IL “GODITORE”
Mattina: ore 8.30
Ritiri dal tavolo i resti della colazione e lavi le tazze, mentre tra uno spruzzo di profumo, l’odore della camicia stirata di fresco, il fruscio dei pantaloni e il rumore delle scarpe sui gradini, tuo marito ti dà il solito bacio veloce sulle labbra, scende le scale, apre la porta per andare al lavoro e come il solito la chiude lasciandola sbattere.
Lo osservi mentre apre il box, ricambia un piccolo bacio mandato dalla finestra, entra in auto, l’avvia, sale la piccola rampa che lo separa dalla strada e nella tua casa è silenzio.
Un silenzio che lascia spazio ai tuoi pensieri. Una solitudine che dopo i primi istanti ti fa ricordare le dolci ore passate ieri con la mano e la passerina in movimento.
Non c’è tregua. Ogni mattina, da quando non lavori più, è un’occasione per accendere il computer, “sintonizzarti” sui tuoi siti porno preferiti e lì, con gli occhi incollati al monitor e la mano nelle mutandine, liberare finalmente tutte le tue voglie represse. Quelle voglie che fin da quando eri ragazza hanno gonfiato di desiderio il tuo sesso, fino a quando le tue sapienti ed esperte mani non ne hanno tratto il tanto agognato piacere.
Quelle dita che, anche quando eri in ufficio, si infilavano furtivamente sotto la gonna e le mutandine, e senza alcuna decenza ti portavano quasi a godere davanti ai tuoi colleghi.
Maialina che non sei altro.
Eccoti qui. Anche oggi sei di nuovo sintonizzata su iomilù e la tua passerina è già bagnata di desiderio.
Ma da pochi giorni avevi anche una tua mail segreta.
Solo l’idea di poter scrivere a coloro che nei racconti erano riusciti a scatenare quella sensazione familiare di calore al petto e il dolce pizzicore tra le cosce, rivelando loro cosa avevi fatto leggendone le parole, ti faceva sentire terribilmente porca.
Come ti eccitava l’idea di rivelare a qualcun altro le tue cose più intime che fino ad oggi non avevi mai detto a nessuno.
Avevi scoperto che questo ti piaceva. Sentirti costroia era una cosa che ti faceva impazzire. E più ti sentivi troia, più questo ti eccitava, più ti eccitava e più ti bagnavi dalla voglia, più ti bagnavi e meno riuscivi ad trattenerti dal darti piacere da sola.
Ormai era diventata come una droga.
E anche questa mattina, giusto il tempo di accendere il computer e di collegarsi ad Internet, ed eccoti lì, con gli occhi incollati al video a soddisfare la tua voglia di vedere il sesso.
E allora eccoti lì, mentre il cazzone del filmatino sborrava verso di te, e stringere le gambe non ti bastava più. Spingere avanti e indietro il culetto sulla sedia per strofinarvi la tua topina calda non era più abbastanza ad arginare la voglia di palo che saliva dentro di te.
E allora le dita iniziavano a ronzare lungo i bordi delle mutandine. Esattamente come le orecchie iniziavano a ronzare di quella sensazione di laido nella quale ti piaceva sentirti porca.
Ti scocciava toccarti subito direttamente, perché ti piaceva crogiolarti a lungo in quello stato di eccitazione nell’attesa del contatto definitivo.
E gira, e gira e gira, mentre i filmatini si facevano sempre più arditi ed andavi anche ad osservare, eccitandoti, le giovani donne che si toccavano la fighetta bollente, che se la leccavano tra loro, che si sbattevano nella fighetta dei vibratori di dimensioni poco raccomandabili, il tuo ditino finalmente si infilava sotto la stoffa, andando finalmente a contatto con la vischiosa realtà delle tue piccole labbra.
Ma non mi dire! Piccola porca che non sei altro! Ma ti piace anche sentire il sapore della tua stessa fighetta, allora. Anche questo ti eccita, vero?
Prendi un po’ del tuo succo con il dito, e assaggialo. Buono il tuo sapore, vero?
