorrido intimidita e arrossata, mentre con due mani allargo la passerina volendo mostrarne l’interno arrossato pur vergognarmene e quindi eccitarmene ancora di più. Andrea si gode un bel primo piano di clitoride e vestibolo della vagina, ma cerco di aprirla tanto da mostrargli anche l’interno. Provo poi a inserire le cinque dita ma, pur sforzandomi, riesco agevolmente solo con quattro. Poi, con un grido di piacere, inserisco la carota nel mio sesso provando nuove sensazione di dolore unito a un piacere inenarrabile. Guardo il soffitto e chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalle sensazioni: sono completamente staccata dalla realtà, mi sembra di vivere in un sogno e quasi di uscire dal mio corpo. Consento le mie labbra emettano sospiri soffocati e mugolii crescenti, il bacino si alza e abbassa furiosamente sul cuscino che sento ormai bagnato dagli umori copiosi che dal solco zuppo raggiungo il vestibolo del buchetto posteriore e poi il tessuto. Le gambe sono spalancate quanto più non si potrebbe. Pure i seni, sia pur sodi, si adattano a quella danza oscena, partecipando all’estasi del corpo. Ecco lo sento erompere dalle profondità del mio ventre, si avvicina, sento che mi distruggerà ottenebrandomi la mente e mi farà gridare come mai prima. Odo Andrea incitarmi con parole irripetibili, ormai anche lui sulle soglie orgasmiche. Vedo la sua mano percorrere e quasi sbattere quell’asta imperiosa sulla quale mi adagerei senza ritegno, controllando il ritmo da sopra come una pornodiva consumata. Lo chiamo e chiedo d’inondarmi, di non lasciare neanche un cm della mia pancia asciutto. Velocizzo ancora il ritmo della mano che tamburella sulla clitoride, dandole ogni tanto schiaffetti quasi a spronare il sesso verso l’orgasmo, mentre l’altra prosegue col suo ritmo regolare e non troppo veloce deformando con quella sorta di naturale dildo arancione l’apertura della mia fica nel suo lubrico dentro e fuori. L’ortaggio riluce dei miei umori che si disperdono anche lungo le cosce e raccolgono in parte nella zona del perineo ormai madida. E lei è lì spalancata, violata, oggeto d’irraggiungibili desideri da parte di così tanti ragazzi e probabilmente alcune donne. Loro mai mi avranno, io non apparterrò loro, eppure oggi sono così a disposizione che potrei essere davvero una svergognata di facili costumi, una donna nata esclusivamente per il piacere. Infine vedo quel membro quasi vibrare nelle forti mani del mio compagno di ardenti istanti virtuali. Ed eccolo spruzzare uno, due, tre getti che gli inondano la pancia e parte del torace, il più lontano arriva persino al suo perfetto capezzolo sinistro, ma io ormai vedo solo figure sbiadite nel monitor perché grazie a quella visione….oddio s’ arriva, le famose ondate concentriche mi scuotono l’utero, la fica si contrae oscenamente attorno alla carota che è obbligata a inghiottire per le spinte incessanti delle mie mani. Le dita martellano senza pietà la clitoride e io grido ancora quanto sto godendo con quanto fiato ho in corpo, quanto mi va di essere sfrenata quella mattina e quanto vorrei tutti mi scorgessero e mi adorassero senza sfiorarmi. Non riesco a smettere l’andirivieni maliziosa dell’ortaggio e sopra il martellamento della clitoride prosegue anche durante e dopo l’estasi totale. Mi si contrae a scatti pure il buchetto posteriore e credo che Andrea, ormai ricompostosi, si stia godendo quest’orgasmo esplosivo di giovane donna. Anche se non posso vedermi credo le mie smorfie di piacere siano estremamente sensuali: poco prima allo specchio ho cercato di guardarmi mentre raggiungevo la vetta più alta di quanto potrei sperimentare e posso giurarvi che avrei voluto sdoppiarmi per fare l’amore con me stessa. Agito le gambe, mi si contrae l’alluce che si distanzia dalle altre dita nella caratteristica posizione che assume durante l’orgasmo. E intanto la fica è come svuotata, percorsa da ondate che mi lasciano stremata, tutto il mio essere è concentrato lì tra le gambe, sento i miei umori colare e io con loro, sono davvero un lago lì sotto. Ma credo che, come mi diceva il mio ex, lo spettacolo migliore sia quello del mio viso: i miei occhi chiusi o socchiusi a momenti, le palpebre incapaci di sostenere l’eccessivo piacere. La bocca che si apre e richiude quasi a simulare le altre due aperture sconvolte da quel piacere. Emetto grida attraverso le corde vocali stimolate dall’aria, grida liberatorie, ma devo anche riprendere fiato. Sono molto affaticata, annientata oserei dire. E’stato uno degli orgasmi più potenti della mia breve esistenza.
