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Erotici Racconti

Virtualmente

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Verifica nome utente e password in corso…
Ecco, funzionerà stavolta?
Stupido provider, sempre occupato.

Yesss. funziona!
Accesso alla rete in corso.

Il fiorellino gira, gira, poi diventa verde.
Digito il solito indirizzo, ed ecco appare la lista dei nomi.
C’è qualcuno che mi interessa?
Con quale nick entro stavolta?
Qual è il mio umore, oggi?
Oddio, c’è quel tipo con cui ho cazzeggiato ieri e se mi vede è la fine
perché non mi molla più. Ghigno interiore, ho sfoderato troppo fascino e dovrei decidermi a mantenere un basso profilo.
Ma qui è così facile brillare in mezzo agli altri, basta un minimo
d’umorismo, basta tirarsela un po’, far capire che sei una donna.
Ed eccoli lì, scodinzolarti intorno, mielosi ed eccessivamente gentili.
Come se non sapessi cosa vogliono davvero.
Ma in fondo non mi dispiace.
E’ la corte che non ho mai avuto, mai, nemmeno quando sapevo d’essere la più carina in mezzo alle altre, e alla fine mi ritrovavo a sentire i discorsi altrui. Ad avere le risposte più argute e intelligenti e colte e simpatiche… ma non sapere a chi darle.
Qui invece tra il fiume di sciocchezze basta poco per farsi notare, sono
tutti di bocca buona, e spesso basta un sorriso per ricevere in cambio un complimento.
Entro con uno dei miei nick più originali, uno di quelli che si notano, ed ecco che quei due o tre di quelli che sanno chi sono, e che credono che nessun altro lo sappia, mi salutano con l’aria di chi la sa lunga, e tra la curiosità generale mi chiedono come vanno gli studi, come va l’amore, quali sono i miei programmi per il week end.
Parlano come se mi conoscessero davvero, e non fanno altro che alimentare negli altri la consapevolezza che io sia una persona interessante, da conoscere assolutamente.
“Ancora dieci minuti e poi stacco”.
E’ come l’ultima sigaretta: non la dai da bere a nessuno.
La droga dell’ego.
Il mio oppio.
Ventiquattro persone che parlano, discorsi prevalentemente stupidi, al
novanta per cento si tratta di saluti, qualche insulto, qualche volgarità, tanti “lol”, qualche sorriso.
Ed eccoci qua, che cosa ci facciamo?
Come al solito, ben poche persone parlano, la maggior parte sono mute; che staranno facendo? Immagino banali scambi di dati anagrafici fatti cadere dall’alto, come Grandi Rivelazioni, delle quali la più importante è quella del Vero Nome.
Sorrido al ricordo dei mie numerosi Veri Nomi.
Uomini e donne che si raccontano, ma non si svelano.
Costruiscono un’immagine di se stessi nella quale alla lunga si
identificano, interagiscono con altre immagini, ad alcune si affezionano, per altre provano disgusto, o indifferenza, o amore.
Amori. amori virtuali.
Chi crede che siano finti sbaglia. Ci si può fare davvero male.
E poi. poi si diventa cinici, si torna al cazzeggio con una ferita in più da leccarsi, un’altra storia dietro le spalle, magari da raccontare al prossimo confidente, ma senza dubbio con una corazza più forte, disincantati.

Fino alla prossima volta.

Amori di chat.

Sono nick che diventano persone.
Improvvisamente reali, improvvisamente a trecentosessanta gradi.
Si materializzano prima come voci, poi come presenze fisiche.
Associare un volto ad un nick non è così strano, ci si scambiano le foto del mare, della laurea.
Qualcuno ti spedisce le sua geipiggì dal titolo “io_nudo”, e per fortuna è la classica posa di quando a due mesi di vita ti fanno la foto dopo il bagnetto.

Volti sorridenti e ammiccanti.
Aggiungere lo spessore, la fisicità. ecco, può essere pericoloso.
Ma è sempre troppo tardi, perché quando ormai si decide di incontrarsi vuol dire che le cinque o sei telefonate al giorno non bastano più, e la trappola è già scattata.
Così come scatta subito la fitta trama di menzogne e mezze verità e pretesti e strategici mal di testa, che però non ti impediscono di trascorrere notti insonni davanti al monitor.
Si mente a tutti, e soprattutto a se stessi, gli occhi cerchiati per le
troppe ore di sonno perdute. L’allarmismo del Tg che dipinge la rete come un covo di maniaci, pedofili e serial killer.
I tuoi familiari che ti mettono in guardia, “non dare mai nessuna
informazione su di te eh!”, senza sapere che ti sei già fatta male.
Sanguini ma nessuno se ne accorge.
E più fa male, più ti chiudi.
Ti stai annullando, tu sparisci e il tuo personaggio pian piano prende il
tuo posto, ti sta fagocitando.
Il personaggio? Ma perchè limitarsi: puoi essere chi vuoi, puoi essere
quanti vuoi.
E alla fine non sai più chi sei davvero.
Le uniche cose che ti ricordano che sei vivo sono quella stretta al cuore, l’angoscia.
E i due monitorini in basso a destra, lampeggianti la tua multimedialità.

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