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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 14 Giochi di sesso

By 29 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Stanotte, ho dormito bene, era un pezzo che non mi capitava.
Mi sono svegliato tranquillo, niente sogni strani, poi, pensando a quello che’
farò e vorrò da Patrizia, mi sono subito eccitato.
Vado in ufficio e sistemo alcune cose aspettando che arrivino le nove.
La vedo entrare.
Mi saluta con gli occhi, un leggero sorriso sul viso e un paio di jeans’
attillati.
‘ Gran fisico sono proprio fortunato ad avere tra le mani questa ragazzina’
innamorata’
Si gira a salutare i colleghi, ammiro il sedere scolpito nella stoffa, sento’
un inizio di erezione al solo pensare che &egrave stato ‘mio’.
La lascio lavorare per circa un ora, poi apro il citofono interno;
– Patrizia da me, grazie.
Lei si alza, smuove i capelli con un movimento ondulatorio del collo, se li’
accarezza, aggiusta la camicetta che ha infilato dentro i calzoni appositamente’
per lasciare la visuale libera del proprio lato B come le ho chiesto io il’
giorno prima e viene verso il mio ufficio sculettando sui tacchi da 10.
‘Quanto &egrave arrapante’
Bussa;
Entra. chiude la porta e mi colpisce con un sorriso radioso che stende il mio’
cuore.
– Ciao boss, capo, padrone…
Sorrido divertito.
– Vieni qui.
Si avvicina, siamo a venti centimetri, le accarezzo il viso, poi, stringendole’
una guancia’ a mo di pizzico, la obbligo ad avvicinarsi e le do un bacio’
passionale.
Le faccio segno di seguirmi,’ giro attorno al tavolo e vado al primo cassetto’
della scrivania.
Mi segue curiosa.
Apro e tiro fuori un oggetto a forma di uovo, un poco più piccolo e un poco’
più affusolato.
Patrizia mi guarda sempre più incuriosita. Le vado vicino, e le metto una mano’
tra le gambe strofinando sopra il pube in modo passionale.
Pressa alla sprovvista, s’appoggia a me cominciando a respirare con più’
affanno.
Io non parlo, lei allarga le gambe per apprezzare meglio quel contatto,
continuo per il tempo necessario a vedere nei suoi occhi la lussuria crescere,’
quando percepisco che &egrave in uno stato avanzato di eccitazione, mi fermo e le’
slaccio veloce i calzoni, li abbasso violentemente insieme al piccolo slip che ha’
sotto lasciandola nuda;
– Apri le gambe!
Mi guarda, ancora non capisce cosa sto per farle.
Le apre, eccitata, ma diffidente.
Le accarezzo il pube, le dita cercano il centro dell’eccitazione, la trovano, sentono il’
miele.
Allargo le grandi labbra già avanti nel loro dischiudersi e spingo dentro’
l’ovetto facendola gemere e sobbalzare per l’intrusione imprevista.
Tiro su lo slip e chiudo i calzoni.
Le faccio stringere le cosce;
– Vai al tuo posto!
Mi guarda sconcertata;
– Che diavolo &egrave?
– Lo capirai presto.
– Non farmi male…
– Questo, fa tutto meno che male. Vai al tuo posto che ti faccio capire.
La guardo agitarsi con le cosce e muovere il bacino, &egrave ovvio che sta cercando’
di metterlo in una posizione consona, che non l’infastidisca.
– Vai…
Si gira e esce mettendosi a sedere al suo posto di lavoro.
L’idea di averle cambiato posizione di lavoro, sta tornando a mio vantaggio’
come avevo previsto.
Aspetto cinque minuti che lei si sia tranquillizzata’ e poi comincio a giocare’
con lei.
Tiro fuori il telecomando elettronico che gestisce le sette vibrazioni’
dell’ovetto e faccio partire la prima.
La sera passata, ho provato tutte e sette le vibrazioni divertendomi con i’
cambi di ritmo e devo dire che un paio sono veramente stimolanti, provo a’
immaginarmi le sensazioni che sta provando Patrizia in questo momento.’
All’accensione del primo livello, l’ho vista scattare sulla sedia e con la’
testa’ cercare il mio ufficio’ stringendo di scatto le cosce.
Si &egrave guardata attorno preoccupata che qualcuno potesse capire quello che stava’
succedendo nel suo intimo, ovvio che il rumore, &egrave assolutamente silenzioso e’
nessuno può accorgersi di niente, ma, la psicologia fa brutti scherzi.
Passo al secondo livello, più intenso il ritmo, più veloce.
Guardo estasiato le gambe strette e i movimenti frenetici che fai sotto il’
tavolo,’ anticipo quello che penso vorresti fare, ti mando un sms
– Non t’azzardare a alzarti dalla sedia.-
Leggi e mi guardi, hai gli occhi di fuoco, fuoco passione.
Passo al terzo livello, il ritmo diventa costante e tambureggiante, questo’
terzo livello, lo ricordo bene, sono convinto che sarà duro da gestire.
Lo lascio per 30 secondi, mi sembra di vedere le goccioline scendere dalla’
fronte, vedo il viso sofferente, vorresti urlare il tuo piacere, mi guardi’
disperata, aspetto ancora dieci secondi e spengo .
Qualche minuto per rivedere un viso rilassato.
Le gambe sono tornate distaccate
La chiamo;
– Patrizia da me, grazie.
Si alza con molta meno energia della prima volta, il massaggio ha lasciato’
traccia su di lei.
Vorrebbe sfondare la porta e attaccarmi, ma, ci sono i colleghi, quindi, bussa’
educatamente;
– Avanti!
Appena rinchiude la porta;
– Tu sei un pazzo scatenato, dove hai trovato questo oggetto diabolico? Se non ti fermavi sarei venuta davanti a tutti, &egrave impossibile resistergli…
– Appunto…
Schiaccio il quarto livello e le faccio cenno di mettersi a sedere nella mia’
poltrona.
Non ci pensa un attimo, si dirige veloce e sprofonda a sedere, stringe gli’
occhi e le cosce;
– Che bastardo, che bastardo…
e passo al quinto livello.
Il cambio di ritmo si capisce dal suo volto che trasfigura, stringe al massimo’
le cosce contorcendosi col corpo;
– Oh Dio, questo, &egrave pazzesco…
Sussurra piano, cerca di tenere, la voce bassa, ma, so che il rischio che’
esageri nel suo piacere, &egrave crescente, come lo &egrave il sesto livello.
Prima di schiacciarlo mi avvicino a lei e le poggio la mano sulla bocca.
Spingo il sesto e lei scatta come’ fulminata sulla poltrona.
Il ritmo, &egrave perentorio, deciso, secco, veloce…
tengo la mano sulla bocca, i suoi gemiti sono continui, gli occhi sbarrati dal’
piacere, &egrave molto vicina, riconosco quella fase del suo corpo, del suo viso.
Spingo la sette’ e le sue mani scattano sui braccioli della poltrona,’
stringono forte la presa.
Trema vistosamente.
Apro veloce la cerniera e mi metto davanti alla sua bocca, lei sta per venire,’
lo appoggio alle labbra,’ lei, come impazzita lo accoglie e succhia disperata,’
fa appena in tempo a iniziare’ che si perde nel suo godimento.
Aspetto che finisca di contorcersi con le gambe impazzite, anche senza’
volerlo, mi ha tenuto in lei.
Tutto quello che &egrave successo, ha portato molto avanti la mia eccitazione, senza’
preavviso esplodo nella sua calda bocca indifesa e impreparata, mi avvicino’
veloce all’orecchio sussurrandole;
– Attenta a non perdere niente, se no capiscono tutti…
Spingo il bacino quasi a soffocarla, mentre lei, da brava allieva, accoglie il’
mio caldo desiderio.
Mi mordo un braccio per decine di secondi.
Tornato normale, accarezzo la mia piccola e noto il segno dei denti che ho’
lasciato sul mio braccio destro.
Stasera, a casa, se qualcuno lo vede, sarà dura spiegargli del per che me lo’
sono morso da solo….
Ancora una volta Patrizia si alza a baciarmi, ancora una volta sento il mio’
sapore nella sua bocca.
I suoi occhi stanno tornando normali, le apro i calzoni li abbasso, sposto lo’
slip di lato e tiro fuori l’ovetto denso dei suoi umori;
– Questo lo teniamo per un altro giorno.
Mi guardi ancora sotto l’effetto del suo orgasmo;
– Mi stai facendo delle cose incredibili, non avrei mai pensato di toccare’
queste vette di piacere, mi fai sentire una porca, una troia affamata di’
sesso…
La guardo, sorrido compiaciuto per quello che ha detto;
– No piccola, stai solo trovando la tua dimensione di donna e stai lasciando’
libero sfogo al tuo piacere, pensa che fortuna avrà l’uomo che starà con te,’
dopo di me.
Mi guarda rabbuiata;
– Io non voglio stare senza di te.
Le accarezzo il viso;
– Per ora neanche io, ho ancora tante cose da insegnarti
Mi bacia ancora, ricambio;
– E adesso vai al tuo posto e ricorda, da domani solo gonne…

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