Era molto che ero alla ricerca di una Padrona quando un amico mi dice:’se vuoi chiama questo cellulare, ho già accennato a questa Mistress di te, Lei sta cercando il suo schiavo fisso’ e buona fortuna.
Telefono e come sempre sono imbarazzato ed in difficoltà quando contatto una Padrona; non so mai cosa dire, come comportarmi sono un vero imbranato. Ma la conversazione per fortuna è breve e decidiamo di vederci la sera successiva.
Sono emozionato, agitato, forse la conosco ma la cosa che più conta è che abita vicino a me e quindi avrò occasione di incontrarLa spesso.
Quando mi apre la porta mi accorgo che una gran bella Donna, mi ordina di inginocchiarmi e di salutarLa correttamente: bacio sui piedi e saluto ‘buonasera Padrona’; il bacio sui piedi mi piace, mi fa sentire immediatamente uno schiavo, ma la seconda parte mi lascia un po’ perplesso, mi è stato insegnato che prima di dire ‘Padrona’ devi guadagnarti il ruolo di schiavo.
Lei mi chiarisce subito le regole e ciò che vuole e cerca nel suo schiavo. E’ sadica, le piace femminilizzare e avere una sissy come schiavo. Non sono maso e questo un po’ mi spaventa, ma amo l’umiliazione e questo può associarsi facilmente alla femminilizzazione ma una sissy è per definizione: serva, schiava e cagna, è quest’ultimo aspetto che mi preoccupa, ma è talmente tanto tempo che cerco una Padrona ‘sotto casa’ con la quale condividere la mia passione. Decidiamo di provare ed il primo mese scorre tranquillo, non sento più parlare di sissy. Ci vediamo anche 2 volte a settimana, Lei mi pinza i capezzoli anche con dei coccodrilli e poi li torce e li tira, i dentini mordono la carne tenera e delicata, a fatica trattengo le lacrime e le urla ma voglio diventare un bravo schiavo, voglio che Lei sia consapevole che sono una ‘prima scelta’ nonostante l’età ed i miei limiti. Mi sculaccia e poi usa puddle, flogger e cane sulla mia schiena ed in particolare sulle mie chiappe segnandole per bene. So che mi sta valutando, cerca di comprendere il mio livello di sopportazione, la mia capacità di soffrire.
Il mese è passato, ed una sera mentre sono in ginocchio e le sto massaggiando i piedi, che sono bellissimi e che amo baciare fra un massaggio e l’altro, mi dice adesso bisogna cominciare la tua trasformazione ed il tuo addestramento, per prima cosa il nome ‘Patricia’ e poi cambiamo il collare. Mi slaccia il collare nero da cane che indosso per allacciarmene un altro: rosa e con una medaglietta che porta inciso da un lato, quello visibile ‘troia’ e sul retro ‘schiava di Padrona Opis Verano’. Sapevi che questa era una delle mie passioni e che sarebbe successo prima o poi. Bene la prossima volta che vieni andremo a fare spese, intanto per domani procurati un paio di perizoma, collant neri max 40 denari e calze con reggicalze e appena arrivi a casa vuota i cassetti da tutta la biancheria da uomo e gettala, da ora in poi userai solo intimo da donna. Ora spogliati e prendi nell’armadio le scatole con lo strap che devo depilarti. Mi spaventa , so che è doloroso ma non so rendermi conto di quanto lo sia e questo mi innervosisce. Le strisce mi vengono posate sulle gambe, sulle braccia; il dolore vero è però quando le strisce mi vengono applicate sul petto e sulla pancia, le lacrime scorrono realmente. Quando mi guardo nello specchio è strano vedere il mio corpo glabro, mancano solo la parti intime che Lei mi dice:’depilerai con la crema e poi rifinirai con un rasoio. La prossima volta che ci vediamo ti darò le regole da rispettare, e vedrai che a poco a poco ti piacerai, sei molto femminile’.
La sera entro in un negozio intimissimo e compro i 2 perizoma come ordinatomi. Torno a casa svuoto l’armadio, rifinisco la depilazione, mi cambio e mi guardo. L’immagine che mi rimanda lo specchio mi turba, un po’ di pancetta ma ho due belle gambe e un bel culo, proprio come dice la Padrona. Dalla vita in giù sembro una donna soprattutto guardandomi di spalle e se non avessi qualcosa che’ adesso guardandomi in mezzo alle gambe e vedendolo così ‘nudo’ mi imbarazza.
Ci vediamo nuovamente pochi giorni dopo, sono eccitatissimo e mi chiedo cosa faremo. Suono Lei mi fa salire e dopo averLa salutata ‘adeguatamente’, baciandole i piedi, mi mette il collare e poi dice: ‘usciamo’. Mi tremano le gambe, come faccio ad uscire con il collare, e soprattutto la medaglietta con la scritta ‘Troia’, provo a protestare mentre il mio pene cresce inevitabilmente nei miei jeans a dimostrazione di ciò che provo. Usciamo, montiamo in auto, sono poco attento alle parole della Padrona, preoccupato della mia condizione e solo quando mi afferra il collare mi giro verso di Lei che irritata mi dice:’ Forse dovresti girare con quel collare a vista’ e mi allunga una sciarpa che sollevato avvolgo intorno al collo.
MI da rapidamente le indicazioni e ci troviamo di fronte ad un grandissimo magazzino cinese, entriamo. Mi ordina di prendere un carrello e di seguirla. Un reparto dopo l’altro.
E’ un magazzino enorme e la Padrona si dirige immediatamente nel reparto intimo, incomincia a vedere dei corsetti, ‘Lo voglio molto stretto per te, se riuscissi a farti un vitino a vespa’ e sorride; poi sceglie un paio di camicie da notte, queste le indosserai sempre da questa sera, dovrai sentirti ‘donna’ e imparerai; poi sceglie 3 reggiseni push-up, uno nero ed uno rosso, vedrai che bel seno con questi, prendendone uno rosa ‘sarai una bellissima sissy troia, amo il rosa, ti voglio molto fru-fru’. Passiamo poi al reparto scarpe, ne sceglie due paia tacco 12cm, mi conduce in un angolo nascosto e me le fa provare. La delicatezza con cui mi tratta, l’attenzione nei miei riguardi, mi fa capire che tiene a me. Un paio di camicette, una mini di jeans e un paio di jeans’ mi guarda,’che misura porti? Questi saranno molto stretti, ma da oggi sei a dieta e vedrai che ti fasceranno come una seconda pelle’; afferra dei leggings in simil-pelle: ‘con questi non possiamo sbagliare ti andranno un po’ stretti’. Passiamo al reparto trucchi e bijou. Sceglie una parrucca rosso castano, prende delle matite per gli occhi, ciglia finte, rossetto di un bel rosso, smalto per le unghie, anche questo di un bel rosso vermiglio. Seleziona: braccialetti, una collana, un paio di anelli a cui aggiunge anche quello da mettere al dito del piede. Prende due orecchini, si guarda intorno e me li accosta all’orecchio e sorride, ti stanno proprio bene. Per la caviglia ho ordinato una cavigliera speciale’. In argento con scritto ‘slut’ insieme al collare è il mio regalo per la mia cagnetta. Con un carrello praticamente pieno ci rechiamo alla cassa.
A casa. Spogliati cagna, fammi una sfilata voglio vedere come ti stanno tutti questi capi. Si siede sulla poltrona mentre io mi spoglio e uno dopo l’altro indosso tutti i capi, camminando su questo tacco vertiginoso. Sono eccitatissimo il mio cazzo è duro come il marmo e bagno completamente le mutandine
Lei è felice lo vedo e dalla poltroncina mi ordina: ‘metti la camicia da notte rosa, poi metti quel corsetto, ti voglio vedere senza intimo in minigonna’.’. Ogni tanto mi dice cosa fare:’adesso toccati il seno ed accarezzalo, poi con la mano portati la tetta nella coppa del reggiseno; dobbiamo mettere il tuo cazzettino in modo che non si noti il rigonfiamento’.
Quando finisco di sfilare, Lei:’ dalla prossima volta inizieremo l’addestramento, imparerai a camminare su tacchi da 15cm, saranno quelli che indosserai abitualmente tra un po’; ti insegnerò a truccarti a muoverti a parlare come una femminuccia. Diventerai una donna, avrai problemi quando ti relazionerai con gli altri perché ti verrà automatico parlare al femminile, ti vedrai e sentirai donna’. Quando parlerai con me sarà solo al femminile; quando andrai in bagno a fare pipì da oggi in poi lo farai stando seduta come fanno le donne; la notte dovrai dormire in camicia da notte e senza intimo, sempre disponibile come una troia; ti userò con il mio strap-on e ti sfonderò ed aprirò, ti insegnerò a succhiare cazzi diventerai una vera troia. Da oggi ti è vietato segarti, solo io posso dirti quando potrai godere; dovrai masturbarti la fichetta almeno 3 volte per notte e penetrarti, inizia con un dito e poi aumenta. Confido che mi dirai ogni mancanza, per le quali ti punirò duramente e severamente. Quando sarai pronta verrai in giro con me vestita da zoccola e gli uomini sbaveranno dietro di te, ti porterò in locali di scambisti per farti scopare, vedrai che tra non molto sarai tu a chiedermi cazzi veri e sborra, l’astinenza ti porterà ad essere una cagna sempre in calore’. Sono veramente spaventato ma mi piace e il mio cazzo sempre duro lo conferma. Umiliazione e sottomissione. Da anni non provavo più queste sensazioni.
La sera rientro a casa, in una busta le camicie da notte. Mi lavo e mi preparo con cura, mi guardo allo specchio, mi sconcerta e mi destabilizza ciò che vedo. Spengo la luce, sarà una notte lunga e piena di pensieri, tremendamente eccitato non riesco a trovare pace.
Se mandare la buonanotte ed il buongiorno alla Padrona è prassi rispettata, la mattina devo fare anche il resoconto della nottata, raccontare delle mie sensazioni quando mi vesto e sento scorrere il nailon delle calze sulle mie gambe, o il filo del perizoma mi si infila fra le chiappe ricordandomi che sono una troia e che ho una Padrona che dispone della mia vita, oppure quando in bagno devo sedermi per espletare la necessità di urinare. Non posso mentire a me stesso, la mutandina bagnata e le perdite continue’ sono una cagna sempre eccitata.
