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Racconti Erotici Etero

Lorna ed Alex

By 24 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Strana giornata quella per Lorna.
Per intanto, non sapeva cosa mettersi, eppoi si sentiva irrequieta.
Lorna aveva paura quando si sentiva irrequieta.
Non una paura normale, aveva paura di non sapersi controllare. Ogni volta che avvertiva quella sensazione subito dopo accadeva.
Accadeva di avere voglia di abbandonarsi. Sorrise a quelle sue consuete riflessioni.
Certi pensieri le facevano compagnia’un po’ come i suoi perizomi colorati.
Proprio in quel momento ne stava scegliendo uno. Bianco decise.
Indossandolo si guardò mentre il sottile filo di pizzo percorreva il suo interno cosce, poi voltandosi si guardò mentre il filo di tessuto spariva nel suo culo bianco. Pensava di avere un grosso culo.
Sodo in verità ma grande. Da ragazzina ne avrebbe voluto uno molto più piccolo però quando crebbe si rese conto che con un culo così agli uomini piaceva un sacco.
Piaceva usarlo, sbatterci contro. Il loro membro vi si perdeva e a loro piaceva guardarlo sparire nei meandri. A lei piaceva pensare a quello che a loro piacevano fargli.
Aveva finito di vestirsi ed era in ritardo. Aveva un appuntamento di lavoro.
Lorna non aveva bisogno di lavorare ma ne aveva voglia.
Aveva voglia di un impegno e così decise di accettare una proposta che un suo amico le aveva fatto. Il suo amico lavorava in una rivista. Avrebbe fatto da assistente nella Redazione.
Avrebbe fatto, se l’incontro fosse andato bene.
Niente giacca, ne pantaloni. Lorna indossò una morbida gonna di maglia, forse un po’ aderente ma a lei piaceva perché era come indossare una carezza.
Camicia bianca, calze e stivali non troppo alti. Insomma semplice ed elegante.
Senza strafare, era un incontro di lavoro no?
Ma Lorna era pure irrequieta per cui sotto ci mise un bustier di pizzo bianco.
Era comunque una femmina irrequieta. Alla reception le indicarono il piano giusto e l’ufficio giusto. Appena arrivò fu fatta accomodare.
Entrò e si trovò di fronte quello che lei definì nella sua testa, un ragazzino imberbe.
Insomma, si aspettava un uomo di una certa età e possenza non un ragazzetto di nemmeno 30 anni, dal faccino tenero, i modi gentili e lo sguardo ingenuo.
Ma tant’&egrave. Si presentarono.
‘La stavo aspettando, io sono Alex, piacere’.
‘Buongiorno, io sono Lorna e la ringrazio di avermi ricevuto. Il mio amico le ha parlato di me ma in verità io so poco del lavoro per il quale mi sto proponendo, spero di essere la persona giusta.’
Alex però sembrava non ascoltare. Il suo sguardo era fermo sul ginocchio che spuntava dalla gonna.
Ci fu un attimo di silenzio poi i suoi occhi incontrarono quelli di Lorna.
‘Lei ha già lavorato in un giornale, mi &egrave stato detto.’
‘Si, circa 2 anni fa, poi mi sono ritirata per dedicarmi ad altro. Però &egrave già da qualche tempo che accarezzo l’idea di riprendere, avrei le condizioni ideali, ora, per riprendere a pieno ritmo.’
‘So già esattamente cosa lei &egrave in grado di fare, ho letto il suo curriculum. Tecnicamente sarebbe perfetta ma, come lei sa, lavorare in un giornale di questo genere, implica avere non solo nel curriculum ma soprattutto nella persona, caratteristiche particolari. Impeto, passione, coraggio. Lei &egrave questo tipo di donna?’.
‘Ma tu guarda questo ragazzino’ pensò Lorna, mi viene a parlare a me di passione e coraggio! L’irrequietezza di Lorna esplose in quel preciso istante.
‘Vediamo un po’ come sta lui a passione e coraggio’e nel pensare questo sciolse le gambe carnose.
La gonna fece un movimento dal basso verso l’alto, si fece più corta ma Lorna non la riabbassò di certo. Con una mano, si sfiorò invece un seno e se la mise fra le gambe, discretamente.
Poi chiese: ‘Io potrei dirle di avere le caratteristiche necessarie di cui mi parla ma come può lei capire che &egrave vero?’ Socchiuse leggermente le gambe. Alex si irrigidì sulla poltrona e cambiò posizione.
‘Credo che con questa risposta già si possa intuire il suo temperamento così come dal suo aspetto fisico.’
‘ Cosa le suggerisce il mio aspetto dottore?’ Alex si alzò, girò intorno alla scrivania e le si parò davanti. ‘Lei &egrave una donna molto attraente, crede che l’aiuterà il suo aspetto nel mondo del lavoro?’
‘Sono convinta che l’aspetto non sia fondamentale ma lo &egrave di certo il temperamento, la passione ed il coraggio. Quello di cui lei parlava e che io ho di certo.’
Pronunciò questa ultima frase in tono di sfida poi Lorna si alzò e lo sovrastò.
Ad un centimetro dal suo viso, senza staccare gli occhi, sfiorò la patta dei pantaloni.
‘Come pensavo, piccolo strafottente. Sei già in tiro. Ora ti faccio vedere io come funziona il gioco!’
Gli slaccio i pantaloni e ci infilò una mano dentro. Se lo prese fra le dita e lo strinse forte.
Poi cominciò a muovere la mano dal basso verso l’altro, sempre stringendo con forza.
‘Ma quanto &egrave grosso?’ pensò Lorna.
Per un attimo gli venne voglia di farsi sbattere sul divano e questo pensiero la eccitò molto. Ma poi guardò quel viso, rosso dall’emozione e quegli occhi già socchiusi dalla voglia e decise che lei si faceva sbattere solo dagli uomini veri e non dai ragazzini.
Ciò nonostante decise che si sarebbe divertita lo stesso.
Mentre glielo stringeva con la destra, con la sinistra gli prese la sua mano.
Si infilò un suo dito in bocca, lo succhiò e lasciandolo bagnato se lo passò sul seno.
Poi si alzò la gonna, prese quella mano e guardandolo negli occhi gli disse ‘toccamela, ora!’
Aveva capito subito che al dottore piaceva essere comandato.
Lui, con lo sguardo docile ma in preda ad una eccitazione incredibile, gli infilò la mano fra le cosce. Superò il perizoma e cominciò a toccarla. Lorna sentì quel tocco leggero e si eccitò molto.
‘Ti piace?’ Gli chiese.
‘Da morire’ Ma Lorna sentiva che se continuava a stringerlo così, gli sarebbe venuto in mano e a lei andava di giocare, quindi tirò fuori la mano e gli ordinò di chiudere la porta.
‘Non ti rimettere i pantaloni, voglio vederti camminare con le braghe a terra!’.
Mentre lui si aggirava seminudo con il membro eretto in giro per l’ufficio, Lorna si accomodò sul divano.
‘Vieni qui, inginocchiati davanti a me.!’ Alex, ormai inebetito, ubbidì.
‘Ora, mio caro dottore, me la dovrai leccare come mai hai leccato nulla nella tua vita. Se non mi farai godere come si deve, non ti farò il servizietto che stai aspettando.!’
Le pupille dilatate di Alex erano un segno di totale eccitazione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
‘Lo terrò presente quando sono irrequieta, se avrò questo posto.’
Pensò divertita Lorna mentre sentiva una lingua niente male percorrerla dal buco del culo fin su nella sua grande figa. Allargò ancora di più le gambe e si sbottonò la camicia.
Abbassò il bustier e prese a solleticarsi i capezzoli. Voltandosi si vide riflessa nelle ante a vetro della libreria. Vide i suoi lunghi capelli biondi sparsi sul divano, le labbra carnose socchiuse, le mani sui capezzoli e soprattutto le sue cosce aperte con in mezzo la testa di un uomo.
‘La mia immagine preferita’ pensò Lorna. Ma intanto scoprì che Alex ci sapeva fare.
La leccava con una maestria notevole. Passava la lingua con regolarità poi spingeva. Poi riprendeva. Lorna stava per esplodere. Però decise di non dargli questa soddisfazione.
Gli sollevò la testa. ‘Non sei abbastanza bravo! Vieni qui!’
Si alzò. Stava impazzendo, glielo leggeva negli occhi.
‘Mettiti in ginocchio sul divano!’. Lui ubbidì. Lorna si sistemò quindi di fronte a lui.
Poi si voltò e si piegò. Si vide riflessa nel vetro e pensò che aveva una voglia matta di essere inculata. Peccato non sia quello giusto.
Gli strofinò il culo sul membro, poi se lo prese e se lo mise fra la figa bagnata e cominciò a muoversi. Sentirlo accarezzargli il clitoride la fece impazzire. Ma soprattutto sentire lui gemere la faceva impazzire. ‘Me lo vuoi mettere dentro?’ ‘Si’ ‘Dovrai pregarmi’ ‘Ti prego, voglio sbatterti.’
‘Non ho sentito, ripetilo!’ ‘Mi stai facendo impazzire, ti prego dammela.’
‘Sono io che stabilisco le regole, tu sei solo un ragazzino viziato!. E’ vero?’
‘Si, &egrave vero.’ Intanto Lorna continuava a muoversi facendoselo scorrere in una figa che colava sul divano. Era inutile, stava impazzendo anche lei.
Ancora un po’ e si sarebbe fatta sbattere, piegata sul divano. Non era il caso. Si voltò. Scese dal divano. Lui la guardò ansimando.
‘E’ andato’ penso Lorna, ‘può bastare’.
‘Siediti qui.’ Alex aveva la faccetta di un ragazzino colto con le mani nel vasetto della marmellata. Impaziente e spaventato si sedette sulla sedia che Lorna gli aveva indicato. Era chiaro che non capiva. ‘Non capisci vero? Sei un piccolo ragazzino che non riesce a far godere una donna. Sarò costretta a pensarci da me.!’
Nel dire questo, aprì le gambe e lasciò che lentamente entrasse in lei. Lorna se la godeva un sacco.
Prese la testa di Alex e se la spinse contro il seno, mentre lui già respirava affannosamente. Con le mani appoggiate sullo schienale della sedia Lorna si muoveva persa in un piacere intenso.
Niente male, il ragazzino, pensava. Nel frattempo Marco cominciò a sussurrarle frasi di godimento ma lei lo interruppe. ‘Shhhh. Zitto!’ gli intimò.
A quest’ultima aggressione Alex venne dentro di lei.
Dopo un istante anche Lorna ebbe la sua parte, ma senza dargli troppa soddisfazione.
Quando si alzò, con un dito glielo sfiorò e se lo passò fra le labbra, assaggiandolo.
Poi si voltò, indossò il suo perizoma bianco, si riabbassò la gonna e prese cappotto e borsetta.
Lui era li, con il suo faccino, i capelli arruffati, lo sguardo perso.
‘Mi dica dottore, che ne pensa del mio temperamento, del coraggio e quant’altro serve per lavorare in questo giornale?’.
‘ Spero accetterà di lavorare per noi.’
‘Solo se mi pregherà come ha fatto prima.’
E nel dire questo si volto e dondolando sui suoi tacchi uscì sbattendo la porta.

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