E allora il ditino comincia a frullare sul bottoncino, sempre più veloce, osservando sul video le contrazioni di quella piccola troietta del filmato, che godeva proprio con la passera in primo piano verso il tuo viso…
Ecco… (stai pensando)… ancora un pochino e ci sono… ancora un poco… ancora un poco… socchiudi gli occhi… le pupille scappano sotto le palpebre, come a voler distogliere l’attenzione da tutto il resto per concentrarla nel ventre, dove senti che tra ormai pochissimo si scatenerà la tempesta…
DLIN-DLON!
DLIN-DLON!
Oh, cazzo!!!! Per un attimo sei indecisa se fregartene del campanello, fingendo di non essere in casa e godendoti il piacere che sta per arrivare, oppure interrompere tutto, tenerti il colpo in canna ed andare a rispondere alla porta.
DLIN-DLON!
DLIN-DLON!
Cazzo! Cazzo! Cazzo e stracazzo. Ma chi è quel rompicoglioni?
Decidi di smettere anche perché potrebbe essere tuo marito che ha scordato qualcosa… nel qual caso… beh, troveresti sicuramente qualcosa da metterti tra le cosce…
Ti rassetti quanto basta per cercare di non far capire cosa stavi facendo e vai ad aprire urlando: ARRIVO! UN MOMENTO!
Guardi dallo spioncino e vedi un ragazzino con un cappellino di una nota società di consegne.
COSA DESIDERA? Chiedi, sempre con la porta chiusa.
DEVO CONSEGNARE UN PACCO! Risponde lui.
Ti decidi ad aprire, allora, e dopo averti dato un’abbondante occhiata nella scollatura, che dembravano due mani che ti strizzavano le tette, il ragazzo ti dice che deve consegnarti un pacco, che non c’è nulla da pagare, e che ha avuto l’ordine di ripassare il giorno dopo a riprenderselo, nel caso decidessi di non trattenere la merce.
Firmi, e il ragazzo ti aiuta a portare in casa il pacco, piuttosto pesante ed ingombrante. Dopodiché se ne va.
Affanculo! Pensi. La passera la sentivi ancora bella fradicia, ma la concentrazione era ormai stata rotta!
Bene! Decidi allora di leggere la lettera di accompagnamento allegata al pacco che hai ricevuto, chiedendoti cosa diavolo sia ed immaginando che potesse averlo ordinato tuo marito.
Gentile Signora, iniziava la lettera…
il suo nominativo è stato estratto per partecipare al test di un nuovo prodotto prima della sua immissione sul mercato. Il pacco che Lei ha ricevuto contiene un concentrato di alta tecnologia. Una invenzione progettata per essere utilizzata in ambito militare, ma successivamente modificata per usi civili…
CHE CAZZO E’ ‘STA ROBA? ti viene da pensare. E continui a leggere.
…La sua partecipazione al tese le dà diritto di utilizzare liberamente il prodotto e trattenerlo, al termine del test, ma la vincola a rispedirci l’allegato questionario completamente compilato non oltre i 60 giorni dalla ricezione del medesimo. In caso contrario, sarà pregata di riconsegnarlo domani al fattorino che Le invieremo. I commenti che ci invierà ci saranno utilissimi per verificare l’accettazione del prodotto da parte del nostro pubblico e per migliorarlo ulteriormente, garantendole, ovviamente, che i dati raccolti verranno utilizzati esclusivamente con questi fini.
Ed ora, prima di decidere, La invitiamo a prendere visione del prodotto, semplicemente collegando la spina ad una presa di corrente ed effettuando i test iniziali di buon funzionamento. Per questa operazione occorre una presa di corrente, un bicchiere d’acqua ed un uovo. Nel caso il prodotto non sia correttamente funzionante, ma Lei desideri partecipare comunque al test, La invitiamo a restituirlo al fattorino che verrà nella giornata di domani, richiedendo una nuova consegna.
Aprire il pacco tagliando l’adesivo che unisce i lembi dello scatolone.
(Fatto!)
Inserire la spina in una presa di corrente.
(Fatto!)
Attendere almeno due minuti, affinché che il prodotto si disponga automaticamente per il test.
(Che palle! Pure questo mi doveva capitare. Chissà che diavolo è!).
Pronunciare le parole “self test”.
SELF TEST!
Dal pacco lentamente e con un leggero rumore, si dispiega e prende volume un oggetto avvolto nella plastica.
Cric crac! La plastica che lo avvolge si tende, l’oggetto inizia ad assumere più o meno l’altezza di una persona, poi la plastica si strappa, e finalmente l’oggetto si rivela per quello che è.
Non puoi credere ai tuoi occhi! E’ il corpo di un ragazzo moro, dai lineamenti asciutti e sportivi, che è rivolto di spalle e subito i tuoi occhi seguono la caduta della plastica di imballaggio e si fermano sul culo. Bello, sodo, scultoreo.
La schiena è completamente glabra, ma le cosce e le gambe sono leggermente coperte da peli.
Non resisti alla tentazione di sfiorare quel materiale artificiale che sembra pelle, per sentirne con il dorso della mano il contatto vellutato.
Subito dopo lo sconcerto, di colpo una idea ti attraversa la mente…
E lentamente gli giri intorno per osservarlo di fronte.
Vuoi impedirti di guardare subito lì. Ti sentiresti troppo puttana! Allora indugi sulle spalle, robuste, sul viso, dai lineamenti affascinanti e discreti, sul collo, sul petto, anch’esso ricoperto da una leggera peluria, e scendi, seguendo la linea centrale dei muscoli dell’addome, fino all’ombelico, ed ancora più giù…
Beh? (pensi) Tutto qui?
Il pene è molliccio come una spugna, quasi completamente ricoperto dalla “pelle” e sovrastato da un piccolo, ma ordinato ciuffetto di pelo.
Ma che è? (pensi) Una statua molto realistica. Sicuramente una specie di scultura di avanguardia. Effettivamente è bellissimo e chi l’ha progettato sicuramente ha un grandissimo senso estetico.
Occhi castani e profondi, labbra carnose, naso sottile, alla francese ma mascolino, mascella volitiva. Proprio bello.
Non riesci ad impedirti di avvicinarti, per sentirne l’odore di plastica nuova, ti appoggi con il ventre al suo, sfiori con le mani i peli del suo petto.
Càspita! Sembra vero. La pelle è vellutata come se fosse davvero una persona.
Con una mano sali sulla sua spalla e scendi lungo la sua schiena, sfiorandola con un leggero contatto dei polpastrelli.
Arrivi molto vicino al culo, che è così sodo che ti viene voglia di stringere a due mani le sue chiappe da urlo.
Lo fai e… oddìo! un cazzo di tutto rispetto inizia a salire, pulsando come se fosse vero, tra le tue cosce, sfiorandone i bordi, e prestissimo ti accorgi che la cappella gonfia inizia a premere, sulla stoffa della tuta da casa che hai indossato per andare ad aprire, esattamente nel punto a metà tra le tue chiappe e la tua fichetta.
Superato il primo momento di sconcerto, ti sposti indietro per osservarlo attentamente.
E’ in piedi, di fronte a te, con un cazzo maestoso leggermente incurvato verso l’alto, che dà dei piccoli scatti ritmici verso l’alto, simili al battito di un vero cuore.
Senza preavviso, senti la saliva scorrere in bocca, e la fichetta allagarsi improvvisamente, davanti a quel “ben di dio”.
E mentre il tuo respiro si fa corto, e le tue guance si fanno di porpora, prosegui senz’altro nella lettura delle istruzioni per l’uso.
“Per effettuare il primo test di funzionamento, afferrare saldamente almeno un gluteo dell’umanoide. Questa operazione dovrebbe causare una spontanea erezione del pene. Se ciò non dovesse avvenire, riferirsi alla sezione “Troubleshooting”.”
“Il secondo test di funzionamento riguarda la capacità di afferrare gli oggetti con la giusta pressione. Prendete l’uovo e mettetelo davanti al suo viso, pronunciando chiaramente: “prendilo in mano”.
Il prodotto è dotato di una tecnologia di riconoscimento vocale e dovrebbe afferrare delicatamente l’uovo senza romperlo. Se ciò non dovesse accadere, oppure l’uovo dovesse rompersi, scollegate subito la presa di corrente e pronunciate chiaramente “spegniti”. Il prodotto si ripiegherà nello scatolone assumendo nuovamente la dimensione iniziale.
“PRENDILO IN MANO”, dici.
Il braccio muscoloso si tende, la mano afferra delicatamente l’uovo e lo trattiene.
Che culo! (pensi) Sta funzionando!
“il terzo test riguarda la sudorazione e l’emissione di liquidi. Prendete un bicchiere d’acqua ed offriteglielo, pronunciando chiaramente: “bevi”.
Il prodotto dovrebbe bere tutto il contenuto del bicchiere.
Pronunciando: “suda”, la fronte, il petto e la schiena dovrebbero imperlarsi di piccole goccioline.”
“SUDA!”, dici.
Piano piano, le piccole goccioline compaiono, come previsto.
Ti scappa una mano lungo la schiena, fino alla scanalatura tra le chiappe, e ritiri le dita piacevolmente umide.
“L’ultimo test riguarda i liquidi fisiologici. Evitate di rivolgere il prodotto verso mobili o materiali che potrebbero sporcarsi o deteriorarsi. Se desiderate portare il prodotto in bagno, semplicemente chiedetegli di seguirvi”.
Stacchi il filo che lo collega alla presa di corrente e pronunci: SEGUIMI!
Docilmente, l’umanoide ti segue fino al bagno, dove lo rivolgi verso il vano doccia.
“Il prodotto è pensato per poter essere utilizzato per dei rapporti sessuali realistici, quindi, per effettuare l’ultimo test, sarà sufficiente pronunciare chiaramente: “sborra”, oppure, “vieni”, oppure, “godi”.
“GODI!”, dici.
Il cazzo si erge un pochino più di prima, si gonfia e poi, con qualche sobbalzo ritmico, riversa una diecina di schizzi vischiosi, sulle piastrelle del vano doccia.
Cavolo! Sembra proprio vero!
Non puoi resistere. Con le dita raccogli le ultime gocce di liquido che escono da quel “cazzo dei miracoli” e lo senti caldino e vischioso, esattamente come vera sborra.
Ti lecchi le dita, e poi ti senti così puttana che davvero non puoi trattenere la tua mano dal portare quel liquido tra le labbra della tua fica, prima di completare la lettura delle istruzioni.
“A questo punto, se il pene emetterà alcuni schizzi di liquido vischioso, il test è completato. Vi suggeriamo di ricollegare il “goditore” ad una presa di corrente per caricarlo completamente in modo che al primo utilizzo anche la temperatura corporea si approssimi a quella umana. Il caricamento completo richiede circa un paio d’ore, nel frattempo vi suggeriamo di prendere dimestichezza con i comandi più comuni, indicati nel capitolo seguente.
“SEGUIMI!” Pronunci di nuovo.
Questa volta afferri la scatola di imballaggio, scendi la scala interna e porti l’umanoide in cantina. Un posto sicuro dove certamente tuo marito non lo troverà, visto che quello scansafatiche non ha mai voglia di fare nulla in casa.
Colleghi di nuovo la presa e, con la fica bollente e un vortice di pensieri per la mente ordini: “SPEGNITI”.
Lentamente, il “goditore” rientra nel suo imballaggio, si ripiega su sé stesso e di lui nella cantina non rimane altro che la piccola anonima lucina rossa che indica che il caricamento delle batterie sta avvenendo. Una lucina rossa che pulsa a intermittenza come la tua fica sta facendo tra le tue gambe.
