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Racconti Trans

le vicine di casa

By 13 Febbraio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Le vicine di casa

Finalmente! Avevo finalmente trovato lavoro ed ero riuscito a raggiungere il mio scopo, andarmene da casa dei miei a vivere da solo nella grande città! Lo so suona molto provinciale, ma sognavo che un piccolo appartamento, certo non un loft, ma qualcosa di mia e qualche euro in più in tasca, uniti alla mia esuberanza dei vent’anni, mi avrebbero aiutato con le donne! Già mi vedevo contornato di fanciulle in fiore che si facevano ingenuamente introdurre nella mia tana! In fin dei conti non &egrave che avessi dei desideri particolari, volevo solo scopare come un riccio!
Non ci volle poi molto per rendermi conto che le cose sarebbero andate in ben altro modo, lo stipendio non era granch&egrave, finivo il lavoro molto tardi e le donne capitoline non &egrave che mi filassero poi tanto!
Nell’arco di un paio di mesi ero ormai consapevole che le cose sarebbero andate diversamente da come immaginavo, la sera tornavo a casa letteralmente distrutto, mi fumavo una canna e mettevo su qualche video porno per soddisfare la mia voglia in solitario. Il tutto un po’ squallido e noioso.
Nel frattempo mi ero reso conto di un curioso viavai che si consumava nel mio palazzo.
Specie dal pomeriggio inoltrato uomini circospetti si affollavano al citofono per poi salivano le vecchie scale cercando di farsi notare il meno possibile a viso basso.
Non sono un ingenuo e pensai immediatamente all’esistenza di un giro di donnine compiacenti all’interno del vecchio stabile, anche se non avevo mai avuto l’occasione di incontrarne una, e poi, con la miseria che prendevo non potevo certo ambire a far loro visita.
Curiosamente, col passare del tempo mi resi conto anche del fatto che quando entravo nel cortile dell’edificio mi sentivo osservato, era come sentirsi molti occhi addosso, spesso mi sorprendevo a scrutare verso le imposte chiuse nella segreta speranza di incrociare lo sguardo di qualche meretrice compiacente disposta a farmi da amante, ma i miei desideri rimanevano sempre frustrati.
Il tempo passava uguale a se stesso, ormai non facevo neanche più caso al continuo andirivieni di uomini, anche se mi sentivo sempre addosso quella curiosa sensazione.
Il mio destino si compì in un’afosa serata di luglio.
Avevo smesso di lavorare particolarmente tardi e mi ero rimpinzato di alcool per bene, in modo da giungere a stento a casa per svenire letteralmente mezzo vestito sul letto.
Non so da quanto tempo dormissi, so solo che fui svegliato bruscamente da alcune voci che, con accento sudamericano mi risuonavano nelle orecchie come se fossero state lì, nel mio appartamento, ed in effetti era proprio così, stavo a malapena mettendo a fuoco tre figure nel microappartamento quando il potente fascio di luce di una torcia elettrica diretto verso il mio volto mi impedì di osservare altro.
– Com’&egrave carino! E come puzza! Ti senti solo caro e ti dai al bere, non preoccuparti ora ci siamo qui noi!
– Si però &egrave un birichino guarda che filmetti guarda di nascosto! Ti piace vedere le donne che lo prendono nel culo eh? Magari godi nel vederle soffrire? Non lo sai che &egrave tanto bello un bell’arnese che ti stantuffa il culetto?
Quelle parole mi paralizzarono per il terrore, temevo di essere in balia di una banda di stupratori decisi ad approfittare di me, ma non sembravano voci maschili, anzi erano tanto femminili da sembrare caricaturali.
Finalmente la torcia fu diretta in un altro posto, e mi trovaio circondato da tre femmine statuarie.
Avevano calzato sul viso tutte e tre delle calze velate, il che distorceva i pur apparentemente vistosi e seducenti lineamenti, la prima, quella con la torcia, indossava un pantacollant lucido che nella penombra le disegnava lunghe gambe snelle, stivali in lucida pelle nera con vertiginosi tacchi a spillo di almeno 14 cm, una canotta bianca trasparente dalla quale due floride tette almeno della quarta misura sembravano quasi volere esplodere, aveva lunghi e folti capelli ricci che spuntavano rigogliosi dalla calza, con i tacchi sembrava sfiorare il metro e novanta, la seconda, che da quel che potevo immaginare da dietro la calza mi osservava maliziosa guardando attentamente la mia piccola filmoteca, era svestita, diciamo così, con una microgonna inguinale che se si fosse girata mi avrebbe offerto un impagabile scorcio di un magnifico culo,
un delizioso, ancorch&egrave insufficiente reggiseno a balconcino dal quale si notavano i capezzoli turgidi far capolino in contrasto con la pelle leggermente ambrata del seno gonfio e svettante, una stella a cinque punte le ornava il delicato incavo dell’ombelico, e la figura di per sé tonica e snella veniva esaltata da un paio di sandali allacciati al polpaccio color argento con i canonici 14 cm di tacco a spillo, da quel che vedevo doveva essere una magnifica puledra mulatta, mentre la sua prima amica aveva l’invitante colorito del cioccolato fondente.
La terza intrusa, pur standosene in disparte senza proferire verbo, mi appariva come la più allettante, vestita com’era solo di una giacca a un bottone, abbondantemente scollata su un seno morbido e sodo, dalle misure più umane rispetto alle prime due, sotto la giacca, intuivo l’esistenza di un qualche indumento intimo visto che spuntavano solo due gambe assolutamente perfette, lunghe e agili, seppur muscolate in modo non invadente, lisce come seta, come ebbi modo di appurare, e del colore del cioccolato al latte, i piedi sicuramente delicati, calzavano delle semplici ma eccitanti decollet&egrave in vernice nera con tacco in acciaio di una decina di centimetri, donandole ulteriore slancio ed eleganza, oltre a quell’aria un po’ troiesca che non guasta, completava il quadro una chioma mora e liscia dai riflessi scurissimi, quasi violacei.
Ancora inebetito per il brusco risveglio e intontito dal troppo e scadente alcool ingerito, mi stavo chiedendo quale santo ringraziare per aver portato tutto quel ben di dio in casa mia, quando la mora elegante si avvicinò a me ancora disteso e dopo avermi afferrato ferocemente per i capelli, guardandomi dritto negli occhi cominciò a parlare:
– Ciao io sono Sabrina, la mora si chiama Suzana e la biondina invece &egrave Lisa, ti abbiamo notato in questi giorni, (mentre parlava, Suzana mi aveva afferrato da dietro torendomi le braccia costringendomi all’immobilità, col viso distorto in una smorfia di dolore) , abbiamo notato la disapprovazione che provi quando incontri i nostri amici e volevamo farti capire perché ne abbiamo così tanti, e per far questo ora ti presentiamo i nostri tre giocattoli!
No, non ci potevo credere, l’incubo che avevo paventato si stava per materializzare e così fu.
Mi resi conto che Suzana e Lisa cominciavano a strusciarsi avidamente la mano libera sul pube, mostrando il sorgere di un rigonfiamento preoccupante, Sabrina invece, si mise a un paio di metri da me e cominciò lentamente uno strip-tease, cominciò ad ancheggiare in modo seducente rivolgendomi le spalle, i lunghi capelli lisci le scivolavano morbidi sulle spalle, pur terrorizzato dalle prospettive, non potevo fare a meno di rimanere ammaliato da quello spettacolo sensuale, la bella mora si slaccio il singolo bottone della giacca, ruotando su stessa fece in modo da mostrare i bei seni leggermente a punta, mentre la giacca si sollevava mostrando un delizioso quanto semplice perizoma in pelle nera che adornava le due natiche più splendide che avessi mai visto, sode e sporgenti e dalla pelle liscia come seta, mentre lo spogliarello proseguiva, avvertivo dietro la nuca qualcosa di decisamente grosso e duro che premeva per uscire allo scoperto, ma ero come ipnotizzato dai movimenti suadenti della bella Sabrina.
Finalmente, sempre mostrandomi le spalle, fece scivolare sul pavimento la giacca, rimanendo con indosso solo l’esile indumento intimo e le deliziose scarpe, spalle dritte e ampie e schiena semplicemente perfetta completavano il quadro di una creatura di bellezza indescrivibile, peccato ‘ pensavo in quel momento ‘ non poterne ammirare il viso.
La deliziosa mora si piegò con studiata malizia in avanti, fin quasi a poter toccare terra con il viso e ostentando così un posteriore da scultura, il cazzo cominciò a duolermi, stretto nel boxer e nei pantaloni, in balia di un’erezione tanto imprevista quanto furiosa, le mie due guardiane dovettero prenderne coscienza giacch&egrave tirarono fuori all’unisono due mostruosi arnesi neanche del tutto eretti che mi furono dapprima sventolati sotto il naso e poi, dopo un paio di ceffoni piuttosto violenti, e insulti, sputi e tirate di cappelli fecero il loro trionfale ingresso nella mia povera bocca inviolata.il primo ad entrare fu l’arnese color caffelatte di Lisa, misurava all’incirca 24 cm pur non del tutto dritto, ed era spesso di conseguenza, penetrò a stento la cappella, più chiara dell’asta e gonfia come una mongolfiera, un sapore ignoto mi avvolse il palato, sapido e umido, ma di consistenza stranamente gradevole, mentre un’aroma di sperma e sudore mi riempiva le narici stordendomi.
Potrà sembrare strano, ma a parte le remore di una vita da etero convinto e il timore per la violenza che le due trans dispensavano a piene mani , la cosa che più mi turbava era il non poter assistere all’ultima parte del sensuale spogliarello di Sabrina, Lisa intanto, dopo avermi afferrato saldamente la testa tra le mani, aveva preso a spingere vigorosamente, facendo affondare il suo grosso serpente sempre più a fondo nella mia gola, ormai avevo chiuso gli occhi cercando di resistere, ma improvvisi conati di vomito mi costrinsero a divincolarmi e quando li aprii, mi trovai davanti l’uccello di Lisa in piena erezione legato alle mie labbra inumidite da grossi cordoni di saliva, e Suzana che agitava minacciosamente davanti ai miei occhi uno spaventoso manganello nero di 30 cm, pur con la mia pluriennale esperienza in film pornografici, non avevo mai visto un cazzo come quello, lungo e spesso come un braccio, sormontato da grosse vene pulsanti e ornato da una coppia di coglioni gonfi di sperma che, presumibilmente sarebbe stato scaricato tutto dentro di me.
Quell’estremo tentativo di ritornare in libertà mi costò molto caro:
– Che fai ti ribelli frocetto di merda?
– Ora vedrai come li trattiamo i frocetti come te!
– Dai tanto ti piace, si vede da come lo ciucci, sei una troietta, solo che non lo sapevi ancora!
Suzana prese a sbattermi il suo enorme bastone sul viso, mentre Lisa mi costringeva di nuovo a succhiarle il bel cazzo duro e umido in punta, più cercavo di liberarmi e più quel nodoso palo di carne mi scivolava in gola, per un attimo riuscii a riaprire gli occhi e tra le gambe delle due aguzzine potei osservare la magnifica Sabrina che si masturbava lentamente, con movimenti sapienti uno splendido cazzo di una ventina di centimetri, spesso almeno 6 e leggermente ricurvo verso l’alto.
– Senti come succhia questa puttana, secondo me sei nata per ciucciare il cazzo!
– Zitte ora, ora insegnamo un giochino nuovo al nostro amichetto!
La voce di Sabrina, perentoria, mi gelò il sangue, fino a quel momento avevo sperato che le cose cessassero a quella violazione umiliante ma non eccessivamente dolorosa, ma evidentemente, le tre trans avevano in mente qualcos’altro per me.
Guidate da Sabrina, Suzana e Lisa mi costrinsero ad alzarmi dal letto e mi spogliarono lasciandomi nudo e indifeso come un *******, ero ancora intontito dall’alcool, il cui sapore si mescolava nella mia bocca agli aromi pungenti e sapidi dei cazzi che ero stato costretto a succhiare, ero terrorizzato, non avevo idea di cosa mi aspettava, ma le mazze enormi delle tre splendide trans erano un’evidente minaccia alla mia verginità.
Non avevo idea di fin dove si sarebbero spinte nel corso di quella brutale violenza, in fin dei conti mi stavano violentando! La cosa sorprendente era però, che ospitare nella mia bocca quegli arnesi turgidi e duri mi aveva eccitato a dismisura, e, mentre mi trascinavano per la casa con i grossi e gonfi pendagli in bella vista, il mio cazzo era in poderosa erezione e colava grosse stille di liquido preeiaculatorio.
La cosa naturalmente non mancava di essere notata dalle tre dee sudamericane mascherate, e infatti durante il breve tragitto fino al bagno, mi insultarono mentre mi prendevano a schiaffi e mi tiravano i capelli, dandomi anche piccoli colpi all’asta eretta.
-sei un frocio di merda che vuole il cazzo, solo che fino a stasera non lo sapevi, ma io li riconosco subito quelli come te’
-volete fare i moralisti e invece morite di voglia di farvi fottere a sangue, ora ci divertiamo’
Giunti nel bagno, Suzana e Lisa mi bloccarono col volto rivolto verso il lavabo, nello specchio potevo vedere le matte risate che le troie si facevano alle mie spalle, pur con i volti deformati dalle calze.
La rabbia mi spinse a un tentativo di divincolarmi, ma le due trans erano troppo forti e il mio tentativo si risolse in ceffoni e insulti.
-Che fai troietta cerchi di liberarti, dai che ti piace, dai che lo vuoi, anzi li vuoi tutti, vuoi farti chiavare come una cagna di strada e farti riempire di sborra bollente in tutti i buchi, mmm vedrai che ci implorerai di non smettere’.
Mentre le altre due continuavano a pestarmi, Sabrina scivolo alle mie spalle, sentivo distintamente il suo grosso arnese teso e duro puntare contro le mie natiche, e cominciò a sussurrarmi nell’orecchio, tenendomi il viso attaccato al suo tirandomi i capeeli, quasi con ferocia.
-Sai bel frocetto, le nostre calze possono servire a molte cose, una per esempio &egrave immobilizzarti per poter abusare di te come e quando vogliamo, vedrai che questa sera non la dimentichi più!
Così tirarono fuori altre due calze che usarono per legarmi ai due rubinetti, mentre a turno mi passavano le mani tra le natiche indugiando a lungo nel solco inviolato al centro delle due semisfere, strizzandomi dolorosamente il membro in erezione, i testicoli e i capezzoli eretti, mordendomi voracemente abbandonandomi in un delirio di sensazioni irripetibili.
Poi, come in risposta ad un segnale non scritto, Suzana mi afferrò vigorosamente la testa tra le due enormi mani color carbone, e, mentre Liza mi teneva il naso chiuso per costringermi ad aprire la bocca, mi sparò letteralmente mezzo metro di cazzo in gola cominciando a pompare furiosamente puntellandosi sulle punte dei piedi, credevo quasi che mi avrebbero fatto soffocare a colpi di cazzo e non mi resi conto che dietro di me stava per avvenire ciò che temevo.
Proprio quando Liza mi liberò il naso e Suzana fece per un attimo scivolare il grosso serpente nero fuori dalla mia gola, lucido della mia saliva che mi colava dalla bocca mentre ero in preda a vivaci conati, Sabrina puntò l’uccello duro e nodoso contro il mio povero orifizio, per altro asciutto e privo della bench&egrave minima lubrificazione, e con un colpo secco e violentissimo mi squarciò il retto strappandomi un acutissimo grido di dolore.
Improvvisamente, un ferro arroventato e molto ingombrante mi stava dilaniando l’intestino con movimenti frenetici e poderosi costringendomi ad assecondarli per non soffrire ancora di più.
Inutile dire che mentre Sabrina mi inculava a sangue, Liza e Suzana facevano a turno per farsi ciucciare i cazzoni eretti e duri, mi afferravano per i capelli e mi piantavano quei grossi pali in gola, mugolando parole sconnesse nella loro dolcissima lingua:
– mmmm deliciaaaa’.aaahhh gostoso ‘.chupa’mmm chupa’.aaahhh fochi so culo’.mmmm
Mi sembrava che mi avessero piantato un imbuto nel culo e che ci facessero scivolare lava rovente dentro, non riuscivo neanche ad urlare, visto che avevo la bocca piena dei rigogliosi membri che mi fottevano selvaggiamente la gola.
Ero vittima di un sabba infernale in cui le sacerdotesse, pur bellissime, al posto delle tradizionali vagine, avevano delle colossali verghe, e il mio sacrificio consisteva nell’appagarle tutte e tre pur a discapito della mia stessa salute.
Ormai avevo perso il senso del tempo, il mio naso affondava nella morbida pelle dei grossi coglioni gonfi delle mie seviziatrici, imbevendosi di aromi che, invece di turbarmi, non facevano che eccitarmi a dismisura, il mio culo, ormai devastato dopo qualche minuto di dolore atroce si stava pian piano adattando a quell’imprevista esplorazione rettale, mentre Sabrina incrementava gradualmente ma inesorabilmente la potenza dei colpi.
Cominciavo ad avvertire un leggero stimolo alla base del pene, come quando si sta per molto tempo senza sborrare, e il cazzo continuava a secernere senza posa liquido attaccaticcio.
Uno strano calore, unito alla sensazione di liberazione che si ha quando si va di corpo si stava pian piano impossessando di me.
-MMM troietta hai un culetto fantastico’.mmmm ti piace vero zoccola? Dillo che ti piace che vuoi il cazzo!
Mentre mi diceva queste cose, Sabrina mi aveva nuovamente afferrato per la chioma e mi aveva girato verso di lei, omaggiandomi di alcune spinte tra le più violente e facendomi letteralmente sussultare sotto di lei.
Comunque era vero, stavo cominciando a provare un piacere mai provato prima, ondate di estasi mi avvolgevano il corpo spossandomi e lasciandomi esausto.
– Che vacca che sei, ti piace proprio il cazzo eh?
Così dicendo fece scivolare una mano tra le mie chiappe e raccolse il liquido che le ornava portandolo alle mie labbra.
Bevvi avidamente quel misto di sborra di culo e sangue caldo, già, perché mi aveva letteralmente lacerato le pareti anali.
Poi, mentre cominciavo ad inarcare la schiena per accogliere ancora meglio quel glorioso palo di carne e cercavo di dediacrmi con maggior entusiasmo a spompinare i bei cazzi puntati verso il mio viso, senza preavviso fece scivolare il suo splendido serpente fuori di me.
La liberazione del canale rettale mi permise finalmente di contrarre lo sfintere, il ch&egrave mi fece schizzare una grossa goccia di sperma bollente che scivolò nel lavabo e mi strappò un mugolio di piacere intensissimo come mai avevo provato fino ad allora.
Sabrina mi spinse violentemente il volto nel lavandino per leccare il frutto del mio piacere, piegandomi a 90′ mentre Lisa scivolava alle mie spalle.
-Troia di merda chi ti ha detto che puoi godere? Tu sei soltanto due buchi svuotacazzi non osare mai più godere senza il nostro permesso!
Così dicendo, mi spinse più volte il viso contro la fredda ceramica del alvabo, per poi sollevarmi e infilare nella mia bocca ormai slogata il suo arnese aromatizzato dal sudore, dal sangue, dallo sperma e dal mio succo di culo!
Nel frattempo Suzana si masturbava con vigore, il suo cazzo era ormai nel pieno del fulgore, un palo di carne d’ebano nodoso e turgido con la punta lucida di sperma che puntava minacciosamente contro di me!
Mi venne vicino e mentre Liza mi sbatteva il suo bel cazzo duro nel retto senza alcuna particolare accortezza cominciando a pompare vigorosamente, Suzana mi puntò il tacco a spillo dei suoi stivali nella carne delle chiappe torturandomele sadicamente.
Sabry da parte sua affondava il suo superbo uccello al caldo della mia bocca spingendo in modo che non potessi urlare e godendosi i miei mugolii di dolore lancinante, misti al piacere inebriante che quella ferce sottomissione mi regalava!
Calde e grosse lacrime mi rigavano il volto, ma le tre aguzzine, anziché impietosirsi, sembravano maggiormente stimolate a torturarmi.
Violenti ceffoni mi arrossarono le gote mentre le tre transessualidopo aver alzato le calze in modo da liberare la bocca mi sputavano in faccia e, nel caso di Sabrina, in bocca dopo aver sfilato il membro, paonazzo per il succulento pompino.
– Sei proprio una troia mangiacazzi, chupa chupa’mmmm
– Che culo magnifico, e come si muove questa troia, mmm deliciaaaa’.
– Ti straccio le chiappe troia, ti piace eh? Puttana di merda mmm
Inutile negarlo, stavo godendo come una scrofa, un incessante cascata di precum mi scivolava tra le gambe, quel cazzo su per il culo aveva dischiuso un orizzonte fatto di immenso piacere, e il dolore inflittomi non faceva altro che amplificare quell’estasi inebriante.
All’improvviso le tre splendide aguzzine, quasi in risposta ad un richiamo si fermarono, lasciandomi ansimante e voglioso sul bordo del lavabo, il culo mi pulsava in preda a spasmi violenti e dall’uccello mi colava un fiotto ininterrotto di gustoso sughetto, sebbene le gambe mi tremassero e avevo dolori in tutto il corpo non potevo fare a meno di desiderare di essere ancora preso da quelle furie scatenate.
Un po’ timoroso girai il volto per osservarle, erano davvero tre splendide gazzelle, certo, ognuna a modo suo, il fisico muscoloso di Suzana era reso ancora più eccitante dalla pelle lucida per il sudore, il suo membro eretto e umido aveva un ch&egrave di mostruoso, all’apparenza poteva sembrare addirittura sottile, ma era un effetto ottico dovuto alla smisurata lunghezza, i lineamenti deformati dal piacere sembravano duri e ancor più minacciosi a causa della calza che le copriva il volto, Lisa e Sabrina erano invece due autentiche gazzelle, mentre parlavano tra di loro si masturbavano reciprocamente con evidente soddisfazione, i loro cazzi, pur non mostruosi come quello di Suzana, svettavano con le punte verso l’alto bagnati di caldo e succulento sugo, le due troie godevano come scrofe e il respiro si faceva affannoso anche a causa delle calze, che sollevarono per baciarsi lussuriosamente avvinghiando le lingue in una danza di strepitosa sensualità, luccicanti fili di saliva congiungevano le labbra carnose mentre le attenzioni si facevano sempre più selvagge. Le mani si intrufolavano ovunque, gemiti a volte sottili a volte violenti giungevano da quel meraviglioso consesso carnale mentre il mio uccello, tutt’altro che intimorito dalla violenza cui ero sottoposto si era innalzato in tutta la sua lunghezza e puntava dolorosamente verso il cielo in cerca di sollievo.
Le tre sadiche erinni volsero lo sguardo all’improvviso verso di me, l’attenzione era stata colta dall’erezione che intravedevano tra le mie gambe.
Sorrisero, ma era un sorriso perverso, malato, e con andatura superba, dall’alto degli smisurati tacchi che calzavano, tornarono verso di me.
Mi slegarono, poi, senza alcun riguardo mi buttarono per terra, notai che Suzana aveva in mano una cintura nera di cuoio, ma non ero minimamente preparato, quando, afferratomi per i capelli con la consueta (‘e goduriosa’) rudezza, cominciò ad insultarmi sussurrandomi all’orecchio quanto ero frocio e che bel servizietto avessero in serbo per me, mentre Liza mi legava la cinta intorno al collo stringendola al punto di soffocarmi quasi.
– Ecco, ora sei il nostro frocetto cagnolino, ti piace puttanella?
– Siii che gli piace, vedi come sbrodola’ che troia di merda’
Così dicendo, a turno, cominciarono a schiaffeggiarmi con rabbia le natiche, a puntarmi gli acuminati tacchi nella carne, a sputarmi addosso, mentre sempre più eccitate, avevano preso a toccarsi i cazzi e i corpi lucidi e sensuali, le mani scivolavano frenetiche sulla pelle sudata, si insinuavano negli anfratti nascosti uscendone bagnate di aromi gustosi e profumati, avevo una voglia matta di risentirmi cavalcato, violato, desideravo che le loro attenzioni si rivolgessero verso di me, mentre, le sevizie che subivo, pur molto dolorose, non facevano che acuire la mia eccitazione.
– ‘vi prego, inculatemi, ho vogliaaaa’- le implorai, volevo che mi ficcassero i loro grossi cazzi nel culo fino alla notte dei tempi, volevo sentirmi totalmente posseduto, volevo essere il solo, unico oggetto del desiderio delle virago e il bersaglio della rabbiosa voglia dei loro splendidi cazzi.
Un lampo di maliziosa lussuria incendiò gli sguardi delle mie padrone, ancora schiaffi, morsi, tendevano la cita all’estremo limite della mia resistenza, mi afferravano rudemente il viso costringendomi ad aprire la bocca per sputarci dentro, il sapore della loro saliva mi eccitava sempre di più, a turno cominciaro a spingere i loro grossi cazzi nella mia bocca, mi afferravano saldamente alle tempie, poi, tenendomi per i capelli, Liza mi stringeva il collo, Suzana mi tappava il naso e spingeva quell’infido serpente in fondo alla mia gola tenendolo infilato per lunghissimi secondi, chupa chupa frocetto, io chiudevo gli occhi cercando di resistere a quella deliziosa tortura fin quando la saliva non mi costringeva a divincolarmi per non soffocare, subito però Suzana, incurante del mio tossire e dei conati di vomito ricominciava a chiavarmi la bocca senza alcuna pietà.
Avrei voluto farmi farcire il culo per bene, l’orifizio pulsava in preda ad un desiderio insopprimibile e insopportabile, Liza e sabrina ridacchiavano, Liza si accese una sigaretta mandando lunghe e sensuali boccate, nel frattempo Sabrina si era chinata alle mie spalle e mi stava letteralmente aprendo in due come una pesca matura mettendo allo scoperto il mio indocile buchino.
All’improvviso un bruciante dolore mi avvertì che la cenere della sigaretta veniva depositata tra l’ilarità delle tre nel solco bagnato che divideva le mie natiche, nel frattempo Liza aiutava a sostenere Sabrina, che, in equilibrio su una gamba sola stava spingendo l’acuminato tacco metallico della sua calzatura ad esplorare i misteri del mio anfratto spasimante.
Sebbene sottile, il tacco era ben più spigoloso di un oggetto di carne e Sabrina fu tutt’altro che delicata, il motivo per cui non gridai era il bastone di cioccolato che mi occupava la bocca fino all’estremo limite della sua capacità di apertura.
Ormai non ero che un pupazzo tra le loro mani, il basso ventre mi doleva a causa del desiderio represso ma ero talmente coinvolto da quella selvaggia avventura che godevo di tutte quelle violenze, solo volevo il cazzo nel culo, non ce la facevio più, desideravo di essere sventrato con violenza da quegli splendidi scettri, dall’ano mi colava un umore caldo e appicicoso, a volte in seguito a spasmi incontrollati come se fossi stata una troia in preda ad un orgasmo anale, e, sebbene non me ne rendessi del tutto conto, non ero altro che quello, una vacca adoratrice di cazzo in mano a tre sacerdotesse del sesso più estremo.
Ricominciai ad implorare, per quello che mi permetteva il palo di carne di Suzana ormai ospite fisso della mia cavità orale, vi prego, lo voglio dentroooo’.
– &egrave proprio un frocio di merda rottinculo e mangiacazzi’
– vuole solo il cazzo’che troietta’.
– Ma si in fondo se lo merita’
Una gioia immensa mi avvolse, finalmente avrei goduto, ma il cammino fu molto doloroso e accidentato’.
Fissarono il capo della cintola ad un termosifone, dopodich&egrave, tutte e tre si alzarono in piedi infilandomi nuovamente le punte dei tacchi nella carne con tale ferocia da lasciarmi i segni e spingermi ad urlare e ad implorare pietà, mentre scivolavo semisvenuto sul pavimento, Liza scivolò sotto di me, quasi incosciente, mi risvegliai all’improvviso a causa dell’ingresso subitaneo del suo bel cazzo nel mio culetto caldo e ancora sanguinante a causa delle attenzioni precedenti.
Cominciai a muovermi lentamente, mentre Liza sussurrava : ti piace eeh? &egrave questo che volevi, l’hai sempre voluto solo che non lo sapevi! Sei una troietta ciucciacazzi e rottainculo e scommetto che da oggi in poi non vorrai altro che questo un bel cazzone duro su per il culo’.aaahhh deliciaaaaa!
Non riuscivo a distinguere del tutto la sua espressione a causa della calza che le copriva per metà il volto facendole assumere un’espressione ancora più minacciosa di quella che, probabilmente aveva, ma avrei giurato che si stesse divertendo e godesse quasi quanto me, cavalcare quello splendido cazzo mi inebriava, mi sentivo finalmente appagato, socchiudevo gli occhi e mi godevo quella sensazione di estatsi totale che mi dava il sentirmi il retto colmo di carne calda e pulsante, improvvise contrazioni sello sfintere preannunciavano ondate di godimento sfibranti che coronavano con caldi schizzi di aroma di cazzo, ero scivolato nel piacere quando di nuovo, la grossa mano nodosa ed eburnea di Suzana mi spinse la testa all’indietro quasi strappandomi il cuoio capelluto e una colata di lava incandescente mi invase l’ano, la gigantesca trans si era inginocchiata alle mie spalle, e con un sol colpo che mi mozzò il fiato e mi strappò calde lacrime, aveva spinto la sua colossale mazza all’interno dell’anfratto già abbondantemente occupato!
Non ebbi neanche il tempo di urlare che Sabrina dopo avermi tappato il naso, spinse il suo gustoso uccello nella mia bocca, le due alle mie spalle, ormai vicine ad un esplosivo orgasmo cominciarono a muoversi all’unisono pompando la loro voluttà dentro il mio culo, i movimenti mi squassavano, avrei voluto urlare, ma il cazzo di Sabrina me lo impediva, ogni tanto mi liberava il naso per permettermi di respirare, a volte mi affondava la testa nei coglioni gonfi e profumati, quell’odore mi deliziava, eccitandomi se possibile ancira di più e non aspettavo altro che gustare quel nettare prelibato il cui odore mi faceva appunto impazzire.
Lo sfregamento dei due cazzi all’interno del mio colon, nel frattempo doveva regalare un delirante piacere anche alla bionda e alla nera che mugolavano vogliose frasi sconnesse che mi avvisavano dell’orgasmo imminente, i movimenti si fecero più frenetici, a volte sconnessi e meno sincroni, il respiro si mozzava, gli occhi, per quello che vedevo erano socchiusi, i volti deformati dal piacere, una sottile bava bagnava le labbra tumide di Lisa mentre mi chiavava il culo selvaggiamente, sentivo sulla schiena il poderoso peso di Suzana che si abbatteva su di me infilando il suo prodigioso bastone fin nei recessi più nascosti del mio intestino.
Una marea di piacere selvaggio montava impetuosa dentro di me, succhiavao meccanicamente il cazzo ormai violaceo e prossimo all’esplosione di Sabrina, gustandone il sapore acre e sapido e bevendone gli aromi succulenti.
Squassanti spasmi mi dilaniavano le viscere spingendomi a gemere per il godimento lussurioso che dalla pancia si irradiava a tutto il corpo culminando con schizzi di caldo sperma sempre più violenti e corposi.
– siiii mmmm inculatemi, siii sfondatemi le chiappemmmggghh’.godooooo mmmm aaahhhh ancora, ne voglio di più di piùùùùùùùùùùùùùù”’.
– Fochi so culooo fochiiiiii’..deliciaaaaa
– Aaahhhh gostosooooo mmmm chupa chupaaaa’..
E alla fine, rispondendo ad un richiamo atavico vecchio quanto il mondo, le tre trans vennero, vennero inondami il retto di una cascata di sborra bollente e vischiosa che risalì l’intestino come una valanga travolgente, una colata lavica, un’eruzione di sborra violentissima che mi travolse lasciandomi spossato, ma ancora capace di ingoiare quasi tutto il seme di Sabrina, un getto caldo che mi bollì lo stomaco mentre ansimavo per non perdermi neanche la più piccola stilla di sugo.
Rivoli di sborra lattea colavano dagli angoli della bocca, mentre Suzana e Liza, già in piedi, a turno mi infilavano i cazzoni paonazzi in bocca per farseli ripulire per bene dal nettare degli dei.
Dal culo, portentose spinte facevano colare sulle cosce l’aroma del piacere, mentre il godimento continuava a dilaniarmi il corpo e l’anima, non avevo mai immaginato di poter godere in modo così vitale e selvaggio e avrei voluto che non smettessero mai.
Il cazzo in piena e dolorosa erezione pulsava vicino all’orgasmo, ma le tre trans ormai liberate dall’urgenza del piacere si erano abbandonate al relax incuranti di me, o almeno così pensavo, giacch&egrave una delle tre, Liza, si allontanò un attimo per tornare con in mano una bottiglia di vetro di quelle per l’acua minerale da 92 cl.
Del tutto indifeso, inginocchiato con la testa abbassata, legato come un vitello sacrificale non mi accorsi di quello che stava accadendo finch&egrave non sentii le pareti anali dilatate fino alla lacerazione e quell’oggetto freddo e smisuratamente largo farsi spazio dentro di me, e non dalla parte del collo!
Le tre zoccole mi avevano slargato le chiappe e infilato la bottiglia dal lato più largo su per il culo, urlai, e ancora urlai piansi, il dolore era insopportabile, le contrazioni di cui ero ancora preda stringevano un oggetto duro e freddo che non si smuoveva per nulla, calde lacrime tornarono a rigarmi il volto impiastricciato di sborra.
Chiusi gli occhi cercando di rilassare lo sfintere e una calda pioggerellina dall’odore pungente mi risciacquò il viso, in un attimo la pioggerellina divvenne tripla e più vivace, tirato per i capelli fui costretto ad aprire la bocca e a bere il caldo piscio delle mie padrone, che divertite continuavano ad insultarmi, sputarmi addosso e picchiarmi.
Ancora una volta l’eccitazione ebbe il sopravvento e quella pioggia dorata mi portò alla fine ad un esplosione di godimento lacerante oltremodo selvaggia per il contrasto dovuto alle contrazioni delle pareti anali contro il solido vetro della bottiglia.
Uno, due, tre poderosi schizzi di crema giallastra eruttarono dal mio cazzo sul pavimento e senza troppe cure fui costretto ad inginocchiarmi e a leccare tutto il frutto del mio piacere devastante.
Con la lingua raccolsi e bevvi avidamente le gocce di sperma miste a piscio di trans, mentre le tre troie si baciavano massaggiandosi gli uccelli tornati a dimensioni più umane.
Alla fine Liza, evidentemente soddisfatta del trattamento riservatomi, mi sfilà la bottiglia dal culo senza troppi riguardi, facendomi temere che non sarei mai più stato capace di contrarre l’ano, e, l’ultima cosa che ricordo prima che svenissi, &egrave la bottiglia verdastra impregnata dei sughi e del sangue del mio povero culo sfondato.
Mi risvegliai dopo qualche ora, ma il risveglio non fu dei migliori, ero nudo come un verme con le mani ammanettate e legato per il collo ad un albero nel parco cittadino, luogo di incontri a sfondo sessuale della comunità omosessuale, nel bel mezzo della notte, ma questa &egrave un’altra storia’.

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