Lei era lì sul binario e aspettava, seduta su una panchina con un libro tra le mani.
Accanto a sé due grosse valigie, dall’aspetto erano pesanti.
Io la osservavo dalla mia postazione, non visto.
Era allegra, lanciava delle occhiate di sfuggita al grande orologio della
stazione e poi proprio dietro di me, verso l’ingresso.
Tra poco il treno sarebbe arrivato e lei sarebbe partita, come tutti.
A piccoli gruppi, tante persone si assieparono intorno a lei e la persi di
vista. Il treno arrivò e tutti salirono.
Quando partì, lei era ancora là: il suo sorriso era meno ampio ma resisteva coraggioso, gli occhi pieni di speranza.
Passarono molti treni.
Il tempo cambiò, vidi la ragazza rimanere lì salda anche se tremante per il freddo di dicembre.
Altra gente, altri treni.
Eppure ogni volta il sorriso le tornava sul volto e lei ricominciava a
guardare speranzosa verso l’ingresso.
Arrivò la primavera, con la sua quiete, e portò via tutte le nuvole dal
cielo, lasciandone solo una nei suoi occhi, sempre più cupi.
Arrivò l’estate e voci concitate e allegre riecheggiavano nella stazione, ma ormai non riuscivo più a riconoscerla.
Stava perdendo consistenza, sbiadiva man mano che la smorfia che aveva sul volto cominciava a somigliare al fratello nato morto di un sorriso.
Verso la fine dell’estate riuscivo a distinguere attraverso di lei le assi
della panchina dov’era seduta.
Un giorno, prima che venisse l’autunno, mi accorsi di un libro lasciato
aperto a metà, sulla panchina.
E ricordai quella ragazza, improvvisamente, come l’avevo vista la prima volta, gli occhi le sorridevano mentre il vento giocava con i suoi capelli, incurante degli sguardi dei passanti.
Presi quel libro, era “Il gioco di Ender”.
Strano, lo credevo perduto.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…