Vorrei Andrea mi fosse venuto dentro, riempiendomela del suo seme, oppure lì sulla grandi labbra ora oscenamente spruzzate del mio nettare. Urlo questi desideri nel delirio orgasmico soffocata dai respiro troppo affannato per consentirmi di articolare parole dotate di senso compiuto. Devo riprendermi. Continuo a toccarmi rallentando il ritmo d’istante in istante un po’per prolungare quell’indefinito senso di piacere. A poco a poco mi calmo e ricompongo, chiudo gli occhi ancora, stavolta spontaneamente, per assaporare quei momenti, la bocca che si arcua in un sorriso di beatitudine. Fossi la Deborah di sempre chiuderei le gambe come facevo con Matteo, ma quel giorno no. Decido di restare lussuriosamente aperta e mi godo l’attimo ascoltando la melodia del mio respiro tornare normale, mentre le colate di nettare proseguono lungo le cosce. Mi sto vergognando, sì, ma è proprio quello che desideravo: fare qualcosa di cui avrei poi provato vergogna. Non posso vivere sempre impeccabilmente. So che Andrea mi sta ammirando il corpo appena elevato fino all’empireo del piacere fisico e mentale, so a cosa pensa e lui sa cosa penso io. Vedrà quella rosa di un colore indefinito ma sempre più arrossata, un orgasmo dopo l’altro. La osserverà dischiusa dalle stimolazioni e contrazioni e poi rimpicciolire a poco a poco mentre il sangue fluisce. Vedrà il mio corpo sdraiato e rilassato, io che mi carezzo teneramente le grosse areole abbassandomi e alzandomi i globi quasi sferici e poi la pancia a smorzare la tensione erotica vezzeggiandomi; non c’è più voluttà sessuale, solo dolcezza, tenerezza verso me stessa. Avrà il pregio di scorgere più in lontananza le mie ciglia lunghe e le palpebre a incorniciare un viso per cui tutti si sono complimentati, molti avrebbero fatto carte false, alcuni si sono addirittura rovinati. E anche solo per vedermi in quello stato…chissà che avrebbero dato. Poi sfiorerà e mangerà quasi con gli occhi la mia pancia piatta e arrotondata dai tempi in cui da bambina divenni donna. Una pancia valorizzata dalla virgola femminea dell’ombelico per poi digradare nel pube e poi aprirsi in un bacino largo ma non eccessivo ad indicare naturale fertilità. Penso in quel momento che vorrei almeno due figli e un giorno forse loro stessi mi porranno le famose “domande critiche” sull’eccitazione sessuale: sorrido. Chissà se allora mi verranno alla memoria momenti simili. Poi scenderà su due gambe lunghe e snelle ma ben tornite, perfetta la pelle. Passo le mani proprio lì e stavolta mi copro anche il sesso. Andrea, anche lui rilassato dopo l’orgasmo, protesta e inizia a farmi alcune domande, quasi a vincere l’imbarazzo. Sento che quel ragazzo così prestante e sulle prime sicuro sta divenendo quasi intimidito, forse perché si è reso conto di cosa ha fatto, forse perché sta iniziando davvero a percepire quanto io possa avvincere alla sensualità più stordente. Starà forse osservando