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Erotici Racconti

Uno scherzo bagnato

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

C’era veramente tanta gente alla festa di laurea di Pamela, la sua casa inoltre era splendida: con due giardini, sul davanti e sul retro, in pieno centro città.

Io e Ubaldo arrivammo un po’ tardi, e alcuni avevano già abbondantemente mangiato e bevuto: nel giardino davanti qualcuno ballava con musichette anni’70, Pamela ci presentò due o tre amichette che non conoscevamo, mentre per il resto erano presenti tutti quelli del corso di lingue slave.

Appena Pamela ci presentò Claudia, Ubaldo mi guardò con un gesto di apprezzamento: era una ragazza mora con i riccioli che le scendevano sulle spalle, minuta e molto carina, aveva un vestitino corto colori pastello, e sulle prime dubitai portasse qualcos’altro, visto che la sua minigonna, sui glutei, non presentava segni di mutandine, ma era difficile stabilirlo con certezza.

La serata trascorse tranquilla, tra qualche danza nel giardino principale, chiacchere, sorsi di spumanti e buffet freddo di buona qualità: Pamela aveva fatto le cose veramente bene.

Immancabilmente verso le cinque del pomeriggio cominciarono dei giochi di società: dalle carte a quelli con estrazione di penitente; io e Ubaldo stavamo a guardare, anche perché a guidare i giochi era Giampaolo, che fungeva come sempre da buffone di corte e con il quale io e Ubaldo non avevamo avuto buoni rapporti: urlava e tirava a sorte qualche malcapitato o malcapitata ai quali faceva fare qualche giochetto demenziale di penitenza.

Dapprincipio le cose erano veramente poco interessanti: per lo più si trattava di far bere i perdenti, mordere mele che galleggiavano nel vassoio, e altre amenità.

Anche Claudia non partecipava ai giochi, però se ne stava un po’ appartata con un’altra amica ed era difficile avvicinarla: ci provò l’Ubaldo con qualche scusa, ma ebbe risposte evasive, tuttavia questo modo sfuggente la rendeva ai miei occhi ancor più interessante.

Verso le sei, con la gente che cominciava a tornare a casa, la festa era infatti iniziata all’ora di pranzo, prendemmo parte ad un gioco insieme a Claudia e alla sua amica, Pamela ci disse che Claudia era arrivata da poco in città e conosceva poca gente, inoltre veniva fuori da una delusione con uno che aveva lasciato a Mantova, la città dalla quale arrivava.

Il gioco pareva simile agli altri, con Giampaolo che urlava e qualcuno che doveva bere per la penitenza, però la cosa parve subito interessante, anche perché quel puttaniere di Giampa adocchiò subito Caludia e ‘guardacaso’ le toccò ingurgitare tre bicchieri pieni di Porto nel giro di un quarto d’ora: era chiaro che anche lui mirava a qualcosa e la ragazza, essendo soltanto accompagnata da un’amica non pareva molto difesa.

Io e Ubaldo cominciammo a seguire la cosa con attenzione: non intervenni, quando alla quarta penitenza Claudia dovette afferrare con la bocca una mela che galleggiava in un secchio d’acqua, che a differenza del vassoio, non poggiava su un tavolo, ma per terra, in modo che per afferrarla, Lei dovette mettersi a quattro ‘zampe’ sul pavimento.

Eravamo rimasti oramai in sette o otto, e le ragazze che partecipavano al gioco erano solo due, Claudia e Daniela, la quale sembrava trovare un gusto sadico e divertito nel vedere Claudia fare le penitenze.

Per afferrare la mela Claudia si chinò a quattro gambe e cercò di mordere la mela, io mi misi dietro per scoprire se il mio dubbio iniziale era vero, ma probabilmente anche altri avevano la stessa curiosità: la realtà come spesso accade, &egrave migliore dell’immaginazione e in questo caso le slip che Claudia mostrò inavvertitamente mentre si chinava sul secchio, erano una cosa spettacolare. Completamente trasparenti e fini come niente altro: probabilmente di nylon elastico come quello dei collant, bianche trasparenti, lasciavano vedere tutto: la minigonna nel chinarsi le salì sul bel culetto rotondo e mostrò a noi quattro privilegiati che le stavamo dietro, lo spettacolo.

Ci volle qualche minuto prima che Claudia, oramai ubriaca, rinunciasse ad afferrare la mela nel secchio e chiedesse di riparare con altra penitenza, ma prima che qualcuno obiettasse, Giampaolo urlò: ‘Va bene, va bene! Allora Claudia, ha già fatto tre penitenze leggere, quella della mela non l’ha voluta fare, allora’ visto che &egrave un po’ alticcia, deve prima fare la pipi” Ci guardammo esterrefatti, che cazzo voleva fare quell’idiota?.

Seguimmo Giampaolo che accompagnava Claudia nel giardinetto dietro la casa, insieme a noi vennero anche Daniela e Gianni incuriositi dell’invenzione di Giampa: lo sbruffone fece salire Claudia sullo spigolo di un muretto, e con una mossa veloce, con semplicità e indifferenza, le divaricò le cosce invitando Claudia a fare la pipì da quella posizione, invitò tutti a fare il classico fruscio dell’invito a pisciare, e cominciò a premere sulla vescica di Claudia.

La ragazza rimase interdetta un attimo, protestò debolmente, ma dopo poco stette al gioco, forse poco lucida e ormai ubriaca: il gesto di Giampaolo per me fu un piccolo shock: allargando le gambe Claudia fece salire completamente la sua corta minigonna, mostrando ai presenti la sua passera sotto le slip di nylon trasparente, forse la stessa ragazza non si rendeva conto di quello che stava accettando di fare, o forse voleva veramente fare la pipì in quel modo; ebbi un’erezione appena Claudia aprì le cosce, e Ubaldo mi dette un colpo sul braccio, come per dire ‘Stiamo attenti’.

Tutti frusciavano con le labbra invitando Claudia a pisciarsi addosso, mentre lo stronzone di Giampaolo la toccava sulla passera, fino ad avvicinarle la lingua per bagnarla meglio prima che lei si lasciasse andare e cominciasse veramente a pisciare.

Fu uno spettacolo arrapate, e Claudia continuò a fare pipì per qualche minuto mentre i presenti applaudivano, soddisfatti.

Poi Claudia fu lasciata stare e nel giardino rimanemmo solo io e Ubaldo: la ragazza era scesa dal muretto, e con una espressione perplessa si guardava sulle cosce che colavano del suo liquido, fu indecisa se tirarsi giù la minigonna o fare qualcos’altro (?), mentre le slip completamente bagnate lasciavano trasparire ancor meglio la sua fichetta fradicia.

Io e Ubaldo ci avvicinammo e cominciammo a toccarla dappertutto, ormai senza altri sguardi indiscreti: ci bagnavamo le mani della sua pipì e gliela strofinavamo addosso, andando a titillarle la passerina umida. Lei cominciò a farsi toccare più in profondità e ad appoggiarsi a noi, che non aspettammo a lungo prima di infilarle le dita dentro la passera e nel culo, poi io la masturbai aumentando il ritmo, mentre Lei mugolava di piacere: non so se finse di venire, ma io non feci a tempo ad aprirmi i pantaloni; mi appoggiai con l’uccello al suo culo e venni bagnandomi anch’io nelle mutande come aveva fatto Claudia.

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