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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 25 Oblio

By 12 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Paolo, si era alzato di buon umore e naturalmente eccitato, ma, quello, era’
una normalità per il suo fisico, la mattina, aveva sempre delle erezioni’
notevoli.
Ripensò al giorno prima, in particolare a Teresa.
Si rendeva conto che doveva battere il ferro fin che era caldo.
Non doveva darle il tempo di riflettere, era la tipica donna perbenista che’
avrebbe avanzato i suoi sensi di colpa facendoli vincere.
Decise di agire subito.
Si vestì, si mise in tiro e uscì
Teresa stava facendo le pulizie di casa, erano solo le nove e trenta, aveva’
passato una notte insonne a pensare e ripensare, continuava a credere che era’
impazzita per mezzora della sua vita.
Sentì suonare alla porta e andò ad aprire.
Rimase di ghiaccio quando vide Paolo sull’uscio, fece per richiudere la’
porta,’
ma, lui, fu più veloce, mise una scarpa a bloccare l’ operazione;
Si guardarono ;
– Vattene!
– Fammi entrare, devo farti vedere una cosa.
– No, vai via!
Sapeva il suo punto debole;
– Se non mi fai entrare mi metto a urlare!
Teresa subì il colpo, sbiancò, alleggerì la pressione sulla porta, lui entrò.
Non le diede tempo di riflettere o reagire.
La poggiò subito alla parete, le prese le mani e le portò sopra la testa, si’
aderì a lei facendole sentire l’erezione che spingeva e la baciò avidamente.
Teresa, sentì un calore salire su per tutto il corpo.
Avrebbe voluto resistere;
Uscì da quel bacio disperato;
– Fermati, ti prego, sono sposata…
Paolo non rispose.
Lasciò le mani di Teresa e scese sulla gonna lacera usata per il lavoro, la’
tirò sui fianchi di lei, spostò lo slip e infilò violentemente un dito’
dentro,’
seguendo l’umidità che stava crescendo in lei.
Teresa ebbe un sobbalzo all’intrusione.
Lui la stava baciando di nuovo, non la faceva pensare.
Con la sinistra si tirò giù la cerniera e liberò il sesso fremente, le prese’
la gamba sinistra e la tirò su facendola mettere attorno al suo fianco, fece’
lo’
stesso con la destra, appena vide che lei era nella posizione giusta, spinse’
deciso.
Entrò facilmente nel lago e cominciò a nuotare selvaggiamente.
Sentiva i gemiti nella sua bocca, le mise le mani sulle natiche saggiandone’
la’
solidità e cominciò seriamente a sbatterla contro il muro.
Teresa, era persa, non capiva più niente, sentiva un gran calore, il fuoco si’
stava spargendo sul suo corpo: non avrebbe voluto, cercò di resistere al’
desiderio.
Cedette di schianto al suo piacere.
Si trovò a spingere il bacino a scontrarsi contro quell’animale da sesso e’
venne spudoratamente urlandogli in bocca la sua passione.
Paolo, era entusiasta di se stesso, la donna, stava reagendo come si’
aspettava, una volta mollata la resistenza psicologica, era esplosa nel suo’
desiderio, adesso, partecipava e si lasciava penetrare allargando al massimo’
le’
gambe e stringendo il suo corpo, le mani della donna erano attorno al suo’
collo’
e seguivano i colpi violenti contro al muro.
La sentì chiaramente urlare e godere, le tenne il sedere alto con le mani’
quando spossata si era arresa al suo orgasmo.
La guardò aprire gli occhi, erano languidi, pieni di piacere.
Le levò la maglietta e le tirò su il reggiseno, era ancora bella solida,’
piena, i capezzoli larghi per l’orgasmo, la testa appoggiata alla sua spalla,’
il respiro corto e lui che continuava a trafiggerla incessantemente.
Lei, si staccò dal bacio;
– Dio mio, cosa sei….
Lui strinse le natiche e le diede dei colpi mirati e profondi.
A ogni colpo lei gemeva;
– Demonio, sei il diavolo….
Teresa si sentiva in un altro mondo, nella sua vita, nessuno l’aveva mai’
presa’
con tanta irruenza, per di più sbattendola in piedi contro un muro. Quella’
brutalità nella penetrazione e quel sesso bestiale che la stava scopando’
avevano sconfitto ogni sua remora.
Era una situazione nuova, ma, lei, era partecipe e consenziente, detto in’
poche parole’ le piaceva quel che il ragazzo le stava facendo’
Si sentiva una troia in calore, ma, stava per godere di nuovo.
Urlò il suo piacere sulla spalla di Paolo e stringendo i muscoli delle cosce’
lo tenne dentro il più possibile.
Non si riconosceva, non poteva essere lei, quella che sentiva urlare a fianco’
della porta.
Paolo continuò ben oltre a quello che lei avesse immaginato, sentiva la fica’
che bruciava e le faceva male anche la schiena a forza di essere sbattuta’
contro il muro, ma, non lasciò la presa, era troppo bello quello che le stava’
succedendo a quaranta anni.
Paolo, aspettò di sentirla perdere la testa per la terza volta, poi, decise,’
che era ora di prendergli l’anima.
Lui, aveva una idea ben chiare di certe donne come Teresa’ Una volta che ti’
donano il culo sono tue per sempre, &egrave come se ti donassero l’anima’
E, onestamente, per la sua esperienza, aveva sempre avuto ragione.
Doveva brutalizzarla in quel momento di passione estrema, prima che si’
riprendesse.
Sottometterla completamente, farle sentire’ la voce del padrone’
Vicino alla porta dell’entrata, c’era un tavolino basso da anticamera, la’
fece’
scendere e toccare i piedi per terra, la girò, le fece appoggiare le mani’
facendola piegare il più possibile, le tirò su la gonna sgualcita e spostò lo’
slip, con le dita andò a cercare del miele e cominciò a giocare con il’
piccolo’
bocciolo di carne stretta.
Lei, girò la testa e lo guardò sconcertata, stava facendo tutto quello che’
voleva lui, avrebbe voluto ribellarsi quando sentì un dito che esplorava il’
suo’
piccolo foro, avrebbe voluto dirgli che nessuno era mai stato in lei in quel’
modo.
Cercò di togliere il dito, Lui le prese la mano e la fermò.
– Rimettila sul tavolino e stringilo forte!
Aveva uno sguardo demoniaco, pieno di lussuria, faceva paura.
– Non farlo, non l’ho mai fatto…
Quello stronzo di tuo marito non t’ha mai fatto il culo? Povero coglione, ha’
perso la parte più bella di te.
– Non voglio!
In quel momento suonò il campanello, qualcuno a un metro da loro voleva’
entrare in casa
Era il postino;
Signora Teresa? ho un pacco per lei.
Paolo ne approfittò immediatamente, si avvicinò all’orecchio di lei;
– Anche io ho un pacco per te…
E spinse deciso entrando in lei.
Teresa si sentì lacerare, si morse forte un braccio per non urlare, il’
dolore,’
era tremendo, il postino suonò ancora e Paolo spinse fino in fondo’
spaccandole’
l’anima e la resistenza.
Cercò di espellerlo, ma, Paolo sapeva come fare, le tenne stretti i fianchi e’
comincio a domarla
Si trovò a piangere in silenzio
Sentì il postino che si allontanava incazzato per il mancato recapito,’
aspettò’
che tornasse il silenzio.
Lui, teneva un ritmo costante in lei, colpi secchi, profondi;
– Ti prego, mi fa male,,, fermati…
Paolo si piegò verso di lei, le morse un orecchio, poi sussurrò;
– Smetterò solo quando sarò venuto, hai un culo da favola, &egrave ora che lo usi’
come si deve.
Lei non sapeva cosa ribattere, era frastornata.
– Toccati!
Ebbe un attimo di ribellione;
– No!
– Toccati!
E fece seguire le parole con una stoccata violenta, lei gemette per il dolore;
– Mi vergogno…
– Non me ne frega un cazzo, masturbati!
Le fece appoggiare i seni sul tavolino facendola piegare ancora di più e le’
liberò le mani.
Lei, scese tra le gambe e cercò la clitoride, Paolo, si fermò dieci secondi,’
poi, uscì da lei, la guardò sottomessa, sconfitta, che si stava accarezzando.
‘Calda e disponibile come sua figlia, lo stesso tipo di culo, capiente,’
elastico, stretto’
Si prese il sesso in mano e lo puntò di nuovo sul piccolo orifizio, con le’
gambe la fece allargare ancora di più, ammirò le tette poggiate al tavolo in’
modo indecente.
Le andò vicino all’orecchio;
– Mi prendo l’anima…
E lo spinse tutto dentro fino a sentire le palle sbattere contro il pube.
Lei urlò per l’entrata furiosa, si sentiva male dal dolore, solo quel’
contatto’
con la clitoride la faceva resistere.
Lui, cominciò a uscire e entrare di continuo.
Non capiva più niente, adesso, dolore e piacere si confondevano.
Lui voleva provocarla ancora di più;
– Dimmi che sei la mia troia!
Prima che rispondesse, la fece scendere dal tavolino, la mise per terra a’
quattro zampe, la fece piegare con il busto facendole scendere la pancia a’
toccare il pavimento e facendole alzare il culo.
– Toccati e dimmelo;
– Ti prego, mi vergogno…
Posiziono il glande allo stretto canale che tendeva a rinchiudersi.
– Dillo!
– Sono la tua troia…
Non aspettava altro, mise le mani sui fianchi tenendoli stretti al massimo e’
entrò con irruenza a segnare il proprio territorio.
– Mi prendo la tua anima, Teresa…
E esplose in lei riempendola del suo caldo’
nettare.
Nello stesso momento, lei, urlava di dolore e di piacere, per la prima volta’
veniva in quel modo osceno.
Cadde sfinita per terra;
– Dio mio, dio mio, cosa ho fatto, cosa mi hai fatto…

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