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Racconti Gay

Autovelox

By 2 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi siete mai chiesti come passano il tempo 2 poliziotti durante un autovelox? No? Bene, adesso vi racconto come passo il mio di tempo!
ORE 9:24 AM
Ero in guardiola quando si avvicina l’agente Leonardi dicendomi “Marino, andiamo! Dobbiamo andare a montare una postazione autovelox. . . “
Sapevo già cosa mi aspettava, non era certo la prima volta e mentre lo seguivo lo ammiravo ancora una volta:  Leonardi, un agente di polizia di 39 anni, carnagione scura, moro occhi chiari, alto e ben in forma, ne magro ne grasso ma ben piazzato. Spalle large e vita stretta e che culo . . . Salimmo in macchina e il suo profumo mi penetrò le narici fino a salirmi su nel cervello facendomi contorcere dal piacere! Leonardi mi guarda, sorride e mette in moto sgommando via verso il posto designato. Conoscevo molto bene anche quel posto e mentre fremevo ed aspettavo mi sentì dire da quell’accento meridionale “ Marino, che minchia aspetti? Sai quello che devi fare, moviti!!!” ed io come un automa allungai la mano sinistra e cominciai a palpare il suo interno coscia, il suo cavallo, mentre lui allargava le cosce per permettere alla bestia di muoversi. Io palpavo e mugolavo, lo sentivo gonfiarsi, diventare enorme e lo desideravo sempre più. “Meno male che esistono i femminelli come voi Marino, altrimenti chi riuscirebbe a soddisfare i bei tori da monta come me?  Ora fermati, siamo arrivati, vai a montare l’autovelox e torna qua. . .”
Annuii e andai, montai subito lo strumento e ritornai su in macchina. Eravamo posizionati in autostrada, all’uscita di un’area di parcheggio, nascosti dietro una folta vegetazione e in questo modo lontano dagli occhi degli automobilisti.
Appena salii ritrovai la solita scena, ed ogni volta è come se fosse la prima volta. Lui lì con la cerniera aperta e quella mazza eretta che usciva fuori mentre se lo tiene alla base con entrambe le mani. Li in tutto il suo splendore Leonardi attendeva me, o meglio, la mia bocca! Non persi tempo e me lo cacciai in bocca facendolo sospirare. Lo presi alla base togliendo le sue mani che posizionò una dietro la mia nuca e una dietro la sua, e chiudendo gli occhi leccai e ciucciai la sua cappellona. Con gli occhi chiusi sentivo il suo sapore maschio fottermi la bocca, il cervello, i miei sensi li andavano man mano perdendo, e ad ogni suo sospiro di piacere io godevo! Avevo quella mazza tra le mani, mentre con le labbra schiuse davo piccoli bacini per tutta la lunghezza dell’asta e equando arrivai in cima alla cappella, con un bacio a labra aperte la inglobai tutta nella mia cavità orale insalivandola per bene per poi risucchiare il tutto in un vortice di lingua ed aria . . . Piaceva molto al mio collega questo lavoretto, tantè che ogni tanto lo guardavo e lo trovavo ad occhi chiusi a mordersi le labbra. Poi andai giù giù giù fino a farlo arrivare alla gola, mentre lui spingeva la mia testa lungo il suo cazzo e d io arrivato ai coglioni, uscì la lingua e li leccai. . . avevo gli occhi strizzati dallo sforzo e stavo soffocando, emettendo quei suoni soffocati di una pompa profonda. Mi fece risalire piano piano mentre la mia saliva colava lungo tutto il suo mostruoso cazzone, avevo gli occhi e la faccia coperti di saliva, umori e pre sperma e continuavo a leccare la sua cappella. . .
Le auto sfrecciavano davanti a noi e il tempo passava. Così dopo una 20 di minuti, avevo la faccia completamente stravolta dagli umori, la mascella  dolente e un cazzone sulla soglia del godimento che mi allargava la gola. Stavo per mollare quando Leonardi bloccò la mia testa scaricando le sue palle dentro la mia bocca, la mia gola, il mio stomaco. Ingoiavo quello che potevo ma molta usciva fuori e si depositava tra le sue gambe. “ AAAAHHhhh DIO DIO DIO. . . DIO DIO . . . DIO. .DIO, DIO ooohhhhmmm INGOIA TROIA!!!”
Ero sfinito, sporco e soddisfatto! Gli ripulìì il minchione mentre lui con le dita raccoglieva i liquidi dalla mia faccia e me li portava alla bocca.. Dopo esserci ripuliti, smontammo l’autovelox e tornammo alla stazione di polizia. Lui fumava sghignazzando io guardavo fuori dal finestrino in attesa della prossima uscita con Leonardi. Pranzammo e stavo per ritornarmene in guardiola quando mi sentì chiamare: “Marino, muoviti  siamo di pattuglia!!” Era quel maschione di Furnaci. E al suo richiamo una scossa partì dal mio buco del culo e arrivò al cervello. Eh si, mica mi accontento solo di uno io! ;D

-Racconto di fantasia- scrivetemi fabio.unico.boy87@live.it

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