Cap.3
Sono passati 3gg ed oggi dovrebbe iniziare il mio addestramento, sono curiosa ed intimorita, posso immaginare di cosa si tratta. La Padrona lo ha accennato, ma mi chiedo come si svolgerà. L’inizio non è dei migliori, saluto la Padrona baciandole i piedi ma preso un po’ dal nervosismo parlo al maschile; il suo sguardo mi fulmina, verrai punita Patricia, mi consiglia gli abiti da indossare e mi manda a vestirmi. Al mio ritorno mi guarda, e dal suo sguardo vedo che approva, ‘Avvicinati e poggia i tuoi piedi su questo sgabellino’. Una dopo l’altra le mie unghie diventano rosso fuoco, mi piacciono. ‘Da oggi le avrai sempre così, devi imparare ad avere cura del tuo corpo e del tuo abbigliamento, depilarti costantemente e vederti bella. Dovremo poi trovare un paio di tatuaggi, uno sulla caviglia e magari una bella rosa su una spalla, poi un altro che metta in evidenza il tuo culo. Anche un piercing all’ombelico non sarebbe male. Quando ti porterò in spiaggia sarai bellissima’. Mi sistema la parrucca e mi controlla il reggiseno.
Il mio cervello sta andando in loop, troppi pensieri. Come farò con gli amici, i parenti, non sarà più possibile nascondere nulla. Mi sento come in una boccia di vetro, le sue labbra si muovono ma non sento cosa dice, incomincio seriamente a preoccuparmi a pensare che forse sarebbe meglio lasciare perdere. Una sberla per richiamare la mia attenzione, Lei mi sta dicendo come impostare la voce, ascoltarmi poggiando la voce un paio di note più alte mi sembra strano. Lei mi incoraggia, anche se mi dice che questa per ora è solo l’intonazione, ma che successivamente mi insegnerà anche a modularla. Subito dopo è il momento della camminata sui tacchi, iniziamo con un tacco 10cm. Lei mi cammina accanto correggendomi costantemente, nel frattempo parliamo in modo da combinare entrambe le attività. Ancheggiare, sculettare, un passo dopo l’altro, accompagnando il movimento con le mani. La postura: spalle dritte e guardare avanti, passi mai troppo lunghi, mantenere sempre le gambe dritte poggiando il tacco e poi la punta quasi mantenendo il piede parallelo al suolo; quando mi fermo mi dice come posizionare le gambe, i piedi ed i gesti da compiere: scostare una ciocca di capelli, umettarsi le labbra. Ogni gesto ogni cosa è studiata per rendermi più ‘donna’. Nulla è lasciato al caso.
Cammino, parlo, mi siedo, accavallo le gambe e intanto continuo a parlare. I piedi mi fanno male, le spalle, i polpacci, sono stanca, ma Lei non ha pietà. Continua ad incitarmi per circa tre ore, e quando mi dice che abbiamo finito mi manda a prendere il cane per la punizione.
A novanta gradi, mi fa togliere la gonna e poi mi colpisce 10 volte. I segni sono belli evidenti, intorno ad ogni colpo la pelle si gonfia e si evidenzia qualche striscia di sangue. A fatica mi sono rimessa in posizione dopo ogni colpo. Non sono maso, ma so di meritarli e so che Lei è la mia Padrona e può decidere di frustarmi con o senza motivo, solo per il suo piacere.
La serata è finita, nonostante tutti i miei dubbi sono eccitata e felice. Devo rimettermi i miei abiti maschili che nascondono un fiore che sta per sbocciare. Per fortuna porterò i segni del cane, le unghie rosso fuoco che mi porteranno ad avere un collegamento mentale continuo ed ininterrotto con la mia Padrona e ciò che sto diventando.
Prima di andare la Padrona mi richiama: ‘non voglio più sentirti parlare di cazzo, quando parli del tuo; i cazzi sono quelli che prenderai e che succhierai, il tuo da oggi si chiama clitoride così come il tuo ano adesso è la tua fichetta. Non dimenticarlo’
Rientrare a casa, guardarsi allo specchio. I segni su una pelle bianchissima, le unghie rosse dei miei piedi. L’insieme mi eccita e mi destabilizza. Forse sono sempre stata una ‘donna’ e non lo sapevo. Lei sta tirando fuori questo aspetto di me sconosciuto, eppure qualche sentore lo avevo avuto, mi è sempre piaciuto indossare collants e guardare attraverso il velo nero di un 20-30 den il mio piede, ma è anche vero che sono un feticista dei piedi, e guardo i miei ma amo quelli delle donne che spio quando posso; in estate controllo sempre le auto che mi affiancano in autostrada sperando di vedere i piedi nudi delle donne sui cruscotti delle auto di chi sta andando o tornando dal mare. Ma mi eccitano anche i culi fasciati nei leggings o nei jeans strettissimi ed elasticizzati. Indosso il baby-doll, domani dovrò metterlo a lavare è già qualche giorno che lo indosso e mi guardo nuovamente allo specchio. Mi butto sul letto sperando di dormire ma troppe sono le emozioni, troppo forte la mia eccitazione che non può essere placata se non per concessione della Padrona. La mano più volte scivola verso il basso, ma quasi suonasse un campanello d’allarme mi sveglio dal torpore in cui riesco a cadere e mi fermo in tempo. Poi ricordo l’ordine e incomincio a masturbare la mia fichetta, mi succhio l’indice e lo faccio scorrere sull’aureola grinzosa forzando piano il mio buco, e mi accorgo che la cosa mi eccita; non capisco se sia vera eccitazione o se sia il gioco di sottomissione nell’ubbidire alla Padrona. Risento le sue parole quando mi dice:’vedrai piano piano ti piacerà sempre di più e ti accorgerai che sei nata per essere una cagnetta nata per soddisfare cazzi’.
Quando finalmente la sveglia suona, mi scuote dall’incubo. Messaggio come sempre la Padrona raccontando la mia nottata, scelgo il perizoma, indosso le autoreggenti sotto i pantaloni e vado a lavorare.
Chissà forse tra qualche tempo passerà, ma in questo momento sono agitata ed eccitata. Ho sempre paura che qualcuno possa accorgersi che indosso calze da donna, e poi se mi succedesse qualcosa e venissi portato in semi-incoscienza in ospedale?
La giornata passa rapida, la mia mente è continuamente distratta dal filo del perizoma che si infila inevitabilmente nel solco del mio culo, e questo mi porta sempre a pensare anche alle calze, per 2-3 volte sono costretta a recarmi in bagno per mettermi in ordine perché tendono piano piano a scendere.
La sera rientro a casa e mi cambio, indosso un abitino succinto, scarpe tacco 10 e mi infllo un piccolo plug nel culo. Una foto con il cellulare e whatsApp ‘Vado bene Padrona?’. E’ così che mi vuole, è così che mi ha ordinato di preparami. Devo piano piano dilatare il mio culo, renderlo morbido ed accogliente ed imparare ad essere ‘donna’.
Mi ritrovo sempre più spesso a guardare abiti e scarpe da donna, ad immaginare come potrei essere indossando questo o quello. La pancetta in parte sta calando, la dieta fa il suo effetto ma mi vedo sempre grossa. Apro Internet e cerco un corsetto modellante. Scelgo il più stretto, con 26 stecche d’acciaio che mi renderanno visivamente più magra e forse nel tempo modificheranno anche il mio fisico, riducendo la vita e facendo risaltare i fianchi come una vera donna. Una nota dice: ‘attenzione la continua costrizione potrebbe modificare la posizione dei vostri organi’. Completo l’ordine con un paio di shorts da vera troia e quando chiudo il pc vorrei che tutto fosse già qui. Invio le foto con whatsapp alla Padrona sapendo di farLe cosa gradita.
Il mio addestramento continua, le prove sono sempre più difficili ma la Padrona mi stimola ed incoraggia almeno quanto mi punisce quando sbaglio. Ho letto che il percorso dura degli anni. A me sembra di bruciare le tappe. Quando esco di casa per andare da Lei mi preparo già in parte come una Donna, me lo ha chiesto non ordinato perché si rende conto che non posso sputtanarmi con i vicini, ma io cerco di essere come Lei mi vuole anche se la vergogna mi uccide. Mi preparo con calma. Jeans elasticizzati con zip alla caviglia, sandali alla schiava così che lo smalto rosso risalta benissimo con il piede nudo, ma mi dico: ‘anche Ronaldo è andato in giro con lo smalto sulle unghie dei piedi’ . Cerco di camminare veloce per raggiungere la macchina e di non guardare nessuno negli occhi, augurandomi di non incontrare persone che conosco.
Appena entro in casa mi mette il collare e solo dopo inizia il mio addestramento. Ogni gesto deve essere misurato e studiato, devo acquisire portamento, atteggiamenti e impostare la voce. Lei procede con metodo, gli esercizi sono sempre gli stessi ma adesso inizia anche un corso di trucco, la scelta dei colori in funzione dei miei colori e della mia pelle, la scelta della parrucca, un bel caschetto castano ramato e poi cresce il livello di difficoltà. Da oggi ogni volta che verrò 20min. saranno dedicati a camminare con un bellissimo paio di sandali rossi con tacco 15 senza plateau. Una vera tortura. Appeso alla sbarra del trampling cammino cercando di mantenere una posizione eretta in equilibrio precario. Come un trapezista alle prime armi cerco di non rompermi una caviglia cadendo da quest’altezza. Lei mi guarda, è soddisfatta del mio impegno e del mio comportamento. ‘Sei bellissima hai proprio dei bei piedi e delle bellissime gambe; se guardassi solo i sandali sotto quei jeans sembreresti proprio una donna, mi rendi felice cagnetta mia. Mi farai fare proprio bella figura sabato ‘.
Sabato? Cosa succederà sabato. I miei dubbi vengono subito fugati. Mi porterà in giro per locali. Prima una discoteca, poi un locale per scambisti dove per ora mi esibirà soltanto o forse’.Già perché oggi inizia anche il mio addestramento come bocchinara. Sceglie uno strap-on di medie dimensione, lo allaccia si siede e poi mi chiama accanto a se. ‘In ginocchio cagna metti il profilattico a questo fallo e poi inizia a succhiare. Vediamo cosa sai fare, diventerai una vera succhia cazzi, ti voglio molto troia’.
Sono in ginocchio con questo totem davanti al mio viso, è enorme e bellissimo. Non capisco come mai, ma ultimamente mi capita sempre più spesso di sognarmi in ginocchi a succhiare un cazzo. Lo hai mai fatto troia? La sua domanda mi distoglie dai miei pensieri. ‘Forza afferralo alla base con la mano. Lubrifica il cazzo con abbondante saliva, se vuoi sputagli sopra, serve a scorrere meglio, copri i denti con il labbro e con la lingua, la tua bocca deve essere una vagina calda e morbida ma in più devi succhiare. Succhia le palle e poi prendi piano in bocca la punta e incomincia a leccarla, lecca dalla base fino alla punta e succhialo piano, con le labbra ben stretta fai scivolare tutto o almeno fino a dove riesci; fai vedere che ti piace, pensa ad un gelato, a quando succhi un chupa-chupa. Ora prendilo tutto in bocca ed incomincia succhiando ad andare su e giù e accompagna il movimento con la mano perché difficilmente riuscirai a prenderlo tutto in bocca, aiutati con la lingua. Devi assecondare il movimento, succhiare quando entra e soffia quando esce. Brava, sei nata per questo, si vede che ti piace e attenta ai denti, non si devono sentire. Alla fine nel tuo caso non potrai bere il suo sperma perché avrà un profilattico, ma se così non fosse, dovrai ripulirlo’. Le mandibole mi fanno male, il fallo è grande e quando Lei mi afferra la testa ed incomincia a fottermi in bocca ho dei conati di vomito, Lei lo capisce e mi lascia tornare a dei limiti a me più congeniali. ‘Devi imparare a farlo arrivare fino in gola, non starebbe bene se vomitassi’.
Sembra un uomo, mi fotte la bocca con violenza, sembra godere realmente e quando mi afferrandomi la nuca mi stacca il cazzo dalla bocca, mi guarda in viso ed il suo volto è stravolto da una smorfia di piacere. Il cazzo è sporco del mio rossetto. E’ vero mi è piaciuto e spero di farlo usare presto un cazzo vero, sentirlo crescere e pulsare nella mia bocca e magari sentire il sapore della sua sborra, oppure farmela schizzare sul viso come una vera troia.
Ringrazio la Padrona, mi vesto o meglio mi spoglio per indossare nuovamente i miei abiti normali. Incomincio a guardarmi con occhi diversi. Mi piaccio quando sono vestita da donna, con minigonne o shorts ridottissimi, con abiti trasparenti e mi chiedo cosa potrebbe pensare la gente. Mi inginocchio bacio i piedi alla Padrona e ringrazio. Ringrazio per ciò che sto diventando, forse sono una donna mancata.
Sto rientrando dal lavoro, e spero mi restituiscano l’auto. Alla BMW mi hanno dato un auto sostitutiva ma spero di recuperare presto la mia. Assorto nei miei pensieri, accaldato per la giornata passata forse supero inavvertitamente il limite ed una pattuglia della stradale mi fa cenno di fermarmi. Mentre mostro la patente ed il libretto, l’altro agente con un pastore tedesco al guinzaglio fa il giro dell’auto. Improvvisamente il cane sembra impazzito. L’agente dinnanzi a me a questo punto mi ordina di scendere e poi mi chiede: ‘dove è?’ Non capisco e scuoto la testa in segno di incomprensione. Mentre il secondo agente con il cane continua a girare intorno all’auto, l’altro continua a rivolgermi la stessa domanda: ‘dov’è?’ Non capisco e sembro un idiota. L’altro poliziotto si avvicina, mi chiede di aprire il cofano poi fa entrare il cane nell’auto. Sembra innervosito, lo vedo parlare alla radio e poco dopo ci raggiunge una seconda volante. Si fanno dare le chiavi dell’auto e uno degli agenti si pone alla guida mentre mi fanno sedere sulla seconda volante. Dopo un rapido viaggio siamo alla centrale mi fanno scendere e mi conducono in una saletta spoglia dove mi dicono di attendere.
Solo un tavolino in formica, 3 sedie di legno, alla porta un agente. Passano circa 3 ore prima che qualcuno entri e mi rivolga la parola. Si siede e si presenta poi mi rivolge nuovamente la stessa domanda: ‘Dov’è?’. Quando dico di non capire, si irrita e urla ‘la troveremo non si preoccupi’. Entrano un paio di agenti e quello che sembra il capo mi ordina di spogliarmi. Il cervello va in palla, balbetto qualcosa: ‘ma cosa cercate?’ Non voglio spogliarmi. Mi vergogno. Sono completamente depilato, ho lo smalto sulle unghie dei piedi ed indosso il perizoma ed il reggicalze. Farfuglio qualche scusa cercando di capire quale sia il motivo e finalmente arriva la risposta. ‘Probabilmente ti sarai inserito qualche ovulo nel retto vero? I cani non sbagliano mai e noi lo troveremo. Forza spogliati velocemente che non abbiamo tempo da perdere’. Ora che comprendo di cosa si tratta cerco di spiegare che l’auto non è mia, che mi è stata data solo al mattino, ma non riesco a convincere nessuno. ‘Si spoglia da solo o dobbiamo aiutarla?’ Capisco che è inutile, provo a chiedere di chiamare un avvocato ma sembra di parlare da soli e quando vedo che due di loro mi si avvicinano incomincio a spogliarmi. Mi tolgo la polo Lacoste, mi slaccio i pantaloni e poi mi fermo. Il cervello cerca di elaborare un idea, una soluzione ma sono completamente svuotato. ‘Muoviti non abbiamo tutto il giorno’. L’ultima barriera mi sfilo i mocassini e se ancora non è evidente che indosso delle calze da donna, quando sfilo i pantaloni tutto sembra fermarsi. Un silenzio piomba nella stanza e subito dopo esplode una risata generale. Una risata sguaiata che non riesce a placarsi. E quando ormai finalmente sta per riprendere fiato, indica i miei piedi ‘ha anche lo smalto questa checca’. E la risata riparte. Solo dopo qualche minuto, ancora scosso dalle ultime risate il capo dice: ‘quindi inserirti gli ovuli ti è pure piaciuto vero frocetto?’ Capisco che spiegare è ormai inutile. Cerco di nascondere che l’umiliazione mi sta causando una evidente eccitazione, generando lo scoppio di un’altra risata.
‘Forse dovremmo chiamare un’agente donna per questa femminuccia’ dice uno di loro, e parte un’altra risata. Ormai ogni cosa li fa ridere ed in me cresce l’umiliazione e l’eccitazione per questa situazione. Bene adesso preparati, abbassa quel triangolino e apriti troietta, che ti dobbiamo fare un analisi rettale. Un agente si infila un paio di guanti di lattice e si avvicina. No questo no sono vergine. Mi bloccano mi girano e mi allargano. Cerco di resistere e stringo il culo e lo sfintere. Il capo mi dice:’rilassati o ti faremo più male troietta’. Provo a resistere poi mi accorgo che le sue dita penetrano inevitabilmente forzandomi la rosetta che fino ad oggi avevo protetto. Quando la mia Padrona saprà’.. forse mi punirà o sarà felice, non so. Sento le sue dita, prima uno poi due, tre 4. Mi fa male urlo. Mi mettono una gag-ball e poi continua a spingere. E’ la mano che infine entra, la sento girare entrare ed uscire ed il cazzo si erge, sto godendo dimostrando cosa ormai so ma mi sono rifiutata di accettare. Sono una troia, una puttana. Quando decide che ha finito ritira la mano si toglie il guanto. ‘Non si è infilata nulla neanche qui, forse dice il vero e non ha niente. Rivestiti e vattene troia’.
Mi rivesto rapidamente senza guardare nessuno. Vorrei segarmi il mio cazzo è duro come il marmo. Riprendo le mie cose e mi avvio all’uscita. Sedermi in auto non è facile, il culo mi fa male eon trovo facilmente la posizione. La mano corre sui pantaloni e inizia a strusciarsi’.. Non ho il permesso di venire, mi fermo. Avvio il motore e torno a casa
Sono a casa e so che devo raccontare quanto mi è successo alla Padrona, e so che probabilmente si arrabbierà. La chiamo e incomincio il mio racconto, Lei mi lascia parlare e quando finisco, ‘so che ti sei eccitata vero cagna e verrai punita’
Qualche sera dopo sono da Lei, non ho il coraggio di alzare gli occhi, sento il suo sguardo su di me, mi trafigge, sembra mi esplori e legga nella mia mente. Non un fiato e quando Lei rompe il silenzio ho un sussulto, temo e aspetto con impazienza le sue parole; in questi giorni non ho pensato ad altro, al timore per la punizione. ‘Vai a prendere il cane, quello cattivo, portamelo e poi aspettami alla gogna’, Quel cane fa veramente male e sono spaventata ma mi metto in posizione, con il culo scoperto. La sento avvicinarsi, mi blocca poi è il fischio del primo colpo. Urlo, il dolore è incredibile, se non mi avesse bloccata scapperei, non posso resistere e già dopo il 5 colpo incomincio a piangere. Quando finisce la sento allontanarsi e quando torna passa del cotone imbevuto di disinfettante sui miei lobi segnati da strisce rosse sanguinanti.
Poi mi carezza la testa e mi dice:’Mi spiace cagnetta mia, ma lo meritavi; ti ho preso la gabbietta così non si rizzerà più visto che non sai controllarti, poi ho preso appuntamento con la mia endocrinologa, mi ha dato una serie di esami che devi fare, e a fine mese la andiamo a trovare’.
La gabbietta è un oggetto strano in silicone morbido, Lei mi aiuta ad infilarla e poi la chiude con un lucchetto, la chiave la infila nella catenina che porta al collo, Li dentro non può rizzarsi e se succede ti farà male, sarà quindi tuo interesse non eccitarti, vedrai che tra qualche tempo poi non succederà neanche più.