la mia bocca: due belle labbra vermiglie carnose ma non troppo come volgarmente molte vorrebbero aver? Ammetto: sembro opera di un grande pittore, mi sento una venere mentre ammiro e sfioro leggiadramente i seni per i quali Andrea, nella cui voce sento note di pura ammirazione. E anch’io mi adoro: so che la bellezza sfiorisce e proprio per questo mi sto dedicando alla sua esaltazione tramite estasi fisica. Affissa gli occhi su quella stessa bocca che probabilmente immagina deformata dalla presenza del suo membro. Ma lei, rosata, s’increspa in un sorriso espressivo a metà tra timidezza, lussuria residua, ironia e serenità. -sei stata fantastica, non ricordo quando avevo goduto tanto l’ultima volta-Mi alzo sul cuscino ricoprendomi col lenzuolo anche la zona del bacino. Mi riscuoto e inizio anch’io a studiarlo meglio: bellissimo, col ventre muscoloso tutto insozzato di sperma che indugia a pulire, quanto vorrei leccarglielo io o tenere quel succo viscoso al caldo dentro il mio ventre, mescendosi ai miei umori che continuano a scendere copiosi irrorando il cuscino sotto il mio sesso. Rispondo con un sorriso -anche tu Andrea, non pensavo avrei fatto questa follia ma mi è piaciuta tanto. Sei davvero uno splendido amante virtuale. La tua ragazza è fortunata-aggiungo maliziosa. Ma vedo che si morde le labbra, quasi con una contrazione dolorosa del volto. Ammutolisco, ma lui si mette a ridere e io lo seguo nell’ilarità, rassicurata. -Sei così dolce, Sofia. Pensavo di trovarmi dinanzi a qualche brutta infoiata, magari grassa e piena di cellulite. Invece’..ho trovato la dea dell’amore-sorrido imbarazzata, arrossisco ancora. -Hai un viso da bambina, sai? Ti va di avvicinarti un po’ e mostrarmi meglio quegli occhi o sei più disinibita a mostrare altro- -Scemo’.- e poi ridacchio mostrando i denti e ammiccando. Mi avvicino come richiestomi e in tutta risposta lui ‘sì, non ho mai visto occhi del genere, sembri ridere assieme a loro. Hai fatto spesso queste cose in cam, dicevi?’-‘No è la prima volta, non so cosa mi sia successo, sarà l’estate, sarà boh’..a volte non mi capisco, ma non sono molti ad avermi vista così’-‘Non l’avrei mai detto, parevi muoverti e fare cose spinte’.voglio dire molto spinte con grande naturalezza e semplicità’-‘E invece è proprio così e tu? Frequenti chat o siti dove le ragazze si offrono, si spogliano e’.?’-‘No, ma ogni tanto mi va e i porno non mi soddisfano, Sofia, sono tutte recite, preferisco vedere una persona che si relaziona a me. Prima non accadeva quasi mai, ma ora che sono in crisi con la mia ragazza, è uno svago eccitante e non penso sia un tradimento. Certo penso a lasciarla se non ritroveremo presto una sintonia.’-‘Capito’ non prolungo oltre la discussione perché non voglio rattristare e rattristarmi. Anche io ho lasciato da poco. Ogni tanto il mio ex mi richiama, siamo in discreti rapporti, ma tutta la magia è chiaramente svanita del nulla.
Andrea è ancora completamente nudo, s’è ripulito con della carta assorbente, scorgo il suo membro pendere a lato. La sua virilità un bel colore brunito e pare un guerriero a riposo. Il glande ancora luccica. Sopra scorgo un corpo asciutto e piuttosto muscoloso, adoro la sua zona del pube ricoperta da molti peli non da troppi, ma in un uomo ciò che mi attrae è il viso e il suo è sensuale, intenso, virile, ma al tempo stesso onesto e con qualche punta di timidezza. ‘E tu come mi aspettavi?’ mi chiede. ‘Grasso e con quel coso lungo 10 cm’ scherzo. Ridiamo insieme. Vedo che se lo sfiora fugacemente: un gesto che non passa inosservato ai miei sensi ipereccitati e che ha su di me lo stesso effetto di una scintilla. Continuiamo a parlare un po’del più e del meno. Bevo un sorso d’acqua dalla bottiglia. Lui m’interrompe. ‘Fermati così, sei bellissima. Hai qualcosa di selvaggio, sensuale eppure sembri una ragazza così particolare e difficile da conquistare’. Abbasso lo sguardo intimidita. Sento che mi ha compresa e ‘io con l’intelligenza ci faccio l’amore ancor prima di scoprire la pelle’ per citare una poetessa. -ah fai il poeta ora, proprio un bel momento hai scelto- ma in realtà le sue parole mi colpiscono. A prescindere da quanto ho fatto mi sento una bambina in un corpo da donna, una bambina forte ma che necessita di compagnia a protezione. Una che anche nell’erotismo più spregiudicato non si sporca, non si degrada. Anche poco prima avevo la stessa innocenza che potrebbe mostrare un bambino che anela alla macchinina o alla bambina che chiede alla madre un gioco di bambole. Nessuno lo potrebbe capire ma lì su quel letto dopo tre orgasmi, di cui uno condiviso, dopo atti che avrebbero fatto arrossire molte mie coetanee, mi sento pura come neve.
Mi rovescio all’indietro tutti i neri flutti dei capelli e poi me li raccolgo dietro la nuca per poi lasciarli nuovamente rifluire liberi. Alzo il cuscino e mi copro anche il petto. Ma ad un certo punto, come una fucilata, Andrea mi chiede con voce stupendamente arrochita:
-mettiti due dita al calduccio. Sì, giù lì. Scommetto che vuoi ancora impazzire di piacere. Una come te non si sazia con poco-insiste e ciò dicendo vedo il suo pene, come dotato di vita indipendente, scuotersi e allungarsi: non ancora rigido ma tuttavia pieno di vitalità, energia potenziale.
-ancora con gli ordini? Con poco?? Non so cosa tu voglia dire- sorrido nuovamente, ma stavolta mi mordo le labbra ed eseguo: non ne posso fare a meno e gli espongo le dita fradice del risultato dei miei orgasmi. Le porto alle labbra assaporandomi, una due, tre volte…oddio ho vergogna a confessarlo ma vorrei venire ancora, penso che sarebbe la quarta volta in un giorno. E’vero che con Arianna ero esplosa sei o sette volte di seguito, ma mai avevo provato un tale piacere tutta da sola in una stanza, seppure stimolata da un altro che stava in un monitor. Immergo ancora le dita, stavolta tre, poi quattro. Sento la patatina sbrodolare e quella sensazione, anzi quel rumore tipo sciac sciac, di bagnato e di calore mi fa eccitare di per se stessa. Scambio qualche altra parola con Andrea, del più e del meno ma entrambi sappiamo dove andremo a parare. Abbiamo deciso senza dircelo: lasceremo ancora posto alle fantasie più sfrenate, giovinezza e lussuria insaziabili. Ma ora ci unirà una tacita sintonia prima ignota.
Mi dà altre consegne. Devo prendere uno specchio e baciarlo così che lui veda bene la mia lingua mentre bacio me stessa’. poi piegarmi su di esso allargando le gambe accovacciata sui talloni, vuole che mi veda e mi tocchi nel frattempo mentre lui assiste allo spettacolo iniziando a fare più sul serio col suo sesso. L’aria che entra nella fessura mi eccita a dismisura e obbligandomi ad iniziare la danza delle dita su quella vulva martoriata dai molteplici sfregamenti della giornata. La clitoride inizialmente mi duole un po’perché divenuta molto sensibile. Mi dice di mettere due o tre dita dentro e stimolare il bottoncino con l’altra mano e poi distendermi così che possa riposare un poco mentre lui si gusta il panorama del mio fondoschiena, che-non per vantarmi- ma mi riempie d’assoluto orgoglio: so che ha fatto impazzire molti che però nemmeno hanno avuto in sorte di poterlo avvicinare. Mi tocco blandamente a pancia in giù massaggiandomi il seno sinistro. I capezzoli stanno tornando durissimi, quasi mi dolgono, mentre le grandi labbra sembrano implorare altre attenzioni e invitare alla scoperta dell’infuocata carne sottostante, ma anch’esse mi paiono più sensibili che mai. Sono sudata e stanca, ma la voglia di godere non mi ha abbandonata come di solito mi capitava. Ancora mi tremano un po’ le gambe per l’orgasmo precedente; il mio odore di sesso riempie la stanza alla pari di un incantesimo afrodisiaco. Recupero la carota che avevo piantata e quasi sbattuta nel sesso fino alla cervice nel venire poco prima. La lecco prima voluttuosamente come fosse il membro di Andrea, quello stesso che si sta sbattendo furiosamente a pochi cm dai miei occhi, oltre il monitor. Lo guardo con occhioni che vogliono trasmettergli quasi affetto stavolta oltre a complicità totale, non soltanto lussuria animalesca. Mi metto a carponi e poi abbasso la testa sul cuscino: ora è diventata la classica pecorina a natiche rialzate. Lui può vedere ora parte del mio viso adagiato sul cuscino-o meglio la mia maschera di piacere e goduria-parte del seno, specie i capezzoli, e ha perfetta visuale dello sfintere anale e della passerina rigonfia, che due mani oscene stanno mandando in visibilio. Godo, non lo sto più vedendo se non con la coda dell’occhio ma penso alla sua mano forte andare su e giù, al suo glande violaceo per la congestione, gonfio e bagnato del suo liquido pre-eiaculazione. A lui che vorrebbe venire e probabilmente, potendolo fare, bagnarmi tutta, insozzarmi di seme, ma si trattiene per prolungare quegli attimi. Lo immagino impassibile ma in realtà anelante un ennesimo orgasmo. Mi volto, le mie fantasie sono puntualmente confermate.
Improvvisamente il classico imprevisto. Squilla il telefono: un messaggio dalla mia coinquilina! Ha dimenticato a casa un libro importante e dice passerà a prenderlo tra venti minuti e di essere già sul tram. Faccio un gesto di rabbia: lei è a 20 minuti dal vedermi nuda sul suo letto con un cuscino bagnato sotto le natiche, la fica in fiamme, le gote arrossate, la lingua ancora bagnata dei miei umori oltre che di saliva e l’aria resa irrespirabile dai miei umori. Decido di fare una follia: decido di continuare. Ma dato che manualmente il processo che mi porterà all’ennesimo orgasmo richiederebbe troppo tempo, mi risolvo a mettermi dentro il vibratore ‘rabbit’ (così lo chiamava lei) della mia amica e mi godrò più passivamente la vista di Andrea che concede staffilate su quel bellissimo pinnacolo di carne che è la ciliegina su un corpo statuario. S’ lo desidero. Non sono abituata ad avere dentro oggetti ma stavolta non ho tempo per farmi troppe domande da novellina. Se voglio concludere con un trionfo erotico quella folle giornata senza essere scoperta, quell’oggettino è la mia unica e ultima speranza. Mi accarezzo le cosce e poi risalgo appoggiando la punta dello strumento contro il solco. Struscio contro e poi, ecco, ora ho dentro quel vibratore di colore viola; venissi scoperta non avrei la minima giustificazione: potrei e vorrei solo sparire dalla faccia della terra per la vergogna. E’come un urto un po’doloroso quando mi scivola dentro sbattendo per la prima volta contro la cervice. Non posso che emettere un sospiro a mezzo tra lamento ed esalazione estatica. Lo accendo; sono straordinarie le sensazioni che mi regala fin da subito: è come se mi stesse scavando innalzandomi sino paradiso. Mi guardo nel riquadro più piccolo della webcam e sembro davvero una santa, una Madonna in estasi. Mi rendo conto che il pensiero è blasfemo, da cattolica me ne rincresce, ma non posso fare a meno di paragonarmi a certi ritratti o statue sacre che avevo visto sul libro di storia dell’arte. Il mio viso sul cuscino ciondola da destra e sinistra in una danza erotica. Tento di sorridere per quanto il piacere montante me lo consenta. E’come essere parte di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Tutto il ventre mi si contrae in simultanea col bacino. I piedi sono a mezz’aria e poi puntano il lenzuolo consentendomi d’inarcarmi sulla schiena: desidero il vibratore raggiunga le mie massime profondità e prema sull’utero. Ora i minuti sono 16. Mentre il vibratore mi fa gridare come un’ingenua cavallerizza su un puledro impazzito e la mia fica si scioglie ancora una volta, rimango senza fiato e posso solo ammirare il mio compagno di orgasmi. Lui non fa che ripetermi parole insultanti per eccitarmi, dato che ha capito da quanto gli ho fatto intendere che il tempo stringe. “Guarda come sei troia, tra poco la tua amica sarà qui e ti vedrà, potreste fare una lesbicata”-“s’ voglio che mi scopra non m’interessa più nulla-grido in preda al delirio edonistico -voglio mi vedano tutti, anche i miei! Ahh siii mi sto penetrando, devono vedere la loro figlia perfetta impalata mmmmmmh sul vibratore cosììììì, ahhhhhh si ahhhh-sei solo una puttana lo sai, se potessi ti faresti sfondare da chiunque-quelle frasi che, mi fossero state dette da altri sarebbero valse una bella denuncia o comunque una reazione inviperita, in questo momento mi fanno precipitare verso l’ultimo e pazzesco orgasmo. Penso che la mia amica potrebbe aver detto 20 minuti così per dire e farmi una piccola sorpresa entrando in casa anticipatamente, che il tram potrebbe non incontrare traffico. Vedo il tempo scorrere impietoso, ora mi rimangono solo 14 minuti per concludere. E qui altra follia: mi alzo completamente nuda e spalanco le finestre per permettere al mio odore femmineo, anzi all’afrore sessuale di una giovane donna, di sfumare stemperando. Ora chiunque può vedermi almeno le gambe e forse persino quel che vi è all’inguine a causa della particolare disposizione del letto, ma ormai essere vista è davvero l’ultima preoccupazione
-mmmmm…sì dimmi cosa mi faresti-ormai ho gli occhi chiusi, il respiro affannato e irregolare come dopo una corsa e dentro quell’oggetto viola che ancora mi preme sul sesso. Sto dicendo cose inconsulte e sono così al limite che quasi spero davvero la mia coinquilina mi scopra, mi sento cuocere, sciogliermi, fondermi col letto. Trascino lo sguardo ovunque, dal monitor dove si masturba un bellissimo giovane uomo, al soffitto, a quella porta da cui da un istante all’altro temo possa materializzarsi la mia coinquilina. Lo farà anche lei, anzi molto più spesso di me e poi l’ho sentita così tante volte gemere mentre il fidanzato le dava spinte solerti nel ventre, penso.
-Ho subito capito che sei una puttanella in calore dietro quell’aria d’angelo. Ti consumerei la fica da sola-ma ecco che mentre sta parlando esplode gettando sperma arroventata ovunque, credo persino sulla tastiera del pc. Mi gusto lo spettacolo, ma perché io, pur godendo come una folle, fatico tanto ad emularlo, a venire finalmente? Sarà forse colpa dei vari orgasmi già provati? ‘quasi disperata chiedo ad Andrea di dirmi qualcosa di violento ma non pare collaborativo e neanche pensare a immagini voluttuose, serve a concludere. Inizio ad angosciarmi ma continuo a sbattermi il rabbit contro l’utero come non bastassero le vibrazioni che di per sé provoco stimolando le terminazioni vaginali e clitoridee. “‘Mmmmm ahhhhh mmmmmmm ahhhhhh continuo a sospirare mordendomi le labbra in un’agonia interminabile. Alzo lo sguardo a fatica: mi restano, forse, solo 11 minuti quando vedo Andrea radunare lo sperma eiaculato attorno all’ombelico per poi portarselo alla bocca. E’denso e biancastro, un po’gli ricade tra le dita per ripiombare a gocce dense sul ventre. ‘guarda Sofia, vorrei mi stessi ripulendo tu mentre il vibratore ti allarga la fica per poi sprofondarti dentro-a queste frasi, a quella vista soprattutto, cedo. Irrigidisco le gambe, allargandole a dismisura, iperestendo involontariamente i piedi, trattengo il fiato immobile tranne che per la mano destra che sospinge il rabbit a velocità inaudita sbattendolo ritmicamente contro la cervice uterina quasi volessi davvero ferirmi. Sto trattenendo un grido belluino ed eccolo veee-veee ngo. Riesco appena a completare sommersa dai piaceri intensissimi che mi annichiliscono ahhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhh la durata di questo orgasmo è interminabile, non cola, spruzza anche se solo sul cuscino, non certo a fontana. La mia fica lascia con mio disappunto misto a eccitazione una piccola macchia del mio miele, anche sul copriletto della coinquilina. Mi auguro caldamente non la veda. Mancano ormai meno di dieci minuti a quando dovrebbe essere qui, vado in panico: l’orgasmo devastante mi ha stremata, non ho idea di come me la possa cavare. L’odore in parte si sta dileguando grazie all’aria spirante dalle finestre appena aperte, spiego ad Andrea che devo risistemare tutto in fretta, lui mi chiede la cortesia di non chiudere la webcam e starmi ad osservare mentre corro come impazzita per coprire gli indizi dei miei misfatti. Sono moralmente costretta ad accontentarlo dopo quello che ha fatto per me e poi…come dire no ad un ragazzo simile! Prima gli chiedo tra l’ingenuo e il malizioso “davvero hai pensato fossi una…..una p…beh hai capito”-“Ero troppo ipnotizzato da te per pensarlo, ora credo saresti la mia ragazza perfetta, magari controllerei cosa farai al pc però…..”-“certo che sei proprio sciocco” gli replico sorridendogli dolcemente. “Oddio non c’è tempo”.
Mi do uno schiaffetto in viso e, completamente nuda, estraggo il vibratore lo lecco suggendo il liquido intimo che c’è rimasto sopra, lo risciacquo, asciugo e rimetto a posto, sperando la mia amica non lo tiri fuori per usarlo proprio quel giorno. Rassetto il letto, butto il mio cuscino zuppo del mio nettare sotto al letto. Mannaggia si vede qualche piega ancora! Nascondo tutti i vestiti anch’essi sotto al mio letto. Nascondo le carote in un mio armadietto, richiudo le finestre della camera della coinquilina, abbasso le tapparelle: guardo il cortile preoccupata perché so di aver gridato molto, chiunque può avermi sentita, ma non scorgo nessuno in vista. Rovisto dappertutto ma non trovo le mutandine, le stesse che sono fradice dei miei umori, vado in panico. Mi congedo da Andrea baciando la webcam e promettendoci reciprocamente ci saremmo risentiti.

Sento quindi in lontananza il rumore metallico di una chiave inserita nella serratura: non ho più tempo, indosso la prima gonna che trovo e finisco di mettermi una polo quando già sento la voce cinguettante della mia amica. Yu-hu Debbie, are you here? Buuu le faccio da dietro la porta – ti volevo fare uno scherzo- ah ah tanto non mi spaventi- Ci baciamo e lodiamo le rispettive splendide cere, anche se noto quanto sia piuttosto stanca, beh forse lo appaio anche io per tutt’altre ragioni. Ci parliamo da grandi amiche, ma io affetto grande cortesia perché in realtà vorrei scomparisse: non ho idea di dove siano finite quelle maledette mutandine zeppe di umori. Inoltre se solo intuisse che non ho sotto nulla farebbe due più due. Dico che vado a rinfrescarmi con una doccia, anche per giustificare eventuali ritrovamenti. ‘Fai pure cara, mi metto anch’io in libertà’. Mi dirigo verso il bagno quando vengo fermata da lei che mi apostrofa. ‘Deborah, sei bellissima, anche vestita da casa. Un giorno devi dirmi come fai’-‘Che gentile’ le replico sorridente, però mi sento quasi scoperta ed è già la seconda persona che mi parla in quel modo ‘ma bada che mi monterò la testa’-‘No dico davvero, se ti portassi da me e dicessi sei single, dovremmo girare con le guardie del corpo per tenere lontani gli ometti allupatii’. Allora, per sciogliere l’imbarazzo mi raccolgo i capelli dietro la nuca, come avevo fatto poco prima con Andrea, e poi li lascio scivolare facendo l’occhiolino e un accenno di mossetta col bacino. Come una diva, penso. Ridiamo insieme. Appena in bagno mi inumidisco viso e collo con acqua fredda e allo specchio mi accorgo con imbarazzo di avere ancora le labbra della bocca bagnate dei miei stessi umori: spero abbia scambiato quella sorta di trasparenza per lucidalabbra. Mi porto alla bocca ancora altri umori, in effetti ora le labbra della patatina mi dolgono davvero. Finisco prima del solito la doccia, esco e mi cambio. E cosa sento tendendo le orecchie, il senso dell’udito forse intensificato dall’attesa precedente? Gemiti difficilmente equivocabili provenire dalla camera della mia amica assieme ad un ronzio quasi impercettibile, ma che si potrebbe tranquillamente associare al vibratore appena uscito dalle mie intimità. La cosa non mi scompone, però…la frittata sarebbe comunque fatta. Quando dopo un quarto d’ora si affaccia nel corridoio, in effetti lievemente arrossata: “sono tue queste mutandine, le ho trovate proprio sotto questo mobile del corridoio meglio tu le stenda, devi averle appena tolte dalla lavatrice”.

E me lo disse con tanta nonchalance e serietà che non capii e ancora oggi non ho la minima certezza di quanto poté capire: se le trovò nella sua stanza, capì tutto e ciò la riscaldò tanto da indurla a toccarsi dietro il muro della camera attigua alla mia, o se davvero credette a mutandine messe a stendere e perse nel corridoio. So solo che ogni tanto mi tocco pensando a cosa sarebbe accaduto fossi stata scoperta perché l’eccitazione più alta si alimenta proprio di questo: immaginare situazioni mai accadute e che forse mai accadranno, ravvivarle con la propria immaginazione e riverberarlo come in sogno sfocato. Dopo quel giorno non feci più nulla in webcam, non perché bacchettona. Solo..quelle estasi non dovrebbero ripetersi al pari di come una follia, ripetuta sempre, si traduce facilmente in noia. E infine mi ‘accasai’ col mio fidanzato attuale, quello con cui vorrei sempre restare: sa tutto del mio passato, tutto o quasi”. E poi lui è comunque fortunato..sono una brava ragazza: me lo ripetono tutti.

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