Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze, vissute sempre in maniera stupenda, e magistralmente organizzate da Paolo che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in maniera totalmente casuale. Era una domenica calda e, poiché entrambi avevamo voglia di qualcosa di diverso, abbiamo deciso di recarci su di una spiaggia lungo il fiume che, spesso e volentieri, abbiamo frequentato perché, essendo un po’ appartata ci permette di prendere il sole nudi. Adoro farlo, perché vedo che la cosa eccita molto mio marito che, puntualmente, finisce con lo scoparmi con foga e passione. Quella domenica, sentivo dentro di me il desiderio di qualcosa di nuovo, ma, anche avendone parlato con lui, non ero riuscita a fargli capire cosa veramente volevo. Lui, come sempre, non si è perso d’animo e mi ha detto, mentre percorrevamo la strada per andare al fiume, che prima di sera sicuramente avrebbe trovato il modo per soddisfare quel leggero languore che sentivo fra le cosce. Giunti nella spiaggetta, ci siamo distesi vicino ad un grosso salice piangente che, con i suoi rami, oltre alla frescura, offriva anche una certa intimità. Faceva caldo e, dopo essermi completamente denudata, lui mi ha spalmato della crema protettiva, così mi sono distesa prona e, complice una leggera brezza, mi sono assopita. Non riesco a quantificare il tempo del mio pisolino, ma l’unica cosa che ricordo è che, ad un tratto, una mano mi stava accarezzando il solco tra le natiche, scivolando giù oltre il buchetto, fino ad insinuarsi con le dita fra le labbra della mia ostrica, che subito ha iniziato ad inumidirsi. Quando ho cercato di capire cosa stesse succedendo, Paolo mi ha tranquillizzata.
«Tranquilla, non ti muovere, resta così. Lasciami fare e vedrai che ti farò vivere una esperienza davvero particolare.»
Non ha aggiunto altro e, con un mio foulard, mi ha bendato. È stata subito una sensazione incredibile, perché non avevo idea di quello che stava succedendo intorno a me. Ho sentito dei passi, poi delle voci che parlavano con lui, ma era solo un sussurrare, fra l’altro anche a distanza e, quindi, non sono riuscita a capire cosa stessero dicendo. Dentro di me ero in trepidante attesa e, nello stesso tempo, ero curiosa di sapere cosa, questa volta, avesse escogitato mio marito per farmi godere. Ad un tratto, l’ho sentito alle mie spalle e la sua voce dolce ha continuato a rasserenarmi, dicendomi cosa dovevo fare.
«Sdraiati supina, apri le cosce e resta immobile. Goditi ciò che provi e succhia ciò che ti viene offerto da succhiare.»
Fremevo dall’impazienza, mentre con gesto quasi naturale mi sdraiavo a cosce aperte, consapevole del fatto che, sicuramente, stavo offrendo a qualcuno la vista della mia fica aperta. Ho sentito dei movimenti intorno a me e, subito, un alito caldo sulle labbra della fica, mi ha provocato uno strano brivido. Una lingua grossa ha preso a scorrere lungo lo spacco e fra le pieghe delle labbra alla ricerca del mio bottoncino che, appena raggiunto, è stato afferrato fra labbra forti che lo hanno succhiato, facendomi subito gemere di piacere. Era bravo, mi stava leccando in maniera stupenda ed ho sentito immediatamente il piacere scorrere lungo il mio corpo. Stavo per spalancare la bocca al primo orgasmo, quando, immediatamente, ho avvertito un particolare odore che ha colpito le mie narici. Si trattava di un profumo intenso, qualcosa di speziato, di esotico, che veniva avvicinato alla mia bocca ed una mano, poggiata sulla testa, mi ha immobilizzato, mentre una cappella dal sapore aspro mi si è poggiata sulle labbra, che si sono aperte, accogliendo al suo interno una grossa verga. Ho preso subito a leccare quel membro che doveva esser grosso, perché ho sollevato una mano ed ho cercato di impugnarlo, ma le dita della mano, per quanto lunghe, non sono riuscite a congiungersi. Doveva essere qualcosa di veramente grosso, perché, a malapena, riuscivo a tenere in bocca la sola cappella. Ho preso a leccare e scorrere con la lingua lungo quell’asta di carne che sembrava non aver mai fine. Quando il mio naso ha sbattuto contro quello che dovevano esser le palle, ho sentito qualcosa di voluminoso premere contro il mio viso. Intanto chi mi leccava, era riuscito a farmi raggiungere il primo orgasmo, che ho urlato a bocca piena. A