Ormai conoscete la mia storia di perversione e porcate dai vari racconti pubblicati in precedenza.
Recentemente ho rivisto un certo hotel e mi sono ricordato di questa vacanza con quella gran troia di mia moglie che voglio raccontarvi.
Quella volta, dopo un anno passato a farsi montare in ogni buco dai suoi clienti puttanieri, ce ne andammo per una settimana in vacanza e pensavo che quella ninfomane di mia moglie avrebbe smesso per qualche giorno di fare porcate a ripetizione e l’assenza del pappone, che si godeva i soldi guadagnati facendola battere, mi avrebbe risparmiato le umiliazioni che mi imponevano godendo della mia sottomissione di marito cornuto e guardone.
L’albergo era pieno con camerieri tutti giovani e la puttana li guardava subito vogliosa. Io l’invitavo a non farci sputtanare ma già sapevo che era partita persa e la zozza col suo solito linguaggio da baldracca me lo confermò:
“…guarda che bei pacchi… me ne voglio far scaricare qualcuno in panza… già mi manca la mia razione quotidiana di mazza e sborra…”
Io incazzato la insultavo:
“…stronza puttana… non incominciare a fare porcate come al solito e non contare su di me…”
Lei rispose sfottente:
“…zitto cornutazzo… mi faccio fottere come e quanto mi pare alla faccia tua e delle tue corna ramificate… se non vuoi assistere da quel guardone depravato che sei devi solo scomparire quando mi fotto qualche bel cazzone… sono sicura che mi hanno già adocchiata e non vedono l’ora di infilarmi i loro manici in tiro du per i buchi…”.
Si mise subito all’opera intrufolandosi al buffet facendo in modo di scivolare davanti a un giovane cameriere che così le appoggiò il pacco sulle chiappe. Una, due, tre volte e il ragazzo aveva capito e glielo appoggiava di proposito. Ritornata al tavolo la mignotta mi disse soddisfatta:
“… è fatta… quello è già arrapato… vedrai che stanotte me lo fa assaggiare…”
Intanto un cameriere più anziano ci serviva e la zoccola non soddisfatta fingendo una mossa per prendere il pane trovò il modo di strusciare sul bozzo che gli gonfiava i pantaloni. Lui aveva capito subito che la mossa era intenzionale e nel servire le appoggio il cazzo che armava vistosamente sul braccio. Io incazzato dovevo far finta di non vedere e non capire ma quando si allontanò insultai mia moglie:
“…troia… con questo sono 2 e vedrai che adesso si sparge la voce e faranno la fila i bastardi…”
e lei rispose candidamente:
“…questo c’ha un bel calibro… è quello che voglio coglione… grossi cazzi tosti… e tu niente come al solito… solo seghe e senza neanche assistere… puoi rientrare solo quando hanno finito di fottermi… se stai buono magari ti faccio leccare la loro sborra gran recchione pervertito…”
Io sapevo la la puttana faceva sul serio e dopo cena rassegnato la lasciai andare in giardino da sola e vidi che il ragazzo le andava dietro e mi misi a seguirlo di nascosto per soddisfare la mia viziosa mania da guardone. Mi appostai tra i cespugli quando vidi mia moglie che parlava stretta al giovane. In un attimo la mignotta gli sfoderò la mazza già armata e chinandosi se la infilò in bocca mugolando arrapata. Il ragazzo era tosto e tenendole la testa cominciò a chiavarle la bocca ma dopo pochi affondi con un grugnito sborrò di colpo spingendole in gola il cazzo fino alle palle e vidi mia moglie singhiozzare strozzanta mentre inghiottiva la scarica che le riscolò dagli angoli delle labbra spalancate impiastrandole la faccia e la ricacciò anche dal naso tossendo soffocata. Lui scaricò ancora 2 volte prima di smosciare. La pompinara si staccò dal porco sputando il cazzo e mentre si ripuliva alla meglio la bocca e la faccia impiastrata lo insultò incazzata:
“… razza di coglione… vaffanculo… neanche me l’hai fatta gustare… avevi i coglioni stracolmi… togliti dalle palle adesso e non ti far più vedere mezzasega…”
Il giovane confuso balbettando scuse si allontanò e la pompinara se ne andò in camera dove ad aspettarla c’era l’altro porco. Io che stavo per entrare sentendo dalla porta mia moglie dire ammirata:
“…mamma mia che sberla di cazzo… una mazza da cavallo…”
mi nascosi subito e facendo il giro dal giardino andai a spiare da fuori. Mia moglie intanto s’era spogliata e teneva in mano ammirata la stanga armata del maschio. Era un grosso cazzo scuro e ricurvo con una cappella enorme e mia moglie lo segava arrapata. Non sentivo bene quello che si dicevano ma afferrai qualche frase. Lui era arabo e evidentemente abituato a montarsi le porche che passavano in albergo ma era stupito che lei fosse così troia. Baciandola in bocca il porco scoprì subito che sapeva di sborra e incazzato la schiaffeggiò con forza chiamandola puttana pompinara. Poi si fece dire a chi aveva sugato il cazzo e sapendolo le rivelò che il giovane era suo figlio ancora non esperto come il padre ma lui lo stava istruendo perché le femmine zozze non mancavano e per loro era un vanto poter umiliare femmine bianche e puttane sottomettendole ad ogni porcata. L’uomo per imporre la sua autorità aveva fatto inginocchiare mia moglie e a gambe larghe la schiaffeggiava col gran cazzo duro sbattendoglielo in faccia da sinistra a destra andata e ritorno fino a quando la vacca arrapata glielo impugnò imboccandolo golosa e cominciò a spompinarglielo attaccata ai grossi coglioni pelosi. Lui si gustava il pompino spingendole la stanga fino in gola senza curarsi dei conati di vomito della porca strozzata. Dopo esserselo fatto sugare e slappare per bene il porco le disse:
“…a fregna larga adesso puttana che ti voglio ingravidare… ti faccio partorire un paio di gemelle a forza di sborra nell’utero… e quando saranno pronte me le devi portare che le voglio sverginare io per bene come si fa dalle mie parti…”
Mia moglie che lo spompinava con risucchi sconci sputò il cazzone per dirgli:
“…puoi sborrarmi in panza quanto vuoi coglione tanto non mi ingravidi… se era così con tutta la sborra che m’hanno messa in panza da quando ho cominciato a gustare cazzi ora avrei un esercito di bastardi…”
L’ arabo allora incazzato la prese a sberle insultandola:
“…zoccola da bordello… quelle come te che non figliano dalle mie parti non sono degne di prendere il cazzo in figa e le usiamo solo per incularcele…”
e mia moglie arrapata rispose per le rime:
” …meglio gran porco… è la mia passione farmi sfondare le chiappe… voglio proprio vedere come inculano gli arabi… non ne ho mai preso uno in culo… se sei bravo poi faccio inculare anche tuo figlio così impara come si monta…”
L’ arabo incazzato dalle battute sfottenti della zozza le ordinò:
“…allora culo all’aria cagna schifosa che adesso ti servo io… devi essere punita maledetta depravata… una femmina oscena come te merita solo di soffrire e il mio cazzo ti farà strillare… ”
ma mia moglie insisteva provocandolo:
“… magari… di queste stanghe ne posso beccare 3 insieme stronzo… e me li godo anche parecchio… più mi sfondano duro piu me ne vengo…”
L’arabo aprendole le chiappe le puntò la mazza tosta sul buco del culo e senza preparazione le sparò un affondo micidiale sperando di sentirla urlare ma invece fu accolto da una scorreggia sfuggita dalla rondella sbrillentata della maiala che con uno sculettamento osceno all’indietro aiutò il porco a schiaffarle il cazzone su per le budella fino alle palle. Lui furioso cominciò a martellarle in culo come una furia tra sfiati sconci e pernacchie che dimostravano quanto lo sfintere della troia fosse sgarrato e sfibrato. Il porco inculava come un mandrillo infoiato incurante del mio possibile ritorno e intanto riempiva di schiaffi le chiappe di mia moglie strizzandole ferocemente le pocce che ondeggiavano al ritmo frenetico dell’inculata e girandole la testa le apriva la bocca ansimante con 2 dita per sputarle in bocca e in faccia per sfregio. Non riusciva a farla strillare e vedendo che invece la maiala godeva di quell inchiappata violenta le dava in panza con furia e con quel pompaggio frenetico arrivò presto alla goduta. Sentendo la sborrata calda riempirle le viscere la troia finalmente urlò ma di gusto perverso venendosene anche lei balbettando parolacce oscene. L’ arabo le sturò dolorosamente il culo stuprato stappandole violentemente lo sfintere che spruzzò fuori una scarica di sborra merdosa con una lunga scorreggia e lui insultandola incazzato le pisciò addosso annaffiando il buco del culo spalancato dal suo grosso cazzo. Poi si rivestì imprecando e avverti la puttana restata gemente a scolare liquidi dalla figa e dal culo spalancati:
“…vacca depravata… vedrai come si trattano le mignotte come te dalle mie parti… da domani m’aspetti ogni giorno a culo all’ aria e vedrai che a forza di spaccartelo ti faccio capire chi comanda ed è il padrone dei tuoi buchi… arrangiati col tuo cornuto che non lo voglio vedere quel recchione… un frocio che non sa domare una zozza come te non merita considerazione… schifosa depravata… ubbidirai ad ogni mio ordine come deve fare ogni femmina sottomessa… e se te lo ordino ti farai montare anche da altri…”
Sentendo questa ultima frase io ebbi un’idea perversa per non passare da quel cornuto che ero.
Intanto l’arabo congedandosi con un calcio in culo alla mia puttana se ne andò. Io allora rientrai facendo finta di non sapere nulla e non vedere lo schifo che avevano lasciato i due porci chiesi come fosse andata. Mia moglie mentre ricagava nel cesso la sborra che aveva in culo mi aggiornò senza vergogna:
“…il ragazzo ha un bel cazzo ma è inesperto e sborra troppo in fretta… meglio il vecchio che è suo padre…c’ha un cazzone grosso e tosto come piace a me… il porco pensava di spaventarmi minacciando di rompermi il culo… quel coglione m’ha inculato bene e me ne sono venuta una gran goduta… figurati che ha minacciato di inchiappettarmi tutti i giorni… mi fa un favore il porco… ma tu non devi farti vedere perché vuole che gli istruisca il figlio ad ogni porcata… mi sa che mi godrò delle gran trombate questa vacanza…”
Io rimuginando le mie corna presi l’arabo da parte e gli dissi chiaro e tondo che l’avevo visto trombare mia moglie e lo minacciai di denunciarlo per stupro facendogli paura di farlo cacciare insieme al figlio. Lui era spaventato e mi pregava preoccupato. Vedendolo cotto e pronto a qualunque compromesso io allora gli feci la proposta che avevo escogitato:
“…sentimi bene stronzo… io sono il pappone della mignotta e l’ho portata proprio per fare soldi… se vuoi continuare a trombartela a piacere tu e tuo figlio devi mandarle ogni giorno clienti puttanieri… poi mi darai tutti i soldi che pagano…”
Lui stupito da bravo arabo comiciò a contrattare e alla fine ci accordammo per il 75% e dopo aver stabilito i prezzi di ogni porcata ci separammo.
Il giorno dopo appena lasciata la camera mi misi a spiare e l’arabo arrivò subito e senza neanche parlare sbatté sul letto mia moglie a pecora e salendole sopra le sfondò le chiappe brutalmente somministrandole un’inculata feroce come la prima volta. Poi scaricati i grossi coglioni le annunciò perentorio:
“…adesso cagna devi farti sbattere da clienti che m’hanno chiesto una puttana da fottere… sono molto arrapati e pagano bene… vengono per fotterti senza storie quindi zitta e para i buchi… uno o piu a turno ogni giorno… ho sparso la voce che sei una schifosa puttana da umiliate e vedrai che razza di sgarrate ti daranno infoiati come sono… poi di sera viene mio figlio e devi insegnargli tu a montare… capito zozzona?… adesso vado e ti mando i primi 2 che t’hanno adocchiata da ieri… debbono partire quindi ti fotteranno insieme così fanno prima…”
E il poco se ne andò lasciando entrare 2 maschi che senza parlare sfoderati i cazzi in tiro presero in braccio mia moglie sollevandola e dopo che il primo l’ebbe infiocinata di figa l’altro stringendola da dietro gli infilò la mazza in culo. La troia trombata in doppio mugolava estasiata tenendosi aggrappata al suo chiavatore mentre quello che l’inculava le sparava botte dure su per le chiappe sfondate. La doppia sfondata durò poco perché i 2 scaricarono le loro sborrate e sturando i buchi della vacca la buttarono sul letto andandosene via soddisfatti pagando all’uscita l’arabo che li aspettava per l’incasso. Come stabilito lui passò a darmi la mia parte e io rientrai tranquillo in camera fingendo di sapere solo dell’arabo e dicendo alla puttana:
“…tutto bene?… t’ha trombato a fondo?… è durato parecchio m’è parso quel porco…”
e la zozza stanca mi sfotteva:
“…certo stronzo cornuto… m’ha allagato culo e figa questa volta e mi manda il figlio questa sera perchè lo faccia diventare un porco come lui… se ti vuoi accomodare puoi infilare il tuo cazzetto nella sua sborra così senti quanta me ne ha messa in fregna…”
Così cominciò un via vai di puttanieri organizzato dall’arabo e in quella settimana la mignotta si fece una spanzata di cazzi perchè non c’era giorno che non le salissero in corpo almeno 2 o 3 puttanieri e io incassavo. Oltre alle sfondate di culo dell’arabo al mattino poi la sera doveva ricevere anche il figlio che sborrava come un cavallo ma per fortuna se ne veniva presto e così potevo rientrare a dormire accanto alla troia sazia che non immaginava quanti soldi mi stavo facendo alle spalle sue e del suo pappone. Alla nostra partenza l’arabo mi ringraziò e in segreto mi raccomandò l’indirizzo di un altro hotel dove sapeva che una vacca come mia moglie avrebbe trovato dei porci che l’avrebbero sfondata per bene. Mi ripromisi di portarci la maiala e così feci qualche tempo dopo ma questa è un’altra storia e la racconterò in seguito.
per commenti e scambio esperienze scrivete a
yugo23@inwind.it
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…