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Racconti Erotici Etero

Soleil

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato a Cobalto…L’AMORE della mia vita.

L’aria profuma meravigliosamente di biancospino, un odore pungente che risveglia l’olfatto, mentre una così calda giornata suggerisce il riposo della natura e di tutte le sue forme di vita.

L’azzurro di un cielo così limpido mi riempie il cuore. Vedo gli uccelli che riescono a volare, s’istigano a vicenda, vorrei la loro libertà di movimento; la mia fantasia vede le acrobazie…come se fossero delle figure angeliche, racchiuse nella stessa campana della loro perfezione coreografica.

Disteso in un campo di grano, occhi aperti… guardo in alto, per cercare di andare ancora più su, a scovare una sensazione di pace e piacere, per sedurre un qualcosa… qualcosa che forse non riuscirei nemmeno a contemplare..per la sua perfezione o per la sua lontananza.

Bellissime le nuvole…Il loro colore candido rischiara i miei occhi…il vento soffia per farle muovere…mentre le forme generate rendono ancor più bel questo spettacolo appariscente. L’esaltazione dei colori vivaci riproduce il messaggio che il creato mi mostra. L’immensa distesa di celeste fa comprendere a noi quanto un cervello sia capace a memorizzare avvenimenti, come metafora di un qualcosa che è immensamente grande.

L’acqua scorre da un ruscello lì vicino, e mi fa pensare a quante volte io sono entrato a contatto con il tuo corpo attraverso quel mezzo. Che strano a pensarci: l’acqua, fonte della nostra esistenza, utilizzata in quest’ambiente “non normale”, quasi come ad accentuare la voglia di vivere attraverso il piacere del suo scorrere sulla pelle, lasciando che il contatto gelido penetri nel corpo.

Comprendere l’incanto di questo luogo mi risveglia lo sguardo. Sensazioni che il cervello riconosce come pure, troppo per essere rimembrate in tutta la loro interezza. Chiudo i miei occhi, lasciando che qualche piccola pianta mi accarezzi il volto, ricordando di tentare di giungere nel piacere del riposo assoluto, cercando di stare in calma con il mio essere. Riposo.

Sogno noi due, che camminiamo sull’erba, con l’espressione felice, giochiamo toccandoci, prolungando la nostra voglia dell’altro tramite le nostre dita. Siamo distesi, per volerci guardare, per rendersi conto di come realmente non c’è nessun altro sull’erba. Immagini mentali si formano nel mio cervello dormiente, quando ho la semicoscienza di voler che tutte le mie sensazioni astratte siano in questo momento…VERE.

I nostri passi sono accompagnati da un sole splendente e rotondo, che crea ombra davanti a noi. L’unica volta, forse, che il buio e la luce diventino un disegno unico, distaccati tra loro soltanto dalla differenza di colore.

E di colpo la sensibilità al tatto aumenta magicamente, riempiendo con il solo tocco il vuoto che si è ora creato, volendo che non svanisca mai.

Rimaniamo distesi, insieme, per avere un pretesto per entrare in contatto con quel paesaggio. Ci cerchiamo a vicenda.

E il grano riempie il luogo, strisciando sulla nostra carne e coprendo i due corpi, considerati ora peccaminosi, ma pur sempre…NATURALI.

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