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Trio

*LA CACCIA**

By 9 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Da “Le opere e i giorni” di Esiodo (VIII-VI sec.a.C.)
ESTATE

Quando il cardo fiorisce e la cicala canora
stando sull’albero l’acuto suo canto riversa
fitto da sotto le ali, nella pesante stagione d’estate,
allora più grasse sono le capre, il vino è migliore,
le donne più ardenti, ma sono fiacchi gli uomini
perché Sirio brucia la testa e i ginocchi
e secco è il corpo per via della vampa.

E’ vero, i miei sensi d’estate s’accendono al calore del sole che diventa giorno dopo giorno più ardente, i gesti si fanno grevi, sensuali, so di emettere un odore di femmina molto potente, me ne accorgo per l’interesse che risveglio anche nei maschi più riluttanti.
L’abbronzatura intensa, la cura maggiore che dedico al mio corpo, il viso opportunamente sciupacchiato dalle veglie notturne in onore di eros o della musica, mi rendono più fascinosa, mi conferiscono quell’alone di peccato che mi rende pericolosamente femmina.
Stregata dal calore estivo, mi sento un frutto maturo pronto per essere colto e gustato.
Questa sera sono invitata da amici carissimi, che hanno appena ristrutturato un’antica casa nel borgo.
Non mi preparo a tradirti, amore mio, solamente tu non ci sei e il mio corpo …ha fame, un tipo di fame che non può aspettare.
So di essere in forma, scura come un’africana, un sottile top rosso simile a un foulard allacciato dietro il collo e sulla schiena , con i seni voluminosi liberi e in mostra; la gonna , nera, molto bassa sui fianchi, appena sopra il margine dello slip, è lunga fino ai piedi.

Sono in caccia di carezze, di lingue affamate, di rugiada di sessi aperti, di seme caldo che scivola giù per la gola come la migliore delle amorose pozioni.
Questo istinto da predatore diventa spesso in me così prepotente da oscurare la mia “parte” umana.
Agosto é il mio mese, sono nata sotto il segno del leone: metà di me è felina, senza alcun dubbio un tempo lontano abitava savane e foreste tropicali.
Inoltre sono i miei giorni d’ozio in cui dimentico gli affanni ‘seri’ di tutto l’anno.
Quando arrivo dai miei amici, attiro l’attenzione e ne sono lusingata, la finta modestia non è mai stata il mio forte; ho oscurato il cervello, almeno spero di esserci riuscita.
Sento mormorare al mio passaggio:’ Che tette’ e una rispostadomanda sommessa:’ Perché il culo che ti ha fatto? chi é?’
Vengo presentata in giro, ma nessuno né uomo né donna riesce a calamitar la mia attenzione, fino a che :
‘Ecco, Fede, questi sono Sarah e Neri, arrivati freschi dalla Svezia, un paese che tu ami molto, sicuramente ne avrete di cose da dirvi e poi fai tu gli onori di casa, mostra loro le ultime stanze restaurate…’
Così ci presenta Giuliana, la nostra ospite, prima di sparire, fasciata in un abito rosso come i capelli che la rende simile a una spirale di fiamma.

Eccoli, i due gioielli, intuisco subito che saranno loro i protagonisti di questa mia notte che si preannuncia caldissima.

Lei è bella, di quel biondo chiaro naturale che mi affascina tanto, gli occhi c olor nocciola del colore delle castagne, un corpo sottile, con piccoli seni dalle punte all’insù, ben visibili sotto la leggera canotta di seta.
Lui , molto abbronzato, capelli castani, uno strano viso triangolare, gli occhi verdi, audaci e le mani dalle lunghe dita che fanno pensare a interminabili , estenuanti carezze.
Si scambiano uno sguardo profondamente complice, che riconosco, poi due paia di occhi si fissano nei miei e insieme decifriamo un codice segreto, noto solo a noi…
Quando mi ritrovo sul divano seduta tra Sarah e Neri a intrecciare una conversazione con tutti e due mentre gli altri invitati mi appaiono come comparse sullo sfondo della scena , capisco che tra noi tre è già scattata quell’attrazione “fatale” che ci porterà a conoscerci fin negli angoli più riposti e segreti.
Il braccio di lui intorno alle mie spalle e la mano sottile e leggera di lei sul ginocchio nudo fugano ogni dubbio, se mai ne avessi . Tutti e due parlano fissando le mie labbra come in una conversazione tra sordomuti.

Il loro linguaggio è perfetto, sciolto, forbito, elegante, mai una parola in più o in meno e questo è molto attizzante, perché prelude ad altre parole, oscene, volgari, mormorate in una prossima lattiginosa intimità.
Allora un grande calore comincia a corrermi sotto la pelle per finire in ondate sempre più lunghe nel sesso, che inizia a bagnarsi; muovo inquieta le cosce, accavallo nervosa le gambe, mentre laggiù il mio cuore di femmina batte sempre più forte al pensiero della bionda peluria di lei e al fallo pronto ed eretto di lui, che mi pare di intravvedere nella V dei jeans.
‘Ci fai visitare la casa?’ mormora Sarah, e capisco che questo è il segnale.
‘Certamente, venite’
Io li precedo per lo scalone che porta ai piani superiori, le gambe mi tremano dall’eccitazione, mi pare che la pelle si stia liquefacendo al gran fuoco che mi divampa dentro.
Arrivo all’ultima camera da letto, quella grande, con gli affreschi di Amore e Psiche sul soffitto, rosei, nelle loro carni sovrabbondanti. Neri è l’ultimo a entrare e chiude a chiave la porta.
Nessun rumore giunge fino a noi, le mure cinquecentesche ci isolano dal mondo.
‘Spogliati’ mi dice Sarah, con voce neutra.
Neri si diede sul bordo del grande letto, lo guardo, sorrido, mentre non accenna a togliersi gli abiti , come del resto la sua compagna.

‘Ah, ma allora è anche più intrigante’ penso e con pochi rapidi movimenti resto nuda di fronte all’uomo, mentre la donna è alle mie spalle.
Sono orgogliosa del mio corpo, mi piace mostrarlo.
Lui allunga una mano, rapidissimo, e mi infila due dita nella vagina: resto immobile, anche se la mossa é stata improvvisa, poi:
‘E’ pronta , Sarah, pronta e bagnata e …profumata e ..saporita’ queste ultime parole le pronuncia dopo essersi leccato le dita con le quali mi ha penetrato.
Sarah mi abbraccia da dietro, facendomi sentire i capezzoli induriti sulla schien a nuda , poi mi spinge sul letto, mi fa sdraiare e mi allarga le cosce, poi tirando indietro i capelli si china sul mio sesso e comincia a soffiarmi delicatamente sul clitoride eccitato, giocando col respiro, prolungando l’attesa della lingua a lenire lo spasimo della mia carne indurita; poi, improvvisamente, mi penetra con le dita, ruotandole dentro di me, provocandomi lunghi spasimi di insopportabile piacere, mentre con la bocca esplora le grandi e le piccole labbra e poi di nuovo il clitoride, mentre io gemo sempre più forte.
‘Dimmi che vuoi anche me, dillo che vuoi anche il mio cazzo..’ dice Neri…
‘Si’ mormoro;
‘Più forte, dillo più forte, guardalo …’
Al di fuori dei pantaloni il suo fallo é grosso, teso, pare di vedere il sangue affluire tutto lì, in quell’organo bellissimo e potente.

Apro la bocca, voglio sentire il suo sapore, ingoiarlo, ho fame e sete di lui, non so se dell’uomo o del suo sesso.
Ora sono piena della sua rigidità, mentre con le mani scivolo su e giù lungo l’asta, in un movimento sempre più convulso.
Sto per godere, la lingua di Sarah è implacabile: dalla mia bocca imbavagliata da quella carne calda e fremente non esce suono, ma la mia schiena si inarca , mentre per un attimo mi perdo nell’incosciente vuoto del piacere.
La donna rimane con la guancia appoggiata al mio sesso infuocato fino a che Neri , con un movimento rapido si sfila e prende il posto di Sarah, tra le mie cosce.
Risale l’onda dell’ eccitazione, al pensiero di quel fallo di giovane uomo, prepotente e violento pronto ad entrarmi dentro con prepotenza.
Si ferma a lungo con il glande all’inizio delle labbra, stuzzicandole fino a che io:
‘Dammelo, ti prego, riempimi…’
Le parole oscene pronunciate in determinati momenti sono da sempre un potente afrodisiaco, uno dei migliori.
L’uomo mi penetra con una rapida spinta fino in fondo:
‘Sei davvero una lussuosa scopata’ ansima’ ce l’hai scritto in faccia che sei una che sa godere, stai per venire di nuovo, vero, vero?’
Non so come faccia, lui, a restare lì, sull’orlo del piacere, in equilibrio precario: poi i muscoli della mia vagina hanno la meglio sulla sua resistenza e veniamo insieme, lui impennandosi su di me, come un cavallo imbizzarito, per poi ricoprirmi con il suo peso mentre sento (e questo non mi capita sempre) il suo seme denso e caldo riempirmi il ventre…

Annego letteralmente nell’orgasmo, a occhi chiusi

E resto così, in silenzio, mentre lo sperma di Neri mescolato alla saliva di Sarah esce dal mio sesso come da una bocca che ha ben mangiato.
Sento il movimento dei loro abiti che cadono a terra.
Apro gli occhi e Sarah é lì, distesa accanto a me, alla mia sinistra, il pube infantile ricoperto da una morbida peluria bionda, il ventre tondo, leggermente sporgente.
La guardo negli occhi, mentre con una mano le accarezzo i seni e :
‘Ora ti voglio io’ mormoro, avvicinandomi a lei.
La temperatura nella stanza è davvero torrida: Sarah resta immobile, lo sguardo distante, pare frigida, eppure, da come mi mangiava non pareva proprio.
‘No’ mormora’no’
Allora sento le mani di Neri che mi afferrano i seni da dietro, costringendomi ad alzarmi in ginocchio sul letto, aderendo con la schiena al suo ventre.

Mi stringe forte a sè, io guardo Sarah: mentre ci osserva attentamente, gli occhi si fanno più grandi, socchiude la bocca, e inizia a masturbarsi con violenza.
Il suo uomo mi volta il viso e incolla le sue labbra alle mie: il nostro è un bacio lento, languido, di esplorazione, a cui partecipo con tutta me stessa, mentre di nuovo eccitato si struscia nel solco tra mie natiche.
Ora capisco il gioco di Sarah: è quello il suo piacere, guardare Neri che prende un’altra donna : solo così raggiunge l’orgasmo, procurandoselo con le proprie man: intuisco che le loro mosse son programmate, una sceneggiatura già scritta per un copione molto esclusivo.
Ora lui comincia a baciarmi le natiche, a morderle, per fermarsi a leccare il buchetto, con perizia; so che cosa vuole, ed è quello che voglio anche io, mentre lei, davanti a me, guarda con gli occhi socchiusi la bocca semiaperta.
L’uomo comincia a spingere e io cerco di facilitarlo sporgendomi quanto più posso all’indietro: all’improvviso, con un colpo potente, è tutto dentro di me.
‘Vieni, riempimi’ mormoro al ragazzo che instancabile sta arando il mio ventre; e le mie parole sanno di ordine e preghiera insieme.
Sarah cade all’indietro, la mano contratta sul sesso, in fianchi in tumulto.
Poi anche io naufrago nell’orgasmo faticando a sostenere il peso di Neri: allora la donna , alzandosi all’improvviso sul letto, si impossessa della mia bocca, intrecciando la lingua con la mia, mentre il suo uomo scarica il seme dentro di me, con un grido.

Ora ci accasciamo l’uno sull’altro in un groviglio di braccia e di gambe; respiriamo a fatica, siamo bagnati di sudore, di seme, di saliva, le labbra stanche di baci, saziati.
E’ Sarah la prima a parlare:
‘E ora, chi ci torna di sotto, in queste condizioni?’
‘Non ci torniamo’ dico io’da qui si può scendere per una scala di servizio, passando attraverso le cantine si arriva al retro della casa. Allora, sentite se vi va, prendiamo una bottiglia di quelle buone, usciamo all’aperto fino alla fontana dietro al castello, lì ci rinfreschiamo e ci scoliamo il vino, tanto a quest’ora in giro non c’è più nessuno, che ne dite?’
‘Che sei super , Fede , davvero, dai, andiamo, che la notte è ancora giovane’ rispondono i due, mettendomi un braccio intorno alle spalle: così allacciati andiamo verso l’alba.


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