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Racconti Trans

Vacanza con… sorpresa

By 19 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia che vorrei raccontare riguarda le mie recentissime vacanze al mare. Queste hanno contribuito decisamente a cambiarmi sotto il profilo sessuale. Prima dell’estate vissuta a Tor del Lago, infatti, ero un ragazzo che si potrebbe definire ‘normale’.
Insomma, normale &egrave un termine che non rende proprio bene l’idea, se si tiene conto che da quando mi sono trasferito a Milano per frequentare la Bocconi ho conosciuto una splendida transex brasiliana: Sandra. Con lei ho scoperto di provare un intenso piacere nel trasformarmi da irreprensibile eterosessuale in una ‘bambolina’ da letto. Dopo aver perso la verginità, infatti, non ho avuto più pudori o pregiudizi. Anzi, la ricerca di nuove esperienze mi ha portato a vivere situazioni sempre più forti, il cui comune denominatore però era sempre lo stesso: Sandra era costantemente presente e mi guidava con mano sapiente lungo la conoscenza della mia parte femminile.

Queste vacanze tuttavia mi hanno rivoluzionato completamente.

Bisogna partire da una premessa: la mia fantasia più grande da quando ho cominciato a frequentare Sandra &egrave sempre stata quella di fare un’orgia, con me nel ruolo di unica femminuccia e di essere scopato in tutti i modi da un gruppo di transex!!!
Ogni tanto avevo anche stuzzicato la mia compagna di giochi dicendole: ‘Dai, chiama anche qualche tua amica, facciamo una bella gang ‘ bang’. Ma lei, pure essendo abbastanza smaliziata da evitare di scandalizzarsi per la mia richiesta, non aveva mai voluto’

Capii che il momento era arrivato quando una sera mi recai al PRISCILLA CAFF&egrave, sapendo che era in programma la serata dedicata a MISS ITALIA TRANS. Ero al bar da circa un ora con il terzo Martini tra le mani, osservando la colorata e allegra comunità che affollava il locale.
Accanto a me &egrave seduta una delle partecipanti. In lei sono evidenziate tutte le caratteristiche che distinguono la tipica bellezza latina: alta circa 1.75, carnagione olivastra, lunghi capelli castani, dritti come spaghetti e con il taglio asimmetrico all’ultima moda; mani insuperbite da unghie lunghissime laccate. Ha un fisico che rasenta la perfezione: seno piccolo e sodo, ventre piatto, un culetto che sembra disegnato e delle gambe esili ma belle lunghe.
Indossa un paio di pantaloni di lino bianco leggeri, sotto la cui stoffa sottile si intravede benissimo un perizoma nero. Completano il quadro un corpetto attillato che arriva poco sotto i suoi seni (niente reggiseno), e un collare in velluto al collo con pendente che ne mette in risalto i grossi e lunghi capezzoli. Ai piedi, eleganti sandali col tacco stile schiava i cui lacci le avvolgono i polpacci come serpenti.
La guardo insistentemente: la canottiera &egrave troppo stretta e delinea la curva del decolté. Si accorge del mio occhieggiare e si copro, sorridendo.
– : ‘Cosa bevi?’ – le chiedo sfacciatamente.
– : ‘gin tonic’.’ – risponde con aria interessata.
E così siamo andati avanti a flirtare per un po’. Mentre parliamo del più e del meno con BEATRIZ (così ha detto di chiamarsi) continuo a bere… L’alcool scende giù e con lui anche i miei freni inibitori. Mi rallenta la mente, rendendomi mansueto e sessualmente disponibile. Ormai sono sempre più brillo.
– : ‘Mi sa che in queste condizioni tu non sia in grado di guidare’ Se vuoi ti riaccompagno a casa”.
Non aspetta neanche il mio consenso, mi afferra per la vita e mi trascina verso l’uscita. Poi mi dice che non &egrave sola, ma in compagnia di due amiche. Dunque aggiunge di aspettare un attimino mentre le va a chiamare. L’attesa durò soltanto pochi minuti. Dopodich&egrave apparve BEATRIZ con le sue amiche. Ci ritrovammo quindi tutti e quattro nel parcheggio. Mentre saliamo in auto lasciai correre lo sguardo, osservando bene le nuove arrivate.

