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Racconti Erotici

Come si diventa donne

By 18 Agosto 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

A cavalcioni sul bracciolo di quella poltrona nuova di design, Martina si sentiva scomoda. La televisione era accesa su un film d’amore, di quelli classici, noiosi e tutti uguali che in estate vengono trasmessi per la centesima volta in prima serata. Era scomoda, Martina, ma del resto la compagna di suo papà si era assopita sul divano a isola ,con sua figlia, curiosamente Martina pure lei e di solo due anni più giovane ad occupare la poltrona di fronte alla tv. E sulla poltrona, la sua poltrona, beh, si era addormentato Zizou, il viziatissimo gatto che suo padre aveva preteso di chiamare come il suo calciatore preferito. Era magra, Martina, non aveva proprio forme. Indossava degli shorts che avrebbero dovuto aderire al corpo di una donna, ma le sue cosce erano talmente secche’ Quanto invidiava la sua migliore amica Sofia, più piccola di almeno 10 centimetri eppure già sbocciata. I jeans lei li riempiva, così come riempiva, con l’ausilio di qualche trucchetto, anche i tank top che tanto andavano. Con la gamba sinistra stesa, e quella destra sul cuscino della poltrona in posizione innaturale per non dar fastidio a Zizou, Martina cominciò a sentire caldo. Hugh Grant baciava Julia Roberts, e lei, che di solito chiudeva gli occhi per la vergogna durante i baci, stavolta li tenne aperti. E pensò a Filippo, il ragazzo che le piaceva della classe parallela. Quanto avrebbe voluto provare il primo bacio. Il calore in mezzo alle cosce crebbe, così il pube si strofinò una prima volta sul bracciolo della poltrona. Martina non capì: sentiva caldo, ma quando schiacciava il pube verso il basso aveva i brividi. Continuava con moderazione a strusciarsi, una-due volte al minuto, non di più. Era terribilmente piacevole. Ogni volta che strofinava il pube sulla cucitura degli shorts e sul bracciolo, il suo respiro diventava corto e i muscoli, quelli che di solito usava per trattenere la pipì, si contraevano in uno sforzo. Uno sforzo piacevole e ritmato. Non pensava, Martina. Lo faceva, e basta. Qualcosa però all’improvviso la fermò: si sentiva bagnata, proprio lì sotto. Così, svegliando Zizou e la compagna di suo padre, corse in bagno, pensando che quel continuo trattenere alla fine avesse fatto cedere la vescica. ‘Marti, cosa succede, stai bene?’, le domandò bussando senza insistenza. ‘Niente Alessandra, mi scappava tanto!’. Si sedette sul water. Le mutandine di cotone erano bagnate, così come parte dell’interno coscia, ma non sembrava affatto pipì. Si asciugò con la carta igienica, e le mise nel cesto a lavare, sperando si sarebbero asciugate un po’ quando il giorno dopo Teresa, la signora che si occupava della casa, avrebbe messo su la lavatrice. Il film era finito ed era ora di andare a dormire.
Martina non ci pensò troppo su, ma quando si svegliò la mattina dopo sentì lo stesso formicolio là sotto. In casa, a parte Teresa che era era fuori a stendere i panni, non c’era nessuno. Era di nuovo un po’ bagnata. Corse così di sotto, e accese la tv. Si mise nella stessa posizione della sera prima, e cominciò un lento dondolio. Un dondolio costante, diverso dalla sera prima. Non la vedeva nessuno, e sebbene non capisse se stesse facendo qualcosa di male, era confortata dall’essere sola. Pian pianino il calore saliva, i brividi del contatto del clitoride con la stoffa del pigiama (senza mutandine) e del bracciolo aumentavano. Chiuse gli occhi, e senza accorgersene si morse un labbro, continuando quell’incessante movimento: portava prima il sedere indietro, quindi contraeva forte e stringendo le cosce più che poteva lo riportava qualche centimetro più avanti, strusciando il pube sulla poltrona. Il ritmo era sempre più veloce, il respiro sempre più corto e sotto Martina si sentiva sempre più bagnata. Voleva fermarsi, ma non ci riusciva. Allora si lasciò andare. Respirò forte dalla bocca, e in apnea continuò finché un impulso nervoso non partì da sotto e la fece tremare, dai piedi al cervello, dalle gambe alla punta delle mani. Riaprì gli occhi, incredula, vedeva le ‘stelline’. Era stata la sensazione e il momento più bello della sua vita. Si alzò e barcollando andò nel bagno grande per una doccia. Dopo qualche minuto sentì Teresa gridare: ‘Zizou, ma hai fatto pipì su divano! Vergogna brutto gatto’. Martina non si sentì in colpa ma capì che era lei la responsabile di quella chiazza sul bracciolo. Sorrise. Non ne era sicura, ma era moderatamente certa di essere diventata una donna. Non vedeva l’ora di rifarlo.

Deb

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