E’ già passata mezz’ora da quando ho salutato Milena, nella quale sono stato immobile sul letto a fissare il soffitto aspettando un suo messaggio. Finalmente il telefono vibra…è lei:
“Sono arrivata…mi manchi già”
“Anche tu…tutto ok? Il tuo ragazzo ti ha fatto storie?”
“No tutto tranquillo…a domani, buonanotte”
“Notte…smack”
E’ una parola dire buonanotte, con l’adrenalina per la serata appena passata e soprattutto per il pensiero a quello che potrebbe succedere domani.
Mi ributto sul letto con la tv accesa nel tentativo di prendere sonno e non pensare più a Milena.
L’indomani durante la colazione ricevo subito una bellissima notizia:
“Ciao topo…stasera il mio ragazzo ha la partita di calcetto, sono libera :)”
“Che bel risveglio…perfetto…più tardi ci organizziamo allora”
La mattinata trascorre lenta…troppo lenta, quando non vedi l’ora che arrivi sera… in pausa pranzo sono io a riprendere i contatti:
“Ciao topa…ti penso e mi manchi… che si fa stasera allora?”
“Cucciolo…manchi anche tu….se vuoi sono libera anche per cena, tanto loro giocano e poi vanno a bere qualcosa”
“Quindi a che ora saresti libera…e per quanto tempo?”
“Dalle 20 fino alle 23 più o meno”
Faccio un attimo due conti per la folle idea che avevo pensato durante la notte, ma il tempo non mi basta.
“Ma a che ora finisci di lavorare?”
“Verso le 18…ma devo poi aspettare che lui esca e prepararmi un po’…”
“Digli che fai tardi al lavoro allora, così non passi nemmeno da casa… e non preoccuparti che mi piaci anche se non ti prepari…è l’ultima sera che sono qui, non voglio perdere nemmeno un secondo di te”
“Vedo cosa riesco a fare”
“Perfetto, lo prendo per un si : )”
“Grrr ti odio, mi fai fare tutto di corsa”
“Dai che ho in mente una bella sorpresa per te”
Con una sola cosa in testa torno al mio lavoro fino alle 17, quando finalmente posso schizzare in hotel e prepararmi alla velocità della luce… barba, doccia, gel, profumo, camicia tattica e alle 17:45 mi trovo già a fare avanti e indietro nella camera, in preda all’emozione come un quindicenne al primo appuntamento.
“Io ci sono quasi…dove ci troviamo? Passo io a prenderti?” cercando di non far trasparire la mia frenesia…
“No, vengo io da te, così non lascio la macchina in giro…per le 18 e 30 sono li”
“Perfetto, a dopo…smack”
Perfetto un cazzo….ancora tre quarti d’ora così e mi viene un infarto, ma la cosa gioca a mio favore…
Inizio a scendere, prendo la macchina e appena prima di entrare in città, nei pressi dell’ospedale, trovo un fioraio dove compro un bel mazzo di rose… Poco più avanti un supermercato, dove entro poco convinto sul da farsi… Osservo, scruto…si! Ci sono le casse automatiche… Senza indugi a quel punto afferro un pacchetto di preservativi, un altro di cicche, pago ed esco molto più rilassato.
“Esco adesso…tra 5 minuti sono in hotel”
Il tempo è volato, risalgo in auto e arrivo nel parcheggio dell’hotel appena un minuto prima di Milena.
Ormai conosco la sua macchina, quindi appena la vedo arrivare la affianco, abbasso il finestrino e le indico di parcheggiare e di salire con me.
“Ciao” le dico osservandola mentre sale in macchina… “Sei bellissima…”
“Ciao topo…grazie” risponde dandomi un bacio sulla guancia.
“Sembri pronta per una sfilata di moda…non ci credo che sei andata a lavorare così”
“Beh mi sono data una sistemata in macchina appena uscita”
“Vedo…e sento…hai un profumo buonissimo…” mentre mi sporgo verso di lei portando il naso vicino al suo collo.
Lei si gira per controllare e ci troviamo con le bocche a pochi centimetri, che diminuiscono sempre di più, mentre nel silenzio generale iniziamo a baciarci…è un bacio lungo, lunghissimo, con le lingue che si cercano, si toccano e vorrebbero unirsi in una cosa sola. Ci stacchiamo e ci scappa un mezzo sorriso, prima di riprendere con dei bacetti sfuggenti, un prendimi se ci riesci, bacio e fuggo, poi ti mordo e io ti slinguo…
Ridiamo e siamo felici… è ora di partire però.
“Dove mi porti allora?”
“Volevo farti una sorpresa, ma non conosco le strade, quindi ho dovuto mettere il navigatore”, le dico ridendo.
