LA MOGLIE DEL CUCKOLD.
Note:
“Quando una coppia fa l’amore, sono presenti almeno quattro persone: la coppia in questione e le due persone a cui stanno pensando.”
Sigmund Freud
Non so perché sono qui a scrivere stasera, forse perché’ sono sempre stata sicura che scrivere in un certo senso aiuta a liberarsi da quello che si ha quel dentro.
Francesca.
TESTIMONIANZA
Eccomi, anche oggi nuda davanti allo specchio, con tutte le luci della camera accese, mentre mi preparo mentalmente per uscire e incontrarmi con un bull, un partner, un amante oppure un ‘lui’, come lo chiama mio marito. Mi guardo… mi piaccio, faccio un bel respiro e mi guardo ancora allo specchio, così da potermi vedere per intero e guardarmi oltre il corpo anche in viso e negli occhi. Sono ancora bella, una bella signora trentaseienne, con il corpo adulto che sta maturando.
Sono una madre e una moglie stimata e rispettata e faccio uno sforzo mentale per allontanare l’immagine che ho di me stessa in questo momento, di una donna peccaminosa e lussuriosa per quello che mi accingo a fare, anche se è voluto ed è parte del mio modo di vivere di oggi ormai.
Chiudo e apro gli occhi e osservo attentamente il mio viso, il mio corpo, adulto formato che si avvia alla sua maturità fisica. Il mio corpo sobbalza alla verità dei miei pensieri:
” Non sono più una ragazza, ma una donna vissuta, e il mio corpo è testimone di tutti gli anni in cui ha portato la mia anima attraverso la vita, il sesso, la carnalità, la lussuria, libidine e il piacere.
E allora sola, nell’attesa dell’orario per uscire, mentre mio marito è seduto in salotto a lavorare con lo smartphone e in assenza di nostro figlio, nuda, con tutto il sesso depilato mi siedo alla scrivania del nostro studio e dal mio portatile vi scrivo.
Mi chiamo Francesca, sono una signora di 36 anni, ex impiegata ora commerciante, in perfetta salute ed in ottima forma fisica. Sono alta e magra, vesto elegante, con jeans o tailleur a gonna o pantalone, la mia lingerie è ricercata …e i miei slip sono taglia 40 come gli anni che mi sto accingendo a raggiungere. Per l’età che ho il mio seno naturale è ben lontano dal mostrare cedimenti e porto una terza di reggiseno. Le mie cosce sono lunghe, morbide e vellutate e lo sa bene chi me le ha accarezzate o baciate o leccate, e il mio posteriore è di una forma e bellezza invitante. Il mio addome nonostante le mie attenzioni fisiche e alimentari cede leggermente ogni anno di più, è l’eredità del tempo che l’ha derubato della sua piattezza e incavatura naturale, ma mi ha donato la il perfezionamento della maturità fisica.
Vi chiederete perché questa introduzione particolare, diversa dalle altre per una confessione? Perché questo esame e descrizione approfondita del mio corpo?
Perché era tempo per me di riparare i danni causati dalla nostra cultura e dalla mia paura a riguardo. Era tempo di rimettere un po’ d’amore nella mia anima ferita. Era tempo di riprendere possesso di ogni singolo segno su ogni singolo centimetro del mio corpo, questo corpo offerto molte volte ad altri uomini.
Quello che voglio narrare, non è una confessione, ma una testimonianza, la mia, che spero non sia lunga come dichiarazione e non vi tedi di argomenti che probabilmente conoscete meglio di me, ma che hanno cambiato la mia vita, la mia sessualità e il mio modo di pensare e valutare gli uomini e me stessa.
Ho letto molto su internet e sui siti compreso il vostro blog, di racconti erotici di cuckoldismo. Ho anche letto dei risvolti fisici e psicologici che hanno su sé stessi, e sulla loro moglie o compagna e spesso mi viene da sorridere leggendo di quei mariti che vorrebbero che la moglie fosse una cuckein (come si dice ora).
Sono tutte situazione o storie dove lei si è trovata indotta dal proprio compagno al ruolo di sweet oppure è stata obbligata, o era predisposta, oppure ancora lo ha fatto per amore scoprendo il marito cuckold, oppure si ci è trovata con l’inganno come ho avuto modo di leggere… e dopo le è piaciuta la situazione e ha continuato.
Comunque tutte conseguenze di una storia trasgressiva nata tra loro, marito e moglie o che c’era già e si è poi modificata nel tempo, nel vivere assieme. La mia storia invece no, è diversa, perché io ho accettato di sposare mio marito, sapendo che era cuckold, me lo confessò lui stesso prima di sposarci e mi spiegò cosa significasse, perché io non sapevo nemmeno cosa fosse e lo accettato non perché mi piacesse divertirmi con altri uomini o ne sentissi il desiderio e la necessità in quel periodo, ma con le lacrime agli occhi l’ho accettato… perché lo amavo… sì lo amavo.
È stata solo una mia scelta sposarmi un cuckold, non l’ho scoperto dopo, lo sapevo già prima, senza coercizioni di nessun tipo, men che meno di tipo psicologico e tutto è avvenuto all’insaputa dei miei genitori, di mia sorella più grande e di mio fratello.
Una scelta non solo sessuale, ma di modo di vivere potrei dire, di avere una doppia vita, una da signora borghese per bene, rispettata da tutti e l’altra libertina e lussuriosa in determinate situazioni e contesti.
Tutto iniziò sette anni fa, io allora ero una ragazza di 29 anni, carina e seria, impiegata in una ditta di …. Trasporti.
Uscivo fuori da una crisi sentimentale, ero stata fidanzata in casa parecchi anni con un ragazzo della mia età, dovevamo sposarci, ma poi lui libertino e donnaiolo, recidivo e perdonato più volte, fu sorpreso da me ancora con un’altra e dopo una lite furibonda, finì tutto, lo lasciai. A nulla valsero i suoi tentativi, le intercessioni dei miei genitori, e parenti. Era finita, sentivo che non l’amavo più se mai l’avessi davvero amato e avevo chiuso con lui e basta.
Passai dei momenti bruttissimi, al limite dell’esaurimento nervoso, ero sola e triste, uscivo poco e con qualche amica, evitavo il corteggiamento di altri che mi dava solo fastidio, ma ne venni fuori e riguardai alla vita con il sorriso, pronta a rifarmi un futuro.
Un giorno capitò in ufficio un cliente, che nell’attesa di essere ricevuto dal direttore perché impegnato all’interno con altri acquirenti, si mise a chiacchierare con me in modo che lo intrattenessi un po’ nell’attesa….
Era un bell’uomo, sulla quarantina, distinto, ben curato nel vestire e dal parlare si capiva che era anche di buona cultura, mi piacque subito, era educato e gentile e soprattutto rispettoso e non era invadente.
Quando fu il suo turno prima di entrare guardandomi negli occhi esclamò:
“Adesso che so che c’è lei, verrò spesso e volentieri di persona, con la speranza segreta di poterla vedere ancora!” Gli sorrisi imbarazzata, inutile dire che quella frase mi fece piacere e anch’io dentro di me desiderai che tornasse per rivederlo.
Quando uscì dall’ufficio dopo aver sbrigato le sue cose, venne dritto da me e mi chiese il nome:
“Francesca!” Risposi.
“Maurizio!” Replicò presentandosi e stringendomi la mano.
“Spero di rivederla ancora!” Esclamò, facendomi arrossire e sorridere ancora e imbarazzandomi più della precedente esclamazione davanti alla mia collega.
. Quando se ne andò, con la mia collega d’ufficio parlammo tra di noi:
“Ma chi è?” Chiesi curiosa e interessata.
“E’ il titolare dell’impresa XXXX che si interessa di nautica.”
Domandai ancora informazione alla mia collega, fingendomi disinteressata e mi diede risposte vaghe non conoscendolo bene neanche lei, l’unica cosa che disse confidenzialmente fu che lui (Maurizio), le piaceva, era un bell’uomo affascinante e attraente.
“Ehhh!!!” Dissi ridendo:” Ma tu sei già fidanzata …stai per sposarti, non vorrai fare come me all’incontrario… lasciare il tuo futuro marito?” Dissi ridendo.
“No grazie… ci tengo e voglio sposarmi …” Mi ripeté: “… anche se però un cornino con lui glielo farei volentieri…” Dichiarò scherzosa ridendo anche lei.
“Ma dai?!” Esclamai io divertita:” Non sei ancora sposata e già pensi a fare i cornini…!?” E guardandoci ridemmo tutte e due assieme.
Non so nemmeno io perché, ma d’istinto come una ragazzina innamorata mi misi a cercare più informazioni possibili su di lui, tramite persone che lo conoscevano e frequentavano e così seppi che era vedovo, sua moglie era mancata due anni prima e aveva un figlio di dieci anni che viveva con lui. Seppi che era una persona responsabile, benestante e anche corteggiato dalle donne, ma che era serio e non dava facilmente confidenza.
“Però a me la data di sua iniziativa!” Pensai felice.
Un giorno mentre ero sul lavoro e dopo averlo pensato molto in quei giorni, ricevetti una telefonata in ufficio, era lui che mi chiedeva se al termine della mia giornata di lavoro poteva offrirmi da bere qualcosa… un aperitivo o altro. Restai felicemente sorpresa, quasi incredula di quella richiesta e per non passare per una ragazza facile che dice subito si, tentennai… esitai, temporeggiai, ma poi vista la sua insistenza educata al limite di un vero e proprio corteggiamento telefonico, gioiosa ed esultante dentro di me accettai volentieri e alle 19 ci incontrammo poco lontano dal luogo dove lavoravo per un’apericena.
“Buonasera, speravo che venisse…” Dichiarò sorridendo vedendomi.
“Non è mia abitudine accettare inviti del genere!” Risposi seria.
“Lo so, per questo sono doppiamente felice che l’abbia fatto…” Replicò.
Ci sedemmo a un tavolino e parlammo del più e del meno, ci conoscemmo meglio e ci demmo del tu e discorremmo di cose banali, del lavoro, mio, suo, un po’ di noi, mi parlò di suo figlio… In un attimo arrivarono i venti e lo dovetti salutare nonostante un suo invito ad andare cena con lui che cortesemente rifiutai.
Ci lasciammo con l’intenzione che ci saremmo rivisti o per lo meno risentiti al cellulare e ci scambiammo i numeri telefonici.
La sera stessa dopo cena, mentre sdraia sul lettino della mia camera lo pensavo, mi arrivò un messaggio da lui.
“Grazie del bel momento passato vicino a te!! Non vedo l’ora che arrivi domani per rincontrarti nuovamente.”
Sorrisi felice…ero contenta e risposi soltanto:” Anch’io…”
Il giorno dopo mi arrivò un nuovo sms che dopo vari complimenti mi chiedeva di rincontrarci alla solita ora e al solito posto della sera prima.
Accettai.
Uscita dal lavoro salii a cavallo del mio scooter bianco, con la chiavetta avviai l’accensione e misi in moto e diedi gas per due o tre volte. Avvertii l’odore acre della benzina e degli oli bruciati, che salivano verso l’alto in una nuvola azzurrognola. Misi il casco e mi avviai al locale. Ero emozionata e impaziente di incontrarlo.
C’erano infatti soltanto poche centinaia di metri, ma mi sembrarono chilometri. Comunque in un attimo arrivai e parcheggiando proprio davanti al locale lo vidi in piedi, sorridente con un mazzetto di fiori aspettarmi.
Sorrisi e dopo aver messo lo scooter sul cavalletto laterale, tolto il casco e aggiustata i capelli scuotendoli e pettinandoli con le dita, mi avvicinai.
“Ciao !!” Disse lui con un sorriso pulito porgendomi il mazzetto dei fiori.
“Ciao !!” Risposi:” E grazie, non dovevi, sono così belli!” Risposi accarezzandone i petali.
“Niente in confronto alla tua bellezza.”
Si vedeva e capii subito che mi corteggiava. Ci sedemmo e dopo aver ordinato da bere, chiacchierammo.
Aveva un’aria frizzante. Mi ringraziò per aver accettato il suo invito, aggiungendo un sorriso dall’aria timida con quei suoi occhi colore del ghiaccio, ma che nascondevano una grande forza e un grande mistero che ancora non conoscevo.
Subito si stabilì tra noi una strana attrazione, che fece diventare il nostro sguardo di occhiate fuggitive reciproche, in uno sguardo di cercarsi e d’intesa poi.
Chiacchierammo in tono amichevole. Quindi mi invitò a passeggiare.
Camminavamo a passo rallentato dal guardarci in continuazione e dalla nostra discussione il marciapiede che percorrevamo, finché soli alla luce dell’imbrunire ci sedemmo in una panchina. Provavo un turbamento strano, di certo suscitato dalla sua compagnia, da quella situazione intrigante, ma anche impaziente di perché non si facesse avanti … e mi baciasse.
In un attimo senza neanche pensarci, la forza strana che ci aveva attratti e fatti giungere li, ci fece avvicinare tanto l’uno verso l’altro fino a far arrivare le nostre labbra a toccarsi e fondersi in un bacio lungo e profondo, legandoci tra noi oltre che con le nostre bocche, con le nostre braccia. Non so quanto durò quel bacio, un minuto, forse più…. Poi ci staccammo e sorridenti e felici ci guardammo negli occhi.
L’eccitazione era diventata nel frattempo tanto grande, che non riuscivo più a sentire le nostre chiacchiere. Il cuore battendo forte pompava sangue con forza in tutto il corpo, accaldandomi e martellandomi nelle orecchie. Ero ebbra di una sensazione piacevole che mi stordiva, che mi penetrava e mi rapiva.
I momenti successivi sono un ricordo confuso di chiacchiere, sguardi complici e colpevoli. I suoni mi giungevano ovattati e distanti tra le parole vuote ed inutili che dicevamo tanto per parlare. Solo gli odori si impressero con aggressività nella mente. La sua fragranza maschile, buona e stordente assieme al profumo di alito fresco, la sensazione dei capelli morbidi tra le mani, la pelle del viso ben rasata, tenera e accarezzata dalle mie dita.
Ci trovammo d’un tratto riabbracciati a baciarci di nuovo.
Dalle nostre espressioni si capiva chiaramente che la felicità provata era grande per entrambi.
Ero completamente rapita da lui, dai suoi occhi invitanti e dalla bocca calda che non capii niente e me ne innamorai.
Da quei primi baci prendemmo a incontrarci regolarmente. Una sera dopo parecchi mesi che ci vedevamo, decidemmo di andare a ballare e di divertirci un pò.
“Ehi amore! …Ti va se andiamo in discoteca?” Gli chiesi scherzando con la mia aria da ragazza allegra, visto che lui aveva dieci anni più di me ed era più pantofolai, e abitudinario.
Sapeva che a me piaceva molto ballare, divertirmi in mezzo alla gente, glielo avevo confidato in una delle nostre discussioni conoscitive.
“Certo andiamo pure!” Replicò sorridendo.
Quando andammo a ballare quella sera, ero molto carina, con un viso dolcissimo che in confronto a lui sembravo quasi una ragazzina se non fosse stato per il trucco. Il viso, con il carattere erano l’espressione della mia dolcezza e quella sera ero anche proprio una bella ragazza nel look con un bel seno ostentato ed un fondo schiena evidente e molto invitante e ogni volta che camminavo per strada a braccetto a lui alcuni uomini si voltavano a guardarmi e sembrava volessero saltarmi addosso.
Quel giovedì sera scelse un locale dove scoprimmo dopo che gli uomini erano in maggioranza in confronto delle coppie o le ragazze e naturalmente le loro attenzioni venivano attirate da quelle poche femmine anche accoppiate che c’erano, noi comprese.
Arrivati alla discoteca dopo un pò di fila e qualche strisciamento su di me da parte di qualche ragazzo maleducato e irriverente alla cassa, riuscimmo ad entrare. La musica era assordante e il locale strapieno di gente. Subito prendemmo da bere al bancone del bar e dopo essere stati al nostro tavolino, decidemmo di andare a ballare e ci avviammo in pista.
Casualmente in quella confusione della danza finimmo poco lontani l’uno dall’altra per la gente che senza volerlo ballando si interpose tra di noi, senza che lui facesse nulla per avvicinarsi a me, ma invece volutamente da parte sua restava distanziato a osservare dietro ai sorrisi i miei comportamenti in quella confusione, a vedermi muovere gioiosa e sensuale al ritmo della danza di quella canzone, quasi come se fossi sola.
In effetti presa dal ritmo e dalla danza mi muovevo concedendo ignara la sensualità del mio corpo sciolto, agli sguardi libidinosi degli altri ragazzi in pista.
Tra noi c’erano due, tre tipi che ballando mi avevano praticamente serrata intorno ai loro corpi sudati, qualcuno strusciandosi addosso a me di fianco o dietro in modo alquanto invadente, tra le luci stroboscopiche.
Notai che ballando quei ragazzi mi osservavano il corpo e in modo particolare mi guardavano il sedere muoversi stretto nei pantaloni attillati ai passi di danza. Lui sembrava non accorgersene, guardandosi in giro mentre ballava solo nella pista, ma dalle sue occhiate e con il senno del poi intuii in seguito che si accorgeva di tutto quello che accadeva intorno a me.
Allora ero giovane e mi piaceva divertirmi, ma guardando Maurizio pensavo che lui fosse infastidito dall’atteggiamento di quegli uomini e dal mio, fosse disgustato da me.
Lui era un uomo di quarant’anni, dieci più di me, che truccata ne mostravo ancora meno e immaginavo il suo disagio nel vedere altri ragazzi e uomini che mi scrutavano imbarazzandomi.
Provavo un po’ di vergogna, ma non dicevo una parola, osservavo solo lui che sorridendomi fingendo di non vedere quei tipi intorno, continuava a ballare davanti a me, mentre altri tra la penombra delle luci, oltre gli sguardi cercavano di osare di più…
Era una figura disgustosa quella che stavo facendo davanti a lui.
Quella sera ballando, venivo considerata un po’ una gattina in quel locale pieno di gente e gli sguardi erano su di me.
Sapevo di piacere e pensavo alla gelosia di Maurizio quando gli altri facevano commenti e gesti un pò sconci per il mio vestire, le mie parti anatomiche, sedere e seno e per il mio modo provocante di muovermi durante il ballo.
Pensavo che si arrabbiasse nel vedermi corteggiata e importunata, invece la realtà era diversa, io non lo sapevo ancora, ma lui ne provava piacere e quella serata voleva che si trasformasse in un’eccitante mia ignara esibizione dentro una discoteca affollata di ragazzi che mi spogliavano con gli occhi facendo su di me risolini e commenti indecenti.
Ballavo saltellando con i capelli mossi e selvaggi, un vestito molto serio ma che nella situazione mi stringeva e strizzava il seno meraviglioso da evidenziare e lasciare intravedere il reggiseno trasparente e sotto esso immaginare le areole rosa, tra gli sguardi dei ragazzi e i suoi sorrisi. Per non parlare del mio posteriore sporgente e ammaliante, dove qualche deficiente a mia insaputa mettendosi dietro, ballando mimava l’atto sessuale.
Il suo sguardo osservandomi era dolcemente malizioso, mordendosi le labbra dall’imbarazzo e gelosia.
In quel momento non lo sapevo, ma il suo desiderio cresceva a quella mia condizione di essere ambita da altri.
Infastidita della loro vicinanza, in un attimo mi allontanai da loro facendomi strada tra i corpi sudati della clientela, andando verso di lui.
Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi e restai di fronte a lui a testa alta con la voglia di baciarlo in bocca. Il suo sguardo inquisitorio lo sentivo penetrarmi tra il vestito appiccicato nel corpo sudato e nell’anima e visto che timido o vergognoso non si muoveva lui, mi avvicinai, le misi le braccia intorno al collo, mi alzai in punta di piedi e mettendo le mie labbra contro le sue lo baciai, ficcandogli la lingua in bocca.
Ricambiò e ci baciammo nella pista, tra la musica, la danza e tra gli sguardi degli avventori delusi per un minuto buono, poi ci staccammo. Ero felice…
“Non sono mai stato baciato con così tanto ardore! “Esclamò.
“Perché ti amo e sei il mio amore…” Ribattei contenta di quello che aveva detto e lui sorridendomi e fissandomi continuò:
” Fossi morto in quel momento sarei stato felice. Baci da vero angelo. “Affermò e raccogliendo la mia mano nella sua gentile disse tra il frastuono: “Andiamo!”
Dopo qualche ora, come una coppia di innamorati quale eravamo, prendemmo al tavolino le nostre cose e uscimmo. Senza saperlo mostrandomi ballando agli sguardi di quegli uomini, di quei ragazzi, gli aveva dato momenti di emozione intensa, al punto da uscire eccitato e di chiedermi di voler fare l’amore in auto, anche se era sconveniente per la nostra posizione sociale farlo in macchina.
Camminammo lungo la strada, verso l’auto senza parlare, mano nella mano, salimmo sopra, altro bacio e visto che era tardi mi accompagnò felice davanti al portone, di casa mia, non facemmo niente quella sera, anche se entrambi lo desideravamo.
Quando iniziammo la nostra storia, ci incontravamo giornalmente, era molto dolce e mi piaceva. Come ho detto mi innamorai quasi subito di lui.
Ci frequentammo per due anni, dove a casa sua avemmo anche rapporti sessuali, normali, teneri e gioiosi ma niente in confronto a quello che sarebbe venuto dopo. Da innamorata con idee per il futuro volevo sposarlo, d’altronde lui era libero, era vedovo e gli chiesi di conoscere i miei genitori e lui accettò.
Si presentò molto bene e fece una bellissima impressione anche a mia sorella, mio fratello e le mie amiche, che mi ritenevano fortunata ad aver trovato un uomo così, più grande, posato, benestante, “con la testa sul collo” come diceva mio padre, una guida insomma e un punto di riferimento per me. Ero felice….
Lui mi fece conoscere anche suo figlio, un bellissimo ragazzo biondo, con cui legammo subito.
Un giorno uscimmo soli io e lui, lo accompagnai in palestra e al ritorno, come una mamma vera o una sorella maggiore, mi fermai a prendere il gelato con lui, seduti in un dehors.
Era molto timido come ragazzo e io cercavo di fare amicizia.
“Allora Fabio! Cosa pensi di me?” Chiesi imbarazzata.
Sorrise: “Devo dire la verità? “Rispose.
“Sempre con me!” Ribadii sorridente anch’io:” Non devi mai avere paura di dirmi quello che pensi. “
“Sei simpatica!” Rispose.
“Grazie!” Ribattei felice di piacergli, visto che secondo i miei sogni avremmo dovuto vivere nella stessa casa e fargli un po’ da madre.
Parlammo molto, facemmo amicizia, ma la frase che mi colpì profondamente fu quando le chiesi:
“ Allora! Cosa ti ha detto tuo padre di me?”
Sempre gustando il gelato si aprì in un altro sorriso:
“Mi ha detto che non sei solo bella ma anche molto affettuosa e intelligente, che ti devo rispettare perché lui ti ama molto e ha dei progetti di vita comune con te, di non farti arrabbiare e di non fargli fare brutta figura!”
Mi commossi, la sua sincerità e spontaneità, mi fecero venire gli occhi lucidi:
“Tu non mi fai arrabbiare Fabio e non gli fai fare brutta figura … stai tranquillo!” Gli Risposi accarezzandolo sul capo confidandole: “Sai!… Lui è molto orgoglioso di avere un figlio come te …me lo ha detto lui.”
Sorrise, ci alzammo e pagai e mano nella mano, come se fosse stato davvero mio figlio e io la sua mamma andammo a casa sua.
Ero felice, mia intenzione era sposarmi al più presto con Maurizio, lo amavo con tutta me stessa e volevo accettare Fabio come mio vero figlio e glielo dissi e lui approvava questa mia intenzione, di diventare la moglie di suo padre e diventare un po’ sua madre. Anche se nelle mie intenzioni c’era di averne altri con lui, miei naturali.
Sessualmente Maurizio era molto dolce e tenero, mi accarezzava molto e baciava, i momenti di intimità erano fatti di eccitazione e amore, carezze e baci, molti preliminari prima di avere rapporti sessuali completi; era sempre delicato, dolce e rispettoso quando facevamo l’amore. Non era molto passionale, ne vigoroso come il mio ex… che era esuberante e sinceramente più virile di lui, ma mi andava bene e lo amavo così.
Con Maurizio fare l’amore era partire dalla carezza per passare ai baci e agli sfioramenti del corpo, per poi masturbarmi con le dita facendomi già godere molto in quel modo, tra le sue braccia e i suoi baci senza penetrarmi, e quando arrivava a farlo, a possedermi, ero già quasi soddisfatta, venuta più volte tra le sue dita e lui completava e terminava con la sua penetrazione quell’atto d’amore e di piacere.
Gli amplessi non duravano molto, pochi minuti, così come pure il vigore non era eccezionale, ma erano rapporti sessuali soddisfacenti, era un modo diverso, nuovo di amare che imparavo a conoscere e ad apprezzare. Non erano nemmeno frequenti i nostri incontri carnali completi, il congiungersi tra noi con penetrazione, una o due volte al mese, anche se a volte a me mancava… l’essere penetrata e posseduta da lui, ma il sesso non era una priorità per Maurizio, non in questo modo, ma lo scoprii dopo. Da lui accettavo tutto per amore, avevo trent’anni, lo amavo, era l’uomo della mia vita e desideravo sposarlo e diventare sua moglie.
La prima volta fu bellissimo, lo facemmo un pomeriggio a casa sua, nel suo letto, fu delicato e dolce, come dicevo niente in confronto alla passionalità del mio ex, vigoroso, attivo e resistente sessualmente. Con Maurizio mi sembrava di passare dal baciare una roccia al baciare una rosa sulle sue labbra morbide e avvertivo i baci più caldi e le carezze più lievi di quelle del mio ex. La stessa penetrazione e il possedermi era soft e spesso breve.
Quella prima volta come dicevo, seppur lentamente fece tutto lui, mi spogliò e poi si spogliò.
Niente inutili spogliarelli sexy, iniziò accarezzandomi il sedere e a farmi i complimenti per la sua bellezza, per poi passare ai fianchi, accarezzarli; e stringendomeli mi prese e mi adagiò sul letto aprendomi titubante ma con decisa delicatezza le gambe serrate, mentre il mio seno si sollevava e abbassava ai respiri, ritmato dalla tensione di quel momento, di essere presa per la prima volta da lui, l’uomo che amavo.
Dopo preliminari di baci e carezze si distesi su di me per penetrarmi, per farmi sentire il suo desiderio e farmi capire che non c’era per lui nessun’altra donna al mondo fuori di me che desiderasse.
Il mio viso probabilmente si distorse in una smorfia di piacere quando mi toccò con le dita le labbra vaginali e il clitoride, cercandone l’entrata, sentendole già umide e tese e andò avanti per fare l’amore, accarezzandomi la vulva piano.
Trattenni il respiro, mentre lui mi tratteneva le gambe divaricate che d’istinto, per reazione e pudore cercavo di chiudere.
Mi accarezzò il corpo, i fianchi stretti e piacevoli. Il seno palpitante e caldo e ancora le labbra vaginali accoglienti. Strofinò il suo corpo sul mio, poi si fermò su di me.
Nell’avvertire la sua pelle contro la mia lo toccai e accarezzai con grande smania e desiderio quasi bestiale. Sentivo il suo sesso duro, eccitato fino allo spasimo davanti a me, oscillare segnandomi la pelle dell’addome.
Poi si abbassò, lo puntò tra le grandi labbra, premette e spinse e mi penetrò con delicatezza, prendendomi così, lui sopra e io sotto, come mi ero porta a lui, ormai con le gambe completamente divaricate e nel sentirlo entrare, pur non avendo le caratteristiche né le dimensioni del mio precedente ragazzo si espanse in me una sensazione di benessere, di calore, di un’accogliente umidità in vagina e incominciai a muovermi con il sedere verso e assieme a lui avanti e indietro con il bacino.
Facemmo l’amore e con lui fu diverso dal mio precedente ragazzo, come dicevo era dolce, tenero e affettuoso, mi baciava molto e accarezzava il corpo guardandomelo silenziosamente, contemplandomelo e sorridendomi. Gli piaceva guardarmi nuda… e piaceva anche a me che lo facesse … Si soffermava a osservarmi e poi ripartiva a baciarmi muovendosi e penetrandomi in profondità, con una dolcezza inusuale, quasi passiva direi, dovendo spesso essere io eccitata a spronarlo su di me per farlo muovere veloce.
Allora non lo sapevo, ma probabilmente la sua mente in quei momenti possedendomi pensava ad altre cose su di me e quel passare da uno stato arrendevole, quasi passivo a uno più vigoroso, non erano altro che i suoi pensieri trasgressivi che fantasticava su di me, che gli davano la carica sessuale attiva e avrebbe messo in atto in seguito con il mio consenso.
Sessualmente mi appagava, io mi sentivo soddisfatta, lui non era un grande amatore come io non ero una grande amatrice, non conoscevo molto il sesso, degli uomini e i loro aspetti sessuali. Le mie esperienze precedenti erano limitate a qualche masturbazione giovanile e fantasia, e ai rapporti con il mio precedente fidanzato, che fu il mio primo e unico uomo prima di Maurizio, che effettivamente era più porco e virile; ma pensavo che oltre al carattere fosse dovuto all’età, visto che era dieci anni più giovane. Ma come dicevo non mi importava, andava bene cosi, ero soddisfatta.
Pochi movimenti e sentii salire dentro me un calore e arrivare l’orgasmo, che accettai e ne gioii per quello che era. Assaporai quel piacere stringendolo senza pensare a niente. Anche lui lo avvertì, lo sentiva da come lo stringevo e baciavo.
Quando non ce la fece più, e anche in lui nell’amplesso si accese il piacere dell’orgasmo, uscì sfilandolo da dentro appena in tempo per riversare il suo sperma sul ventre e le cosce, per poi si lasciarsi cadere su di me baciandoci lingua a lingua e fu bellissimo. Un rapporto molto intenso, sentimentale e d’amore più che di lussuria e sesso … ed ero felice.
Lo facemmo fra le lenzuola bianche e candide, ansimando in una unione carnale ma anche spirituale e d’amore.
Ci agitammo nell’amore perché avevamo desiderio di noi. Non fu niente di speciale, ma eravamo sazi e gioiosi.
Erano passati due anni dal nostro primo incontro, eravamo fidanzati ufficialmente e io come molte ragazze innamorate attendevo solo il matrimonio. Non che fosse una priorità nelle mie esigenze future, ma sognavo una vita normale da moglie e mamma, al contrario di lui che non ne era interessato e non ne parlava mai.
Una sera che eravamo soli in auto al ritorno di un caffè e mi stava accompagnando a casa, visto che lui non si decideva a farsi avanti gli chiesi io:
“ Tu mi vuoi sposare Maury?”
Sorrise: “Certo che voglio Francy!” Rispose.” Prima di tutto perché ti amo, sono innamorato davvero di te e poi saresti un’ottima moglie e una splendida madre-amica per Fabio.”
Le sue parole mi riempirono di gioia, e risposi decisa:
“ E allora cosa aspettiamo? Anch’io ti amo! Sono due anni che ci frequentiamo, possiamo convivere o sposarci!”
“Non è così semplice per me sai?” Ribatté.
Non sapevo la motivazione di quella sua risposta e la prima cosa che mi venne in mente fu:
“Perché hai problemi con me? …È per l’età?… O pensi che non sono adatta per te, che c’è qualcosa in me che non va, che non ti piace in me?” Gli chiesi.
“No… no amore!! Non crearti problemi inutili che non ci sono. Tu vai benissimo sei splendida, non c’è nessun problema con te, nemmeno l’età …tu sei una ragazza matura e diventerai una splendida signora lo vedo già e quando dico che ti amo, lo dico veramente! Sinceramente!”
“Ma allora perché attendi sempre, non ci sposiamo oppure conviviamo prima?” Domandai ancora.
“E’ proprio per questo… perché ti amo sinceramente … Non è così semplice sai, ci sono cose dentro di me… che vorrei dirti, ma non riesco!”
Restai perplessa da quel suo atteggiamento e com’era nel mio carattere iniziai a fare domande:
“Riguardano tua moglie, è per lei? Hai dei rimorsi se lo fai?”
“No!… Lei non c’entra, anzi, lei sono certo che sarebbe felice se trovassi una donna come lei …” E non finì la frase guardandomi e sorridendo…e io lo interruppi…
“ E allora cos’è?!” Lo incalzai. “Cosa ti impedisce di sposarmi?”
Resto in silenzio:” Non te lo posso dire ora, non mi sento! Non è nel momento nel luogo adatto!” Rispose.
“Ma perché?” Domandai iniziando ad agitarmi:” Stai tranquillo che non succederà nulla!” Dissi.
“Sono cose dentro di me amore, tu non c’entri, te le dirò… se non te le dicessi prima, ti farei soffrire e io non voglio, perché ti amo?”
“Ma anch’io ti amo, ma non dicendo le cose e quali sono queste motivazioni, mi fai stare male, in pena e soffrire di più!”
Alla fine con le mie insistenze riuscii a strapparle poche parole:
“Sono fatti che riguardano la sfera sessuale!” Dichiarò.
“La sfera sessuale?!!” Ripetei sorpresa.
Restai stupita da quella precisazione:” Ma perché? … Non vado bene? Non ti soddisfo come vorresti tu?”
“Ti ho detto che riguardano me e non te, tu vai benissimo e mi soddisfi!!” Rispose serio.
“E Allora?!!” Domandai ancora sempre più curiosa e impertinente:” Cosa riguarda te? C’è qualcosa nella tua sessualità che non va!?”
“Si!” Rispose:” Ma non è che non va! E qualcosa diversa dai costumi comuni. “
Restai in silenzio e riflettei conoscendo la sua dolcezza gli chiesi:
“Hai tendenze gay? …O bisex? Guarda che se lo sei a me non importa niente, io ti amo lo stesso.”
Sorrise e mi accarezzò sul viso:” No amore! Non sono Gay e nemmeno bisex! Mi piacciono le donne… mi piaci tu…”
“E allora?!!” Domandai io sempre più attonita e stupita.
“Se te lo dico non capiresti?” Esclamò!
“Tu dillo…e poi vediamo se non capisco!” Ribattei.
“Mi prenderesti per un perverso, un essere ripugnante!”
“Ma tu dillo amore! Ti capirei…” Mormorai vedendolo rattristato.
Subito il suo sorriso si spense sulle labbra e diventò serio mormorando:
“Soffriresti con me Francesca, è meglio che trovi una persona che…” Ma lo interruppi dicendole sospettosa …
“Hai un’altra?”
“No! No! Non c’è nessuno credimi!” Replicò.
“E alloraaa ???”
Quella discussione aveva preso una piega seria e poteva terminare solo con la verità … ero determinata a conoscere cosa lo assillava.
“Se te lo dicessi non accetteresti mai, non capiresti, mi odieresti…forse!”
“Tu dillo!” Dissi guardandolo dolcemente negli occhi.
Fece un lungo sospiro liberatorio e poi esclamò senza guardarmi in viso, puntando gli occhi davanti, sulla strada:
“Sono un cuckold!”
Subito restai in silenzio e poi ripetei:” Sei una cosa? Un cucol? Che significa?” Domandai.
Mi guardò e sorrise tenero della mia ignoranza e aggiunse:
“Non è semplice da spiegare e nemmeno da dire per me. Essere cuckold è ‘ una condizione sessuale è il vivere il sesso, le sue emozioni e il suo piacere in modo diverso.”
“Cioè!” Domandai curiosa.
“Cioè… i cuckold sono quelle persone a cui piace mostrare la moglie!” Rispose.
“Mostrarla? Come mostrarla?” Chiesi sempre più sorpresa.
“Si mostrarla… esibirla!” Precisò.
Restai in silenzio e poi ingenuamente non capendo il senso di quello che mi voleva dire domandai:
“Ma come negli spettacoli?”
“ No! Esibirla nuda ad altri uomini!” Restai ancora in silenzio sbalordita e lui anche, finché trovai la forza di far uscire dalle labbra:
“E tu sei così?”
“Si!… E non solo, il cuckold a vari aspetti della sua tendenza, arriva anche a fare accarezzare, toccare, fino a far accoppiare sessualmente la propria moglie con altri uomini!”
Cambiai espressione in viso, restai sconvolta, ero incredula, incapace di proferire parola, ero impressionata da quello che aveva detto e non dissi più nulla.
Solo dopo parecchi secondi di silenzio che parvero minuti o ore, mormorai ancora stupita e spaventata:
“E tu sei così?”
“Si!” Rispose deciso, precisando: “E’ più forte di me! Capisci ora perché non ti ho chiesto di sposarmi, perché poi ti avrei chiesto questo … e non volevo ingannarti, volevo che tu sapessi come sono.”
Ero confusa:
“Ma non c’è niente che si possa fare per correggere, modificare questa tua situazione?” Chiesi ancora…:” Una cura?”
Scosse la testa in modo negativo.
Restai in silenzio, mille pensieri mi passavano per la testa, poi come d’istinto esclamai:
“Ma allora con tua moglie… come facevi… !?”
Non rispose, si voltò e mi guardò negli occhi e capii tutto mormorando ancora più incredula:
“Lei sapeva! …Lo faceva…ti assecondava…!” Borbottai.
“Era una sua scelta, piaceva anche a lei farlo, non ho mai imposto nulla a nessuno, prova è l’onestà che te l’ho detto prima di sposarti, per non ingannarti.” Rispose.
Eravamo arrivati davanti a casa mia e invece di scendere restai a parlare con lui in auto, ero sconvolta e in quella discussione assurda, nella mia ignoranza volevo saperne di più e gli domandai ripetendo storpiando il nome:
” Cucol! …Ma cosa significa essere cucol? … Cos’è? … Perchè tu dici di esserlo?? È assurdo Maurizio…”
“E’ un termine inglese …” Rispose vagamente sospirando: “… che indica l’uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner o moglie a vivere esperienze sessuali con altri uomini, a loro volta denominati bull, tori, questo con allusione alla funzione di monta di tali animali… e davanti a lui, con il marito che osserva.”
Restai in silenzio con una espressione minimo sbalordita, mormorai solo:” Non posso crederci!”
Lo guardavo incredula che fosse lui che parlasse di quelle cose, l’uomo che amavo, nei suoi occhi non più dolci ma seri, c’era una luce di piacere e accettazione per quello che mi stava dicendo e continuò:
“Non è essere cornuti… è diverso!” Precisò:” Non è un adulterio e non c’è niente di sentimentale in quello che si fa, ma è tutto legato alla sfera strettamente sessuale, del piacere e del gioco psicologico e se ne trae gioia fisica e cerebrale. È la tendenza a fare praticare alla propria moglie un tradimento assecondato, pilotato, solo fisico e il marito ne trae piacere dal vedere la propria moglie posseduta sessualmente da un altro e che compie atti di libidine con un altro uomo. “
“Diooooo miooo!!!…” Esclamai scandalizzata:” Ma… ma…ma… ma come puoi essere così tu? Un gioco…Ma come può essere un gioco una simile porcheria, depravazione…perversione!” Esclamai.
“Si è un gioco di coppia consenziente da entrambi …” Ribadì:” … è qualcosa che ti scopri dentro all’improvviso che aumenta sempre più e non ne puoi fare a meno… e non è una depravazione e solo un modo diverso di vivere la sessualità nella coppia.”
Lo ascoltai in silenzio.
Continuò a parlare evidenziando tutti gli aspetti positivi e ludici, evitando di dirmi che quella pratica portava in uno stato del rapporto dominazione/sottomissione totale dei coniugi al bull, ma soprattutto di lui il marito, in una sensazione di subordinazione e totale impotenza nei confronti del partner o terzo uomo, conducendoci a una doppia natura umana, una doppia vita; a recitare costretta dalla comunità la parte di moglie e mamma per bene in società e invece dall’altra in privato quella sensuale, carnale e lussuriosa per non dire perversa.
Più parlava più ero impressionata… sconcertata.
“Non posso crederci che tu sia così…” Borbottai:” …ma tu!! …Tu!!… Come hai potuto diventare così, un cucol?? Una cosa del genere? Accettare di essere tradito da tua moglie davanti a te, esibirla nuda, di sottometterti al suo nuovo partner sessuale? Non saresti geloso se io ti tradissi con un altro uomo??” Chiesi decisa. Ma la sua risposta fu coincisa:
“Per i cukold come me in questo gioco la gelosia fa parte dell’eccitazione.” Proseguendo:
“Nel gioco si sospende temporaneamente la fedeltà della propria compagna o moglie e si autorizza alla trasgressione, la sua uguaglianza come partner sessuale viene annullata, la sua dignità interrotta … e tutto questo viene ceduto momentaneamente ad un altro uomo che la possiede per me, per poi tornare al termine del rapporto sessuale di nuovo tutto come prima.”
Fece una pausa e continuò sempre guardando avanti e prendendo sempre più sicurezza su quello che diceva:
“La gelosia è una emozione, e come tale va gestita e controllata. Personalmente, quando ho cominciato a sentirmi geloso nel vedere mia moglie con un altro, ho iniziato a sentirmi veramente nella parte e molto eccitato! “
“Nella parte del cornuto!!!” Esclamai con rabbia e cattiveria.
Mi guardò sconsolato dicendo: “Si…!! Purtroppo è così, è vero. Vedere la propria moglie fare sesso con un altro uomo nel letto è una sensazione indescrivibile. Si ha l’adrenalina nel corpo, un piacere causato dal mix di eccitazione e timore, desidero e vergogna, umiliazione e gelosia.
È tutto un insieme di cose che adesso non saprei nemmeno descriverti, internet è pieno di queste cose sotto i più svariati aspetti, puoi leggerteli in rete se vuoi!” Affermò.
“Non mi interessano queste cose!” Risposi stizzita, aggiungendo:” Ma come fa a piacerti essere così? Cornuto!?”
Lui fece una pausa e proseguì:
“Difficile da spiegare… come ti ho detto prima è eccitante per un insieme di sensazioni ed emozioni, il timore del pensiero dell’umiliazione davanti alla propria moglie ed il suo amante del momento, la trepidazione di sentire i suoi orgasmi sotto i colpi sessuali vigorosi dell’amante, il vederla godere e ascoltare i gemiti di piacere di sua moglie che non ha mai sentito quando era a letto e faceva sesso con lui. O semplicemente l’incognita…
Si l’incognita! Tutto diventa eccitante e sconvolgente.”
Lo guardai impressionata.” Sei pazzooo!!” Esclamai. “Sei un pazzooo! …Mi fa schifo quello che dici!! E io dovrei fare quelle cose lì? Scordatelo!! Non le farò mai! Piuttosto…”
“Piuttosto?” Dissi io.
“Piuttosto ti lascio anche se ti amo…” Pronunciai.
Feci una pausa, rendendomi conto di essere andata sopra le righe e ripresi.
“Ma come hai fatto a diventare cuckold?” Domandai.
“Non lo so! Un uomo non lo sa quando ci diventa, si trasforma lentamente, a volte quasi a sua insaputa e si ci ritrova scoprendosi eccitato nel pensare; prima a fantasticare e successivamente a mostrare, fino ad arrivare a fare possedere la propria moglie davvero da un altro.”
Avevo sentito troppo quella sera, ero disgustata, schifata, delusa, triste… cercavo di capire quella realtà per me nuova e sconvolgente, eravamo in auto mentre si mise a piovere forte all’improvviso e si sentiva il tamburellare delle gocce sul tettuccio e gli scrosci d’acqua improvvisi sull’auto e il parabrezza.
Ero frastornata, incredula ….
“Comunque ora sai …non preoccuparti! Qualunque scelta farai io l’accetterò e ti amerò sempre Francesca!” Esclamò … E accarezzandomi i capelli continuò:” Mi dispiace solo di averti delusa, ma credimi meglio così, saperlo prima che dopo.”
Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia come facevamo di solito quando ci lasciavamo salutandoci così.
Io fui fredda, scesi dall’auto confusa e attonita, incredula di cosa avevo ascoltato, e senza salutarlo come un automa camminai sotto la pioggia e l’asfalto bagnato, mentre lui ripartiva dietro di me. Mi girai e lo vidi andare via nella sua auto.
Veloce salii in casa, salutai i miei e corsi in camera mia al pc, lo accesi con le lacrime agli occhi e appena fu pronto digitai cucold e mi comparve la definizione corretta in inglese di Wikipedia con su scritto:
“CUCKOLD: Definizioni web.
Con il termine inglese cuckold si usa indicare la persona che consapevolmente e volontariamente induce il proprio partner consenziente, chiamata talvolta sweet se di sesso femminile, a vivere esperienze sessuali con altre persone. “
Lessi tutto di un fiato con attenzione e mi sentii crollare il mondo addosso avevo gli occhi lucidi e la voglia di piangere e quella sera non cenai nemmeno, adducendo che avevo mal di testa e di stomaco…
Non volevo fare altre ricerche con i miei genitori in casa che potevano venire a curiosare cosa facevo, come spesso faceva mia madre, le avrei approfondite in seguito.
In silenzio riflettei.” Non è possibile!” Per me fu un trauma apprendere quella sua realtà sessuale. Mi dicevo:
“Come può essere così !?… Che significato ha mostrare e far accoppiare la moglie con altri uomini… E poi Sweet? Dolce! Cosa significa anche questo? “Pensavo a quella parola del ruolo femminile.
Pensai a lui, alla sua condizione, come la viveva, a suo figlio Fabio e sua moglie che lo aveva assecondato.
“Lei era consenziente, accettava…” Mi dicevo:” … era una Sweet allora, ma come poteva vivere quella condizione? “
Non l’avevo mai conosciuta, ma mi avevano detto che era una bella donna, elegante e gentile, e come poteva andare con altri uomini che non fossero suo marito? E poi avevano un figlio….
E mi tornavano in mente le sue parole:
“Era una sua scelta, piaceva anche a lei farlo, non ho mai imposto nulla a nessuno, prova ne è l’onestà che te l’ho detto!”
“Ma come può una donna accettare una cosa del genere e addirittura piacerle? È immorale, scandaloso, perverso. “Ragionavo.
Ma lo amavo e lui anche a me e ne soffrivo a pensare che avesse quelle tendenze che io mai e poi mai avrei accettato, e quella notte piansi in silenzio sotto le lenzuola.
La mattina dopo in ufficio con gli occhi segnati dal pianto, osservavo sempre lo smartphone, aspettavo che squillasse o che mi arrivasse qualche messaggio da lui, invece nulla e alla fine lo chiamai io.
“Ciao!”
“Buongiorno amore!” Rispose con una voce dolce.
“Aspettavo che mi chiamassi…” Dissi io.
“Non ne ho avuto il coraggio dopo quello che ti ho confidato di me ieri sera … e forse non l’avrò più!”
“Non devi dire così Maurizio, io ti voglio bene, ti amo e voglio parlare con te, forse ti posso aiutare, non credo che sia qualcosa di irreparabile e irreversibile la tua situazione. “
“Grazie della tua disponibilità amore, ma oggi non è possibile, devo andare due giorni a Roma per lavoro, lo sapevi!”
“Già è vero …” Risposi: …è solo che sono confusa.”
“Ti capisco, io tra un’ora parto con il mio collaboratore, ti chiamerò e ti invierò sms e ci rivedremo tra due giorni, tu intanto avrai modo di riflettere, leggere, capire e decidere con calma se vuoi …io non ti impongo niente, so che quello che ti ho detto è sconvolgente e contro i tuoi principi…”
“Si è contro i miei principi, ma io posso aiutarti a cambiare… sono certa che ci riuscirò!” Affermai.
“Ne sarei felice amore!” Rispose lui.
“In questi giorni posso uscire con Fabio?” Chiesi.
“Ma certo! Quando vuoi, non devi nemmeno chiedermelo, hai la piena fiducia e se vuoi consideralo pure come tuo figlio. Anzi avviserò mia madre che passerai a prenderlo. “
Quelle parole, quell’entusiasmo ritrovato mi tirava su il morale, mi riproposi con volontà che lo avrei cambiato, avrei fatto di tutto per riuscirci, avrei usato anche la mia malizia femminile e ci sarei riuscita, non capendo sicura di me, che rischiavo l’inverso … essere io cambiata da lui e diventare com’era sua moglie, una Sweet, la moglie di un cuckold.
“Uno di questi pomeriggi io e Fabio andremo ai giardini e a passeggio!” Le dissi felice.
“Bene!” Rispose:” Te lo affido! A venerdì! Un bacio amore!… E fatti sentire, chiamami o messaggiami!”
“Anche a tu!” Gli replicai e ci lasciammo così, dolcemente.
In quei due giorni e anche la sera, mi gettai a capofitto su internet, feci ricerche e lessi parecchio e tra l’altro fu così che conobbi anche il suo blog e i racconti, trovandoli molto introspettivi oltre che erotici per cui ho deciso di scrivere a lei.
Lessi testimonianze, andai nei siti specifici, vidi tutte le volgarità, pornografia, foto di donne che amoreggiavano con un altro uomo mentre il marito seduto guardava masturbandosi. Addirittura alcune donne bianche con uomini di colore … era qualcosa di osceno, scandaloso per me.
E poi la scoperta di quei termini Sweet, hotwife, bull, avevano intrinseco in loro qualcosa di sporco, volgare, immondo e boccaccesco.
In due giorni mi feci una certa cultura approssimativa, ma quello che leggevo si scontrava contro tutti i miei principi morali, etici e religiosi, perché la mia educazione e cultura non permettevano nulla di simile, mai avrei potuto accettare una cosa del genere, non riuscivo a capire come avesse potuto farlo sua moglie che era una bella donna, fine e dolce e anche intelligente e soprattutto piacerle….
Quel pomeriggio portai Fabio a passeggio e poi a prendere il gelato e parlai con lui come se fossi davvero sua mamma.
“Sai … ti voglio bene!” Mi disse all’improvviso aprendomi il cuore e facendomi molto piacere,
“Anch’io a te Fabio!” Risposi:” Ma non voglio assolutamente prendere il posto di tua mamma nel tuo cuore, non sarebbe giusto, ma essere solo un’amica, un’amica intima …” Precisai mentre lui sorrideva felice.
“Grazie!” Mi disse.
E allora curiosa, volutamente iniziai a fargli domande.
“Com’era tua mamma?” Chiesi:” Mi hanno detto che era molto bella!”
“Si e brava anche!” Rispose.
“Si volevano bene con tuo papà!?”
“Si certo, molto, stavano spesso assieme da soli anche la sera, a volte mi portavano da nonna e loro facevano delle piccole gite e io dormivo con lei. Stavano via qualche giorno e poi ritornavano sempre con un regalo per me. Oppure qualche sera andavano al cinema, al teatro o a cena fuori e se rientravano tardi io dormivo dalla nonna!”
Sorrisi, maliziosamente pensai al significato di quelle piccole gite o serate fuori …
“Ogni quanto le facevano le gite o andavano al cinema o al tetro?” Chiesi in malafede, carpendo la sua ingenuità e sincerità in quel piccolo interrogatorio che non sapevo neanch’io perché glielo facevo.
“Ma non so… le gite ogni mese forse e uscivano alla sera qualche sera ogni dieci o venti giorni.”
E quello confermò la mia convinzione.
Poi come ogni donna dopo aver usato la perfidia e l’inganno con quel ragazzino, subito mi pentii di aver approfittato della sua innocenza per le mie curiosità.
Con Maurizio in quei due giorni ci sentimmo alla sera e ci messaggiammo durante la giornata, parole e pensieri d’amore, di lontananza e desiderio di rivedersi. Della faccenda del cuckold non ne parlammo più durante quei due giorni, ma non per questo avevo intenzione di non farlo più, anzi, non vedevo l’ora che rientrasse e fossimo soli per potergli fare le mille domande che mi frullavano in testa, che avevo letto e volevo spiegazioni e approfondire.
Il giorno prima che arrivasse, mi chiusi in casa a pensare, a decidere. Non potevo accettare quello che avevo letto, anche se prima di me lo faceva sua moglie, era immorale, immondo, sporco e perverso.
D’altronde lo amavo davvero, stavo bene con lui e la sua famiglia e non volevo perderlo, ma che potevo fare?
Dovevo trovare una via di mezzo, ma quale? Mai mi sarei concessa sessualmente a un altro che non fosse lui.
All’improvviso nella mia mente si fece largo un pensiero, un’idea:
“Forse io riesco a cambiarlo, sua moglie non c’era riuscita perché lei era immorale e le piaceva farlo, a me no, non piace, fa ribrezzo quello che ho letto e visto. Come ogni donna cercai uno escamotage.
“Quando lo incontrerò gli dirò che non accetto, che non voglio e se mi ama dovrà scegliere me alla sua immonda passione e tendenza e se non lo farà minaccerò di lasciarlo.”
Così la mattina dopo che era rientrato, lo chiamai al cellulare salutandolo e dicendole che ero felice che fosse tornato, che mi era mancato e che non vedevo l’ora di vederlo e abbracciarlo e che il pomeriggio lo volevo incontrare e stare con lui. E così fu.
Oltre che rivederlo e stare con lui, volevo sapere, conoscere tutto il perché, per come, tutto…di quello che avevo letto.
E nel tardo pomeriggio dopo aver scambiato alcuni messaggi ci incontrammo.
Salii in auto e appena di fronte uno all’altro ci abbracciammo e ci perdemmo in un bacio lungo, passionale, lingua a lingua, ci amavamo e volevamo molto bene ….
Dopo aver parlato di noi e del più e del meno del suo viaggio, andammo a bere un’apericena… e per parlare tranquillamente uscimmo dal locale e passeggiando ritornammo all’auto, dove ci sedemmo a chiacchierare ed essere tranquilli in luogo riservato.
Quando fummo all’interno lo guardai e anche lui mi osservò senza dire nulla.
“Ho pensato a quello che hai detto Maury…” Dissi:” … e in questi due giorni ho letto molto in proposito, o per meglio dire quello che dice internet…” Lui era sempre silenzioso.
“Sai, questa tua tendenza di vedere la sessualità in un certo modo, è qualcosa che non mi appartiene, non può fare per me, è fuori dal mio modo di essere e di pensare, di essere donna; non solo per il sesso, ma anche per la vita e l’amore. E ne voglio parlare…! “Gli dissi:” … In questo modo discutendone assieme, potremmo trovare una soluzione che forse tua moglie non ha mai provato a cercare …” Affermai presuntuosamente.
Sua moglie la conoscevo per averla vista in fotografia e di lei ne avevo sentito parlare molto bene da tutti, e non solo dalla mamma di Maurizio, che mi diceva dispiacendosi della sua scomparsa che era la moglie ideale per suo figlio. Sapevo che era una gran signora e mi veniva difficile pensarla diversamente da come la descrivevano tutti, mai avrei immaginato che fosse una donna così …. libertina, che concedesse le sue grazie ad altri uomini davanti a suo marito.
Lui mi sorrise e accarezzò il viso.
“Ma con tua moglie, come era iniziato? “Chiesi curiosa e interessata.
Lui fece una pausa, si guardò attorno oltre i finestrini dell’auto e iniziò partendo da lontano, come per sfogarsi un po’con me.
“Fin da giovane e dall’inizio della nostra storia ho avuto fantasie e pensieri in merito al fatto di mostrarla o di vedere lei in atteggiamenti intimi con altre persone. Un giorno glielo comunicai e ne parlammo a lungo… notando una sua disapprovazione iniziale a quello che dicevo, anche lei non l’accettava per cultura, morale ed educazione, ma dopo approfondimenti e approcci fantasiosi e giocosi nel nostro letto, divenne più aperta mentalmente e nel tempo riuscii a convincerla a provare, a trasgredire almeno una volta…”
“Ma in che modo hai affrontato il discorso con la tua moglie? Come l’hai convinta?” Domandai sempre più curiosa.
“Come sempre all’inizio sono stato io a proporre l’idea ed ho avuto come risposta un cordiale rifiuto. Poi lentamente, senza forzature, l’idea di far entrare esperienze e persone nuove nel nostro rapporto sessuale giocando sia con la fantasia che realmente ha intrigato e convinto a provare anche lei. “
Fece una pausa e proseguì:
“Il discorso è stato affrontato e proposto da me, ma condiviso da lei, anche se all’inizio con un po’ di difficoltà. Le donne hanno un retaggio culturale e morale che è un po’ difficile da scardinare. “Dichiarò sorridendo proseguendo subito:” Ma con l’aiuto della perseveranza e con la mia crescente consapevolezza le cose sono andate per il verso giusto, godendone entrambi.”
Mi guardò fece un intervallo e riprese:
“La prima volta accadde quando eravamo in vacanza, in una località marina dove non ci conosceva nessuno, seppur si vergognasse iniziammo a fare quei giochi maliziosi, dove fingendo casualità mostrava parti intime di sé a soggetti prescelti, come se si slacciasse all’improvviso la parte superiore del bikini e ops… mostrando momentaneamente la mammella per nasconderla subito. O ancora sempre al mare con il mio consenso nei momenti che mi allontanavo lasciandola sola, lasciarsi corteggiare dal vicino d’ombrellone o dal bagnino, o sorrideva a qualcuno che le piaceva e questo ricambiava seguendola all’infinito con gli occhi e anche di persona, con il desiderio e l’intenzione di abbordarla e fare sesso con lei.
Tutto questo gioco ci portò a giungere a spingerci sempre di più e consenzienti, oltre… anche se ero io che dovevo stimolarla e trascinare lei.
Come dicevo osavamo sempre più, e la prima avvolta che ebbe un rapporto sessuale completo con un altro uomo avvenne sempre in vacanza… si concesse quasi per caso.
“Come è successo?” Chiesi curiosa.
“Come volevo dirti quasi per caso, con un pò di malizia da parte di entrambi. Nello stabilimento marino che frequentavamo entrammo in confidenza con il bagnino, era un bel ragazzo, più giovane di lei, facemmo quasi amicizia, e lui quando eravamo al mare era sempre molto premuroso e disponibile, soprattutto con mia moglie.
Giocando tra noi sessualmente una sera a letto, chiesi a mia moglie se le piaceva il bagnino, lei rideva…” Perché!?” Mi domandò.
“Così!” Affermai, aggiungendo scherzoso:” Me lo faresti un cornino con lui?”
Rise di nuovo:” Ma sei matto? Vuoi che ti cornifichi davvero?” Mi domandò con un sorriso di sfida e ironico allo stesso tempo.
“Si! Non c’è nulla di male, sarebbe solo una trasgressione, una avventura al mare. Ma davanti a me lo devi fare!” Precisai divertito. Rise ancora.
Una sera lo invitammo in pizzeria e cenammo assieme con pizza e birra, prendemmo più confidenza, soprattutto lui con mia moglie, ma vedendo le sue titubanze fui io un pomeriggio che eravamo soli in riva al mare a dirgli apertamente se le piacesse mia moglie.
Rispose.
Gli dissi e gli feci capire che se si faceva avanti a me non dispiaceva e nemmeno a lei.
Così una sera sul tardi, incontrandoci casualmente dopo aver bevuto un drink in un dehors sul lungomare, passeggiammo e vista la tarda ora, mezzanotte passata, ci informò che doveva controllare i bagni, gli ombrelloni che fossero a posto, visto che si era alzato il vento.
Lo accompagnammo, entrammo nei bagni vuoti assieme e dopo che lui fece un giro in spiaggia e guardò anche com’era il mare, gli domandai quasi per caso:
Rispose:
E ci fece vedere la sua cabina. Un buco con una branda! E lì, feci entrare mia moglie dietro lui. Era stretta e piccola quella cabina, ci stava appena la branda, si voltarono a guardarsi ed erano vicini quasi l’uno contro l’altro e lui mi guardò come se aspettasse il permesso da me, che feci in un cenno affermativo solo muovendo il capo; e allora la strinse e la baciò senza che ne lei, né io dicessimo qualcosa. Con modi decisi e abbastanza bruschi, ma eccitanti per tutti, le fece mettere un piede sulla branda, le tirò su il vestito leggero, le spostò le mutandine di lato sul sesso, lo tirò fuori dai pantaloni già duro e la chiav…. scusa, la possedette in quel modo.”
Vidi che era inquieto a ricordare e raccontare, probabilmente eccitato, ma io la presi come agitazione.
“Senza protezione?” Domandai ancora.
“Si, purtroppo è accaduto tutto all’improvviso e non eravamo preparati, ma eccitati. Comunque lui era un ragazzo pulito, sposato.”
“In piedi?” Domandai ancora.
“Si!”
“E tu eri lì?”
“Si vicino loro!”
“Guardavi quel ragazzo che in piedi si scopava tua moglie?” Chiesi incredula di quello che diceva.
Si!” Rispose.
“È finito tutto uscimmo, ci salutammo e due giorni dopo partimmo senza più fare nulla.”
Poi in seguito a casa, dopo il primo momento di disorientamento, soddisfazione, piacere e anche perplessità ci raccontammo più volte quell’episodio e ci confidammo le nostre sensazioni ed emozioni nel farlo e decidemmo di riprovare ancora in modo più sicuro e tranquillo, non più all’avventura come la prima volta, ma con modalità calcolata da entrambi. E così abbiamo iniziato… rispondendo ad annunci su internet.” Fece una pausa e continuò:
“All’inizio conoscemmo anche altre coppie come noi, e con qualcuna avemmo alcune esperienze anche di scambio partner. Però quello che eccitava a me non era di accoppiarmi con un’altra donna, con la moglie di un altro, ma era l’idea e il vedere la mia posseduta da un altro uomo mentre io la osservavo e glielo dissi a lei. Così le proposi di incontrarci a tre io, lei e un partner, ed è quello che successe, ma sempre con me presente e partecipe e provammo una vera e propria esperienza Cuckold, che fu una rivelazione per me e mi fece capire la mia vera natura, chi ero e cosa volevo veramente sessualmente io da mia moglie.”
“E lei??” Chiesi invadente e infastidita da quello che ascoltavo.
“Lei mi amava moltissimo e accettò la mia nuova condizione diventandone partecipe e a volte artefice… non è stata mai forzata in nulla, anzi a volte diceva no e non si faceva nulla, era parte attiva e fu così che conoscemmo il cuckoldismo e tutte le dinamiche annesse, e di questa pratica sessuale ne facemmo la nostra sessualità segreta.
Tutte le esperienze le abbiamo sempre fatte insieme e in libera scelta. “
Ero esterrefatta e scandalizzata da quella confidenza e dalla sua spiegazione che aggiunsi per non mostrarmi digiuna del tutto:
“In questi due giorni ho letto molto su internet e so che oltre che immorale e rischioso per la coppia, non si sa mai chi si incontra…” Non terminai la frase che lui entrando nel merito delle mie letture mi spiegò:
“Come ti dicevo, non credere a tutto quello che leggi. Io ti posso dire come lo abbiamo praticato noi, che ci siamo costruiti un modo sessuale nostro, un ambiente protetto, con regole e limiti da non superare, ma per far questo è necessaria un’apertura massima della coppia, una complicità e tanta sincerità, come quella che ti ho dimostrato io ora… “Fece una pausa e terminò:” … prima di doverci eventualmente sposare.”
Capii con quelle ultime parole che lui non desisteva dal fatto di sposarmi… mi amava e non voleva perdermi come io non volevo perdere lui, ma dovevamo trovare una soluzione, un punto d’incontro che andava bene a tutti e due.
Nei miei ragionamenti, lui doveva fare non un passo indietro, ma due e rinunciare a tutto quello che prima faceva con la sua prima moglie, perché con me non l’avrebbe fatto certo e guardandolo scuotevo la testa in modo negativo.
Lui riprese:
“So che non è facile da capire e soprattutto d’accettare, ma la coppia che affronta e vive la sessualità in questo modo, deve anche condividerne l’idea e il pensiero, farlo diventare comune. Il marito con la propria moglie o compagna devono esserne complici.” Dichiarò.
“Non ci riuscirò mai Maury!… Mai ad essere così!” Dissi scuotendo il capo:” Non potrò mai essere una moglie così e non voglio diventarla assolutamente, da concedermi carnalmente ad altri davanti a te. Mio futuro marito…”
“Io amore, non ti forzerò mai per soddisfare un mio desiderio…” Disse serio:” … ma per vivere assieme bisogna arrivare a condividere i principi e i comportamenti anche sessuali oltre che di libertà; consapevolmente, con tranquillità e con un costante dialogo tra noi, per tua scelta e accettazione.”
“Comportamento di libertà?” Dissi ridacchiando sarcastica:” Quale libertà? Di poter fare cornuto il marito consenziente?” E risi ancora.
Lui sorrise serio:
“Dacché tu ne derida, è anche un rapporto d’amore e libertà…” Esclamò proseguendo quasi a volermi informare e convincermi su quello che mi comunicava lui:
“Sono parecchie le coppie che lo praticano e sono in aumento e iniziano per gioco, svago e per i più svariati motivi e hanno anche uno scopo sociale, di riconciliazione …” Disse sorridendo:
” … ultimamente molte coppie e soprattutto in molti mariti ciò che li spinge ad intraprendere una relazione cuckold con sua moglie, è la scoperta di una monotonia coniugale. Iniziano ad avere queste tendenze di fantasie e di tradimento controllato da loro, nel vederle far sesso con un altro, a volte proprio con un partner differente fisicamente da essi e che è il contrario di tipo di persona che piace a lei; e può essere un amico, un conoscente, uno sconosciuto o altro che sia, provandone piacere prima mentalmente e poi fisicamente.” E sorrise comunicandomelo.
Lo guardai stupita, stava cercando di giustificare quello che era e che aveva praticato tante volte con la sua ex moglie e risposi sarcastica:
“Eh sì!… C’è qualcosa di buono allora in questa pratica?! Non si picchia più la moglie che rende cornuto il marito, ma si elogia, si fa diventare … come si dice? …. Una Sweet!? “
A quella mia parola sorrise:” Vedo che ti sei informata bene …” Mormorò.
“Certo!” Risposi alterata, e a proposito ho letto anche che ci si umilia e si sottomette al partner!”
Tirò un sospiro dicendo:
” Questi sono discorsi difficili e particolari che non si possono discutere con due battute o due parole. In parte è vero, nel gioco, ma è difficile da spiegare e da capire, sono emozioni e sensazioni individuali che si vivono.
È come un gioco con dei ruoli…” Aggiunse:” … ogni coppia cuck gioca secondo le proprie regole e il proprio compiacimento. L’umiliazione subita dal cuckold o dalla sweet può essere di volta in volta leggerissima, quasi inesistente, o al contrario particolarmente marcata. Può essere psicologica o carnale o tutte e due le sensazioni assieme.
Il fulcro di tutto, al di là delle innumerevoli varianti è di giocare e di scegliere loro cosa vogliono e fino dove vogliono arrivare. Oltre che sessuale se voluto, c’è anche un rapporto dominazione/sottomissione che rileva la doppia natura umana. L’uomo (inteso come essere umano), che è costretto dalla società a recitare la parte del dominatore della moglie in famiglia, manifesta nel gioco la propria estraneazione del ruolo coniugale per mezzo di questa pratica sessuale, venendo volutamente lui dominato e sottomesso da lei o dal suo partner, e in quel ruolo è libero di esprimere sé stesso senza repressioni culturali e morali, così pure lei. “
Lo guardavo perplessa, delusa, quanti paroloni, frasi filosofiche e di vita per spiegare quello che consideravo una perversione e non le capivo quelle spiegazioni. Mi sentivo fuori posto e fuori luogo ad ascoltare quelle assurdità, mi sembrava impossibile che fosse lui a parlare ed io ad ascoltare, che fosse la persona che amavo a dirle; provavo disgusto a quel suo tentativo puerile di farmi apparire quella tendenza schifosa, perversa e riprovevole in modo positivo.
“Ma come può una donna ad accettare queste cose?” Esclamai all’improvviso nell’abitacolo dell’auto:” Ma ti rendi conto Maury di quello che dici e hai fatto? …Per una donna è peggio che essere una prostituta, almeno loro si fanno pagare, ma in quel modo lì si danno gratis… e sono promiscue!”
“Accettano perché piace anche a loro…” Rispose:” … si sentono soddisfatte, appagate. È comunque accertato che nelle coppie che vanno d’accordo, con buona affinità mentale, sociale e coniugale, anche l’aspetto sessuale si assimila, si fonde, diventa comune. Alle richieste del marito quasi sempre la moglie acconsente di sua volontà di partecipare al “gioco” richiestole dal marito o compagno, in quanto è fonte di piacere e di novità sul piano dell’intesa sessuale, se praticato con uomini i quali incarnano nel loro immaginario il concetto di virilità e di potenza sessuale che i mariti non riescono o non vogliono concedere alla propria moglie.” Puntualizzando con espressioni volgari, come a difendere la sessualità descritta: “Sai… io condivido con chi dice ”
“Non essere volgare per favore Maurizio… e usa termini appropriati per definire i concetti!” Pronunciai alterata dal suo modo di esprimersi.
“Amare? …Scopare?… Montare?… Chiavare? …. Far sesso?… Chiamala come vuoi …” Esclamò irato:” …ma non è una questione di terminologia o di misure credimi, ma è nella natura del marito cornuto sentirsi a disagio in un ruolo attivo, lui preferisce quello contemplativo, vedere la moglie chiavata piuttosto che chiavarla lui stesso anche se potesse, le sue erezioni sono finalizzate all’osservazione e non alla funzione di avere un rapporto sessuale.
Il cornuto… come lo chiami tu…” Disse risentito:” … subisce volontariamente la situazione. Guarda, immagina, fantastica e si masturba da solo, in silenzio. Qualche volta davanti alla moglie mentre viene posseduta.”
Quella discussione stava degenerando, iniziavamo a litigare e non lo avevamo mai fatto oltre due anni che ci frequentavamo.
Ero disgustata, ferita dentro per quello che ascoltavo e soprattutto perché detto da lui che amavo in quel modo e con quel tono di voce arrabbiato.
“Non alzare la voce con me! Non ti permettere! “Gli dissi seria alzando la mia più della sua e vedendo che invece di reagire di più si quietava a quel mio comando:” Discutiamo da persone civili se no me ne vado subito…” Pronunciai.
“Hai ragione scusami!” Disse calmandosi e voltandosi verso il finestrino a guardare fuori.
Mi resi conto che dovevo approcciarmi differentemente, che in quel momento era lui il più debole in quella discussione e il mio compito era di cambiarlo, farlo ritornare normale sessualmente.
“Ma scusa Maury, come fa a piacerti questa forma …di perversione sessuale? Di concedere tua moglie a un altro…?” Domandai indignata e schifata solo dall’idea.
Lui sempre più amareggiato e affaticato nello spiegarmi, rispose:
“Come detto sopra è difficile da spiegare!
Vedere o sapere che la propria consorte o compagna fa sesso con un altro è come se si riscoprisse sempre ogni volta nuova e diversa da come era l’ultima volta che si è vista. Come se togliesse quel velo di quotidianità e perbenismo, di socialità, di abitudine che inevitabilmente si posa sulla coppia dopo anni di convivenza e si entrasse nel peccato e nella lussuria assieme, mano nella mano, come innamorati. “Fece una pausa guardando il buio oltre il parabrezza e proseguì:
“Questa forma sessuale, come la consideri tu e tanti altri con disprezzo, nel vederla far sesso con un altro aumentava il mio interesse per lei, per mia moglie, perché la vedo diversa, nuova, donna e femmina come non era stata mai, sensuale e desiderosa, trasportata nella trasgressione da una energia nuova e sconvolgente che eccitava e stupiva lei stessa per prima, e rinvigoriva l’attrazione che provavo nei suoi confronti anche con il passare del tempo. “
Lo guardai con sconforto…
“Scusa Maury, ma proprio non riesco a capirti, parliamo due lingue diverse. Io non riesco a comprendere come tua moglie possa essere stata così come descrivi tu e come sei tu tuttora!” Gli ribadii.
Ci fu del silenzio, e vista la sua accondiscendenza e incapacità a reagire alle mie parole e ragionamenti, con rabbia sbottai quasi urlando dentro l’abitacolo dell’auto:
“Ma!!…L’amoreee!!?… Dov’era l’amore???…. Dove lo avevate messo???” Chiesi con forza e rabbia.
“C’era anche quello!! Molto di più di prima, granitico, ma sotto un’altra forma!” Rispose.
“A sì!? …E quale forma!?” Chiesi curiosa con tono sprezzante e derisorio.
“Se non gridi ti spiego…non voglio nasconderti niente, ma ascolta calma…”
Feci un sospiro rendendomi conto che lo aggredivo, lo commiseravo e deridevo e mi calmai anch’io dicendo:
“Va bene parla, ti ascolto…” Aggiungendo per giustificarmi del mio comportamento litigioso: “… se alzo i toni è solo perché sto parlando dell’uomo che amo, con cui voglio costruire la mia vita con lui, il mio futuro…”
Lui annuì con la testa come a capire la mia reazione e con calma e voce pacata mi spiegò il suo punto di vista cosa intendeva per amore.
“Come ti ho detto è un gioco, una scelta di ruoli, l’amore c’è e resta.
Sono molte le mogli innamorate del proprio marito che lo praticano, al di là del semplice piacere sessuale a concedersi a un altro uomo, la sfera sentimentale se c’è complicità, apertura e comunicazione non viene intaccata. Vi è una intesa sentimentale ferrea nell’accettare il gioco per quello che è, nel vedere la compagna o la moglie compiere atti sessuali e godere con un altro uomo, per poi finire tutto lì, ritornare quelli di prima, alla vita di prima. L’amore c’è e resta, non va via, ma anzi si rafforza, diventa più forte della gelosia, della fedeltà, diventa puro, senza paura e timori.”
Quella sua descrizione sulla purezza dell’amore in quel contesto mi nauseava e mi faceva rabbia che lui continuasse a giustificare e a difendere la sua situazione di cuckold, che sbottai con repulsione e ribrezzo per metterlo a tacere.
“Ho letto che spesso i rapporti di questo tipo tra il partner e la moglie non sono protetti e pertanto non è raro se non addirittura voluto che la moglie rimanga incinta dell’altro e se ciò avviene il nascituro viene poi cresciuto dalla madre e dal marito, consapevole di non esserne il padre. “
Resto in silenzio serio, poi mormorò:
“Ma che c’entrano queste cose, sono atti estremi… C’è del vero, ma non sconfinare nelle leggende di rete, ci sono differenti tipi di cuckold, come di loro mogli e se tra loro consenzientemente hanno rapporti liberi e non protetti e qualcuna resta incinta e se lo tiene è una loro scelta, anche se il marito gli vuole fare da padre.”
Ero allibita da quello che ascoltavo.
“Ma Maurizio?! … Ti rendi conto di quello che dici? Come puoi accettare queste cose e giustificarle??? È vergognoso!! Ti rendi conto che sono atti anormali!!? Giustifichi una moglie a farsi mettere incinta da un altro che non è il marito e allevare il figlio con il marito stesso … e i rischi… le malattie … la morale… la coscienza…” Ripetei d’istinto. “Mi tocco per vedere se è vero quello che ti sento dire…” Affermai.
“No, stai tranquilla… tu stai divagando troppo, le pratiche sessuali del cuckoldismo che praticavo io con mia moglie non erano di questo tipo e né pericolose, sia dal punto di vista affettivo, psicologico, sanitario e sessuale. “Mi rassicurò.” Dal punto di vista sanitario, si hanno rapporti protetti e si cercano i partner puliti e con esami ematici negativi. Se capita o per scelta si vuol avere un rapporto sessuale senza protezione, si cercano partner che diano garanzie. D’altronde una malattia te la puoi prendere anche con un bacio, non serve avere un rapporto sessuale, il rischio c’è sempre.
“Con che tipo di protezione li praticavi con tua moglie?” Domandai curiosa.
“Lei si era organizzata, aveva le sue creme anche spermicide, per un periodo aveva la spirale, se no lo faceva con il preservativo.”
“Lo ha mai fatto senza?”
“Si! …Qualche volta, ma per sua scelta o meglio per scelta comune.” Mi rispose.
“Quando?” Domandai.
Restò in silenzio… poi mormorò:
“Credo che non capiresti!”
“Di nuovo che non capisco?” Asserii con un sorriso:” Tu dimmelo! …” poi vediamo se non capisco.”
Fece ancora una pausa e poi esclamò: “Quando le piaceva sentirsi venire dentro… ma aveva la spirale.”
Ero disgustata, di lui, di sua moglie di quello che facevano, del cuckoldismo e anche di me che lo ascoltavo cercando di riportarlo alla normalità.
“Ma che considerazione hai di te? Ti sarei fatto una opinione di te stesso? “Gli chiesi all’improvviso alterata.
“Sono tranquillo. Mi sento normale. Ho indagato e sperimentato varie situazioni sessuali sempre spinto dalla mia curiosità. L’essere Cuckold è una delle più intense, quella che mi ha regalato le sensazioni cerebrali e di piacere più potenti.”
“Ma ci sarà bene un modo per uscirne fuori da questa situazione, curarti! Si può andare da un medico, uno psicologo…”
“Ci sono già stato anni fa e non è servito a nulla, oramai è nella mia natura, dentro di me essere così, cuckold e non potrò cambiare. Anche tu consideri questa una malattia, come l’essere malato che si può guarire, come una volta si diceva dell’omosessualità… Il cuckoldismo è un po’ come quello, però nessuno dice oggi a un gay o a una lesbica sei malata…. Viene accettata per quello che è!” Poi guardandomi continuò:
“Il cuckoldismo è vecchio come la storia dell’uomo, già gli antichi romani offrivano le loro mogli per poterle osservare godere con altri. È si manifesta in ogni parte del mondo anche nell’isoletta sperduta. Non ha razza, etnia ne ceto sociale, chi è predisposto si manifesta a tutti…”
“Proprio come una malattia…” Lo interruppi. Ma lui non colse e continuò.
“Pensa che i latini sud americani e gli spagnoli e portoghesi lo chiamano ancora oggi , perché quando si manifestava in qualcuno anni addietro si pensa che fosse dovuto a un morbo, una malattia, che fosse stato contagiato, proprio come pensi te e molti altri… e invece è solo una scelta sessuale.”
“Morbocornudo…” Ripetei di quel termine buffo e tragico assieme…” Io non penso che sia una malattia e che tu sia malato, ma che hai delle anomalie sessuali si…”
“Come tutti…” Rispose.
“Va bè!… Senti… “Affermai:” …io ho una grandissima opinione di te, so che sei un uomo capace, buono e ti amo tanto, ma non puoi pretendere che accetti queste cose… ma nello stesso tempo non voglio neanche perderti perché ti amo e quindi voglio aiutarti a prendere in considerazione la possibilità, ritornare alla normalità “
Mi guardò e poi mormorò:
“Guarda Francesca, io rispetto le scelte e le morali di tutti e non giudico mai gli altri, ma rifarei quasi tutto quello che ho fatto con mia moglie. Di quello che sono e ho fatto non ne ho mai parlato con nessuno, solo con te, sei la prima e l’unica a saperlo, e l’ho fatto perché ti amo anch’io, ma preferisco vivermela tranquillamente in clandestinità la mia condizione di cuckold, anche perché mi piace e mi soddisfa, sperando che un giorno sia prassi comune condividere sessualmente il proprio partner con altre persone. I segnali ci sono tutti, dagli anni novanta ad oggi il fenomeno dello scambismo e soprattutto del cuckoldismo e i siti dedicati per annunci sono aumentati in maniera esponenziale, ma soprattutto molti giovani si sono avvicinati per scelta a questa tendenza, a questa forma di sessualità.”
Lo osservavo in silenzio, mentre imbarazzato lui cercava di spiegare.
“So che non è facile parlare di queste cose con tutti perché il giudizio degli altri è implacabile e non prevede la comprensione ma solo la derisione, la chiusura e la condanna e se sarebbe venuto a conoscenza di qualcuno, io sarei stato un cornuto e mia moglie una puttana, ma non è così credimi, e capisco la tua situazione, ma tu devi capire anche la mia …. la mia scelta.”
“Per te non è facile parlarne, ma non è nemmeno per me stare ad ascoltare queste cose dall’uomo che amo. Non è facile per una donna come me… Maury.” Ribattei.
“E’ tutto così assurdo quello che stai dicendo che non riesco a crederci…come è possibile che esistano queste persone e tu sei così, come loro?” Domandai seria.
“Si sono così, cuckold e per questo il tuo giudizio mi intimorisce!” Esclamò.
“Io non ti giudico, ma voglio cercare di capirti! …Aiutarti a cambiare.” Replicai decisa
Lui parlava procedendo per gradi e fermandosi non appena percepiva in modo manifesto un mio disagio.
“Devi considerarlo sempre un gioco Francesca e non una perversione, un gioco fatto insieme per divertirsi. Il timore del giudizio della propria morale si vince convincendosi che non si sta facendo nulla di male, ma che si è fra persone adulte e consenzienti e anche che si amano. Purtroppo so cara Francesca che la morale corrente, quella della gente, la stessa tua morale, non consente ancora di rendere pubblico un comportamento del genere, quindi occorre massima attenzione per salvaguardare la famiglia, i figli, l’occupazione e la posizione sociale e professionale e quant’altro.”
Per un attimo con tenerezza e dispiacere per lui pensai a suo figlio Fabio, mentre lui continuava:
“Però con il proprio compagno bisogna essere sempre onesti e aperti nel dire sempre tutto quel che si pensa nel modo più sincero, anche se la verità a volte fa male! Il giudizio altrui non deve condizionare la propria vita e le proprie scelte.”
Restai in silenzio, mi tremavano le mani e avevo le lacrime agli occhi, per quello che diceva, ma soprattutto per il coraggio della sua onestà di dirmi la verità, perché significava che anche lui mi amava davvero, ma purtroppo non aveva l’intenzione, le capacità, la forza, di rinunciare a quello che era.
Quella sera dopo quella lunga chiacchierata di oltre un’ora e mezza, mi accompagnò a casa e ci salutammo con un bacio, lasciando in sospeso quella nostra discussione.
Ma prima di scendere dall’auto gli dissi chiaro e tondo:
” Devi fare una scelta Maurizio! Scegli … o me o il cuckoldismo, se non rinneghi il tuo cuckoldismo perderai anche me per sempre.” Lo dissi in modo solenne, serio, per scuoterlo.
Lui sorrise, mi accarezzò il viso e non disse nulla:” Sai già la risposta…” Mormorò.
Quella sera e il giorno seguente pensai a lungo a quello che era diventato il nostro terribile segreto.
A casa tutta la sera riflettei, mi mancava, lo amavo e non volevo perderlo anche se gli avevo dato un ultimatum e scelto quelle parole drastiche per dirglielo. Gli mandavo messaggi e faccine a cui lui rispondeva.
Sapevo che lui non avrebbe mai rinunciato al suo modo d’essere e non volevo nemmeno perderlo… e riflettevo, piangevo e cercavo e pensavo ad un punto d’incontro, finché arrivai a dirmi:” Al massimo gli concederò solo di mostrarmi… e null’altro.”
Ma avevo il cuore pieno di tristezza e gli occhi lucidi quando lo pensai.
Ero arrivata già a quel punto in solo tre giorni dalla sua confidenza, di pensare in modo alternativo ai miei principi, di ricattarlo sentimentalmente per avermi ancora sua, o di cedere a un compromesso, quello di mostrarmi soltanto e basta… solo mostrarmi ma con le dovute precauzione, senza sesso e atti di libidine su di me assolutamente o se no niente, avrei rinunciato a lui; ma non ero convinta di quello che pensavo, era solo una possibilità fra le tante.
Visto che lui non si faceva avanti oltre che a inviarmi messaggi, dopo alcuni giorni lo chiamai io, dicendogli che volevo incontrarlo, vederlo e lui accettò subito.
Il pomeriggio successivo quando ci vedemmo mi abbracciò e baciò con passione, poi passeggiammo e ci sedemmo in un dehors in disparte. Ordinammo da bere e quando fummo soli, seria, gli ripetei:
“Ho letto molto su questo cuckoldismo in questi giorni, e c’ho pensato sopra e ti dico subito che non potrò mai accettare quello che hai detto e proponi!”
E lo informai su quello che avevo pensato io…
“Io perché ti amo tanto posso accettare solo di essere mostrata e nemmeno nuda e null’altro e solo per amore per te. Niente rapporti sessuali e atti di libidine.” Precisai: “Accetti?”
Sorrise: “Non mi limiterei amore…andrei oltre…” Rispose, l’istinto sarebbe più forte di me.
Mi dispiaceva dirglielo, avevo le lacrime agli occhi quando glielo comunicai, quelle parole significavano che piuttosto che fare quelle cose, rinunciavo a lui. Volevo forzarlo, era quasi come dargli realmente e nuovamente un ultimatum, dirgli scegli o me, o il cuckoldismo.
E Maurizio con la sua solita dolcezza disarmante rispose:
“Non preoccuparti! Dispiace anche a me se mi lasci, ma lo immaginavo, ma non importa, non succederà nulla stai tranquilla…”
“Ma tu mi amerai sempre?” Domandai piangendo.
“Si! Ti amerò sempre, ma non potrò farlo sessualmente come vorrò io… contemplandoti.”
“Perché?” Gli chiesi:” Perché non possiamo vivere insieme e fare l’amore io e te …se fino adesso lo abbiamo fatto! … Abbiamo fatto sesso normalmente!”
“E’ nella mia natura Francesca, non puoi capire, a vivere assieme così come marito e moglie senza accettarmi e accettarti moglie di un cuckold, soffrirei io e soffriresti tu, ti proporrei in continuazione di fare sesso con un altro e tu cosa risponderesti? Di no!… Entreremo in crisi, ci faremmo i musi, ci sarebbero le indifferenze i litigi e tu poi o lo subiresti con rancore e odio verso me e mi lasceresti e io non voglio arrivare a questo. Sono fatto così, sono sincero, onesto, ti amo tantissimo che ti sposerei domani stesso, ma non pretendo assolutamente di convincerti deve essere una tua scelta …”
“Ma perché? Che gusto ci troveresti a guardare mentre un altro farebbe sesso con me?”
“E’ qualcosa di mentale amore, si vede che hai letto poco e male o troppo di corsa …e non hai appreso gli aspetti salienti, veri del cuckoldismo… quelli psicologici.” Mi disse.
“Ma io ti voglio bene…” Pronunciai con le lacrime agli occhi:” …parlamene tu allora!”
“Davvero vuoi sapere cosa ti farei fare io? “Domandò.
Per un momento restai impaurita e senza fiato, poi d’impeto dissi:
“Si! Voglio saperlo.”
Era la prima volta che avrei ascoltavo quei discorsi su cosa avremmo fatto e mi sentivo disagiata e turbata.
“Se tu accetterai di vivere con me, o di diventerai mia moglie, diverrai anche la mia Sweet, noi vivremo la nostra vita normalmente, da marito e moglie, sia sociale, che professionale, che affettiva e sentimentale, ma quella sessuale sarà diversa…. Una volta il mese o ogni quindici giorni o anche periodi più lunghi avremo un incontro con qualcuno con atti di libidine e sessuali su di te, con persone diverse, in luoghi diversi, in modi diversi, tutto dettato dalla mia e tua fantasia.
E non credere di esserne tanto schifata, perché poi piacerà anche a te farlo, aspetterai quel giorno per essere posseduta come tante altre signore…. E’ una scelta, un modo di vivere, di essere, non saremo i primi, nemmeno gli unici e neanche gli ultimi.
Ecco come sarà la nostra vita sessuale se ci sposeremo. Oppure…”
“Oppure?” Ripetei io attenta.
“Oppure possiamo restare a vivere così, incontrandoci giornalmente o anche convivendo assieme e poi vedere come tutto evolverà… ma senza impegno.”
Restai in silenzio con gli occhi lucidi.
“Ma io Maurizio non sarò mai capace di concedermi a un altro uomo davanti a te!”
“Si che lo sarai se accetterai! Vedrai! …” Rispose sicuro e deciso …” Non sarai mai sola, io sarò sempre presente ed è come se tu lo facessi con me amore!”
“Ma perché sei così?!” Ribadii mentre una lacrima mi scendeva sul viso e lui l’asciugava con le labbra.
Percepivo che con le sue parole cercava di convincermi.
Non so se approfittò di quell’attimo di debolezza che avevo, il dubbio lo avuto più volte, e mormorò calmo e all’improvviso:
“Se vuoi possiamo provare!”
“Come possiamo provare?” Domandai.
E con il cuore infranto e le lacrime agli occhi lo guardai sbalordita.
“Guarda possiamo fare così! “Pronunciò sicuro di sé: “Se vuoi, proviamo e vediamo come reagisci e che effetto ti fa la realtà!”
Ero perplessa e indignata di quella sua proposta.
“No! Sai che non faccio queste cose!” Risposi con un filo di voce rotta dall’aver pianto, ma lui abbracciandomi insistette.
“Proviamo amore, almeno vedrai la realtà.” Poi come per rassicurarmi aggiunse:” Non voglio certo che tu abbia un rapporto sessuale con un altro…” Precisò.
Ero sconvolta dentro, ma curiosa e gli domandai:
“Come?… In che modo provare allora!”
Credo che lui percepisse la mia fragilità dovuta al mio amore per lui e forse in quel momento la sfruttò.
“Facciamo così! … Con l’dea che hai avuto anche tu di mostrarti soltanto e la mia di esibirti, una sera facciamo un giro in macchina e ci appartiamo in qualche luogo che conosco io e vediamo!”
“Vediamo cosa? “Domandai.
“Vediamo come ti comporti e reagisci a essere lì…”
“Ma io non riuscirò a guardare un altro in viso mentre…!”
Mi interruppe:” Non lo guarderai!”
Ero incuriosita e agitata per il fatto che potessi accettare quella possibilità, e tremante quasi balbettando chiesi:
“Come faremo?”
“Ora basta! Calmati! … Non ti dico più nulla, ti dovrai fidare di me, io sarò con te vicino a te e ti terrò per mano… ma tutto il resto lo saprai se accetterai. “
Restai in silenzio, poi borbottai.
“Ma tutto questo non possiamo farlo dopo … .”
“No! Dobbiamo farlo prima del matrimonio e vedremo come reagirai, se lo accetterai, ci sposeremo e inizieremo la nostra nuova vita!”
E come se godesse a dirmi quelle parole esclamò:
“Se accetterai, che lo farai, arriverai a un punto che non guarderai più la persona se è bella o brutta, di buon ceto sociale o basso o grasso, ma solo se ti ecciterà e farà godere, quello sarà il tuo termometro. Proviamo! Ti farò vedere com’è l’ambiente e poi valuterai tu!” Mi disse sorridendomi dolce.
“Ma Maurizio è contro la mia morale, la mia cultura quello che hai prospettato e non potrò mai accettare…”
“Va bene pensaci e poi mi farai sapere! Quando ti deciderai che vorrai vedere com’è questo ambiente che hai letto su internet, me lo dirai. Mi manderai un messaggio con lo smartphone.”
Tra lo sdegno e la curiosità, mi riservai di pensarci e decidere.
Quella notte e il giorno dopo ci riflettei a lungo. Il fatto di sperimentare come fosse nella realtà quel mondo mi spaventava, l’immaginazione di provare, la curiosità di veder come fosse concretamente e il timore di sentirmi dissoluta, sullo stesso livello di una puttana mi agitava, disgustava e turbava, ma anche eccitava.
Non sapevo se quelle emozioni che attraversavano la mia mente, il mio corpo e il mio cuore fossero sintomi di qualcosa che sarebbe accaduto, me ne vergognavo, ma dopo lunga riflessione decisi:
“La settimana prossima verificherò e li sarà la prova della verità, avremo il verdetto!” Ed ero ansiosa e spaventata di quella mia scelta. In fin dei conti il farmi mostrare lo avevo contemplato nei miei pensieri e proposto io, anche se ne avevo paura, ma oltre non sarei andata.
Gli comunica tramite un messaggio che avevo accettato di provare a vedere come era quello che mi avrebbe mostrato lui e quando ci vedemmo la sera, dopo avergli dato un bacio gli dissi:” Ho deciso di vedere di persona quello che dici che facevi con tua moglie, ma non farò niente, sarò solo una osservatrice.”
“Bene!” Rispose:” Hai compiuto un gesto grandioso e amorevole allo stesso tempo. Io non lo mostro, ma sono agitato ed eccitato quanto te, vivo emozioni contrastanti, perché anche tu non sei solo agitata, ma anche eccitata di vedere e provare.
Quell’affermazione mi allarmò, ma decisi di vedere un po’ come fosse quel mondo al di là di quello che leggevo e mi diceva lui, e purtroppo fu il mio più grande errore.
Passò una settimana dove incontrandoci normalmente dopo il lavoro per un’apericena o andare in qualche cinema o ballare e una sera si fece avanti:
“Se vuoi stasera ti porto a vedere un aspetto di quello che può essere una forma di un rapporto cuckold, ma soft, molto soft!” Mi disse.
“Che aspetto? “Domandai.
“Stasera vedrai!” Rispose senza dirmi nulla.
Ero emozionata e preoccupata quella sera e anche turbata quando in auto dopo essere usciti da un locale e aver bevuto qualcosa, si avviò verso la periferia e il buio.
Lui guidava tra il sottofondo musicale dello stereo dell’auto, non parlavamo ma guardavamo tutte e due avanti, io nell’attesa di arrivare e osservare. A un certo punto si fermo in uno spiazzo a lato della strada, una radura di periferia dove c’era anche del verde, spense il motore e restammo fermi.
Lui non parlava e io nemmeno e guardavamo attorno nel buio.
Era un’attesa snervante, fatta di paura ed eccitazione, lo ammetto, aveva un suo fascino trasgressivo e peccaminoso quello che facevamo.
A un certo punto, osservandomi intorno, non so come me ne accorsi, ma vidi una sagoma dalla mia parte dell’auto e subito prendendo il suo braccio esclamai:
“C’è qualcuno Maurizio! C’è un uomo!”
Lui con calma spense lo stereo di sottofondo dicendomi:” Stai tranquilla… Non avere paura!”
Poi lo vidi bene e un altro dietro a lui.
“Sono due!” Dissi agitata.” Ho paura andiamo via!”
“Stai calma e tranquilla che non ti fanno nulla, guardano soltanto!”
“Guardano! A chi?” Domandai.
“A te amore!” Mi rispose con il sorriso osservando anche lui fuori dall’auto.
“A me ??” Chiesi stupita.
“Si! Non vedi che aspettano!” Aggiunse vedendoli avvicinare ai vetri del finestrino e senza dire null’altro esclamò:
“Su! Tira su la gonna!” Mi esortò:” Fatti ammirare un po’ le cosce, sono qui per questo, per guardarti!”
Ero sbalordita da quello che mi chiedeva, incredula….
“No! Non voglio!! Non faccio queste cose e ho paura!” Dissi.
“Ti ho detto che non devi avere paura, loro non ti faranno nulla, guarderanno soltanto e ci sono io qui con te! Non sei sola!” Mi rispose.
Ma io restai ferma, anzi, strinsi le gambe e tirai giù la gonna alle ginocchia tenendo su essa le mani.
Lui mi guardò a lungo silenziosamente negli occhi poi vedendo la mia risolutezza e negatività a fare quello che mi aveva richiesto, esclamò:
“ Va bene ho capito! Andiamo via, torniamo a casa!”
“Mi dispiace!” Mormorai agitata:” Ma non ci riesco, non ne sono capace!”
“Non ti preoccupare! Non devi fare nulla che non ti senti di fare stai tranquilla!” Affermò.
“Sei arrabbiato!” Chiesi.
Mi guardò in silenzio e fece un mezzo sorriso. Fu uno sguardo che riconobbi pieno d’amore e desiderio, ma anche di delusione e amarezza per il mio rifiuto. In pochi secondi riflettei, capii che non mi riteneva all’altezza di essere il tipo di donna per vivere al suo fianco. Lo guardai e lo vidi di profilo, con il volto chiaro, stagliato nel buio dell’abitacolo, bello … dolce, che si accingeva ad accendere il motore.
Stava per dare l’accensione quando esclamai:
“No aspetta!!”
E posai la mano sulla sua. Lui si voltò e mi guardò. Non so cosa mi prese….
“Se è solo vedere…e non fanno nulla. “Mormorai e intanto tirai su lentamente la gonna mostrando le cosce, mentre lui mi guardava in silenzio e quegli uomini avvicinarono i loro volti al vetro fuori dal finestrino per osservare meglio.
Lui posò la mano sulla gonna e lentamente la tirò più su fino alle mutandine, scoprendole e mostrandole a loro assieme alle cosce e intanto mi osservava in silenzio.
Restai ferma, con la gonna tra le sue dita quasi sull’addome e lo slip traforato bianco che sembrava splendere in quel chiaro-scuro dell’interno dell’auto.
Non so nemmeno io perché ma mi lasciai guardare da quegli uomini, e provai un certo turbamento a quella situazione, ai loro visi libidinosi con gli occhi grandi contro il vetro che mi scrutavano le gambe e le mutandine, affianco all’uomo che amavo vicino a me che mi mostrava a loro.
Ci fu ancora silenzio.
“Va bene così!” Mormorai con voce tremante, aspettando il momento di ritirare subito giù la gonna.
Lui scosse la testa: “No!!…Non ancora!” Sussurrò.
Avvertii la sua mano appoggiarsi sopra lo slip e accarezzarmela … mentre loro guardavano. Mi vergognavo di comportarmi in quel modo, ma sentite la mano di Maurizio che me l’accarezzava mi eccitava e piaceva e chiusi gli occhi per riaprirli e vederli ancora lì a osservarmi.
Guardai Maurizio che mi osservava in silenzio e capii cosa volesse e con il cuore che mi batteva fortissimo sentii le sue dita spostarmi lo slip dall’inguine, mostrargli il mio sesso e accarezzarmi i peli. Subito avvertii una forma di calore intenso nella vagina e dentro la pelvi, e scoprii che mi piaceva essere toccata davanti a quegli uomini che guardavano e vergognosamente mi resi conto che ero bagnata e lui se ne accorse.
Lo sentii spostare le dita e portarle su dalla gonna e cercare l’elastico delle mutandine, lo prese in mano ed esortandomi ad alzare il sedere, mormorò.
“ Su alza un poco il sedere!!“
“No questo non voglio!” Borbottai vergognosa:” Non le voglio tirare giù!”
Ma eccitato senza darmi retta le tirò giù estendendole:” Su alza il sedere amore!!” Ripeté e a quella seconda richiesta come un automa lo feci, e alzando il sedere da una parte e dall’altra, gli permisi di tirarle giù e portarle a mezza coscia, scoprendomi e mostrando il mio sesso nudo e peloso a quegli uomini.
“Dio miooo!!” Esclamai dentro di me con il cuore in gola che mi batteva fortissimo dall’eccitazione:” Che vergogna!!”
Ma provavo una sensazione di piacere a che me la guardassero mentre veniva accarezzata da Maurizio.
Provai vergogna, ma anche una sorta di piacere a essere lì.
Cercavo di tenere le gambe strette, ma lui mettendo la sua mano tra esse, me le allargò, accarezzandomi le cosce internamente … oltre che la figa ormai bagnata. Ero eccitata …lo ero purtroppo ….
Cercavo di non guardare quegli uomini negli occhi che si evidenziavano bianchi nel buio.
All’improvviso accese la luce dell’abitacolo, non più al buio internamente, ma alla luce seppur fioca interna. In quel modo non riuscivo più a vederli bene dal chiarore interno al buio esterno, ma sapevo che c’erano, vedevo la sagoma delle loro teste muoversi contro il vetro del finestrino e uno spostarsi davanti e vicino al parabrezza.
La sua mano iniziò ad accarezzarmi le cosce, a muoversi al loro interno. Cercai di fermarla con un gesto delle mie sul suo avambraccio e con un no deciso, ma non ci riuscii.
“No! Non così Maurizio!” Mormorai
“Sssssshhh!!!… Ferma, rilassati, lasciati andare!” Sussurrò lui e mi rilassai e abbandonai alle sue dita.
Accarezzandomi le cosce spinse lo slip più giù, alle ginocchia e oltre e le divaricò.
Inutile mentire. Mi trovai eccitata e mi piaceva quel che faceva, lui fece salire su la mano e la portò sul mio sessò, sulla fessura e sui peli e per la delizia di quegli uomini giocò con essi, mentre i loro sguardi avidi si posavano sulle sue dita e sui miei peli manipolati.
Mi sentivo agitata, sussultante, sporca e vogliosa, lo lasciavo fare, desideravo le sue dita sul mio sesso ben sapendo che gli sguardi di quegli uomini fuori dall’auto ci osservavano.
Avvertivo la falange del suo medio scorrere sulla mia fessura, ormai umida delle secrezioni vaginali e divaricarne la peluria. Lo guardai e lui mi guardava in silenzio, i nostri sguardi si incrociarono e si fissarono tra loro, mormorò solo:
“Come sei bella quando godi…”
Eravamo entrambi pieni di piacere, io ad avvertire le sue dita sul sesso davanti a quegli sconosciuti che me la guardavano masturbare e il suo, nel farlo, mostrando il mio sesso manipolato a loro; e intanto i respiri diventarono affannosi.
All’improvviso trovò la strada e lo sentii penetrarmi, prima la falange e poi tutto il dito, il medio completamente dentro …
“Aaaaahhhhh!!” Esclamai per reazione eccitata, lasciandomi andare contro lo schienale del sedile, mentre lui iniziò a muoverlo su e giù, avanti e indietro, dentro la vagina, trasformando la mia eccitazione in piacere e quello in breve in godimento.
Mi stava masturbando, stava praticando un ditalino alla sua fidanzata davanti e per quegli uomini e dentro di me mi piaceva, aprivo e chiudevo gli occhi godendo a gambe larghe e guardando loro mentre il suo dito scorreva veloce dentro di me come se fosse un rapporto sessuale… Mi sembrava di essere posseduta oltre che dai loro occhi e dal dito di Maury, anche da loro…
Sentii prendermi la mano, portarla sopra il suo sesso …duro, tirarlo fuori e farmelo prendere nella mia a voler essere masturbato anche lui. Lo strinsi forte tra le dita e lo mossi…iniziando a masturbarlo.
All’improvviso sentii un ronzio e vidi voltandomi il finestrino venire giù elettricamente, di poco, una decina di centimetri, forse poco più, ma quel tanto da permettere a uno di loro di infilare la mano e poi il braccio e arrivare al mio seno per cercare di prenderlo.
Mi retrassi verso Maurizio per fuggirgli, ma lui mi fermò: “Stai tranquilla!! Non ti farà del male, è solo un guardone.” Esclamò, dando nel frattempo la possibilità a quell’uomo di arrivare sulla mia mammella destra e premerla con le dita lentamente, infilando la mano dentro al reggiseno e tirandola fuori, in modo da poterla manipolare bene con la sua grossa mano.
Avevo il capezzolo turgido dalla tensione ed eccitazione e ormai mi lasciavo trascinare da lui in quella situazione perversa per me.
Fu un’esplosione di sensazioni, era la prima volta che uno sconosciuto mi accarezzava e comprimeva il seno.
“Tutto a posto stai tranquilla!” Mormorò Maurizio rassicurandomi di quell’atto libidinoso, vedendo la mano di quell’uomo sulla mia mammella a sfiorarla e il mio viso con lo sguardo allarmato osservarla.
“Lascialo fare, ti accarezza soltanto un po’! Non farà nient’altro.” Mi sussurrò.
E intanto lui continuava piacevolmente a masturbarmi, facendomi un ditalino fino a farmi godere a gambe ormai divaricate, mentre la mano di quell’uomo, rapida, infilandosi nel decolté, tirò fuori anche l’altra mammella dall’abito e dal reggiseno, lasciandola cadere come l’altra sul vestito, mettendole in vista.
Le accarezzava a fatica con le dita, perché il braccio non entrava tutto dalla poca apertura del finestrino, Ma Maurizio lo abbassò ancora un poco e riuscì a prenderla in mano palpandola. Ebbi un sussulto a sentire la mia mammella destra palpeggiata da quell’uomo. Intanto anche il suo compagno, infilò il braccio fino ad arrivare a prendere il capezzolo turgido fra le sue grosse dita e rotearmelo dolcemente, dandomi scosse elettriche di piacere per il corpo.
Al mio timore e irrigidimento nel vedere il braccio di quel guardone dentro e a sentire la sua grossa mano ruvida toccarmi il seno, Maurizio sussurrò.
“Lascialo fare… non ti farà del male, te le accarezzerà soltanto.” E come a tranquillizzarmi proseguì:” A loro piace guardare e accarezzare e non fare altro se non vuoi… e nel loro interesse non infastidirti, se non ce ne andiamo e per loro finisce tutto il godimento.”
Era piacevole, tra il ditalino di Maurizio mentre lui aveva preso a masturbarsi da solo e le loro mani sul seno, godevo, iniziai ad ansimare e muovere il capo vergognosamente e lo portai verso il finestrino, aprii gli occhi e fu terribile ed eccitante. Vidi la mano di quell’uomo che mi titillava sapientemente il capezzolo, che con l’altra tenendo il suo fallo in mano si masturbava, e mentre lo faceva guardava me e Maurizio sditalinarmi in vagina, dove intanto anche lui si auto compiaceva masturbandosi da solo…. Oltre al piacere provai ribrezzo, vergogna, ma poi ancora piacere.
Avevo la mammella nella mano di uno sconosciuto maturo, un guardone che me la stringeva e accarezzava e mi piaceva che lo facesse e lo lasciavo fare….
Ansimante mi affossai di più in giù nel sedile, allargando ancora di più le cosce iniziando a godere vistosamente, sentendo il lungo dito medio di Maurizio spingere dentro me, su, fino in alto, profondamente, ad arrivare a sentire le altre sue dita chiuse a pugno spingere con forza contro le grandi labbra della vulva.
Era un piacere sessuale diverso da quello che avevo provato fino allora, era un piacere mentale soprattutto oltre che fisico.
All’improvviso di colpo, comandato elettricamente da Maurizio, il finestrino scese ancora, dando la possibilità al braccio di quell’uomo di muoversi meglio e all’altro di infilarlo anche lui e prendermi bene l’altra mammella, in un attimo ebbi il seno tra le loro mani, con loro attaccati all’apertura del vetro che si masturbavano mentre giocavano con le mie mammelle che erano in balia di due sconosciuti.
Non avevo la forza di reagire … ero piacevolmente passiva….
Sentii Maurizio prendermi la mano, abbassarla e portarla sul mio sesso:
“Continua un po’ tu adesso!” Mi sussurro, spingendo il mio dito medio contro la vulva fino ad auto penetrarmi in vagina. Tolse il suo ed accompagnò dentro il mio… e mi trovai nella situazione assurda di masturbarmi da sola, seduta in auto, con quei due uomini fuori che accarezzavano, palpavano, sfioravano il mio seno e i miei capezzoli e Maurizio che mi guardava masturbandosi.
Era tutto così sporco, depravante, osceno e perverso, ma anche molto eccitante e piacevole.
Il mio respiro divenne più veloce.
Non so quanto tempo mi masturbai da sola, un minuto …di più …non lo so. So solo che all’improvviso Maurizio si avvicinò, mi tolse la mano e mi penetrò ancora con il suo dito mentre ansimavo dal piacere e baciandomi nel collo, facendomi voltare con il capo, mi spinse ad osservare oltre il vetro quegli uomini e le loro aste erette che tenevano in mano; e li vidi masturbarsi ancora al di là del finestrino con i loro falli duri e lunghi in mano.
E mentre io riponevo la mano sul sesso di Maurizio tornando a masturbarlo piano come all’inizio, lui tirandomi un poco a sé, mi baciò in bocca, con la lingua dentro, muovendo più veloce il dito, fino a portarmi all’orgasmo, mentre le mani di quei due uomini continuavano ad accarezzarmi il seno, le spalle e il collo.
Fu terribile, ebbi un orgasmo violento da scuotermi tutta….
“Sssssssssssiiiiiiiiiiiii!!!” Sussurrai sudata stringendolo a me e baciandolo mentre venivo presa da spasmi vaginali splendidi e meravigliosi, godendo assieme a lui, sentendolo eiaculare e avvertendo il suo sperma caldo cadermi sulla mano mentre quegli uomini mi accarezzavano le mammelle.
Mi cacciai con la testa indietro sul sedile respirando affannosamente ancora godente, e gioendo lasciai con la mano la sua asta tra le mie dita sporche di sperma, mentre lui tirava fuori il suo dito medio bagnato dai miei umori dalla mia vagina eccitata, umida e palpitante; mi baciò ancora in bocca e alzando elettricamente il finestrino della portiera, fece capire a quegli uomini di togliere le mani che il gioco era finito. Loro premettero un’ultima volta le mie mammelle e tolsero le braccia e lo chiuse completamente e io restai con il capo adagiato al poggiatesta, spossata, soddisfatta ed estasiata.
Spense la luce dell’abitacolo, e vidi le sagome di quei due uomini allontanarsi, fino a sparire nella vegetazione da dove erano venuti.
Lui dopo averlo pulito con dei fazzolettini di carta lo rimise dentro lo slip e i pantaloni, lo stesso feci io fremente e tremando, me l’asciugai. Accese il motore e partì con me che avevo ancora le mutandine ai polpacci… non ebbi nemmeno la forza di tirarle su, abbassai solo il vestito davanti per coprirmi il sesso e dopo un paio di km, si fermò di lato sulla strada. Mi prese, mi tirò a se e baciò a lungo in bocca ricambiato ancora eccitata da me, per poi scendere fare il giro dell’auto, venire dalla mia parte, aprire la portiera dov’ero seduta io, con me che lo guardavo curiosa e stupida di cosa stesse facendo, e facendomi ruotare le gambe esternamente le allargò tirando su la gonna, si abbassò tra loro e iniziò a baciarmi la vulva.
Ero sorpresa:” No…questo no Maurizio…” Ma lui continuò.
Seppi poi in seguito quando lo ripeté in altri contesti che era un tipico atteggiamento del cuckold, un segno di sottomissione a me.
“Ti amo!” Esclamò quando si tirò su dal mio sesso.
Lo guardai, non sapevo che sentimento provare … se di contentezza o vergogna, quello che avevo fatto poco prima era ignobile, in un attimo avevo stracciato i miei principi, la mia educazione, la mia morale, la mia cultura, l’insegnamento del comportamento intimo e sessuale che mi aveva dato mia madre …pensavo a loro, ai miei genitori, a mia sorella e mio fratello…e guardavo lui, pensavo a com’era sua moglie … a lui, suo figlio…. pensavo a mille cose.
Lui mi accarezzò i capelli:
“Capisco questo tuo momento! “Mormorò.
Non avevo nemmeno la forza di reagire, di piangere… come potevo piangere se mi era piaciuto e ne avevo goduto fino ad avere un orgasmo meraviglioso?”
“Ma chi ero io in quel momento? Francesca o un’altra donna?” Mi domandai…” E perché mi era piaciuto quello che avevo fatto?… E perché lo avevo fatto? …Per amore?… Solo per amore? Oppure dentro di me c’era qualcos’altro che non conoscevo che stava uscendo fuori? Ero spaventata e intimorita da quello che avevo praticato, ma anche dalla reazione di me stessa che avevo avuto a quella situazione, partecipando piacevolmente invece di fuggire.
Lentamente mi piegai in avanti, presi gli slip e li tirai su alle cosce. Poi scesi:
“Stai attenta alla portiera!” Disse ridendo.
“Perché? “Domandai ingenua.
“Può essere che gli hanno sborrato contro e l’hanno schizzata !!” Disse lui.
“Che schifoo!!!” Gridai scandalizzata d’istinto mentre lui continuava a ridere.
Feci attenzione e accovacciata dietro alla ruota posteriore urinai, mentre lui si guardava in giro.
In un attimo pensai:” Ecco questo sarà il mio modo di fare sesso con lui se accetterò il suo cuckoldismo! In auto, all’aperto … o altri luoghi.” Mentre lui mi passava ancora dei fazzolettini per asciugarla dall’urina e dagli ultimi residui degli umori di quel piacere immorale e perverso. Tirai su le mutandine e giù la gonna del vestito e mi misi in ordine i capelli e facendo attenzione a non toccare la portiera esternamente, risalii in auto e ripartimmo, tornammo indietro in silenzio.
“Non dici nulla?” Mi chiese lui.
“Penso!” Risposi.
“Bene o male?”
“Non so!” Replicai sinceramente.
Sorrise.
“Ti è piaciuto? “
“Dipende, mi sono sentita sporca, ma si, mi è piaciuto inutile mentire. “
Lui fece un altro sorriso e mi accarezzò la guancia teneramente.
“Questo fa parte di quello che intendi tu del cukoldismo?” Domandai.
“In un certo senso, ma non proprio, ne è un aspetto soft…, si chiama candauliesismo, consiste nel provare piacere a mostra ad altri la propria moglie.”
“L’altro aspetto qual è? “Continuai.
“L’altro aspetto quello vero e proprio del cuckoldismo è il rapporto sessuale.”
Restò in silenzio e io continuai:
“Come ti ho detto ho letto e ho anche visto immagini, mi sono documentata, ma spiegami tu cosa intendi di preciso che praticheremmo noi, e quale dovrebbe essere il nostro modo di vivere il sesso, qual è il tuo essere cuckold?” Mormorai lasciandomi andare stanca e spossata con il capo sulla sua spalla.
“Spiegami!” Ripetei adagiandola mentre guidava, dimostrando con quell’atto tutta la mia debolezza e amore nei suoi confronti.
E lui accarezzandomi delicatamente la fronte iniziò:
“Come hai visto e provato questa sera, quello che abbiamo praticato è solo una forma di un certo modo di essere cuckold, di fare sesso fuori dagli schemi classici … che non è fare l’amore!” Precisò: “Ma praticare appunto sesso, distinguendo le due cose.” Continuando:
“Come ti dicevo l’altra volta, un incontro a tre potrà avvenire con sconosciuti, come questa sera, ma anche con conosciuti, in ogni luogo, in ogni forma e questo lo stabilirai tu… solo tu, assieme a me, naturalmente se accetterai.”
“Ma non c’è un limite! “Sussurrai.” Mi angosci quando mi dici che si può fare tutto…”
“Perché è così amore! Non c’è un limite…ci sono delle regole, e queste regole le stabiliremo noi. È una pratica che si evolve da sola, ci si trasforma praticandola e quello che dici oggi “non lo farò mai’, domani potrai farlo ed essere addirittura tu a chiedere di praticarlo, perché tu vorrai e desidererai realizzarlo.
Ti faccio due esempi banali, ma chiarificatori. I rapporti saranno tutti protetti con il preservativo, e questo potrà essere una nostra regola, ma come ricordavi tu qualche giorno fa potrà arrivare il momento che tu in determinate situazioni e circostanze e con determinate persone che proverai un feeling o un’attrazione particolare solo fisica, deciderai di farlo senza … sarà una tua scelta e sarai solo tu a decidere, lo stesso con l’eiaculazione in vagina …. O altri tipi di desiderio avrai! Nessuno ti imporrà e impedirà niente.”
“Che c’entra l’eiaculazione in vagina?!” Chiesi curiosa e infastidita di quell’argomento.
“Presa dalla smania, potresti decidere di fare quello che non hai mai fatto e neanche mai pensato di fare e hai sempre condannato e farlo per trasgressione e piacere, provare situazioni e posizione nuove, orale, anale o di farti venire dentro, eiaculare in vagina naturalmente con tutte le dovute precauzioni e sicurezze, per provare il brivido dell’emozione e l’adrenalina in corpo! Se vorrai conoscere! E sarai sempre e solo tu a decidere … nessun altro.”
“Eh ma tu così mi spaventi amore… orale, anale, eiaculare in vagina, mi allarmi! Io non ho ma fatto queste cose.” Dissi staccando la testa dalla sua spalla e tirandomi su e scossi il capo…
” Questi atti non li farò mai … e poi mai!!” Esclamai pensando a quello che aveva detto, rapporti orali, anali ed eiaculazione in vagina.
Lui sorrise passandomi il braccio sulle spalle e stringendomi a sé, come se io avessi già accettato la situazione, ma invece ero ancora piena di dubbi e incertezze e per niente convinta a fare quello che lui desiderava, anche se quell’approccio soft mi era mio malgrado piaciuto.
“Io ti sto spiegando, non dicendo cosa dovrai fare… sceglierai tu se avere solo un rapporto sessuale o andare oltre…” Affermò con un sorriso sornione come il gatto che sta per prendersi e papparsi la topolina. Al che precisai a scanso di equivoci:
“Guarda Maury che io non ho deciso nulla… anzi sono contraria e probabilmente non farò mai le cose che vuoi tu. Un conto è fare quello che è accaduto stasera, che è già sporco e perverso di suo… un altro avere un rapporto sessuale, con o senza regole.”
Mi guardò e sorrise: “Comunque stasera mi hai fatto un bel regalo, sono orgogliosa di te e ti vorrei davvero come moglie e compagna di vita…”
Quelle frasi mi fecero enorme piacere e gli sorrisi, ma c’era l’ostacolo più grande da superare, lo scoglio sulla nostra strada, il cuckoldismo vero e proprio.
Era chiaro che sentire quelle frasi ed eventualità nuove mi turbavano enormemente, e oggi sono certa che lui lo sapesse e ne provasse piacere a dirmele a farmele ascoltare, pensare e scandalizzare. Di riuscire a traviare e depravare una ragazza per bene e di sani principi come me, per farla diventare una Sweet, una hotwife o una Sweet lady come vengono chiamate le mogli dei cuckold.
Benché non insistesse, avvertivo forte la sua opinione e il suo desiderio a quel proposito, anche se non era condizionante. Ma era sincero, questo devo ammetterlo e quella sua sincerità mi piaceva anche se mi spiazzava, l’apprezzavo, non mi nascose mai nulla e forse fu proprio quello, la sua sincerità senza inganno, il conoscere quel nuovo mondo anche se scabroso e immorale attraverso le sue parole, la sua pacatezza e sorrisi, a farmi affrontare tutto in modo trasgressivo ed erotico e non vederlo come perverso e depravato.
“Ma non lo possiamo fare solo così?!… Come abbiamo fatto stasera? …Senza rapporti sessuali?” Gli domandai propositiva.
“No!” Rispose sorridendo: “Questa è solo una prima fase, un aspetto… poi io mi conosco, lo so, è nella mia natura di cuckold, tornerei a chiederti di donarti, avrei desiderio di offrirti e vederti con un altro sessualmente e inizierebbero discussioni che ci porterebbero a incomprensioni, litigi… No! Come ti ho già detto devi accettarmi completamente se vuoi essere la mia compagna di vita, mia moglie; devi accettare di essere la moglie di un cuckold in tutti i suoi aspetti che avverranno. Ma dovrai amarmi e accettarmi così, come sono!” Disse deciso e risoluto con voce seria e severa.
Restai in silenzio … non sapevo cosa dire, avevo ben poco spazio per discutere, potevo solo scegliere come diceva lui essere la moglie di un cuckold con tutto quello che comportava sessualmente o lasciarci e rifarmi un’altra vita con un altro uomo che non amavo. Non c’era spazio per cercare di cambiarlo sarebbe sempre stato così, o cambiavo io, oppure finiva tutto…
Ruppe i miei pensieri dicendo:
“Capisco che per te sarebbe il massimo della trasgressione e dell’immoralità se accettassi!
Ti colpirebbe nell’anima e nell’intimo della tua mente di giovane signora per bene e quell’emozioni provate, si manifesterebbero per sempre …”
Lo interruppi dicendo:
“Non solo trasgressione e immoralità, ma anche di umiliazione e vergogna…”
Mi interruppe ancora lui precisando:
“Ma no!… Vivresti solo il desiderio sessuale in un aspetto diverso, una forma che ti farebbe fremere di gioia, ma forse, ti darebbe anche un pò di timore nell’attesa degli eventi, di quello che dovrai fare, che ti farà e che verrà dopo. Di chi sarà il tuo partner in quell’incontro…”
Restammo in silenzio poi lui proseguì:
“Guarda che è tutto rilegato alla sfera sessuale, come hai visto senza costrizione, tutto il resto del nostro rapporto, l’amore, la famiglia, l’affettuosità, i sentimenti, gli interessi, l’emozione, sarà tutto come prima e normale, nessuno saprà mai niente e poi non si dovrà praticare tutti i giorni… capiterà magari qualche volta, una volta al mese, forse due. Oppure mesi senza fare nulla ma continuare a esistere, condurre e a fare l’amore normalmente io e te, ad amarci, vivere … avere la nostra vita insomma.” Mormorò.
Ascoltavo silenziosa mentre lui proseguiva.
“Ora sai cos’è il cuckoldismo e come lo intendo io, riflettici, e inutile andare avanti così, pensaci ancora bene e con calma e fai la tua scelta con serenità, senza condizionamenti morali, sociali o religiosi, prenditi il tempo che vuoi, ma la prossima volta che ci incontreremo dovrai avere le idee chiare e aver deciso, se dirai si…dovrai avere un rapporto sessuale completo di prova. Se dirai di no, a malincuore ci lasceremo, tu è giusto che ti rifai una vita e io anche con persone che ognuno di noi oltre all’amore ritiene più adatte a sé per viverci assieme, L’amore da solo non basta in un matrimonio, ci vogliono scelte ed interessi in comune, di tutti i tipi, sociali, economici e anche sessuali.” Affermò.
Non potevo crederci, ero sbalordita… era lui che dava un ultimatum a me, “ho diventi come voglio io o se no non ha senso stare assieme”. In parte aveva ragione e condividevo il pensiero, ma avrei dovuto essere io a dire quelle parole, a fare quel ragionamento inverso con lui, dirgli o lasci perdere tutte queste tue manie o devianze, o non ci vediamo più.
Ero sbalordita dell’ultimatum che mi aveva dato che non riuscii a replicare per timore che mi lasciasse davvero. Mormorai solo:
“Che significa la prossima volta che ci incontriamo dovrai avere un rapporto sessuale completo… di prova?”
“Si, praticare una prova come stasera, ma completa, con un rapporto sessuale con penetrazione in modo che vedrai di tuo com’è un rapporto sessuale cuckolding… Sarai tu a dirmi se e quando di sentirai pronta… e io organizzerò tutto.”
Non risposi, non dissi nulla, senza accorgermene, mi stava risucchiando nel cuckoldismo.
Andammo in un piano bar a bere qualcosa, trovammo la nostra compagnia, chiacchierammo del più de meno, ma io non c’ero con la testa, lo guardavo scherzare con una amica, e stupidamente mi ingelosivo:” …E se un’altra lo accetterebbe così com’è?… Me lo porterebbe via, diventerebbe sua moglie.”
A casa ci pensai tutta la notte, mi tormentai. Anche volendo non avrei mai potuto sopportare un altro uomo che non fosse lui sopra di me, che mi accarezzasse, baciasse il viso … guardarlo negli occhi….
Forse avrei potuto accettare ma…. avrei voluto io dettare le condizioni.
Volevo e non volevo…. Non sapevo cosa decidere.
L’orgoglio mi bloccava e mi diceva di mandarlo a quel paese subito per come si era comportato: “Se decidi di sì bene, se no…. ci lasciamo!”
“Alla faccia della democrazia di coppia, di dover essere io a scegliere… “
Ma il cuore pazientava, mi diceva di riflettere, di calmarmi e non perderlo, di aver pazienza che in fondo anche lui mi amava e che tutto si sarebbe aggiustato.
“Forse se provo una volta!” Mi dicevo.” Solo per vedere com’è realmente! Senza desiderio. In fin dei conti sua moglie lo faceva… e si amavano, stavano bene insieme e vivevano felici da benestanti… lei in fondo non aveva mai lavorato. “
Ci pensavo e ragionavo, e quando ci incontravamo alla sera lui mi guardava ma non mi chiedeva nulla, ma fui io a dirgli che ci stavo pensando….
“Ci sto pensando Maury, non forzarmi, non è una scelta facile, ma di tutta la vita…”
“Lo so!” Rispose:” Rifletti con calma, qualunque sia la tua scelta ti amerò sempre.” Disse.
Il nostro rapporto di fidanzamento in quel momento, era impostato nello stare assieme quando eravamo liberi, come se niente ci condizionasse (almeno a me) e fare sesso normalmente una volta alla settimana. Ma non era il sesso che mi legava a lui, ma il cuore, lo stare bene, avere molte cose in comune e non lo volevo perdere.
E così dopo vari ripensamenti decisi di provare una volta a fare quello che mi chiedeva lui, ma a determinate condizioni.
Fu una sera, dopo parecchi giorni che ci pensavo, che quando ci incontrammo gli dissi:” Ti devo parlare Maury!”
Intuendo di cosa si trattasse, lui mi chiese: “Hai già fatto la tua scelta?”
“Si!” Risposi. Ma voglio spiegarmi, ci sono alcune cose che vorrei parlartene e approfondire.”
“Dimmi! Qualsiasi sarà la tua risposta non cambierà i miei sentimenti e il mio amore per te!”
Esclamò.
Sentivo che anche lui mi amava davvero e quando fummo in un tavolino in disparte di un dehors solo io e lui, e tranquilli gli dissi con voce rotta dall’emozione:
“Ho deciso…vorrei provare!… Ma non so se ci riuscirò mai con un altro uomo che non sei tu sopra di me, che mi guarda negli occhi, che mi bacia…non ce la farei credimi Maurizio! Ho paura della situazione, delle malattie di tutto, perfino di me stessa.”
Sorrise dicendo:” Sono contento che tu abbia accettato… mi fai felice, per il resto non ti preoccupare, non c’è niente di irrimediabile, proveremo a farlo come vuoi tu. Io sarò sempre con te e non farai niente che non vorrai.” Mi guardò passandomi il braccio sulle spalle aggiungendo:
“Accetti di fare questa esperienza con me?” Mormorò.
Non risposi e annui con il capo.
“Bene! Vedrai che ne sarai soddisfatta e non ti toccherà fare quello che pensi! Nessuno sarà sopra te e ti bacerà. Farò in modo che si svolga come vorrai tu! Non dovrai avere paura delle malattie, sarà un rapporto protetto e lui una persona pulita, garantita e riservata.” Esclamò.
“E come fai a saperlo?” Chiesi io.
“Lo vedrai al momento, fidati! Conosco alcune persone che si può fare affidamento, che conosco da anni e frequentavo precedentemente con mia moglie, gente semplice, ma pulita e fidata.” E sorrise.
Mi fidavo, ma più che altro l’amavo e l’amore, la paura di perderlo come a molte donne fa fare anche quello che non si vorrebbe….
“Fammi solo sapere il giorno o la sera che vorrai farlo e null’altro e io ti darò alcuni accorgimenti nel vestire.”
“Nel vestire?” Domandai.
“Si, per essere più pratica, ma non ti agitare ora …. stai tranquilla, non avere paura. Ora vieni!” Disse sorridendo e da seduti tirandomi a lui, stringendomi con il braccio mi baciò.
Avevo capitolato… volevo cambiarlo e invece lui stava cambiando me.
Avevo accettato… ma sempre con l’idea e la speranza di non arrivare mai a farlo davvero, che qualcosa poi in questi giorni d’attesa si fosse interposto tra noi da impedirlo…un suo ripensamento, un mio sussulto di dignità o altro che non riuscivo a immaginare.
Per il resto passammo la serata normalmente, tornati al bar dove sostava la nostra compagnia, gli amici erano tutti lì, entrammo come se niente fosse, li raggiungemmo e ci sedemmo assieme a loro.
“Siete proprio una bella coppia voi due!” Disse Anna una amica comune…:” State bene assieme … a quando i confetti??”
Sorridemmo e rispose lui:
“Molto presto spero, mancano solo i dettagli, io ho bisogno di avere al mio fianco nella vita una donna come Francesca …”
Ci fu una specie di applauso… poi lui divenne distratto e si mise a chiacchierare con gli amici e indifferente a quello di cui avevamo discusso e io sorridente con le amiche, ma ogni tanto guardandole pensavo:
“Chissà se qualcuna di loro con il compagno o il marito sono una coppia che pratica il cuckolding…??” E cercavo di capirlo dai visi e dagli atteggiamenti.
Erano fantasie, stupidaggini… pensieri per evadere mentalmente, giustificarmi con me stessa, accettarmi di avergli detto di sì e di provare. Ero di buona famiglia e non avevo mai fatto quelle cose e stupidamente le facevo per amore, come la ragazzina che si prostituisce con l’anziano su richiesta del suo ragazzo che ama perché lui ha bisogno di soldi.
Dopo vari ripensamenti, decisi per una sera, un giovedì, il giorno dopo sarei stata a casa come giornata di riposo e al mattino avrei potuto dormire e non pensare a quello che avrei fatto quella sera.
Non fu una decisione semplice da prendere, ma anche il fatto di essere stata in auto masturbata da lui davanti a quegli uomini ed aver provato piacere, mi aiutò.
La sera prima glielo comunicai e lui felice si mise a preparare tutto.
“Vedrai, sono certo che ti piacerà e lo accetterai.” Disse contento:” Domani sera metti la gonna e non pantaloni di qualsiasi tipo, una gonna svasata o un vestitino a gonna larga, non mettere quelle aderenti a tubino… Non mettere anelli, bracciali e collane d’oro o brillanti come fai di solito, poi per il resto, indossa quello che vuoi, l’importante è che hai una gonna ampia.”
Feci come mi disse lui e quella sera alle 21, passò a prendermi sotto casa come facevamo di solito, salutai i miei genitori con un bacino e scesi, solo che quella era una serata speciale per me. Prima di andare al luogo convenuto, andammo in un bar a bere qualcosa e a chiacchierare e ad aspettare che arrivassero le 22.00 per andare nella zona stabilita dal suo appuntamento.
Io ero ignara del luogo e della modalità di come lo avrei praticato.
In quell’attesa nel tavolino appartato, mi tranquillizzò, mi accarezzo amorevolmente in dorso della mano con le sue dita, il braccio e il volto.
“Intanto ti dico due cose importanti!” Dichiarò, con me attenta e tesa che ascoltavo.
“Innanzi tutto io sarò sempre con te! Non sarai mai sola, mai… e chiamiamo pure lui che verrà . Stai tranquilla, lo conosco da qualche anno essendo stato più volte anche con mia moglie. So chi è, e quindi non ci saranno sorprese, non è una persona molto bella fisicamente ma affidabile, lui sa già cosa deve fare, ne abbiamo parlato e lo ha già fatto altre volte con varie mogli di coppie. “
“Lo conosci?” Chiesi io.
“Si! … . “Poi come correggendosi aggiunse:” Conosco… per modo di dire! Diciamo che so chi è, ho il suo numero di cellulare di quando ci incontravamo con mia moglie, a volte chiavava anche lei!”
Restai in silenzio e poi incuriosita chiesi:” Lo facevate anche in auto?”
“Si!” Rispose:” In una radura, un posto riservato e tranquillo, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Con lui, io e mia moglie lo abbiamo fatto quattro -cinque volte, per questo so chi è, come si comporta e mi sembra la persona adatta a te essendo la prima volta. La persona giusta per iniziarti.” E mosse le labbra in una bozza di sorriso.
“Iniziarmi…” Quella parola mi rimbombava nella testa.
Non lo mostravo ma ero agitata….
“Quanti anni ha?” Chiesi. Fece una pausa e poi rispose:
“Una cinquantina!”
“Una cinquantina??…Ma non è troppo maturo per me? “Domandai quasi dispiaciuta.
“L’età in questi incontri non è importante Francesca, quello che si cerca è il piacere indipendentemente da chi lo procura, il partner può essere basso, panciuto e pelato ma saper far sesso da dio… e farti godere più di uno bellissimo che non è capace… come può capitare anche il ragazzo molto bello che fa bene sesso.
In questi incontro c’entrano le capacità sessuali, esperienza e vigore e lui è bravo te lo garantisco io, soddisfaceva molto bene mia moglie! Ma queste cose se le farai, e la tua scelta sarà positiva come mi auspico io, le apprenderai da sola!”
Sorseggiò l’amaro e poi continuò:
“Comunque detto questo, quando arriveremo al luogo prestabilito, te lo dirò io, tu ti inginocchierai sul sedile con il sedere rivolto verso la portiera aperta e resterai così, farà tutto lui, tu devi essere sola nella posizione che ti ho detto. Lui ti prenderà da dietro in vagina e tu non lo vedrai nemmeno in faccia, non avrai nessun contatto con lui nemmeno visivo, neanche un bacio o uno sguardo, ma solo un rapporto sessuale a carponi e qualche carezza sul sedere.” Affermò con me che lo ascoltavo sempre più tesa e agitata.
“Non devo fare niente io?! Nemmeno spogliarmi? Togliermi le mutandine?” Domandai ingenuamente.
“No! Farò tutto io, tu ti dovrai solo girarti e metterti in ginocchio in quel modo e restare così con le gambe e i piedi esternamente la portiera e le ginocchia sul tuo sedile, e al termine del rapporto sessuale, ti rigirerai e non dovrai nemmeno scendere dall’auto se non vorrai… per il resto lasciati andare, io sarò lì con te ad accarezzarti, baciarti…” Fu molto esplicito nella preparazione su come dovessi comportarmi.
Ero agitata…tesa! E non nego che la mia agitazione era mista ad eccitazione.
“Ora calmati!” Mi ripeté!
L’orario si avvicinò, ci alzammo, pagò e uscimmo avviandoci all’auto, io tremante e con il cuore in gola che mi batteva a mille…. Indossavo una gomma nera svasata con brillantini, come aveva richiesto lui, con una camicetta rosa fucsia e un paio di stivaletti a tronchetto leggeri, primaverili, disegnati con rombi di strass sul cuoio.
Salii in auto, ero tesa, turbata e non nascondo che avevo anche un pizzico di eccitazione mista alla paura.
Partimmo e prima di arrivare alla zona stabilità, si fermò di lato alla strada e mi diede un lungo bacio passionale con la lingua in bocca, ricambiato da me che lo abbracciai, da lasciare senza fiato, lasciandomi le labbra umide della sua saliva. Era eccitato e sotto un altro aspetto lo ero anch’io e in quel bacio scaricavo la tensione e aumentava il desiderio. Poi esclamò:
“ Andiamo!” E ripartì.
Arrivati nel luogo stabilito, ci fermammo nello spiazzo di terra, spense il motore e le luci dei fari restando nel buio della sera nuvolosa, solo al chiarore della strada che era illuminata. Quando vidi dove eravamo esclamai inquieta:
“Qui!!??… Ma siamo all’aperto!… Vicino alla strada!! Se passa qualcuno ci può vedere!”
“No! È un posto inusuale per il traffico, frequentato solo da coppiette, ma non si corrono rischi stai tranquilla, sarei stato io il primo a non portarti qui se ci fosse stato qualche pericolo.”
“Ma c’è la strada laggiù?!“Domandai segnandola con il dito.
Lui mi accarezzo guardandomi negli occhi e dicendomi dolcemente:” Si, stai tranquilla! Qui non c’è nessun pericolo, rilassati! Ti ho detto che se c’era non ti ci avrei portata!”
Mi calmai, ma restai agitata in quella oscurità rischiarata di riflesso, in un posto sconosciuto a me, come l’uomo che avrei dovuto incontrare e avrebbe dovuto possedermi.
Posteggiò in modo che la parte dov’ero io, del passeggero, fosse davanti a degli alberi che la riparassero e non si vedesse dalla strada se qualcuno avrebbe transitato.
Poco dopo arrivò un’auto che ci puntò con i suoi fanali illuminandoci a giorno anche sul viso, facendomi portare la mano sugli occhi di quanto abbagliava, fermandosi a una decina di metri da noi quasi di fronte alla nostra, spegnendo il motore e i fari, oscurando di nuovo tutto attorno.
Ci fu il silenzio e il buio. Ero molto nervosa e impaurita.
“E’ lui?” Chiesi con la voce rotta dalla tensione.
“Ora vedremo! Ma penso di sì!” Esclamò.
Altri attimi di silenzio.
Poi quell’auto lampeggiò.
Passarono pochi secondi e anche Maurizio gli lampeggiò, dicendomi:” È lui!”
Ripeté i suoi in quel segnale convenuto e concordato tra loro e si lampeggiarono più volte, poi Maurizio aprì la portiera e scese e lo stesso fece l’uomo dell’altra macchina e si avvicinarono a parlare poco lontano dal cofano della nostra auto, per poi venire assieme verso la nostra.
Lo guardai alla luce della luna e di quel poco dei lampioni sulla strada che riverberavano l’illuminazione anche dove eravamo noi, mentre camminava vicino ad Maurizio. Se devo essere sincera non mi fece una bella impressione aveva il fisico tozzo e la pancia e metà capo, la parte antero-superiore pelata, con un ciuffetto di capelli al centro della fronte.
Si avvicinò con Maurizio che mi fece cenno di abbassare il vetro del finestrino e scambiai qualche parola da lì.
Vedendo che guardavo inquieta attorno tra il chiaroscuro della vegetazione disse con una voce carica e rauca:
“Non c’è nessuno signora stia tranquilla! Al massimo ci viene qualche coppietta, questa è la loro zona. E se ne arriva qualcuna non faranno caso a chi c’è se non si farà caso a loro e dopo alcuni minuti e aver consumato la loro sessualità, ripartono.” Disse con un sorriso libidinoso che non mi piacque.
Capii cosa intendeva per coppiette e intuii anche i tipi di donne che frequentasse lui (le prostitute).
Maurizio da dietro di lui con una espressione corrucciata, mi fece capire di non fare caso a cosa dicesse e mi voltai a guardare in avanti, lasciandoli a parlare.
All’improvviso mi prese la paura, diventai tachicardica, ero indecisa, presa tra il desiderio di scappare e di restare. In quel momento se non mi fossi trovata in una zona così isolata, forse mi sarei allontanata da sola, a piedi, lasciandoli lì.
Avevo il batticuore e non riuscivo nemmeno più a pensare, l’unica cosa che realizzavo era che di lì a poco, quell’uomo mi avrebbe presa sessualmente in quella radura, in quella forma di carsex che non avevo mai praticato nemmeno con il mio ragazzo precedente, nemmeno in auto lo avevo mai fatto con il mio ex e non volevo più farlo. Ero contraria e glielo manifestai:
“Maurizio!!” Chiamai.
Lui si avvicinò:” Dimmi!!”
“Ho paura non voglio!… Non voglio più farlo… portami via!”
“Ma come paura? Stai tranquilla è tutto sotto controllo.” Disse infilando il braccio dal finestrino accarezzandomi i capelli.
“Poi quell’uomo non mi piace!” Aggiunsi sottovoce che lui non sentisse.
“Che cos’ha?!” Mi domandò.
“Non lo so, mi fa paura è brutto!!”
Sorrise. È brutto… ma mica te lo devi sposare e poi ti ho detto che non bisogna guardare per il sottile in questi incontri.”
“Andiamo via dai!!” Ripetei, ma inutilmente, Maurizio si era eccitato ormai.
Aprì la portiera, mi prese la mano e si mise vicino a me. “Rilassati amore! Capisco che è la prima volta, ma stai tranquilla che non ci vedrà nessuno.”
Nel frattempo iniziò a scendere una leggera pioggerellina che bagnava i vetri del parabrezza, e nel semi buio illuminato solo dagli alti lampioni sulla strada, a guardare controluce si intravvedevano le goccioline illuminate, brillare e scendere, e nella mia innocenza dissi, ma più che altro sperai:” Speriamo che se piove non si fa niente.”
Oltre la situazione personale, il tempo… era tutto agitante e deprimente e mentre piovigginava, sentii aprire lo sportellone posteriore e Maurizio prendere l’ombrello dicendomi:
“Preparati!” E il cuore incominciò ancora a battermi più forte.
Feci una smorfia negativa con il viso come a voler fermare tutto, ma lui andò avanti.
“Dai su amore!!” Disse tenendo l’ombrello aperto in mano invitandomi a mettermi nella posizione che mi aveva spiegato.
Rassegnata ormai in preda a uno strano turbamento fatto di timore, stordimento, vergogna ed eccitamento, come d’intesa, lui, tirò di più esteriormente la portiera e l’aprì completamente e come un automa sotto i loro sguardi e l’ombrello, imbarazzata scesi e mi girai, risalendo in ginocchio sul sedile, dando il sedere verso loro; sprofondando le ginocchia sopra la pelle nera della parte orizzontale della seduta, con il culo rivolto in fuori. Appoggiai le mani sul bordo laterale del sedile del guidatore davanti al mio, vicino alla leva del cambio e del freno a mano per tenermi in equilibrio. Assestandomi bene con le ginocchia per essere comoda e non sentire fastidio; e in quella posizione a carponi, i capelli mi caddero sui lati del volto e davanti al viso, mentre la collana di chincaglieria che avevo ciondolava brillando e oscillando come un pendolo dal mio collo.
“Vieni un po’ più indietro con il sedere!” Disse Maurizio e mi spostai di poco sulle ginocchia, sprofondando ancora nel sedile.
“Così va bene è ad altezza giusta!” Sentii dire dalla voce rauca di quell’uomo.
Mi fecero mettere in quella posizione volgare, a carponi o alla pecorina come la chiamava volgarmente quell’uomo, con la portiera aperta e loro dietro me, sotto l’ombrello che teneva Maurizio con una mano per ripararsi dalla pioggia che seppur fine e leggera, bagnava.
Avevo ancora la possibilità di voltare la testa e vederli oltre che sentirli parlare e vidi con la coda dell’occhio quell’uomo slacciarsi la cintura dei pantaloni, poi vidi Maurizio mettersi accanto a lui, passargli momentaneamente l’ombrello e prendermi le gambe per le caviglie e dire:
“Divarica un po’ di più le ginocchia e vieni ancora un po’ indietro!”
“Ecco così, brava!!” Esclamo dopo che lo feci.
Era snervante quella preparazione, mi sentivo stordita e come un oggetto pronta a finire nelle mani di quell’uomo, quello sconosciuto che decideva per me e per Maurizio.
Sentii dire ancora la voce di quel tipo dire a Maurizio:” Bene gambe leggermente aperte, la posizione e giusta e il culo completamente esposto.”
Ero voltata con il viso al finestrino del guidatore e verso il volante e inginocchiata nel sedile, e immaginai lui che era pronto e anch’io psicologicamente lo ero.
Sentii la voce di Maurizio dire:
“Aspetta!!” E le sue mani sulle cosce, prendere il bordo della gonna e con grazia e garbo sollevarlo delicatamente su fino sulla schiena, scoprendomi completamente il sedere e dopo aver rivoltato la gonna sulla zona lombare, abbassando le mani avvertii le sue dita prendere l’elastico delle mutandine bianche e lentamente abbassarle giù fino alle ginocchia, scoprendomi tutto il sedere e mostrandogli a lui e a quell’uomo, il mio culo nudo… con il solco intergluteo lungo e il sesso che si vedeva da posteriormente, con la vulva, le grandi labbra e la fessura tra di loro. Mi sentivo umiliata ed eccitata da quello che mi stava succedendo e per accadere.
“Bello! Meraviglioso, nudo e pallido!”
Mormorò la sua voce rauca, mentre Maurizio con la mano glielo mostrava invitandolo a prenderlo. Quell’uomo si avvicinò allargando ancora i piedi e di conseguenza un poco le ginocchia su cui poggiavo. In quel momento ero eccitata lo ammetto, avvertivo brividi e fremiti di turbamento sulla pelle.
C’era silenzio, si avvertiva solo quella pioggerellina di tarda primavera cadere sull’ombrello, la carrozzeria dell’auto e le foglie.
All’improvviso sentii una mano, grossa e ruvida accarezzarmi le natiche, impastarle con dita grandi e rozze.
Capii che non era quella dolce di Maurizio che conoscevo bene, ma di quell’uomo e al ribrezzo momentaneo di essere toccata da lui, seguì subito una fase di eccitazione e piacevolezza, seguita da un forte senso di calore al sesso; e mi piaceva sentirla sulla pelle.
“Belle! Belle e sode!” Esclamò la stessa voce tossendo dopo.
A un certo punto sentii qualcosa di ruvido che gli passava sopra, capii che lo leccava, scendendo sull’ano e la vulva:” Dio mio questo no!!” Mormorai.
Quell’uomo si era accovacciato tra le mie gambe e tenendomi per le natiche, allargando il solco intergluteo me la stava leccando….
“Dio mioooo!!” Dissi ancora dentro di me, e scoprendo che mi piaceva che mi leccava.
Non so per quanto tempo restò lì, forse pochi secondi o minuti, so solo che sentii che me la leccava e succhiava come se fosse stato un frutto sugoso, dandomi sensazioni di piacere.
All’improvviso smise e poco dopo avvertii la sua mano accarezzarmi la vulva da dietro spalmandomi qualcosa di umido, acquoso:
“E’ già bagnata!” Esclamò la voce roca di quell’uomo disgustoso quasi ridendo, facendomi sprofondare dalla vergogna.
“Che cos’è?” Chiesi subito, in quella posizione volgarissima cercando di voltarmi con il capo sentendomi quella sensazione di fresco spalmatami sulla vulva.
Sentii la voce di Maurizio rassicurarmi:
“Tranquilla… te la leccata un po’ e ora ti mette un po’ di gel acquoso lubrificante, per non irritare e aiutare la penetrazione!”
Avvertii quelle grosse dita spalmarlo lungo la fessura eccitandomi di più e infilarsi anche dentro ungendomi l’entrata della vagina oltre che la vulva, ma ormai ero piacevolmente confusa da quella eccitazione sconosciuta e fiduciosa di Maurizio, che lasciavo fare.
Loro sapevano che oramai mi piaceva sentirmi manipolata, toccata sul sesso….
Avvertii ancora le sue grosse mani accarezzarmi i glutei in modo circolare e piacevole e scendere nuovamente sul sesso e sfregarlo un po’ verticalmente a dita unite eccitandomi moltissimo, da farmi muovere il sedere in uno spasmo per reazione a quel piacere che provavo.
Avvertivo le grandi labbra iniziarsi a contrarsi per l’eccitazione, come a richiamare piacere al sesso e mi vergognavo che da dietro potessero vederle e capirlo, anche se con poca luce e nascoste dai peli.
È pronta!” Sentii dire alla voce rauca di quell’uomo e ripassare la mano sulla vulva per bagnarla ancora, e la voce di Maurizio esclamare:
“Tieni! Metti il preservativo!”
Ci fu un momento di vuoto a quelle parole, che sembrò interminabile, un’attesa spasmodica che attendevo con ansia, timore ed eccitazione che arrivasse la penetrazione, quasi desiderandola, ma anche che facesse presto e finisse tutto.
Mi guardai attorno fuori dall’auto al buio e per la prima volta, come se precedentemente fosse stata una cosa irrilevante, pensai inconsciamente:
“ Chissà come c’è l’avrà? … Grosso o piccolo?”
Era una forma di timore per le dimensioni che mi prese in quel momento, visto che l’aveva lubrificata con gel acquoso. “Perché?” Mi chiedevo.
A un certo punto sentii qualcosa di duro appoggiarsi contro la fessura, tra le grandi labbra eccitate e congeste dagli spasmi e premere, era il suo glande che spingeva per entrare nella mia vagina.
E a un certo momento ebbi una strana sensazione, le sentii cedere, aprirsi, dischiudersi sotto quella spinta potente, prepotente e vigorosa di quell’uomo e lasciare entrare lentamente quell’asta di carme dura, tutta dentro me inesorabilmente, facendomi sussultare e inarcarmi con le reni e la testa verso il tettuccio dell’auto toccandolo con il capo e in quel movimento gettare indietro con un colpo di testa tutti i capelli, come se fossi una cavalla che si impenna e si rizza sulle zampe posteriori quando viene montata dallo stallo.
Sembrava che non finisse mai di entrare …” Ahh!! …Ohhhh!” Esclamai sentendolo salire su, su, sempre più su, fino ad arrivare contro l’utero, regalandomi una sensazione piacevole mai provata prima né con il mio ex ragazzo, né tantomeno con Maurizio, sentendolo appoggiarsi contro l’utero e con il glande sentirlo sospingere lentamente in alto.
In seguito alla mia manifestazione di piacere alla sua penetrazione, spingendomi la mano sulla schiena mi fece rimettere giù, nuovamente a carponi, come una cavalla oramai domata.
“Aaahhhhh!!” Gemetti ancora incredula di quello che lasciavo fare a quell’uomo…. Mi aveva penetrata completamente appoggiando subito dopo le sue grosse mani sui miei fianchi a marcare non solo il suo possesso sessuale su di me, ma anche quello fisico.
“Sentivo la vagina piena, colma della sua carne dura e calda spingere sulle pareti e allargarle, donandomi una sensazione di pienezza vaginale mai provata prima. Era una cosa sconvolgente, elettrizzante.
In quella posizione realizzavo che ero penetrata da lui, da quell’uomo, uno sconosciuto e che ormai in quel momento ero sua, la sua femmina e non potevo crederci che fossi giunta a tanto… e al suo movimento avanti indietro, gemevo e sobbalzavo dalla sensazione di quella massa di carne voluminosa e meravigliosa in quel momento che mi riempiva la vagina.
Lo spinse tutto facendomi sussultare e quando arrivò in fondo a toccarmi l’utero si fermò volutamente, facendomelo sentire duro pulsare forte e virile dentro di me, fasciato dalle contrazioni delle pareti della mia vagina, che per reazione secernevano umori di piacere, lasciandomi inarcare nuovamente per reazione ancora sul sedile con il viso in alto verso il tettuccio dell’auto e i capelli sparsi sulla schiena e sulle spalle.
Avvertivo una sua mano sulla schiena, correre lungo la colonna vertebrale dai lombi su in alto, fino alla zona cervicale, per poi passare davanti e infilarsi dentro la scollatura della camicetta, passare sotto il seno, prendere il bordo inferiore del reggiseno e tirarlo in su, in alto, facendo uscire le mammelle da esso, lasciandole libere e traballati dentro la camicetta; che un bottone per volta sbottonò interamente, sempre restando dietro me continuando a possedermi, fino ad aprirla completamente e lasciare libere le mie mammelle penzolare e fluttuare nel vuoto.
“Dioooooo!!!! Che vergogna!!” Pensai sentendomi le mammelle libere e traballanti nel vuoto sotto di me. Ma provavo anche una sensazione piacevole.
Godevo! … Si godevo silenziosamente con vergogna e umiliazione ma godevo…solo a sentire la sua carne dura dentro di me e in quel momento non mi interessava niente, nemmeno più di Maurizio, se ci fosse o no. Su quel sedile e in quella posizione mi sentivo traballante e sospinta avanti e indietro alle sue spinte sessuali poderose.
Successivamente sentii le sue grosse mani accarezzarmi il margine esterno delle cosce, e salire su, arrivare ai fianchi e fermarsi e stringerli e incominciare a dondolarmi avanti e indietro. Sentii la voce di Maurizio mormorare eccitata:” Mi raccomando… chiavamela bene!”
E la voce dell’altro rispondere con un tono deridente:
” Stai tranquillo, te la farò godere come non mai!” E riprese a muoversi.
Ero incredula ed eccitata, in preda a una carnalità che mai avevo provato in vita mia. E in alcuni momenti pensavo:
“Sono con quest’uomo che mi sta possedendo! Un cinquantenne sconosciuto e io ne ho solo ventinove!” E questo mi eccitava di più … mi soddisfaceva farmi possedere da una persona matura, quasi anziana, ma mi sentivo anche umiliata da come potessi trovarmi in quella condizione.
La mia reazione a quell’amplesso a carponi non si fece attendere, fu come un’esplosione di calore e sensazioni, sentii il viso infuocarsi e cambiare espressione, tutti i miei muscoli facciali contrarsi e rilasciarsi quasi contemporaneamente e avvertii brividi lungo il corpo e incontrollata iniziai a scuotermi e a gemere, godere e gemere. Stavo avendo un orgasmo mai provato prima e mi lasciai andare:
“Aeeeeeehhhhh!!!!!…Aeeeehhhhh!!!!!!” Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!! Mmmmmhhhhhhhh!!!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Mentre Maurizio mi osservava tenendo ridicolmente quell’ombrello per riparare, sé stesso, quell’uomo e il mio sedere che sporgeva in fuori dalla pioggia che aveva iniziato a scendere.
D’istinto, per reazione, nel momento del piacere chiamavo la persona che amavo…:” Maurizio!… Maurizio!! Dove sei ??”
“Sono qui amore…” Sentivo dire alla sua voce calda e rassicurante:” … stai tranquilla non ti lascio sola, ma ora pensa solo a te, pensa a godere! Lasciati andare, rilassati, abbandonati al piacere.” Appoggiandosi a me e facendomi sentire il suo contatto fisico accarezzandomi i capelli.
Avvertii la mano di quell’uomo staccarsi dal fianco e darmi uno schiaffo forte sul gluteo come se fosse stato uno sculaccione, facendomi sobbalzare e bruciarla natica.
A quell’atto umiliante e brutale cercai ancora Maurizio stupita di quella brutalità, che capì subito il motivo del mio chiamarlo:
“Non ti preoccupare amore, con quello schiaffo ha voluto solo rimarcare la sua dominanza su di te, in questi momenti tu sei sua… sei la sua donna, la sua femmina, appartieni pienamente a lui…. “Pronunciò facendomi allarmare e godere di più a sentire quelle parole.
Mentre dietro la sua voce rauca mormorava ridendo:
“Sembri una capretta che bela… bella signora!!”
Probabilmente si riferiva al verso ansimante che mi usciva dalla bocca respirando e gemendo in quel modo quando godevo o forse per la posizione che ero. Facendomi comunque vergognare.
Continuai a sentire la sua mano salire, arrivare di nuovo alle mammelle e una alla volta alternandole, massaggiarle, palparle, stringermele per poi rilasciale e tirarle nuovamente in basso come ad allungarle e allentarle, prendere il capezzolo e stringerlo, roteandolo leggermente tra le dita, facendomi impazzire da un piacere mai provato.
Non riuscivo a trattenere gemiti di piacere nell’avvertire le sue mani sul mio seno, e nel sentire la sua asta di carne dura sfregare e premere contro le pareti vaginali dandomi una sensazione bellissima, sublime, provocando la loro contrazione e lo spasmo di risposta conseguente, che con le sue terminazioni nervose spandevano fremiti e piacere dappertutto, dalla vagina alla pelvi, alla cute e al cervello, rendendomi inerte, passiva e sottomessa al piacere, incapace di pensare, dominata e domata da lui, quell’uomo.
Avvertire per la prima volta la strana sensazione della carne del suo glande morbido appoggiarsi e spingere in alto il collo dell’utero …era bellissimo, paradisiaco, mi dava piccoli orgasmi continui e apnea, facendomi dondolare la testa e i capelli in quell’abitacolo ormai caldo umido e pieno di odori del mio corpo, dal mio profumo personale, a quello del sudore e del mio fiato caldo nel gemere e godere. E il mio corpo reagire e muoversi, scuotersi e partecipare in un ritmo erotico sfrenato.
Inaspettatamente mi afferrò i capelli e me le tirò forte indietro, come se fossero redini di una cavallina e puledra, lanciai un gemito e avvertii spasmi vaginali di piacere violenti ripetitivi, quasi contrazioni continue, godendo a quella condizione di inferiorità, iniziando a muovere il sedere indietro, dondolandolo di più verso quell’uomo afar arrivare le mie natiche a battere contro i suoi inguini…
Era tutto tremendo, eccessivo per me.
D’istinto per comodità di postura, per mantenere l’equilibrio spostai le mani in avanti sull’altro sedile quello di Maurizio, del guidatore, appoggiandomi a mani larghe sulla seduta di esso.
“Si! Si! Così! Spingi!”
Esclamai senza pudore e vergogna stupendomi delle mie stesse parole e della partecipazione verbale oltre che fisica che avevo a quell’amplesso che consideravo sporco e sconcio. Dal piacere non connettevo più bene… non lo vedevo, ma certamente Maurizio sorrideva dietro me della mia partecipazione e ne era felice, avendomi trasformata.
A un certo punto dondolando avanti e indietro con il tronco sotto le spinte piacevoli dei colpi profondi di quell’uomo avvertii un caldo enorme, come un fuoco invadermi la pelvi e d’istinto balbettai senza riuscire a parlare:
“Ma-uri-zio!!…Ma-uri-zio !!!”
“Sono qua vicino a te, stai tranquilla!” Rispose sentendo la sua mano accarezzandomi la schiena sudata.
Assisteva calmo ed eccitato nel vedere le sensazioni del mio corpo, della sua futura moglie unirsi a quelle di quel cinquantenne sconosciuto, e ad ascoltare i miei gemiti di piacere.
Sentivo il suo cazzo scivolare seppur con resistenza dentro me, muovermi la pancia internamente, accarezzarmi l’utero con la cappella e lui ogni tanto picchiarmi sulla natica a mano larga dandomi degli sculaccioni come a rimarcare la mia sottomissione.
Sentivo il suo respiro profondo e affannoso… e quasi insopportabile, fastidioso, come un rantolo da vecchio.
Ogni tanto si fermava per farlo uscire quasi tutto dalla vagina, lasciando solo il glande a divaricare la vulva, per poi spingerlo dentro di nuovo in un misto di fastidio e piacere, avvertendo la sua pancia e i suoi inguini battere sui miei glutei e l’utero muoversi, alzarsi dolcemente, spostarsi verso l’interno dell’addome e la sua asta di carne dura comprimere la vicinanza della vescica del retto.
Sensazioni mai provate prima. Godevo di un lamento unico… avevo l’orgasmo, quell’orgasmo mai provato così forte, intenso, brutale e violento:
“Aaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!! Ssssssssssshhhhhhhhhh!!!!!!!!!!! Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!”
Urlai confusa piantando le unghie delle dita smaltate di rosso dentro la pelle nera del sedile dell’auto, tirandoli, rigandolo e graffiandolo, rovinandoglielo per sempre, ma non riuscivo a fermarmi, a trattenermi, avevo l’orgasmo e godevo e dal piacere e in quel momento avrei voluto stapparla tutta la pelle del sedile.
“Siii!Siiii!!! Siiiii!!!! Gridavo, mentre lui iniziava a muoversi velocemente, non riuscivo nemmeno a parlare a trattenermi a volte andavo in apnea e mi sentivo mancare ed emettevo vergognosamente suoni gutturali di godimento, di gioia.
Avevo la sua grossa mano sul fianco a tenermi ferma, domarmi e dominarmi, farmi capire come diceva Maurizio poco prima, che in quel momento era lui il padrone di me e io la sua femmina: e con l’altra mano continuava a stringermi le mammelle, come se le mungesse, comprimendole e tirandole per poi rilasciare tutto e ricominciare. E godevo, continuando quell’esplosione dentro di me, finché in un urlo e in un orgasmo fortissimo finale, scuotendomi tutta esclamai:
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!”
E lo stesso lui, si mosse veloce fino a fermarsi e restare immobile con il fallo eretto, facendomi sentire pulsare la sua asta dura in vagina.
In me proseguì l’orgasmo e continuai a godere, scuotendo la testa perché avvertivo il suo fallo di carne pulsare eiaculando sperma caldo nel preservativo e contro la parete del mio utero.
Godevo, mi dimenavo e muovevo il sedere mentre lui veniva dentro me con il suo seme. Eiaculò in vagina, ma all’interno del preservativo e io assurdamente gioivo e provavo piacere da quell’atto perverso e pericoloso.
Un brivido di terrore mi percosse il corpo e la mente assieme a quelli di piacere che mi stordivano, al pensiero che il suo sperma era contro il mio utero diviso solo da un sottilissimo strato di lattice. Percepii anche lo sgomento del pensiero di una rottura accidentale e un potenziale ingravidamento, visto che era soltanto un sottile velo di lattice a dividere lo sperma caldo eiaculato da quell’uomo disgustoso, dal mio giovane e fecondo utero.
E provai il calore del suo seme, dal suo glande contaminare per contiguità la mia cervice uterina a cui era appoggiato. Fu una impressione terribile e bellissima contemporaneamente avvertire quel calore dello sperma attenuato dal lattice trasmettersi contro l’utero.
Quello che provai fu indescrivibile, venni presa da una scarica di adrenalina e una eccitazione mai avuta in vita mia, specie nel momento che si fermò e con le pulsazioni iniziò a eiaculare nel profilattico, facendomi esplodere di piacere.
Poi lo tirò fuori, e io tremante e godente cedetti e mi lasciai cadere con il viso sudato sulla pelle nera del sedile di Maurizio, segnata dalle mie unghie e mi accasciai.
D’istinto girai il volto sudato indietro strisciandolo sullo schienale, alzandolo appena, vedendo Maurizio che aveva appena finito di masturbarsi e rimettersi il pene nei pantaloni.
Come mi aveva informato parlandomi di sua moglie, per un attimo immaginai, che si masturbava ed eiaculava anche lui osservando, me, la sua donna, posseduta da un altro.
E spostando di poco lo sguardo, vidi lui, quello sconosciuto per me e la sua asta di carne lunga e rigida, impressionante per me allora, che si toglieva il preservativo pieno di sperma e lo gettava nel buio oltre i cespugli. Abbassai il capo di nuovo in quella posizione a carponi, oscena, con il sedere a vista e probabilmente la vulva dilatata dal rapporto sessuale in quella posizione e chiusi gli occhi, appoggiando la guancia sulla pelle nera godendomi quei momenti bellissimi di estasi.
Li sentivo parlare dietro me, ma non mi interessava, restavo ferma, ero incantata e a un certo punto sentii accarezzarmi il sedere e dire volgarmente dalla voce rauca di quell’uomo come se fossi stata una donnaccia:
“Ciao bella signora! … Spero di rincontrarti ancora!” Dandomi uno schiaffo forte sulla natica come saluto.
Non mi voltai nemmeno.
Ero ancora godente sdraiata su quei sedili in pelle nera del Suv di Maurizio. Era stata una chiavata molto eccitante, come non ne avevo mai fatto per le conoscenze che avevo allora. Avevo goduto, ero stata posseduta da un altro uomo davanti al mio futuro marito e ora potevo decidere, scegliere se diventare la moglie di un cuckold in base a come mi sentivo e a quello che provavo realmente io e non per aver letto o sentito dire.
A lui lo avevo visto seppur nella parte finale, finire di masturbarsi avvolto dal mio piacere e dalla foga sessuale di quell’uomo.
Lui dopo aver salutato se ne andò probabilmente come si era accordato con Maurizio, mi sarebbe piaciuto vederlo bene in faccia, che tipo era…. Ma! …Forse in futuro se avessi fatto la scelta scellerata che voleva Maurizio, lo avrei rivisto nuovamente.
Poco dopo sentii il motore della sua auto avviarsi, tirai su il capo e vidi accendersi i fari che illuminarono tutto il buio intorno quasi a giorno e andando via spostandosi con l’auto, come due raggi di luce illuminare gli alberi, poi la nostra auto e noi, e di seguito la strada per prenderla e allontanarsi.
Mi cacciai ancora giù con il viso e restai sdraiata, piegata con il volto sul sedile del guidatore, spossata ed estasiata da quel godimento insolito, perverso… e ancora un po’ stordita dal piacere. Poi sentii Maurizio dietro che mi accarezzava il sedere dolcemente con le sue mani morbide, alzai il capo e mi guardai in attorno nel buio, non c’era nessuno, solo silenzio e il rumore dolce e piacevole della pioggia sull’auto e sull’erba.
Aiutata da lui mi voltai e tirai su e mi sedetti di nuovo sul sedile del passeggero, il mio e prima che scendessi per pulirmi lui si avvicinò sotto l’ombrello.
“Vieni qua!… Verso me con le gambe! Ti rimetti a posto dopo!” Mormorò.
Lo guardai e vedendolo ancora eccitato lo feci, mi misi con le gambe in fuori verso la portiera, con le mutandine sempre giù alle ginocchia e lui prendendole per l’elastico me le tirò giù alle caviglie e le tolse tra il mio stupore.
“Forse mi vuole possedere anche lui!” Pensa felice.
Invece aprì le cosce e si accovacciò tra loro, lasciando l’ombrello appeso tra la portiera aperta e il tettuccio dell’auto in modo che lo riparasse dalla pioggia e mentre io lo guardavo in silenzio e stupita, infilò la testa tra esse e iniziò a baciarmela e leccarmela ancora bagnata e umida di umore e piacere per quell’uomo; in una posizione di quasi sottomissione, inginocchiato davanti a me, dopo che quell’uomo mi aveva posseduta.
Lo lasciai fare, appoggiò le mani sulle cosce e baciò la figa e lecco i peli bagnati dal piacere che avevo avuto nell’orgasmo con quello sconosciuto. La leccò con avidità e asservimento.
Poi felice si alzò mezzo bagnato, e ripreso e tenendomi l’ombrello mi chiese:
” Devi fare pipì?”
“No!” Risposi io mentendo volendo allontanarmi da quel posto al più presto.
Mi fece scendere e mettere in ordine e senza nemmeno asciugarmela con il fazzolettino di carta, rimisi e tirai su le mutandine e giù la gonna. Salii in auto e chiusi la portiera, lui facendo il giro fece lo stesso. Prima di mettere in moto mi guardò a lungo, mentre mi mettevo in ordine i capelli disfatti e il trucco sudato, voleva parlare, ma capì che io non volevo girando la testa verso il finestrino e osservando fuori.
Ora sapevo cosa mi sarebbe aspettato se lo avessi sposato, se avessi vissuto la mia vita con lui, sapevo come sarebbe stato il mio matrimonio e dovevo scegliere. E nei giorni seguenti riflettei.
È vero mi era piaciuto e avevo goduto con quel tipo che nemmeno conoscevo come non mai e probabilmente sarebbe stato ancora così ogni quindici giorni o un mese o forse più e poi lui al termine me l’avrebbe leccata… e saltuariamente avremmo avuto rapporti completi anche io e lui. Non ci sarebbe stata vergogna e disonore se nessuno avesse saputo… sarebbe stata solo una cosa nostra, un nostro vivere segreto…. Lo guardai mentre guidava serio e preoccupato di un mio possibile giudizio, era un bell’uomo Maurizio, benestante, e soprattutto lo amavo e mi amava e tutto sommato non sarebbe stata peggiore della vita di alcune mie amiche tradite continuamente dai loro compagni o mariti….
“Ti è piaciuto?” Mi chiese al ritorno mentre guidava.
Era inutile mentire a lui e a me stessa:
“Si sessualmente mi è piaciuto anche se disapprovo il mio e tuo comportamento, moralmente non mi è piaciuto concedermi ad un altro davanti a te…”
“Ohhh!!!… ma te l’ho detto Francesca, non lo devi guardare sotto l’aspetto morale, è una trasgressione, un gioco che faremo ogni tanto!”
“Ogni tanto quanto?!”
“Non c’è un periodo definito, dipende dalle condizioni, può essere due tre volte al mese o una volta ogni due tre mesi e anche più, quando ti senti… dipende.
Ci lasciammo con l’intenzione di rivederci ancora, io avrei riflettuto bene sulla mia vita futura e le avrei dato un responso.
Non ci misi molto a decidere, avevo già riflettuto abbastanza e molto prima… e dovevo solo concludere.
“Fermati! Ferma la macchina!” Le dissi all’improvviso quasi spaventandolo.
“Che c’è!… Che succede?!” Mi chiese allarmato frenando.
Non risposi, lui accostò forse pensando che volessi scendere e invece appena fu fermo mi gettai su di lui abbracciandolo e baciandolo in volto con le lacrime agli occhi, piangendo e dicendole:
“Ti amo! Ti amo Maurizio! Va bene! Sarò come mi vuoi tu!”
Avevo scelto e lui aveva capito e non mi importava più del resto, volevo lui, così com’era, con pregi e difetti.
Dopo un abbraccio e un bacio lunghissimo ripartimmo e andammo in un bar che non conoscevamo a bere qualcosa come se nulla fosse successo, poi ritornammo in auto e ci baciammo ancora a lungo, come due veri innamorati e staccandoci mi chiese:
“Cosa pensi amore?” Sorrisi.
“Penso di sì!” Sussurrai quasi ridendo. Mi accarezzo i capelli e mi strinse a lui.
“E ‘stata la più grande prova d’amore che mi potevi dare!” Sussurrò:” E ricorda che io ti amo…ti amerò sempre…” Affermò:” …anche se ti concederai a qualche altro!”
Non risposi e mi strinsi a lui che continuò a parlare a stringermi e a baciarmi in fronte e sui capelli.
“Sono felice! Ti amo che mi accetti come sono e apprezzo enormemente che tu per amore rinunci ai tuoi principi e diventi come me.”
Poi staccandosi da me fece una pausa e sorridendo felice aggiunse:
“Hai visto com’è!?”
“Si!… Più che altro ho sentito!” Pronunciai sorridendo. Sorrise anche lui.
“Quell’uomo è un dotato, non un super, ma abbastanza dotato e in più è esperto e capace, per questo lo hai sentito!” Rispose sorridendomi a sua volta.
“Lo faceva anche con tua moglie?” Chiesi di nuovo pur sapendolo già.
“Si, anche in modo completo e davanti…”
“Io davanti con lui sopra me non voglio!” Lo interruppi precisando.
“Lo farai sempre come vorrai tu amore!? Deciderai tu se cambiare posizione!” Ribatté.
Poi cambiò argomento:
“Cosa provavi? Dimmi?? “Mi chiese eccitato del voler sapere.
Non aver timore, confidati pure apertamente con me delle tue emozioni, di quello che hai provato, che ti piaceva o non ti piaceva, o ti dava fastidio o volevi fare e non hai fatto! …Non vergognartene a me piace ascoltare e sapere, conoscere la tua intimità… che mi racconti…”
Disse aggiungendo:
“Ho visto che ti è piaciuto e ti sei lasciata andare e io so che non potevi fare diversamente
perché nessuno sfugge alla propria natura specialmente in campo sessuale.
Sarei curioso di conoscere i tuoi pensieri in quei momenti, cosa hai pensato, provato e goduto di questa trasgressione.”
Era pieno di morbosità, capii che si eccitava ad ascoltarmi e gli dissi quasi vergognandomene:
“Si mi è piaciuto …” Anche se era la verità in fondo.
“Lo sentivi dentro?” Domandò inoltre imbarazzandomi con quella discussione.
“Si!” Risposi:” Mi dava una sensazione di pienezza mai provata … ma sono tutti così?” Domandai curiosa, sorridendo vergognosamente e imbarazzata.
“Questo lo sceglierai tu, dipenderà da cosa vorrai, in genere i dotati sono quelli che fanno godere di più se sono bravi e capaci, però non vanno bene per l’anale!” Esclamò.
“L’anale?! “Ripetei scandalizzata io tirando su i il capo dalla sua spalla:” Io l’anale non lo farò mai !!… Mai!!!“Affermai decisa.
Lui sorrise ancora, come se sapesse prevedere il futuro… aggiungendo:
“Poi oltre le dimensioni, quello che eccita e soddisfa possono essere i luoghi, le situazioni, i ruoli, i tipi di partner e tante altre cose che se vorrai imparerai. “
A tarda serata mi accompagnò a casa e tra baci e abbracci ci salutammo, avrebbe voluto che mi fermassi a casa sua, ma non volli, i miei mi aspettavano.
Appena arrivata mi feci la doccia, mi lavai tutta anche i capelli, mi sentivo inquinata da quell’uomo e lo pensavo sia con disgusto che con piacere.
Avevo accettato di vivere in quel modo, ma quella notte riflettei ancora, ma senza piangere quella volta, lo feci in modo distaccato e poi caddi in un sonno profondo.
Il giorno dopo, quando mi svegliai e ripensai a tutto ero incredula di quello che era accaduto la sera prima, mi rannicchiai sotto il lenzuolo e non volevo non solo alzarmi, ma nemmeno pensare a quello che era successo, a freddo con la mente non eccitata e senza Maurizio vicino ragionavo in modo diverso.
Restai nel letto a guardare il soffitto e i mobili della mia cameretta, quella stanza che avevo fin da bambina, piena di ricordi, desideri e sogni puliti. La vagina era indolenzita per quel rapporto sessuale vigoroso che avevo avuto con lo sconosciuto….
“Sarà sempre così la mia vita sessuale! “Pensavo e ripensavo.
Provavo un senso di amarezza, dispiacere per me stessa, per aver rotto i miei sogni giovanili concedendomi a un uomo che non amavo, sconosciuto, solo per goderne carnalmente e per amore di Maurizio!
Ma seppur con la vagina indolenzita, avevo goduto, mi era piaciuto essere stata in quella posizione animale, avergli mostrato il mio sedere e il mio sesso da dietro, essere stata presa poderosamente da quell’uomo in quel modo, come una cagnetta in calore … e averlo anche desiderato nel momento del godimento e dell’orgasmo. Mentre Maurizio guardava tutto masturbandosi.
“Diooo!!! Se lo sapesse la mia famiglia cosa ho fatto! …I miei genitori, mia sorella! …. Dio miooo!!!…” Pensavo.
Non ero una ragazzina sprovveduta, e quando mi rividi con lui, ne riparlammo ancora, e nonostante avessi accettato gli dissi le mie paure e perplessità, come ammisi anche il mio piacere e desiderio di essere stata là con lui e con quell’uomo in quel momento.
Ci fu una chiacchierata chiara e sincera, fatta di precisazioni, dove al termine confermai il mio consenso a quella nuova sessualità che avrei vissuto insieme a lui.
“È un fatto positivo che il fare sesso con partner diversi da me sia entrato a far parte della tua sessualità e che tu ne sei restata soddisfatta e ne senta ancora il desiderio intimo. Questa decisione ti aiuterà anche in futuro quando tutto rientrerà in un assetto di normalità e sarai tu, a sentire il desiderio e l’esigenza di essere ammirata e posseduta da un altro. “
Passarono alcune settimane, e una sera lo rifacemmo un’altra volta, sempre al solito posto, solito modo con lo stesso tipo che mi chiamava ‘bella signora’.
Io non gli dissi più nulla, ci amavamo e continuavamo il nostro vivere tranquillo e anche il fare sesso tra noi, così diverso dal farlo come con quell’uomo trasgressivo e brutale a volte, ci eccitava e soddisfaceva.
Con Maurizio fare l’amore era dolce, tenero, quasi femminile l’amarsi, fatto per lo più di baci, di carezze e sussurri d’amore.
Lui si eccitava facendomi domande strane, ricordandomi quei due episodi che avevamo avuti o facendomi fantasticare in qualcosa di nuovo che lui avrebbe voluto fare. Io accettai, in fondo mi convinsi che era sì una cosa fuori delle convenzioni, ma senz’altro meno sporca del tradimento all’insaputa uno dell’altro.
Fu lui una sera, che invitandomi a cena al termine, prese dalla tasca una scatoletta da gioielleria, offrendomi un anello, e mi chiese:
“ Mi vuoi sposare Francesca?”
Sembra banale, ma mi commossi.
“Si! “Balbettai emozionata, abbracciandolo e baciandolo. Ma quando?” Chiesi incredula.
“A Settembre!” Rispose lui:” … Però dovrai smettere di lavorare in quell’ufficio, dovrai dedicarti solo a te stessa e alla tua nuova famiglia, a me e Fabio, alla casa e al resto.”
Lo abbracciai con le lacrime agli occhi, felice e dispiaciuta, felice perché sposavo l’uomo che amavo e dispiaciuta perché ormai sapevo che sarei diventata la moglie di un cuckold, una Lady sweet, ed era una mia scelta, senza insistenze, ricatti e trabocchetti o scoperte tardive dopo il matrimonio.
Lo volevo, lo accettavo e non solo per amore, avevo capito e scoperto che al di là della immoralità che aveva intrinseca quel rapporto, quella situazione tutto sommato mi piaceva e ne provavo repulsione e attrazione e quando la praticavo… godimento purtroppo.
Avrei vissuto la mia vita coniugale come migliaia di altre donne, con la differenza che loro scoprivano dopo il matrimonio di avere un marito cuckold, io no, lo sapevo prima e lo accettavo.
Ci sposammo a settembre, tra la felicità di tutti e già durante il viaggio di nozze a Parigi, gli ultimi giorni mi offrì a un cameriere francese … nella nostra camera nuziale.
Eravamo felice in luna di miele, in un albergo di lusso sulla Senna, quando eravamo a pranzo nella sala del ristorante, c’era sempre un cameriere che mi guardava… era giovane, della mia età anche un bel ragazzo.
Anche mio marito se ne accorse:” Ti mangia con gli occhi quel ragazzo…” Dichiarò sorridendo e soddisfatto.
“Oh… guarderà tutte così!” Risposi.
“Sono certo che si accoppierebbe volentieri a te!” Affermai.
“Dai… siamo in viaggio di nozze…” Lo esortai:” Non pensare a queste cose.”
Tutto sembrava finito lì, ma ogni volta che mi vedeva o portava o ritirava qualche piatto mi guardava con desiderio.
Un tardo pomeriggio dopo essere venuti da una passeggiata, mentre ero sotto la doccia sentii aprire.
“Amore… ci sei?”
“Si! Sono sotto la doccia …” Risposi.
“Sono io…ti ho portato un regalino.” Disse. Pensavo a qualche sciocchezza che aveva acquistato, invece uscendo nuda dalla doccia per andare nel cassetto della camera a prendermi la biancheria intima, me lo trovai davanti, c’era anche quel ragazzo, il cameriere… che nuda mi osservava. Cercai di coprirmi con l’asciugamano.
Era questa la sorpresa. Guardai mio marito rassegnata, capii subito cosa intendeva e restai li ferma nuda e bagnata e se devo dire la verità anche eccitata da quella sorpresa. Maurizio si avvicinò prendendo il grande asciugamano di spugna con cui mi fasciavo dicendo:
” Ti asciugo io amore…” Sollecitando il cameriere:” Su vieni! Aiutami anche tu!”
E restai ferma a lasciarmi asciugare con malizia da loro due, poi quel cameriere probabilmente già istruito da lui mi accarezzò il corpo e accompagnandomi mi fece sdraiare sul letto, sopra il copriletto, tolse l’asciugamano lasciandomi nuda, completamente sdraiata sul letto e venendo verso me iniziò a baciarmi le mammelle e succhiare i capezzoli, allargandomi nel contempo le gambe accarezzandomela… Il tutto sotto lo sguardo eccitato e contemplativo di mio marito.
Il resto fu semplice, non si spogliò neppure completamente il cameriere, si slaccio i pantaloni e le tirò giù assieme allo slip, aprendosi anche la camicia sul torace. Io ero tanto eccitata e desiderosa di fare sesso che in quel momento non pensai minimamente al preservativo e mi penetrò cosi a pene eretto nudo possedendomi e baciandomi volutamente anche in bocca. Subito cercai di allontanarlo voltando il capo, ma poi … sarebbe bello e vedendo mio marito lì in piedi vicino a noi che si masturbava, ricambiai…
Finimmo che mi eiaculò sull’addome e mi rifeci la doccia.
L’avevo fatto senza protezione, aveva ragione Maurizio, dipendeva dalla situazione e con chi eri, e lo facemmo senza. Quella fu la prima volta anche nel letto con Maurizio seduto vicino che guardava e si masturbava…
Da lì iniziò la mia nuova vita.
I mesi e gli anni seguenti li passammo come due sposini, a passeggiare, farci coccole e stare assieme.
Con il tempo il concedermi ad altri diventò anche parte dei miei desideri e fantasie sessuali e non lo facevo solo più per accontentare lui, ma anche perché piaceva a me.
A lui piaceva che fossi ammirata, guardata e desiderata. A volte andavamo in discoteca e mi faceva indossare vestitini sexy a gonna e una volta in pista mi lasciava da sola a ballare e tornava a sedersi al tavolino, lasciandomi sola a danzare attorniata da ragazzi che ci provavano oppure da qualche uomo che mi scrutava e corteggiava. E poi al termine quando uscivamo dalla sala da ballo, mi portava a farmi possedere dove avevamo già l’appuntamento con qualcuno. E io calda ed eccitata di essere stata desiderata e strusciata, che mi concedevo volentieri al maschio di turno che lui aveva contattato.
Io penso che queste emozioni si provano solo con la trasgressione e siano come una droga che da dipendenza, per cui con il tempo non si riesca più a fare a meno ma si richiede sempre qualcosa di più.
Si, in pochi anni il veleno della lussuria e della trasgressione entrò anche in me contagiandomi da non poter fare più a meno del sesso forte, hard, proprio come una droga.
Ora sono sua moglie, e ne sono soddisfatta e orgogliosa, sono una signora per bene, ho smesso di lavorare o meglio, non sono più dipendente ma ho un’attività per conto mio, aiutata anche da una commessa. Non mi piaceva stare senza fare niente, ho aperto una piccola attività di accessori pregiati per l’abbigliamento femminile, dai foulard ai guanti, cinture, sia in pelle che in tessuto, oltre che piccole gioie complementari.
Sono cambiata anche nel look, non più quello sbarazzino da ragazza cresciuta, ma da donna adulta, da signora giovanile. Ho un figlio, Fabio che ora ha 17 anni e sta terminando il liceo, mi ha accettato pienamente nel mio ruolo di amica – madre.
Siamo andati a vivere in casa sua, dove ho trovato una stanza piena di vestiti, scarpe ed accessori griffati della sua “ex” moglie, alcuni capi molto belli e di valore li ho tenuti per me e li indosso tutt’ora, altri della misura che potesse indossarli li ho regalati a mia madre, tipo scarpe, foulard, ma soprattutto ho donato molto a mia sorella e mia cognata, che non pensavano minimamente di farsi un guardaroba griffato del genere, gonne, jeans, top, giacche in pelle, giubbotti e accessori, cinture e collane che non mi piacciono.
L’appartamento un po’ per volta l’ho fatto rifare tutto, non che fosse brutto, tutt’altro, ma non mi andava vivere in una casa con i gusti di un’altra donna, ora la moglie sono io….
Ho fatto tinteggiare i muri, cambiato alcuni mobili e la loro disposizione, altri li ho dati in regalo a mia sorella e mio fratello. Ho allargato e fatto piastrellare la cucina e il bagno di altro stile e colori di quello che avevano. Ho voluto dare una impronta diversa alla mia e loro vita e non essere solo una copia di un ricordo di un’altra donna che non c’è più, ma essere un’altra moglie e anche mamma sotto certi aspetti, viva e differente.
Lui inizialmente a tutti questi miei cambiamenti e rimozione di vecchi ricordi ha storto un po’ il naso, non voleva che cancellassi tutto il suo passato e con esso la sua ex moglie, ma la mia determinazione fu decisa e risoluta che si adeguò e mi lasciò fare.
Sessualmente sono molto cambiata, mi sono trasformata nel senso stretto della parola, sia d’aspetto che in gusti, sono un’altra donna, più smaliziata e decisa, sono diventata una Sweet vera, la moglie del cuckold.
Si dice che è l’occasione che fa l’uomo (o la donna) ladro, ed è vero, anche nell’ambiente del cuckoldismo è l’occasione che ti spinge sempre oltre a provare di più.
Dopo sposati ed essere stata offerta a un cameriere nel nostro hotel a Parigi al termine del viaggio di nozze, al rientro dopo qualche mese ci siamo incontrati ancora allo stesso modo in una camera d’albergo con un nuovo partner, oramai io ufficialmente sua moglie. In seguito durante l’estate ho avuto incontri con un bel bagnino tutto abbronzato e muscoloso e nella bella stagione quando capitava di incontrarci, per far essere tutto più eccitante, praticavamo sesso in auto o in piedi fuori dall’auto adesi alla fiancata. Successivamente quando è arrivato il l’inverno e le temperature esterne sono scese, si è passati a farlo in albergo o in qualche appartamento del partner se lo aveva… e sempre a letto, anche in varie posizioni.
Anche se mi dicevo che non l’avrei mai più rifatto come con quel cameriere a Parigi, ho finito per farmi possedere ancora con un partner sdraiato sopra di me e alla fine in preda al piacere e alla lussuria a lasciarmi baciare ancora in bocca, anche se non volevo. È difficile rifiutare un bacio o la lingua di chiunque in pieno godimento e orgasmo e così è capitato a me e da lì con il secondo partner, quando provavo piacere, iniziai a farmi baciare anche in bocca.
Ho praticato sesso nudi nel letto, all’inizio alla missionaria, poi su richiesta anche di mio marito a carponi o alla pecorina come la chiamano volgarmente loro e infine, nella posizione dell’amazzone, io seduta sopra il partner con il suo sesso eretto in vagina, sia girata verso le sue gambe che in direzione del suo volto mentre mi succhiava i capezzoli.
A volte d’accordo con mio marito abbiamo frequentato più volte lo stesso partner, non perché fosse bello e mi piacesse, ma perché era bravo, dotato e sapeva farmi volare dal godimento.
In sei anni, ho avuto decine e decine di rapporti sessuali con persone diverse e pulite, quasi tutte con il profilattico, le precauzioni sotto il profilo igienico e riproduttivo non le ho mai dimenticate, Altro è quando si è su di giri ed esaltate, e mi duole dirlo perché devo dare ancora una volta ragione a mio marito, si pratica anche liberamente, senza preservativo, solo per il gusto di avvertire il glande e un bel fallo nudo in vagina; per sentire l’adrenalina salire e avere il terrore che se non si sa trattenere, puoi essere eiaculata in vagina.
Per precauzione per un periodo avevo messo lo IUD come anticoncezionale, ora assumo la pillola sia per evitare gravidanze indesiderate, sia perché mi regolano l’attività ormonale nell’organismo e mio marito lo sa.
Come si dice un passo dopo l’altro, ho salito …o farei meglio a dire, ho sceso molti gradini della depravazione del cuckoldismo diventando una brava sweet , fino ad arrivare a quello che per me era l’estremo e mi ero giurata che mai l’avrei fatto, l’orale e l’anale. Si l’ho preso anche dietro… e tutto sommato non mi è dispiaciuto e sono diventata anche una brava bocchinara quando ho voglia di farli. In una circostanza particolare ho fatto sesso anche con una ragazza. E si, anche lesbo…. Ma non mi è piaciuto leccare e farmi leccare la figa, preferisco il maschio.
Aveva ragione Maurizio quando diceva che sarebbero state scelte mie e che quello che rinnegavo oggi l’avrei potuto farlo domani, difatti lentamente mi sono trasformata sessualmente e nel vivere la trasgressione ho avuto rapporti con uomini in un modo che non conoscevo e che mai avrei pensato di praticare.
Ho giocato con Maurizio a travestirmi, a essere provocante, in una stanza ho trovato lingerie hard della sua ex moglie, la mia predecessora, dalle scarpe con strass e tacchi vertiginosi ai reggicalze, calze a rete colorate, guapperie, string, reggiseno, oltre che parrucche di varie acconciature e colore che a volte indosso per gioco e per non essere riconosciuta, specialmente se pratichiamo carsex, visto che con gli anni i miei capelli lunghi li ho accorciati sul collo e li ho tinti di scuro che mi stanno meglio.
E si, quella sweet, quella sporcacciona della mia predecessora, la sua ex moglie aveva un guardaroba di indumenti e accessori hard che ho tenuto per me e mio marito è stato ben contento.
Ora ho 36 anni, sono una signora per bene, borghese, allegra e giovanile anche nell’aspetto.
Vivo bene e non mi manca nulla dal punto di vista sentimentale, sessuale ed economico, mi sono adattata a questa nuova vita immorale, che però non è assolutamente male se vissuta con filosofia. È solo diversa dalle altre, non convenzionale.
Come capita a ogni donna a un certo punto del matrimonio e della vita, pochi mesi fa avvertii forte il desiderio di maternità, di avere un figlio, di diventare mamma e felice comunicai a mio marito il mio desiderio di maternità, di avere un figlio o una figlia mia e sua…. È stato contento, felice di apprenderlo, mi ha detto che anche lui era d’accordo ad averlo, ma poi prendendomi da parte e abbracciandomi, mi ha gelata con la sua risposta.
“Sono davvero felice del tuo desiderio Francesca…” Disse con il sorriso:” … ma c’è un problema! C’è una cosa che devo dirti. Non l’ho fatto prima perché non pensavo che tu avresti dovuto questo desiderio”
“Quale problema!” Domandai evasiva.
“Io son sterile!” Mi confidò guardandomi serio.
Restai intontita pensavo di non aver capito bene:” Come sei sterile?”
“Si sterile… non posso avere figli.” Ribatté.
“E da quando scusa?… Lo sei diventato ora?” Chiesi sorpresa.
“No lo sono sempre stato!” Ribadì serio.” Ho sempre sofferto di azoospermia, fin da ragazzo…”
“Come azoospermia?” Domandai: “Che significa?”
“Significa che non ho spermatozoi vivi nel seme, non sono fertile…”
Mi sedetti stravolta da quella confidenza:
“Come sei sterile? E Fabio?… Fabio di chi è figlio allora?” Domandai.
Restò in silenzio ma intuii subito cosa significava il suo non rispondere.
“La tua prima moglie lo ha avuto con un altro?… “Aggiunsi guardandolo.” …Un partner degli incontri? …” Mormorai scandalizzata.
“Da chiunque lo ha avuto è mio figlio!” Ribatté serio
“Si certo!… Non discutevo questo aspetto, ma biologicamente non è tuo?” Asserii.
“Si!… Non è mio biologicamente.” Ammise.
Restai basita sibilando:
“E come dovrei farlo io un figlio? …” Al suo silenzio risposi io per lui:” …Come la tua prima moglie?!”
Non rispose subito, ma capii che era serio, che se avessi voluto un figlio avrei dovuto farmi fecondare come la sua prima moglie, da un partner occasionale.
“E comunque amore, se tu vuoi averlo anche da un altro, per me andrà bene, sarà mio con il mio cognome, sarà nostro figlio. “Affermò.
Li per lì non dissi più niente non ne avevo la forza né il coraggio dopo quello che avevo appreso. Ma ci riflettei e giorni dopo ne riparlammo.
“Io voglio un figlio mio!” Ribadii decisa.
” Va bene facciamolo!” Rispose lui con la sua solita calma.
“Ma facciamolo comeee??…” Mi misi a gridare:” Cosa intendi?… Che devo praticare la fecondazione artificiale eterologa? O andare a farmi fecondare da qualche partner in un incontro?” Domandai.
“Nooohhh! …. Lascia perdere tutte queste cose Francy… ci sono altri metodi.” Affermò.
“E quali?… Quello di farmi ingravidare da qualche partner la fuori di quelli che trovi tu per i nostri giochi?” Pronunciai risentita e contrariata.
Restò in silenzio e poi sbottò:” Perché no! Con la mia prima moglie è avvenuto così, e non mi sembra che siamo stati genitori cattivi, lei è stata una mamma splendida e io come padre hai visto tu senza dover darti spiegazioni, così sarebbe anche per te, per nostro figlio o figlia, per noi.”
Restai in silenzio allibita, ma lui proseguì:
“Per amarlo di più, non dobbiamo sapere chi è il padre vero!” Affermò.
“Come… non lo dobbiamo sapere?” Domandai stupita.
“Si, si può fare come è avvenuto per la mia prima moglie, si ha un incontro casuale con più uomini puliti e sani. Noi scegliemmo il numero di tre, dicemmo a loro che mia moglie prendeva l’anticoncezionale ma non era vero e che le piaceva sentirsi venire dentro e loro ignari accettarono e nell’incontro da ognuno alla volta si fece eiaculare da tutti e tre in vagina senza sapere chi fosse il primo… e in quel modo è stata fecondata.”
“Incinta da uno sconosciuto? Senza nemmeno sapere chi è il padre?” Mormorai.
“Si!… Solo in questo modo sarà solo nostro, non sapendo nemmeno chi è il padre biologico, come è successo con Fabio.”
Ero attonita, non ebbi la forza di rispondere, lui si allontanò chiamato al cellulare e non ne parlammo più.
Mi vennero in mente tante frasi e concetti che mi diceva prima di sposarci, quando cercava di convincermi a diventare una sweet e io ancora pudica e moralista resistevo sperando di cambiarlo. Come quando mi diceva che anch’io avrei scelto di farmi eiaculare liberamente in vagina e io gli rispondevo che era pazzo…
Di questo desiderio di maternità non ne parlammo più, ora è passato qualche mese e a volte, sento il desiderio forte di avere un figlio mio, mi manca. Ho Fabio che ora ha 16 anni, è un bel ragazzo e inizia a frequentare ragazzine ed è come un figlio per me e io una madre giovane ma vera per lui.
Il tempo cancella i ricordi e con essi la moralità e la purezza e favorisce l’oblio della memoria e fa nascere nuovi affetti, intenzioni e proponimenti, e anche a me, come ogni giovane donna in alcuni momenti mi assale prepotentemente il desiderio della maternità.
Ne ho parlato con il mio ginecologo e mi ha detto che per avere un figlio oggi, con le attenzioni e i trattamenti che ci sono, si può essere fecondate e portare avanti una gravidanza bene e senza problemi fino a 42 anni, quindi ho poco tempo… ancora qualche anno….
Ora ci sto pensando seriamente, conoscendo il suo pensiero oramai so che non sarà lui o una fecondazione eterologa, artificiale o naturale a ingravidarmi e rendermi madre, ma… qualche partner sconosciuto, probabilmente scelto da lui per far sì che sia solo nostro e tutto riservato come quello che facciamo.
A volte ci penso, mi sto abituando all’idea, il metodo non centrerebbe nulla, l’importante è il risultato e in qualunque modo verrei fecondata sarebbe sempre nostro, mio e suo figlio.
Con Fabio è un padre meraviglioso anche se non è suo figlio biologico, ma solo della sua prima moglie e di qualche sconosciuto, certamente sarebbe così anche con quello che avrei io….
In alcuni momenti guardo attentamente Fabio per cercare delle somiglianze con Maurizio, che non trovo, perché oramai so che sua madre è stata fecondata da qualche partner scelto in qualche incontro trasgressivo e mi vengono in mente le sue considerazioni di quando parlavo di Fabio con lui e mi diceva:
“Non assomiglia a me… poco. Assomiglia tutto a sua madre! A preso tutto da lei! “
Vedremo! Comunque non ho intenzione a rinunciare a diventare mamma.
Per il resto, la nostra vita coniugale prosegue normalmente e potrei aggiungere meravigliosamente, da non sembrare di vivere in quel modo, con una doppia vita, se non negli incontri trasgressivi che effettuiamo saltuariamente. Comunque lui è dolce e tenero, un buon marito e mi capisce e asseconda sempre.
Gli incontri, come li chiamo elegantemente io o gli accoppiamenti o i giochi come li chiama lui, come dicevo non avvengono con una cadenza costante e precisa, possono seguire il ritmo di una volta o due al mese o molto di più, oppure anche nulla per alcuni mesi, dipende dal momento, dalla situazione e da come ci sentiamo noi, io soprattutto….
A volte si! … Sembrerà strano e impossibile, ma sono io che gli chiedo di programmare un incontro, la sento come una necessità fisica, sessuale, di accoppiarmi e godere carnalmente in modo vigoroso e addirittura i sconvolgo un calendario di incontri con amici e conoscenti che avevamo già programmato.
In genere li progettiamo gli incontri, in altri momenti è l’occasione, l’opportunità del momento che ci spinge … in genere in vacanza e sempre con della precauzione e le nostre regole.
Ora ho finito di scrivere, ho voluto parlare di me, della mia vita, perché ho letto spesso su siti e riviste, anche ‘serie e credibili ’ femminili, di mogli che si lamentano con la psicologa o lo psicologo di turno del marito, che dopo anni di matrimonio abitudinario, hanno scoperto essere cuckold (o forse lo sono sempre stati e ora lo manifestano soltanto) e le esorta ad avere incontri sessuali con altri uomini. Ed altre che si lamentano del fatto che vorrebbero il marito cuckold…
Ebbene con questa ho voluto informarvi della mia vita, che io l’ho scelto il marito cuckold…
Bene ora ho terminato di narrare e ho passato due ore piacevoli con voi a parlarvi di me, delle mie scelte, dei miei ricordi e del mio futuro. Tra poco chiuderò il portatile e domani spedirò questa mia testimonianza a Immoralex.
Ora nuda ritornerò in camera mia, passerò davanti a mio marito seduto in salotto che traffica con lo smartphone a parlare con i suoi colleghi e che probabilmente nemmeno si accorgerà e mi osserverà preso come sarà dalla telefonata, a differenza di tutti i suoi amici e conoscenti che sbavano per me e pagherebbero oro per vedermi nuda; ma forse mi farà un sorriso o un cenno con la testa o con le dita.
Ritornerò davanti al grande specchio dell’armadio ad ammirarmi mi passerò sul collo, tra il seno e sull’addome il mio profumo preferito. Poi andrò alla console, mi pettinerò i capelli tinti di nero e truccherò il viso da renderlo sensuale e accattivante, con labbra rosso scarlatto come l’ombretto sulle palpebre. E sempre nuda tornerò a rispecchiarmi, ad ammirarmi contemplandomi e a vedermi fuggire se non la bellezza, la giovinezza.
Mi osserverò il seno e i capezzoli, i fianchi e il ventre che non sarà più incavato come prima. Fisserò il sesso oramai da anni completamente depilato, con la sua bella linea del piacere sulla vulva che la divide in due evidenziando le grandi labbra carnose. Metterò lo slip con pizzo traforato nero come il reggiseno che ho preparato sul letto, accarezzandomi le mammelle. Lo stesso farò con le calze autoreggenti di seta e nailon rosse che nell’assestarle liscerò e accarezzerò le gambe. Poi calzerò i sandali già preparati con tacco da dieci centimetri e indosserò il mio bel vestitino leggero color vermiglio, come il blazer rosso che metterò subito dopo. Prenderò la pochette con la catenella dorata da mettere a tracolla sulla spalla, con all’interno lo smartphone e vari accessori di beauty e andrò di là da Maurizio, seduto in salotto che mi guarderà mentre lavora, alzando il capo e dicendo:
“Sei pronta!?”
“Si sono pronta!” Risponderò io.
E mi sentirò come una puttana o meglio una escort pronta a concedersi in un rapporto sessuale. Prima andremo a bere qualcosa in un bar e poi mi accompagnerà dal mio partner occasionale… al luogo convenuto. E a tutto questo sono arrivata per amore, solo per amore che se anche oggi non c’è più è restato il bene e la tenerezza.
Con Maurizio mi sono comportata come la ragazzina innamorata, che per amore del suo ragazzo o fidanzato, che gli dice di trovarsi senza soldi con debiti, la convince per una volta ad aiutarlo, concedendosi sessualmente al debitore; non sapendo che da quel momento inizierà la sua vita da prostituta… come è successo a me.
Ah… dimenticavo di dirvi, stanotte Fabio dormirà da sua nonna e per loro noi saremo a una festa…
Grazie a Immoralex.
Francesca.
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dressage1@hotmail.it
Grazie.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…