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Erotici Racconti

Io e gli amici fiorentini

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Io nacqui a Firenze un bel po’ d’anni fa e, perciò, mi &egrave rimasto il gusto della lingua che avevo appreso da bambino. Era la lingua di Dante piena di parole strane soprattutto quando si parlava di sesso o di cose affini. Io mi ricordo che da bambini non si faceva altro che parlare di cose ‘sporche’ anche se noi non capivamo nemmeno a cosa si riferivano. Soltanto quando fummo un po’ più grandicelli comprendemmo che le parole che usavamo si riferivano non solo al sesso dei più grandi ma anche a quello di noi bambini e bambine. Ma la nostra curiosità non si poteva fermare soltanto alle parole e si voleva vedere con i nostri occhi e toccare con le mani le cose vere che erano indicate proprio da quelle parole.

Io mi ricordo ancora che noi ragazzini, quando ci mettevamo a pisciare e facevamo a gara a chi pisciava più lontano, ci domandavamo: ‘Ma come faranno le ragazzine a pisciare lontano se non hanno l’uccellino che noi possiamo tenere in mano e indirizzarlo per pisciare più lontano ?’.

Una risposta difficile da dare per dei ragazzini che non hanno mai visto una ragazzina pisciare ! Decidemmo che bisognava domandarlo a loro e, se possibile, vederle anche pisciare.

Così facemmo e non trovammo nessuna difficoltà a convincere le ragazzine perché anche loro erano curiosissime di vedere come fanno i ragazzini a pisciare. Infatti non capivano come si fa a non pisciarsi addosso non avendo il buco, da cui esce la pipì, fra le cosce come loro ma in cima all’uccellino che sta ritto davanti alla loro pancia.

Ci demmo un appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo nel boschetto dove eravamo già stati varie volte per giocare a mosca cieca. E li ci trovammo tutti e otto per fare il nostro esperimento. Si, tutti e otto, perché mi ero dimenticato di dirvi che eravamo quattro ragazzini e quattro ragazzine !

Convenimmo che era inutile che tutti e otto ci mettessimo a pisciare per capire come pisciano i ragazzini e le ragazzine. Bastava, infatti, che un ragazzino e una ragazzina ci facessero vedere come pisciavano ! Tirammo a sorte i due che avrebbero dovuto farcelo vedere e toccò a me di farlo insieme ad una ragazzina molto carina. Io mi calai i calzoni e le brache mentre la ragazzina, tanto carina, si alzava la sottana e si toglieva le brachette perché tutti e due volevamo far vedere come pisciavamo. In realtà anche noi due non sapevamo bene cosa fare e, alla fine, decidemmo che la ragazzina, tanto carina, avrebbe preso in mano il mio uccellino per fare sprizzare in alto la mia pipì. Così facemmo e anche le altre tre ragazzine concordarono che era veramente bellino vedere che dal buchino piccolino del mio uccellino riuscisse a sprizzare così in alto un flotto incredibile di pipì. Le ragazzine erano molto soddisfatte di quello che avevano visto ma i ragazzini, che sapevano già come la loro pipì schizzava sempre così in alto, volevano vedere subito come, invece, cadesse per terra la pipì che usciva dalle fichine delle belle e carine ragazzine. Evidentemente era più difficile vedere come uscisse, dal buchino che sta in mezzo alle labbruzze delle fighette delle ragazzette tanto carine, se non si andava a mettere la testa sotto le gambe divaricate delle ragazzine carine. Ancora una volta dovemmo decidere cosa fare e fui io ad essere scelto per mettere la mia testa sotto le gambe divaricate della ragazzina carina per poi raccontare agli altri maschietti, anche loro carini, cosa avevo visto. Naturalmente non solo vidi sopra di me una bella fichina, ancora senza neanche un pelino, ma aprii la mia bocca per riceverci la pipì che mi cadeva come una cateratta su tutta la faccia.

L’invidia degli altri tre ragazzini carini, che non avevano potuto godere quello che avevo goduto io, fu uguale a quella delle ragazzine carine che non avevano potuto prendere in mano il mio uccellino e alle quali scappava tanto la pipì che se non l’avessero fatta subito se la sarebbero fatta nelle mutande.

Un breve consulto bastò per decidere cosa si doveva fare immediatamente. Per prima cosa era inutile continuare ad essere vestiti e, quindi, era opportuno che ragazzini bellini e ragazzine belline si spogliassero e rimanessero tutti nudi. Poi si dovevano formare delle coppie ‘ naturalmente di ragazzi carini e di ragazze carine per non correre il rischio di essere considerati gay o lesbiche se si facevano le coppie fra ragazzi carini e ragazzi carini o fra ragazze carine e ragazze carine !

Così facemmo e io confermai la stessa coppia perché avevo apprezzato la soffice manina che aveva saputo tenere bene in mano il mio pisellino mentre pisciavo e il piacere che mi aveva dato pisciandomi dalla sua fighina sulla faccia e, soprattutto, nella mia bocca ben aperta che, ancora, sente il gusto di quella pipì !

Le coppie formate incominciarono a svolgere il loro compito e la mia ragazza carina aveva già preso nella sua morbida manina il mio pisellino e ci giocava facendo andare su e giù la pelle che ne copre il glande. Guardai cosa stava facendo con il mio pisellino e mi accorsi che, altro che pisellino !!, era diventato bello duro fra le sue mani come mai lo avevo visto. La pregai di continuare ad accarezzarlo e, se voleva, poteva anche prenderlo in bocca e ciucciarlo come un lecca lecca. Non se lo fece dire due volte e, spompinandomi sempre più forte, mi fece venire per la prima volta nella mia vita. Rimanemmo stupiti tutti e due, lei perché credeva che le avessi pisciato in bocca e io perché non immaginavo che smanacciando il mio pisellino diventasse così duro e sprizzasse lo sperma invece della pipì. Ci guardammo in faccia e, tutti e due sorpresi di quello che era accaduto, decidemmo che bisognava provare ancora per renderci conto se quello che avevamo provato era un caso eccezionale oppure potevamo continuare a farlo visto che ci era piaciuto tanto.

Questa volta invece di stare in piedi ci sdraiammo per terra, non faccia a faccia, io con la faccia fra le sue cosce e lei con la sua di fronte al mio uccellino che era ritornato ad essere tutto moscio. Senza dirci neanche una parola, io cominciai a leccarle la passerina con la mia lingua che si inseriva sempre di più fra le grandi e piccole labbra della sua deliziosa fichina. Invece lei, la graziosa ragazzina, teneva in bocca il mio uccellino che, a poco a poco, era diventato un bel cazzone. Anche le nostre mani non stavano lì senza far niente ! Il mio dito medio, ben bagnato con la mia saliva, si era inserito fino in fondo nel suo buco del culo e aveva incominciato ad andare in su e giù come se la scopassi. Sentivo che qualcosa stava succedendo anche attorno al mio buco del culo e mi resi conto che anch’io avevo un dito che andava su e giù dentro il mio buco del culo e che aumentava il piacere del pompino che mi stava facendo la mia ragazzina carina.

I gridi che lanciavamo per il piacere che provavamo sarebbero stati sentiti dagli altri ragazzini carini e dalle ragazzine carine se, anche loro, non stessero gridando dal piacere che provavano facendo proprio quello che stavamo facendo io e la mia ragazzina carina.

Per onor del vero nessuna delle ragazzine carine fu sverginata dai ragazzini carini durante quella serata. Certo, qualche buco del culo si era un po’ allargato non solo per qualche dito che vi era entrato ma anche perché noi ragazzini carini avevamo scoperto che mettere il nostro uccellino, già un po’ duro, dentro un buco del culo dava più soddisfazione di un pompino. Eravamo tanto convinti che, quando le ragazze carine se ne andarono, noi ragazzi carini continuammo a farcelo infilare nel nostro buco del culo mentre un altro ci faceva anche un pompino.

Bei tempi allora! Avevo tanti amici fiorentini, parlavamo la lingua di Dante e usavamo la nostra lingua personale per leccare le fiche, qualche buco del culo e, anche, per leccare il cazzo duro di un amico prima che ce lo infilasse fino in fondo nel nostro buco del culo personale.

Questa &egrave la prima puntata e, se troverò il tempo, vi racconterò cosa successe negli anni seguenti quando i ragazzini carini e le ragazzine carine avevano raggiunto i 18 anni e potevano sverginarsi a vicenda senza correre il rischio di andare in galera accusati di pedofilia.

I manoscritti sono di proprietà dei rispettivi autori che ne detengono tutti i diritti ed, insieme ad essi, la responsabilità di quanto &egrave riportato.

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