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Racconti Erotici Etero

Nuovo inizio

By 15 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Inizio col presentarmi, io sono Francesca, ho 18 anni compiuti a febbraio e sono una studentessa di un liceo artistico del sud Italia. Purtroppo lo studio non va come dovrebbe. Sono fidanzata da qualche mese con Stefano, un bravo ragazzo, forse troppo, ma lui mi fa sentire importante e per lui io sono tutto. Quando ci siamo fidanzati di certo nessuno ci scommetteva perché il mio tipo e ben altro. Quello che vi vado a raccontare &egrave iniziato tutto per colpa sua. Parlavamo di cercarmi un lavoro per potermi pagare una vacanza da fare con gli altri questa estate e così lui mi disse che conosceva il figlio del proprietario di una nuova pizzeria che si era aperta e che volendo mi poteva far assumere come cameriera. Io conoscevo il tipo di cui lui parlava e non mi piaceva molto, ma lui doveva fare una cosa carina per me e così qualche giorno dopo mi squilla il cellulare, io rispondo e rimango sorpresa, perché &egrave proprio il suo amico che mi dice che ha parlato con il mio ragazzo e che se voglio posso passare nel tardo pomeriggio per parlare. Io non so cosa rispondergli in quel momento e presa alla sprovvista accetto. Così il pomeriggio mi avvio verso la pizzeria, c’&egrave un via vai di gente che pulisce e che si prepara per la serata. Il ragazzo che mi aveva contattato mi si avvicina e mi chiede se fossi la ragazza di Stefano, io annuisco e mi dice di seguirlo per parlare con il padre, perché era lui che si occupava delle assunzioni. Il padre un omone ben messo fisicamente era intento a controllare alcune carte. Quando entriamo alza lo sguardo e mi squadra dalla testa ai piedi. Io sono alta 1.65 circa, sono mora, ho una terza di seno, peso 48 kg, e un bel culetto tondo di cui vado fiera. Mi tengo in forma nella palestra che mio padre si &egrave fatto in casa.
Il sguardo &egrave molto intenso, sembra voler vedere come sono senza vestiti, io poi mi ero vestita tranquilla, non mi entusiasmava il posto, quindi avevo dei jeans chiari e un maglioncino rosa e delle superga ai piedi.
– papà questa &egrave la ragazza del mio amico di cui ti parlavo.-
– piacere Francesca ‘ esordisco io.
– io sono Giuseppe. Hai già lavorato come cameriera? ‘
– a dire la verità no, non ho mai lavorato. ‘
– allora per fortuna il personale mi serve, inizia a venire da lunedì, che c’&egrave meno gente e puoi lavorare più calma, ti fai una settimana di prova, non pagata, e poi decidiamo se vuoi continuare o meno. Ovviamente se sarai abbastanza brava per la settimana di prova qualcosa te la do, però non mi devi far incazzare. ‘
Una settimana gratis non mi va proprio di farla, però penso alla vacanza e quindi mi convinco di provarci.
