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Oltre la Vendetta.

By 10 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Oltre la vendetta.

‘Dove si trova?’
Si chiese Piero, per la centesima volta quella notte. Era lì, annoiato e sconsolato davanti al suo computer, passava pigramente tra un sito porno e l’altro, a volte digitando una sola mano. Qualcuno una volta aveva scoperto che gli uomini sposati si masturbavano più dei singles.

Sua moglie, Giulia, era fuori al suo circolo del Bridge, dove, mentre giocavano a carte, certamente stava sparlando delle amiche con altre amiche. Si passò le dita tra i capelli appena tagliati. Perché giocava diversi giorni la settimana, invece di uno solo come si fa in tutti i circoli di questo pianeta? La passione del Bridge era diventata così importante per Giulia che a spesso tralasciava anche i suoi normali doveri di casalinga benestante. Non sembrava avere molto senso.

La cosa stava andando avanti ormai da un bel po’ di tempo. Se non avesse saputo che il circolo era rigorosamente femminile e al tavolo di gioco c’erano sempre le solite quattro donne, oltre che seccato si sarebbe preoccupato.
Ma no, Giulia le era fedele, lo era sempre stata, anche quando ne avrebbe avuto l’occasione di lasciarsi andare ad una scappatella. Lui lo sapeva perché spesso l’aveva tenuta d’occhio di nascosto. Eppure, queste partite erano troppo lunghe e troppo frequenti. Magari si era presentata un’opportunità alla quale non aveva saputo resistere. No, lei non era come le altre, non l’avrebbe tradito, era una donna onesta e sincera. Se avesse avuto delle tentazioni ne avrebbero certamente parlato.
Appena formulato questo pensiero si chiese se stava mentendo a se stesso. E se invece lei lo stava tradendo? Perché avrebbe dovuto farlo? Perché faceva sempre la doccia appena rientrava a casa? Giocare a carte non &egrave uno sport che fa sudare? A questo fatto non aveva mai pensato. Era certamente strano e sospetto.
Guardò l’orologio e si rese conto che erano già le 23,30 ed entrambi l’indomani avrebbero dovuto alzarsi presto. Avrebbe voluto andare a letto ma sapeva che lei appena arrivata a casa, dopo la doccia, gli sarebbe saltata addosso chiedendogli di fare sesso con vigore. Fare l’amore con lei gli era sempre piaciuto un sacco, ma ultimamente era diventata molto aggressiva. Glielo succhiava fino quasi a fargli male, e addirittura gli aveva concesso anche il suo lato B che per anni lui le aveva chiesto di provare ottenendo sempre un rifiuto inappellabile. Sembrava un’assatanata. Quando a lui era diventato bello duro se lo infilava dentro in un colpo solo. Stranamente era sempre bagnata ma lui pensava fosse dovuto alla doccia appena fatta. Le prime volte di questo nuovo modo di fare sesso di sua moglie gli erano piaciute ma ultimamente si sentiva usato e tutto ciò gli stava provocando un profondo senso di frustrazione.

Iniziò a rimuginare, poi si rese conto di una cosa. Erano mesi che non veniva dentro la figa di sua moglie. Anzi erano mesi che il loro sesso era solamente fatto di grandi pompini e grandi inculate. Da mesi non era più riuscito a penetrare sua moglie nella figa che lui aveva sempre amato e che riteneva bellissima. Cercò di ricordare l’ultima volta che era venuto dentro di lei, e si rese conto che non poteva. La maggior parte degli uomini sposati sarebbe stato entusiasta di avere una moglie che di notte si sveglia per sparare seghe, o bocchini, e ingoiare fino all’ultima goccia lo sperma caldo. Ma si sentiva come se gli mancasse qualcosa. L’assenza del sesso normale cominciava ad essere fastidioso per lui. Si desidera sempre ciò che non si ha.

Sospirò, e ricominciò la sua sfilata sui siti porno. Squillò il cellulare. Lesse il nome del chiamante e vide che si trattava della casa di Michele, il suo compagno di stanza del college, collega di lavoro e suo migliore amico.

“Pronto” disse, cercando di fingere d’allegria che non provava.

“Piero, sei a casa fra un po’?” era Roberta, la moglie di Michele. Era strano che Roberta chiamasse e ancora più strano che chiamasse a quell’ora. Lei non gli piaceva molto, ma siccome lei e Giulia erano amiche come lui e Michele, era costretto a frequentarla.

“Sto aspettando che Giulia arrivi a casa dal circolo del bridge.’.

Ci fu un silenzio all’altro capo della linea, e lui guardò il telefono pensando che fosse caduta la comunicazione, ma Roberta era ancora all’apparecchio.

“Ti raggiungo. Ti spiego tutto quando arrivo. ”

“Qualcosa non Va? ” chiese preoccupato.

“Aspettami. Quando arrivo ti spiego. E non ti preoccupare per Giulia. Ti spiegherò tutto .. ” La telefonata si interruppe.

‘Che strano’, disse tra se. Guardò i pantaloni, la sua erezione provocata da ciò che aveva visto sul video del computer si era già dissolta. Scese nell’ingresso si sedette sulla poltroncina di fianco alla porta ed attese con una crescente agitazione.
Michele e Roberta vivevano a circa cinque minuti di auto dalla sua casa, quindi lei stava ormai per arrivare. Si alzò di scatto pensando che aveva lasciato un po’ di avanzi della cena consumata davanti al televisore. Fece un po’ di pulizia, raccolse il cartone della pizza e le bottiglie di birra, poi gettò tutto nel bidoncino della spazzatura, aveva appena finito quando sentì una macchina nel vialetto. Aprì la porta e vide Roberta già fuori dalla macchina, che si dirigeva con passo affrettato verso il portoncino di casa.

Era vestita in una sorta di cappotto pesante, dal quale uscivano e le sue gambe tornite che poggiavano su due tacchi molto alti. Entrò velocemente in casa

“Chiudi la porta’, ordinò, e si diresse subito in salotto come fosse una folata di vento. I suoi tacchi picchettavano sul pavimento di marmo. Si girò verso di lui senza dire una parola e prese una posizione di sfida con le gambe leggermente aperte e le braccia tese lungo il suo corpo con i pugni stretti. Non disse una parola ma l’espressione del suo viso era quella di una persona arrabbiata e pronta ad aggredire.

” Allora, dov’&egrave Giulia.” Chiese in tono accusatorio.

“Te l’ho già detto, &egrave al circolo del bridge “.

Roteò gli occhi, crollò sul divano e cominciò a piangere. “No, lei non &egrave al circolo, lei non c’&egrave mai andata in quel maledetto circolo del bridge. ”

” Che cosa vuoi dire. ”

Tirò fuori dalla borsa, un DVD, e glielo gettò come fosse un pugnale.

“Mettilo nel computer. ”

Rabbia, preoccupazione e paura stavano crescendo sempre più imponentemente in Piero.

“Roberta, che cosa c’&egrave che non va. ”

“Guarda questo DVD del cazzo e lo saprai, ”

Disse lei tra le lacrime che facevano colare il mascara in grottesche linee nere sul suo volto. Indubbiamente si trattava di una cosa seria. Prese il disco e tornò al piano di sopra. Dietro di lui, poteva sentirla piangere. Avrebbe voluto consolarla, ma lei gli fece cenno di salire e di lasciarla sola. Si voltò e salì le scale, gli sembrava di andare verso il patibolo.
In pochi secondi raggiunse il computer, infilò il disco e lo fece partire. Era un filmato. Si vedeva una camera d’albergo, squallida con un letto ed un armadio. Non c’era nessuno. Un time code era apparso in alto, e cominciò ad avanzare. Lo schermo tremolò, e il codice indicava che erano trascorse 4 ore.

La porta si aprì, e vide Michele entrare nella stanza … Giulia lo seguiva? La qualità dell’immagine non era buona, ma un uomo sa riconoscere la propria moglie.

Chiuse la porta a chiave, e avidamente la guardò.
” Vieni qua “, disse, ” Ti Voglio “.
Lei s’inginocchiò lentamente davanti a lui, gli slacciò la cintura. Michele si tolse le scarpe scalciando. I suoi pantaloni caddero a terra. Rimase con la camicia che per fortuna copriva il suo sedere alla vista di Piero.

Giulia si strusciava il cazzo dell’amico sul viso e si leccava le labbra. Si alzò ma le mani non smisero di scorrere sull’asta di quello che si definiva il suo migliore amico.
” Dammi questo cazzo mostruoso’, disse.
Lui con uno sguardo ebete ridacchiava. Gli disse di togliersi la maglietta, e lui rimase nudo. Lei si aprì la camicetta e la gettò lontano come se fosse in fiamme. Rimase vestita solo del reggiseno e delle mutandine. Prese la testa di Michele e la spinse con forza verso il suo seno.

“Toglimi di dosso questa roba’ gli disse. Lui ubbidì, si chinò e aprì il fermaglio che chiudeva il reggiseno, liberando così i suoi seni bellissimi. Leccò i capezzoli che crescevano tra le labbra. Giulia, gemeva sommessamente. Si buttarono sul letto. Si misero subito nella posizione del 69. Lo fecero con un automatismo perfetto come se fossero preparati a quei movimenti da lunghe sessioni d’allenamento. Vide le chiappe di Michele stringersi e contemporaneamente lei emise un suono di risucchio. Intravide la testa della moglie che andava avanti e indietro. Anche se non si vedeva perfettamente si capiva benissimo cosa stava facendo. Dalla lunghezza del movimento s’intuiva che lo stava prendendo fino in gola, emettendo suoni e gemiti.

Le sue mani erano occupate ad accarezzare il cazzo di Michele e seguivano l’impeto della sua erezione che stava ancora crescendo. Una delle due mani lasciò il pene per andarsi ad accarezzare intensamente sotto le mutandine.
Piero era bloccato. Non riusciva a smettere di guardare, i suoi muscoli erano tesi mentre due lacrime gli scendevano lungo il viso.
‘Non riesco a guardare questo’, si disse, ma non riusciva a muoversi. Lei era in fiamme, piena di un desiderio che gli ricordava la loro luna di miele ma ormai assente da tempo dalla loro camera da letto.

Giulia si stacco da quel cazzo che era ormai diventato enorme con un rumore osceno che risuonò nella stanza.
“Dai, forza, ho bisogno di questo nella figa” ringhiò, tenendo saldamente l’amante per l’uccello.

“Non ne prendi abbastanza a casa di cazzo? ” Le chiese Michele con un sorriso.

” Lui ha un cazzo nella media, io ne voglio uno eccezionale”, Disse stringendosi nelle spalle. ” Non prendermi in giro e scopami come si deve. ”

” Vaffanculo ! ” Disse Piero, scioccato e ferito. ‘Media ? 18 centimetri sono nella media?’ Guardò in basso, e si trovò duro come una roccia. ‘Qualcuno sta scopando selvaggiamente di mia moglie, e io sto avendo un’erezione?’

Giulia si voltò, e Piero vide cosa stava per infilarsi nella figa. Michele aveva un uccello enorme. Il suo cazzo non era nemmeno completamente duro, eppure doveva essere una trentina di centimetri. E lo spessore era proporzionato. Ondate di gelosia lo stavano corrodendo. Lei si fece scivolare un cuscino sotto il culo, e tirò Michele su di se.
‘Perché un cuscino sotto il sedere?’ si domandò Piero.

Michele pose il glande tra le labbra lucenti della figa di sua moglie, e iniziò a spingerlo lentamente. Giulia sospiro, poi iniziò a scuotere la testa avanti e indietro e avvolse le gambe intorno alle reni di Michele. Iniziò quindi ad assecondare con il corpo i suoi movimenti prendendo sempre più a fondo quell’enorme cilindro di carne pulsante.
” Ah, scopami Michele. Cerca di arrivarmi fino al cervello.” Disse, “Questo sì che &egrave un vero cazzo per me. &egrave molto meglio'”

‘Meglio? Meglio di cosa?’ Piero sussurrò allo schermo.

Sul video Michele continuava a spingere il suo pene dentro Giulia. Ogni colpo sembrava non finisse mai tanto era lungo. Scopavano in silenzio, solo gemiti di lussuria. Il letto tremava mentre lei lo invitava a spingersi sempre più in fondo, per ottenere ogni prezioso centimetro del suo cazzo. I suoi gemiti e il suo respiro si fecero più forte cominciò a colpire il muro ripetutamente con le mani, seguendo il ritmo che lui aveva imposto all’amplesso. Il brutto quadro posto sopra il letto sembrava staccarsi dalla parete a causa dai sussulti provocati dai due.

‘Perché ? Perché sta facendo questo a me ?’ disse Piero ad alta voce.

“Scopami forte.” Gridò lei dallo schermo quasi come gli stesse rispondendo. “Vienimi dentro. Vienimi dentro … lo desidero. Mi hai stregata, non posso più farne a meno’

Afferrò il culo di Michele con entrambe le mani, cercando di accelerarne i movimenti. Piero poteva vedere il segno delle unghie sulla pelle dell’uomo.

” Sto venendo dentro di te, Giulia, ti riempirò con il mio sperma.”, disse.

“Sì, mettimi incinta! Voglio il tuo bambino Michele, tuo, tuo!” Gridò, mentre un sorriso di soddisfazione le si stava dipingendo sul volto. Senza rallentare il ritmo frenetico della scopata Michele iniziò a baciarla. Le bocche aperte consentivano a Piero di vedere il duello delle lingue dei due amanti. Una contro l’altra che s’inseguivano, si raggiungevano si attorcigliavano.

Vedere la moglie e il suo migliore amico che si baciavano provocò a Piero una reazione di ripudio ancora più intensa della scopata stessa.
‘Per favore, no, no’. Disse Piero come se i due sullo schermo potessero sentirlo. Guardò la bocca oscenamente aperta di quella che aveva scelto come compagna di vita e sentì che qualcosa gli era morta dentro. Si accasciò esausto sulla sedia della scrivania. I due intanto avevano ancora accelerato fino a raggiungere una velocità che pareva impossibile.

“Sto venendo” gridò Michele mentre afferrava la schiena di Giulia. La tirò a se fino a fare strusciare sul suo petto i suoi capezzoli duri, che scomparivano sotto il suo corpo sudato.

‘Cazzo, non venire, smettila subito!’ il pensiero inutile di Piero gli esplose nella testa. Lei gridò, “Sto venendo di nuovo !” mentre strinse ancora più forte le natiche di Michele, per costringerlo a rimanerle dentro fino alla fine. Lui prese a muggire, come un toro, ed era troppo tardi per fermarsi e Piero lo sapeva.

Il Filmato s’interruppe. Riprese per qualche secondo con i due amanti che ridevano a crepapelle, rotolando sul letto.

Altro Stop. Altro balzo temporale. Erano lì seduti nudi nel letto, uno di fronte all’altro. Giulia gli stava accarezzando il cazzo per farlo ritornare nella forma che lei preferiva. Dritto e duro.
“Allora non stavi scherzando, ” chiese Michele.

‘ Te l’ho già detto cosa voglio. Il cazzo di Piero mi &egrave sempre piaciuto, ma da quando ho visto e ho provato questo. ”

“Sei incinta?”.

Lei annuì.

“&egrave ‘ mio?”.

Lei annuì di nuovo. “Ho fatto delle rapide sveltine con mio marito con mio marito per non farlo dubitare. Lui ha le dimensioni giuste per i lavori anali e pompini, ma per la mia figa ormai voglio solo questo.’ Si chinò quindi a baciare la punta dell’uccello di Michele.

Michele sbuffò. ‘E lui non sospetta.”

Lei rise . “Lui pensa che io sto giocando a Bridge con le ragazze. Quando, per tutti questi anni, abbiamo giocato a nascondere questo bel pisellone dentro di me” Risero entrambi, lei si chinò di nuovo e con un gesto rapido passò la lingua sul glande dell’amico che subito reagì con un sussulto.
‘Anni’ pensò Piero. ‘sono anni che quei due vigliacchi si prendono gioco di me e della povera Roberta?’

Giulia guardò seria Michele. ‘E che cosa facciamo con Roberta.” Michele fece una smorfia che si tramutò in un sospiro mentre la bocca di Giulia si aprì per leccargli il suo lungo albero.

” Se lei vuole divorziare da me e prendermi i miei soldi può baciarmi il culo. ”

“Ha ragione.” disse una voce alle sue spalle. Piero sobbalzò sulla sedia, si girò e vide Roberta dietro di lui. Piero spense istintivamente lo schermo, e si alzò. Si sentiva in imbarazzo a guardare quelle scene con qualcuno presente, anche se sapeva benissimo che lei le aveva già viste chissà quante volte.

“Il resto del filmato ti riguarda troppo da vicino. &egrave meglio se non lo vedi”. Lui la guardò, ferito e arrabbiato.

Roberta lanciò uno sguardo al suo cazzo che premeva contro i pantaloni e annuì. “Proprio come pensavo! Come ti senti. ”

Lui inclinò la testa, chiedendosi cosa volesse dire ma le rispose. “Male, Mi sento male. Soprattutto … arrabbiato, come se cento persone mi avessero bastonato’ mentre diceva queste cose vide che Roberta continuava a guardare il gonfiore che aveva in mezzo alle gambe che non accennava a calare. Arrossì per un attimo.

” Eccitato ? ” Chiese Roberta sbottonandosi il cappotto. . ‘ Ti senti come uno che ha giocato secondo le regole mentre gli altri baravano? Ti chiedi se sia un buon amante? Tua moglie o altre prima di lei si sono lamentate del tuo cazzo o delle tue prestazioni? Ti senti respinto e deriso dalla donna che ami? ”

Lui annuì, avvicinandosi. “Sì, hai ragione, mi dispiace ma ho sempre solo voluto scopare mia moglie nella figa e nel cervello’

‘Non si può, perché lei &egrave con mio marito”, disse Roberta con voce ferma. “Sai Piero, so che non siamo mai andati molto d’accordo in questi anni. Io ho sempre pensato che sei un bravo ragazzo, ingenuo, ma soprattutto innocuo “.

“Roberta, vaff ” si fermò. “&egrave vero: lei &egrave una sgualdrina. Ma non riesco a capire dove ho sbagliato .’ All’improvviso tornò il Piero di sempre, gentile educato e un po’ coglione e chiese all’ospite “Vuoi qualcosa? ”

“Sì, Piero. Per favore siediti” disse, indicando verso il divano dietro di lui.

Si sedettero e si guardarono a vicenda. Provavano entrambi gli stessi sentimenti, le stesse emozioni, le stesse sensazioni. All’improvviso anni di antipatia ed indifferenza erano spariti. Ora si trovavano sulla stessa barca. Lui sentiva crescere un desiderio di vendicarsi ed era certo che anche Roberta provasse le stesse cose. Si alzò in piedi e si avvicinò a lei passando dietro al divano. Le sciolse il fermaglio che le teneva uniti i capelli. Li guardò scendere lentamente lungo la schiena come se avessero una vita propria. Era una bella donna, labbra da baciare, occhi stupendi, gambe lunghe e tornite. Iniziò a sbottonarle il vestito. Lei si alzò in piedi per assecondare l’operazione. Quando anche l’ultimo bottone uscì dall’asola il vestito cadde a terra. Sotto non portava nulla. Era lì davanti a lui completamente nuda. Piero rimase talmente stupito che gli parve di sentire la sua mascella cadere sul pavimento. Era paonazzo, Roberta davanti a lui si presentava come una visione meravigliosa.

I seni erano chiaramente finti ma perfetti. Non un’ombra fuori posto. Il chirurgo doveva esserle costato un sacco di soldi. Un paio di tette della quarta misura erano orgogliosamente erette verso di lui. Il suo sguardo passava dal seno agli occhi di Roberta, mentre Il suo cervello cercava di riordinare le idee. Aveva passato anni a guardare lo stupendo profilo di quel seno durante le feste, le visite a casa loro, le gite al mare. E ora erano lì, nude ad un metro da lui, con i capezzoli che svettavano perfetti e proporzionati. La sua espressione gli diceva che era pronta. La parte sensibile del suo cervello, attraverso gli occhi meravigliosi, gli comunicava che lui poteva averla. Subito. Senza nessun problema.
“Piero, mi sento ferita e arrabbiata ma anche bollente come l’inferno. Michele era tutto quello che volevo in un uomo, e mi &egrave stato … rubato. Ho certamente delle colpe. Non sono mai riuscita prenderglielo in bocca o nel culo come invece Giulia fa così facilmente. Sono sicura che avrebbe potuto rompermi qualcosa e avevo paura. Però, gli ho dato tutto il resto. Ed egli mi tradisce da chissà quanto tempo.”

Piero, era confuso. Forse era l’afflusso del sangue nel cazzo che non gli consentiva d’essere lucido. Fissò ancora il corpo fantastico davanti a lui. Cercò di riprendere il controllo di se stesso. Roberta, respirava lentamente. Si sedette di fronte a lui, nuda e pronto alla vendetta.

“Ho sempre pensato a Giulia come un’amica vera della quale ci si poteva fidare. Mi sembrava felice, appagata, innamorata. Credevo che per lei il sesso fosse una delle cose importanti della vita ma certamente non me la immaginavo come una viziosa e assatanata come l’ho vista in quel DVD che abbiamo visto.’.

Roberta si sporse in avanti, i gomiti sulle ginocchia, guardando Piero in mezzo alle gambe. ” Vuole solo un grosso cazzo, e dei figli. Tutte le altre cose che fanno parte di un matrimonio non le interessano per niente. Anzi le irride e le disprezza ”

“Hai ragione. Ora l’ho capito anche io. Ora capisco alcuni suoi comportamenti superficiali e atteggiamenti ed esibizionisti, quando eravamo con altre persone. Voleva solo farsi ammirare con la speranza di trovare qualcuno in grado di soddisfare le sue fantasie e le sue voglie.’.

Era davanti a Roberta e la guardava negli occhi con desiderio e rabbia. “Allora cosa facciamo. ”

“Noi ? ” Roberta sorrise.” Divertente, vero, quanto velocemente dal ‘tu’ si passa al “noi”. Beh, io’ esclamò ” Ho deciso di divorziare da quel bastardo. Stai certo che lo ridurrò sul lastrico. Non avrà due monetine da strofinare insieme, come diceva mia nonna.’. Lei si appoggiò allo schienale, con un piede spostò il cappotto che aveva lasciato cadere sul pavimento.

Se ci fosse mai stato un mistero sotto gli abiti di Roberta ora si sarebbe svelato. Le tette sembravano gridargli il desiderio di essere succhiate e accarezzate. Roberta lo guardò e accennò un sorriso malizioso mentre gli metteva una mano sulla coscia. Poi con voluttà si leccò le labbra.

“Piero, vuoi vendicarti. ” disse lei, strofinandosi i capezzoli.
” Ecco’ ora che me lo dici’ No!”, rispose, “Forse quello che &egrave successo avrebbe dovuto insegnarmi qualcosa. Ho capito che mia moglie non mi ha mai amato ma che ha sempre pensato solo al sesso inteso come atto fisico, dove l’amore e il rispetto erano per lei elementi che la spingevano verso l’opposto: verso la perversione.’. Mentre diceva tutto questo sentì la sua verga stava crescendo sempre di più. Roberta continuava ad avere gli occhi inchiodati tra le sue gambe: sembrava stesse facendo un esercizio di magia per fargli lievitare sempre di più il cazzo.

‘Ma Roberta, se anche noi ci lasciamo andare ricorda che due torti non fanno una ragione. Se scopiamo tra di noi per vendicarci non saremo migliori di loro?”

“Ho bisogno di un uomo stasera, ho bisogno di sentire un uomo dentro di me. Mio marito sta scopando da un sacco di tempo con un’altra donna. Con quella che credevo fosse la mia migliore amica. Sta progettando di avere un figlio con un’altra mentre in tutti questi anni mi ha sempre obbligata a prendere la pillola perché diceva che non era pronto per un passo del genere. Lo so che dovrei desiderare solo di vendicarmi e invece non me ne frega niente. Voglio solo essere scopata come si deve e voglio dare ad un uomo tutto il piacere che so dare, senza nessun limite. Sei non hai voglia di vendetta non ti preoccupare. A me basta essere scopata, usata, leccata. E voglio scoparti, usarti e leccarti. ”

‘Che linguaggio signora Roberta ” Le disse sorridendo.
“Piero, anche se so di non esserti stata mai simpatica, ma &egrave da tanto tempo che ho delle fantasie su di te. ” Mentre stava dicendo queste parole allargò lentamente le gambe, ‘Non pensare a Giulia. Questa figa &egrave pronta per te ”

Lei sorrise malignamente. “Ora sai perché sto facendo questo. ”

Lui la guardò, era scosso da una dozzina di differenti emozioni. Lei si avvicinò e gli mise una mano sapiente sul cazzo e iniziò ad accarezzarlo. In un attimo lo fece sgusciare fuori dai pantaloni.

Piero cercava di capire cosa gli stava succedendo. Non aveva nemmeno pensato di tradire Giulia. Ed ora voleva fare chiarezza dentro di se. Era attratto da Roberta oppure si accingeva a scoparla per rendere pan per focaccia a quei due disgraziati che non avevano esitato a tradire i loro rispettivi consorti e i loro migliori amici?
D’un tratto sentì un bellissimo dolore al suo cazzo. Abbassò gli occhi e lo vide tra le mani di Roberta. Non si era mai accorto che fosse così grosso. E allora capì. Se fosse stato solo desiderio di vendetta i sentimenti di rabbia e rancore avrebbero prevalso e l’umiliazione di essere tradito da Giulia non gli avrebbe permesso di avere un’erezione così importante.

Mise una mano sulla nuca di Roberta e avvicinò il viso verso il suo. Le labbra si sfiorarono; le lingue si accarezzarono. Il bacio divenne sempre più profondo ed intenso. Roberta lo spinse dolcemente sul divano. Le labbra si staccarono per un attimo per riprendere respiro. E poi di nuovo un altro bacio. Rotolarono giù dal divano e si ritrovarono sul tappeto. Lei iniziò a leccare il glande e lui ad insinuare le dita tra le labbra della figa della donna. Roberta roteò sul corpo di lui fino a mettersi a cavalcioni del viso. Iniziarono a possedersi con le bocche in un 69 meraviglioso.
Roberta si girò di nuovo e iniziò ad infilarsi lentamente il cazzo di Piero. Sembrava non finisse mai. Lui era stordito, non aveva mai provato una sensazione del genere. Si sentiva un tutt’uno con il suo cazzo.

Cambiarono più volte la posizione senza mai perdere il ritmo della scopata. AD entrambi parve durare una vita. La prima a venire fu Roberta che iniziò a sussultare sempre più forte. Lui tentò di fermarsi ma lei non glielo permise. Il ritmo continuava a mantenersi costantemente efficacie. Piero sentiva la sua temperatura che cresceva sempre di più. E, proprio quando si accorse che stava raggiungendo anch’egli l’orgasmo, Roberta riprese a sussultare e questa volta cominciò a gemere. Senti un fiume che usciva dal suo corpo per entrare in quello di lei. Esausto si gettò da un lato con lo sguardo perso sul soffitto buio.

Roberta si alzò e scomparve per qualche minuto. Ritornò con due bicchieri colmi d’acqua gelata.

Lo baciò dolcemente e si accoccolò accanto a lui.

‘Ci siamo vendicati?’ gli chiese.
‘No’ rispose lui. ‘Ci siamo amati’

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