=Cap 4=
Dopo avermi infilato un fallo nel culo e avermi ingabbiato il pene più stretto che mai vedevo la mia magra, ma quantomai ambita ricompensa persa. Aveva trovato il mio limite, cedetti.
-Mi dispiace… Mamma.-
Lei si accorse che le mie ultime difese erano cadute. Prese la pagnotta, la mia ricompensa e ne strappò un piccolo pezzo. Quando me lo lanciò non fece in tempo a cadere a terra, l’avevo preso al volo e mangiato in un istante. Poi fissai gli occhi sulla pagnotta. Lei prese un piatto, ci mise dentro il pane e lo posò a terra. Poi aprì una cerniera nella sua tuta di latex e si accovacciò sopra il piatto. Liberò una pioggia dorata sul mio cibo, irrorando ogni briciola di piscio.
Poi mi fece cenno di servirmi.
-Grazie Mamma, Grazie- Mi avvicinai lentamente. Sentivo il puzzo disgustoso. Ma avevo fame. Desideravo urlare e sputare su quella donna malvagia, farle provare il mio odio come lei mi aveva fatto provare il suo perverso amore. Ma il mio corpo invece morse il pane impregnato di piscia della mia Carceriera, della mia Padrona, della mia Mamma.
Dal giorno dopo tornò a impersonare la parte della mammina affettuosa, vestita di teli leggeri che facevano colare i suoi umori quando mi coccolava o mi imboccava.
Non portavo alcun pannolone, ora il tappo nel mio culo mi impediva di cagare. Il mio pene era tanto stretto e ritorto che quando tentavo di urinare la minima dilatazione mi strappava gridolini di dolore. La mia padrona ormai li conosceva e aspettava che fossi io, tirandola per i vestiti, a chiederle di andare in bagno. Ogni tanto fingeva di non capire, obbligandomi a assumere pose sempre più misere e ridicole, arrivando perfino a piangere. A quel punto, con estrema letezza, mi portava in bagno e mi liberava il pene, mi estraeva il tappo dal culo e mi faceva sedere su un secchio prima di darmi il permesso di liberarmi. Solo quando vedeva che il mio pene rischiava la necrosi mi lasciava libero per qualche ora, legandomi stretto perche non potessi toccarmi.
A parte nutrirmi e lavarmi, la mia giornata era estremamente vuota. Se lei non era con me l’unica cosa che potevo usare erano delle costruzioni per bambini… e io, per sfuggire ai miei pensieri, le usavo, arrossendo quando lei mi trovava intento a erigeremuna torre e mi faceva i complimenti con voce dolce.
Continuò così per un certo tempo, io persi il conto dopo il settimo giorno.
Come continuo? Ho diverse direzioni, più BDSM, più dominazione, più dolcezza… Cosa dite voi? Aspetto le vostre impressioni per continuare
silvershine4milu@yahoo.it
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.