Il lunedì seguente alle 17:30 io sono in pizzeria e vengo affiancata Filippo, il figlio del proprietario, che mi guida su quello che devo fare. Il lavoro era diviso far chi prendeva le ordinazioni, chi serviva le bevande e chi portava poi le pizze al tavolo. Io fui messa alle ordinazioni, stare a contatto con la gente mi &egrave sempre piaciuto e qual lavoro devo dire che mi stava già piacendo, nonostante i miei dubbi. Poi c’erano sempre i tavoli dove gli uomini non lesinavano sguardi al mio culetto o anche al resto e devo dire che sentivo una certa soddisfazione. Il lavoro proseguiva senza intoppi, tanto che al quarto giorno mi chiesero se fossi stata disposta ad andare a lavorare anche a pranzo, ovviamente iniziandomi a pagare. Io ne fui felice. Il servizio a pranzo andò liscio, abbastanza facile visto il non gran numero di clienti e Filippo per festeggiare mi chiese se alla fine mi andava una birra. Io accettai così alla fine mi diedi una rinfrescata e lo aspettai sul balcone della pizzeria, ma di Filippo nemmeno l’ombra. Decisi di andarlo a cercare e quando passai davanti ad un ripostiglio sentii dei lamenti, mi affacciai pian piano e vidi che Filippo stava scopando una delle mie colleghe cameriere, la scena che mi si parò davanti era abbastanza eccitante, vedevo il culetto di Filippo che si contraeva ad ogni spinta, e sentivo i gemiti soffocati della ragazza che godeva di quelle spinte. Quelle scena mi fecero salire un strano e insano senso di gelosia, forse perché pensavo che lui guardasse solo me in un certo modo, e invece adesso era li con un’altra. Decisi di tornarmene a casa a riposare perché poi sarei dovuta tornare per il turno serale. Arrivata a casa mi feci una doccia, mi asciugai e mi misi a letto con solo la biancheria, in mente avevo le scene viste poco prima, inizia ad eccitarmi e la mia manina si infilò sotto il tessuto delle mutandine e inizia a toccarmi, prima piano, poi sempre più veloce, con gli occhi chiusi vedevo il culo di Filippo e immaginavo che la ragazza che gemeva fossi io, respiravo affannosamente, ero ormai bagnata, con il dito medio mi penetravo e con il pollice stimolavo il clitoride, mi rigirai, mi misi proprio nella posizione che stavo immaginando, culetto in aria e faccia nel cuscino, accelerai il ritmo, affondai la faccia nel cuscino e mi lascia andare e pervadere da un bellissimo orgasmo.
Ero stesa a pancia in giù, il respiro ancora corto, pensavo a quello che era successo, mi ero masturbata e avevo goduto pensando ad un altro ragazzo. Poi mi addormentai.
Alle 18 ero di nuovo in pizzeria e guardai i due amanti, si comportavano come nulla fosse, lei aveva un bel sorriso stampato sul viso e lui rideva e scherzava con i camerieri maschi, magari parlando proprio dell’avventura avuta nel pomeriggio.
Mentre lavoravo, essendo guidata da lui sentivo crescere in me una strana sensazione, lo volevo anche io, volevo avere anche io il sorriso dell’altra ragazza e così pian piano iniziai a pensare a come fare. Prima di tutto mandai un messaggio al mio ragazzo dicendogli che quella sera mi avrebbe accompagnata una mia amica a casa, lui non ne fu molto felice, visto che ci vedevamo poco, ma in quel momento avevo altro per la testa. Poi dissi a Filippo che mi doveva ancora una birra, lui sorrise e mi disse che appena finivamo se ero libera mi portava in un pub,ovviamente dissi di si.
La fine della serata sembrava non arrivare mai, e quando portai l’ultimo piatto vuoto fui felicissima. Filippo stava parlottando con un paio di ragazzi, io mi avvicinai e aspettai che finisse.
– allora? Io ho finito e sono pronta! Ci prendiamo questa birra, o vuoi sparire di nuovo come oggi pomeriggio? ‘
Lui mi sorrise, – andiamo! E scusa per oggi pomeriggio, ma mio padre mi ha assegnato un servizio all’ultimo momento. ‘
– si certo, dovevi SCOPARE il ripostiglio ‘ dico enfatizzando la parola in modo da fargli capire che sapevo. Detto questo uscii dalla pizzeria e lui mi segui, e salimmo in macchina.
– tu che ne sai di oggi pomeriggio’ ‘
– non ti vedevo e ti sono venuta a cercarti, e più che vedere te ho sentito lei, mi sono affacciata nel ripostiglio e ho visto quello che combinavi.-
Lui rimase in silenzio e quindi ripresi la parola,
– guarda che va benissimo, tu puoi fare quello che vuoi. ‘
Lui alzò il volume dello stereo e ci dirigemmo al pub.
Arrivati al pub ci prendiamo la nostra birra e iniziando a parlare di varie cose arriviamo anche a Stefano, il mio ragazzo,
– si &egrave un bravo ragazzo, ma &egrave un po’ monotono, nessun alto, nessun basso, piatto. Non so se voglio vivere una vita piatta. ‘
– oh di certo tu piatta non lo sei ‘ mi dice ridendo.
