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Orgia

La famiglia è la patria del… peccato.

By 24 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ok, probabilmente in questo periodo sto lavorando troppo, sono sotto stress per via di questo contratto con i russi. Non posso permettermi di fallire, anche perché ho chiesto io di potermene occupare, ho bisogno di monetizzare. Con cinque figli, tre all’università e due all’ultimo anno delle superiori, i soldi non sono mai abbastanza. Praticamente, negli ultimi due mesi, la mia famiglia l’ho vissuta tramite telefono tra orari assurdi, scadenze da rispettare e mai la possibilità di staccare, anche solo per un mezza giornata.

Oggi è il primo giorno di riposo che riesco a prendermi, i clienti hanno ritirato una copia del progetto del nuovo grattacielo, con le ultime modifiche apportate, e lo vogliono visionare con calma, in vista del weekend. Così ne ho subito approfittato e deciso di fare una sorpresa alla mia famiglia. Visto che i figli sono tutti fuori per le lezioni, preparerò uno dei miei proverbiali pranzetti e dopo, prendo tutto il necessario, così tutti insieme raggiungeremo mia moglie. Lei, essendo già giugno, ha deciso di andare in Toscana ad aprire il nostro casale, in vista dell’estate.

Ci voleva proprio questa doccia rilassante, con questo caldo, indossare giacca e cravatta è una vera tortura. Ancora mezzo gocciolante e con solo un asciugamano legato in vita, mi dirigo in cucina, alla ricerca di qualcosa da poter preparare. Mentre passo davanti alla camera delle gemelle, mi pare di sentire un suono sordo, poi tutto tace. Devo essermelo immaginato, la stanchezza gioca brutti scherzi, a volte. Uhm, potrei preparare i ravioli ripieni di basilico, che tanto piacciono ai miei figli, in fondo ho tutta la mattinata libera, posso permettermi anche la pasta fresca, stavolta. Proprio l’altra sera, Monica si lamentava che non li preparo più. Mentre sono intento a tritare, rigorosamente con un coltello in ceramica, il basilico appena raccolto, per prepararne la farcia, ecco che sento nuovamente quei rumori. è come un lamento, ma dal volume basso come se, chiunque lo avesse prodotto, fosse costretto a tenere la bocca chiusa.

-Siiiiiiiiiiiii’

Allora non mi sono sbagliato, c’è qualcuno in casa. Vuoi vedere che Barbara, approfittando della casa libera, ha portato con sé quella sottospecie di fidanzato? Adesso mi sente, non la passerà liscia, stavolta. Non pretendo che le mie figlie arrivino illibate al matrimonio, figuriamoci. Ho quattro femmine e sospetto che nessuna di loro sia più vergine, ma almeno che mostrino un minimo di rispetto e che nn lo facciano sotto il mio tetto. Non mi ero accorto che la porta non era perfettamente chiusa, ma solo accostata. Ancor prima che la mia mano sfiori la porta, ecco un altro mugolio. Questa non è la voce di Barbara, ma è Selvaggia a godere.

-Oh si, così, lecca anche un po’ più su, Irene. Si, si, così, oddio mi fai impazzire quando fai così’

Irene? Selvaggia? Ma cosa sta accadendo in quella stanza? Delicatamente sposto leggermente la porta, quel tanto che mi permetta di capire la situazione. Ok, forse ho esagerato con la forza impiegata, ma all’interno non sembrano essersi accorti della mia presenza. Ai miei occhi appare una scena quanto mai inaspettata. Le mie figlie, totalmente nude, per terra. Selvaggia, sdraiata supina e gambe spalancate, proprio davanti a me. Seduta al suo fianco, Irene, che ha infilato due dita nella fighetta della sorella. Devo dire che le mie figlie hanno un gran bel corpo entrambe. Davanti ai miei occhi passano in rassegna tutte le immagini delle vite di tutti i miei figli, anche il maschio, in rassegna,oramai nessuno di loro è più un bambino, la festa dei 18 anni della più piccola della famiglia è stata solo pochi mesi fa. Ora eccomi qui, paralizzato, davanti alle mie figlie che fanno sesso tra di loro. Non so come reagire, come comportarmi, più passano i secondi e più non riesco a decidere come muovermi. I miei occhi sono fissi su quella mano che va su e giù dentro la sorella maggiore.

-Ecco!!! Ora, prova a togliere la mano. Siiiiiiiiii!!!!

Nello stesso istante, in cui urlava tutto il suo piacere, uno schizzo copioso partiva dalla sua figa e si scontrava sul pavimento tirato a lucido. Mia figlia squirtava, questo era troppo anche per il mio self control. Impazzivo per le donne che riuscivano a farlo, ci avevamo provato per anni, io e mia moglie, ma lei non ne era proprio in grado. Lo so, la cosa è sbagliatissima, ma certe reazioni del mio corpo non riesco a gestirle. Mentre guardavo mia figlia contorcersi, in preda agli spasmi dell’orgasmo appena avuto, la mia erezione cresceva sempre più, stava diventando talmente duro, da recarmi fastidio. Istintivamente e senza che me ne accorgessi, la mia mano ha iniziato ad accarezzare le palle, sotto l’asciugamano, le sento piene e più pesanti del solito. Non ricordo neanche quando è stata l’ultima volta che ho scopato mia moglie. A parte qualche sega saltuaria in doccia, è da tanto che non mi faccio una bella goduta. Riapro gli occhi, non mi ero neanche accorto di averli chiusi. Nel farlo mi blocco all’istante, le mie figlie mi fissano, con i loro occhi da cerbiatte. Ed ora? Lentamente allontano la mano, il gesto mi costa una fatica inaspettata, tutto il mio corpo protesta per quel piacere negato.

-Ecco’ Io’ Non so cosa mi sia preso’ Però pure voi’ che cavolo state combinando’ Non è una cosa giusta’ Non è naturale’

Continuavo a balbettare frasi alla rinfusa e più me ne rendevo conto, più mi agitavo.

-Papà, tranquillo, non stavamo facendo niente di male, ci stavamo solo regalando del piacere reciproco. Come può essere sbagliato, se ci fa star bene?

-Perché voi due siete sorelle, non potete, è sbagliato.

Non sapevo dare altre spiegazioni, io stesso iniziavo a domandarmi il perché lo fosse. Chi aveva deciso che due sorelle non potessero fare sesso tra di loro?

-Sarà anche sbagliato per la gente bigotta, ma sono due anni che lo facciamo, la cosa ci piace, ci rilassa e ne beneficia anche lo studio, non vediamo perché dovremmo smetterla, sol perché la gente dice che è sbagliato. Magari loro sono i primi a farlo.

Il discorso non faceva una piega, effettivamente, ed anche il mio cazzo era dalla loro parte. Non ne voleva sapere di scosciarsi, anzi svettava sempre dritto ed impertinente sotto l’asciugamano, reclamando attenzioni.

-Fallo di nuovo.

Dissi rivolto ad Irene.

-Scusa?

Mi chiese di rimando.

-Oh, avanti, hai capito benissimo. Falla squirtare di nuovo.

Le ragazze, rimaste di sasso da questo mio cambiamento improvviso, mi guardavano stupite. Il fatto è che non faccio che ripensare a quello schizzo prolungato che è volato via da Selvaggia.

-Oh, avanti, lo fate da due anni ed ora fate le timide?

-Beh, non abbiamo mai avuto pubblico e di certo non nostro padre.

-Ora il grado di parentela conta? Suvvia, smettetela con questa sceneggiata e fatemi vedere una squirtata come si deve, fatemi vedere se siete veramente troie, da farlo davanti a vostro padre.

Irene e Selvaggia si guardano negli occhi, intente in una sorta di conversazione muta, sicuramente si stanno interrogando sul da farsi. Poi lentamente, la maggiore,si ristende e spalanca le gambe, un invito eloquente nei confronti della sorella. Anche Irene si accuccia meglio ed inizia ad accarezzare il prosperoso seno di Selvaggia. Pian piano, la mano scende sempre più verso il pube ed esita proprio davanti al monte di Venere.

-Forza, avanti, falla godere. Fatemi vedere quanto vi piace. Fatemi capire quanto siete puttane.

A quella richiesta, Selvaggia spalanca maggiormente le gambe, permettendomi di guardare meglio, mentre Irene inizia a masturbarle il clitoride, con movimenti lenti e circolari. La maggiore inizia subito a mugolare, segno che la cosa le piaccia alquanto.

-Si, così, brave. Fate le troie per papà.

Il ritmo aumentava e Selvaggia gradiva a tal punto, quel massaggio, da bagnarsi visibilmente. Anche io, che ero a tre passi da loro, riuscivo a distinguere nettamente le secrezioni che fuoruscivano dalla sua figa.

-Ti piace, eh puttana? Avanti riempila come si deve.

Dissi, rivolgendomi alla mia secondogenita. Lei obbedisce come una cagnetta ed infila le dita all’interno della sorella, la quale geme di piacere.

-Questa volta non trattenere nulla, urla pure, se è quello che senti di voler fare. Vi voglio più troie che potete. Avanti porche, papà non resiste più, vuole venire come un maiale.

Effettivamente avevo preso la mia asta in mano ed avevo iniziato una lenta sega.

-Papà togli l’asciugamano, godo di più alla vista di un cazzo.

-Che vacca! Ti accontento subito.

E così facendo lo lascio cadere per terra.

-Ah però, papà sei ben messo, guarda lì che gran bel cazzo duro.

-Grazie cara, avanti, godi per papà. Forza Irene, sbattila per bene.

Mia figlia, ubbidiente, accelera il ritmo e tutti ne beneficiamo. Selvaggia, perché inizia a godere rumorosamente ed il suo piacere lo si poteva percepire dai classici rumori di sciacquettio che provenivano dalla sua fighetta, era veramente un lago. Ne beneficio anch’io, però. La scena che mi si para davanti è estasiante ed inizio a godere come un vero porco.

-Oddio, si, più forte Ire. Premi con l’altra mano sull’addome. Si, brava. Cazzo mi fai morire così. Ti piace papà? Sono una brava figlia?

-Oh si che lo sei, che gran troia. Ti piace, eh? Le mie figlie sono delle zoccole ed io un pervertito che sta qui a guardarle.

-Smettila di preoccuparti ed avvicinati. Voglio che mi sborri addosso. Adoro farmelo fare. Fammi la doccia papà, dammi la tua sborra calda.

Senza farmelo ripetere due volte mi avvicino ai piedi di mia figlia e continuo a menarmelo vigorosamente.

-Oh si, si. Ire sto per venire, ancora più forte. Sfondami’ Ecco, pronta? Togli la mano, oraaaaaaaaaaaaaa’

E così dicendo raggiunge l’orgasmo più sconquassante che abbia mai visto. Anche lo squirt è più potente e quantitativamente maggiore del precedente, tanto da bagnarmi le gambe. Inizia a tremare come una foglia, in preda agli spasmi. Anch’io non riesco più a trattenermi ed inizio a venire copiosamente.

-Oh si, ecco la sborra di papà, prendetevela tutta puttane. Vi faccio la doccia. Siete solo due cagne in calore, vi meritate di essere trattate come due zoccole. Ecco’ sborro’ sborrooooooooo!!!

Urlo imbrattando entrambe le mie figliole, con i miei schizzi caldi.

Giusto il tempo di riprendermi un secondo e sento delle labbra accostarsi alla mia cappella. è Irene che ingloba tutto il mio cazzo per ripulirmelo. Che brave cagnette ho tirato su, in questi anni, presumo che ci divertiremo tanto, d’ora in avanti.

-Io vado a lavarmi. Ho promesso alla nonna che l’avrei accompagnata al mercato, a fare la spesa, ma voi continuate pure a divertirvi. Io avrò modo di recuperare, vero papà?

Selvaggia uscì strizzandomi l’occhio. Irene, invece, era ancora lì, in ginocchio ai miei piedi, come fosse una cagnolina in attesa di un mio cenno.

-Cosa c’è? Non sei stanca per oggi?

Dissi, mentre sollevandole il mento.

-Beh, io sono l’unica che oggi non ha goduto. Non ti pare un’ingiustizia?

-Oh povera piccola mia, è rimasta a bocca asciutta. Come posso rimediare? Papà vorrebbe anche aiutarti, ma tu devi darmi una mano.

Le indicai il mio cazzo, oramai rilassatosi. Il suo viso, angelico fino ad un secondo prima, si trasformò nella maliziosità fatta volto.

-Beh, non saprei come. Forse così?

Ed iniziò a delineare il contorno delle palle, con la punta della lingua.

-Uhm, non perdi tempo, eh troietta?

-Chi ha tempo, non aspetti tempo.

Prese la mia palla sinistra tra le labbra e la succhiò avidamente.

-Oh cazzo, si, continua così’

Era assatanata, voleva farsi fottere e lo voleva immediatamente. Continuò a leccarmi e succhiarmi, finché la mia asta non tornò perfettamente dura. A quel punto si alzò e mi accompagnò nel grande letto di Monica facendomi stendere. Si accucciò a quattro zampe, di modo che, tramite lo specchio, potessi vedere il suo bel culo ed iniziò a spompinarmi come si deve.

-Oddio si, cazzo quanto sei brava, più di tua madre. Dovresti darle delle lezioni, chissà quanti ne hai succhiati, eh puttanella?

Lei, per tutta risposta, mi lanciò un’occhiata furbetta, facendomi intendere che molti cazzi erano passati tra quelle labbra. Riuscì tranquillamente ad ingoiarlo tutto e mi mandò in visibilio.

-Piano angioletto, se vai così di furia, rischi di farmi venire in fretta e poi resta ben poco per te.

-Giusto, credo di essermelo proprio meritato questo bel premio.

Così dicendo si tirò su e si mise cavalcioni su di me, impalandosi col mio cazzo.

-Uhm, come sei bagnata, avevi proprio bisogno di essere scopata.

-Colpa tua e di Selvaggia, a veder tutti quei succhi schizzar via, è normale che mi ecciti. Sono una donna, non una santa.

-La mia donna che scopa col cazzo di papà. Lasciati cadere di botto, voglio sfondarti tutta.

Nel mentre, Selvaggia, ormai pronta per uscire, entrò nella stanza.

-Qua non si perde tempo, eh? Lasciamene un po’, non prosciugarmelo tutto. Se torno presto, me la voglio proprio fare una bella cavalcata.

-Mettiti in fila, sorellona.

Le disse Irene, facendole la linguaccia.

-Che matta che sei. A più tardi porcellini.

Ed uscì sorridendo. Nel mentre, Irene, aumentò l’andatura. Ad ogni colpo sentii di entrarle sempre più in profondità. La vidi contorcersi dal piacere, mentre le sue tette danzarono impertinenti. Le mie mani viaggiarono lungo tutto il suo corpo, esplorandolo. La sua pelle era liscia come seta e leggermente ambrata, frutto di alcune lampade solari. Mi persi, nell’osservare i dettagli del suo corpo e mi domandai come potesse, quella bambina che zompettava felice nel vedermi rientrare da lavoro, essersi trasformata in una maiala che godeva a scoparsi il padre. Come poteva non avere alcuna remora nel farlo? Sembrava emanare piacere da ogni poro, come se fosse la cosa più naturale del mondo, godere del cazzo del proprio genitore. Ma in fondo, chi ero io per giudicarla? Non mi trovavo, forse, proprio dentro di lei e stavo per venire? Venire? Oddio, dovevo trovare un attimo di lucidità.

-Tesoro?

-Uhm?

-Cucciola fermati.

-Perché?

Mi chiese, quasi a supplicarla di non destarla da quell’estasi.

-Irene alzati, sto per venire. Non posso dentro di te.

-Sta zitto e godi.

E continuò a cavalcarmi energicamente.

-No! No! Ire spostati, ti prego fammi uscire. Sto per venire’ sto per sb’. Aaaaaaaaah!

Come temevo sborrai dentro mia figlia. Uno, due, tre schizzi caldi, che s’insinuarono dentro di lei.

-Cosa hai fatto? Perché non ti sei tolta?

Le chiesi dopo che anche lei rinvenne dal suo orgasmo.

-Perché avrei dovuto farlo?

-Come perché, sono tuo padre! E se ti mettessi incinta? Come facciamo?

-Rilassati papà, stai tranquillo, ci ha già pensato la mamma. Sono anni che, tutte noi, prendiamo la pillola. Puoi venirmi dentro quando vuoi.

Uhm, pensai tra me, la cosa iniziava a farsi ancor più interessante. E brava la mia mogliettina previdente.

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