Poi mi fa mettere a 90 gradi, si infila un guanto nero di lattice e mi cosparge il buchino di gel. ‘Ormai sei aperta vero troietta?’ Incomincia ad infilare 2 dita che subito diventano 3,4 e poco dopo l’intera mano. Mi sento aperta e per la prima volta sento un dolore al mio pene che non riesce a rizzarsi; fa male, ma il piacere è doppio, sento la mano di Lei che ora si è chiusa a pugno ruotare stantuffare. Quando esce un rumore accompagna il gesto, e mi sento improvvisamente vuota, ma subito mi sento forzare nuovamente. Essere usata e trattata come una troia, l’impossibilità dell’erezione ed il dolore che provo sono in realtà piacere, il piacere di sapere che sono una schiava, che ‘appartengo’, che non sono più libera di scegliere. Quando decide di smettere sento che il buco non si richiude. ‘Presto entrerò con entrambe le mani cagnetta’, ed un sorriso le increspa il viso.
Mi vesto, una camicia da notte trasparente ed un paio di zoccoli con tacco 12cm e incomincio a fare le pulizie mentre Lei mi controlla, qualche volta mi chiama e mi sculaccia, una pacca sul mio culo nudo e pesantemente segnato, ma è una sculacciata data con affetto, la Padrona mi vuole bene, sono la sua cagnetta.
Quando ho finito mi guarda, mi fa provare qualche abito’. Vedrai sarai bellissima il prossimo sabato quando ti porterò in discoteca. Le sue parole sono come una fucilata, varcare un altro limite uscire e farmi vedere in pubblico come ‘donna’.
Sono le 16,30, esito e trovo molte scuse prima di uscire, sono un po’preoccupato ma poi mi avvio, in realtà non desidero altro. La mia preparazione sarà lunga; la Padrona mi deve truccare poi vuole vedere come starò con gli abiti che ha scelto, dovrò essere bellissima stasera. Bustino e shorts di pelle, tatuaggi temporanei sulla spalla e sulla caviglia, una scarpa con plateau alta 15cm, parrucca a caschetto castano un trucco che ben si adatta al mio viso ed al colore degli occhi’. Mi guardo allo specchio e sembro proprio una donna, sono proprio bella. La Padrona mi ha resa bellissima. Arriva l’ora di uscire, ho sempre un po’ di imbarazzo quando esco da casa sua, nel cortile potrebbero vedermi e mi conoscono come uomo, ma forse non dovrei preoccuparmi, ormai da Lei sarò sempre più spesso Donna e quindi se non sarà oggi, sarà domani e mi vedranno. Il fatto poi che spesso quando mi è capitato di chiamarLa con qualcuno di loro presente, anche se mi ha dato il permesso di chiamarLa per nome a me viene naturale darLe del Lei. Tutti sanno che Lei è una Mistress e quindi fare 2+2 non dovrebbe essere difficile.
Salgo in auto dopo averLa fatta accomodare, e mi metto alla guida. Il tacco così alto mi costringe ad allontanare il sedile per riuscire a trovare la posizione, ci provo poi rinuncio. Ho solo una macchina e non voglio rischiare. Mi sfilo le scarpe e guido scalza, oltre a tutto mi piace stare scalza. Vedere delle donne camminare scalze mi ha sempre fatto eccitare.
Arriviamo a Bologna in una mega discoteca, parcheggio ma siamo lontani, rinfilo le scarpe e la seguo. I primi passi sono incerti, poi acquisto sempre più fiducia e le cammino un passo dietro. Lei si ferma e mi dice:’cammina’. Continuo a camminare, e sento il suo sguardo compiaciuto su di me. Poi mi raggiunge e mi si pone al fianco, mi sento protetta e sicura. Troviamo un posto ad un tavolino. ‘Accavalla le gambe come ti ho insegnato’ mi dice. Con la coda degli occhi vedo alcuni uomini che mi guardano e poi un sorriso sfiora il viso della mia Padrona.
‘Vammi a predere qualcosa da bere, è compresa nella consumazione dell’ingresso’. Mi alzo e so che Lei vuole vedermi camminare ed ancheggiare mentre mi avvicino al bar. C’è molta gente e devo aspettare il mio turno. Vedo una ragazza ed il suo ragazzo che mi guardano, parlottano fra loro, forse stanno dicendo. ‘guarda che frocio’; poi un pensiero, sono talmente abituata al mio collare che solo ora realizzo che non è normale indossare un collare rosa per cani e che sulla medaglietta c’è scritto ‘Troia’; non riesco neanche a vergognarmi, sono con la mia Padrona e sono felice, ma l’eccitazione sale alle stelle. Prendo una coca per la Padrona e ancheggiando come una vera troia ritorno orgogliosa e tremendamente eccitata. Lei mi aspetta e mi chiede subito:’ti sei eccitata vero cagnetta? Ti piace che tutti sappiano che sei una troia vero?’ ride e poi mi dice:’ti punirò per questo, lo sai vero’.
Si avvicinano un paio di uomini. La serata si vivacizza, La Padrona tranquillamente, dato che sono in penombra e non si vedrebbe dice che sono un uomo, che sono il suo schiavo e che sta facendo di me una troia; La serata continua e i due cercano di sedurre la Padrona ma Lei con abilità, porta la mia mano sulla patta di uno di loro, non mi resta che fare quello per cui vengo addestrata. Apro la cerniera e incomincio a segarlo. Lo schizzo mi sporca tutta la mano; un suo sguardo mi basta per capire cosa devo fare. Mi spalmo lo sperma sul viso e poi ripulisco la mano con la lingua.
La serata è finita, i piedi mi fanno male a camminare sempre sui tacchi, mi sfilo le scarpe e torniamo a casa. La Padrona è contenta lo leggo nei suoi occhi, sono stata brava
Ormai esco da casa vestita sempre allo stesso modo quando vado dalla Padrona, e seppure dicono che all’umiliazione ci si abitua e che il momento più difficile è quello della prima volta, e che si deve spingere sempre più, io non riesco ad abituarmi e mi vergogno sempre molto. Jeggings o leggings a volte anche in simil pelle e sandali alla schiava che evidenziano benissimo lo smalto rosso sulle unghie dei piedi. Chissà cosa mi metterò in inverno. Ho con me la mia cartellina, oggi dobbiamo andare dall’endocrinologa. Come sempre passo a prendere la Padrona. Dobbiamo andare in pieno centro a Bologna, non avevo pensato a questa eventualità, è vero che non dovrei incontrare nessuno che conosco ma in fondo mi mette meno in imbarazzo essere vestita da donna che essere un ‘ermafrodita’. La macchina deve essere parcheggiata lontano perché il centro è zona pedonale; appena apro lo sportello dell’auto alla Padrona, Lei mi dice:’non dovrei dovertelo ricordare, ma ti voglio vedere ancheggiare come una cagnetta in cerca di cazzi’. Ecco devo anche muovermi e atteggiarmi come una donna ma sono mezzo uomo e mezza donna, e la cosa mi imbarazza moltissimo, ma inevitabilmente il cazzo mi fa male, vorrebbe crescere ma è impossibile nella gabbietta. Nella sala d’attesa Lei mi fa cenno di accavallare le gambe e oscillare il piede, la gabbietta mi fa male ma è evidente che il motivo è quello di fare vedere le unghie smaltate. Finalmente è il nostro turno, la dottoressa è un’amica della mia Padrona, si baciano e incominciano a parlare fra loro non degnandomi di uno sguardo. Io rimango un po’ estraniato e mi guardo intorno, oltre agli oggetti normali di uno studio medico ci sono oggetti d’antiquariato; una sberla della Padrona mi riporta alla realtà. ‘dai le analisi alla Dottoressa Patricia, e poi spogliati’. Non avevo pensato a questo, è un’endocrinologa. Guardo la mia Padrona sperando di avere un po’ di supporto, ma Lei mi dice:’muoviti non abbiamo tutto il pomeriggio schiava!’ La dottoressa nel frattempo controlla le mie analisi poi mi guarda e mi chiede:’Come ti senti da donna? Ti piace sentirti femmina? Ti piacciono gli uomini e cosa ne pensi del pene? Bè se sei qui immagino che la tua Padrona Opis abbia visto in te una vera cagna’. Poi rivolgendosi alla Padrona, fai bene a tenerla in astinenza deve imparare a godere solo con la sua fichetta e desiderare di sentirla sempre piena’. Quindi si rivolge nuovamente a me. ‘Le tue analisi sono perfette, ma devi sapere che la differenza tra un uomo ed una donna è data dalla differenza degli ormoni prodotti dal nostro corpo, per un uomo si parla del testosterone e per una donna di estrogeni, gli effetti sono completamente differenti; in un uomo abbiamo l’erezione, molti peli, la muscolatura forte e la tendenza alla calvizia; per la donna abbiamo le curve dei fianchi e del seno, capelli folti una muscolatura flaccida e tendenza alla cellulite. L’uso di ormoni femminili in modo continuativo determina per un uomo la perdita di erezione e il rimpicciolimento dei testicoli e dopo qualche mese anche la formazione di un seno fino ad una seconda, ma l’assunzione continua di ormoni femminili determina la perdita completa dell’erezione, esistono anche dei rischi come ad esempio la possibile formazione di emboli nel sangue. Questo è il motivo per cui dobbiamo tenerti sotto controllo, dato che da oggi inizierai a prendere ormoni femminili per cambiare completamente la tua fisionomia. Vedrai che tra un po’ dovrai fasciarti il petto molto stretto per evitare che si veda il seno mente invece non dovrai più usare la gabbietta che sarà completamente inutile’. Scrive una breve ricetta, poi rivolgendosi alla Padrona, deve ripetere le analisi almeno una volta al mese e quando hai i risultati inviameli per mail, la voglio tenere controllata’.
Esco e sono un po’ sconvolto/a, il mio passaggio potrebbe essere irreversibile, non ci avevo pensato quando avevo solo accennato all’uso di ormoni femminili alla mia Padrona. Lei più volte mi ha chiesto se fossi convinta di usarli e se veramente volessi diventare più femminile. Iniziamo a parlare insieme, ma quando mi accorgo che Lei vuole dirmi qualcosa taccio, come è dovere di una schiava, e ascolto le sue parole. ‘Sei ancora sicura di questo passo? Vuoi pensarci ancora un po’?’ La guardo’. E’ bellissima e voglio essere la sua schiava e più divento donna e più mi accorgo che mi piace, che è ciò che voglio essere. ‘Si Padrona voglio essere la sua cagna. Andiamo a comprare le pillole’.