Il gli do uno schiaffetto sulla spalla sorridendogli a sua volta, con la faccia tra il lusingata e la faccia da brava ragazza offesa.
– oh si certo ma mi sembra di capire che ti piacciono più quelle di Simona ‘ riferendomi alla ragazza del ripostiglio.
– mah, non proprio, le tue sembrano davvero sode, devono essere belle veder dondolare mentre tu sei sopra di me ‘
Io lo guardo con la bocca semiaperta, non mi aspettavo diventasse così diretto.
– le hai guardate bene allora!? ‘
– come si può non notarle, anche mio padre le ha notate! ‘
– e che fate a tavola parlate delle mie tette? ‘
– no, no, non ne abbiamo parlato, &egrave bastato vedere come ti guarda quando arrivi con le comande ‘
– dalla sua altezze si deve godere un bel panorama allora ‘ era alto più di un 1.90.
– credo proprio di si! ‘ dice ridendo e buttando giù un altro sorso di birra.
Appena lascia il bicchiere mi avvento su di lui e lo bacio, non so quello che mi sia preso, ma avevo voglia di farlo, un bacio semplice, senza nemmeno la lingua, infatti ci stacchiamo, ci guardiamo negli occhi e questa volta lui mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia, questa volta le lingue ci sono, e cavolo se ci sono, una limonata passionale, con qualche morso.
Lui mi riguarda e mi chiede
– ti va di venire a casa mia? ‘
Io non rispondo, annuisco e basta, mi prende per mano e mi fa alzare e ci dirigiamo all’uscita, direzione casa sua…
Arrivammo a casa sua e io gli saltai subito al collo per baciarlo. Lui mi spinse contro la macchina e rispose al bacio passionale. Avevo le sue mani dappertutto, stringevano le mie tetta poi scendevano lungo la mia schiena e scivolavano sul mio culetto stringendo e palpando anche quello, poi mi diede una spinta e gli salii in braccio avvinghiandomi a lui stringendo le mie gambe intorno ai suoi fianchi. Così in braccio mi portò fino alla porta di casa sua, mi fece scendere e mi disse di fare piano perché i suoi dormivano. Salimmo in camera sua e chiuse la porta a chiave. Mi feci una doccia nel bagno in camera sua, mentre mi asciugavo m affacciai nella camera sua e lui era sul letto che guardava la tv aspettando il suo turno. Mi venne in mente una cosa, aprii la porta e avvolta solo da un asciugamano andai di fronte a lui, gli spensi al tv, lo presi per mano e lo portai in bagno, lo spogliai molto lentamente, mentre gli sfilavo la maglia riempivo di baci i suoi addominali, ben messi devo dire, poi passai al petto e poi al suo collo e infine lo baciai ancora, sempre con passione, quasi animalesca, le sue mani invece erano dappertutto, passavano dal mio culetto alla mia fica già bagnata e completamente nuda e tutta a sua disposizione, passavano nell’incavo del mio culetto e sfioravano il mio buchetto regalandomi sensazioni che mi facevano venire brividi lungo la schiena . Nel frattempo armeggiavo con i suoi pantaloni e una volta sbottonati scesero da soli, lui se li sfilò e mentre lo baciavo ancora una mia mano si infilò nei suoi boxer e inizia a massaggiare il suo cazzo che era già duro ma con il mio tocco diventava sempre più duro, gli abbassai i boxer e lui si sfilò anche quelli, io mi allontanai da lui di un passo e sciolsi il nodo dell’asciugamano e lo lasciai scivolare per terra insieme ai suoi vestiti. Lui fece il passo per riattaccarsi a me, ma io lo spinsi, allungai la mano, gli presi il cazzo, che ormai svettava come animato di vita propria, e tirandolo delicatamente lo invitai a seguirmi sotto la doccia. Entrammo in doccia insieme e i nostri corpi nudi aderivano l’uno all’altro, i miei capezzoli ormai durissimi sfregavano contro il suo petto, dandomi un ulteriore piacere, come al solito le sue mani vagavano libere sul mio corpo e a me piaceva.