Una lucine che quando diventerà verde darà il semaforo verde anche alla tua fantasia. A lui potrai chiedere tutto ciò che vorrai, poiché rimarrà per sempre nascosto nell’intimità della tua casa, a lui potrai far fare anche quelle cose che hai sempre desiderato, ma che non hai mai osato rivelare, nemmeno a tuo marito. E immersa in questi pensieri, torni di sopra, ti sdrai sul letto e, pensando a come ti comporterai quando il “goditore” sarà carico, ti addormenti in un sonno agitato.
Ore 11.30
Un raggio di sole che filtra attraverso la finestra colpisce le tue palpebre e ti svegli.
Dopo un primo momento di sbandamento, capisci chi sei e dove ti trovi.
Solamente ti stai chiedendo se per caso la consegna del “goditore” non sia semplicemente un sogno.
Il PC è acceso, proprio vicino a te, e ricordi perfettamente quello che hai fatto fino al fermo immagine che trovi sullo schermo.
Ma poi le idee sono un po’ confuse…
Onestamente cominci a credere che si tratti solamente di un sogno, ma contemporaneamente hai paura ad andare in cantina a verificare. E se fosse vero? E se lo scoprisse qualcuno? E se…
Quasi quasi ti sei pentita di avere accettato quella consegna. Difficilmente potresti giustificare la presenza di quell’oggetto in casa tua. E poi ti fa un po’ paura quell'”uomo” finto in casa tua. E’ pur sempre un robot. E se facesse qualche danno, o anche peggio?
Decisa a trovare una soluzione scendi in cantina. Nel buio, la lucina rossa lampeggiante è stata sostituita da un bel colore verde fisso.
…LUI è lì. LUI è pronto!!!
Senza alcun preavviso, il solo pensiero che “lui” sia pronto, ti aumenta la salivazione ed il ritmo della respirazione…
Combatti contro questa eccitazione che provi. In realtà vorresti solamente trovare il modo di disfarti di quella “marionetta del piacere”, ma la voglia di rivedere quel corpo perfetto, di poter rimettere le mani su quel culo da urlo e di poter toccare con le mani (…e non solo…) quel cazzo superbo e perfetto, iniziano a farti bagnare anche “sotto”.
Nel buio e nel silenzio di quella cantina, la voglia è così forte che non puoi trattenerti dal metterti una mano tra le cosce, muovendo leggermente le dita proprio nella spacca, senza poter togliere gli occhi da quella lucine verde che sembra chiamare il tuo bollente fiore, che sembra promettere un eden di godimento, ma che, al tempo stesso, ti incute anche paura.
Senza accorgerti, la tua bocca lascia sfuggire i primi flebili lamenti.
E proprio pochi minuti dopo, la tua bocca non riesce a trattenere il comando “ACCENDITI”.
Puoi sentire, dal rumore, che “il goditore” si sta muovendo, per assumere la sua forma operativa. Ma non lo puoi vedere.
La lucina verde non c’è più e la cantina è completamente buia.
Nel dispiegarsi, deve essersi staccato il filo della corrente.
Senza togliere la mano dall’interno delle mutandine, avanzi di qualche passo nel buio, nella direzione dove avevi lasciato la scatola.
E dopo pochissimo, un contatto del braccio con un corpo tiepido ti fa sussultare. Inizi allora a scorrere con la mano lungo quel corpo, per esplorarlo. Non vuoi accendere la luce. La luce ti sembra troppo sfacciata.
La luce ti farebbe vedere lui, ti farebbe vedere te stessa, e forse un po’ ti farebbe anche vergognare.
Allora, piano piano, con le mani, inizi a toccarlo sulla schiena, che è rivolta verso di te. Con la bocca inizi ad esplorare quel corpo perfetto, così tiepido, che sembra così vero, così simile alle tue fantasie, e con la lingua inizi a leccargli la schiena, mentre le tue mani passano sul suo petto e salgono verso il viso, per toccare con le dita quelle labbra carnose, quei bellissimi capelli, quella mascella così volitiva…
La passerina sta ormai colando, ti rendi conto che stai spingendo il pube contro il suo culo perfetto, e che la voglia di cazzo sta lentamente guidando la tua mano lungo il suo ventre per afferrare finalmente quel ben di dio che avevi visto prima.
Eccolo! Le tue dita percorrono tutta la lunghezza di quel maestoso cazzo perfetto di cui il “goditore” è dotato. Puoi giocare con i peli del suo pube, puoi scendere e titillargli delicatamente le palle, puoi risalire fino all’apice, seguendo il rigonfiamento dell’uretra. Sembra vero.
Perfino la sua cappella è un pochino più morbida del resto ed ha la pelle liscissima, mentre invece lungo il pene si possono sentire i leggeri rilievi delle vene che lo percorrono.
Chiudi gli occhi, ti sfreghi una mano sulla passera per raccogliere un po’ del succo scivoloso, e lo spalmi su quel cazzo maestoso.
Lo senti pulsare nella mano, mentre questa scivola avanti e indietro sulla sua canna del piacere, e il “goditore” è stato progettato così bene, che dopo qualche attimo, lo senti respirare, come se fosse un uomo vero, e mentre glie lo meni, dà delle piccole spinte in avanti, come se volesse meglio godersi lo sfregamento della tua mano esperta.
Lo titilli con le dita alla base della cappella, e ad ogni tocco lui sobbalza.
Lo titilli sulla punta della cappella, e senti una goccia di liquido vischioso che fuoriesce dalla punta. Gli giri intorno, e accoccolandoti a terra, inizi a succhiarlo, a leccarlo, a menarlo, mentre ti infili due dita nella fica per cercare di eccitarti più che puoi.
Laida puttana che non sei altro! Ti piace quel bel cazzone, vero? Ti piace ancora di più l’idea che tra poco scoperai come una troia e nessuno lo saprà mai. Ti piace l’idea di avere un uomo il cui cazzo resta duro finché lo decidi tu, e non si ammoscia improvvisamente, lasciandoti a metà strada.
Immersa in questi pensieri, rimani stupita quando “lui” mette le mani sui tuoi capelli, spingendo avanti e indietro la tua bocca lungo il suo cazzo, proprio come se gli piacesse da morire quello stupendo bocchino che gli stai facendo. Ma tu non vuoi fargli un bocchino. Vuoi adesso esplorare cos’altro sa fare…
Così tiri indietro la testa e lui, docilmente, te la lascia andare.
Togli i pantaloni della tuta, desiderando ardentemente il contatto di quel cazzo durissimo dalla morbidissima cappella sulla tua passerina nuda e bagnata.
Ti avvicini di fronte, e senti la punta all’altezza del tuo ombelico.
Così lo prendi con le mani, e dolcemente lo guidi proprio in mezzo alle tue gambe. E’ davvero duro, e la tua passerina ti ringrazia del semplice contatto, con una languidissima contrazione.
Avvicini la tua bocca alle sue labbra, ed inizi a baciargliele. Le sue braccia robuste ti abbracciano a loro volta, inclina leggermente la testa e ricambia i baci.
Gli titilli piano le labbra con la lingua, e lui fa altrettanto con te, fino a che le bocche sono l’una contro l’altra e le lingue morbide si eccitano a vicenda.
Ti aggrappi al suo collo, allora, e provi a sollevare le gambe fino a mettere i piedi dietro al suo sedere. Incredibilmente ti sostiene, e puoi sentire ora la sua calda cappella che pulsa contro il tuo buco del culo.
La tua figa è ormai fradicia, tanto che, semplicemente spingendoti un pochino indietro puntando i piedi sul muro, la sua grossa cappella si insinua dentro la tua passerina e, scendendo un pochino, in un attimo sei impalata sul suo grosso cazzo, mentre (prodigi della tecnica), le sue mani afferrano le tue chiappe e ti sostengono un quella posizione disagiata.