quel punto non ho resistito ed ho voluto esser partecipe del gioco a pieno titolo. Così mi sono immediatamente tolta la benda e la sorpresa è stata davvero grande, nel vedere che mi trovavo in mezzo a due splendidi ragazzi di colore, che mi stavano facendo letteralmente impazzire. Due statue di ebano, nere, dal fisico imponente e, soprattutto, per quello che già avevo potuto constatare, stavo succhiando un cazzo di notevole dimensione. Era abbastanza lungo, sicuramente molto più di quello di mio marito, ma ciò che mi dava dei brividi era la sua circonferenza, simile al mio polso. Sentire quel membro enorme fra le mie dita mi faceva abbondantemente bagnare, in aggiunta al fatto che l’altro, inginocchiato fra le mie cosce, mi stava letteralmente scopando con la lingua. Sentivo quell’enorme massa di carne entrare ed uscire velocemente dalla mia fica, come la punta di un membro che gioca, senza affondare completamente. Ho goduto di nuovo e, questa volta, urlando il mio piacere. Nel godere, ho visto lo sguardo di Paolo che era molto soddisfatto di quello che stava vedendo. Stava immortalando la mia performance con quei due splendidi tori neri, scattando foto con il suo cellulare. Ad un tratto il tizio che stavo succhiando si è sdraiato supino sul mio telo ed il suo palo era lì che svettava verso l’alto, in maniera davvero impressionante. Ho guardato Paolo cercando di carpire il suo assenso a vedermi, o meno, salire su quel mostro. Lui mi ha sorriso ed ha fatto un cenno di approvazione con il capo, mentre io, un po’ preoccupata, ho deciso che mi sarei impalata su di lui in modo da poter regolare io stessa la penetrazione di quella verga nel mio ventre. Mi sono accovacciata su di lui e, afferrato quel palo nero, l’ho appoggiato alle labbra della mia fica che, per vero, già schiumava dal piacere. Lentamente ho sentito dilatare le pareti della mia vagina che venivano strisciate da quella verga che, inesorabilmente, scivolava dentro il mio corpo. Era una sensazione incredibile, meravigliosa e devastante, allo stesso tempo. Era bellissimo sentirsi riempire da quel membro che, forse, mi stava sverginando di nuovo. Ho spinto in basso il mio pube, finché ho sentito la punta sbattere con forza contro il fondo della mia fica ed ho allungato la mano ad afferrare e trattenere ciò che restava ancora fuori: ne avevo preso a malapena la metà! Ho spalancato la bocca, perché ho sentito che il respiro mi veniva meno, ma non ho avuto modo di emettere alcun suono, perché l’altro, quello che mi aveva leccato abilmente, si è alzato in piedi e mi ha offerto, davanti alle labbra, anche la sua mazza. Era decisamente più corto di quello che mi stava penetrando, ma, nel complesso, era ancora più mostruoso. La sua circonferenza era di sicuro superiore a quella del suo amico e, cosa non trascurabile, la sua cappella sembrava quella di un grosso porcino. Ho spalancato la bocca cercando di ingoiarlo, ma, per quanto mi sforzassi, a malapena riuscivo a far entrare la sola cappella. Lui non si è perso d’animo e, dopo avermi afferrato la testa con entrambe le mani, ha preso a spingere delicatamente il suo cazzo dentro la mia bocca. Mi sentivo piena, sia nel ventre che nella bocca e, questa sensazione di impotenza, questo sentirmi usata, scopata, sia sopra che sotto, mi ha provocato una strana reazione: il mio corpo ha preso a tremare, scosso da un incredibile brivido di piacere che, partito dalla testa, ha percorso come fulmine tutto il mio corpo e, nonostante la bocca fosse completamente riempita da quel fungo speciale, un urlo strozzato è uscito dalla mia bocca. Il mio corpo ha preso a tremare in maniera incontrollabile ed una strana frenesia si è impossessata di me, mandandomi in delirio. Ho preso a saltellare su e giù su quel palo che mi stava sfondando la fica e, ogni volta che scendevo su di esso, avevo la sensazione che mi penetrava sempre di più. Infatti, ad un tratto, le mie natiche si sono appoggiate al corpo dell’uomo: lo avevo tutto dentro! Mi sono stupita della capacità della mia fica di fagocitare un così grosso pezzo di carne. Ormai decisa a godere fino in fondo, ho spinto con forza in gola anche l’altro, facendone comunque entrare ancora un po’ di più. Stordita dal forte orgasmo, sono rimasta inerte, lasciandomi scopare sia da quello sotto, che ora aveva inarcato le gambe e mi sbatteva dal basso verso l’alto, che dall’altro che continuava a pomparmi il cazzo in bocca, tenendomi la testa ferma. Un nuovo orgasmo ha preso a percorrere il mio corpo e, nell’istante in cui iniziavo a tremare per il piacere, quello in piedi ha sfilato il cazzo dalla bocca e così ho potuto urlare a squarciagola. Lui, dopo avermi lasciato assaporare il piacere, ha interagito con l’altro, parlando una lingua a me sconosciuta; i due devono essersi accordati alla perfezione, perché, quello che mi stava scopando, mi ha afferrato per i fianchi e, senza nessun sforzo apparente, dopo avermi sollevato di peso, mi ha rigirato e messo in ginocchio sotto di lui. Ora, così posizionata, lui mi pompava da dietro, montandomi come una vacca. Sentivo quel lungo membro scorrere dentro di me avanti/indietro e, quando giungeva all’uscita, avvertivo come una sensazione di vuoto, che subito spariva nella fase del suo nuovo affondo. Paolo mi guardava estasiato e, ad un tratto, si è avvicinato davanti a me in ginocchio e, dopo aver passato il cellulare all’altro, pregandolo di scattare delle foto, mi ha offerto il suo cazzo da succhiare.
«Succhiami il cazzo, troia! Finalmente oggi ho trovato due cazzi degni di questo nome, capaci di sfondarti come si deve! Voglio che ti godi queste due nerchie così potenti, perché in te, per molto tempo, dovrà restare il ricordo di quanto piacere proverai oggi.»
Ero letteralmente sconvolta, non credo di aver compreso neanche la metà di quello che mi aveva detto, perché, in quel momento, l’unica cosa che volevo era il suo cazzo in bocca. L’ho afferrato con decisione e succhiato con tutto l’impegno e la voglia che avevo in corpo, facendolo sborrare quasi subito. È venuto in maniera copiosa ed abbondante, riempendomi la bocca, poi si è fatto da parte, lasciando il posto all’altro che, però, aveva altre idee. Infatti si è sdraiato sotto di me e la sua bocca si è impadronita dei miei capezzoli ed ha preso a succhiarli, morderli in maniera così forte, da farmi urlare in un misto di piacere/dolore che, unito alla monta a cui mi sottoponeva l’altro da dietro, mi ha fatto di nuovo godere. Ancora una volta l’orgasmo che ho avuto mi ha completamente sfinito. Avevo davanti ai miei occhi il membro del tizio che mi stava succhiando i seni e ho potuto constatare che era davvero più grosso dell’altro. Lui, dopo avermi sentito godere, ha parlato di nuovo con l’altro nella sua incomprensibile lingua e deve avergli chiesto di scambiarsi di posto, perché il tizio dietro di me si è tolto. Ero convinta che adesso avrei preso in pancia anche l’altra verga, invece, il tizio che fino a quel momento mi aveva scopato, mi ha sollevato con estrema facilità, come fossi una bambola e, dopo avermi rigirato, a testa in giù, lasciando stupito anche Paolo, che scattava foto a raffica, mi ha offerto all’altro in modo assolutamente unico: praticamente era un 69, però fatto in piedi, dove io ero a testa in giù con il cazzo in bocca di colui che mi teneva stretta, mentre l’altro affondava la sua bocca nella mia fica, semplicemente abbassando il capo. Era pazzesca questa posizione perché il mio stesso peso gravava sulla mia bocca, facendomi ingurgitare sempre più il cazzo che tenevo in bocca. Ho goduto all’istante per questa insolita posizione, mai provata. Il tizio che mi stava leccando, quello con il cazzo ancora più grosso, ha preso a mordermi letteralmente la fica. Al momento mi stava mordendo le labbra, il clitoride, procurandomi una specie di dolore che in realtà si tramutava in maggior piacere. Non so dire quanto ho goduto in quell’insolita posizione e, poi, ad un tratto, lui si è di nuovo disteso supino e, dopo avermi rigirato sempre con estrema facilità, mi ha letteralmente adagiato su di lui. Mi son trovata a cosce larghe a guardarlo direttamente in faccia, mi ha appoggiato la fica sulla punta di quel grosso fungo, che ha subito preso a dilatarne le labbra e penetrarmi scivolando dentro di me. Pensavo che il precedente passaggio dell’altro, abbastanza voluminoso, avesse, in qualche modo, predisposto la mia vagina a ricevere anche quest’altro, mentre invece sentivo che mi apriva ancor di più. L’altro mi ha lasciato di peso e, caduta su di lui, mi sono sentita veramente sfondare la fica.
« hhahahh!… Mi squarti! Mi stai spaccando in due!»
Ero stravolta da quella sensazione di massima dilatazione a cui era sottoposta la mia fica e, girato lo sguardo verso Paolo, ho letto, nei suoi occhi, tutto il suo apprezzamento per quello che stavo facendo. Un attimo dopo, l’uomo ha inarcato le gambe ed ha preso a sbattermi dal basso verso l’altro. Credo di non aver mai provato, in vita mia, una così strana sensazione di pienezza, di massima dilatazione e, nello stesso tempo una tremenda sollecitazione erotica che, d’improvviso, mi ha fatto urlare di piacere, mentre la vagina cominciava a colare quasi stessi urinando. Quando Paolo ha notato questo, ha chiesto al ragazzo di restare per un attimo fermo, perché voleva immortalare il momento.
«Cazzo! La stai facendo squirtare! Fantastico! Sei il primo che riesce a portarla ad un così alto livello di piacere da farla, finalmente, squirtare! Continua, continua a pomparla, perché voglio che impazzisca per davvero!»
Non capivo più niente, ero letteralmente stordita, mentre il mio corpo si muoveva in maniera autonoma e incontrollata. Continuavo a godere in continuazione e, ad un tratto, stremata, mi sono sdraiata su quel maschio che mi stava letteralmente devastando la fica. Ero così in estasi, che non mi son nemmeno resa conto che l’altro si era inginocchiato dietro di me e, solo quando mi ha preso per i fianchi e, aiutato da Paolo, mi ha aperto le natiche, affondando il suo cazzo nel mio culo, solo allora, mi son resa conto che questi due mi avrebbero letteralmente diviso a metà.
«Oddio, vengo! Mi state letteralmente spaccando in due! Non vi fermate! Non vi fermate! Più forte! Voglio sentirvi fino in fondo! Paolo, amore, guardami, mi stanno letteralmente devastando ogni buco.»
Non riuscivo a credere alle mie parole. Non riuscivo a concepire il fatto che stavo incitando questi due a sventrarmi: mi stavano letteralmente slargando fica e culo. Paolo, eccitato da quello che vedeva, non ha trovato niente di meglio che posizionarsi davanti alla mia bocca e offrirmi il suo cazzo ancora duro. Non ricordo nemmeno se è stato lui ad infilarlo fra le mie labbra o io ad afferrarlo e ingoiarlo con voracità. Ero devastata da quei due enormi cilindri di carne che mi facevano godere a ripetizione. Improvvisamente Paolo mi ha afferrato per i capelli e, sfilato il suo cazzo dalla bocca, mi ha spruzzato in faccia due generose schizzate di sborra. Anche il tizio che mi stava inculando, ho sentito che aveva aumentato il ritmo della pompata e, ad un tratto, pronunciando parole per me incomprensibili, si è sfilato e, girato di lato, ha cominciato ad innaffiare il mio corpo con bordate di sperma che sembravano non finire mai. Mi ha ricoperto faccia, collo, seno, continuando a schizzare quasi fosse un idrante. Ho afferrato quel membro, l’ho preso in bocca e le ultime due bordate che, anche se dovevano esser le ultime, in realtà mi hanno gonfiato le guance da tanta che ne era. Il sapore di quella sborra era completamente diverso, più speziato, ma comunque molto gradevole. L’altro, dopo avermi lasciato ricoprire di sperma da mio marito e dal suo amico, mi ha sollevato di peso e, messa supina sotto di lui, mi ha sollevato le gambe sulle sue spalle: ero convinta che mi avrebbe ricoperto anche lui di sborra, invece ha spinto la cappella contro il buco del culo, facendomi letteralmente trasalire.
«Fai piano, ti prego! Ti voglio nel culo, ma fa piano, per favore!»
Sono rimasta io stessa sorpresa a sentir quelle parole, anche se, dentro di me, volevo gustarmi quel grosso palo mentre trafiggeva il mio culetto. Lui deve aver intuito le mie parole, perché dopo aver appoggiato la cappella al mio sfintere, ha preso a spingere, pian pianino, ma in maniera decisa, tutto quel grosso palo nel mio culo. Ho sentito tendersi le pareti e, ad un tratto, il culo ha ceduto al passaggio in quel grosso ariete, che me lo stava veramente sfondando. È scivolato velocemente dentro di me e poi, mentre lo guardavo con occhi sbarrati, incredula con me stessa di esser riuscita a prendere in culo anche quella trave, lui ha preso a muoversi con ritmo accelerato e, appena si è accorto che stavo di nuovo godendo, ha aumentato ancor più la velocità della chiavata. L’ho pregato di venire, perché volevo sentire anche il suo piacere ricoprire il mio corpo.
«Fantastico! Mi stai sfondando il culo! Dai, sfondamelo per bene e poi riempimi di sborra.»
Sembrava un toro scatenato e, quando il mio corpo ha smesso di fremere per il piacere, lui di colpo ha sfilato il cazzo che ha prodotto il classico rumore osceno del tappo e, tenendolo fra le mani, ha completato l’irrorazione del mio corpo con sborra maschile. I suoi getti hanno colpito la mia fica, colando lungo le pieghe, fino ad entrare nel mio culo più che slargato, il mio ventre, i miei seni fino a raggiungere le mie labbra, dove ha appoggiato quel grosso idrante che continuava ad emettere schizzi di sborra in continuazione. Ho assaporato anche la sua di sborra, che aveva lo stesso sapore dell’altra e, dopo averlo ben leccato, son crollata distesa sul telo, completamente sfinita per la gran quantità di orgasmi provati. I due si sono dati un cenno d’intesa, soddisfatti del piacere provato e, dopo aver ringraziato Paolo, con parole stentate nella nostra lingua, si sono allontanati. Paolo si è avvicinato a me e, dopo avermi immortalato tutta ricoperta di sborra con un ennesimo scatto, mi ha preso per mano e insieme ci siamo immersi nelle fresche acque del fiume, dove ho potuto rigenerare le mie forze. Tornata a riva, ancora sfinita dal lungo amplesso, ho guardato lui negli occhi, l’ho abbracciato e baciato con tutto l’amore che provavo nei suoi confronti. Lui ha ricambiato il mio bacio e le sue parole hanno scaldato con forza il mio cuore.
«Ti amo! Sei la donna più straordinaria che un uomo possa desiderare di avere al fianco. Sei una fervida compagna di giochi, la giusta complice che mi regala sensazioni indimenticabili e, per questo, io ti amo, ti adoro e ti ringrazio per tutto quello che mi regali.»
L’ho baciato con forza, mi sono stretta a lui e, poi, sono stata io che a ringraziarlo per avermi fatto vivere un momento indimenticabile creato dal nulla e, dentro di me, mi sono sentita eccezionalmente fortunata ad avere un uomo come lui, per marito. Per una donna, aver un marito complice è la cosa più bella del mondo.
Un marito complice. Una doppia speciale.
One Comment
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Salve la saga del marito complice e molto itrigante se e possibile continua :Giò