Aprii l’acqua, che tiepida bagnava i nostri corpi, presi lo shampoo e iniziai a strofinare dolcemente i suoi capelli, lui era più alto di me, quindi si girò di spalle e si accovacciò davanti a me permettendomi di fargli quello shampoo. Le mie mani correvano ad accarezzargli il collo e le muscolose spalle, correvo su ogni suo muscolo, era una danza molto sensuale, intanto le sue di mani accarezzavano i miei polpacci scendendo fino alle caviglie e risalendo. Sciacquata la testa dalla schiuma lui si rialza e mi ribacia. Eravamo nuovamente adesi l’una all’altro, lui mi teneva in un abbraccio stringendo il mio culetto. Poi prese il bagnoschiuma e lo fece scivolare tra di noi, il liquido denso scivolò tra i miei seni facendomi venire un altro brivido ancora, (si ero tutta un brivido, ma on avevo la febbre), e iniziamo a spalmarci il bagnoschiuma sui nostri corpi, il accarezzavo dolcemente il suo forte petto e i suoi sexy addominali andando a finire sul suo durissimo cazzo, iniziando una sega che data la presenza del bagnoschiuma dava molto piacere a Filippo, che indietreggiava la testa dal piacere, ma lui non era da meno, impastando le mie tette, stringendomi i capezzoli tra le sue dita, scivolando sul mio pancino e poi anche lui sulla mia fonte di piacere che era gonfia e calda, poi sul mio culo infilando un dito nel mio culetto che mi strappò un urletto di piacere, e inizia a gemere quando iniziò a muoverlo dentro di me. L’acqua intanto scorreva sui nostri corpi sciacquandoci dalla schiuma che avevamo addosso.
Dopo tutto questo toccarsi io volevo solo essere scopata, e come se lui mi leggesse nelle mente mi spinge contro la fredda parete della doccia, che a contatto con l amia pelle calda mi diede altri brividi, sentii il suo cazzo avvicinarsi a me, io non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro era proprio quello che volevo. Fece scorrere una mano sotto il mio culetto e mi fece alzare una gamba, la sua mano passò poi sotto la mia coscia aiutandomi a tenerla su, il suo cazzo senza fatica mi penetrò e per me fu naturale gemere di piacere a quella piacevole intrusione. Iniziò a spingere piano e poi sempre piano ma con colpi più profondi, i miei gemiti iniziarono a crescere di volume, tanto che lui fu costretto a mettermi una mano davanti alla bocca per attutire i suoni che facevo. Inizio ad aumentare il ritmo e io mi sentivo prossima all’orgasmo, ma la posizione non era delle più comode, infatti l’altra gamba iniziava a stancarsi, visto che stavo sulla punta, gli tolsi la mano davanti alla bocca,
– alzami anche l’altra gamba ‘ chiesi mentre gemevo. Lui tolse la mano dalla bocca e mi alzò anche l’altra passando prima sotto il culetto e scivolando sulla coscia, io poi piantai le mani tra il muro e il vetro della doccia. La posizione era decisamente migliore e mi potevo lasciare andare al mio piacere.
– fai piano ‘ mi diceva
Io inizialmente segui quello che mi aveva detto, ma nuovamente il volume dei miei gemiti iniziò ad alzarsi e per tapparmi la bocca questa volta mi mise in bocca la su lingua, la scena era troppo eccitante e un orgasmo mi scosse tutta, lasciai i miei appoggi e lo abbraccia forte, mentre continuavamo a baciarci. Lui poi si piegò era sicuramente stanchissimo, visto che mi stava reggendo da quasi un quarto d’ora, e si inginocchiò a terra, ma non aveva ancora goduto, così lascio le sue labbra lo spingo giù a sdraiarsi e mi dedico al suo cazzo, completamente zuppo dei miei umori, iniziai col dare delle leccate, come fosse un gelato, alla cappella, poi passai a leccare tutta l’asta, andando su e giù lungo quella bellissima asta di quasi 18 cm credo, su e giù, su e giù e sentivo i suoi gemiti di piacere,
– adesso sei tu che devi fare piano ‘ gli dissi scherzando.
– tappami la bocca ‘ disse lui a quel punto per mantenere lo scherzo ma anche ,forse, come una sfida. Sfida che ovviamente accettai, girandomi e mettendo sulla sua bocca la mia fica ancora colante di caldo piacere, il contatto con la sua lingua mi diede nuovi brividi, mi leccava e succhiava il clitoride, apriva con le dita le piccole labbra e infilava la lingua dentro, cavolo se era lunga. Nuovamente iniziai a gemere mentre leccavo le palle e lui di tutta risposta mi spinse la testa e capii quello che voleva, aprii la bocca e inizia a succhiare quel magnifico cazzo che era diventato di marmo e, viste le palle gonfie, pronte a regalarmi tanto piacere da assaporare. Punto i piedi per terra e iniziò a muovere il bacino, scopandomi quasi la bocca, il cazzo mi arrivava in gola, avevo il fiato sempre più corto, per lo sforzo di ingoiare tutto quel randello e per il piacere che comunque Filippo mi regalava con il suo lavoro di bocca, e tutte le volte che alzavo la testa cercavo di prendere più aria possibile e mi rituffavo sul cazzo. Il cazzo di Filippo era ancora più zuppo, solo che la mia saliva ormai aveva lavato i miei umori che adesso si erano mischiati nella mia bocca. Il mio lavoro di bocca stava per dare i suoi frutti, Filippo fermò il bacino, vidi i muscoli delle cosce contrarsi e poi sentii in bocca il liquido caldo del suo piacere che usciva dal suo cazzo. Me ne andò un po’ di traverso e mi fece tossire,ma non volli perdere nemmeno una goccia, così inizia a leccare il cazzo e a ripulirlo da tutto. Il cazzo che dopo aver eruttato aveva perso consistenza adesso si adagiava sul suo ventre e io mi senza prenderlo con le mani lo leccavo, poi andai dalla punta e lo imboccai ancora. Poi Filippo inizio a fare una specie di pompino al mio clitoride, facendomi impazzire, io inarcai la schiena e muovevo il mio bacino cercando il punto in cui ricevevo il maggior piacere, ma dovunque la sua lingua mi toccasse per me era piacere e così dopo poco venni ancora soffocando il mio gemito in un morso alla sua coscia.
Ci alzammo, eravamo ancora nella doccia, aprimmo l’acqua tiepido e ci rinfrescammo ancora, ci asciugammo insieme, io asciugavo lui e lui asciugava me.
– Francesca, sei fantastica. ‘ mi disse mentre mi asciugava la schiena e si soffermava sulle mie tette.
– sei tu fantastico, ci sai fare, non pensi solo a te, posso solo dire woow! ‘ dissi io girando, per quanto potevo la testa verso di lui perché potesse vedere il mio sorriso.
Lui voleva asciugarsi i capelli con il phon, io invece decisi che li avrei fatti asciugare così nature.
Mi stesi sul letto osservando la porta del bagno, avevo ancora voglia. La porta finalmente si aprì e ne usci lui, davvero messo bene, come potevo aver pensato male di lui fino a quel momento, mentre si avvicinava al letto io mi avvicinai al bordo, rimanendo comunque sdraiata, mentre faceva il giro del letto lo bloccai mettendo una mia gamba sulla sua strada, portai alche l’altra e insieme poggiai i piedini sui suoi addominali, inizia ad accarezzarlo delicatamente, lui aveva gli occhi socchiusi e si godeva il mio trattamento, vidi il suo cazzo che iniziava a prendere vita, così decisi di avvicinare i miei piedini al suo cazzo e iniziare una lenta sega fatta con i piedini. Il suo cazzo scivolava sotto la pianta dei miei piedini e i suoi sospiri e gemiti mi facevano capire che gli piaceva. Poi avvicinò le mani alle cosce,
– no fermo allontanati, lasciami fare. ‘
Lui obbedì e io potei continuare a divertirmi, il suo cazzo diventava sempre più duro, ma non ancora come lo volevo io, e così continua per un altro po’, e quando il cazzo aveva il vigore che mi piaceva, lo lascia e aprii le gambe poggiando i talloni sul bordo del letto, lui si godette la scena, e guidò il suo cazzo verso la mia fica ancora vogliosa…
Sono a gambe aperte di fronte a lui, mi passo un dito sulla fica calda e ormai allagata dai miei umori, lo porto alla bocca e lo assaggio delicatamente. Lui mi prende per le cosce e mi sistema meglio a bordo del letto, facendo uscire di un po’ il mio culetto, appoggia la cappella sulla mia fica e poi entra, dolcemente, ma comunque deciso. Io chiudo gli occhi e mi stendo, gustandomi ogni cm di quella dolce e calda intrusione che mi riempie totalmente.
– sei caldissima Francesca ‘ mi dice dopo essere affondato in me.
Io sorrido e inizio a godermi le sue spinte, prima piano poi sempre più forti. I miei gemiti si alzano di nuovo di volume, ma questa volta lui mi lascia fare e troppo eccitato anche lui. Allunga una mano, e penso che mi stia per tappare la bocca invece arriva su un mio seno lo strizza e poi si concentra sul capezzolo, tirandolo e strizzandolo a sua volta, sul mio viso compare una smorfia di dolore, ma allo stesso tempo di piacere, e mi piace parecchio anche, sono emozioni che non provavo da molto, anzi forse non avevo mai provato prima. Il mio ragazzo non mi faceva godere così, e il fatto di provare quelle sensazioni con un altro ragazzo mi facevano eccitare ancora di più. Mentre pensavo queste cose sentivo il ritmo di Filippo crescere ancora,
– woow, continui ad allagarti, scivolo che &egrave una meraviglia. Ti sta piacendo vero? ‘
– oh si che mi piace, non ti fermare ti prego continua, non ti fermare! ‘ dico estasiata dalle poderose spinte di bacino di Filippo.
Bacino che sbatte contro il mio, il cui rumore secco e accompagnato dallo sciacquettio del suo cazzo nella mia fica. Sento i miei umori che colano sul mio culetto e che sicuramente stanno inzuppando anche le palle di Filippo che sbattono contro di me.
Nella stanza l’odore di sesso &egrave forte e io lo respiro a pieni polmoni, godendomi ogni attimo di quella scopata.
Sento montare l’orgasmo inizio a gemere più forte, poggio i talloni sulla schiena di Filippo e cerco di fargli capire qual &egrave il rimo che voglio usi, lo spingo con i talloni verso di me perché lo voglio tutto dentro, sto gemendo incontrollatamente e così l’orgasmo arriva, le gambe tremano e non fanno più pressione sulla schiena del mio stallone.
Rimango immobile per una decina di secondi, mi riprendo quando sento la mia fica svuotarsi, lui si avvicina alla fica e inizia a soffiarci sopra, che sensazione magnifica, non l’avevo mai provata. Mi guarda e mi bacia. Lui &egrave sempre li duro e io non voglio smettere di godere, allora lui mi dice di girarmi, mi mette alla pecorina, lui dietro e affonda di nuovo il suo randello dentro di me, strappandomi nuovi gemiti e la sicurezza di una latro orgasmo, la mia fica &egrave adesso molto sensibile ogni suo tocco per me &egrave puro piacere. Ma rimango piacevolmente sorpresa quando mi arriva uno schiaffo sul culetto
– ahi… ‘ ma poi sorrido. E così inizia un’altra cosa che nessuno mi aveva fatto mai, mentre affondava il cazzo dentro di me faceva partire anche uno schiaffo, ma non sempre, anzi quando vedeva che me lo aspettavo non lo faceva, e quando me lo dava e io sobbalzavo nuovamente era come sentissi il suo cazzo diventare più duro, lo eccitava da matti.
– sei una gran porca Francesca, ti piace farti sculacciare ‘
– da te mi farei fare di tutto ‘ e parti una altro schiaffone.
– ti piace farti sculacciare? Dimmelo! ‘
– si…si, mi piace farmi sculacciare. ‘
– dimmi che ne vuoi un altro, pregami di averne un altro! ‘
– dammene un altro, ti prego dammene un altro ‘
Non feci in tempo a finire la frase che me ne arrivò un altro. Il mio godimento era al massimo ed anche il suo.
Poi senti un dito che forzava il mio culetto, e quando sentii il suo pollice entrarmi dentro e muoversi scopandomi, non capii più nulla e venni ancora crollando sul letto.
Ero senza fiato sfinita, ma lui ne aveva ancora.
Mi fece alzare, fu lui però a sedersi sul bordo del letto,
– uff, sono stanco, adesso voglio che fai qual cosina tu, scopami tu. ‘
Non me lo feci ripetere, mi misi di spalle a lui mi inarcai la schiena, presi il suo cazzo e lo direzionai verso la mia fica, poi mi piegai e mi impalai sul suo cazzo. Inizia a scoparmi, ero io che davo il ritmo, alternavo su e giù veloci ad altri più lenti, affondi a metà cazzo e altri in cui mi impalavo totalmente su quel magnifico cazzo, oppure, quello, che più lo faceva godere sentendo i suoi gemiti, muovevo il bacino a destra e sinistra o in avanti e indietro facendolo aderire alle mie pareti. Anche io godevo, poi mi spinse la schiena ancora un po’ più giù, non potevo credere al piacere che sentivo, il cazzo andava a solleticare la parte superiore della mia fica, facendomi contorcere dal piacere, avevo i brividi ogni volta che mi impalavo sul suo magnifico cazzo, ad ogni discesa i miei gemiti aumentavano di volume, ma non solo i miei anche i suoi, il suo cazzo era praticamente avvolto dai miei umori, che in quella posizione sentivo davvero colarmi. Tanto che lui non resistette più
– France sto venendo ‘
Ma io non mi alzavo
– France sto venendo davvero ‘
E io ancora nulla. Sentire la sua voce che diceva che stava godendo grazie a me mi faceva eccitare ancora di più e così venni con un altro sontuoso orgasmo, gemendo come una cagnetta. Le gambe non mi reggevano più e crollai giù facendo scivolare il cazzo fuori. Ma mi girai subito e presi in bocca il cazzo duro e svettante e bastò solo mettermelo in bocca per farlo venire. Lui era piegato in due dal piacere e mi teneva la testa sul suo cazzo, come se potessi o volessi lasciarlo li! Mi godetti la sua sborra e poi la ingoiai. Mi dedicai al suo cazzo leccandolo e ripulendolo dai nostri umori. Scesi a leccargli le palle, e dalle pelle d’oca che vedevo su Filippo doveva piacergli molto il mio trattamento.
Mi sdraiai accanto a lui sul letto,
– mi devi riportare a casa ‘ gli dissi.
– no dai sono stanchissimo, dormi qua, e domani mattina ti porto a casa tua, prendi le tue cose e ti porto a scuola. ‘
Mi convinse e accettai.
Il mattino seguente sento il telefono vibrare, ma non faccio in tempo a rispondere, vedo l’ora, le nove e mezza.
– cazzo. ‘ Filippo alla mia imprecazione si sveglia. ‘ la scuola l’ho persa e qua ci sono quindici chiamate perse e otto messaggi da mia madre, sono nella merda -.
La richiamo per tranquillizzarla, mi prendo la cazziata e le dico che comunque stavo tornando a casa.
A quella notizia Filippo non &egrave contento, e cerca di farmi cambiare idea saltandomi addosso,ma non posso fare ulteriormente tardi, quindi filo in bagno a vestirmi. Mi accorgo di una cosa strana però, maglietta e pantaloni sono li dove li ho lasciati insieme al reggiseno, ma non vedo più le mutandine. decido che non c’&egrave tempo e dopo averle cercate un po’ di qua e un po’ di la infilo i pantaloni senza le mutandine e mi faccio accompagnare da Filippo vicino casa. Lo saluto dicendogli che ci saremmo visti poi la sera a lavoro.
A casa ovviamente mi prendo una bella ramanzina, ma va bene, almeno ho passato una notte fantastica. A lavoro la sera tutto tranquillo, nessun imbarazzo tra me e Filippo. Adoravo quella situazione, magari sempre così.
Ma le mie mutandine???…

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