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Racconti Cuckold

il mio coinquilino

By 20 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Non sarei dovuto tornare prima delle 23 ma quel maledetto film non aveva sottotitoli, stanco del russo ritornai a casa poco prima delle ventidue. Non che pensassi che il mio coinquilino stesse già dormendo, tuttavia per educazione decisi di non fare rumore; la scena che mi si presentò davanti agli occhi appena entrato fu quella delle mani grosse del mio coinquilino che stringevano il culetto bianco pallido della sua ragazza dritta sopra di lui, disteso invece sul divano letto. Mi scusai per l’accaduto mentre lei urlando saltò giù dal suo ragazzo e nel farlo mostrò i suoi minuscoli seni color latte e una folta peluria che nonostante il braccio a protezione traboccava da ogni lato del suo inguine, lui, Matteo sembrava più a suo agio, coprendosi con lentezza il suo fallo che ancora eretto sembrava lunghissimo mi liquidò con un ‘tranquillo, lasciaci rivestire ora però’.
Non parlai dell’accaduto né il giorno seguente né il successivo. Soltanto al terzo lo vidi entrare in camera mia chiedendomi se mi fosse piaciuto lo spettacolo di lui e la sua ragazza e se fossi stato eccitato dalla vista di lei nuda.
Nonostante le mie negazioni, le sue insistenze mi portarono ad apprezzare piu del vero quel corpicino di diciottenne ancora acerba, piatta di seno e culo e non particolarmente carina di viso. Solo dopo tale ammissione mi spiazzò in maniera inaspettata chiedendomi di segarmi su una foto che all’occorrenza tirò fuori dalla tasca dei pantaloni e che ritraeva la sua ragazza in intimo. La posa da porca rendeva quel corpicino acerbo imbarazzante e credo meno attraente. Non credevo alle mie orecchie, ma che perversione era mai questa. Cercai di sbatterlo fuori dalla mia stanza, lui cercò di spiegarmi che si era eccitato pensando a una cosa a tre e che mi avrebbe anche chiamato se la sua ragazza non lo avesse escluso immediatamente.
Non so perché ma accettai, ero in bagno a smanettarmi sulla foto della sua ragazza col mio coinquilino che vigilava davanti la porta il corretto svolgimento della prassi. Mi ci volle un po’ ma alla fine gettai 4 schizzi di sperma nel water per la soddisfazione di lui che contento del lavoro si riprese la foto.
Appena ricompostomi mi disse che però era ora di ricambiare il favore. Io non volevo affatto che si masturbasse sulle foto della mia Vale, mia coetanea di 22 anni, mora, bassina, culotto pieno e terza di seno, stavo per sbatterlo fuori sul serio quando comparvero le immagini di me che mi segavo con la foto in mano.
Quel bastardo mi aveva filmato e ora minacciava di farlo vedere in giro se non lo assecondavo.
Obiettai dicendo che non avevo foto di lei in intimo, ma lui afferrando la cornice a forma di cuoricino sulla mia scrivania ne estrasse l’immagine di me e Vale a mare che festeggiavamo il nostro primo anniversario
– In costume andrà bene lo stesso, entra in bagno e tieni le mani in alto così sarò sicuro che non mi riprenderai.
Così feci, mentre lui estraeva dai pantaloni il suo uccello semirigido. Il mio era stato un lavorio silenzioso il suo tutt’altro.
-Ora ti sfondo vale, si vede che sei una troia con questo culone. Ora te lo sfondo, tanto col suo cazzetto Arturo non può avertelo certamente aperto’ che bocca a porca’. si succhialo tutto’. succhialo bene’
Andò avanti così per un po’ fino a quando non inondò la foto con una quantità impressionante di sborra urlandomi che ne aveva bisogno che l’avevo interrotto sul più bello due sere prima e che si era conservato quella che aveva in corpo per la mia Vale.
Non ero solo infastidito, ma anche un po’ eccitato, tirai lo sciacquone per far scorrere quel po’ di sborra ch era traboccata dalla foto e tornato in camera notai che Matteo aveva rimesso la foto sborrata nella cornice
a forma di cuoricino.
Non ebbi il coraggio di dire nulla e mentre pulivo la cornice e la foto, mi arrivò un messaggio della mia vale nel quale mi avvisava che mi avrebbe raggiunto per cenare insieme.

Vale fu puntualissima, erano da poco passate le 8 e trenta che aprii il portone al suono della sua dolce voce. Indossava un bel paio di pantaloni attillati e una camicetta che nonostante le sue possibilità portava più allacciata del consentito. Preparai per lei le coscette di pollo al forno e per contorno al posto delle solite patate degli spinaci con mozzarella filante. Vale fu molto sorpresa dell’assenza del mio coinquilino che di solito cenava con me e mi chiese perche non l’avessi avvisato. Ovvio non potevo dirle dell’accaduto, ma mi limitai al pretesto della cena romantica, lei fu entusiasta della risposta ma poi si sentì in colpa e pensò di alzarsi per chiamarlo. Fu preceduta di poco, perché ecco spuntare in mezzo a noi Matteo: non passò un minuto che eccolo lì a fare storie sul mancato invito. Vale più che io stesso si mortificò ma protestò dicendo che si stava alzando, lui sembrò apprezzare e datole un sonoro bacio sulla guanciotta lentigginosa le disse che non faceva nulla, perché ora doveva prima discutere una questione al cell con la sua ragazza e pois e ne sarebbe riparlato di mangiare. Dopo 2 minuti che ci lasciò soli, Vale andò al bagno. Stavo estraendo del gelato dal freezer quando notai che dietro la porta del bagno ( un modello strano per un gabinetto, col vetro opaco che noi proteggevamo con una tendina marrone) s’era appostato a sbirciare matteo, feci attenzione a non far rumore e mi impegnai a fargli capire la cavolata che stava facendo; Vale se ne sarebeb accorta di sicuro e avrebbe lanciato un gridolino. Non riuscii nel mio intento, matteo era incollato al suo posto e io non potevo fare forza perché sicuro vale l’avrebbe notato. Decisi che questa volta l’avrei potuto tollerare e che gli avrei parlato a 4 occhi il giorno seguente. Mentre allora aprivo la vaschetta gelato sentii aprire la porta e dopo pochissimi secondi Vale mi si accostò mordendomi un orecchio e sussurrandomi:
Sei veramente un porcellino Arturo.
Io restai di sasso. Poi lei continuò :- Non fare il finto tonto, non credere che non mi fossi accorta ch mi spiavi da dietro al porta, e poi non dirmi che non ti è piaciuto lo spettacolino di me che mi accarezzavo tra le gambe o quando ho appoggiato il culetto sulla serratura per farti vedere meglio.
Restai di stucco, mentre lei allontanandosi da me sorrideva con aria maliziosa.
Questo era troppo, decisi che dopo il dessert avrei parlato con Matteo e così feci. Ma entrando in camera sua vedevo scorrere sul monitor del suo pc il video di me che mi masturbavo.
_ ma sei pazzo? e se entrava lei?
-Sapevo che saresti venuto epr discutere dello spettacolino. sai niente male, devi vedere come me l’ha drizzato quella troietta di vale, l’unica cosa che ho da obiettarle è che mi aspettavo il suo culotto un po’ meglio, pensavo fosse piu sodo, ora come ora è buono soltanto per la monta.
Non riuscivo ad aprire bocca.
-Belle poi le mutandine bianche coi fiocchettini rosa. Se solo curasse un po’ più il pelo nell’inguine sarebeb veramente sexy.
-Ma che vuoi allora?
-Per stasera le sue mutandine, poi vedremo.
Stavo per obiettare, ma lui cominciò ad alzare il volume del video e i rumori dei passi di Vale che si avvicinavano mi portarono ad acconsentire.
-Ora vi lascio soli, scopatela e al ritorno le mutandine sul mio cuscino.
Appena uscì matteo proposi a Vale di fare l’amore, lei eccitata già per il bagno non esitò e spogliatasi e ad assecondarmi. Non fu una gran scopata perché ero sovrappensiero, lei però ha imparato ad accontentarsi in questi ultimi tempi anche per lo stress degli esami. mentre stava epr rivestirsi le chiesi di lasciarmi le mutandine, all’inizio sembrava stupita, poi con fare ironico acocnsenti
-ecco perché poi non rendi, ti ecciti a spiare dla bagno e con le mutandine e dal vivo scadi.
Non replicai e dopo un po’ ci separammo. Come stabilito lasciai gli slip sul cuscino e mi addormentai.
Dopo un po’ fui svegliato da grida provenienti dalla sua camera. pensai che aveva portato la sua ragazza, ma al mattino trovando lo slip di vale fradicio di sperma accanto alla tazza del latte capii tutto.
Sotto un biglietto ‘non lavarlo’

Dopo l’episodio delle mutandine passarono alcuni giorni di relativa tranquillità: il mio coinquilino era tornato a casa dai suoi e la vita sessuale tra me e Vale sembrava essere tornata a livelli discreti. Nonostante me le avesse chieste più volte per ovvie ragioni non avevo restituito a Vale le mutandine su cui Matteo aveva riversato il suo seme.
Per festeggiare la fine degli esami eravamo usciti a cena fuori: Vale aveva indossato una gonnellina appena sopra il ginocchio e una delle sue solite camicette attillate. Mentre mangiavamo mi aveva anche confessato che aveva messo un perizoma che le avevo regalato per il nostro primo annimversario.
Pagata la cena ero intenzionato a tornare a casa il più presto possibile. Stavo facendo dolcemente l’amore con Vale quando dalla stanza del mio coinquilino cominciarono a sentirsi delle grida.
-AHHH si!! scopami cosi da dietro.
-Si brava sta ferma!
Evidentemente Matteo doveva essere tornato e subito si dava da fare con la sua ragazza; la situazione spiazzò un po me e Vale che eravamo in forte imbarazzo, al punto da smettere quasi di fare l’amore.
Dalla stanza accanto, intanto le grida continuavano e i due sembravano darci dentro: lui la appellava con porca, mentre lei elogiava la sua dotazione.
Era difficile per me e Vale addormentarci con quel rumore.
-Ma forse dovrei dirgli di fare più piano.
-Ma sei pazzo? E poi smetteranno tra un po, è più di un’ora che vanno forte.
-Beh credo di si, ma lei non può fare tutto sto casino.
-E che ne sai? metti che Matteo è un superdotato?
-Vale, ma che discorsi fai?
-Un po’ il sospetto mi viene a sentirli.
In effetti la dotazione di Matteo era notevole, tuttavia pensare alla mia ragazza che immaginava il suo cazzo mi portò a provare sensazioni contrastanti e oscillanti tra il disgusto e l’eccitazione.

Vale dormiva abbastanza profondamente quando non riuscendo a imitarla decisi di andare in bagno. Non nascondo lo stupore di vedere che Matteo stava facendo pipi con la porta aperta.
-Ma che fai?
-ah ma ciao!
-Scusa e se si alzava Vale al posto mio?
-Non credo le sarebbe dispiaciuto fidati.
Prima che potessi dire qualcosa -Ma è qui?
-Beh si stavamo dormendo.
-E come dorme?
-Perché lo vuoi sapere?
-Rispondi e basta.
Davanti al mio silenzio, finito di insaponarsi l’uccello -Beh ora controlliamo tranquillo.
Non riuscii a fermarlo ed ora eccolo li a fiddare Vale che dormiva col peri e la schiena scoperta.
Prima che potessi dire qualcosa era già con l’uccello di fuori e si stava segando, incurante che Vale avrebbe potuto aprire gli occhi da un momento all’altro; il suo uccello divenne rapidamente duro e lui sembrava molto eccitato. Io lo guardavo con fare interrogativo e quando mi face segno di avvicinarmimi afferrò la mano e ci sborrò sopra incurante dei miei gesti di protesta. 
Ripulitosi per bene sulla mano uscì rapido sbattendo la porta. Io ero rimasto li imbambolato e che vergogna quando Vale aprì gli occhi.
-Ehi, ma che stai facendo? Ti sei fatto una sega?
-Mah io, ecco..
-Ehi ma non ti piaccio più che preferisci le seghe?
-Non dire stupidaggini, ecco che io volevo..
-Aspetta, dove vai?
-A lavarmi.
-Vieni qui, forse vorresti vedermi più porca?
-Ma no vale cosa fai?
-Non l’ho mai fatto per nessuno, ma per te sono pronta a provare – E cosi dicendo comicniò a leccare la mano sborrata da Matteo.
Con la bocca ancora piena -Mmm, non è poi così terribile, ti piace se lecco il tuo seme; Arturo?
Non sapevo che dire, Vale stava leccando la sborra del mio coinquilino credendola mia. Poi finito il lavoro mi si allacciò al collo e mi diede un bacio con la lingua ancora impregnata di seme.
-Non prenderci l’abitudine, ma se ti va di fare qualcosa di hot devi dirmelo chiaro?
-Certo, è che non pensavo ti interessasse. 
-Ma per te questo e altro.

L’ulteriore beffa arrivò a colazione quando trovanno l’altra coppia al tavolo.
Matteo esordì subito con – Scusate, forse abbiamo esagerato. Non sentivamo nulla e abbiamo pensato di essere soli.
Al”non sentivamo nulla” notai un velo di tristezza sul viso di Vale. Ma forse era una mia suggestione. O almeno così speravo.

Da quella mattina, nonostante fossi consapevole che c’era un’alta probabilità che si trattasse soltanto di una mia infondata ipotesi, cominciò ad arrovellarmi il tarlo che Valeria non godesse con me, che forse avrebbe preferito un altro cazzo tra le lenzuola. Mi assalì anche il dubbio, alla luce delle mie deboli reazioni alle prepotenze di Matteo, che io mi eccitassi a una simile idea; in effetti la rabbia e il disgusto avevano progressivamente lasciato il posto all’eccitazione.
Il primo dubbio, ma forse anche il secondo, trovarono nuova paglia per il loro non più così flebile fuoco la stessa sera: e forse non ero l’unico ad essersene accorto.
Alla solita partitella di calcetto infasettimanale che Matteo, io e altri due ragazzi organizzavamo tutti i martedì quella sera c’erano alcuni volti nuovi: tre per l’esattezza.
Inutile tediarvi con quanto accaduto sul campo; mi soffermo soltanto un attimo sul limite dell’aria avversaria, quando finalmente capisco di “conoscere” uno dei tre.
Si tratta di Pietro, due anni più grande di me e col quale non avevo assolutamente mai parlato, ma che conoscevo in quanto primo storico fidanzato di Valeria.
In effetti, lei non ne parlava spesso e ignoravo addirittura che vivessimo nella stessa città. Non era presente su Facebook e la mia ragazza non aveva foto con lui da nessuna parte, quindi per la sua descrizione potevo basarmi soltanto sulle parole di Vale. A vederlo meglio non era poi così diverso da me, forse più alto e con più barba, ma per il resto confermava la mia idea che alla fine ci piacicono sempre persone simili tra loro.

La cosa mi mise abbastanza agitazione, non saprei dire perché; e si sa che l’agitazione porta a gesti anche stupidi. Finita la partita, mi avvicinai a Matteo e con un tono abbastanza minaccioso gli chiesi perché diavolo avesse invitato anche l’x di Vale, cosa significasse quella provocazione. Lui mi guardò con aria stupita e abbastanza sincera; in realtà non ne sapeva nulla, era stato infatti Luigi, l’altro ragazzo del gruppo calcetto, a invitarlo perché era un suo collega di Medicina.
-Che sei geloso, Arturino?
-No, ecco scusami… e comunque non credo che sia questo il problema di cui dobbiamo parlare.
Si avvio senza nemmeno finire di ascoltarmi verso le docce.

Il secondo gesto avventato fu quello di soffermarmi un po’ troppo a osservare la dotazione di Pietro, che era davvero notevole a riposo: era persino più largo del cazzo di Matteo (che mi semrbava già da superdotato).
Il mio coinquilino non si alsciò scappare la circostanza:
-Ehi Arturino, non mi sarai diventato gay?
-Ma che dici?
-Stai osservando il cazzo di Pietro da dieci minuti. O sarà che vuoi vedere a cosa era abitauata la tua Vale?
Solo allora, mentre io arrossivo, Pietro capì chi fossi e non nascose una risatina.
Eravano lì nello spogliatoio ormai quasi vuoto a fare le presentazioni; ciascuno con la sua dotazione ben esposta.
La situazione non fu aiutata da Matteo:- Ehi, ma era abituata bene Vale. Quanto sarà Pietro?
Il ragazzo era un po’ imbbarazzato da quella situazione e schivava le domande. per fortuna avevo limitato i danni.
Ma quando eravamo ormai tutti vestiti e i ragazzi erano usciti, Pietro rispose alla doamnda di Matteo:
-Sono 22 cm, Matteo. Ti assicuro che non è stato facile convincerla a scoparci, ma per fortuna alla fine si è decisa ed è stata l’unica cosa che ci ah tenuti insieme gli ultimi mesi, quando scopavamo solo praticamente.
Matteo: -Beh allora la Vale non è così casta come vuole farci credere?
Pietro: – Non so se Arturo vuole sentire.
Matteo prima che io potessi dire qualcosa: – Ma si tranquillo mica si offende e magari impara qualcosa.
Pietro: -Beh almeno con la sua dotazione sarà riuscito a farle il culo per bene, a me entrava solo al cappella, ahahahah
Questo era troppo, uscii dallo spogliatoio sbattendo la porta. Ero stato umiliato, ero arrabbiato ma nei miei pantaloni qualcosa si muoveva.

Mentre il giorno dopo con Vale facevamo l’amore le infilai un dito intero nel culetto.
-Ehi qualcuno ha una nuova fantasia.
-Non dirmi che nessuno te lo aveva mai fatto.
-Ma non sono stata con tanti ragazzi.
-E che mi dici di Pietro?
-Che c’entra lui ora?
Ero eccitato dalla conversazione, di come Vale glissava l’argomento. E le miei spinte si facevano più forte; la sentivo godere come mai prima con me.
-Ehi qualcuno è anche in forma stasera.
-Dimmi di lui o smetto.
-Ah no, dai che voglio godere stasera.
-Allora parla.
-Mmm, ah… si lui ha provato a prendermi da dietro, ma non c’è riuscito.
-Lo aveva troppo grosso?
-Arturo!
-Rispondi.
-Ah, godo godo…
Venne sopra di me, come non accadeva da mesi.
Prima che si andasse a lavare
-Non mi hai risposto?
-Ma perché lo vuoi sapere? Ma niente di che
poi si chinò e baciandomi l’uccello
-Il tuo pisellino non ha niente da invidiargli.

Vidi il suo culone ondeggiare verso la porta del bagno e ripensai alle sue parole; alla sua menzogna, ai sette centimetri di differenza tra il mio cazzo e quello del suo ex fidanzato.
E mi venne duro di nuovo.

 

L’idea che Vale con il suo ex potesse darci dentro da un lato mi faceva stare male, dall’altro però costituiva per me uno stimolo irrefrenabile. Cominciai a osare di più, le infilavo ora uno ora due dita nel sedere. Ci impegnavamo in lunghe sessioni di sesso orale anche in posti e momenti inusuali. Mi permetteva anche di sculacciarla a volte. Insomma la mia vita sessuale con Vale si era riaccesa di nuova energia e quasi mi dispiaceva ammettere che un ruolo centrale era stato quello del mio coinquilino.

Matteo sembrava aver perso interesse nei confronti di Vale, anche perché ora usciva con una nuova tipa niente male, e immagino volesse conservare il suo seme per lei.
Accadde però un paio di settimane dopo l’incontro con Pietro una cosa strana.
Al mio ritorno trovai sul letto un pacco e scartatolo ne trassi fuori una benda e dei lacci.
Il tutto era accompagnato da un biglietto: 

Fanne buon uso, quando stava con me a Vale piaceva tanto! Mi spiace di averti imbarazzato davanti il tuo amico, spero ti sarà utile. Senza rancore, Pietro

Non riuscivo a credere alla cosa, la mia Vale legata e scopata? Mah. E poi perché Pietro decideva di farmi questo regalo gratuito? Non pensai però di utilizzarlo.
O almeno fino alla sera in cui Vale sembrava particolarmente vogliosa e il mio uccello non voleva saperne di mantenere un atteggiamento duro consono a un pisello.
Prendere il kit non fu facile, c’era Matteo in casa e io come un cretino avevo nascosto il tutto nel mio mobiletto del bagno. La discrezione non è il mio forte a quanto pare, perché nel prenderlo Matteo (e solo ora mi chiedo se per caso lui non avesse sbirciato nei miei effetti e ne conoscesse l’esistenza) si affaccio chiedendomi cosa stessi facendo; senza tuttavia sembrare soddisfatto del mio “niente” di risposta.

Tornato in camera notai lo sguardo perplesso di Vale.
-Cosa c’è? Non l’hai mai visti questi giochetti?
-No, certo Arturo, è che mi sembra una cosa strana.
-Se vuoi possiamo non farli, nessuno ti obbliga.
-No dai proviamo, così magari ti faccio ritornare in forma- mi rispose con malizia.
La vidi spogliarsi e rimanere completamente nuda, accarezzandola notavo già che era fradicia in mezzo al pelo che le copriva la fighetta.
Fu un’operazione molto eccitante bendarla e legarla alle quattro estremità del letto, col pancino un po’ prominente verso l’alto e le le gambe spalancate. Non nascondo infatti che anche il mio uccello ora svettava nei suoi 15 cm.
Provai così a penetrare Vale, ma lei protestò.
-Non avrai fatto tutto questo per scoparmi così?
-che vuoi dire?
-Beh, sono cosi indifesa dovresti leccarmi.
-Ah si certo.
-Comincia dai piedini Arturino.
Obbedivo alle sue istruzioni, mi ritrovai a leccarle le ditina dei piedi, le sue cosce, il pancino e poi finalmente le tette coi grossi capezzoli drittissimi. Ogni tanto alzavo lo sguardo per vedere come ormai la sua fighetta fosse un lago. Alzandolo l’ultima volta notai invece che non eravamo soli, in piedi a godersi la scena c’era infatti Matteo.
-Dai Arturo non fermarti, se fai il bravo ti faccio leccare il fiorellino.
La scena doveva piacere al mio coinquilino, il cui cazzo svettava nei boxer.
-Su Arturo, i piedini e poi il fiorellino, sei stato bravo.
Non sapevo che fare, vedevo solo le mani di Matteo che mi esortavano a continuare. Non dico che questa cosa di essere visti, mi piacesse, ma neppure mi dispiaceva. Perciò scesi verso i piedini di Vale e stavo risalendo l’interno coscia quando mi sentii afferrato per i capelli. Trattenni l’urlo e assistetti impotente a Matteo che si posizionava tra le gambe di Vale. Non immaginavo si sarebbe spinto fino a tanto.

Leccava la fighetta di Vale con abilità. Me ne accorgevo da come doveva trattenere i suoi gemiti e da come si dimenava imbrigliata nei lacci. Il mio coinquilino ogni tanto smetteva di leccare e dava dei colpetti decisi sulle labbra di Vale che lo implorava di riprendere.
-cazzo Arturo, ma sei proprio ispirato oggi, prima i lacci, poi questo impegno aaaaahhahahahahah
Ora Matteo accompagnava la lingua con le dita, le vedevo affondare nella fighetta di Vale producendo rumori alquanto osceni. Non ci fu poi nessuna protesta quando ormai le due dita fradice di Matteo le entrarono nel culetto.
Non nascondo che ero eccitatissimo vedendo Vale venire sotto la lingua di Matteo con due dita che le affondavano nel culo. Che mi stava succedendo?
Non ebbi tempo di pensare perché un urlo di Vale testimoniò la sua venuta. Non l’avevo mai sentita urlare. Fu un urlo forte e profondo, che credo si poteva sentire anche dalla strada.

Vale si riprese solo dopo un minuto circa… rideva imbarazzata ed era appagata.
-Speriamo non mi abbia sentito qualcuno, sai che figura: Sei stato bravissimo Arturo. 
Non sapevo che fare e mi ritrovai a ringraziare per i complimenti non meritati.
Matteo intanto rideva sotto i baffi, fiero per aver fatto godere la mia ragazza e per l’evidente erezione che ora anche io mostravo.
Ero imbarazzatissimo e non vedevo l’ora che se ne andasse. A un tratto però
-Ohi ohi, sono legata e indifesa Arturo, mi sa che qualcuno potrebbe approfittare della mia boccuccia.
Volevo morire, perché subito Matteo abbassò i boxer. Era la fine, Vale si sarebbe accorta delle divere misure e avrebbe capito che il cazzone di Matteo non era il mio. E cosa più imbarazzante me ne stavo li in attesa di subire quest’ennesima umiliazione.

Non so perché chiusi gli occhi in attesa dell’urlo di Vale, che non arrivò. Quando li riaprii notai Matteo accovacciato sul volto di Vale. E Vale, la mia fidanzata con la lingua infilata nel suo buco del culo. 
-Ma sei proprio un porcellino stasera Arturo, non prenderci l’abitudine, solo per stavolta.
Il mio uccello ormai si era calmato, ma quello di Matteo svettava per l’effetto della lingua della mia ragazza nel suo culetto. Compiva tale operazione con naturalezza. come se non fosse la prima volta. Ma quante cose mi nascondeva Vale?

Matteo eccitato dalla cosa non tardò a venire, menava il suo cazzo sempre più veloce, fino a quando non irrorò il petto e le tette di Vale col suo seme.

Poi come se nulla fosse si alzò ed uscì dalla stanza, salutandomi con un occhiolino e i suoi boxer in mano.
Mi apprestai a slegare Vale nel silenzio più totale, il mio viso ero mogio. E lei sembrò accorgersene.
-Ehi, cosa c’è che non va?
-Nulla
-Sei stato bravissimo. Non preoccuparti non mi sono offesa, anzi devo dire che questo spirito porcellino mi piace.
E lasciva mi diede un bacio con la stessa lingua che aveva infilato nel culo del mio coinquilino.
-Ora vado a lavarmi, fai il bravo. Disse sfiorandomi il pacco che era ritornato duro.

Mentre era sotto la doccia ne approfittai per entrare in camera di Matteo.
-Ma come cavolo ti è venuto in mente?
-ehi non mi pare ti dispiacesse, e nemmeno a lei.
-Non farlo mai più.
-Altrimenti?
-Ma poi col culo sulla sua faccia?
-Non fare il bigotto, Pietro glielo faceva sempre. Forse non è solo il cazzo che fa la differenza, Arturo.
Poi mi allunga un biglietto – Si tratta del numero di Pietro. Chiamalo, magari ti da qualche consiglio, a me ne ha dati.

Quindi parlava con l’ex di vale? Ma non potei appurare, perché sentii la porta del bagno aprirsi.
-Ehi, ma eri da Matteo?
-No, controllavo se era sveglio.
-Speriamo non mi abbia sentito urlare, sai che figura. E poi già sembra che voglia mangiarmi da come mi guarda. Dovresti fargli un discorsetto.
-Ma su, che dici?
-Ehi vedi che non è cosi brutto.
Oddio Vale stava facendo apprezzamenti sul mio coinquilino, ignara di tutto quello che era successo.
-Dai sciocchino, non fare il geloso, lo sai che sono innamorata di te, e poi se sei sempre come stasera non c’è uomo che possa tentarmi.
il problema che io quella sera non avevo  fatto nulla.

 

 

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