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Erotici Racconti

Cristina – cap. 8

By 1 Giugno 2024No Comments

Seduto in un bar vicino, il Professore sorrideva a se stesso, osservando il display del suo telefono e l’auricolare all’orecchio: la ragazza meritava un volto alto, ma lui l’avrebbe comunque rimproverata di non essere stata brava.

L’aveva esaminata mentre, dopo i primi approcci, aveva impugnato l’arnese del portiere e gli aveva regalato una sega da otto, fino a farlo sborrare.

Le aveva sentito chiedergli se quello che aveva fatto andava bene e se doveva fare altro prima di andare a casa e quell’uomo ne aveva approfittato. Così Cristina gli aveva ripulito il cazzo usando la lingua, con estrema lentezza.

Il Professore annotò che la ragazza aveva preso un’iniziativa non programmata e la cosa non andava bene. Avrebbe dovuto rimproverarla veramente e farle dare la giusta punizione dal preside; si chiese come le fosse venuto in mente di conoscere il sapore di un uomo senza avere seguito nemmeno una lezione.
Andò via di pessimo umore.

L’indomani Cristina si era presentata in classe abbastanza tranquilla. Credeva di avere seguito discretamente bene quanto dettole dal professore e dal preside, e che il giudizio sarebbe stato buono, ma dovette ricredersi quando, alle undici, il bidello entrò in classe e l’accompagnò in presidenza.

Cristina entrò con timore, ma era serena per l’esperienza col portiere. Se era preoccupata, lo era per quello che le avrebbero imposto di fare all’anziano che viveva nel suo palazzo e per quello che, era convinta, le avrebbero detto di fare a loro.

Rimase stranita dal fatto che il bidello non fosse andato via. Quello era entrato insieme a lei, richiudendo la porta dietro di sé.

Appena dentro, il preside le aveva parlato, con tono severo:

“Cristina, ma che hai combinato? Il professore ha scritto una valutazione pessima su di te!”

Lei si sentì le guance avvampare; ma com’era possibile? Credeva di avere fatto tutto bene!

Il Preside, intanto, leggeva il verbale consegnatogli dal professore:

“Approccio 7, dialogo 6, provocazione 6 e 1/2, impugnamento 6 e 1/2, masturbazione 6 e 1/2, conclusione 6 e 1/2. Grave inadempienza finale! Iniziativa non autorizzata con Violazione della Regola 8. Si propone la pena prevista, al suo valore medio.”

Il Preside aveva posato il foglio sulla scrivania ed aveva guardato Cristina con sguardo severo. “Ragazza, mi vuoi spiegare perché lo hai fatto?”

E Cristina sarebbe stata felice di spiegarglielo, ma cosa? Non aveva idea di cosa stesse dicendo il Preside e lei aveva sentito i voti, ed erano tutti buoni per essere stata la prima volta che faceva quella cosa col portiere. Ma qual era l’iniziativa non autorizzata? Rimase muta.

È il Preside si arrabbiò. Si alzò per spostarsi sul divano e, nel mentre, parlava al Professore.

“Per piacere, verbalizzi lei. La ragazza non ha collaborato, rifiutandosi di dare una spiegazione per la sua indisciplina. D’ufficio e per la mia autorità modifico la sua proposta della pena al valore medio, aumentata di un terzo. Sono 36, è corretto? Portatemela!”

Cristina si sentì le mani prese dal bidello che la spinse verso il preside, seduto sul divano, e in un attimo si ritrovò supina sulle sue gambe, col professore che la teneva per le braccia, distese in avanti, e il bidello per le caviglie.

Il preside le alzò la gonna sulla schiena, le abbassò le mutandine e lasciò partire il primo ceffone sulle natiche bianche. Cristina urlò. Il professore le tappò la bocca col nastro.

Il preside proseguì l’erogazione della pena con colpi secchi, distanti fra loro, alternandoli a carezze sulle natiche, e, dopo il diciottesimo colpo, provvide a spalmare una crema sulle chiappette della ragazza, oramai rosso fuoco; lei ne ebbe un sollievo momentaneo.

Per Cristina, però, il martirio doveva ancora iniziare perché, alla ripresa, i ceffoni si fecero più potenti e più frequenti e il trentaseiesimo colpo fu atteso come una liberazione.

Il preside aveva finito e i due uomini, il professore e il bidello, aiutarono la ragazza a rialzarsi e dovettero sorreggerla perché lei non si lasciasse andare a terra.

Il preside parlò nuovamente:

“Cristina questo è quello che capita alle nostre allieve quando violano il regolamento, ovviamente le punizioni possono essere più o meno gravi e questa non è niente di che, sappilo! Ieri, tu hai violato il regolamento quando hai leccato il membro di quell’uomo. Chi di noi ti aveva detto di farlo?”

Cristina rimase zitta e il preside le urlò di nuovo la domanda, ma lei piangeva e non rispondeva.

“Va bene, Cristina. Vedo che non collabori, oggi. Però il tempo per una nuova punizione non l’abbiamo, ma ci hai eccitati e devi pensarci tu. Ora ti eserciti e ci masturbi uno per volta.”

E Cristina, tenuta in piedi da quei due, masturbò il preside che, una volta sfogatosi, sostituì il professore permettendogli di farsi segare dalla ragazza.

L’ultimo a sborrare grazie alle manine di Cristina fu il bidello che, rimessosi il cazzo nelle mutande, la riaccompagnò in classe.

Prima di lasciarla entrare le disse: “ragazza, ricordati che uscendo da qui andrai subito nell’aula magna. Giusto il tempo della strada. Non fare arrabbiare il Preside.” Si girò e andò via.

Cristina sapeva che l’aula magna era che il Cinema in cui era entrata qualche giorno prima.

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