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Racconti Erotici Etero

Patrizia: la mia prima matur…ità

By 14 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La chat, questa scatola cinese che contiene centinaia di migliaia di nomi di indvidui che, per un assurdo scherzo del destino si trovano, si conoscono e poi…si incontrano. Alcuni incontri finiscono ancor prima dei convenevoli, della stretta di mano o dell’educato scambio di baci sulle guance, altri invece continuano, prendendo corpo sotto fresche lenzuola di raso. Cosi, grazie ad una delle tante chat che vivono e uniscono corpi nella rete, conobbi Patrizia, donna del sud dal forte carisma e dall’innata passione tipica delle donne latine. Era la primavera del 2013, ero rientrato da qualche mese a Roma dopo aver passato 2 anni di studio a Milano, la mia vita sociale stava ripartendo a rilento, cosi a rilento che la chat riempiva le mie serate dal Lunedi al Giovedì. Patrizia la trovai una sera su una delle tante chat tematiche di MSN (ormai quelle chat non esistono più, ma chi naviga da una 15ina di anni le ricorderà sicuramente…) e fu cosi che iniziò la nostra relazione. Lei una 46 enne campana, con un matrimonio fallito alle spalle, una figlia mia coetanea ed un compagno più giovane di 7 anni. Io, un 26 enne universitario prossimo alla laurea, con una storia di 3 anni appena giunta al capolinea e con un astinenza sessuale che durava da un paio di mesi. Le prime chiacchierate furono conoscitive, esplorative, poi iniziò la fase di avvicinamento con Patrizia che mi raccontava della sua monotona routine familiare e lavorativa, fino ad arrivare alla fase di scambio del telefono che anticipava l’incontro. Capii da subito che quella donna era una bomba ad orologeria che aveva bisogno solo di essere innescata, perch&egrave la sua bramosia di godere era pari alla mia voglia di scopare per la prima volta con una femmina matura. Patrizia non cercavo il sesso, Patrizia voleva vedere aumentata la sua emissione di epefedrina, voleva trasgredire e voleva farlo godendo di testa e con il corpo. Ci incontrammo di Mercoledi, e vista la sua situazione “sentimentale” con figlia 20 enne scassacazzi in giro per casa (cosi la definiva quando me ne parlava…) e compagno cornuto e maziato che lavorava rispettando dei turni, decidemmo di vederci a casa mia, anzi dei miei, visto che non disponevo al tempo di una mia fissa dimora. Il cellulare squillò alle 15 ed un accento marcatamente campano mi invitò a raggiungerla nella piazza del paese, posto che le avevo indicato io visto che, abitando in campagna non mi avrebbe mai trovato senza conoscere la zona. La raggiunsi a piedi e pur non avendola mai vista prima se non in foto che potevano essere di secoli prima, la riconobbi all’interno della sua auto parcheggiata in mezzo alle altre che sostavano fuori le mura del municipio. Mi avvicinai e notai che pur accorgendosi di me preferi non scendere. Sulle prima pensai che non scendesse per paura che qualcuno, anche se si trovava a decine di km da casa sua, potesse riconoscerla e sputtanarla con amici e compagno, poi, invitato a salire in macchina capii il vero motivo per il quale Patrizia si era mostrata cosi attenta dal non scendere dalla vettura. Mi misi seduto sul sedile del passeggero, ci guardammo negli occhi per la prima volta, e ci salutammo. Non ci fu imbarazzo ed entrambi manifestammo la soddisfazione per come eravamo fisicamente, appurando che non ci eravamo raccontati delle panzane. Scostandomi da lei mi soffermai a guardare la sua mise, ed ecco svelata la motivazione che la aveva indotta a non scendere. Camicina bianca, praticamente trasparente senza reggiseno, gonna nera a metà coscia che a stento copriva la balza in pizzo delle autoreggenti nere. Le dissi di mettere in moto e la guidai in quello che sarebbe stato il nostro girone dei lussuriosi. Durante il breve tragitto non parlammo, mi dedicai ad accarezzare la sua gamba destra arrivando con le dita fino allo stacco della carne, dove terminava quell’eccitante indumento femminile. La vedevo mordersi il labbro inferiore ed una volta in casa le nostre lingue si cercarono subito, voraci, fameliche, saettanti. Le offrii da bere, lei seduta sul divano ed io in piedi che versavo del vino ahim&egrave caldo in due calici preparati per l’occasione, le girai dietro mentre era intenta a sorseggiare il nettare di Bacco e mentre con una mano sorreggevo la coppa di vino, con l’altra stavo massaggiando un suo seno duro e sodo con un capezzolo piccolo ma turgido all’inverosimile. Si voltò guardandomi negli occhi, non disse una parola, allungò una mano e mi massaggiò il pene in piena erezione da sopra i jeans. Mi guardava, beveva e mi accarezzava. Stupenda visione di Donna vogliosa. La lasciai fare per qualche secondo, poi la presi per la mano e me la tirai dietro fino in camera. Ci baciammo in piedi, davanti al letto, mentre le alzavo la gonna per tastare la durezza delle sue natiche che sembravano essere quelle di una 20enne avvezza a frequentare sale fitness, mi sorrise e finalmente la sentii parlare con quel suo accento marcatamente campano – Scopami l’anima- a quelle parole mi irrigidii ancora di piu nelle parti basse e scostando il sottile strato di pizzo del perizoma che indossava cercai la sua fonte con le dita. La trovai umida e pronta, con le labbra già schiuse e potei constatare che non mi aveva mentito nemmeno sulla cura che dedicava al suo fiore. Era completamente depilata come solitamente avevo riscontrato nelle mie partner 20 enni. Ci spogliammo ansimanti e vogliosi, la adagia sul letto e mi chinai tra le sua gambe per leccarla -leccami- disse ansimando, e la mia lingua partì percorrendo prima le sue grandi labbra, poi entrando nel suo rifugio e terminò la sua corsa titillando il clitoride scappucciato e gonfio di voglia. La leccai per molti minuti ed ogni volta che la sentivo irrigidirsi e vedevo i suoi muscoli contrarsi mi fermavo, posticipando la sua esplosione -voglio scoparti prima la testa e poi…il corpo- le dissi e mi inginocchiai presentando il mio pube all’altezza del suo viso. Sorrise Patrizia, prima di infilare le sue unghie curate sotto l’elastico dei boxer per abbassarli. Sorrise quando il mio cazzo duro e tozzo si presentò sugli attenti a pochi centimetri dalla sua bocca. Succhiò, quando con una leggera spinta glielo infilai in bocca. Succhiava, leccava e lo impiastrava con la saliva ed anche lei si fermò nel momento in cui mi sentì irrigidirmi -Scopami- riusci a dire con la bocca dolorante per il tanto succhiare. Mi infilai un preservativo e le fui sopra. Non lo infilai io, ma fu lei ad impalmarlo per metterlo dentro, poi parti la sua sinfonia. Se per tutto quel tempo Patrizia aveva parlato poco, in quella prima mezzora che la penetrai fu un fiume in piena. Diceva cose eccitanti seppur all’apparenza volgari. Mi chiedava di sbatterla forte, di farle sentire la mia virilità e poi si apostrofava come troia. La scopai alla missionaria poi la feci salire su di me e sentirla cavalcare il mio cazzo con cosi tanta enfasi fu idilliaco. Facendola sdraiare con il busto sopra il mio potei penetrarla con le dita nell’ano e quel gesto la mandò in disibilio. Venne come una fontana, venne a tal punto che sentii i miei testicoli imbrattati di umori. Non mi fermai e senza uscire da lei la sollevai e la rimisi sotto di me, le assestai ancora una decina di colpi profondi, poi uscii dalla sua figa accogliente e togliendomi svelto il profilattico iniziai a sborrarle la figa e la pancia – Questo &egrave oro, questo &egrave ORO!!- disse con una voce che sembrò non essere la sua tanto era piena di voglia e piacere. Con le mani si massaggiò, spalmando tutta la sborra sulla pancia e portandola sui seni, il mio cazzo nn si ammosciò e passò subito dallo stato barzotto allo stato missile terra-aria. Scopammo per tre ore di fila, cambiando piu volte posizione e chiudendo con una pecorina monumentale, prima in piedi e poi in dog-style con me che la montavo stando ritto sui talloni dietro di lei -Vengooo- disse lasciandosi andare con il viso sul materasso mentre io continuavo a montarla da dietro. Mi fece mettere per pendicolare al suo corpo, un 69 stando sul fianco, e tolto il preservativo inizò a spompinarmi di nuovo. Bocca, labbra, saliva…mano, lingua,bocca, gola…ancora mano, saliva, lo sguardo inchiodato nei miei occhi – sto venendo Patty- le dissi, ma niente, ancora bocca, tanta bocca, e…venni, riempiendole le fauci di calda e cremosa sborra. Bevve guardandomi negli occhi. Patrizia fu la mia matur…ità sessuale!

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