“Lui la cercava per tutta la casa, lei, nuda, gli sfuggiva abilmente, si nascondeva,
correva, ma come Arianna che lasciava il filo, diffondeva un forte profumo,
quello che più si addice ad una donna che vuole lasciarsi prendere.
Il maschio era eccitato, il suo oggetto tradiva un’ emozione che avrebbe
voluto morire disperdendosi nel corpo di quella donna, la sua donna. Intanto il suono dei suoi passi rimbombava nella grande villa.
L’atmosfera era talmente impregnata di attesa e sembrava persino che i mobili,
le tende e le suppellettili partecipassero alla caccia con il fiato sospeso, qualcosa parteggiava per lui, dell’ altro invece per lei. L’ambiente, da natura morta, si era
quasi trasformato in un’ entità animata conscia della sua funzione di spettatrice.
Malena, a forza di correre si era sbucciata un piede, una piccola spina le si era conficcata in un dito. Sapeva che avrebbe resistito solo ancora per poco, poi si sarebbe dovuta arrendere alla piacevole violenza a cui il maschio l’avrebbe sottoposta.
La donna si ferma, ha il batticuore, sente che le forze la stanno quasi per abbandonare, lui è a pochi metri, la solleva con le sue forti braccia e la bacia
in fronte, poi la adagia delicatamente su un grande divano di velluto.
Si accorge che il suo piede sanguina leggermente, vede la piccola spina,
la toglie, le succhia via il sangue dall’alluce, le bacia i piedi e le gambe fino
alle cosce. Malena sente il solletico ed il richiamo dei suoi baci, le forze si risvegliano in lei, sente la tremenda forza del suo desiderio, quell’uomo deve entrare tutto in lei con il corpo e con l’anima, lo vuole, lo deve partorire al contrario.
I due si stringono, le bocche si baciano, i sessi palpitano, sembrano quasi essere
in apnea e smaniano di respirare nel loro habitat naturale .
L’esperta lingua del maschio scopre i punti sensibile del corpo di Malena, con
abili colpi le sconvolge il sesso che, da aperto sembra un piccolo frutto di mare dal sapore di mare, “bagnato”, annegato in una folta foresta cresciuta sopra il monte di Venere, perfetto.
La donna si stacca un attimo dalla stretta poderosa di quel bell’uomo nudo, gli bacia i suoi due gioielli e poi ingoia lussuriosamente l’oggetto del maschio come volesse risucchiarlo per non liberarlo più.
L’atmosfera è rovente, il profumo della loro pelle si diffonde nell’ambiente,
si respirano emozioni, caldissime, trepidanti, irrinunciabili.
La bocca di Malena abbandona il sesso di lui, incomincia a baciargli il villoso
e forte petto, gli esplora la schiena, le belle spalle.
Lui coglie il suo attimo di quasi disattenzione, la penetra velocemente, sa di
farle male ma non desiste, lei urla prima di dolore e poi di piacere.
Lei sente come di aver catturato, sequestrato l’uomo intero, non solo il suo sesso,
lo vuole tenere prigioniero nella sua umida ed accogliente gabbia, lui ansima,
si muove su di lei e dentro di lei come se stesse cavalcando un grintoso destriero,
lei lo bacia sulla bocca, sugli occhi, gli morde le orecchie.
Attorno si sviluppa un turbinio di giochi di mani, di carezze, di baci passionali.
Malena ha un primo inebriante orgasmo, con un cenno ferma l’attività del suo
cavaliere, gli sussurra: “ti amo, sei la mia forza, la mia vita!”
Lui per un attimo si calma e poi, molto lentamente, porta il cavallo al trotto,
il suo sesso ripercorre la strada del primo orgasmo di lei, si gode lo spettacolo
della donna sotto di lui, in sua balìa, soddisfatta ma non completamente sazia, capisce dalle contrazioni di lei che sta arrivando il secondo orgasmo, aumenta un po’ l’ andatura e, nel momento in cui lei viene, le sprizza il suo seme nel caldo ed ospitale ventre, poi si arresta e cade su di lei.
L’accordo fra i due palpitanti sessi è tale che lui rimane eretto dentro di lei mentre
il seme si diffonde nel grembo di Malena, lei lo sente piacevolmente caldo, per un momento la sfiora la fantasia di una maternità, vorrebbe dare un figlio a quell’uomo
così bello, maschio ed amabilmente focoso.
L’uomo, ricominciando con lenti movimenti la libera da questo pensiero, lei ritorna ad essere amante dopo quella breve parentesi in cui si è immaginata madre.
I due sessi vanno d’accordo, sono in perfetta sintonia, sembra che si siano conosciuti
da sempre, ‘stanno bene’ l’uno nell’altro.
L’uomo però rompe l’incanto, scivola fuori da lei per ripenetrarla con la sua veloce
ed aguzza lingua che raccoglie i suoi umori e quelli del piacere di Malena.
Le mani di lui la esplorano lentamente e completamente, di lei non rimane nemmeno un centimetro quadro che non sia stata accarezzato, gratificato.
La sua lingua passeggia e gioca fra le piccole labbra, ogni tanto la bocca sale sul clitoride e la donna quasi si mette a saltare, gode immensamente. Malena viene per la terza volta gridando di piacere e di felicità.
Le rimangono poche forze dopo questo piacevolissimo trattamento, però si impone di
raccoglierle tutte e di concentrarle sull’ oggetto del suo uomo.
Ora lei è in ginocchio davanti a lui, ha in bocca il suo sesso che è gonfio fino a scoppiare, lei lo sa che presto riesploderà perchè sarà lei ad innescarlo.
Il sapiente lavoro di Malena procura un grandissimo piacere al suo uomo, lui ha degli
scatti, dei tremolii che non terminano nemmeno quando il suo seme schizza nella
calda bocca della sua donna, la sua seconda bocca, che dovrebbe essere, ed è convenzionalmente la prima.
Malena sente il sapore forte del suo seme, per un po’ se lo tiene in bocca e poi, con un lunghissimo bacio lo condivide, lo rende all’uomo, al suo uomo.”
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…
Mi piacciono parecchio i suoi racconti spero mi risponda
Bello come racconto spero in un seguito.
Spero che oltre a peculiari li trovi anche piacevoli. Per quanto riguarda, sia Cali che Silente le anticipo che avranno…
Interessante. Mi piace come hai caratterizzato la MacGrannitt. Inoltre trovo molto bello che tu abbia voluto sfruttare il personaggio di…