Eccoti qui, a leggere di nascosto da chi ti conosce bene, i racconti peccaminosi di questo sito.
Sì, sì, guardati bene intorno, che nessuno se ne accorga che sono qui, con te.
Pronta con la mano sull’ALT-TAB per richiamare un’altra applicazione sul video al primo rumore sospetto.
Non pensavi che ti avrei scoperta, eh?
Con le guance tutte arrossate e quella sensazione di calore al bassoventre, e quel languido prurito tra le gambe, in quella fichetta che già da un po’ stai stimolando con strette ripetute delle cosce, accavallamenti di gambe, oppure, spingendo un po’ indietro il culetto burroso, e cercando di strofinarla contro il duro della sedia.
Non credevi che ti scoprissi, eh?
Con quella bocca asciutta e il respiro corto, e quella voglia di leccare le labbra, che devi trattenere per paura di essere vista…
E le tette? Che dire delle tette che stai appoggiando al bordo della scrivania per stimolare i capezzoli? Attenta, qualcuno potrebbe vederli spingere impazziti contro la stoffa del tuo vestito.
Porca, ecco quello che sei. Una gran maiala.
Da quanto tempo non ti fai scopare?
Quante volte, piccola puttanella, ti sei sorpresa a pensare a quando ti sei sentita riempita per l’ultima volta da un bel cazzo duro e venoso?
Quando è stata l’ultima volta che hai sentito la rugosità delle sue vene gonfie stimolare il tuo sesso?
Quand’è stata l’ultima volta che la tua lingua ha roteato intorno ad una bella cappella gonfia, leccando gli umori trasparenti dal suo buchino voglioso?
E di te? Vogliamo parlarne? La tua fica è bollente. Non ne puoi più.
Ma certo non puoi perdere il tuo contegno. Il tuo decoro.
Con il tuo tailleur castigato da impiegata. Chissà cosa accadrebbe se venissi scoperta.
Chissà i tuoi colleghi maschi cosa farebbero.
Brutta porca. Pensa se adesso entrasse uno di loro e ti leggesse in faccia la tua eccitazione, la tua voglia.
Faresti finta di nulla. Cercheresti di nascondere il tuo stato d’animo e negheresti ogni allusione.
Eppure ne avresti una gran voglia, maiala. Avresti voglia che entrasse il tuo collega più carino, che si accorgesse che stai grondando umori dalla fica, che chiudesse la porta a chiave e ti violasse.
Strappandoti le mutandine e rovesciandoti sul tavolo.
Vorresti sentire la sua lingua saettare su tutto il tuo corpo e nella tua bocca. La vorresti sentire anche sul buchino dietro, ché ti piace tanto, anche se non lo vuoi mai ammettere.
Vorresti sentire la sua cappella violacea tra le tue labbra e il suo cazzo spingersi fino in fondo alla tua gola, ritmicamente, ripetutamente. E vorresti sentirlo gonfiarsi e pulsare dentro di te, fermandoti poco prima dell’eruzione del suo seme, per fartelo mettere dentro da dietro, a pecorina. Fino in fondo al tuo ventre.
Si, sono qui con te e ti vedo. Adesso una tua mano sta torturando i tuoi seni, dietro quella scrivania, mentre l’altra sta premendo contro la stoffa delle mutandine. Ah, ma che porca! Le hai già spostate di lato!
Le dita disegnano un piccolo cerchio intorno al bottoncino duro, che ti manda piccoli brividi lungo la schiena e nella pancia.
Porca che non sei altro. Menati pure il grilletto, e godi della vischiosità dei tuoi umori.
Infila le tue dita nel tuo caldo antro e poi lecca il tuo stesso sapore, porca.
Perché tu ami sentirti così: una vera porcella.
Ora appoggia le dita che hai bagnato con la tua saliva sul buchino del culo, mentre maneggi il bottoncino con l’altra mano. E togli quella cazzo di mano dall’ALT-TAB della tastiera. Anzi, fai una bella cosa: stampa questo racconto, nascondilo in borsetta e vai in bagno, così sei sicura che nessuno ti vede. Attenta: ricomponiti un po’, non vedi che hai il viso rosso come una maiala?
Sei arrivata in bagno? Chiuditi bene, apri la camicetta e lascia uscire le tette. Poverette… non ne potevano più di stare così strette. Prendile in mano e cerca di leccarti i capezzoli. Se ci arrivi, dai loro dei piccoli morsi, altrimenti, strizzali un po’ con le dita. MMMHHH, vedi come si rizzano? Com’è bella questa sensazione, tra il dolore ed il piacere, che ti strugge il seno.
Comunque se ne dica, hai proprio delle belle tette. Meglio di quella stronza della tua collega che usa i reggiseni imbottiti per farle sembrare migliori. Godi della vista delle tue tette, e pensa come sarebbe bello se ci fosse un bel cazzone in mezzo a loro.
Bello duro, con le vene gonfie e la cappella contro le tue labbra.
La tua mano sta accarezzando le palle gonfie, piene di sperma. Hai voglia di liberare quello sperma dalla sua prigione, e sai anche come fare, troia.
Con consumata perizia cominceresti prendendo in bocca solo la cappella, giocando con le labbra intorno al suo bordo, mentre lecchi il filetto, sotto, con la lingua, e mentre con la mano massaggi il bastone per tutta la sua lunghezza.
Ma sì, troia! Ricomincia pure a menarti il grilletto, ora. Levati le mutande e siediti sul cesso del tuo ufficio a gambe larghe, la schiena rivolta verso la porta e la faccia verso il muro.
Non ti eri mai seduta così su un cesso, vero? E’ eccitante sedersi a cavalcioni, a figa aperta e sentire il fresco dell’aria sulle sue labbra umide, vero?
Atttenta! Hai chiuso bene la porta?
Allora, vaccona: stavamo parlando di un bel cazzo gonfio e venoso puntato tra le tue labbra.
Non troppa fretta, cara. Stiamo parlando delle labbra di sopra! Adesso lo stai prendendo tra le labbra più a fondo. Ti sta riempiendo la bocca. Fatichi, da quanto è largo, ma LUI ti prende la testa con la mano e te lo spinge dentro, fino in fondo alla gola.
Ti vengono dei conati di vomito, e lui lascia la presa, ma tu sei porca e torni ad ingoiarlo, famelica, fino a quando le tue labbra sfiorano i suoi peli del pube e l’attaccatura delle palle.
Puttana! Ce l’hai tutto in bocca. Non ti sei mai sentita così maiala come oggi.
Ma chissà se nella borsetta hai qualcosa per riempire il vuoto che senti nel ventre… e placare così quel languore che ti pervade…
Ecco quello che ci vuole. Quella bomboletta di deodorante!
Controlla attentamente che non ci siano parti irritanti. Spesso la plastica del tappo ha delle bavette intorno che potrebbero farti male.
Voltati con le ginocchia verso la porta e tieni un po’ la bomboletta tra le cosce strette, per scaldarla, mentre con un dito massaggi il bottoncino da dietro, passando per il buco del culo.
Tutto a posto? Ecco il tuo uomo che si mette sotto di te, con il cazzo bello duro che svetta verso il cielo. Appoggia ora la bomboletta verticalmente al coperchio del water chiuso, tenendola dritta con una mano. Se non ti eri tolta prima le mutandine, spostale di lato. Ora lecca tutto il coperchio della bomboletta, ché lo inumidisci un po’. Quanto sei bella, mentre, tutta rossa, cerchi il tuo piacere! Pensa, se fosse il suo cazzo!!! Adesso impalati. Poggia piano piano la punta della bomboletta alle tue labbra. Stavolta quelle di sotto. Scendi piano piano, Ecco che entra. E’ un po’ grossa, vero? … ma a te piacciono i grossi cazzi, non è vero, puttana? Adesso puoi anche leccarti le labbra, troia. Tanto sei in un cesso, e nessuno ti vede. Attenta a non ansimare troppo, però…
Ecco, entrano i primi 5 centimetri. Senti la tua figa allargarsi inesorabilmente, come se una grossa cappella si facesse strada dentro di te. Ecco… altri 5 centimetri. Ma com’è grosso!!!
E che bella sensazione sentirlo scivolare tra le pareti della figa!!!
AAAHHH, altri 5 centimetri. Te la godi, eh, troia? Lo fai entrare piano per goderti la sensazione di allargamento, eh?
Sai che una bomboletta è lunga almeno 20-25 centimetri? Ah, che bello se trovassi un cazzo così grosso e lungo. Spingila ancora più dentro, fino a quando sentirai il tappo contro il collo dell’utero.
E adesso alzati, senza togliere la bomboletta, alza il coperchio del Water, siediti sopra l’asse a cavalcioni, tenendo la bomboletta dentro con una mano e inizia a muoverla, prima piano, poi sempre più veloce, ritmicamente.
Ora piscia! Pensa di pisciare su un bel cazzo duro e nodoso. Il calore della tua piscia ti inonda la mano, ma che importa. E’ troppo eccitante pensare di pisciare su un cazzo bello gonfio (ammesso che tu ci riesca ancora a pisciare, arrapata come sei).
Continua a muovere quella bomboletta. Anzi, tieni la bomboletta con 4 dita e gira la mano in modo che la base del pollice massaggi il clitoride ogni volta che spingi la bomboletta a fondo…
Ecco… così sei davvero porca.
Manca solamente un tocco magico, per farti godere.
Leccati uno o due dita dell’altra mano e, da dietro, inumidisci il buchino, massaggiandolo per dilatarlo, brutta vacca!.
Ecco, così, spingi piano piano. Ecco che i primi centimetri di dito entrano nel culetto, bello stretto!. Fermati un attimo con l’altra mano, se no il culetto è troppo stretto e il dito non entra!.
Ecco! E’ dentro. Riprendi ora a muovere entrambe le mani. La bomboletta ti riempie fino all’utero, la base del pollice massaggia il clitoride, e le dita dell’altra mano ti massaggiano l’interno dell’ano. Pensa che sotto di te c’è uno straniero, uno che non conosci, ma che ti sta impalando da quella porcona che sei. Pensa al suo grosso cazzo con la cappella violacea che sta pompando dentro la tua passerina. Guarda! Ti ha perfino messo due dita nel culo.
Ora il suo grosso cazzo sta pulsando sempre di più.
Nel frattempo, con le dita nel culo, goditi anche le tue contrazioni. Pensa che un uomo, quando ha il cazzo nel tuo culo e tu ti masturbi le sente perfettamente, e massaggiano tutta l’asta, in un fremito indescrivibile.
Ecco… il suo cazzo si gonfia. Percepisci che si gonfia. Lui sta iniziando a pompare più veloce.
Tra poco sarai riempita di sborra. Tutto il tuo ventre gronderà della sua sborra. La sua sborra ti riempirà la fica e poi colerà sulla tua mano e tu poi la leccherai…
Forza, più veloce, sempre più veloce….
GODI, VACCA! Finalmente si aprono le cateratte. Uno schizzo lo senti, prepotente, contro l’utero, e anche tu stai godendo, porca! Le tue tette sballonzolano fuori dalla camicetta, mentre il tuo ventre si contrae ritmicamente e quella vampata di calore sale su, riempiendo di brividi la tua schiena e scaldandoti tutta la pancia.
Come sono le tue mani? Tutte bagnate, eh, troia?
Ma guardati: una perfetta impiegata in tailleur con il viso sconvolto dal godimento, la lingua che passa sulle labbra, le guance in fiamme, a cavallo di un cesso con le tette fuori dalla camicetta, i capezzoli oscenamente in vista, una bomboletta di deodorante nella figa e due dita nel culo.
Sei proprio una puttanella, ma mi auguro questa volta di essere riuscito a farti godere.
Se è così, ti prego, dimmelo.
Scrivimi a cieloblu64@yahoo.com
Anch’io voglio godere pensando a te, mentre ti masturbi in ufficio.
Se mi scriverai un messaggio eccitante, mi massaggerò anch’io lentamente, fino a donarti i caldi e bianchi fiotti del mio seme.
Che ne dici? Lo so, piccola porcella, che sei già tornata al computer e stai già battendo il mio indirizzo di posta. Ti risponderò volentieri.
A presto.
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grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi