Halloween.
Non è che mi sia mai fregato molto di Halloween, quando ero bambino manco esisteva, se si volevano i dolci bisognava aspettare la befana e farli durare fino a carnevale, poi dopo carnevale la Pasqua e così via.
La sera di Halloween il capo mi prende da parte:
-Ascolta, l’altra volta i dj mi hanno fatto un casino in consolle, vai su con loro e controlla che non facciano cazzate, ok?-
-No problema-
Ora, la consolle rimane a circa tre metri di altezza sulla pista, con una veduta panormanica su tutto il locale, divanetti e tavoli compresi.
Un pò di r’n’b per scaldare l’atmosfera, e dopo mezzanotte comincia a riempirsi il locale: un pò di facce truccate, qualche benda da mummia, mantelli, parecchie gonne corte e autoreggenti a vista.
La notte uniforma: se sei una bella figa, diventi una dea, se sei passabile, puoi barare e diventare una fata, per quelle brutte, c’è l’alcool, e diventano chiavabili…
Quando però non sei un cliente, e vedi figa in continuazione, è inevitabile che ti si alzi il livello. Da fidanzato, se devi fare una cazzata, falla in maniera epica…
L’1.30
Esce l’animazione, spalanco l’impianto e Max parte con i laser e i motorizzati. La serata è lievemente sotto le attese, non c’è il casino tipo carne in scatola, si riesce ancora a distinguere le persone dall’alto.
Tenendo un occhio al dj che non faccia il furbo, butto un occhio alla gente. L’animazione ci sta dando giù duro, le ballerine mi ricordano che è da troppo tempo che non scopo, i ballerini mi rammentano che dovrei andare a iscrivermi in palestra.
Faccio una panoramica sul pubblico: qualche compagnia fa cerchio, i fenomeni si mettono a fare i numeri in pista, le escort di colore twerkano per attirare l’attenzione, le russe fanno capannello intorno a un Frankenstein generoso al Privè, le coppiette limonano sui divanetti.
In centro pista, leggermente spostati sulla destra della consolle, mi attirano l’attenzione un paio di cornini da diavoletto intermittenti sopra a una cascata di capelli biondi, con sotto un viso d’angelo, con sotto il più bel paio di tette che abbia mai visto, strizzate in un vestitino nero a balconcino senza spalline.
Avrà avuto al massimo 22-23 anni, o almeno così si intravedeva attraverso le mani di un tizio che stava ballando con lei come se volesse scoparsela in pista. Le teneva una mano sul culo e una gamba in mezzo alle sue, e letteralmente la sbatteva a sinistra a destra, facendole salire la parte bassa dell’abitino, fino a scoprire l’autoreggente di pizzo. Quello che il tipo non vedeva erano le occhiate che la ragazza fiondava al gruppo di ragazzotti arrapati attorno a loro, quegli occhi un pò maliziosi e un pò maiali come a dire -Se solo volessi vi avrei tutti in ginocchio a leccarmi le scarpe per fare quello che sto facendo con sto sfigato- Noto che fa di tutto per arrapare il tipo ma niente baci sulla bocca…
Mi ritrovo come un cretino a fissarla inebetito, fino a quando lei non alza gli occhi e mi becca a guardarla. Facendo un mezzo giro mette il “compagno” di schiena, e comincia a fare numeri con lui, ma chiaramente dedicati a me. Rimango brasato a vederla ballare a braccia alzate dondolando i fianchi in maniera tale che le tette seguano il movimento compresse dal balconcino…
Ragazza, se vuoi provarci, ci stai riuscendo…
Sono così rincoglionito dalla situazione che non mi accorgo del dj che da una palata di volume, le casse non apprezzano, il microfono del vocalist fischia, il capo guarda male me, io guardo male il dj, metto le mani sulla consolle e rimetto tutto a posto, gli sorrido scherzoso ma con i gesti gli faccio capire che se lo rifà gli infilo nel culo la bottiglia di Grey Goose che ha di fianco.
Ritorno a guardare la pista e la tipa da sogno è sparita, bò, meglio così, io avevo praticamente fatto, potevo già accendermi la siga e tornare a casa soddisatto.
Le 4.00
La serata è andata, in pista c’è un macello e recuperare l’attrezzatura è come tuffarsi in un Long Island.
Faccio che salutare Max e il dj, che alla fine ha salvato il sedere dalle mie minacce.
Saluto Alban, la sicurezza alla porta, accendendomi una sigaretta e scambiando due battute sulle fighe della serata e su un paio di tizi che se le sono date.
Finisco la siga e me ne vado verso la macchina. Passando di fianco a una fila di auto parcheggiate sento qualcuno urlare una sequenza di “puttana troia vaffanculo scendi bagascia” a cui una seconda voce femminile risponde “maleducato pezzente morto di fame bastardo”.
Mi limito a farmi i cazzi miei ma metto una mano nella tasca del cellulare per vedere di chiamare Alban se il tipo dava l’idea di usare le maniere forti. Le urla si calmano, si apre una portiera per poi richiudersi con violenza, si sentono un paio di tacchi camminare in fretta e una macchina sgommare. Una Maserati mi sfreccia di lato e si perde nella notte. Ok, Alban può andare a riposare.
Mi fermo ad aprire la macchina per caricare la mia roba, e sento i tacchi rallentare avvicinandosi. Mi giro e con la coda dell’occhio vedo un paio di cornini rossi da diavoletto su una cascata di capelli biondi.
-Questa poi…-
La tipa non si è accorta di me, stava rovistando nella borsetta con una sigaretta in bocca, alla ricerca di un accendino, e probabilmente del cellulare per chiamare un taxi.
Mentre ho il cervello in elaborazione dati che mi dice “sta bene, chiama il taxi, se ne va a casa e vaffanculo”, la mia mano prende l’accendino dalla tasca e lo accende davanti alla ragazza. E’ bellissima, tacchi altissimi, senza sarà più o meno 1,70, un cappottino nero che a malapena riesce a chiudersi sotto la spinta del seno, e che copre quello che avevo già avuto modo di radiografare qualche ora prima.
Mi sorride, accende la sigaretta, sbuffa e sussurra: “Grazie dj”
Ok, a me i dj stanno sul cazzo, poi non sono un dj, ero in consolle per un cazzo di capriccio del capo e mi sono anche rotto i coglioni, ma tant’è…
“Prego” lascio perdere l’idea di fare il figo, è tardi, domani mi devo svegliare alle 8 e sono stanco, e vado easy “non so cosa sia successo, ma non è un’idea simpatica lasciare qualcuno a piedi a quest’ora”.
Cosa vuoi che sia successo, cretino, la tipa è una diavolo di escort che ha presentato il conto per il secondo tempo e il cliente si è incazzato e l’ha scaricata. Probabilmente pensava fosse tutto compreso con il prezzo di partenza. Trucchi da venditore esperto…
Mi sorride, e sono brasato.
“Capita a volte. Mi è piaciuta la musica stasera, sei bravo” ha un morbidissimo accento straniero, ma se parlasse coi rutti probabilmente mi piacerebbe lo stesso… e comunque
NON SONO IL DJ!!!
“Grazie. Ti ho vista ballare, sei molto brava anche tu… ” a fare venire i pensieri impuri anche al Dalai Lama…”Io mi chiamo XXX”
“Lisa”, e scivola sulla esse dandomi un brivido lungo la spina dorsale.
Sorride di nuovo in maniera più maliziosa. Ok, se sei una escort, ora prendo il portafoglio e ti pago subito, tanto io ho già fatto ed è la seconda volta stasera…
Finisco di caricare la macchina con il cervello che in loop continua a ripetere “è bellissima, ma NO!è bellissima, ma NO!è bellissima, ma NO!”
Lei rimane in piedi di fianco a fumare con calma e a giochicchiare con il cellulare. Dai chiama il taxi e via, forza, se non lo sai chiedimi il numero e chiama il taxi…
“Ho fame, ti va di andare da XXX a mangiare qualcosa”
Cazzo si, di corsa
“No guarda, non riesco proprio, domani devo lav… ho da registrare in studio e devo svegliarmi presto…” MA CHE CAZZO STAI DICENDO!?!
“Ascolta, io abito in Via XXX, mi accompagni a casa, non ho voglia di chiamare il taxi”
Che ci vuole, dall’altra parte della città, giusto il tempo per non dormire neanche cinque minuti…
“Per me ok, dai salta su che ho finito”
Le apro la porta, lei apprezza e sale con calma donandomi la visione delle sue gambe perfette
Cazzo, ma un difetto ce l’avrà da qualche parte…
Salgo, metto all’autoradio un canale dance, giusto per salvare le finte apparenze, e parto.
Come al solito non parlo un granchè, ma lei non se ne preoccupa, canticchia un paio di melodie dei pezzi alla radio, poi mi chiede se può cambiare stazione e trova You shook me all night long degli AcDc e ci rimane… sorrido e elaboro un modo per chiederle di sposarmi…
Dopo venti minuti arriviamo sotto casa sua. E’ una zona figa, parcheggio interno e marmi all’ingresso.
Mi fermo, lei guarda il portone senza scendere, faccio che scendere io e le apro la portiera, non per altro che per godermi l’ultima volta lo spettacolo del suo corpo scendere dalla mia macchina.
La accompagno al portone, mi sembra di essere lo studente sfigato che ha passato la serata con la più bella della scuola, la riaccompagna a casa e sa che non succederà niente, ma quanto sarebbe bello succedesse…
Si gira di scatto e si avvicina abbastanza da appoggiarmi il seno al petto e piantarmi gli occhi dritti nei miei. Balbetto un “ascolta, io… tu… insomma, non c’è bisogno… poi non so se…quanto…”
Sussurra “Abbiamo finito di lavorare, potremmo divertirci per il gusto di farlo…”
Con dolcezza mi prende la mano, apre il portone e non posso fare a meno di seguirla.
Ascensore, terzo piano, porta, lei apre, entra.
La trattengo per farla girare e appoggio la mia bocca alla sua. Per lei è il segnale della mia resa: black out del cervello e tutto il resto per istinto. Mi ritrovo a pomiciare duro con la ragazza più bella che abbia mai visto, che sa che per me è la più bella che abbia mai visto e meritato, e che sa usare tutto quello che fa impazzire un uomo per professione.
Mi tira dentro all’appartamento senza staccare la bocca dalla mia, mi lascio guidare a occhi chiusi.
Mi ritrovo come per incanto in bagno, con lei che mi spoglia e mi mette sotto la doccia in mosaico d’oro, con un gesto fluido fa scivolare il cappotto e in una mossa ha sfilato l’abito, rimanendo in tanga, autoreggenti e tacchi. E’ infinatamente perfetta, un seno con i capezzoli rosa e rotondi, le gambe anche se non chilometriche meravigliosamente proporzionate al corpo, la pancia piatta, gli occhi verdi scuro e due labbra morbide e fresche. Lei è ciò che ho sempre cercato in una donna, e che stasera mi ha trovato. Sono stravolto e grondante sotto la doccia calda, con un’erezione imbarazzante, lei si muove verso di me, e ogni gesto è una poesia erotica. Si sfila i tacchi e mi raggiunge sotto la doccia in lingerie, i sui capelli si bagnano, appoggia il seno al mio petto e il mio pene al suo ventre, prende una spugna e comincia a lavarmi con cura e dolcezza, senza indugiare su nessun punto particolare, ma stimolando ogni cellula verso l’eccitazione.
Le sfilo il tanga e le autoreggenti chinandomi sulle ginocchia, e ne approfitto per assaggiarle l’inguine: zucchero e miele, mi perdo alla ricerca del clitoride, lei mette le mani tra i miei capelli e preme leggermente il mio viso sul monte di Venere.
Usciamo dalla doccia con le bocche ancora unite, avvolge in un asciugamano i nostri corpi e ci ritroviamo sdraiati sul letto avvinghiati.
I baci sono diventati più aggressivi, il mio cazzo pulsa sul suo ventre, è molto probabile che al dunque in due secondi finisca la magia, ma ora è troppo bello per pensarci.
