Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Notte Proibita

By 3 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Entrò lentamente, senza fare rumore. Aveva detto che non voleva che ci scoprissero. Come se stessimo cospirando per far saltare il governo. Mi si avvicinò e mi si strusciò addosso. “ti sono mancata?” mi chiese. Certo che mi era mancata. Da quando la sera prima mi si era spogliata davanti e mi aveva chiesto di masturbarmi davanti a lei. Certo che mi era mancata. La guardai ancora, estasiato. Quelle tette piene, sode, una terza abbondante, fantastica. Ancora coperte dall’ingombrante top nero che mi nascondeva tutto il loro splendore. Sapevo già che il reggiseno non lo portava. Lei odiava i reggiseno. Preferiva che le sue belle tette fossero libere nelle magliette e che l’attenzione della gente si catalizzasse su di loro. Le piaceva essere guardata da sguardi impudichi. “mi vuoi?” chiese ancora. E me lo chiedeva? Certo che la volevo. Annuii. Lei ridacchiò:”anche io voglio te” disse. Mi aprì i pantaloni e mi tolse i boxer. Il mio cazzo era già dritto e duro. Sorrise nel vederlo, e cominciò a lavorarselo un po’. Su e giù, su e giù. Senza volerlo, non aveva nemmeno iniziato e mi stava già facendo una sega eclatante. Aumentò la velocità della mano. Su e giù, su e giù. Sempre più veloce. All’improvviso si avventò famelica sul mio cazzo cominciando a succhiarlo. Era esperta non c’era che dire. Quello non era sicuramente il suo primo pompino. La lingua correva su e giù sapientemente e con le mani mi stimolava i coglioni. Cominciavo a godere seriamente. Non poteva immaginare quanto mi stesse portando vicino all’orgasmo. La lingua continuava a stimolarmi la cappella facendomi impazzire. Una dolce tortura. Poi improvvisamente smise. mi disse. Si tolse il top. Come avevo immaginato non portava reggiseno e mi godetti lo spettacolo delle sue straordinarie tette con i capezzoli dritti e duri che volevo succhiare. mi chiese. Fui per la spagnola. Sentivo di non poter aspettare, il mio cazzo reclamava ancora il contatto con quel corpo. Glielo misi tra le tette e cominciai a muovere il bacino con movimenti secchi. Non scorreva. Ci pensò lei. Lasciò cadere un’abbondante dose di saliva tra le tette e da quel momento la cosa andò meglio. Andavo come una furia. Su e giù. Ogni volta che il mio cazzo le arrivava a tiro mi succhiava la cappella. Stavo per venire ma lei si fermò di nuovo. mi disse. Cominciai a leccarle i capezzoli, sentendo il loro dolce sapore in bocca, poi li succhiai, dapprima dolcemente, poi con sempre più furia, arrivando anche a morderli. A lei però non sembrava dispiacere. Anzi. Accoglieva con gemiti di piacere quei morsi. Non potevo più aspettare, le mie mani scesero alla lampo della gonna. Prima però palpai il suo culo sodo e perfetto, beandomi della sensazione che mi dava. La sua gonna sexy cadde a terra, seguita un attimo dopo dal suo tanga nero. Mi lanciai come un animale su quella fica calda, grondante di umori. Cominciai a leccarla, a stimolare il clitoride, a mordicchiarle le labbra. Poi, quando lei non se lo aspettava, inserii il dito. E subito dopo un altro. E poi un altro. Con tre dita nella sua fica bagnata incominciai il ditalino. Ma lei non voleva venire prima che i suoi piani per la serata fossero terminati. Mi fermò, poi mi leccò le dita bagnate dei suoi umori. Quel gesto mi diede una nuova scarica. Le feci la proposta all’orecchio e lei accettò. Si tolse le scarpe con i tacchi a spillo e poi si sistemò bene sul letto. Infine mi prese il cazzo, eretto e pulsante, tra i piedi, protetti dalle sue autoreggenti nere. E cominciò a segarmi con i piedi. La cosa era terribilmente eccitante e lo diventava sempre di più man mano che i suoi movimenti passavano da incerti e inesperti a decisi e secchi. Forse era la prima volta che riservava quel trattamento a un cazzo ma il mio, in quel momento, urlava di gioia. Non seppi trattenermi. Emisi uno strano suono gutturale seguito da un: detto con una voce roca e eccitata. Il primo schizzo le arrivò sulle tette, il secondo sulla pancia, tutti gli altri le imbrattarono le calze nere. Il mio cazzo si afflosciò e io pensai, con ansia, che forse per quella sera non ce l’avrebbe fatta più. Il trattamento era stato straordinario. Ma quando vidi quello che lei faceva capii che quella notte avrei potuto fare di tutto. Infatti, dicendo con aria quasi colpevole un:, prese la mia sborra dalle sue tette e se la mise in bocca, leccandola voluttuosamente e lasciandosi scie biancastre sul mento. Sentii il mio cazzo tornare in tiro. le chiesi. Lei mi guardò furba:. Fu una delle esperienze più straordinarie della mia vita. Ci succhiammo e leccammo l’un l’altra fino a venire. Quando lei mi venne in bocca e sentii il suo sapore dolce decisi che l’avrei scopata. Quella sera stessa. Poi le venni in bocca io. La sentii mugugnare e poi bere avidamente ogni goccia della mia sborra. Me lo fece tornare duro in un attimo, poi mi chiese di scoparla. Mi alzai, le aprii le gambe e infilai lentamente il mio cazzo in quel paradiso caldo. All’inizio andai lentamente, con poche botte dolci. Ma poi lei mi chiese di andare più veloce. Cominciai ad alternare botte secche e potenti a veloci e dolci. Lei venne mentre la scopavo ma non mi chiese di fermarmi. Anzi pretese che io andassi avanti. Le sue urla e i suoi gemiti di piacere erano come miele alle mie orecchie. mi disse all’improvviso. Lo feci, rabbiosamente, preso nella foga dell’amplesso. cominciai ad insultarla pesantemente e ad ogni parola il suo piacere aumentava insieme al mio. All’improvviso lei gridò:> Venni un secondo dopo. Ma lei non era sazia, non era contenta e nemmeno io. Volevamo ancora una cosa tutti e due. Me lo chiese lei, eccitandomi oltre limite: Mi alzai, il cazzo di nuovo in tiro, e la misi in posizione. Avevo una panoramica del suo culo da lì, assolutamente straordinaria. Le bagnai un po’ il buchino, con la saliva, poi misi il mio cazzo e spinsi. Incontravo resistenza, ma era normale. Era ancora vergine di culo. Spinsi fino a farlo entrare tutto. Poi cominciai a pompare, sempre più veloce, incurante del fatto che, nelle sue grida, al piacere si era sommato il dolore. All’improvviso mi disse: Venni all’improvviso dentro al suo culo, mentre lei veniva. Mi chiese solo un ultima cosa. Segarmi davanti alla sua faccia e schizzarle la sborra in faccia. Lo feci. Poi lei si alzò, si ripulì e tornò nella sua stanza, nuda. Feci per fermarla: Lei mi guardò con occhi furbi, poi mi fece l’occhiolino: Tornò il giorno dopo, come aveva promesso, per riprendersi i vestiti. Per l’occasione mi face un bel pompino e volle che io ricambiassi leccandole la fica, cosa resa più facile dal fatto che era venuta nuda, vestita soltanto delle autoreggenti che il giorno prima non si era tolta nemmeno mentre scopavamo. Le chiesi se aveva dormito nuda e lei mi rispose che si, l’aveva fatto e si era anche masturbata parecchie volte ripensando alla nostra scopata e non era riuscita a dormire un granché. Sorrisi mentre lei cominciava a rivestirsi. C’era qualcosa di prepotentemente erotico persino nel modo in cui si infilava il top. Riusciva ad essere eccitante pur senza volerlo. Appena ebbe finito si voltò e mi chiese ‘Stasera lo facciamo di nuovo?’ Annuii. Per niente al mondo avrei rinunciato ad una scopata con lei. Mi baciò e se ne andò, lasciandomi solo a pensare a come avrei potuto rendere la scopata di quella sera unica come quella precedente. Chiamai la mia migliore amica in cerca di consigli. Le raccontai tutto. Lei rise ‘Come al solito fai conquiste in fretta eh? Hai pensato di fare qualcosa di normale invece che cercare difficili fantasie?’ Certo che ci avevo pensato, ma qualunque cosa con un aspetto troppo ordinario sarebbe parso troppo poco per lei. Dopo aver visto che comunque la mia amica non poteva aiutarmi gettai ogni tipo di progetto al vento. Avrei improvvisato. Come andava, andava. Lei arrivò puntuale quella sera, come al solito, scivolando nella mia stanza silenziosa. Portava un abito molto scollato, blu notte, con calze intonate, cortissimo, e dei tacchi a spillo vertiginosi, sempre blu scuro. Rimasi sorpreso da quello sfoggio di eleganza e bellezza. Mi si avvicinò ‘Sono stata a cena fuori’ spiegò sussurrandomi in un orecchio in modo sensuale ‘Era tanto noiosa, mi aiuti a divertirmi un po’?’ Oh l’avrei aiutata, sicuramente. Lei prese a slacciarmi i jeans e poi calò all’altezza del mio cazzo, segandolo dolcemente, regalandogli una piacevole sensazione. Non riuscii a trattenermi e le infilai le mani nella scollatura, tastando quelle tette stupende. I suoi capezzoli erano eretti, turgidi, li sentivo prepotenti sotto le mani. Continuai a palparla senza ritegno, facendole cadere le spalline per avere più spazio. Lei approfittò del fatto che le avessi liberato le tette per metterci il cazzo in mezzo e cominciare una fantastica spagnola. Gemetti dal piacere e il mio cazzo per un attimo sembrò pronto ad esplodere. Ma lei non lo voleva. Voleva dell’altro prima. Si alzò l’abito lasciandomi vedere il tanga blu. Glielo abbassai alle sue ginocchia, senza perdere tempo a toglierle. Poi mi fiondai tra le sue gambe, nel calore della sua fica bagnata. La leccai, senza ritegno, assaporando i dolci umori che lei non riusciva a trattenere mentre si contorceva dal piacere. Un fiume caldo e dolce mi si riversò nella bocca quando lei venne. ‘Ancora, ancora’ mi disse in preda a spasimi di piacere. Le inserii un dito nella fica calda, poi due, poi tre. Ad ogni dito in più lei gemeva di piacere. La volevo. Non la feci nemmeno sbarazzare dell’abito o delle scarpe o del tanga che portava ancora arrotolato sulle caviglie. La presi in quel modo, tastandole le tette nude. A ogni colpo lei lanciava gemiti sempre più alti. ‘Prendimi, si, prendimi come la troiana che sono, siiiiiiiiiiiiiiii’ Il mio cazzo trivellava dentro di lei ogni volta più forte, ogni volta più giù dentro alle sue viscere. ‘Si vienimi dentro, vienimi dentro!!!!!!!’ gridò con forza. E io lo feci. Le venni dentro, schizzandole la sborra calda nella fica. Lei urlò tutto il suo piacere, venendo. Si contorse contro di me. Poi mi scostò, si tolse il tanga dalle caviglie e poi il vestito. Non si tolse le calze, né le scarpe. Si alzò in piedi. Era incredibilmente sexy su quei tacchi a spillo con le gambe coperte da quelle calze aderenti. ‘Leccamela’ mi disse. Mi chinai ed eseguii, il cazzo di nuovo in tiro. Lei ricominciò a gemere, strizzandosi i capezzoli turgidi. All’improvviso mi fermò e mi disse ‘Devo ricambiare il piacere’ si abbassò e mi prese il cazzo in bocca, succhiandolo con maestria. Cominciai a gemere, fuori controllo, finché lei non mi fece venire, dentro alla sua bocca. Succhiò la sborra calda che le invadeva la bocca. Poi si infilò un dito tra le labbra per passarselo, sporco di sborra, sul buco del culo. ‘Prendimelo’ disse. Non ci pensai due volte. Il cazzo di nuovo in tiro le andai dietro e la presi analmente. La penetravo sempre più forte, tanto che lei all’improvviso gridò ‘Siiiiiiiii, mi apri in due, mi spacchi, daiiiiiii siiiiiiiiiiiiiii’ Quelle sue grida mi incitavano e, all’improvviso, le venni nel culo, mentre un potente orgasmo scuoteva anche lei. Si buttò a terra e mi chiese di masturbarmi. Cominciai a farmi una sega mentre lei si tormentava il clitoride. Quella vista eccitante mi aiutò a venire. Le schizzai la sborra addosso: sulle tette, sulla pancia, sulle gambe inguainate dalle autoreggenti. Lei si alzò e si ripulì. Poi mentre se ne andava, nuda, mi disse ‘Domani mattina mi riporti il vestito?’. Quindi uscì, laccandosi via dalla faccia l’ultimo schizzo di sborra.

Leave a Reply