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Racconti Erotici

Incontro per caso

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo avevo incontrato alla festa di una mia amica.

Era bello, alto, moro e con un fisico mozzafiato. L’avevo notato che parlava al cellulare e che intanto beveva un drink. Con quel suo fare misterioso, dolce e… accattivante.

La mia amica, Dorothy ( non &egrave il suo vero nome) me lo voleva presentare a tutti i costi, dato che lo conosceva meglio e vedeva da parte mia un certo interesse.

Poco dopo, quando Marco finì la telefonata, mi guardò e i nostri sguardi s’incontrarono per un indeterminato secondo.

Dorothy gli andò incontro e lo invitò a presentarsi a me.

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La mia amica ci lasciò soli per un pò e in quei minuti intrattenemmo una discussione molto formale. Io volevo di più, ma non osavo ammetterlo. Poi lui mi ritrasse dai miei pensieri e disse:

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Lui aveva sei anni in più di me. Io 26 e lui 32. Devo ammettere che era proprio un gran figo! Era affascinante, insomma, il più bello che avessi mai visto.

Passammo la serata anche con altri amici. La casa della mia amica Dorothy era strapiena, in fondo voleva fare la sua festa di compleanno, in grande!

Forse per tristezza, forse per passatempo, mi misi a bere. Arrivai a uno, poi a due, infine a tre bicchieri di birra. Non ce la facevo più. Mi girava la testa, ma nonostante questo riuscivo ancora a ragionare. Mi ricordo tutto di quella favolosissima serata..

Vidi Marco sedersi accanto a me, mentre la musica continuava la sua melodia incalzante e… fastidiosa.

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Io annuì, ma non volevo parlare di quei dannati bicchieri di birra (ricordo bene di aver pensato questo).

> sembrava stranamente interessato. Da un uomo non mi aspettavo certo questo.

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> sbottai. L’acool mi stava già facendo effetto.

>

In qualche modo volevo confidarmi.

> Mi misi a piangere, singhiozzando. Io non sono una persona che piange spesso, ma quella volta &egrave successo.

Dai suoi occhi riconobbi compassione, dolcezza e… passione. Passione? Non seppi perché, ma ne ero stupita.

Poi lui mi abbracciò. Sentì che i suoi muscoli si irrigidirono completamente. Forse non era abituato a fare delle effusioni in pubblico. Io gli bagnai la camicia. Lo infradiciai ben bene.

Poi lui mi accarezzò il capo, massaggiandomi i capelli.

La gente attorno, compresa Dorothy, sembrarono non farci caso al mio pianto e al suo abbraccio. Probabilmente tutta quella musica e tutto quel bere gli aveva frastornati tutti. Marco invece aveva a malapena bevuto un bicchierino.

Sempre abbracciandomi, mi tirò su e mi spinse con calma verso Dorothy.

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> sentì che Dorothy era d’accordo e ci lasciò andare. Si fidava di lui, come me del resto.

Mi accompagnò in auto, ma a malapena riuscivo a sentire il motore dell’auto, talmente ero ubriaca.

> lo chiamai.

Lui parcheggiò l’auto, si bloccò e si voltò a guardarmi.

Senza batter ciglio lo baciai. Sentivo le sue labbra contro le mie. Il suo calore contro il mio e il suo respiro nel mio. Era tutto così magico.. Gli presi la testa e lo incitai a baciarmi con più foga, con più avidità e lui, come se avesse letto il messaggio, mi baciò con passione, stringendomi a sé con delicatezza.

> mormorò.

Io ero incapace di parlare, ma era contenta comunque.

Poi sentì il mio cuore battere sempre più forte.

> mormorò lui, ma non era arrabbiato. La sua era una supplica >

>

Lui mi guardò negli occhi e poco dopo mi baciò ancora e ancora. Come per saziarci a vicenda.

Lui poi, aprì la sua portiera e poi aprì la mia. Chiuse l’auto e, mettendomi una mano stretta attorno alla vita, mi condusse fino al suo appartamento.

>

Io ne avevo bisogno. Mentre lui andò in cucina, io mi spogliai, lasciando i miei vestiti nella sua camera e mi infilai nella doccia.

Lo schizzo d’acqua mi rinfrescò e mi eccitò allo stesso tempo. Poi sentì dei passi. Era lui. Entrò nel bagno ancora vestito. Mi guardò (non c’era un separ&egrave nella doccia che gli impedisse di guardarmi) e poi si spogliò a sua volta. Voleva anche lui quello che desideravo anch’io.

Entrò nella doccia e mi sorrise.

>

Era incredibile!! Mi lasciava la possibilità di scegliere se farlo o non farlo.

> esclamai senza pensare.

Lui mi baciò con passione, mentre l’acqua scendeva e ci bagnava entrambi. Io avevo ancora addosso il reggiseno e le mutandine, mentre lui aveva solo i boxer.

> mi sussurrò all’orecchio.

> gli ordinai.

Lui mi sfilò il reggiseno e rimase un pò a guardare i miei capezzoli inturgiditi. Poi senza esitazione mi sfilò gli slip. Ero nuda. Nuda di fronte a lui.

> disse.

Poi io gli tolsi i boxer con sua grande sorpresa. Era un pò ubriaca, ma non scema!

Lo vidi. Vidi il suo membro, la sua mascolinità. Era bellissimo. Tutto era bellissimo. Il ventre piatto, il suo membro eretto e già duro. I suoi capelli umidi e le goccioline d’acqua che gli scendevano su tutto il corpo. Era tutto eccitante.

Marco mi guardò con intensità. Appoggiò il suo capo, oltre la mia spalla e intanto mi penetrò con un dito. Inizialmente mi accarezzò con delicatezza, poi spinse più forte. Io sentivo già il piacere crescermi dentro. Socchiusi gli occhi mentre mi inarcavo per sentire di più il piacere. Un mare di sensazioni mi travolsero. Cominciai già ad essere bagnata dei miei umori. Stavo godendo al massimo. Lui ne era consapevole e così mi leccò anche i seni che non aspettavano altro che lui.

> urlai. Era veramente un maestro del godimento >

Poi si bloccò.

> Non seppi se stesse scherzando, ma poi dovetti ricredermi.

All’improvviso mi prese in braccio e, sostenendomi per i glutei, mi mise all’altezza del suo membro, mentre le mie gambe gli si avvinghiavano con naturalezza.

Fu in quel momento che mi penetrò.

Sentì poco dolore, poi il piacere. Il piacere indescrivibile. Era un paradiso. Mi penetrò ancora e fu impossibile non muoversi. Cominciai a muovermi per il piacere, sapendo che lui mi avrebbe sorressa. Spinsi di più e ancora di più. Lui fece lo stesso. Poi lo sentì tremare.

>

>

Mi abbandonai sul suo torace, mentre continuava a penetrarmi sempre più a fondo. lo sentì dentro di me. Io era bagnata al massimo, lui aveva il pene duro come il marmo.

Io venni con un orgasmo nello stesso istante che venne lui.

> lanciai un urlo.

> emise dei gemiti che poi esplosero anche loro in un urlo incantevole.

Stavamo godendo assieme,… Dio quanto era bello!!!

Sembrava che la passione fosse la cosa più forte del mondo.

Poi, ci baciammo all’unisono e infine lui, chiudendo il rubinetto, mi prese per mano e mi sdraiò sul letto. Si mise accanto a me.

> Io lo sorpresi.

>

Lui rise e fu uno dei più bei sorrisi che avessi mai visto.

Si mise a cavalcioni, sopra di me e mi penetrò ancora. Gli piaceva il mio corpo, glielo leggevo negli occhi. Era affamato di me.

Mi penetrò con forza. Io ero lubrificata al massimo e così lui ne approfittò. Spinse sempre più forte, fino a far tremare il letto. Era bellissimo. Una lacrima mi rigò il viso. Lui mi baciò gli occhi e le labbra, poi il collo, sussurrandomi:

>

>

>

Sembrava una conversazione stupida, ma era tutto così surreale e magnifico.

Lui ad un tratto venne. L’orgasmo lo travolse.

> Spinse ancora più forte.

Io godetti al massimo e assecondai le sue spinte decise.

Potevo vedere il suo membro penetrare nel mio, quello sguardo non fece altro che provocarmi un potente orgasmo.

> Inarcai la schiena, come poi fece lui per darmi più piacere e poi ci lasciammo cadere sfiniti, in un caldo abbraccio. Lui sempre sopra di me e io sotto. Sentivo benissimo il suo cuore battere con il mio. Ero felice. Per la prima volta avevo goduto da matti e avevo capito che c’era ancora qualcuno al mondo che mi considerava bella.

Dormimmo abbracciati. Poi, molto dopo era mattina. Aprì gli occhi e non lo vidi subito. Allungai un braccio e mi accorsi che non era accanto a me, bensì era alla finestra, mentre si stava fumando una sigaretta. Sembrava nervoso.

> lo chiamai.

> mi sorrise e io per un attimo volli morire. Era ancora così bello.

>

> ammise. Non mi sembrava poi tanto grave.

Lui si voltò a guardarmi e i suoi occhi ricaddero sulle mie gambe scoperte. Arrossì al pensiero di essere ancora nuda sotto il lenzuolo bianco. La stanza sapeva ancora di corpi avvinghiati.

>

Poi lui spense la sigaretta e si avvicinò a me, sedendomisi accanto.

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Era tutto molto confuso e non sapevo dove volesse andare a parare.

Io presi la parola.

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Lui sembrò sollevato da quelle parole. In pratica aveva paura di ferirmi e di affezionarsi troppo a me… Che dolce..

>

Lui per risposta mi baciò. Mi prese il volto fra le mani e mi baciò a lungo. Infilò la sua lingua fra le mie labbra e assieme assaporammo il gusto della passione. Quel sentimento, anche se &egrave scoppiato una notte per caso, ci ha resi consapevoli che non potevamo vivere lontani l’uno dall’altra. Infatti ora, io e Marco siamo sposati da due anni e abbiamo 3 bellissimi bambini.

Ti amo, Marco.

La tua Sara

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