Piove e tira vento, una classica giornata di fine Novembre, la gente resta a casa e noi ci ritroviamo con il negozio vuoto come succede sempre a quell’ora dove la gente ha appena finito di pranzare.
Più per noia che per necessità sistemo un po’ di scaffali e pulisco per terra, è questa l’ora dell’apatia, ma una ragazza che incontro per la prima volta, rompe questa mia insofferenza.
La guardo, altezza media, circa 170 cm, bionda e con qualche rotondità che non fa altro che risaltare la sua figura, insomma una ragazza che non passa inosservata.
Con passo cadenzato si avvicina verso di me, mi sorride e mi chiede se facciamo le consegne a domicilio, rispondo che le facciamo, lei mi dice di cosa ha bisogno, preparo l’ordine e andiamo insieme a casa sua, un piccolo tratto in salita nel quale si rompe un po’ il ghiaccio. Le faccio notare che nonostante lei fosse del quartiere io non l’avevo mai vista, lei mi risponde che quando passa davanti al mio negozio per andare a lavoro e per ritornare a casa io sono sempre indaffarato.
Allora se ripassi di qui per tornare a casa fermati un momento stasera ok?, qualunque cosa stia facendo la smetto e vengo, promesso.
Se mi autorizzi così non posso fare altrimenti, e così fu, infatti verso le venti lei ripassa di lì mentre io ero in chiusura, due chiacchiere veloci e via a casa.
Questo andazzo è durato per qualche giorno quando poi con assoluta fermezza le dissi che sarebbe stato bello scambiarci i numeri da poter parlare in tutta tranquillità e quindi cellulare alla mano ce li siamo scambiati.
Complice anche un’offerta che ci permetteva di chiamare ed inviare messaggi, siamo sempre in contatto, parlando del più e del meno scopro che si chiama Raffaella, che ha 25 anni (io 23) e che lavora come commessa in un negozio di articoli casalinghi nelle vicinanze, si parla insomma di tutto e, alle sue fugaci apparizioni, si aggiungeva anche questo rapporto. Stavamo tutto il giorno a mandarci i messaggi e la sera la telefonata è ormai diventata canonica.
In una di queste telefonate serotine, un venerdì sera ho deciso di rompere gli indugi, volevo vederla allora le chiedo di passare un po’ prima per un caffé, insomma volevo vederla si, ma stavolta in terreno neutro, allora ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo, alla madre aveva detto che, essendo sotto Natale, avrebbe dovuto attaccare prima.
Alle 14 di quel sabato si presenta, stavolta il meteo ci è d’aiuto, il sole brilla che è una bellezza.
Io non avevo orari, lei invece alle 16 attacca, boicottiamo l’idea del caffè e ci facciamo una passeggiata al parco dove si consuma il primo bacio.
Un bacio passionale, infatti mentre le labbra rimanevano incollate quasi a non volersi staccare, le mani viaggiavano posandosi sul culo di lei e sul mio cazzo che inevitabilmente sta in tiro.
Il tempo passa veloce e alle 15 e 45 di corsa lei corre a lavoro, mi manda un bacio e mi dice: ci sentiamo.
Mesto e con un senso di insoddisfazione ritorno al negozio, mi sento come un leone in gabbia e la passeggiata che dal parco mi porta al negozio mi ha in qualche maniera calmato.
Mio fratello mi domanda come fosse andata ed io a mezza bocca gli racconto alcuni partocolari.
Fuori è buio, in fondo è Dicembre, il lavoro pomeridiano ha preso piede ed in un momento di pausa decido di rompere l’ultimo indugio, prendo il cellulare in mano e le scrivo: Credo che ora non sia scandaloso se ti chiedessi di uscire,volevo stare da solo con lei, volevo avere più tempo, la sua risposta si fa attendere ma arriva: Credo che non sia scandaloso se io ti rispondessi di si, però ora non posso darti retta, ho gente al negozio, comunque ti prometto che passo da te e ci mettiamo d’accordo. Un bacio.
Leggo il messaggio ma non do una risposta, se ha detto che sarebbe passata sarebbe passata, infatti puntuale arriva e ci mettiamo d’accordo per le 22 della sera stessa.
Con la premessa di una splendida serata faccio ritorno a casa, mangio un boccone veloce, mi doccio e mi preparo, la mia famiglia, al corrente di tutto, non lesina battutine alle quali io rispondo con una risata ed una piccola imprecazione.