Siamo a casa della Padrona, è ancora presto e ceneremo insieme questa sera. Chiedo il permesso di andare in bagno, ho bisogno di pensare, di restare un po’ sola. Come sempre vado mi siedo sul water, non riuscirei a farla in modo diverso con la gabbietta’ La porta del bagno è aperta Lei vuole potermi guardare, vuole impedirmi di avere un momento di intimità. Si affaccia alla porta, mi guarda e dice:’verrai punita per aver parlato come un uomo alla Dottoressa, sai che devi sempre comportarti da donna e mostrarti sempre obbediente e sottomessa; intanto già da stasera inizierai la dieta che ti ha dato; devi mangiare solo cibi che aumentino gli estrogeni (ormoni femminili) e vedrai come ti crescerà il seno. Soia, latte e tutti i suoi derivati come yougurt e burro, fagioli e piselli e poi per il seno’vitamina C, il carotene, vitamine B, cereali ma anche birra e caffè e poi infusi e tisane come il thè verde Trifoglio rosso ecc. Devi invece eliminare il testosterone e quindi la carne rossa e minerali come zinco e megnesio; verdure come broccoli e cavolfiori e cavoli abbassano i livelli di estrogeni; la frutta secca oppure i semi di girasole e di sesamo, uova. Tutti questi elementi e anche qualche altro vanno assolutamente eliminati perché aumentano il testosterone e quindi la mascolinità’. Ascolto con attenzione, mi asciugo e mi rivesto, vado a prendere il cane cattivo, La Padrona ha pienamente ragione devo essere punita. Sono una cagna ma devo imparare anche a comportarmi come una cagna.
‘Piegati, sdraiati sul tavolo. Ti punirò qui.’ Il mio culo ben in vista e a disposizione dei colpi che mi segneranno. Uno, due, tre. Come sempre provo a resistere, voglio dimostarLe che sono io il più forte ma dopo 6-7 colpi non riesco più a trattenere le lacrime e dopo ogni colpo mi muovo. Quando finisce ringrazio, mi inginocchio bacio la sue intimità e poi incomincio a leccare. E’ Bagnatissima ama vedermi soffrire. Insinuo la mia lingua il più possibile, succhio mordo leggermente e la porto ad un’orgasmo pazzesco.
Finiamo di mangiare, mentre sparecchio e lavo i piatti Lei accende il Pc; quando finisco mi siedo accanto a Lei. Il video è su una chat porno ed il nome che vedo scritto è il mio ‘Patricia’; ‘bene’ mi dice, ‘hai preso una decisione importante oggi e quindi sarà anche la data del tuo battesimo. Ti ho aperto un account su questa chat per trav, se leggi il tuo profilo capirai cosa voglio per te’. Nel profilo:’cerco uomo anziano che non ha l’abitudine di lavarsi, che indossi mutande puzzolenti e macchiate di sborra e piscio vecchio. Sono troia succhiacazzi a cui piace succhiare e bere la vostra panna’. Risponderai solo a profili che rispondano a queste caratteristiche e finalmente questa sera succhierai un vero cazzo’.
In molti mi contattano. La maggior parte sono dei porci che si segano solo a parlare con me e sentire le mie risposte legate al mio addestramento, e la Padrona sempre attenta mi fa segno di tagliare; così chiudo molti pvt senza neanche salutare, quando finalmente, la Padrona mi fa cenno di si con il capo. Non so cosa l’abbia convinta o attirata in questo profilo, a me sembra uguale agli altri solo che rispetto agli altri non fa domande, ma si presenta:’Ho 67 anni e guido un camion da 6gg senza fermarmi mai e senza possibilità di lavarmi, dormo e vivo nella mia cabina. La notte mi sparo almeno 2 seghe guardando video porno su youporn. E’ questo che stai cercando Troia?’ La mia Padrona mi fa cenno di si e quindi rispondo su suggerimento della mia Signora:’Si Signore, e le sue mutande sono molto sporche?’. ‘Certo troia, dove pensi che sborri ogni volta? E adesso dove possiamo vederci cagna? Io mi devo fermare a Carpi e andare alla dogana, possiamo vederci li.’ La Padrona prende la tastiera e risponde al posto mio:’arrivo ho voglia di svuotarti le palle questo è il mio nr.di cellulare 348.xx.xx.xx’.
Mi cambio e mi vesto proprio da troia. Shorts di jeans praticamente inesistenti e a vita bassissima, sandali rossi 12cm, un top di rete ed il collare rosa con la medaglietta. Saliamo in auto direzione dogana di Carpi.
Sono molto agitata, è il mio battesimo e la Padrona vuole che sia da vera cagna affamata di cazzo. Mi sembra di metterci una vita ad arrivare a Carpi, da un lato vorrei fosse tutto finito, dall’altro sono spaventata, non so cosa mi aspetta e mi creo i peggiori scenari e temo di non riuscire a farlo e di deludere la mia Padrona e di essere severamente punita; eppure ormai spesso sogno cazzi da succhiare.
Siamo arrivate, lampeggiamo e subito da un camion risponde un altro lampeggio. La Padrona mi dice:’Vai e non deludermi cagna’. Scendo dall’auto e mi avvio al patibolo, quando arrivo sotto al camion, la portiera si apre, una mano mi viene tesa per aiutarmi a salire. Già l’odore in cabina è opprimente, lui è vecchio, grasso, barba lunga, abiti sporchi, forte è l’odore di sudore. ‘Allora cagna, sembri proprio una vecchia gallina, e questo è il primo pompino che fai? Che aspetti? Non penserai che faccia io? Apri i pantaloni e tira fuori il mio cazzo.’ Lo guardo e allungo le mani abbassando la cerniera e aprendo i pantaloni scoprendo un paio di vecchie mutande di cotone che forse in origine erano bianche ma che ora sono gialle e puzzano oltre ogni immaginazione. Mi viene da vomitare e volto la testa trattenendo un conato. Una sberla fortissima sulla guancia:’cosa credevi cagna? Questo è quello che stavi cercando, forza datti da fare con quella bocca devi farlo rizzare, e ci mette un po’ sai non sono più giovanissimo.’ Mi afferra dietro la nuca, allungo la mano per afferrare il suo cazzo cercando così di ritardare il momento in cui dovrò prenderlo in bocca e accelerare invece il processo di eccitazione, ma lui mi afferra per il collo e mi spinge sul suo cazzo ‘Niente mani solo la bocca cagna’. Il capo sul suo inguine, mi si rivolta lo stomaco ma incomincio a leccare piano, poi incomincio a mettere in pratica le lezioni della Padrona, ma quando lo scappello faccio veramente fatica a non vomitare. Sborra e piscio, il suo cazzo fa veramente schifo ma mentre lecco e succhio il mio spirito di cagna prende il sopravvento e incomincio a succhiare e pulire questo cazzo con sempre maggiore voglia. Finalmente sto succhiando un cazzo vero adatto a me, e quando finalmente si ingrossa e lo sento palpitare nella mia bocca, succhio con più foga ma la sua mano mi spinge il cazzo fino in gola, mi sento soffocare; la sua mano mi spinge e mi da il ritmo e finalmente lo sento sborrare, mi riempie la bocca. ‘Puliscimi troia’. La mia lingua ripulisce il cazzo, succhio ancora cerco di non perderne neanche una goccia. Poi richiudo i pantaloni e scendo dal camion tornando felice dalla mia Padrona che mi aspetta in auto, sculettando felice. Da oggi sono veramente una cagna
E’ passato ormai circa un mese, sono in auto e sto andando dalla Padrona. Sono felice, quando vado da Lei posso essere me stessa, mi ha rivelato una parte di me. Mi piacerebbe che la gente non giudicasse, e poter andare in giro sempre con minigonne o leggings e sandali, proprio come sono vestita adesso. Ormai sto attenta quando esco da casa e controllo che sia abbastanza buio oppure che non ci sia movimento perché come adesso ho dei jeans al polpaccio elasticizzati che ho appena comprato, e infradito alla schiava; le unghie dei piedi sempre con un bellissimo smalto che oggi ho preferito mettere rosa. Domani tornerò a farmi vedere dalla Dottoressa anche se dopo aver controllo le analisi che le ho inviato dopo le prime 2 settimane ha detto che andavano benissimo.
Opis, la mia Padrona è bellissima. Ogni volta che la vedo non posso fare a meno di guardarLa. Lei mi stava aspettando, mi guarda da cima a piedi, e approva. ‘Cambiati che dobbiamo uscire, ormai sei pronta’. Mi ha preparato degli abiti da indossare; mi guarda mentre mi spoglio, si avvicina e mi guarda il seno, palpa, mi accarezza e stringe un capezzolo. ‘Sono proprio belle, ormai dovrai incominciare a stringerle non puoi mostrarle così durante il giorno quando vai al lavoro. Guardati!’ mi accompagna allo specchio, effettivamente s’ incomincia a vedere un bel seno, sono bella e mi piaccio. La sua mano scende mi afferra un testicolo. ‘Hai più erezioni?’ ci rifletto e non ricordo quando è stata l’ultima volta. ‘Puoi toglierti la gabbietta e non usarla più; guarda come si stanno rimpicciolendo i testicoli e anche il tuo clitoride. Per stasera usa lo string che ti schiaccia bene il tutto ti solleva il culo e sembri proprio una donna, il rigonfiamento della gabbietta starebbe male sotto i leggings di pelle’. Sceglie per me una camicetta rosa molto femminile che fa pandan con lo smalto sui piedi e con il collare che però è girato in modo che si legga: ‘proprietà di Opis’.
‘Prima di uscire è bene che mettiamo per iscritto le tue regole e le punizioni Patricia; fino ad oggi erano solo riportate verbalmente’.
1) Obbligo di indossare sempre intimo femminile a meno che non sia io a darti un altro ordine.
10 Vergate con frustino rigido
4 Spanks con puddle di legno
2) Obbligo in mia presenza di parlare sempre al femminile
6 Vergate con frustino rigido
2 Spanks con puddle di legno
3) Obbligo di fare la pipì sempre stando seduta
8 Frustate con il flogger
4) Punizione nel caso non adottassi movenze femminili ed in particolare la camminata
8 Colpi di cane
5) Obbligo di parlare con intonazione femminile (questo è più complicato)
8 Frustate con il flogger
Dopo che ho scritto tutto Lei mi dice:’Come vedi non ci sono cose che possono piacerti, tipo una bastinado.
Bene cagnetta possiamo andare’.
Montiamo in macchina non ho idea di dove stiamo andando, Lei mi guida con precisione:’Destra, ora volta a Sinistra, allo stop vai ancora dritto’. Ecco qui puoi fermarti’ In quel momento vedo, spero che non sia ciò che temo. Entriamo nella palestra dove Lei fa pilates, mi presenta. Pensavo di aver raggiunto il limite ma mi sbagliavo. Sento Lei che prende accordi per me, mi ha regalato il corso che dovremo fare insieme, così non mi sarà possibile saltare le lezioni. Era una cosa di cui avevamo parlato ma sempre quasi scherzando. Quando rientriamo in auto:’vedrai che ti piacerà, vedrai un sacco di piedini nudi’, è il corso di gruppo, e mi scocca un bellissimo sorriso. ‘Il tuo abbigliamento quando verrai in palestra sarà: una maglia traspirante, scalza, pantacollant 70den con perizoma. cavigliera e ovviamente il collare’.. Dimenticavo doccia obbligatoria non voglio una schiava che puzza. Purtroppo dovrai stare nello spogliatoio degli uomini’. ‘Grazie Padrona’, ma il mio pensiero va a quando farò le mie lezioni ed entrerò nello spogliatoio vestita così, completamente depilata, smalto sulle unghie e dovrò spogliarmi’..Non avrei potuto pensare neanche nei peggiori momenti ad un’umiliazione così e la prima lezione sarà già domani.
Dormo male il pensiero della lezione di pilates ricorre continuo, ed il giorno dopo arriva troppo presto; vado a lavorare ma non ci sono con la testa, rientro a casa preparo la borsa’.. esco, poi ritorno mi sono dimenticata i leggings e la Padrona si arrabbierebbe, ma la testa sembra un alveare. Sono stanca ho sonno, non ho dormito pensando a questa lezione, spero che passato il primo impatto la gente non faccia più caso a me. Vado a prendere la Padrona. E’ felice, contenta di come mi stia trasformando. Prima di entrare mi dice:’non devo ricordarti come devi muoverti e camminare vero?’ Entro nello spogliatoio degli uomini, non c’è nessuno, tiro un sospiro disollievo, mi cambio rapidamente e mi porto nella palestra dove si svolgerà la lezione. Una dopo l’altra entrano tutte donne, che mi lanciano sguardi strani. Normalmente guarderei i loro piedi, mi piacciono i piedi femminili e mi eccitano ma sono imbarazzatissima, vorrei avere la Padrona al mio fianco mi darebbe fiducia e coraggio. Lei è l’ultima. Mi guarda mi prende per mano, e mi sussurra:’sei bellissima Patricia’, poi guardandosi intorno:’non ci sono uomini, strano è sempre pieno di feticisti dei piedi e ammirerebbero anche i tuoi’, e mi porta in prima fila. Ha portato anche un tappetino per me. Sudo e fatico con Lei che mi incoraggia continuamente; sono esercizi d’equilibrio e di stretching e sudo, non ho più tempo di pensare sono concentrata a fare esercizi che non ho mai fatto usando la palla, i cerchi. Ma la lezione finisce; i feticisti secondo me sono quelli che adesso si assembrano sulla porta della palestra e guardano queste donne fra cui molte sono giovani e carine. Dobbiamo passargli davanti per poter uscire; abbasso il capo per la vergogna, cerco la mano della Padrona ed usciamo, ma davanti agli spogliatoi sono costretta a lasciarla. Entro e adesso ci sono molti ragazzi, anche nell’angolo dove mi ero messa io, sperando di restare in disparte, vedo dei ragazzi. Vergogna, imbarazzo ma anche eccitazione. Se si potesse avere una scala sono al massimo, in zona rossa, ho la sensazione di sentire il sangue che scorre, è adrenalina. Un formicolio lungo tutti gli arti. E’ incredibile vorrei nascondermi, eppure in realtà è proprio qui che voglio essere. Alcuni smettono di parlare con il loro vicino e mi fissano. Vorrei scomparire, non esistere, l’umiliazione è inimmaginabile. Mi tolgo i pantacollant dando le spalle, e subito mi copro con l’accappatoio cerco almeno di evitare che vedano il mio sesso completamente depilato e piuttosto ‘piccolo’, dato che si sta anche riducendo come conseguenza dell’uso degli estrogeni. E quando esco dalla doccia allo stesso modo, coperta dall’accappatoio mi infilo il perizoma di pizzo e trasparente e immediatamente sopra i leggings di pelle. All’uscita aspetto la Padrona, facendo finta di nulla, guardandomi intorno, sfogliando un depliant. Appena esce la Padrona le prendo la borsa, Lei mi guarda e sorride, poi mi dice:’tutto a posto Patricia?’. Alzo lo sguardo è bellissima. ‘nulla Padrona, è stato molto bello, grazie di avermi regalato questo corso’. Nonostante la stanchezza non so se riuscirò a dormire questa notte, mi sembra di aver sniffato coca, sono troppo eccitata.
I giorni passano e si rincorrono con una rapidità incredibile e senza rendermene conto i miei movimenti, il mio modo di pormi è sempre più femminile. La notte, come mi è stato insegnato ed ordinato dalla Padrona mi masturbo e mi penetro la fichetta almeno 2-3 volte e la cosa mi eccita sempre di più. Vorrei essere penetrata, non vedo l’ora di essere sverginata. E’ormai il mio pensiero fisso ma è il premio che mi ha promesso la Padrona quando, sarò abbastanza femminile e veramente cagna.
Sono a casa della Padrona, come sempre vengo prima a cambiarmi e poi andiamo insieme a fare pilates. E’ Lei che decide cosa devo indossare ed i miei abiti sono sempre più succinti e io sempre più femminile e più troia. Sono nuda, solo un micro perizoma rosa. Mi osservo davanti allo specchio, mi giro e mi pongo di profilo, mi accarezzo il seno, lo afferro lo sostengo e poi incomincio ad accarezzarmi il capezzolo cercando di portarmelo alla bocca. L’altra mano scende verso il mio inguine. Mi sto eccitando, quella figura restituitami dallo specchio mi piace sempre di più e le mie forme stanno assumendo i tratti caratteristici di una donna, il seno cresce sempre più, si arrotondano i fianchi mentre il mio sesso diventa sempre più piccolo. La seconda mano va automaticamente a stimolare la fichetta. Non mi accorgo della mia Padrona che in silenzio mi osserva, fino a quando non la sento parlare. ‘Brava la mia cagnetta sono molto contenta di te, stai diventando proprio una troia’, vediamo cosa farti indossare oggi, voglio che tutti quei maschietti sbavino desiderando di farselo succhiare o di romperti il culo. Dobbiamo metterti un toples per evidenziare il tuo seno, qui non sei al lavoro dove devi nasconderlo. Invece dei leggings di pelle mettiamo degli shorts di jeans, mentre per fare gli esercizi i pantacollant 70den vanno benissimo sono abbastanza trasparenti e si vede benissimo che come intimo hai un micro perizoma. Ai piedi da oggi metti gli zoccoli rossi con tacco 12, con quelli sculetti proprio bene e poi metti anche lo smalto sulle unghie delle mani e un po’ di rossetto. Dovremmo poi ritoccare un po’ le sopracciglia renderle più fine e femminili.
Quando ho finito di vestirmi e truccarmi mi controlla ed il suo è uno sguardo di approvazione.
Anche se è un mese che faccio lezioni di pilates, ogni volta è un’iniezione di adrenalina, di eccitazione e di vergogna, e da oggi sarà ancora peggio. Arriviamo alla palestra e per la prima volta entrando nello spogliatoio trovo già 7 giovani che si stanno cambiando. Non c’è uno spazio libero e mio malgrado sono costretta a cambiarmi in loro presenza, quando esco mi avvolgo nell’accappatoio prima di avviarmi alle docce e coperta da questo mi spoglio e rivesto, certo non escludo che qualcosa possa vedersi, gli abiti che indosso, lo smalto sulle unghie dei piedi, ma anche Ronaldo se lo mette, certo un capitolo a parte sono il collare e la cavigliera. Ma oggi devo togliermi gli shorts dinnanzi a tutti, e quel fazzolettino che chiamano mutandine, che si vedono in trasparenza non saranno lasciate solo all’immaginazione. Sento lo sguardo di tutti su di me. Cercando di essere indifferente mi sfilo gli zoccoli e il pantaloncino. Il perizoma a causa della maglia corta che lascia scoperto l’ombelico è messo ancor più in evidenza. Vestito solo di quel fazzoletto cerco di coprirmi rapidamente indossando i pantacollant, anche se la loro trasparenza, ora che tutti hanno avuto conferma di cosa indosso, mi rendono forse ancora più nuda.
Indosso nuovamente gli zoccoli e facendo finta che sia tutto normale esco dallo spogliatoio il più in fretta possibile cercando un posto neutrale, un angolo buio oppure la mia Padrona, che però è già li fuori che mi aspetta. Sento uscire dallo spogliatoio gli altri ragazzi. Lei mi viene incontro e appena mi è abbastanza vicina mi tira una sberla, il suo sguardo di disappunto è accompagnato dalle parole ‘A casa verrai punita’.
Mi parla al femminile, sento lo sguardo, i commenti, i risolini degli altri ragazzi. Nell’uscire di fretta mi sono dimenticata di camminare come una donna. La vergogna tocca ormai i limiti massimi e così l’eccitazione. Da adesso non ci saranno più dubbi, tutti gli uomini della palestra mi considereranno un finocchio. Non avevo mai pensato a me in questo modo, ma da quando la Padrona ha iniziato a trasformarmi desidero essere riempita, vorrei succhiare cazzi ed essere riempita di sborra.
Eseguo gli esercizi in modo meccanico, uno dopo l’altro e quasi non mi accorgo quando l’insegnante ci saluta e ci da appuntamento alla prossima lezione. Entro nello spogliatoio, adesso ci saranno circa 15-20 ragazzi che devono fare lezione di king box, sento i risolini ed i commenti, tutti sanno quello che è avvenuto poco fa.
Sento che per l’eccitazione mi sto bagnando in mezzo alle gambe, il mio clitoride s’indurisce appena e poi emette un siero appiccicoso che cola fra le mie gambe. Faccio la doccia e per la prima volta insieme alla vergogna, mi accorgo che mi piace sentire gli sguardi libidinosi degli altri ragazzi. Mi sembra quasi di sentire i loro pensieri. Sono pensieri volgari, vorrebbero mettermi in mezzo ricoprirmi di sborra calda, riempirmi ogni buco, e non sanno che anche io desidererei questo, anche se poi davanti mi disprezzano.
Esco dallo spogliatoio ed aspetto la Padrona. Verrò punita perché mi sono dimenticata che sono una femminuccia e sono felice di questo
Cap.14 Punita e Finalmente Zoccola
Siamo appena rientrati in casa della mia Padrona. Le apro la porta e Lei:’spogliati prendi lo scudiscio da dressage e aspettami vicino al lettino verrò a punirti, poi stasera ti struccherai a casa tua, è ora che incomincino a vederTi femminuccia’. Sono spaventata eppure so che mi merito la punizione, Lei mi dedica molto tempo ed io la ricambio in questo modo, dimenticandomi anche le cose più semplici come il camminare in modo femminile e muovermi che hanno rappresentato i miei primi passi della mia trasformazione.
La sento alle mie spalle lo scudiscio è appoggiato sul lettino vicino alle mie mani. Io sono in posizione, il mio culo bianco esposto ai suoi colpi. Sono molto tesa, so che questo scudiscio fa molto male anche se non lo ha mai usato. E’ al mio fianco, la scorgo con la coda dell’occhio, ma non ho il coraggio di guardarLa, la sua mano afferra il frustino poi la sua voce rompe il silenzio:’farai fatica a sederti, sono molto arrabbiata’.
Mi irrigidisco in attesa del colpo ma è solo Il fischio nell’aria mentre Lei prova la flessibilità e quando tendo a rilassarmi arriva. Mi lascia senza fiato. Il dolore è incredibile. Non avevo mai provato nulla di simile sento il bruciore incredibile e subito un secondo colpo senza darmi il tempo di riflettere, di assorbire il primo. Non mi da il tempo di preparami di assumere il ritmo, i colpi sono dati in sequenza asincrona colpendo con metodicità entrambe le bocce del mio culo ma non sono molti, mentre le lacrime incominciano a bagnare il mio volto ed il mascara a macchiarmi le guance. ‘Adesso mettiti giù a 4 zampe come una cagnetta, culo in alto, gambe larghe e la faccia sul pavimento’. Mi metto come richiesto e vedo i suoi piedi posizionarsi accanto alla mia testa, non ho idea di cosa mi aspetta fino a quando urlo. Urlo per un dolore che non pensavo si potesse provare, il colpo mi prende esattamente sul mio fiore scuro. Mi muovo cerco di togliermi da quella posizione. Lei allora mette un suo piede nudo sulla schiena per inchiodarmi li. Quando mi sono calmata, Lei si allontana per tornare poco dopo per mettermi una ball-gag e chiudermi la bocca. Quindi si riposiziona ed arriva il secondo colpo e poi un terzo un quarto ed infine un quinto. Le mie urla sono solo un mugugno, non sono più solo lacrime, piango senza ritegno. La bava scende e scorre fuori dalla mia bocca bagnando il pavimento.
Lei si allontana, mi da un colpo con il piede. ‘vestiti e vattene’ non ho voglia di vederti e sentirti adesso.
Sono umiliata e triste per aver deluso la mia Padrona, consapevole che Lei è arrabbiata giustamente e molto. Prendo le mie cose, mi vesto e mi avvio rapidamente a casa mentre ancora piango e non solo per il dolore. Con fatica mi siedo nell’auto e a casa non resisto e la prima cosa che faccio è controllare il mio culo. Mai l’avevo visto così segnato. Il sangue ha segnato un po’ l’interno dei miei jeans, i segni sono rossi e lateralmente la pelle è gonfia, per non parlare delle mia rosetta che è gonfia e viola.
Il giorno successivo sono molto triste, e quando arriva giovedì non so che fare, dovrei fare la lezione di pilates ma non so cosa fare. Normalmente vado da Lei e mi preparo. Per fortuna arriva un suo messaggio. ‘Vieni alla solita ora Patricia ti aspetto’.
Quando arrivo ho lo sguardo basso e Lei è ancora fredda. Saluto baciandole i piedi sperando di vedere una luce di perdono nei suoi occhi. ‘Vai di sopra ti ho preparato i vestiti, metti le unghie finte alle mani. Chiamami che vengo a truccarti’.
I vestiti non sono i soliti che uso per andare a pilates. Bustino nero, mini di pelle microscopica e sandali rossi tacco 12cm. Il mio collarino rosa. Quando sono pronta chiamo la Padrona.
Lei è bellissima nel suo vestitino in pelle che normalmente usa per le sessioni, ma sono troppo intimorita per fare domande.
Quando sono pronta e mi guardo allo specchio il mio trucco è notevole ma le mie labbra sono di un rosso fuoco. Capisce subito il mio pensiero e mi dice: ‘si deve vedere che sei una succhia cazzi’. Controlla la medaglietta attaccata al collare e la gira mettendo in evidenza la scritta ‘Troia’
Usciamo di casa e a quel punto mi dice: ‘stasera non andiamo a pilates, voglio insegnarti in modo definitivo cosa significa essere una femminuccia, una sissy cioè una cagnetta. Ti ho organizzato una serata con un paio di maschi.
Imposta il navigatore e dopo pochi minuti ci ritroviamo in una casa di campagna, vedo uscire dalla porta un paio di ragazzi della palestra. Sono imbarazzata, mi vergogno. La Padrona mi guarda e ride ‘voglio che tutti sappiano cosa sei e che sei disponibile. Le voci girano in fretta in certi ambienti, e non ti preoccupare, ho controllato sono donatori avis’.
Ci accolgono con un sorriso, poi guardandomi ‘lo avevamo capito che sei una checca a cui piace il cazzo e la sborra, e quando la tua Padrona ci ha detto che oggi avremmo potuto usarti’. Bè non abbiamo resistito’.
Usciamo dall’auto e quando siamo in casa il primo ordine: ‘cammina e fatti guardare troia’. Cammino per un po’ fino a quando non mi fanno chinare sul tavolo. Mi tirano su la gonna e vedono i segni.’Guarda come viene punita dalla sua Padrona, peccato che non abbiamo il permesso di usare la cinghia’. Sputa sulla mia fichetta. Ho voglia, è il mio sogno da giorni ma sono anche spaventata sono ancora ‘vergine’ la mia Padrona non i ha ancora usata e solo qualche volta ho infilato dei dildi. Prima sento un dito entrarmi, poi diventano due. Sputa nuovamente sulla mia fichetta e punta il suo cazzo sul mio buchino. Incomincia a spingere. Cerco di rilassarmi, sento la sua cappella entrare e sfondarmi. Continua a spingere incurante dei miei gemiti di dolore. Un dolore incredibile mentre lui geme e poi lo sfila per rinfilarlo con un colpo secco. Piango per come sono violentata, per ciò che sono diventata, perché in fondo è ciò che voglio. Incomincia a fare su e giù mentre mi tiene per i fianchi, colpi forti a suo piacimento solo per il suo piacere, ma inevitabilmente il mio dolore si stava trasformando in piacere. Mi sentivo il suo cazzo fino in gola e godevo come non mai, stavo godendo con il culo come una vera femminuccia. Lo sentii irrigidirsi ed aumentare i colpi fino a quando mi riempie di sborra il mio sfintere. Nel frattempo l’altro amico mi apre la bocca mi afferra la nuca e incomincia a fottermi in bocca fino a soffocarmi, ma non mi viene in bocca, poco dopo si scambiano e mi ritrovo un cazzo moscio in bocca. So come fare e lecco, succhio gioco con la sua cappella fino a farlo tornare duro. Il secondo ha un cazzo grosso e tozzo che non posso non sentire, sto godendo ancora, ma voglio la sborra anche nella mia bocca, voglio sentirne il sapore, voglio sentirmi troia. E’ meraviglioso sentirle un cazzo nella mia bocca, mentre mugolo di piacere come una cagnetta per quel cazzo che mi riempie il culo.
Quando sono stanchi, passano alla mia Padrona 50 euro. ‘Ne è valsa la pena è una vera cagna credo che la useranno anche altri in palestra’.
I miei sentimenti sono contrastanti. Sono umiliata eppure felice. Ho in poco tempo guadagnato 50 euro sono diventata una puttana per la mia Padrona e pur non volendo ammetterlo era ciò che volevo da tempo.
La Padrona mi riempie con un assorbente il culo che è rimasto aperto e dal quale cola un liquido giallastro. In auto parliamo poco, poi io ‘Grazie Padrona’. Lei mi guarda è finalmente felice. ‘Devi tenere la tua fichetta sempre in esercizio e piena quando puoi perché deve diventare morbida ed accogliente, hai visto le dimensioni dei miei falli e infine ti fisterò. E guadagnerai anche qualche soldo per la tua Padrona”
Siamo a casa, la Padrona è comodamente seduta sulla poltroncina ed io in ginocchio ai suoi piedi, il capo appoggiato sulle sue gambe mentre Lei mi carezza lentamente. ‘Sei nata per tutto questo, vedo che ti piace e mi sorprende come mai non abbia mai avuto in passato la voglia ed il desiderio di vivere la tua vita da femminuccia’. Non presto attenzione alle sue parole, ho bisogno di questi attimi di tenerezza e Lei lo sa. L’aftercare è importante dopo qualsiasi pratica; non importa che si provi o meno dolore o che ti mette in qualche modo in crisi con te stessa, con le tue certezze, le coccole e la dolcezza sono il premio, ti ripristinano la stima per te stessa, e ti ridanno la fiducia che il conformismo mette in dubbio.
A sera, a casa da sola ripenso alle sue parole e allora mi tornano in mente immagini sfocate di attimi forse volutamente dimenticati. Non avevo ancora 10 anni e avevo già la fidanzatina. Si stava a letto mano nella mano e nulla più quando Lei mi dice:’mi sono iscritta a danza’. Si alza e va a prendere le scarpette rosa ed un bodi nero, poi mi guarda e mi dice:’chissà come ti starebbe’. Ricordo vagamente che mi alzai dal letto mi spogliai e indossai bodi e scarpette, e mi piaque quello che vidi allo specchio. Qualche altra volta che ci trovammo a casa da Lei, mi fece indossare le scarpe da danza. Non potevo ancora eccitarmi, ero troppo piccolo ma mi piaceva.
Anni dopo, trovandomi in casa da solo, guardavo le scarpe di mia mamma. Rigirai parecchie volte un sandalo fra le mie mani, provando ad immaginarmi ‘femmina’ camminare su quel bellissimo tacco, con il piedino nudo e le unghie smaltate di rosso, ma purtroppo portava il 34 e tutto rimase ‘un sogno’. In compenso crescevo e provavo a penetrarmi la fichetta, cercando per casa oggetti, che ripensandoli mi sembrano piccolissimi rispetto a quelli che uso oggi. Mi mettevo a 4 zampe e intingendo un dito nell’olio d’oliva mi penetravo lentamente per agevolare l’accesso di qualsiasi cosa avessi trovato in casa.
Anni dopo, ormai adulto, trovai una moglie che fece modificare un paio di jeans facendoli stringere fino all’impossibile, facendo mettere degli strap alle caviglie per consentirmi di infilarli, cosa se no impossibile per quanto erano stretti. Successivamente quando comparvero i jeans elasticizzati per Donna, me ne fece comprare un paio di una misura inferiore alla mia così che fossero quasi una seconda pelle. Andare in giro indossando questi jeans aderenti quasi fossi nudo, mi eccitava ma allo stesso modo mi vergognavo. Avrei voluto nascondermi ma c’era Lei accanto a me e questo bastava. Nonostante tutto neanche allora ricordai i fatti che ho appena raccontato e non associai il piacere e l’eccitazione che provavo con quella che è la mia vera natura.
E’ strano come abbia potuto dimenticare tutto questo, come lo abbia relegato in un angolo buio della mia mente e che solo oggi, dando spazio a ciò che sono e sto diventando finalmente riaffiora. Sono sempre più in pace con me stessa. Mi guardo allo specchio e mi piaccio. Quando vedo questo corpo che nel tempo si sta modificando per diventare come voglio essere. Questo seno che seppure piccolo devo ormai nascondere. La vita sempre più fina grazie all’uso di corsetti sempre più stretti e rigidi. Il mio corpo completamente glabro. Lo smalto sulle unghie dei piedi. Vorrei poter uscire sempre vestita da ‘Donna’ perché ormai è così che mi sento. Mi chiedo come ho fatto per anni a nascondere questo aspetto, a voler essere diversa a cercare inutilmente di essere un uomo, ed ora comprendo perché fare l’amore non fosse per me così importante. Le poche volte che ho incontrato una Donna dominate, che mi ha ‘usata’ è stato un rapporto eccitante e soddisfacente.
Si sta facendo scuro. Controllo dalla finestra. Non vedo nessuno posso uscire. Come ogni sera aspetto che incominci a scendere la sera, controllo il cortile e la strada per essere certa che non ci sia nessuno e solo quando sono sicura, ascolto dietro la porta per verificare che le scale siano libere. Solo allora esco rapidamente cercando di essere invisibile. Non voglio che chi mi conosce possa vedermi vestita in questo modo. Il top che mi lascia scoperta la pancia, rosa un colore che la mia Padrona adora, Jeggings 7/8 aderentissimi, sandali alla schiava, unghie dei piedi di un bel rosso e da qualche tempo anche rimmel e rossetto per completare la mia trasformazione, ma niente parrucca né trucco. Non sono ancora capace di truccarmi e poi la mia Padrona ama truccarmi e provare ogni volta dei colori e dei cosmetici diversi per completare il mio look. Nel frattempo mi insegna anche come fare.
Sto aprendo il portone. Sento la chiave girare. Non c’è tempo e non riesco a nascondermi da nessuna parte. Chino il capo, il viso va a fuoco e sono rossa di vergogna. Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, ma speravo che….. Abita al primo piano, vorrei scappare di corsa, balbetto qualcosa, ma lui occupa l’intero portone. Mi squadra dall’alto in basso, il suo sguardo dice tutto. Appena si libera la porta esco di corsa, monto in auto e scappo rapidamente.
Arrivo dalla Padrona e stranamente la porta è socchiusa. Apro e chiedo permesso. Lei risponde dalla mansarda:”Vieni su Patricia e chiudi la porta, ti stavamo aspettando”. Sono già in agitazione per quanto è successo e non realizzo che sta parlando al plurale. Quando apro la porta la trovo seduta a parlare con un uomo di circa 40 anni. Rimango sorpresa e mi fermo sulla porta. Il saluto mi si ferma in gola.
“Vieni Patricia, salutami e saluta anche Master Jan come ti è stato insegnato”. Mi inginocchio bacio i piedi alla Padrona poi anche a Master Jan e saluto entrambi. “Spogliati Patricia, indossa i tuoi sandali, cammina e fatti vedere da Master Jan”. Sfilo il top e i jeans con le movenze più femminili possibili, indosso il mio collare rosa, mi metto la cavigliera “slut” e calzo i sandali rossi tacco 12. Pronta, incomincio a camminare per la stanza. Cerco di essere il più femminile possibile, voglio che la Padrona sia orgogliosa di me mostrandomi ad un suo amico. Mentre cammino, Lui si alza dalla poltroncina e mi si avvicina. “Fermati Troia”. La sua mano mi afferra il seno, lo accarezza ed il capezzolo inevitabilmente si inturgidisce. Mi guarda compiaciuto. “Hai un bel seno, direi una seconda vero?”. Ho gli occhi bassi e rispondo con un sussurro“Si Signore”. “La tua Padrona mi ha parlato molto bene di te. Ti piace il cazzo vero?”. Sono in imbarazzo, ho la gola secca e non riesco a rispondere. Anche se ho avuto rapporti con uomini, l’amico della Padrona mi mette in soggezione, nonostante i tacchi mi sovrasta di 10cm, il suo atteggiamento autoritario mi fa sentire indifesa e vulnerabile. Una sberla in pieno viso. La sua mano sotto il mento mi costringe ad alzare il viso. “Guardami schiava e rispondi”. Anche la Padrona mi dice:”Rispondi Patricia non essere maleducata”. Alzo gli occhi e guardandolo: “Si Signore”. Master Jan, afferra la medaglietta e legge le due iscrizioni, “Chiamami Padrone e rispondi per bene, devi dire cosa ti piace troia”. Lo guardo e rispondo:”Si Padrone mi piace il cazzo”. Master Jan mi spinge verso il basso e mi fa inginocchiare poi mi dice:”fammi vedere cosa sai fare.”
L’erezione è ben visibile attraverso i pantaloni, apro la cerniera e lo tiro fuori. Ha dimensioni considerevoli saranno 6-7cm di diametro e circa 24 di lunghezza. Guardando quel bellissimo palo di carne, mi eccito e sento che mi sto bagnado. La mia lingua percorre l’intera asta, lecco e succhio le palle una ad una e quando è ben lubrificato finalmente lo metto in bocca succhio e gioco con la lingua, vado su e giù e quando sono sulla cappella la succhio con cura e picchietto con la lingua; quando lui si accorge che mi piace, mi afferra la nuca e incomincia a scoparmi la bocca. Il suo cazzo mi arriva fino in gola e se non mi fossi addestrata con i falli della Padrona adesso vomiterei. Quando sta per venire lo tira fuori, io apro la bocca in modo da accogliere tutta la panna. Non ne voglio perdere neanche una goccia lecco il suo cazzo che si sta ammosciando e lo succhio pulendolo per bene.
“Avevi ragione Opis, questa schiava è una vera troia.” Quindi mi afferra il collare e mi fa rialzare. Una mano mi passa in mezzo alle gambe, quindi rivolgendosi a me:”Ti è piaciuto vero, sei completamente bagnata come una cagna. Esci vestita così, sei andata a pilates conciata come una troia. La tua Padrona mi ha mostrato le foto. Saresti disposta a sottometterti completamente al tuo Padrone? Per completamente intendo che non potrai dire mai no. Dovrai obbedire sempre a qualsiasi ordine”. Riprende a carezzarmi il seno, poi mentre una mano mi accarezza il culo, un dito si insinua nel mio fiorellino. Mi piace, incomincio a muovermi e nell’eccitazione del momento rispondo:”Si Padrone, farò qualsiasi cosa, voglio diventare una vera schiava”.
Un sorriso appare sul suo viso. Si rivolge alla Padrona:”Qui è un po’ strettina andrebbe allargata. Hai mai pensato di inanellarla e di marchiarla? Il collare è carino ma io amo quelli in acciaio che sono permanenti”. La Padrona guardandomi dice:”Avevo pensato di farla tatuare, ma adesso potrai fare quello che preferisci visto che è tua. D’altronde io non le bastavo per Lei ci vuole un Padrone più severo ed esigente ”.
La testa incomincia a girarmi, le ultime parole mi hanno sconvolto, mi sta cedendo. E mi sta cedendo ad un uomo.
Questa giornata è stata incredibile. Dopo 8 mesi per la prima volta, nonostante tutte le mie precauzioni, uscendo incontro un vicino. La mia Padrona ha deciso di cedermi. Tutto questo però mi eccita anche se non voglio ammetterlo. So che da adesso non ci saranno più scuse. Se non obbedirò agli ordini del Padrone verrò punita molto severamente.
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grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi