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Racconti Trans

La mia prima notte sulla strad: Parte 3

By 18 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Parte 3

Ho ancora tutto stampato a lettere di fuoco nella memoria, la morbida pelle bianca dei sedili dell’auto, il dolce odore di sigaro che permeava l’abitacolo, lo splendido completo grigio indossato dal mio ospite, il suo viso vissuto ma affascinante, i suoi modi, dapprima gentili, poi furiosi e soprattutto il ragguardevole randello che nascondeva tra le gambe e l’abilità nell’usarlo.
Ci appartammo nelle vicinanze del laghetto dell’EUR, dopo un breve tragitto molto silenzioso, appena salita, l’uomo mi tirò mi scostò l’impermeabile dalle gambe e cominciò ad accarezzarmele, risalendo lentamente verso il ventre.
Giunto a destinazione, rimase piacevolmente sorpreso dalla mia ancora consistente erezione, prese ad accarezzarmi il membro molto dolcemente, tanto che per poco non gli sborrai in mano, fortunatamente giungemmo infine a destinazione e lì, il suo atteggiamento dapprima molto galante si tramutò in una sadica decisione.
Mi afferrò saldamente la nuca con la destra mentre con la sinistra si sbottonava la patta, feci appena in tempo ad ammirare la turgidità e le dimensioni del suo magnifico cazzo, che, spingendomi rudemente me lo spinse fino in gola, pompandomi la testa vigorosamente.
Naturalmente non chiedevo di meglio, l’odore di quel superbo attrezzo mi inebriava, e pur con qualche difficoltà dovuta alle dimensioni imponenti, lo accolsi per intero, assaporandone ogni centimetro con la lingua che faceva del suo meglio per avvolgerlo in un abbraccio voluttuoso.
Il misterioso cliente nel frattempo mi aveva spostato il perizome dal solco fra le natiche, e si faceva largo senza tanti complimenti tra le pieghe dello sfintere, dapprima uno, poi due poi addirittura tre dita affondaron nel burro del mio culetto facendomi rabbrividire ed ansimare, nel frattempo dopo essermi dedicata con cura all’asta e alla portentosa cappella che la incoronava, ero passata ad ingoiare le due bocce pelose e gonfie che contornavano il totem.
Godevo al solo pensiero di accogliere quel magnifico bastone nel caldo del mio antro voglioso e provavo un immenso piacere leccandogli le palle e sentendo il membro umido di precum adagiato sul mio viso affamato.
L’uomo intanto, dopo aver rovistato accuratamente nelle mie viscere era passato a muovere lentamente e delicatamente la sua enorme mano sul mio cazzetto bagnato e duro, in pochi attimi mi aveva portato alle soglie di una spruzzata epocale, per cui, vista anche la tonicità raggiunta dal suo splendido serpente, mi alzai di scatto e gli dissi che rea il momento della cavalcata.
Antonio, questo era il nome che mi aveva dato non si fece pregare, distese del tutto i sediolini dell’auto facendomi distendere in quell’alcova di fortuna sul pancino, e dopo aver indossato un preservativo, puntò la larga cappella in direzione del mio ano pulsante.
Senza aver avuto neanche il tempo di rendermene conto mi ritrovai 23 cm di cazzo duro e grosso che facevano parossisticamente su e giù nel buco del culo, fortunatamente già dilatato dai sollazzi pomeridiani.
Mi faceva male, e non poco, ma riuscii a resitere il tempo necessario perché lo sfintere si rilassasse e potessi cominciare a gemere per il godimento.
I miei sensuali mugolii lo fecero imbizzarrire e il ritmo da pressante diventò incalzante, colavo sborra e precum come una troia ingoiata e godevo come poche volte avevo fatto in vita mia, ma purtroppo Antonio, tra le tante notevoli caratteristiche non aveva la durata, e dopo circa quattro minuti di travolgente inculata, venne nel mio retto a fontana.
Fortunatamente, non aveva pensato di toccarmi durante la gloriosa cavalcata, per cui riuscii, seppure a stento, a trattenermi dal venire, e, con il culo in fiamme e il cazzo ormai di granito, mi feci riaccompagnare lì dove ero stata caricata, più ricca di 50 ‘ e desiderosa di essere risarcita al più presto.
Ci salutammo con un casto bacino sulla guancia e con la promessa da parte di Antonio, di ripassare quanto prima.
Era stato fantastico, &egrave vero non avevo sborrato ed era durato poco, ma l’uomo che mi aveva per la prima volta posseduta a pagamento aveva un bell’aspetto e uno splendido cazzone, pensai che meglio di così non poteva andare e che tutto sommato la vita sulla strada non era poi così male.
Ma mi sbagliavo, o se mi sbagliavo!

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