Gentile Dottore, Le scrivo per chiederle aiuto. Ho letto molti dei suoi articoli sulla rivista X e mi è sembrato che lei sia il solo a potermi aiutare. Purtroppo non ho soldi da offrirle, essendo disoccupata e vivendo in un piccolo paesino delle Marche dove non ci sono grandi opportunità, e quindi mi appello al suo senso di pietà e compassione. Spesso mi domando se sono normale. Apparentemente tutto sembra a posto: sono una ragazza giovane, ho 18 anni, sono abbastanza bella, sono molto studiosa e ho una buona vita sociale. Ma all’interno non è niente perfetto. A volte mi capita che sono in classe e tutt’ad un tratto sono presa da un bisogno di sesso così feroce che ho problemi a contenermi. Non importa che lezioni sto seguendo… Ieri per esempio, a una lezione di diritto ed economia, mi è bastato vedere un mio compagno di classe che si rigirava e si strofinava la penna stilografica tra le mani per farmi eccitare. ‘Cosa c’è di eccitante?’ si domanderà lei… Per me era un gesto così sensuale e provocante che non ce la facevo a respirare. Ho guardato le sue mani grosse e forti, che quasi accarezzavano quella penna, e le sue dita lunghe che ne percorrevano il perimetro con una lentezza e una gentilezza quasi frustrante. I suoi movimenti mi affascinavano e già sentivo le mie mutandine bagnarsi un pò. Finalmente, dopo ancora una mezz’ora di tortura, la campanella è suonata e sono potuta uscire. Inutile dire che due minuti più tardi sono andata nel bagno delle ragazze e mi sono chiusa bene dentro, a chiave. Ho pulito sommariamente la tazza del water con un fazzoletto, mi sono seduta sopra, con le mutandine abbassate fino alle ginocchia e ho cominciato a titillarmi il clitoride fuoriosamente. Dopo nemmeno trenta secondi sono venuta e finalmente mi sono liberata. E’ pericoloso masturbarsi? Non parlo di una o due volte al giorno, ma di quindici volte. Io cerco sempre di essere discreta, di nascondere questo mio piccolo segreto, ma ho paura che qualcuno mi scopra. Perché quando sono arrapata e non riesco a sfogarmi, sudo, divento nervosa, non ascolto i miei interlocutori. A quella lezione, non sono riuscita a prendere appunti. Mi sono forzata di farlo ma la mia mano tremava e non riusciva a scrivere. Ovviamente non sono fidanzata, ho paura di approcciare qualsiasi ragazzo. Diventerei lo zimbello del paese. Lo stesso giorno che è capitata la storia della penna stilografica, sono ritornata dal liceo tramite un vialetto che mi risparmia tanta strada e che affaccia su un fiumiciattolo. Di notte è molto pericoloso andarci, ma di giorno no, visto che io finisco scuola all’una e mezza. Camminando, ho visto un uomo che era girato di spalle e che probabilmente stava pisciando. Sentendo il rumore dei miei passi, si è girato, scordandosi di rimettersi il cazzo nei pantaloni. Mi sono fermata e lui mi ha guardato con un’espressione confusa. Era completamente ubriaco. Mi ha chiesto se avevo voglia di sbocchinarlo e si è avvicinato con la sua mazza in mano, tutta scappellata, me l’ha quasi strofinata addosso. Con un urlo, sono scappata via verso casa, senza girarmi. Appena arrivata, sono andata direttamente in camera mia e mi sono nascosta sotto le coperte. Dopo parecchi minuti mi sono calmata: in fondo l’uomo, in quello stato, non avrebbe potuto seguirmi. Faceva caldo sotto le coperte e mi sono tolta tutti i vestiti, per essere completamente nuda. Come una fame insaziabile nel mio stomaco, il bisogno di orgasmo mi ha preso ancora. Ho immaginato cosa sarebbe successo se avessi accettato la proposta di quell’ubriaco. Lui si avvicinava e mi intimava di inginocchiarmi, senza parlare. Non c’erano bisogno di parole. Io ero la sua troia sconosciuta, pronta per soddisfarlo, una botta e via. Appena prendevo quel cazzo tra le labbra e lo leccavo dalla cappella alle palle, lo sentivo gonfiarsi e ingrossarsi che mi faceva male a entrarmi tutto in bocca. Cominciavo a succhiare la cappella, alternando il movimento della mano che lo scuoteva. Era bello sentirlo inturgidirsi, con le vene che pulsavano mentre lo spompinavo e lo segavo allo stesso tempo. Mentre pensavo a questo, mi penetravo con tre dita, stimolando anche il clitoride. Ho immaginato che dopo pochi minuti di succhiata e senza preavviso, il suo cazzo esplodeva riempendomi di sperma la bocca e il viso e ho sentito l’orgasmo prendermi. Quando desideravo quell’uomo in quel momento… Se solo fossi rimasta con lui e avessi accettato la sua proposta. Ho continuato ad accarezzarmi e con l’altra mano mi sono penetrata il buchetto del culo, desiderando che fosse pieno di cazzo e di sborra. Ho gridato e ho avuto un altro orgasmo, di una profondità incredibile… che riuscivo appena a respirare. Per diversi secondi il mondo è sparito e la mia vita, la mia esistenza era annullata in quelle sensazioni bellissime, quasi dolorose. Senza rendermene conto sono piombata in un sonno profondo e non mi sono svegliata che l’indomani. I miei genitori hanno sicuramente pensato che fossi malata. Penso che lei, Dottore, capirà benissimo il motivo di questa mia lettera. Ho paura che un giorno vivrò una fantasia come quella che le ho appena descritta. Il mio bisogno di piacere è la cosa più importante della mia vita e non so dove mi porterà. Attendo con ansia una sua risposta. Stella (spero che vi piaccia questo racconto, che è un pò reale e un pò di fantasia… un bacio a tutti i lettori e le lettrici di IoMilù!
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…