Prendo le chiavi della macchina e alle 22, come d’accordo, sto sotto casa sua, lei si fa attendere un po’ e poi scende.
Addosso portava un cappotto che le arriva fino agli stinchi, da lì intuisco che non porta i pantaloni.
Arrivati dentro ad un lounge bar per un cocktail si toglie la giacca e scopre una gonna che le copre metà coscia, non ha delle gambe perfette ma a me arrapano da morire, per di più ha indosso i collant neri, apriti cielo!!!!!!.
Ti sei vestita così sexy per me?, la prima reazione è stata una piccola risata ma poi il suo sguardo si è fatto triste, aveva spento il suo splendido sorriso, un sorso di Alexander e giù a parlare:
Quando avevo 15 anni ero grassa,e nel dirlo tira fuori una fotografia dell’epoca, avevo dei disturbi alimentari, un pessimo rapporto con il cibo, pesavo 140 kg circa come del resto puoi vedere. Ovviamente tutto questo non mi ha permesso di avere amicizie, anzi mi denigravano sempre.
Non avevo il coraggio di interromperla, l’ascoltavo con sincero interesse.
Poi mia madre mi portò in cura da uno psichiatra che, dopo tanti anni di lavoro, è riuscito a farmi passare questo disturbo ed il resto l’ha fatto un centro dimagrante pagato profumatamente, come puoi ben capire non mi sarei mai potuta permettere di vestire così quando pesavo più di un quintale ed ora quando posso voglio vestirmi così. se gli altri pensano che io sia una puttana lo pensassero pure, a me non importa nulla.
Estasiato dalla storia le tengo la mano e le faccio una piccola battuta a sottolineare i suoi progressi dicendo che le sue rivincite se l’è prese.
Usciti dal lounge bar con il sorriso che più radioso di prima è ritornato alle sue labbra Raffaella esprime il desiderio di andare al centro, è sabato sera e aveva voglia di gente, come lei mi ha detto, nulla in contrario, si parte.
Arrivati al centro sembravamo due fidanzatini ma è lei che riscuote più successo, ha gli occhi del genere maschile tutti puntati addosso, non ce n’era uno che passando di fianco o di fronte non la guardasse, io non ero geloso, anzi sentivo l’invidia degli altri e provavo una sorta di godimento.
Ormai si sta facendo tardi ed è ora di ritornare a casa, acceso il motore lei mi mette una mano sulla coscia, io le sorrido e lei di tutta risposta sale su fino ad arrivare al pisello che accoglie la sua mano già duro con il marmo.
In tutto il viaggio non smette di toccarlo e stuzzicarlo, io che faccio una fatica enorme per concentrarmi nella guida e questa cosa in lei faceva scattare ancora più voglia di stuzzicarmi quando poi è proprio lei a rompere il silenzio.
Mi fai andare via così? Di solito io i sabato sera li concludo con un gelato e questa sera avrei voglia di un bel calippo con la panna calda.
Le tolgo la mano da lì, premo sull’acceleratore e, prima di arrivare a casa sua le dico:
Non sarei un vero cavaliere se non esaudissi il tuo desiderio, quindi è tutto tuo.
Fermi in un piccolo spiazzo dove non c’è anima viva lei comincia a leccarmi la punta ed io con la mano le tocco la fica vincendo non poche resistenze date dai vestiti.
Era bagnatissima, con difficoltà le trovo il clitoride e lei risponde a questa mia azione aumentando l’intensità del pompino.
La sua bocca è ormai un tutt’uno con il mio pisello, si divertiva ad alternare movimenti lenti a scatti veloci, a volte lo lecca come un cono gelato e a volte lo succhia come un calippo.
Ormai a me non basta il pompino e a lei nemmeno il ditalino, è ora di impalarla, lei si toglie le mutande e me le fa annusare… che buon’odore di fica.
A gambe aperte si mette sopra di me, comincia subito la sua bella cavalcata e in men che non si dica, dopo averla fatta gemere, viene con un urlo che devo smorzare con un bacio.
Anche io ero prossimo all’orgasmo che penso sarebbe stato uno dei più belli della mia vita, infatti, lei, ripreso il pompino non alterna più movimenti lenti a quelli velici ma lo succhia direttamente in maniera vorace, quasi come se non aspettasse altro.
Le tengo la testa e scarico la mia sborra direttamente in gola per poi farmelo pulire bene.
Sfiancati soprattutto per la posizione scomoda decidiamo di ricomporci e ripartire.
Raffaella sei stata fantastica.
Fantastica? mio caro questo è solo l’antipasto, le portate principali devono ancora venire, buonanotte stallone.
Buonanotte fata.
Rimasto solo e con un sorriso da ebete mi incammino verso casa ma prima mi fermo a mangiare un cornetto con la panna iper calorico, quella scopata mi ha sfiancato.
Si sa, quando ti porti a letto una persona qualcosa cambia in maniera drastica, ormai ci si è spinti oltre e quindi si devono “pagare” le conseguenze.
Raffaella diventa sempre più fredda senza darmi una spiegazione plausibile, io stavo diventando matto quando poi decido di prendere il toro per le corna, la seguo senza curarmi di non farmi vedere, anzi volevo l’opposto.
Insomma perchè mi segui?
Perchè voglio sapere perchè sei diventata fredda all’improvviso, prima facciamo l’amore e poi mi tratti come se fossi uno sconosciuto.
Nonostante gli strilli capitola, mi spiega che lei in realtà è innamorata di un altro e che quello che ha fatto non è giusto, si sente una troia.
La mia reazione l’ha spiazzata.
Raffaella io non devo far altro che rispettarti, se non vuoi più sentirmi io non posso far altro che adeguarmi, comunque se ci ripensi il mio numero ce l’hai.
La fica in quel momento mi mancava e troppo ho dovuto faticare per placare l’istinto di mandarle un messaggio quando poi una sera di fine Dicembre lei mi manda un messaggio:
Non voglio perdere un amico come te, non so perchè ma mi sei entrato dentro e mi sto affezionando.
Ci credo penso tra me e me ma risposi più per la stanchezza che per altro così:
Non mi hai perso, buonanotte Andrea.
Dopo quel messaggio si fa sotto come si sta facendo sotto il Natale, lei mi chiede di uscire ed io puntalmente, colto da una stanchezza infinita, rifiuto sempre e questo ha portato diverse liti tra noi.
Riprendiamo ad uscire fra Natale e Capodanno e poco ci vuole per riprendere da dove avevamo lasciato ma purtroppo le circostanze ci permettevano solo di gustare gli “antipasti” visto che erano scopate in macchina.
Con l’avvento dell’anno nuovo e dopo l’Epifania io e la mia famiglia decidiamo un giorno della settimana per poter godere di mezza giornata libero, io ho scelto il Venerdì.
Arriva il mio primo Venerdì pomeriggio libero che “casualmente” coincide con il suo pomeriggio libero, chiamo Raffaella e le dico che ho il pomeriggio tutto per lei.
Nell’organizzare la nostra uscita incappo forse nel suo unico limite caratteriale, mi chiede di vedersi davanti alla fernata della metropolitana che non vuole dare adito a chiacchiere che la infastidiscano, visto che me la dovevo solo portare a letto e considerato che il posto che aveva proposto mi è più comodo da raggiungere acconsento senza alcuna difficoltà.
Incontrati le chiedo dove vuole andare e lei subito mi dice senza alcuna remora: A casa tua ma non farti strane idee, ho pensato veramente a quello che sta succedendo con te e non va affatto bene.
Io, per risparmiarmi il solito sermone sui sensi di colpa le propongo semplicemente di vedersi un DVD e poi farci due chiacchiere.
Arrivati a casa ed entrati in camera mia il suo occhio va su un peluche di San Bernardo alto un metro, se lo coccola, se lo abvbraccia e se lo porta dappertutto.
Alla fine si opta per un vecchio film di Alberto Sordi, il letto è ad una piazza ma è largo 90 cm quindi ci si stava comodi, lei davanti a me ed io da dietro che l’accarezzavo.
Dopo nemmeno 10 minuti di film me la ritrovo a pancia in sotto che mi bacia, io rispondo al suo bacio e in men che non si dica le ho sfilato i pantaloni e le mutande.
Un capitolo a parte meriterebbe la sua fica, forse il più bel capolavoro ginecologico che madre natura possa concepire, ha il classico ovale contornato da una peluria non eccessiva ma che la risaltava, le parti sono ben distinte, clitoride, grandi e piccole labbra ecc. e per di più era profumata.
Resto estasiato da quella vista, lei a gambe larghe che mi porge quell’opera d’arte e mi guarda con una risatina vogliosa, ebbro di quella vista comincio a leccare le grandi labbra.
E’ una cosa incredibile come la mia lingua si adattava alla sua forma, mi diverto a leccarla dall’alto verso il basso e viceversa, lei gode, la sento che emette urla dolci.
Credo sia passata una decina di minuti che lei reclama il cazzo ma ero troppo in ectasy per darle retta, lei, dolcemente mi stacca da lì e mi fa sdraiare.
Lei si sistema con le gambe all’altezza delle mie spalle, ho capito che vuole, un bel 69, le continuo a leccare la fica, lei che si diletta con le mie palle, il suo culo che danza davanti alla mia faccia è una gioia pornografica per la mia mente.
Cerco di farmi più ardito e le comincio a stuzzicare il buchetto, lei fa la ritrosa dicendomi che le fa male lì, decido di non insistere, la sento venire e appena finito l’orgasmo mi dice con fare da maiala:
Non ricordavo che il tuo cazzo avesse il sapore di panna e fragola e mi piace.
La troia si impala allora sul mio pisello, inarca il bacino e fa dei movimenti per tenere il mio cazzo in erezione, in quella posizione si toglie la maglia scoprendo dei piccoli ma ben fatti seni.
Adesso è arrivato il momento della cavalcata, il ritmo è subito forsennato, lei ogni volta che scende emette dei gridolini di piacere.
Sento che lei ha voglia, lo sento, con un fare deciso mi prende le mani me le mette sulle chiappe e mi ordina senza mezzi di termini di sculacciarla.
Non me lo faccio ripetere due volte, i miei schiaffi erano scanditi da un suo Si, sento che è prossima all’orgasmo, il clitoride sembra voler scoppiare così come le mie palle ormai piene.
Il suo orgasmo arriva con un invocazione a Cristo:
Gesùùùùù vengoo, che gran scopata che sei.
Sfilandosi si fionda sul mio cazzo, mette la cappella in bocca e comincia a segarlo, ci vogliono solo pochi secondi affinchè esplodessi esclamando: Cazzoooo, vengoooooo.
Da brava bevitrice non ne fa sprecare nemmeno una goccia e lo ingoia tutto, il resto del tempo lo abbiamo passato nudi a coccolarci.
Prendiamo l’autobus, io scendo una fermata prima del mio negozio e me la faccio a piedi.
Non mi ero fatto l’idea sbagliata ma bensì quella giusta.
Vedere quel culo danzare a pochi centimetri dalla mia faccia mi ha fatto venir voglia di incularla, lei è riluttante a riguardo ed è molto evasiva riguardo il perchè.
Nonostante ormai scopassimo da tempo c’era sempre un tabù che frenava lei, i suoi perenni sensi di colpa di cui puntualmente mi rendeva partecipe quando un Venerdì, il nostro giorno di scopata, decisi io di prendere il toro per le corna.
Abbastanza seccato le dissi che era inutile farsi divorare dai sensi di colpa, che tanto se ogni Venerdì stava a casa mia un motivo ci sarà.
Ne nasce una discussione accesa, col risultato che per qualche giorno ci ignoriamo.
E’ lei a rompere il silenzio chiedendomi di andare a prendere un caffè per parlare.
Stranamente era calma, serena ed aveva una forza di un qualcuno che ha maturato una scelta.
Ho riflettuto molto su quello che mi hai detto, io non ti amo ma ormai mi piaci troppo, un’attrazione del genere non l’avevo mai provata ed è per questo che avevo questi sensi di colpa e per alleviarmi un po’ lo spirito mi sfogavo su di te, diciamo che renderti partecipe del mio stato d’animo in maniera alquanto incazzosa era per me una sorta di redenzione.
Redenzione!!!!!!!!!!, sembra che hai commesso un omicidio invece noi stiamo facendo una delle cose belle che ci offre la vita, stiamo facendo sesso e per quanto riguarda l’amore neanche io sento di amarti, non ti vedo affianco a me ma ormai fare l’amore con te è diventato per me quasi terapeutico, Finirà, non so fra quanto ma finirà perchè non abbiamo vincoli ed è forse la cosa bella di questa cosa, ci si vede quando ci pare, facciamo l’amore e poi anche le coccole ma senza complicazioni di sorta. Rispondo io.