Il suo seno preme sul mio petto e sento i capezzoli duri, mi piacerebbe piacesse a lei almeno un centesimo di quanto sto godendo io. Si gira di schiena facendomi sentire lo spacco del sedere sull’uccello, con un su e giù meraviglioso. Scivola al lato del letto ruotando e mettendosi in ginocchio tra le mie gambe, mi massaggia e graffia il ventre con le unghie prima di prendermi l’uccello e cominciare a masturbarmi come neanche io abbia mai fatto a me stesso. E’ dolce ma decisa, e sa quanto stringere per non farmi venire e tenermi al limite. Sto letteralmente impazzendo, se questo è così meraviglioso, mi chiedo il resto come possa essere. Si infila la punta del cazzo fra le labbra, e inizia un gioco di fino con le labbra e la lingua. Sono sospeso su una nuvola, e se gli angeli facessero pompini… bè dai, questa è fuori luogo…
Sono in estasi, provo a cercare di essere un pò più attivo, ma mi blocca le braccia e mi fa no con la testa sempre senza togliersi il cazzo dalla bocca. Ok, stasera è la mia festa, festeggiamo. Sempre senza smettere il lavoro di bocca, Lisa mi fa scivolare sulla schiena al centro del letto, e per magia vedo un profilattico già scartato nella sua mano. Interrompe il lavoro di bocca, mette la mano con il profilattico sull’ingresso della figa, prende il mio pene e in un movimento unico srotola il gondone mentre entro in lei. E’ una cosa che mi manda fuori, sento il mio uccello scivolare all’interno, e le pareti della figa che man mano che entro si fanno sempre più strette. E’ una morsa che quasi mi fa male, ma ha la capacità di farmi retrocedere dall’orgasmo quel tanto che basta per goderci la chiavata.
Sono impressionato da quello che sto subendo, comincio a capire come sia possibile rovinarsi per una donna…
Lisa si muove esattamente come desidero, senza bisogno di chiedere o che io la guidi.
Sento la figa come un guanto, meno stretta di prima, come se un sarto l’avesse fatta su misura per il mio pene.
Sento ogni singola piega della sua vagina, e ogni singola vena del mio cazzo.
Non voglio perdere neanche un fotogramma dell’ incontro con la mia dea, e godo della danza che Lisa fa sopra di me: i capelli bagnati la rendono insieme innocente e provocante, il trucco che c’è ma non si vede è rimasto perfetto anche dopo la doccia, il seno meraviglioso sobbalza a ogni affondo, e le mie mani lo cercano per poter godere della pelle morbida e setosa. Sento che l’interno della figa di Lisa diventa più liscio, si lubrifica. Mi illudo che piaccia anche a lei, in fondo non sta lavorando, dovrebbe essere per divertimento. Dopo pochi minuti si piega su di me, e mi sussurra all’orecchio
-Ora godi con me-
La sento aumentare il ritmo e comincia a stringere e allentare la morsa sul mio cazzo sempre più velocemente. E’ veramente impossibile resistere, vengo cercando di trattenere l’istinto di urlare l’orgasmo più potente della mia vita, mentre sento la figa di lei pulsare e espellere una grossa quantità di umori sul mio ventre.
Ho goduto e fatto godere la donna dei miei sogni, fanculo a tutto il resto, tutto il resto è fuffa.
Vorrei ringraziare, dire qualcosa, ma il momento è così magico che ogni cosa sarebbe banale. Butto un occhio senza farmi notare alla stanza dove mi trovo: casa pulita, bella ma anonima, di chi resta per andarsene dopo poco. Niente foto, niente che non possa stare in un paio di valigie.
Mi mulinano nel cervello i pensieri da bambino che solo un orgasmo mostruoso può farti venire, Lisa, sei perfetta, ti prendo e ti porto via, scappiamo andiamo ovunque, ucciderei per te.
Un movimento al mio fianco, Lisa ha la faccia del ritorno sulla terra, mi sorride ma è un sorriso cortese, da “è stato bello ma ora devi andare che peccato”. Mi guarda stando nuda sul letto nella posizione della sirenette di Copenaghen, è così bella che una foto in alta definizione non le renderebbe giustizia. Mi rivesto con la morte nel cuore, Lisa mi guarda senza smettere di sorridermi. La bacio su una guancia.
-Devo andare, Lisa-
-Si-
-Senti…-
-Cosa?-
-Io non sono un dj-
-Lo so-
-Ah-
-Lo fai come un musicista rock, non come un dj-
-Che mi venga …-
Faccio per uscire.
-XXX?- Lisa fa il gesto delle corna metallare e tira fuori la lingua -rock n roll!-
Mi metto a ridere come un cretino, e chiudo la porta.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi