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Racconti di Dominazione

L’accordo – Cap3 – Serrande e zenzero

By 25 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Guardò la sua Mistress negli occhi. Lei ricambiò lo sguardo. Lui si strinse al lettino, affondandoci dentro le unghie. Lentamente spalancò le gambe.
‘Ho tanta paura Mistress. So che soffrirò. Ma so di avere bisogno di quei 30 colpi nelle palle’
Chiuse gli occhi. La Mistress colpì.
E fu doloroso. Ma riuscì a resistere. Voleva rimanere impassibile.
Il secondo colpo fu anche peggiore. Riuscì a trattenere la lacrime ma non un piccolo gemito di dolore.
Al terzo colpò urlò “Ahia”.
Dal quarto scoppiò a piangere come un bambino.
I colpi avanzarono inesorabilmente fino al 30′. Il dolore cresceva esponenzialmente.
Oramai Hubby si contorceva sul lettino mentre le lacrime gli rigavano il volto.
Ovviamente si vergognava di piangere, lo faceva sentire ancora più indifeso e vulnerabile.
Eppure sfogare il dolore nel pianto lo aiutava a sentirsi meglio.
Quando la Mistress disse ’30’ Hubby tirò un sospiro di sollievo.
‘Ti ho fatto tanto male, piccolo schiavetto?’ chiese la Mistress con una vocina da cerbiatta.
‘Siccome sei stato bravo hai vinto un premio.’
La Mistress tolse il corsetto, lasciando le sue grosse tette libere di muoversi nell’aria.
Appoggiò un capezzolo alla bocca di Hubby.
‘Avanti, succhia un po’ il capezzolo che ti passa’
Hubby da bravo schiavo iniziò a ciucciare e in pochi secondo il dolore dei 30 colpi nelle palle e dei 30 colpi sulla punta del cazzo svanirono.
SI sentì stranamente felice e appagato. Poi capì: si era innamorato della sua Mistress. Forse sarebbe poco dire che la amava. Lui la adorava.
Sebbene la conoscesse da meno di mezz’ora sapeva di avere bisogno di lei.
‘Bravo Hubby. Adesso però la tua Mistress deve uscire e tu la aspetterai qui. E tu mi aspetterai lì’
La Mistress indicò una finestra con la serranda completamente abbassata.
Prese un telecomando, premette un pulsante e la serranda si alzò di qualche centimetro.
‘Hubby, va alla finestra e metti il tuo scroto oltre la serranda’
Hubby ubbidì.
Dopodich&egrave la Mistress, premendo un altro tasto, abbassò la serranda.
‘Quella finestra dà a Sud, ed &egrave luglio. Quando tornerò stasera le tue palle saranno state ben ustionate dal Sole. Avrai potuto metterci della crema solare, ma avrebbe tolto la metà del divertimento. Ah, quella finestra dà sulla strada per cu se senti sghignazzare ogni tanto &egrave normale. Saranno solo dei passanti che si sbellicano dalle risate vedendo un paio di testicolari penzolare giù dalla finestra’.

Contemporaneamente, in un altro luogo.
Sabrina entrò nella vila del padrone che la voleva assumere. O per meglio dire affittare. Sabrina non voleva accettare eppure al tempo stesso sapeva di non avere altra scelta.
Il colloquio fu breve e deciso.
‘Morte ti ha illustrato l’accordo?’
‘Sì’
‘Bene. Prima Regola: nei prossimi 30 giorni non indosserai mai biancheria. Togliti immediatamente quella che indossi’
Sabrina si aspettava che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere ma non pensava così in fretta. Tolse il reggiseno senza togliere la maglia e le mutande senza togliere la gonna.
‘Seconda regola: Solo minigonne o minivestiti. La tua vagina ed il tuo ano devono poter essere visibili nel caso qualche maniaco volesse spiarti sotto la gonna. Morte, dimezzale la gonna’
Morte estrasse un paio di forbici e tagliò la gonna di Sabrina. Adesso le arrivava meno di 5 cm centimetri sotto le labbra della sua fica. Era veramente indecente.
‘Terza Regola: la tua vita procederà come sempre. Andrai a lavoro, farai la spesa. Salvo contraddire un mio ordine potrai fare tutto quello che vorrai.
Quart Regola: Figging. Sai cos’&egrave?’
Sabrina fece ‘No’ con la testa
‘Il Figging &egrave un’arte. &egrave l’arte di seviziare una fichetta e un culetto come il tuo, inserendoci dentro una radice di zenzero. Hai mai provato dello zenzero?’
Nuovamente ‘No’ con la testa. Sabrina era terrorizzata
‘E’ piccante ma non come il peperoncino. Non &egrave tutto e subito, ma un po’ alla volta. Una sensazione che inizia come rinfrescante per poi diventare leggero bruciore e finire come un incendio implacabile’
Sabrina si rese conto che il suo terrore era più che giustificato quando il Padrone le porse uno strana cintura.
‘Questo sex toy l’ho costruito io. ‘ si vantò con orgoglio ‘2 radici di zenzero freschissime una per la fica e una per il culo. Queste strisce di pelle che ci passando dentro e che terminano con un lucchetto hanno un semplice scopo: impedirti di toglierli. Rimarranno lì dentro fin quando vorrò. Spetterà a me decidere quando e come abusarne.
‘Se hai capito, indossalo’
Sabrina non sapeva nemmeno cosa fosse lo zenzero prima di allora, per cui ne era molto spaventata. Ne mise una piccola punta sulla lingua per sentire che effetto le avrebbe potuto fare.
La stupì. Lo zenzero sapeva di big bubble. Non le sembrava più così temibile.
Inserì una radice nella fica, con molte difficoltà visto che lo zenzero non &egrave liscio ma bitorzoluto. Sentì una sensazione di fresco, proprio come le era stato detto. In cuor suo Sabrina sperava di non arrivare mai alla fase bruciore.
Dopodiché inserì il secondo nel culo. Fu molto doloroso. Lo zenzero con la sua forma asimmetrica entrando graffiava le parete lisce e carnose del suo culo.
Il Padrone chiuse il lucchetto ed estrasse la chiave.
‘Dimmi schiava, cosa avevi in programma per oggi?’
‘Io’solamente andare al supermercato a fare la spesa’
‘Ottimo proposito. Morte, accompagna la schiava a fare la spesa e assicurato che non provi a manomettere la sua cintura. Per il resto tieniti a distanza e intervieni solo se necessario. Andate. Ci vediamo domani alla stessa ora’
In macchina il Figging iniziò a far sentire il suo effetto. Un leggero bruciore ad entrambe i buchi iniziò ad infastidirla. Non era vero dolore, era più un seccante fastidio.
Quella che non sapeva era che più lei avrebbe mosso le gambe più lo zenzero avrebbe sprigionato il suo principio attivo.
Ma quando iniziò a girare tra le file di prodotti alimentari del supermercato sotto casa sua, il bruciore divenne fortissimo.
Avrebbe voluto strapparsi quegli affari di dosso e versarsi un’intera cassa di acqua sulla sua fica e il suo culo in fiamme ma non poteva.
Inoltre lì la conoscevano tutti ed era per tanto indispensabile fare come se nulla fosse. Continuò a fare la spesa, trattenendo il dolore, le lacrime, il prurito, il fastidio.
Tentava di camminare in maniera composta e normale ma il uso passo era goffo per le fitte che riceveva ad ogni anche minimo movimento.
Si può dire che era come se camminasse con una scopa in culo’ma una scopa avrebbe fatto meno male.
Giunta alle casse entrò nella fase incendio.
Avrebbe voluto urlare e bestemmiare. Ma non poteva. Doveva resistere. Per la legge di Murphy, la file era chilometrica.
‘Ciaooooo Sabrina, sarà un mese che non ti vedo in palestra. Come stai?’
La più rompiscatole ed estrosa delle sua amiche. Una che non sa dire ‘ciao’ senza urlare. Doppiamente legge di Murphy.
‘Ciao’ balbettò Sabrina
‘Oddio, ma che hai? Stai male? Cammini tuta sghemba. Tutto ok?’
Adesso aveva pure attirato l’attenzione degli altri acquirenti fino a 3 casse di distanza’
‘Un lieve bruciore di stomaco’ mentì Sabrina.
La sua amica iniziò in un discorso lunghissimo su quale fosse il rimedio anti bruciore, mentre Sabrina avrebbe voluto solo morire in quel momento.
Quando finalmente ebbe pagato il conto corse verso la macchina di Morte, con le buste della spesa e le lacrime agli occhi.

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