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primo capitolo : il percorso della cagna

By 31 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

primo capitolo
Quando imboccai il vialetto di pini si sentivano chiaramente le cicale frinire. Era una giornata caldissima. Ma io non sudavo per la temperatura. Ero un misto di emozioni, di eccitazione. “Stanza numero 27” era stato il sintetico messaggio che lui mi aveva lasciato. Salgo una rampa di scale del motel e quella porta era davanti a me. Col cuore in gola busso. Mi apre, la stanza, fresca, e’ in penombra. Lui completamente nudo. Ma questa non era una sorpresa. Me lo aveva anticipato: mi troverai già senza vestiti ad aspettarti. Era stato di parola. Il suo cazzo, direi il gran bel cazzo, sembrava felice di vedermi. Stranamente, visto che di solito non sono così’ sfrontata, lo presi con la mano. Seduta sul bordo del letto, ancora tutta vestita, ho cominciato a lambirlo con le labbra a titillarlo con la lingua. Le presentazioni erano stata fatte. Gia’, perché’ per la prima volta nella mia vita mi trovavo in una stanza di un motel con un perfetto sconosciuto a fargli un pompino prima di dire “piacere”. In breve mi trovai anche io nuda, senza pudore. Eccitata come mai prima nella mia vita, vogliosa come non mai. In mezzo alle gambe mi sentivo un lago, il clitoride turgido e gonfio. Essere penetrata da lui fu una cosa così’ naturale… si muoveva lentamente dentro di me. Poi si fermo’, avvicino’ la bocca alla mia fica e si mise a giocare con la lingua col mio clitoride. Intanto si aiutava anche con un dito, forse due, o di più’, non potrei dirlo perché cominciai ad avere un orgasmo dietro l’altro. Estasi assoluta. Mi fece girare e mi prese da dietro, alla pecorina. Lo sentivo dentro di me, profondamente. Avevo la fica bollente, e penso che se ne sia accorto pure lui. Quando sentiva che l’orgasmo stava per arrivare si fermava per prolungare quel godimento. Alla fine pero’ dovette capitolare. Mi venne dentro, copioso, la mia fica traboccava del suo seme, caldo, denso… si stese accanto a me e io
lo ripulì con la mia lingua. Un amante eccezionale. Il sogno di ogni donna. Passionale, attento, non egoista. Ma sopratutto dopo poco già pronto a ricominciare. Ci fu un bis, che eguaglio’ e forse supero’ la prima manche. Bagno’ un dito con i miei umori e mi comicio’ ad accarezzare il buco del culo. Quando pero’ tento’ di penetrarmi con la sua cappella rossa e gonfia feci un po’ di capricci, diciamo che non ero pronta. Sono sicura che ci sia rimasto male, ma non me lo ha fatto pesare, visto che mi lecco’ di nuovo la fica, indugiando con la lingua e facendomi avere almeno altri orgasmi, forse tre consecutivi… Poi mi penetro’ di nuovo. Avevo le gambe sulle sue spalle e da quella posiziine il suo cazzo era dentro di me fino alle palle. Lo sentivo che pulsava, che stava per esplodere. Alla Fine ebbe un orgasmo, denso e copioso almeno come il primo dentro di me. Indossare le mutandine senza lavarmi, avendo tutto il suo seme dentro di me mi sembrava la cosa piu naturale del mondo. Avere il suo odore addosso era come proseguire con quell’estasi che sembrava non dovesse finire mai…ci salutammo sulla soglia. Non
so perché’ ma ero sicura che lo avrei rivisto, perché il mio culo se lo sarebbe meritato…. Capitolo secondo (18 agosto)
Aveva piovuto tanto quella notte. Un bel temporale estivo. Lo
stavo aspettando in macchina su una piazzola della strada statale. Eccolo che arriva puntuale. Non siamo più i due perfetti sconosciuti di 15 giorni prima. Con parole ruvide, senza possibilità di trattativa mi aveva imposto, se volevo continuare a vederlo di dare un’impostazione ben precisa al nostro rapporto. Accettai senza condizioni di essere la sua sottomessa, la sua schiava, o come mi chiamava lui “puttana”, non necessariamente la sua. Il contratto non era difficile da capire un’unica clausola semplice: fare qualsiasi cosa lui mi avesse chiesto senza polemiche e senza ribattere. Ovviamente accettai.
Eccolo il mio padrone che mi preleva in una mattina nuvolosa, calds ed umida sul ciglio di una strada, come una zoccola da marciapiede.
Nella macchina la libido era altissima.
Pochi chilometri e arriviamo in cima ad una stradina di campagna. Si ferma tra due file di lauro ceraso, che fanno da schermo naturale.
Si sbottona i pantaloni e tira fuori il suo bel cazzo già in tiro. Come ogni brava puttana so che cosa debbo fare. Comincio a fargli un pompino. Il mio padrone tira fuori il cellulare e mi fotografa, provo a manifestare il mio disappunto, ma lui mi dice: “non ti azzardare a disubbidire! Si fa solo quello che dico io”.
Ben presto ci troviamo sui sedili di dietro, avevo avuto l’ordine
di uscire di casa senza mutandine e senza reggiseno. In parte
avevo disubbidito, perché avendo la quarta abbondante di poppe mi vergognavo ad uscire senza. Anche se ero cosciente che avrei avuto un’umiliazione ed una punizione.
Con le gambe in aria, coi piedi che toccavano il tettuccio, mi penetro’ profondamente. Lo sentivo tutto dentro il mio corpo. Il cazzo duro come l’acciaio, la cappella grossa, rossa e bollente…
Un momento prima di venire pero’ si ferma. Come la prima volta mi lecca la fica in una maniera che non raggiungere l’estasi sarebbe quasi impossibile. Un orgasmo pieno, profondo, che fa vibrare ogni cellula del corpo.
Ora pero’ toccava a lui godere, al mio padrone… Gli presi il cazzo in bocca e cominciai a fargli un pompino. Sentivo la verga che mi arrivava in gola. Lo sentivo pulsare, fremere. L’apoteosi. La avevo la sua sborra in gola, avidamente bevvi tutto. Non ne avanzo’ neppure una goccia. Tanto che il mio padrone si arrabbio’ non poco, perché avrebbe voluto fotografarmi col suo sperma in bocca. Debbo ancora imparare ad essere una brava puttana succube e sottomessa.
So per certo che il terzo incontro non sarà’ più una cosa tra me e lui. So per certo che sta organizzando qualcosa con altre persone. So che non voglio deluderlo o fargli fare brutta figura. Sono la sua puttana debbo solo aspettare ed esaudire i suoi desideri, le sue perversioni.
Cagnadiluca68 Capitolo terzo (22 e 23 agosto)
Di solito il mio padrone mi dava sempre dei “compiti” da svolgere. Delle prove che facessero risaltare la mia completa sottomissione. In realtà erano degli ordini. Andavano eseguiti e basta. Mi venivano impartiti tramiti brevi e concisi messaggi. Quella mattina risposi laconicamente ed un po’ distrattamente e lui ovviamente si incazzò. Sentivo la sua collera verso di me. La percepivo come scariche elettriche. Capì che gli ero già completamente succube perché stavo veramente male.
Ho sempre avuto i peli della fica al naturale, ricciolini ribelli che a volte uscivano anche dagli slip. Essendo estate avevo pulito alla male e peggio solo i lati per poter indossare il costume. Al mio padrone così non piaceva. Mi aveva ordinato di essere curata e di rasarla. Avevo un po’ indugiato, perché gli ultimi aneliti di ribellione di facevano ancora sentire. Ma quel giorno lui era furioso con me quindi decisi finalmente di radermi.
Una sensazione bellissima. Per la prima volta la mia fica era bella liscia, rosa, pulita, senza ricciolini! Non capisco perché non lo abbia fatto prima. Mi sembra che faccia la linguaccia: le piccole labbra sporgono dall’insenatura del monte di Venere e sembrano avere una vita propria. Per la prima volta ho visto la mia fica. Voglio presentarla pure al mio padrone. La fotografo e gliela mando. Sempre gli mando foto di me. Nuda. Che vado in bagno. Che faccio la smorfiosa. Lui mi risponde come al solito telegrafico: “mi piace”. Sono felice, finalmente mi ha parlato dopo ore di silenzio.
Ora però la mia fica &egrave un po’ arrossata: sembra un pulcino senza piume. Decido di coccolarla: una bella crema e starà meglio. Cavoli! Mi accorgo che così pelata &egrave molto più sensibile….vorrei che il mio padrone fosse qui, che ci pensasse lui ad accarezzarmela, a leccarmela, a baciarmela. Ma sono sola. Il primo ditalino da pelata! Una sensazione bellissima. Un orgasmo meraviglioso, solo inferiore a quelli che il mio padrone mi fa avere.
Il giorno dopo &egrave domenica. Dopo i saluti del mattino arrivano le disposizioni: “Ti porto Achille”, io già tremo, Achille &egrave il suo cane. “Sai cosa voglio!? Voglio che lo dici. Sottomettere &egrave anche questo. Forza!” Io: “Farò con Achille quello che mi chiederai” “Dillo!” Io: “Farò sesso con Achille”….
“Te lo terrò io. Ti voglio in tuta e senza trucco. Senza nessun intimo. Prendo Achille lo metto per terra….voglio che lo fai eccitare con le mani. Poi ti avvicini, apri la bocca….io fotograferò e filmerò tutto. Giusto? Sei mia, ogni giorno di più.”
Il mio lato razionale avrebbe gridato no, ma sono la sua puttana, la sua succube, la sua sottomessa e debbo rispondere sì. Sì…..
Farei qualsiasi cosa mi chiedesse. Sono completamente in sua balìa. Di sicuro non voglio perderlo. Caro padrone,
ti faccio una piccola relazione di quello che ho trovato circa l’argomento che mi hai dato da studiare: fare sesso con gli animali, nel nostro caso specifico con un cane.
Ti confesso che ho provato un sentimento di grande ripugna quando me lo hai detto. Ma sai che vorrei accontentarti in tutto e per tutto, quindi se &egrave per farti contento lo farò.
Sono un po’ rincuorata perché sembra che questo tipo di perversione non sia così raro, anzi. Già la figura mitologica di Giove, che era un trombatore nato, rivaluta questa speciale forma di sesso. Per scopare con Leda si trasforma in cigno (cio&egrave si trasforma in un grande uccello….). Per ingropparsi Europa invece si trasforma in un toro, questo già da più l’idea di vigoria sessuale. Comunque sia Leda, sia Europa sembra non si siano lamentate. Anche il Minotauro &egrave frutto dell’accoppiamento tra Pasifae ed un toro.
Nell’antichità insomma il toro andava…
Ovviamente anche il Marchese de Sade consiglia fortemente di mettere in pratica questo tipo di perversione.
Quindi ne deduco che l’uomo dalla notte dei tempi &egrave attratto dalla zooerastia.
Nel nostro caso penso ci sia da parte tua la volontà di fare cose estreme (come credo sia nella tua indole) e cercare di superare ogni limite, ciò fa di te comunque una persona originale e volitiva. Dall’altro &egrave una forma di masochismo nei miei confronti, che ho promesso di essere tua e di fare tutto quello che mi chiederai, come questa pratica che a primo acchito trovo umiliante e degradante. Ma era nei patti.
Per quanto riguarda le cose pratiche ho trovato soprattutto video hard (che non ho guardato perché mi annoiano) e ho letto qualche blog.
Mi sono resa conto che se il cane &egrave maschio e la sapiens femmina si tratta spesso di sesso passivo, se i ruoli sono invertiti il contrario. In realtà tu mi hai chiesto una cosa ancora più originale, della quale non ho trovato granché, ma facilmente intuibile.
Praticamente vuoi che faccia un pompino al tuo cane.
Mi sono resa conto che però anche tu sei un po’ incerto sull’esito (almeno credo), quindi vedremo insieme cosa succederà.
Ciò che mi rende felice &egrave che n&egrave tu n&egrave io gli faremmo mai del male, e questo per quanto mi riguarda non ha bisogno di nessuna negoziazione, perché fare violenza a qualsiasi animale sarebbe per me aberrante.
Ho imparato anche cose scientifiche che ignoravo: lo sperma del cane &egrave più caldo di quello umano visto che la loro temperatura corporea &egrave maggiore rispetto alla nostra. C’&egrave anche una forma di prostituzione legata alla zooerastia, di persone che si fanno pagare per fare ciò (tutto &egrave in vendita, tutto ha un prezzo), e che in alcuni casi &egrave una forma patologica.
Ci sono aspetti universalmente noti, che rappresentano situazioni stereotipate: il pastore sardo, in isolamento da solo per lunghi periodi, non può far altro che accoppiarsi con le sue pecore, ad esempio.
Concludendo se mai ti avessi incontrato mai avrei pensato a queste cose, il fatto stesso che ti ho incrociato, che ti abbia dato la mia totale sottomissione mi sembra un segno. E non ci si può ribellare a quello che il destino ha preparato per te.
Sempre Tua

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