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Erotici Racconti

Dissolvenza

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei era lì sul binario e aspettava, seduta su una panchina con un libro tra le mani.
Accanto a sé due grosse valigie, dall’aspetto erano pesanti.
Io la osservavo dalla mia postazione, non visto.
Era allegra, lanciava delle occhiate di sfuggita al grande orologio della
stazione e poi proprio dietro di me, verso l’ingresso.
Tra poco il treno sarebbe arrivato e lei sarebbe partita, come tutti.
A piccoli gruppi, tante persone si assieparono intorno a lei e la persi di
vista. Il treno arrivò e tutti salirono.
Quando partì, lei era ancora là: il suo sorriso era meno ampio ma resisteva coraggioso, gli occhi pieni di speranza.
Passarono molti treni.
Il tempo cambiò, vidi la ragazza rimanere lì salda anche se tremante per il freddo di dicembre.
Altra gente, altri treni.
Eppure ogni volta il sorriso le tornava sul volto e lei ricominciava a
guardare speranzosa verso l’ingresso.
Arrivò la primavera, con la sua quiete, e portò via tutte le nuvole dal
cielo, lasciandone solo una nei suoi occhi, sempre più cupi.
Arrivò l’estate e voci concitate e allegre riecheggiavano nella stazione, ma ormai non riuscivo più a riconoscerla.
Stava perdendo consistenza, sbiadiva man mano che la smorfia che aveva sul volto cominciava a somigliare al fratello nato morto di un sorriso.
Verso la fine dell’estate riuscivo a distinguere attraverso di lei le assi
della panchina dov’era seduta.
Un giorno, prima che venisse l’autunno, mi accorsi di un libro lasciato
aperto a metà, sulla panchina.
E ricordai quella ragazza, improvvisamente, come l’avevo vista la prima volta, gli occhi le sorridevano mentre il vento giocava con i suoi capelli, incurante degli sguardi dei passanti.
Presi quel libro, era “Il gioco di Ender”.
Strano, lo credevo perduto.

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