“Mmmhh..vediamo un po’… Fano… Fano? Oddio mi porti al mare?!” con un sorriso che scoppia di incredulità.
“Eh si, mi hai scoperto… abbiamo un po’ di strada da fare…tu sei una che dorme in macchina?”
“Oddio…nei viaggi lunghi si, non penso sia questo il caso…ahahah”
“Ecco stai sveglia che sei tu quella del posto, va a finire che con sto navigatore ci perdiamo”
Dopo aver macinato i primi chilometri, evitando ogni argomento minimamente personale, provo a sfondare il muro dell’imbarazzo.
“Ascolta topa…non vorrei rovinare questa serata, ma io da un po’ di tempo ho bisogno di parlare di noi…se no divento matto”
“Hai ragione…ok”
“Per farlo però ci vuole il giusto sottofondo musicale…” e così dicendo passo dalla radio al bluetooth, dove lancio una playlist di canzoni che solitamente ascolto pensando a Milena.
“Allora…beh la nostra situazione è abbastanza chiara…io tra qualche mese divento papà, tu l’anno prossimo ti sposi…”
“Cosa stai cercando di dirmi?”
“Che nonostante abbiamo le nostre vite, tu mi piaci…mi sei sempre piaciuta e mi piacerai per sempre… Quando non sto con te ti penso sempre, mi manchi e passo le giornate nell’attesa di sentirti o di poterci vedere”
“Anche tu mi manchi e ti penso sempre…”
“Allora devo chiederti una cosa…” mi fermo con le 4 frecce al bordo della superstrada, scendo un secondo, prendo le rose dal bagagliaio e risalgo in macchina.
“…vuoi essere mia per sempre?”
Milena è incredula “Cosa significa?”
“Non ti chiedo di sposarmi, tranquilla…Non ti chiedo nemmeno cose che non possiamo mantenere… Tu sei quella cosa che mi fa stare bene, perché con te sono sempre quel ragazzo di 10 anni fa, spensierato e innamorato… Invecchieremo, avremo mille problemi, ma che sia un minuto, un’ora o una settimana, quando riusciremo, vorrei poter staccare la spina da tutto e tornare indietro nel tempo insieme a te… Lo vuoi anche tu?”
“Sei dolcissimo…si, lo voglio” risponde un po’ sorridente e un po’ commossa.
“Allora adesso puoi baciare lo sposo”
Scoppiamo a ridere e ci baciamo.
Ci rimettiamo in marcia cantando a squarciagola le “nostre canzoni”…
“Azzurro come teeee, come il cielo e il maree…. Rosso come le cose che mi fai provareeeee”
e poi:
“Non dire di no quando dico che tornerò, io sono così, come tutti ho pregi e limiti….”
“Tu sei più bella di ogni mia poesia e il bello è che sei solo miaaaa…ed ogni volta che vado via, tranquilla perché tornerò da te sempreeee per sempreeee perché con te sto bene io, sempreeee per sempreeee io e teeee, come le onde e il mare io e teeee”
e poi ancora:
“Ci siamo detti basta senza mai dirci addio, perché sappiamo già che un giorno ci rincontreremo, in una vita o un’altra con te ci sarò io…”
“Tutte le volte che sono insieme a te è come un evento rivoluzionario, lo scisma d’oriente il crollo di Cartagine, tutte le volte che ti dico ti amo, soltanto per te il mare muove le maree, il tempo sposta le lancette, scrive nuove pagine, quando stringo la tua maaaaaaanoooooo, crolla il muro di Berlino, cade l’impero romano”
E così tra una canzone e l’altra ci troviamo sul lungomare di Fano, dove grazie al periodo di bassa stagione, troviamo subito parcheggio e ci incamminiamo tenendoci per mano.
“Allora dove andiamo…? Mc o Burger King?”
“Mc!”
“Ma come?! Volevo farti uno scherzo… Davvero vuoi andare al Mc?”
“Io sono una ragazza semplice…per chi mi hai preso?”
“Va beh volevo portarti a mangiare uno spaghettino sul mare, niente di che…”
“Pff…roba da vecchi… hai detto che con me ti senti ancora un ragazzino? Allora si va al Mc!”
“Agli ordini capo”
Dopo 15 minuti di camminata, tra rincorse, baci, scherzi e attimi di dolcezza, finalmente si scorge la meta e ci sediamo a gustarci il nostro panino.
“Al ritorno facciamo l’autostop…a saperlo parcheggiavo qua”
“Dai vecchietto che ti fa bene fare due passi”
“Si per smaltire ste porcherie che mi fai mangiare…un bel piatto di pasta era tanto meglio”
Tra le risate per una patatina rubata e le guance sporche di salsa, mi faccio serio e preoccupato all’improvviso:
“Ma il tuo ragazzo ha la partita stasera, vero?”
“Si…perché?”
“No…niente…ma a che ora giocano?”
“Stai tranquillo…abbiamo ancora 3 ore”
“Si, ma…non ti girare… mi sembra lui quello seduto là con quella ragazza”
“Ma che cazzo dici?”
“Eh la scusa del calcetto è proprio intramontabile…anch’io ho detto alla mia ragazza che andavo a giocare a calcetto ed eccomi qua con te…”
“Cretino!”
“Ti sei girata però a controllare che non fosse il tuo ragazzo…ahahha”
“Basta…” facendomi il segno di un cuore che va in frantumi
“Mi stai già lasciando?”
“Si…”
“Dai…scusa…”
“No, niente scusa…non mi piace che mi prendi in giro”
“Io ti prendo dappertutto…non solo in giro…”
“Ah si…e dove mi vorresti prendere?”
“Mh…anche qua se vuoi”
I nostri sguardi si fanno sempre più maliziosi…
“Andiamo dai…c’è un bel pezzetto di strada che ci aspetta”
Ci incamminiamo costeggiando il mare e ci fermiamo in un locale per bere qualcosa.
“Cosa prendi tu?”
“Una coca…”
“Una coca? Ci vuole qualcosa che scalda un po’…non fa caldissimo fuori”
“Tu cosa prendi?”
“Una grappa”
“Bleah…che schifo…la grappa puzza”
“Ahahah si l’ho detto solo perché sapevo che avresti reagito così…dai prendiamo due cocktail?”
“Fai tu…ma se è troppo forte non lo bevo”
“Cuba libre dai…è coca cola corretta” le dico ridacchiando.
Non molto convinta inizialmente, ordiniamo, beviamo e passiamo un’altra oretta a ridere e provocarci a vicenda.
“Facciamo due passi sulla spiaggia adesso tornando alla macchina?” le propongo.
“Si…”
E così con gli occhi che pian piano si abituano al buio, raggiungiamo il bagnasciuga, ci togliamo le scarpe e ci incamminiamo sulla spiaggia deserta.
Avvicinandosi al centro città la spiaggia si allarga notevolmente e con la stagione balneare ancora lontana, pare un deserto interminabile. L’unico oggetto a rompere la distesa di sabbia e acqua è un pontile che ci offre un posto riparato dove accamparci.
Ci sdraiamo sulla sabbia, mano nella mano, a guardare le stelle con il sottofondo delle onde, sognando di fermare il tempo per sempre.
“Tutto questo non sarebbe così bello senza di te”
“Cucciolo…”
Mi metto su un fianco verso di lei e le accarezzo i capelli baciandola e riempiendola di parole dolci.
Mentre le sbottono i jeans sono teso come una corda di violino, perché è un momento atteso col cuore da un’infinità di tempo.
Non ho alcuna fretta, c’è solo dolcezza mentre i nostri occhi si amano e le mie dita percepiscono l’umidità delle sue mutandine. Ho quasi paura di spostarle, ma un suo bacio mi fa capire che posso andare oltre e imbattermi in quella fonte gelatinosa, calda e accogliente, che non vedevo l’ora di trovare.
La tocco delicatamente, seguendo il contorno di quelle labbra carnose che mi mandano in estasi, al punto da non accorgermi che lei, nel frattempo, si era data da fare per liberare il mio cazzo.
La fermo un secondo ed estraggo i preservativi dalla giacca.
Mi guarda, annuisce senza dire una parola e scoprendomi la cappella, mi aiuta ad indossarne uno.
Con i pantaloni abbassati quel tanto che basta, si mette a cavalcioni su di me, che sono seduto con la schiena appoggiata al pontile…
Un paio di strusciate e poi sento la sua mano indirizzarmi il cazzo verso la strada giusta.
Trattengo il fiato per l’ultimo istante, prima di sentire finalmente quel contatto liberatorio che mi avvolge le parti intime.
Un paio di sospiri profondi, guardandoci negli occhi, poi sento il suo bacino iniziare quel movimento ritmico che mi manda in estasi… è partita lenta, ma decisa, con dei movimenti netti e profondi che sembrano delle frustate. La voglia è tanta, ma con quel briciolo di lucidità che ancora mi rimane, la prego sussurrandole:
“Piano…piano…”
I movimenti si fanno più dolci, mentre non smettiamo un secondo di fissarci negli occhi, baciarci e coccolarci.
Per un po’ mi perdo tra i suoi capelli e il sottofondo del mare, riuscendo a non pensare a quello che succede là sotto… mi sento semplicemente felice ed appagato.
Il suo respiro però pian piano si trasforma in un mugolio che non mi è indifferente, al quale replico iniziando ad assecondare il suo ritmo con dei contro movimenti. Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, in realtà sembra sempre più quello della sua figa fradicia che si schianta sul mio pube.
Ci stiamo abbandonando ai nostri corpi, stringendoci forte e ansimando l’uno sulle orecchie dell’altro.
Le mie mani serrano forte il suo sedere, cercando di tirarlo il più possibile verso di me, anche se fosse per guadagnare un solo millimetro in più di penetrazione.
Sto cercando di darle il massimo piacere pur mantenendo un piccolo freno, nella speranza di riuscire a venire insieme a lei. Non manca molto però, dal momento che inizia ad implorarmi di andare più forte.
Prendo il controllo del ritmo allora e accelero fino al punto di non ritorno, senza pensare a nient’altro che andare più forte che posso finchè non riesco a colmare le sue voglie.
Sto venendo…
Mentre con tutta la forza che ho mi svuoto dentro di lei, cerco un po’ d’amore nei suoi occhi, che però sono in un altro pianeta. Non posso fermarmi allora e anche se sarei a posto così, continuo a stantuffare finchè finalmente non si accascia su di me e mi bacia in bocca.
Restiamo per una ventina di secondi così, stravolti ed abbracciati, ad ascoltare quelle onde che pian piano si calmano e ci riportano alla realtà.
“E’ stato bellissimo…” le sussurro.
“Molto di più”
“Vorrei restare così…dentro di te per sempre”
Non risponde, ma mi stringe forte.
“Topa…?”
“Eh…” risponde aggiustandosi un po’ la voce.
“Che c’è?”
“Niente, dobbiamo andare”
Ed alzandosi all’improvviso, cercando di evitare il mio sguardo, riesco comunque a scorgere i suoi occhi lucidi.
La prendo per un braccio e la tiro a me per poi baciarla.
Non so cosa significhi quell’emozione, se felicità, se pentimento, se tristezza per il ritorno alla realtà, ma non so nemmeno io cosa dire e quindi rientriamo verso il parcheggio mano nella mano, ma senza dirci molte parole.
Una volta saliti in macchina cerco di fare un po’ il simpatico per non rovinare questa splendida serata:
“Stanca? Vuoi sederti dietro e dormire un po’?”
“Ma no…”
“Tranquilla, dormi pure che io adesso prendo l’autostrada e ti porto a casa con me”
“Scemo…”
“Dico davvero…chiudi gli occhi e domani mattina li riapri a Milano”
“E poi? Chi va a lavorare?”
“Ho già studiato tutto…facciamo la bella vita per qualche giorno, poi mandiamo un messaggio al tuo ragazzo, gli diciamo che ti ho rapita e ci facciamo mandare un po’ di soldi per il riscatto”
“Ah auguri allora…”
“Perché non gliene frega niente di riaverti indietro?”
“Beh spero di si…però non è che sia ricco”
“Oh cavoli…non è nemmeno ricco? Ma allora cos’ha in più di me?”
“Ma guarda che sei scemo eh” finalmente sorride.
“Mi mancherà il tuo sorriso…sei fantastica Milly”
“Mi mancherai anche tu…”
“E’ per questo che sei triste?”
“Si…”
“Anche io sono triste…e ho una paura fottuta che passeranno i mesi e ci riallontaneremo come è successo in passato…ma ci eravamo fatti una promessa, ricordi?”
“Si…io la voglio mantenere, ma ho paura anche io”
“Di cosa?”
“Che adesso è tutto perfetto, ma poi ti abituerai di me, ti stancherai e mi metterai da parte…sono già stata male per questo, non voglio che succeda più”
“Io ti prometto che farò il possibile perché ogni volta sarà sempre una nuova emozione… ci prendiamo solo le cose belle di un rapporto, senza lasciare spazio per la monotonia, le discussioni, i litigi… ho già un botto di idee”
“Devo preoccuparmi?”
“Ovviamente si” rido.
Se volete sapere come va a finire il viaggio di ritorno dovrete aspettare il capitolo 9, ma nel frattempo sono sempre graditi i vostri commenti all’indirizzo: dimitriottantasei@protonmail.com



Mi piacerebbe che qualcuno commentasse e mi desse un parere grazie.
Mi piacerebbe che qualcuno commentasse e mi desse un parere grazie.
Entrambe le possibilità sono valide: in entrambi i casi, se ci pensi, riemerge la nostra morale cattolica (anche se non…
Sono arrivato ad un bivio: - lasciare evolvere gli eventi fino al degrado delle mogli, quindi dare ai mariti solo…
Wow, sei arrivato già al quarto capitolo: fantastico, posso chiederti perchè ti sei bloccato? Forse con l'evolvere della storia diventa…