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Racconti Erotici Etero

Monday morning

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ieri sera devo aver lasciato spostata la tenda. Nel buio assoluto filtra uno spiraglio di luce, quel tanto che basta a svegliarmi. Non apro gli occhi aspettando che la mente realizzi dove mi trovo, cosa devo fare, che ore saranno. Sarà sicuramente un’altra giornata grigia e piovosa, fredda e noiosa. Ricordo appena di aver chiuso la sveglia e di essermi girata dall’altro lato, coprendo le mie spalle nude con il piumone caldo. Probabilmente &egrave tardi. Me ne accorgo dalla luce che entra, dai rumori che provengono dal cortile, dalle voci concitate della gente per strada. Ma mi giungono così in lontananza’.

Mi allungo nel letto godendo del calore che sento. La sensazione di nudità &egrave meravigliosa ed uscire dal letto &egrave faticoso. Lentamente gli occhi si abituano alla penombra. Li apro piano, sbirciando l’ora proiettata dalla sveglia sul soffitto. Come temevo &egrave tardissimo, ma stamattina non devo precipitarmi in ufficio. E’ lunedì. Posso prendermela con calma. L’appuntamento &egrave fissato per le 11,30′.una volta tanto ho tempo per me.

Scopro piano le spalle, liberando le braccia. Osservo il rigonfiamento del piumone all’altezza dei seni. Li sento premere contro la coperta, li sento duri e doloranti. Scopro anche quelli, lasciando che si rivelino alla mia vista. I capezzoli sono scuri e duri. Le areole grosse, tonde e raggrinzite. Poso le mie mani calde sui piccoli bottoncini sensibili, giocherellando e solleticandone il palmo. Bagno i polpastrelli intingendoli uno per volta in bocca, rallentando il movimento mentre sento l’eccitazione crescere inarrestabile. Torno a giocare con i seni, spalmando la mia saliva sui capezzoli, rabbrividendo al tocco gentile, al freddo, al desiderio.

Sola nel letto, nuda ed eccitata mi accorgo di pensare al suo viso, così lontano da me, così presente. Penso alla sua bocca, alla sua lingua che cerca i miei umori, mentre le mani scivolano lungo il corpo, scoprendolo completamente, mentre tra le gambe il calore diventa sempre più intenso, mentre il desiderio cresce senza limiti. Vorrei toccarmi, cercare il centro della mia voglia, stuzzicare quella piccola dolce protuberanza rosa, sapendo che quelle gocce diventerebbero lago, che il mio respiro saprebbe farsi profondo, che i flebili gemiti diventerebbero grida. Ma non voglio da sola. Non voglio osservarmi nel grande specchio a parete mentre lecco le dita piene, bianche e dolci. Sola.

Scendo dal letto, nuda.

Cammino lungo il corridoio, accompagnata dal solo rumore dei miei piedi nudi sul marmo freddo. Accendo il caff&egrave, mentre cerco qualcosa da mangiare. Nell’armadietto della cucina mi tentano biscotti e Nutella. Svito il barattolo, tuffandoci dentro un dito. Lo ritraggo colmo. Lascio che il filo di cioccolato mi scivoli sulla lingua, sulle labbra, assaporandone il gusto meraviglioso. La dolcezza del suo sapore mi riempie la bocca, mentre torno a riempire il dito di cioccolato, per giocare, questa volta, con i seni nudi. Coloro i capezzoli di dolcissima crema, chinandomi a leccarla. Ed il pensiero lo cerca. Penso a come mi leccherebbe, penso a lui mentre succhia prima un seno e poi l’altro, lentamente, quasi a farmi soffrire. Penso alla mia bocca che assaporava il miele che gli ricopriva la cappella, mentre lui, nudo sul letto, impazziva dal desiderio. Penso al sapore del suo piacere e del miele che io stessa avevo spalmato sulla sua pelle. Penso al cioccolato che mi ricopre i seni. Penso a lui, lontano da me. Se mi vedesse ora. Se sapesse. Penso al desiderio che sento irrefrenabile dentro di me. Penso alla voglia che ho di toccarmi, di sentire la sua lingua tra le mie gambe, leccare e succhiare questa dolcezza, mentre il mio sapore sgorga senza freno.

Penso e mi accorgo di essere nuda, sulla sedia della cucina, la testa poggiata al muro, le gambe ormai già divaricate, mentre la mia mano cerca di soddisfare una voglia così prorompente. Vedo tracce di cioccolato disegnate sulla mia pelle bianca, correre dai seni, lungo la pancia, fino a perdersi nei peli folti e scuri.

Sento le dita annegare in un piacere incredibilmente crescente. Ritraggo la mano succhiandone cioccolato e miele. Avverto i brividi sul corpo, la passione trasformarsi in necessità, la voglia di averlo in bisogno inarrestabile.

E’ lunedì mattina, sono sola in casa. E’ il momento di fargli un regalo.

In un secondo posiziono la macchina digitale sul tavolo; imposto l’autoscatto, il soggetto &egrave già pronto. Chinata verso l’obiettivo voglio che veda i miei seni, grossi, gonfi. Voglio che comprenda la mia voglia, il mio desiderio concretizzarsi sempre e solo nel suo volto. Voglio che veda come sono. Voglio che si ecciti osservando le mie dita tra le labbra, sapendo i giochi che ho fatto solo pochi istanti prima.

Scarico le foto sul pc, le allego alla mail e invio.

Meravigliosa tecnologia.

Ora devo solo attendere. Non dovrebbe passare molto.

Meno di quanto pensassi. Il cellulare squilla. Non c’&egrave bisogno di osservare il display. So bene chi é. Rispondo, ma senza parlare. Sento solo il suo respiro dall’altra parte, dall’altro capo del mondo. Lo sento sforzarsi di cercare le parole. Lo sento ansimare. Non c’&egrave bisogno di salutarsi, di augurarsi il buongiorno. Non c’&egrave necessità, per noi.

Mi chiede come sono, dove sono. Gli descrivo la scena, la mia eccitazione, il mio desiderio di appartenergli anche stamattina, anche da così lontano. Attendo gli ordini, impaziente. E non tardano ad arrivare, mentre la sua voce si fa sempre più profonda.

Intingi ancora il dito nel cioccolato, scivola giù, riempiti, ti voglio leccare.

Chiudi gli occhi e guarda. Mi vedi? Sono davanti a te, ti apro le gambe piano. Poggio le labbra sulla tua meravigliosa apertura, mentre la lingua scivola dentro a cercare di bere e nutrirmi di te. La voce mi scalda la mente, le parole mi invadono senza freno. La mia mano ripercorre esattamente i passi richiesti. Le mie dita scivolano dentro dove c’&egrave la sua lingua, alternandosi in un movimento ritmico ed eccitante.

Ora salgo a baciarti. E la mia mano cerca la mia bocca, lasciandomi assaggiare la dolcezza che solo lui sa far nascere dentro me. Ti voglio succhiare ancora. E giù ancora, spingendo dentro di me, alla ricerca del piacere, quello più intenso, quello che senti arrivare, che cerchi di frenare al solo scopo di prolungare il piacere. Toccati amore, fammi sentire come vieni, fammi sentire che mi vuoi. E la mia mente si perde, la sua voce che mi cerca, il suo desiderio che sento giungere fino a qui. Non posso resistere oltre, la mano aumenta il ritmo, le dita entrano ed escono, il respiro diventa un rantolo, fino all’esplosione di un grido, e poi un altro ed un altro ancora.

Sei meravigliosa amore mio, ti sento dire. Lentamente torno alla realtà. Piano piano tento di risollevare la testa, che ancora gira. Apro gli occhi, sorridendo a me stessa. Vorrei baciarti ora, mi dici, continuare a leccarti e farti volare di nuovo.

So che lo faresti, lo faremo ancora.

Questo &egrave il momento più difficile. Ti accorgi di essere sola, con un telefono in mano. Vorresti tenerezza, dolcezza, baci e carezze. Invece devi solo salutarlo, lasciare che torni al suo lavoro, mentre io devo avviarmi verso la mia giornata.

A presto amore mio dolcissimo.

L’odore del caff&egrave bruciato mi ricorda di non averlo mai spento dal fuoco.

Ne preparo un altro, sorridendo a me stessa, a lui, al nostro buongiorno’a tutti gli altri che seguiranno.

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