Diciamo che adesso ho vinto le residue resistenze, nelle scopate a seguire provo sempre di più a giocare con il culetto ricevendo un NO sempre meno convinto ma visto che ormai anche lei si è esposta mi spiega che la prima volta che ha provato la sodomia il suo partner non ha usato nessun riguardo nei suoi confronti a tal punto che gli strascichi se li è portati dietro per giorni.
Ormai vedevo sempre di più la luce nel tunnel, avevo fatto affidamento su due fattori chiave, il primo è che io a lei non le avevo chiesto di spiegarmi perchè non si facesse inculare, il secondo è il tono con cui l’ha detto, come a volermi dare una dritta su come farla sentire a suo agio, insomma, implicitamente mi ha detto insisti che te lo do.
Ormai era solo questione di aspettare il prossimo Venerdì.
Durante le scopate seguenti vedo in lei un attegiamento gaudente quando mi diletto a giocare col buchetto ma lascio perdere, la devo rispettare, sarà lei a dirmi quando è pronta.
Passiamo il giorno del suo compleanno insieme a dei suoi amici, la serata volge al termine, la riaccompagno a casa e ci salutiamo.
Il venerdì dopo ci ritroviamo come sempre a casa mia, lei vestita con una mini a tema scozzese e sotto le calze nere che poi scopro essere autoreggenti.
Ormai non c’è più bisogno di convenevoli, si passa subito all’azione, la spoglio e lei spoglia me ed in men che non si dica me la ritrovo con il mio pisello in bocca, ma stavolta sembra metterci più ingordigia, me lo lecca e me lo succhia come a volerlo consumare, le palle sembrano due pomodori e lei le tasta con grande vigore arrivando anche a farmi male.
Saziata del mio sapore sale su di me e ci mettiamo alla missionaria, solo che la sua patata riceve i benefici della mia bocca, io non faccio nulla, è lei a comandare il movimento, sentire dove si trova la mia lingua ed indirizzare la patata dove vuole lei.
Il risultato che viene è una forte eccitazione, i suoi umori le colano dalla fica ed io come un bravo bimbo che mangia tutta la pappa, ingoio.
Si, fantastico, si che bello, dai fammela sentire quella cazzo di lingua, mandami in paradiso.
Io non posso proprio parlare soffocato dalla sua passerina che ormai era diventata una cascata di umori.
Una nuova Raffaella, più intraprendente e più troia, si mette a gambe aperte sul mio letto e mi dice:
Fammello arrivare all’utero questo bel cazzone, forza.
Parto subito in quarta, la stantuffo prima con rapidi movimenti e poi, quando il corpo necessita di più fiato, con colpi decisi, i suoi gemiti seguono il ritmo delle mie pompate.
Oggi sei un fiume in piena, mi piace, le dico con una rabbia nel perseguire l’obiettivo di farla godere e lei mi zittisce con una frase che non lascia diritto di replica: Stiamo qui per scopare e non per parlare, quindi o mi fotti o me ne vado al bar.
Adesso la rabbia monta, riprendo le forze e la stantuffo con forza, quasi violenza, lei sembra apprezzare questo trattamento ed infatti le grida si fanno sempre più assordanti.
La sua fica, più bella che mai, è sottoposta alla mia dolce tortura e, mentre lei consuma il suo orgasmo io le dico senza mezzi termini: Volevi andare al bar, vero troia?.
Chiamandola “troia” ho rischiato grosso perchè non mi ero mai spinto così ma la cosa sembrava non darle fatidio o, più verosimilmente, non ha sentito, impegnata com’è a consumare il suo orgasmo.
Ora alzati, scendi dal letto e chiudi gli occhi, li apri solo quando dico io, mi ordina Raffaella con una voce sensualissima.
Appena riapro gli occhi una visione celestiale si presenta ai miei occhi, lei che si esibisce a pecora e mi dice: Ora lo sai cosa voglio vero?, si, lo voglio dietro ma mi raccoomando fai piano.
Io, ripreso dallo stupore iniziale, vado a prendere la crema per le mani di mia madre, ma prima di applicarla sul suo più uscuro dei buchi decido di divertirmi un po’ io.
Le chiappe vengono baciate e prese a morsi, lei sorride, sorriso di approvazione, allora faccio una cosa che prima mi ha sempre schifato, le lecco il buchetto, lei ci prende gusto ed infatti spinge la mia testa verso lo sfintere.
Ora è arrivato il momento, io per rassicurarla decido di dirle pian piano quello che sto facendo in maniera tale che lei possa avere un controllo minimo della situazione.
Ora Raffa ti metto questa crema sul buco in maniera tale che il mio cazzo entra meglio.
La sensazione le piace tantissimo, vedo il suo buchetto rilassato.
Quando il suo buco ed io il mio cazzo erano spalmati comincio a penetrarla.
Tesoro adesso comincio a mettere la punta, guidami tu, dimmi quando ti faccio male che mi fermo, ti faccio abituare e poi riprendo.
Quando la cappella ed un terzo del mio cazzo sono dentro lei mi grida: Ti prego basta, mi fa male, fermati ma non lo togliere.
Io obbedisco senza nessuna opposizione, stavo avendo il suo culo, mi sarebbe piaciuto incularla selvaggiamente ma questo avrebbe comportato la fine dei miei sogni di gloria anali.
Con un movimento rapido da contorzionista le bacio la schiena e le dico: Con tutta calma, io sto qua dietro, quando vorrai riprendo e sarai tu a dettarmi il ritmo, voglio che per te sia una cosa bella e non l’ennessima esperienza da dimenticare.
Lei mi dice di proseguire con la penetrazione, quando arrivo a tre quarti lei mi implora di fermarmi ed io le dico: Brava tesoro, è quasi entrato tutto.
Sento il suo buco stretto, fatica ad entrare, lei ancora non è del tutto rilassata ma posso capirla, in finale sono anni che non lo prende dietro.
Quando alla fine entra tutto sento il suo buchetto molto più rilassato e nella sua faccia si cominciano a vedere i primi segni di godimento.
Comincio a pomparla piano piano, lei alterna degli ah, dal canto mio aumento di più il ritmo fino ad avere una buona andatura che più aumenta più le sue dolci grida salgono di intensità.
Aiutata dalla masturbazione clitoridea che le ho fatto fare per rilassarsi, venne con un discreto urlo strozzato.
Mi sfilo dal suo buco e le inondo la faccia del mio seme.
Che sensazione aver raggiunto il mio obiettivo, ero appagato, una scopata completa, lei è stata una vera troia, finalmente via i sensi di colpa, vuole vivere questa storia e prendere quello che viene.
Ho passato una settimana d’inferno, Raffaella si sta divertendo a provocarmi con frasi molto esplicite tra cui spicca: Sai, ho allenato il culetto, l’ho aperto e ci ho infilato anche due dita dentro, non sai quello che ti spetta…
Non resisto, ormai conto i giorni e, arrivato al Venerdì fatidico, contavo pure i secondi.
Che gran voglia di possederla, di farla mia come mai non avevo mai fatto con nessun’altra.
Arrivati a casa la spingo sul letto, la spoglio e comincio a leccarla con voracità quasi estrema, le lappo il clitoride quasi a volerglielo strappare, le infilo le dita dentro.
Sembrava una contorsionista, si dimenava sul letto tant’è che scoppia subito in un bell’orgasmo e nella mia mente penso: Ed uno.
Come un bimbo di fronte ad un giocattolo nuovo lei si fionda sul mio uccello che, lo succhia, io le spingo la testa per farglielo arrivare in gola per poi lasciarla respirare qualche secondo, tutto questo più volte.
Stanco di quel trattamento di bocca decido subito di dedicare le mie attenzioni alla passerina, le infilo il cazzo, mai tanta facilità ha trovato nel profanare quel pertugio, la cosa le piace e anche assai.
La fotto subito con movimenti veloci, quasi al limite dei crampi, la sto facendo urlare ed è questo che voglio, mentre la fotto la guardo fisso negli occhi, avevo rabbia ed eccitazione per la settimana che mi aveva fatto passare:
Si, dai, continua, fammi sentire troia.
Quelle parole non ricevono risposta con altre parole ma bensì con una spinta ancor più vigorosa nel pomparla, il sudore mi cola dalla fronte per quanta energia ci sto mettendo.
Ad un certo punto sento degli schizzi che mi inondano il cazzo ed un SIIIIIIIIIIIII urlato a squarciagola, Raffaella è venuta squirtando.
E son due.
Ancora non ho sfogato la mia voglia, ho deciso di farla tornare a casa stanca e pure appagata, allora con le ultime forze residue decide di impalarsi sul mio cazzo.
Adesso sculacciami forte e per bene…
Gesù, ho completamente perso il lume della ragione, lei sembra un diavolo, io che la sculaccio ed i suoi ah come sottondo sonoro.
Le infilo anche un dito nel culo e lei, senza badare tanto per il sottile dice che ne vuole un’altro, quindi indice e medio della mano sinistra a scoparle il culo mentre la mano destra a prenderlo a schiaffi.
Vengooooooooooooooooo
E son tre.
Decido allora di vedere come è allenato il culetto, lei si mette alla pecorina ed io, mentre le lubrifico il tutto con la vasellina, le ordino di scendere giù con il petto.
Voglio il suo culo così, alla mia mercé, indifeso e così me l’ha fatto trovare.
Un’autostrada libera, ecco quello che ha trovato il mio cazzo dentro a quello sfintere, la pompo con forza, prima con colpetti veloci e poi con colpi ben assestati.
Voglio che mi vieni dentro, allagamelo sto culo.
La pompo, il ritmo è quello degno di un pornoattore navigato ma ormai ero al culmine, insieme veniamo con un urlo in simultanea, io mi sfilo, le richiudo le chiappe per non fare uscire nulla e gliele bacio.
Esausti entrambi ci siamo fumati la sigaretta dopo l’amplesso.
Oggi mi sentivo troia e tu hai tenuto il ritmo, ma come hai fatto?
Cara Raf, tu provochi Andrea ed ottieni questo.
Allora dovrò farlo più spesso.
Avete presente quella sensazione che si prova quando le proprie attese sono state deluse?
Ebbene si, dopo quella magistrale scopata qualcosa si è rotto, Raffaella comincia a rifiutare i miei inviti a casa ed ormai quando passa davanti al negozio si limita solo a dire un semplice ciao.
Anche i messaggi si fanno meno frequenti e più telegrafici.
Dal canto mio mi aspettavo un epilogo del genere ma non dopo quella scopata, mi cruccio per sapere il perché ma poi, decido: E’ stato bello finchè è durato, prendiamola con filosofia.
Nemmeno il tempo di convincermi che mi arriva una sua telefonata, mi chiede di uscire una domenica, io le dico di SI.
Ormai la primavera era esplosa e, visto che in quella giornata il sole sembra voler manifestare tutto il suo splendore decidiamo di farci una bella passeggiata.
Credo che ti debba delle spiegazioni, sai dopo l’ultimo incontro ho pensato veramente di finirla qui, tanto a cosa ci porta tutto questo?, non abbiamo una relazione, non ci amiamo, solo per il gusto di soddisfare certi desideri e così non si va da nessuna parte, ti chiedo scusa.
Raffaella io non posso accettare delle scuse ma solo perchè tu non me le devi fare, è così che vanno queste cose, si prendono come vengono, le si vivono, e dopo un po’ come sono nate muoiono.
Non pensavo che la prendessi così, significa che non sei stato bene con me?
Conoscendo il suo carattere, per certi versi permaloso, la interrompo bruscamente: Raffaella non trarre conclusioni affrettate, io con te sono stato bene, rifarei tutto questo anche altre mille volte, non mi pento di nulla, ma sono un uomo di mondo e, che sia ben chiaro, NON TI HO MAI CONSIDERATO UNA TROIA, a letto ti comportavi così perchè era l’enfasi del momento.
Alla fine ci fermiamo, ci guardiamo negli occhi e ci abbracciamo, non chiedevo altro, un abbraccio e qualche coccola e, alla fine, davanti al portone di casa lei mi dice porgendomi la mano: Amici?
Amici, e le do la mano.
Amici dovevamo essere ed amici siamo stati a tal punto che le presento anche un ragazzo, figlio di una mia cliente il quale diventerà il suo ragazzo.
Scelte sbagliate e crisi economica hanno fatto chiudere la nostra attività e di Raffaella neanche una notizia, solo un bellissimo ricordo.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi