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Racconti sull'Autoerotismo

Doccia di vaniglia

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La crema profumata mi riempie la mano. L’annuso delicatamente lasciando che il profumo dolcissimo riempia l’aria e mi nutra con dolcezza. Il calore della doccia, i vapori nel box di cristallo intensificano il profumo di vaniglia del mio nuovo bagnoschiuma.

Poggio la mano sulla mia pelle nuda, insaponandomi lentamente: le spalle, le braccia, i seni, l’incavo delle ascelle e poi i seni ancora. La pancia, scendo fino alle cosce, risalgo, la pancia e sempre i seni. Mi massaggio con entrambe le mani insaponate osservando la schiuma morbida che ricopre completamente i capezzoli scuri. Avvolgo i seni con le mani, li accarezzo, li impugno, li stringo e poi ancora dolcezza. Le mani scivolano lungo i fianchi, correndo ad accarezzare tutto il corpo, mentre l’acqua bollente lava via ogni traccia di piacere.

Reclino la testa all’indietro lasciando che i capelli scivolino sulle spalle, godendo del tocco delicato delle mie mani sul corpo nudo, immaginando un piacere che non ha confini. Basta chiudere gli occhi per non essere più soli. Basta questo per sentire la sua presenza, le sue mani su di me. Avverto le sue labbra sul collo, lo sento bere l’acqua che rallenta la sua corsa nell’incavo del collo. Sento la sua lingua leccare, succhiare i capezzoli ormai sporgenti. Vedo la sua testa chinata sul mio petto, i suoi occhi chiusi. Lo vedo bagnato e caldo. Lo sento afferrarmi le mani, bloccarle dietro la schiena e godere dei miei seni svettanti verso il suo copro nudo, incollato al mio, mentre l’acqua ci avvolge in un abbraccio meraviglioso.

Sento la sua bocca scivolare sulla mia pancia morbida, soffermarsi sull’ombelico, e poi continuare. Le sue mani mollano la presa dei miei polsi, per posarsi sui miei fianchi. Accarezzano le mie cosce, mentre lo vedo inginocchiarsi davanti a me.
Poggio la schiena al muro, rabbrividendo al freddo contatto della parete di vetro. Sento già ciò che sarà. E’ come se lo vedessi chiaramente posare le labbra sul mio piccolo monticello. L’ho rasato per lui. E’ nudo più che mai.

Sento che posa le labbra, il viso, la fronte. Lo sento annusare il profumo della mia pelle. Sento le sue mani scendere fino ad arrivare a cercami, mentre la lingua calda ispeziona il mio segreto. Divarico le gambe per offrirgli il varco del mio desiderio, mentre l’acqua nasconde alla mia vista la lingua che penetra dentro di me. Sento il suo calore salirmi dentro. Sento il suo respiro tra le gambe ormai allargate, senza più difese. Sento le sue dita risalire la via del mio piacere, mentre la lingua lecca le sue stesse dita ricolme del mio sapore. Il profumo inebriante di vaniglia ha invaso completamente la mia mente, che si lascia trasportare da un piacere incessante. Mi sorreggo alla parete, mentre la sua bocca fruga dentro di me, regalandomi un momento di infinito piacere.

Apro gli occhi cercando i suoi, il suo sguardo annebbiato di passione, i suoi capelli bagnati. Lo cerco chino davanti a me, intento ad assaggiare ogni stilla di piacere che sa far sgorgare dalla mia anima, ormai sua.

Ma non c’é.

Sono sola nella doccia, mentre l’acqua bollente continua a scorrere sulla mia pelle. Non c’&egrave, mentre la mia mano scende a cercare traccia del piacere che &egrave stato. Non c’&egrave, mentre le mie dita raccolgono il nettare che scivola lentamente sulle mie cosce. Non c’é nemmeno mentre assaggio ancora il mio sapore.

Non c’&egrave, ma io lo sento qui.

Come sento il mio piccolo clito rosa farsi grande e duro. Mi sento rabbrividire dal desiderio di toccarmi come farebbe lui. Sento la voglia di esplodere aspettando che la sua bocca sia davvero sotto di me, a raccogliere tutto il mio dolcissimo sapore.

E allora reclino di nuovo la testa, poggio le spalle al muro, cercando di donarmi almeno un po’ del piacere che lui saprebbe offrirmi.

Ma non con le mie mani, non con le mie dita. Voglio di più.

Me l’ha mandato apposta, per sopperire alla mancanza. Per godere senza di lui. Per godere ancora di più quando saremo insieme.

La mia mano corre lungo la parete, fino alla piccola rientranza nel muro. Cadono boccette di bagnoschiuma, shampoo e crema, fino a trovare ciò che cercavo.

Lo impugno contenta, lo passo sul viso, sul petto, lungo il collo e poi in bocca. Lo lecco come fosse lui. Lo annuso, lo scaldo. Lo stringo tra i seni, massaggiandoli. Mi chino a baciarlo e poi giù. Tra le mie gambe frementi di desiderio. Poso la cappella tra le mie cosce aperte e spingo dentro. Un grido segue la corsa dentro di me.
Spingo fino in fondo, inarcando la schiena per accoglierlo di più, e poi fuori, quasi a punirmi. Poi ancora dentro. Tutto dentro di me. Fino a che la corsa accelera sempre di più Fino a che diventa difficile rimanere in piedi. Fino a che il mio respiro diviene affannoso, quasi un rantolo di piacere. Fino a che al mio timido grido ne seguono altri, ed altri ancora. Fino a che lo ritraggo bianco, colmo, mio’

L’acqua continua a scivolare sul mio corpo, mentre gli ultimi spasmi di piacere lentamente mi abbandonano.

Sorrido pensando che &egrave bastato dirmi che presto ci saremmo rivisti per accendere in me una passione ed un desiderio così forti e mai sopiti.

Sorrido ancora e penso che in realtà lo aspetto sempre. Penso che presto lo riavrò tra le mie braccia, mentre scrivo il suo nome sulle pareti della doccia, ormai completamente appannate.

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