Anche THAISSA era davvero bella. Occhi azzurri, un bel viso dalla carnagione chiara, incorniciato da lunghi capelli biondi che ricadevano in ciocche più corte davanti al viso, evidenziando gli zigomi alti da modella e le labbra piene e rosse che spiccavano in quel candore.
Non era molto alta (circa 1.65): snella ma con delle forme incredibili. Insomma, degna compagna delle altre. La generosa scollatura della camicetta faceva quasi schizzare fuori un paio di bocce di misura abbondante, a stento trattenute da un reggiseno nero tutto di pizzo trasparente. Portava dei jeans attillati a vita molto bassa che, evidenziando maliziosamente le gambe, non solo lasciavano vedere i muscoli addominali descrivere una leggera ‘V’ sull’addome, ma mostravano anche un bel sedere alto e fermo solo parzialmente coperto e diviso dal ridottissimo perizoma. Un filo sottile e semitrasparente infatti divideva le morbide natiche, che apparivano così in tutta la loro rotondità. Sui fianchi poi passavano due fili altrettanto sottili, che si ricongiungevano davanti.

ALINE invece era una stangona mulatta di rara bellezza. Curve pericolose spalmate su 1.80 di statura, con zigomi altissimi e due occhi neri come l’abisso dal taglio leggermente a mandorla. Il viso dai lineamenti lascivi era vistosamente truccato. Erano soprattutto le labbra carnose rosso fuoco a conferire peccaminosità al suo volto così provocante. I lunghi capelli neri, lisci come la seta, ben s’accordavano col colorito abbronzato della sua pelle.
Portava una minigonna inguinale di pelle nera, provvista di una sottile catena che dalla cintura pendeva lungo il fianco e le fasciava il culo sodo. Sopra indossava un giubbino di pelle abbinato, incredibilmente attillato e succinto, e una camicia sbottonata sul suo prosperoso decolleté, sottolineato e messo in primo piano dall’audace scollatura.
Ai piedi calzava un paio di stivali a punta di vernice nera, col tacco a spillo in acciaio che le arrivavano a mezza coscia. Per completare il tutto, le lunghe gambe mozzafiato erano fasciate da calze a rete nere autoreggenti, il cui bordo di pizzo si esibiva ogni volta che la gonna si sollevava un po’.
L’abitacolo &egrave confortevole, mi accascio sul sedile anteriore mentre BEATRIZ mette in moto. Gli occhi mi si chiudono. Mi assopisco ma dopo pochi minuti il sobbalzare dell’auto mi dà la nausea.
– : ‘Fermati’devo vomitare’ – le dico.
Lei esce al primo svincolo, 100 metri ed arriviamo ad una piazzola di sosta nel verde dove non c’&egrave nessuno. Scendo e mi chino rigettando tutto l’alcool che ho ingurgitato.
THAISSA mi regge la fronte con una mano, l’altra me la poggia sul sedere. Realizzo solo in quel momento quello che sta succedendo.
– : ‘Che cazzo fai’.’ – le dico guardandola con gli occhi rossi e un rivolo di saliva che mi scende dal labbro.
– : ‘Ti sto aiutando” – fa lei con aria innocente.

A quel punto diedi un piccolo strattone per liberarmi della presa e ricevetti un’altra bella palpata al culo da ALINE. Fu in quel momento che reagii di scatto e cercai di ribellarmi, ma la mulatta mi afferrò per un braccio, stringendolo e facendomi male. Nel frattempo BEATRIZ, che ancora non aveva fatto una mossa, mi bloccò per i fianchi. Cercai ancora di ribellarmi, con l’unico effetto di ricevere due ceffoni in pieno viso da THAISSA.
– : ‘Basta, smettila di fare la santarellina! Ora fai quello che diciamo noi’ &egrave chiaro?’ – aggiunse la biondina con enfasi.
Ero a dir poco terrorizzato, la situazione si stava facendo veramente pesante. Evidenti segni rossi stavano già comparendo su entrambe le guance. Eppure in cuor mio sapevo che non sarebbe servito a niente opporre resistenza. Il senso d’impotenza si rafforzò ulteriormente nell’attimo in cui BEATRIZ, afferrandomi per i capelli mi disse con la sua voce autoritaria: – ‘Questa notte abuseremo di te a nostro piacimento. Sarai la nostra puttana’ vedrai che ti piacerà’.
Stavo li che tremavo dalla paura, rassegnato. Così risposi – : ‘Farò tutto quello che vorrete, ma’ vi prego’ non fatemi più del male’.

E così ebbe inizio lo stupro’

ALINE mi mette una mano sulla testa, costringendomi in ginocchio tra le sue gambe e m’avvicina il cazzo a pochi centimetri dalle labbra. Non ci voleva molto a capire quel che sarebbe accaduto di lì a poco’
– : ‘Succhia, sbrigati”. Non potendomi tirare indietro, apro la bocca e comincio a lavorarlo come fosse un gelato. Salgo lentamente lungo l’asta di carne, assaggiandola con la lingua. Poi lecco la cappella mentre lei la spinge dentro senza delicatezza, facendomela sbattere contro la guancia. Inizia a scoparmi la bocca come se fosse una figa. Dura qualche minuto, finch&egrave avverto la sua mano serrarmi con forza i capelli sulla nuca.
Adesso avevo tutto il suo sesso dentro, con le palle che mi toccavano il mento.
– : ‘Si’ insisti, cosi’ succhia tutto’ fai come una ventosa con le labbra’ dai che godo!!!’.
Provo a ritrarmi, ma la presa &egrave irremovibile…
Continuavo a succhiare. Adesso la mulatta aveva smesso di spingermi come se mi dovesse forzare. Teneva semplicemente una mano posata sulla mia testa, accarezzandola. Poi la sentii fremere. Stava per venire. Gli schizzi di sperma mi colgono impreparato. Un primo getto mi finisce direttamente in gola: sento il suo orgasmo scivolarmi sulla lingua, mentre lei continua a carezzarmi la testa. Poi si ritrae e spruzza un altro getto. Quindi finisce di masturbarsi per bene sul mio viso, facendo uscire anche le ultime gocce di sborra. Finalmente si allontana.
Ma la tregua dura pochissimo.
Infatti le altre due, che nel frattempo non avevano esitato un solo istante a liberare i propri arnesi, eccitate dalla scena che si era appena svolta davanti ai loro occhi, si avventarono su di me. Tenendomi sempre per terra, mi presentarono contemporaneamente il alla bocca.

Prendo in mano il membro di THAISSA. Tiro verso il basso il prepuzio liberando la punta; con la lingua picchietto sul filetto. Appoggio le labbra sulla cappella, coprendola di piccoli baci e leccatine per scendere poi lungo tutta l’asta fino ai coglioni. Quindi me lo faccio sparire quasi completamente in gola, stuzzicandogli le palle con la lingua.
La biondina comincia a mugolare, incitandomi a proseguire – : ‘Dai”ancora’ ingoialo tutto. Sei proprio una pompinara nata’.
Riservo lo stesso trattamento pure a BEATRIZ: – ‘Voglio provare anch’ io la tua boccuccia, troia” – dice, puntandomi direttamente il cazzo alle labbra. La succhio spalancando il più possibile la bocca perch&egrave il suo pisello &egrave sicuramente più largo e grosso di quello dell’amica. Quindi comincio ad andare su e giù sull’asta ingoiandone sempre di più.
– : ‘Che bocca’ ero sicura che ne eri capace’ dai’ cosi’ continua a ciucciare’.

A quel punto mi abbandonai completamente al mio lato femminile. Mi stavano dando quello che in fondo volevo. Con gli occhi chiusi, immaginai di essere davvero una donna, il cui unico desiderio era quello di far godere le mie violentatrici’

Con quella sensazione nella testa continuai a spompinare THAISSA e BEATRIZ. La biondina stava per godere, potevo sentire come delle piccole scariche nervose provenire da un punto dietro alla sacca dei testicoli. Appena prima di raggiungere l’orgasmo, si ritrasse: – ‘Apri la bocca e tira fuori la lingua, che voglio sborrarti in faccia’ – disse. Nel frattempo continuava a menarsi il cazzo davanti a me.
Aspettavo impaziente; il solo pensiero della mia faccia ricoperta di sperma mi faceva impazzire’
: – ‘Ahhhhh, sìiiii’ godo ‘ godo ‘ ti inondo, troietta’. Vidi come al rallentatore i densi getti di crema biancastra mentre si dirigevano verso di me imbrattandomi le labbra e la lingua. Leccai ciò che potevo, poi THAISSA si pulì il membro sul mio viso e mi obbligò a finire il lavoro con la bocca.

Neanche il tempo di prendere coscienza di quello che era appena successo e mi sentii tirare di lato. Girai la testa verso la morettina e ricominciai a succhiare. Non durò molto, ormai era al limite anche lei.
– : ‘Adesso tienitelo in bocca ‘vedrai che sensazione meravigliosa farsi venire direttamente in gola”.
Così lo tenni tutto dentro e lo sentii esplodere.
– : ‘Oohhhhhhh, sìiiii, ingoia’ bevila tutta, bevila tuttaaaaaa!!!’ – e la bocca mi si riempì di sperma bollente. BEATRIZ gemette senza alcun ritegno e io continuai ad inghiottire finche non sentii che aveva finito.

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