A questo punto, da vera troia quale sei, inizi a muovere il bacino avanti e indietro, mugolando di piacere parole come “scopa la tua troia, bastardo”, ed accorgendoti che il “bastardo” iniziava anche lui a muovere il bacino avanti e indietro, mentre la sua grossa cappella si faceva strada sempre più in fondo alla tua povera ma felice passerina. Ansimavi, ti sbattevi come una cagnetta contro il suo corpo che stava anche sudando e mugolavi “mmmmhhhh! infilami tutto il tuo grosso cazzo!”. Ed ogni volta che dicevi “grosso”, il cazzo diventava effettivamente un pochino più grosso di prima (ma forse era solamente una tua impressione), dandoti l’impressione che ora davvero la tua fica venisse violata come mai era accaduto prima, ma questa sensazione non faceva altro che farti sentire ancora più porca e farti sbrodolare sempre di più.
Potevi sentire il rumore delle gocce del tuo liquido che cadevano sulla confezione di plastica del “goditore”, ancora sotto di voi, ed il rumore delle tue gocce non faceva altro che farti andare ancora più in visibilio.
“Mugolavi: dai, fammi godere, ho voglia di venire con il tuo bel cazzone dentro!” Non eri avvezza ad esprimerti in questo modo, ma ti accorgevi che più usavi espressioni “crude”, più la tua fichetta ricambiava dolcemente il favore. Al tuo ordine “fammi godere”, il “goditore” allungava semplicemente un dito e con quello ti penetrava il culo, ormai completamente aperto.
Contemporaneamente, le sue natiche aumentavano la frequenza e l’intensità delle spinte e le venature del suo cazzo si facevano sempre più sentire durante le penetrazioni. Dopo non molto, un brivido lungo la tua schiena e quella dolce sensazione di calore ti pervadevano il corpo, mentre la tua passera iniziava a contrarsi, strizzando ritmicamente dentro di sé quell’enorme e venoso cazzo, come per succhiarne fuori tutta la sborra e farsene riempire, ed il tuo buchino dietro faceva anch’esso onore all’avvenimento, contraendosi a scatti improvvisi intorno al grosso dito che ospitava. Le tue soffocate urla di piacere, le tue parole “…godo, godo, ripetute più volte fino a saziare la passera di piacere, scatenano allora anche “lui”. Alcune spinte potenti che ti fanno sentire la cappella fino in gola terminano con dei caldi schizzi impertinenti che senti arrivare sull’utero, colando poi fuori, mentre l’orgasmo rallenta, in calde gocce che di nuovo rumoreggiano sull’imballaggio a terra.
Piano, “lui” si ferma, mentre nella tua mente stai pensando che mai prima avevi goduto così tanto e così bene, che mai prima un vero uomo ti aveva scopata “in piedi”, tenendoti sospesa per tutto il tempo, e che mai avevi così tanto goduto della tua porcaggine.
Fai forza sulle braccia, aggrappandoti al collo, per sfilare quell’enorme cazzo, ancora rigido, dalla passera in fiamme, e piano, metti i piedi a terra.
Senti la topina “strana”, come se vi fosse passato un palo, e la tua curiosità ti spinge ad accendere la luce.
“Lui” aveva tutto il petto rosso, era tutto sudato, ed il suo grosso cazzo, durante il rapporto era diventato davvero così grosso da giustificare quella strana sensazione alla passerina.
Dal buchino sulla cappella colavano ancora alcune gocce di sborra, che si mischiavano, scendendo lungo il lato inferiore del cazzo, ai tuoi liquidi sparsi su tutta la lunghezza fino alle sue palle.
Con una magistrale succhiata di cazzo, lo ripulisci completamente di ogni residuo, gustando fino in fondo il tuo “sapore di porca”.
Se anche tu sei stata così porca da godere insieme alla protagonista di questo racconto, togliti le dita da dove stanno, succhiatele un po’ per asciugarle, ed esprimi il tuo eventuale apprezzamento scrivendolo a: cieloblu64@yahoo.com
Dai, che aspetti?
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi