Finiti gli studi finalmente un impiego degno di tale nome, i primi stipendi e quindi l’impegno della casa. Andai in affitto in un appartamento che diventò da subito l’alcova per gli incontri stuzzicanti con colleghe, amiche e coppie. Un giorno si e uno no avevo qualche donna a casa da coccolare e far godere, o coppie conosciute su internet con le quali mi divertivo a trasgredire.
Il condominio aveva diversi quartieri, per lo più occupati da persone anziane. I primi mesi incrociavo volti nuovi di persone anziane, le prime chiacchere nell’attesa dell’ascensore e scoprii che con i miei 28 anni ero il più giovane inquilino del condominio. Al mio pianerottolo stava una coppia sulla 50ina lui direttore di banca lei casalinga con figli in un’altra città a studiare. Lei era una donna con un bel viso, un po’ formosetta, un seno pieno, un culo sodo, capelli neri occhi scuri, mediterranea. L’avevo incrociata diverse volte, saluti, due chiacchere di convenevoli che si fa tra vicini ma niente più. Mi piaceva perchè era sempre curata, negli abiti, mai vertiginosi, ma comunque ben scelti per mettere in mostra le sue forme, un profumo che lasciava la scia ed impregnava l’ascensore. Mi resi conto che mi piaceva un giorno che salii in casa con l’ascensore, era pregno del suo profumo, chiusi gli occhi per assaporarlo meglio e mi arrivò spontaneamente in mente il suo viso sorridente ed ammicante, provai subito turbamento.
Pensai a lei nei giorni successivi promettendomi che l’avrei corteggiata in maniera soft, facendole complimenti ed apprezzamenti, cogliendo al volo la prima occasione che mi fosse capitata. Così fu qualche giorno dopo, lei rientrava a fine mattinata con le borse della spesa, la vidi scaricare i sacchetti e piegata sotto il peso di questi si avviava al portone. Arrivai all’ingresso del condominio qualche attimo prima di lei, in tempo per aprirle la porta e dirle ‘Buongiorno signora, posso aiutarla con le borse?’ mi guardò, sorrise e mi ringraziò per la disponibilità. La sgravai delle borse più pese e ci avviammo verso l’ascensore tra i suoi grazie e i miei prego. Iniziammo a chiaccherare le feci notare che aveva un buon profumo che annusavo avidamente ogni volta che lo percepivo nell’ascensore. Mi sorrise e mi ringraziò cercando si schernirsi e io la incalzai facendole presente che anche il profumo ha un peso importante nel fascino di una donna. Sorrise compiaciuta, evidentemente i complimenti le stavano piacendo. Arrivati davanti alla porta di casa mi chiese di entrare e portarle le borse fino in cucina invitandomi a prendere un caffè, accese la macchinetta del caffè e mi chiese di attenderla qualche minuto che andava a togliersi gli abiti con i quali era stata fuori. Tornò con un abito semplice, floreali, con la gonna che arrivava poco sopra il ginocchio e le infradito, le piaceva stare comoda in casa dato che doveva fare le faccende, così si giustificò.
Mentre era di schiena che preparava il caffè le osservavo le forme che venivano evidenziate dal vestitino, fianchi un po’ larghi ma avevo l’impressione il culo fosse sodo, cosce sode che spuntavano da sotto la gonna. Si muoveva con lentezza dando fascino ad ogni cosa che stesse facendo, come se il tempo non avesse importanza e in questo tempo mi persi, tanto che si girò con i caffè pronti sorprendendomi a guardarla. Mi risvegliai dal torpore per l’imbarazzo provato nell’essere sorpreso in flagranza di reato, tanto da dover fare il viso rosso; lei mi sorrise e mi chiese:
‘Tutto bene? Ti vedo accaldato, sei tutto rosso in viso’.
‘Si signora, tutto bene, forse un po’ di caldo, queste giornate afose si fanno sentire’.
Si sedette al tavolo con me, mi porse il caffè e lo zucchero e con il movimento del busto mi offrì anche la visione dello scollo, un seno di una donna non più giovane, non più sodo, ma ancora piacevole, forse per le sue dimensioni, forse perchè da sotto il vestito si evidenziava il turgore dei capezzoli. Evidentemente si accorse dei miei sguardi, mi sorrise un po’ imbarazzata, provò a ricomporsi la scollatura, ma senza dannarsi troppo.
Bevemmo il caffè, mi fece parlare di me, della mia vita, i miei interessi e si sorprese a scoprire che ero ancora single. Dieci minuti di conversazione nei quali, ogni volta che non mi guardava, cercavo di rubare uno sguardo alla sua scollatura, alle sue gambe che accavallava e scavallava. Sentivo l’eccitazione salire, ma allo stesso tempo l’imbarazzo di stare di fronte ad una donna piacevole non solo nell’aspetto, ma anche nei modi. Avrei voluto saltargli addosso, baciarla, stringere tra le mani i suoi seni, poterle leccare i capezzoli, ma non riuscivo a cogliere quel segnale che una donna ti manda quando vuole essere presa. Se fossi stato in un locale, di fronte ad una sconosciuta, magari mi sarei già buttato, ma era la mia vicina di casa, avevo paura di fare una figuraccia con colei che avrei dovuto poi rivedere ogni giorno, quindi decisi di evitare errori madornali, mi alzai, mi congedai e la ringrazia per il caffè. Mi accompagnò alla porta e lì mi disse:
‘Lorenzo, grazie mille per l’aiuto, è bello sapere che c’è una persona sulla quale contare in questo condominio, oramai di giovani non ce ne sono.’ E così dicendomi mi salutò dandomi un semplice bacio sulla guancia, che percepii pieno di affetto.
Uscii dalla sua porta e andai verso la mia, entrai e mi buttai sul letto ripensando alle sue forme, al suo bacio, pensavo alle sue labbra morbide ed umide che sentii sulla guancia e sognavo di poterle baciare, poterle sentire sul mio cazzo, vederle sporche del mio sperma; da questi pensieri partì una masturbazione con lei protagonista delle mie fantasie che mi portò all’orgasmo.
Passarono dei giorni con il solito tran tran, amiche e coppie di amiche che passarono da casa mia. Anna (così si chiamava) non la incrociai più per il mio dispiacere, perchè nonostante avessi donne che mi impegnassero la vita, era nei miei pensieri perversi, ma quel giorno accadde qualcosa che non mi aspettavo.
Ero in casa a sfaccendare da bravo single quando suonarono al campanello, risposi al citofono e mi sentii bussare alla porta:
‘sono la Sig T. Anna, la sua vicina’, le aprii la porta con molta sopresa e molto piacere. Era vestita con una gonna a balze chiara, appena sopra il ginocchio, una canottiera aderente, che le metteva in risalto il seno, sotto la quale si intravedeva il turgore dei capezzoli grossi e larghi. Aveva delle ciabattine estive con un po’ di tacco e il suo inconfondibile profumo che mi inebriò subito appena entrato nelle narici.
‘Prego Anna si accomodi’ e le aprii la porta completamente per farla entrare
‘Mi scuso se ti disturbo, ma ho un problema col pc, non riesco a far stampare dei file, mi chiedevo se potevi aiutarmi’ mi disse con fare imbarazzato, come di chi volesse cogliere un’occasione partendo da una scusa.
‘Posso vedere di aiutarla’ le dissi ‘ma non sono un tecnico di pc, qualcosa ci capisco, ma non posso garantirti nulla’
‘Non importa, magari capisci il problema, ho da stampare dei documenti che servono a mio marito, sarebbe un valido aiuto il tuo’
Chiusi casa e andai nel suo appartamento, mi indicò il pc e mi sedetti di fronte allo schermo; lei prese una seggiola e si sedette accanto a me, accavallando subito le gambe mostrandomi una bella porzione di cosce.
Iniziai a cercare il problema e lei si interessava a ciò che facevo, avvicinandosi allo schermo come per capire cosa stessi facendo, cosicché si appoggiava con il suo seno scollato sul mio gomito.
Ogni suo contatto, il suo profumo mi creava turbamento, sentivo crescere l’eccitazione in me tanto che i pantaloni della tuta che portavo non riuscirono a contenere tale voglia.
‘Ma la stampante è accesa’ domandai quasi ironico per spezzare il mio imbarazzo.
‘Oh che sciocca’ si alzò dalla seggiola, si chinò ‘mi ero proprio dimenticata’ e mentre armeggiava alla stampante mi mostrò ben bene le cosce.
‘Sei fantastica’ mi sfuggì in tono lieve dalla bocca
Lei china ruotò il capo e lo alzò in mia direzione, le comparve un sorriso e mi domandò:
‘Ti piaccio davvero? ‘
‘Moltissimo’ le risposi porgendole la mano come aiuto ad alzarsi
‘Allora non è stata una mia impressione l’altro giorno’
‘L’altro giorno sono fuggito da casa sua, avevo paura di fare qualche sciocchezza’
‘Se la sciocchezza che avresti fatto l’avresti fatta con quel coso duro che hai ora tra le gambe, non mi sarei offesa per niente’ e mentre lo diceva mi abbracciava schiacciando il suo seno sul mio petto, cercando di sentire il mio gonfiore sul suo ventre, cercò le mie labbra e mi baciò facendo roteare la sua lingua nella mia bocca.
‘Ora mi auguro tu abbia voglia di fare qualche sciocchezza’ mi disse dopo il bacio.
Non le risposi, infilai la mia lingua in bocca mentre puntavo il mio cazzo oramai duro sul suo ventre strusciandolo voglioso. La sua mano scivolò verso il mio inguine, tastò la consistenza del cazzo e cominciò ad armeggiare ai pantaloni per liberarlo, mentre la sua lingua, vogliosa ed esperta, continuava a ballare con la mia. Liberò il mio cazzo e cominciò a segarlo lentamente senza mai staccare la sua bocca dalla mia, io di contro le stavo palpando il culo, sicuramente non da modella, ma grossotto e sodo, mentre la sentivo dimenare e strusciare il suo seno sul mio petto. Che splendida situazione, di donne ne ho conosciute, scopate, cercate, ma mai mi sono ritrovato nel vivere una situazione che precedentemente avevo fantasticato.
Le feci salire con le mani la gonna, scoprendo il culo, glielo palpavo avidamente, mentre lei mugugnava tra le mie labbra, la sua mano la sentivo stringere o allentare la presa sul mio cazzo oramai duro, e aumentava o diminuiva l’intensità del su e giù in base a come si sentiva palpata nel culo.
Liberai una mano dal suo sederone e la portai sul seno iniziando a giocarci, prima un dito tra lo scollo, poi cercando il capezzolo da sopra gli abiti, quindi iniziando a spogliarlo, il tutto mentre ci baciavamo con ardore.
Una volta tirato fuori completamente il seno, mi staccai dalle sue labbra e la feci leggermente alzare dalle mie ginocchia dove era seduta, in modo tale da poterle leccare quelle tette da favola.
I capezzoli erano ben pronunciati, areule grosse e un seno che sarà stato più o meno una quinta coppa C. le mie mani non riuscivano a contenere la quantità di tette che c’erano, ma la mia lingua in compenso si dava da fare sui capezzoli, leccandoli stuzzicandoli, poi ne presi uno tra le mie labbra e iniziai a succhiarlo, mordicchiarlo mentre lei gemeva e mi accarezzava i capelli.
‘Vieni Lorenzo, andiamo sul letto, staremo più comodi’ mi prese permano per guidarmi in camera sua, sculettava allegramente mentre camminava davanti a me, aveva ancora il seno fuori dalla maglietta e la gonna stropicciata. Entrata in camera si tolse la maglietta lasciando nudi i suoi seni, si sfilò la gonna mentre io in piedi la guardavo e le dissi ‘Anna è veramente una bella donna’ lei mi sorrise si sedette sul letto, mi prese per il bordo dei pantaloni per avvcinarmi a lei e mentre li tirava giù mi disse ‘Penso che ad una donna che ti sta per fare questo, si debba dare del tu, basta con certi formalismi’ e fece scomparire la mia cappella in bocca, cominciando un sugoso pompino.
Sentivo le sue morbide labbra scorrere sull’asta, mentre la lingua giocava con la cappella. Le mie mani erano appoggiate sulla sua testa, seguivano in maniera passiva i movimenti.
‘Siiii’ sussurrai in preda al piacere e l’eccitazione.
‘Ti piace?’ mi chiese guardandomi e riprendendo il pompino senza staccare i suoi occhi dai miei in attesa della mia risposta.
‘Si mi piace, sei brava a succhiare’, sorrise e mordicchiò la cappella, mentre la sua lingua giocava con il buchino
‘Hai un buon sapore sai?’
‘Mi fa piacere che ti piaccia, mi sto domandando come sia il tuo’
Mi guardò maliziosamente, si staccò dal mio cazzo e, rimanendo seduta sul letto, allargò le cosce in maniera oscena offrendomi la sua fica ancora dentro il suo perizzoma ‘Assaggiala’ mi disse.
Mi inginocchiai davanti a lei, avvicinai il mio volto alla sua fica, ancor prima di scostarle il perizzoma sentivo l’odore dei suoi umori che avevano impregnato gli slip. Scostai il bordo del perizzoma e mi apparve una fica rasata nei punti giusti, con un clitoride ben visibile, eretto che la mia lingua poi constatò duro.
La leccavo con fare calmo, a tutta lingua sulle labbra, volevo gustarmi i suoi umori, il suo sapore, poi con la punta della lingua iniziai a leccarle il clitoride e in questo modi ebbe un sussulto gemette
‘Aaaaaaaa…siiiiiii….mmmmmmmm’ la leccavo e i suoi gemiti erano sempre più forti i movimenti del suo bacino sempre più rapidi come la punta della mia lingua sul suo clitoride. Introdussi l’indice nella fica fradica e larga, già pronta per essere penetrata, giocavo con la lingua sul clitoride mentre con il dito entravo e uscivo velocemente, accordando lo stesso ritmo, lingua dito.
Si inarcò, gemette forte senza ritegno mentre le sue mani afferrarono i miei capelli come a tenere la mia testa prigioniera tra le sue gambe.
‘Aaaaaaa godoooooooo….godoooooooo’ e mentre lo diceva inarcò la schiena e iniziò a fiottare liquido dalla sua fica inondandomi il viso, la lingua e la bocca.
Godette così forte che per un attimo rimase quasi tramortita sul letto, poi mi disse ‘Scusa Lorenzo se ti ho imbrattato, era una vita che non avevo un orgasmo così, complimenti per come lecchi’.
Mi fece cenno con la mano di sdraiarmi accanto a lei, poi si tolse il perizzoma e rimase completamente nuda. Ero sdraiato a pancia in su col cazzo marmoreo che batteva sull’ombelico, accanto a lei che si era appena sfilato lo slip, montò a cavalcioni su di me, prese il mio cazzo con una mano e scese di botto facendolo scomparire dentro la sua fica umida e larga.
‘Ooooooo…com’è duro, com’è grosso…è bello sentirti dentro’ e cominciò a muoversi in maniera ondulatoria.
‘Mmmmm che fica calda e bagnata che hai, mi sa che quando lo levi me lo avrai lessato’ le dissi sorridendo.
Lei ridendo mi disse ‘Se lo rivuoi chiama un avvocato’ e fece una risata piena e divertita iniziando a muoversi più veloce sul cazzo.
‘Mmmmmmm bello sentirti dentro…oddio che gioia’
‘Sono contento che lo apprezzi, voglio farti godere anche con questo’
‘Me lo auguro Lorenzo, non sai da quanto tempo lo sogno’
‘Tu sognavi di scoparmi???’ le dissi icredulo, il tutto mentre lei salive e scendeva dal mio cazzo.
‘Mmmmm si..’
‘Maddai…che avrò fatto di così particolare per farti sognare questo momento’ le dissi un po’ pavoneggiandomi, pensando che il mio corteggiarla aveva funzionato.
Lei mi rispose ‘Tu scopami bene e te lo racconto’ così dicendo si alzò dal mio cazzo e si stese a gambe larghe sul letto invitandomi a penetrarla.
Mi misi sopra di lei, puntai il cazzo nella fica e la penetrai in un colpo solo da come era fradicia e larga.
‘Aaaaaaa siiiiiii ‘gemette ‘dai ora fammi sentire la tua gioventù, scopami con vigore’.
I suoi inviti mi colsero nell’orgoglio, iniziai a scoparla con decisione, facevo scorrere la mia asta ben dura tutta dentro con colpi decisi, forti, fino a farle sbattere le palle sulle natiche, poi lo tiravo fuori come per prendere la rincorsa e ancora dentro con decisione.
Ad ogni affondo, sembrava di entrare nel burro con un coltello caldo e lei gemeva godendo.
‘Dai Lorenzo, scopami ti prego, fammi sentire donna…si ti prego fammi godere’
Era un ripetere queste frasi mentre mi guardava con la faccia tesa e piena di piacere. Ad ogni colpo sentivo uno sciaguattio, era fradicia, tanto che aveva macchiato il letto. Glielo feci notare e lei mi disse di non preoccuparmene ma di continuare a farla venire, poi avrebbe anche cambiato il materasso se ne fosse valsa la pena ‘E se continui così oltre al materasso cambio anche la rete’ provò ad ironizzare sotto i miei colpi sempre più decisi.
‘Anna sei fantastica…mi piaci…sentire i tuoi umori che ci invadono, ti sciolgono, non sai la soddisfazione che mi dai’
‘Non sai la mia….siiiiii….dai Lorenzo sto godendo…godo…godoooooooooooo’
Inarcò la schiena, con le gambe mi cinse i fianchi tenendomi dentro di lei per qualche secondo, sentivo la sua fica contrarsi sotto l’orgasmo. Poi iniziò a placarsi, lei si rilassò, mi lasciò libero con le gambe cosìcchè potessi uscire da lei con il mio pene duro…una sorpresa…una fontana di umori sciabordò dalla sua fica inondandomi e inondando il letto.
‘Lo vedi Lorenzo cosa mi hai fatto???’ mi disse sorridendo e con occhi pieni di soddisfazione ‘ma tu ancora non hai goduto e io che sono già stanca dopo mezzora…come posso rimediare?’
‘Mettiti a pecorina che ci penso io’ le dissi
‘Nel culo no tesoro…sono stretta e non sono abituata’ si preoccupò di informarmi.
‘Non ti preoccupare, il culetto me lo lascio per la prossima volta, magari con più calma, te lo preparo prima, ora mi basta scoparti alla pecorina’
Iniziai a scoparla con forza decisione, pochi minuti, quanto bastavano per sentire montare il mio orgasmo.
‘Siiii Anna…sto per venire…siiiii’
‘Dai Lorenzo, godi…vienimi nella fica ti prego’
Muoveva il bacino per aiutarmi nell’eiaculazione, i miei colpi divennero più radi, più lenti, stavo preparando la sborrata, infilai l’ultimo colpo deciso, fino in fondo, affondando le mie mani nei suoi fianchi come a tenerla ferma e le riversai il mio seme in pancia come lei mi chiese.
Placato l’orgasmo lo sfilai senza dire una parola, lei si girò ed ebbe la cura di ripulirlo, eccitata come era, lo leccava e si masturbava, ingoiava le poche gocce di sperma rimaste mentre con il medio si sgrillettava il clitoride Il rapporto con Anna prese il via abbastanza routinariamente, avevamo il nostro orario nel quale il marito, due volte alla settimana, andava in palestra per un paio d’ore nel pomeriggio dalle 6 alle 8 e quel frangente era il nostro momento di gloria. Anna amava sperimentare ogni tipo di sessualità con me, come avevo accennato, non era abituata al sesso anale e un giorno mi dedicai solo e soltanto al suo buchetto per allenarlo e prepararlo alla penetrazione che, quando avvenne, le provocò piacere tanto da rimpiangere di non averlo fatto prima.
Ma non c’era solo sesso, c’erano attenzioni di chi in qualche maniera si voleva bene, una sorta di rispetto e passionalità, che aveva fatto si di cambiare alcune mie abitudini. Gli incontri con coppie si erano diradate, ospitavo molto meno e avevo selezionato due coppie serie e piacevoli alle quali continuavo a dire di si per i due incontri mensili. Ad Anna non dovevo fedeltà, del resto eravamo amanti, lei sposata, era sesso condito con affetto, non sentivo l’esigenza di fare sesso con altre donne singole (che in quel periodo avevo smesso di frequentare), da quel punto di vista mi sentivo appagato.
Erano circa 4 mesi che il mio rapporto con Anna aveva preso il via, e un pomeriggio, dopo una serata che fu molto calda passionale e forse un po’ troppo rumorosa che passai in compagnia di una coppia amica, Anna mi accolse in maniera piuttosto fredda.
Come di abitudine il martedì alle ore 6 le bussai la porta sapendo che suo marito non era in casa, lei mi aprì e non mi dette il consueto bacio, la vidi distaccata, accigliata.
Con tono abbastanza fermo mi disse di sedermi che aveva da parlarmi.
‘Lorenzo, tu sei il mio amante, ho solo te, tu sei l’uomo che mi fa fremere e mi da piacere sessuale e per una vecchietta come me è un onore godere di un corpo giovane come il tuo’ fece una pausa con un sospiro, sentivo la sua tensione nelle parole, la voce spezzata dalla tensione e dall’emozione.
‘Ma non posso più far finta che tutto vada bene’. A queste parole mi si raggelò il sangue e le domandai
‘Cosa c’è che ti turba, non te la senti più di portare avanti la nostra relazione?’
‘Non lo so, un po’ mi sento stupida, ma sono gelosa, gelosa gelosa…tu pensi che non ti senta mentre la sera accogli altre donne nel tuo letto e le fai godere come fai godere me?’
Mi irrigidii, fui beccato in pieno, rimasi in silenzio per qualche secondo, non sapevo cosa dirle, un po’ per la vergogna di dover ammettere che lei non era l’unica, un po’ perchè non volevo che le mie perversioni non erano solo fare sesso con altre donne, ma con marito presente e contemplativo.
‘Anna, mi spiace che tu la prenda così, non voglio mancarti di rispetto ma…’
Mi interruppe e mi disse ‘non è una questione di rispetto o fedeltà, tu non mi devi niente, non siamo sposati e il bello di queste relazioni è che possono finire senza lasciar strascichi’ mi disse
‘Vuoi che finisca la nostra relazione?’ le domandai di nuovo
‘Non lo so, mi piaci, ho voglia di te anche ora che sono arrabbiata e gelosa, ma allo stesso tempo non so come comportarmi, vorrei essere l’unica ma non posso pretenderlo, vorrei dirti di mollare, ma tornerei nell’oblio, non lo so cosa volere solo che ogni volta che viene da te una coppia io sto male perchè vi sento’
Rimasi attonito quando disse la parola coppia e io ‘Coppia??? che dici???’
Sorrise come di chi la sa lunga ‘pensi che non riconosca la voce di un uomo che non è il mio???’ mi disse cingendomi delicatamente i fianchi da dietro
‘Ti dirò di più…ti tendo d’occhio sai’ con tono ironico e una risatina divertita ‘tu oramai da tre mesi incontri solo due coppie fisse, hai smesso con ragazze sole, per lo meno in casa tua, fuori non so cosa tu faccia, e le due coppie vengono sempre o il venerdì o il sabato’
Rimasi un po’ rimbambito dalla puntualità con la quale Anna aveva fatto il punto, ma allo stesso tempo divertito, le dissi ‘Dovrei assumerti come segretaria eheheheh ‘
‘Per far cosa, per tenerti aggiornata la rubrica degli incontri???’
‘perchè no, se lo sapresti fare’ e mi girai verso di lei cominciando a baciarci teneramente. Poi lei mi disse ‘Non ti posso chiedere di non incontrare quelle coppie o altre singole, ma se lo fate in casa tua, per lo meno non fate rumore, io vi sento e sto male ogni volta’ e mi baciò con passione.
‘ci proverò’ le dissi ‘anche perchè mi piaci, ho una sorta di amore per te, ma ho anche io le mie perversioni e fantasie Anna, e mi piace darle vita’
‘Lo so tesoro, con me è sempre il solito sesso’ e mentre lo diceva iniziò a spogliarsi e mi disse
‘Abbiamo perso tempo in chicchere, abbiamo meno tempo del solito, andiamo in camera dai’
Facemmo sesso con passione, la sentivo calda e vogliosa nonostante fosse gelosa, forse ci mise un buon impegno perchè voleva dimostrare che era la migliore, forse io ero eccitato dal fatto che potevo condividere con lei un mio segreto, rimane il fatto che entrambi godemmo abbastanza presto e, data l’ora tarda, ci salutammo e, come tutte le volte, uscivo furtivo dal suo appartamento.
Dopo qualche giorno tornai da lei per il solito incontro e mi disse, appena entrato, che aveva delle novità, aveva un’emozione e un entusiasmo particolare.
‘Mio marito va via per una settimana per dei corsi di aggiornamento’
‘Bene, vuol dire che avremo più tempo per noi, non credi?’
‘E’ quello che ho pensato anche io, va via lunedì sera per poi tornare sabato prossimo’
‘Sarà una lunga e piacevole settimana’ le dissi con un sorriso sincero e la baciai affettuosamente.
Facemmo l’amore con passione e lei aveva una vena di fantasie in previsione della settimana, la sentivo più calda, usava terminologie più scurrili, più di una volta volle essere chiamata troia e puttana e mi chiedeva più foga scopandola. Le venni in bocca come sua richiesta e come altre volte bevve il mio nettare.
Rientrai in casa, la sera dopo cena mi misi al pc a coltivare i miei contatti, trasgressivi e non, quando mi arrivò una mail di Anna.
‘Caro tesoro mio, sono eccitata, non riesco a prendere sonno, sono in balia di fantasie erotiche pazzesche, che mai avrei pensato prima, mi hai aperta come donna, sento di potere e volere di più dal nostro rapporto, te lo scrivo perchè oggi mi vergognavo nonostante abbia provato ad essere più intraprendente usando quel torpiloquio che fino ad oggi è sempre stato limitato.
Mio marito dorme, io sono al computer, non ti nascondo che vorrei essere li con te a fare l’amore, ad essere sbattuta come una puttana, magari ti fa piacere sapere che ho la fica fradicia.
Forse il tutto è dovuto al fatto che lunedì saremo soli per una settimana, ne voglio approfittare, voglio che tu mi conduca a realizzare una mia fantasia, voglio realizzarne una tua, voglio che la nostra coppia si completi sessualmente e che ci si appaghi vicendevolmente non solo a livello fisico, sento la necessità di essere scopata anche cerebralmente.
Ti scrivo la mia fantasia perchè mi vergogno a dirtela, ma vorrei realizzarla.
Vorrei fare sesso con due uomini, uno dei quali sei te ovviamente, vorrei essere usata come una troia, senza rispetto alcuno, stare nel mezzo a soddisfare le voglie di due maschi porci, vogliosi, duri, il mio sogno sarebbe farlo con te e uno sconosciuto, quella sensazione di paura nel soddisfare uno mai visto mi eccita, sono bagnatissima all’idea.
Spero di non averti sconvolto, spero che con questa mia confessione tu non ti allontani ma ti avvicini di più. Vado in bagno a masturbarmi, sono anni che non lo faccio.
Ho voglia di te’
Lessi la mai rimanendo basito ma eccitato, sapevo che Anna si stava aprendo sessualmente, avevo in mente di proporle una situazione erotica a 4 con una coppia amica, ma questa sua richiesta mi aveva proprio spiazzato, le risposi subito dicendole che sarei stato felicissimo di realizzarle quella fantasia e ne avremmo parlato a quattrocchi per definire meglio il tutto.
La mattina dopo ero a lavoro, avevo uno strano stato d’eccitazione, era venerdì, la sera avrei dovuto incontrare una coppia, ma pensavo ad Anna, alla sua richiesta ed ero eccitato. Mi arrivò un sms di Anna ‘Amore ho letto la tua mail, ma non mi hai detto la tua fantasia’
Le invia un sms ‘Ne parliamo dal vivo, ma ti sto immaginando con un’altra donna’
Mi rispose ‘mmmmmmm’
La giornata scivolò noiosa nel lavoro d’ufficio, avevo solo voglia di arrivare a lunedì, solitamente il venerdì si vorrebbe che il week end non finisse mai io invece….
La sera giocai con la coppia e notarono il mio turbamento, che non ero concentrato sul gioco come altre volte, quindi la lei, poco soddisfatta, mi chiese cosa succedesse.
Era una coppia che conoscevo da 2 anni, ci stavo bene, spesso parlavo della mia vita privata con loro e loro facevano altrettanto, ma mai avevo accennato loro che avevo una relazione stabile con lamia vicina 50enne.
Iniziai a raccontare loro di Anna, di come era iniziata, di come mi aveva scoperto che giocavo con coppie, che probabilmente stasera era ad origliare mentre noi giocavamo.
Dissi loro della settimana che mi aspettava e che desideravo e dissi pure loro della fantasia di Anna, che mi aveva accennato in mail, e della fantasia che io avevo per Anna, di giocare con una lei.
Federica, la lei di coppia, splendida 40enne bisessuale anche se preferiva di gran lunga il maschio, e Renato, suo marito più vecchio di lei di 8 anni, da sempre cuckold, amante di questo stile di vita, si resero ben felici di aiutarmi nel creare i presupposti per realizzare la mia fantasia.
Dissi loro che per la fantasia che Anna mi aveva accennato, avevo un paio di idee, una bella forte, forse troppo, un’altra più semplice.
La prima era portarla in un parcheggio e li cederla ad uno sconosciuto, ma ero titubante perchè c’era il rischio che lo sconosciuto fosse un poco di buono, poi c’era il fatto che in auto certi giochi vengono male in più il rischio di essere beccati dalla polizia.
La seconda era un privè, sicuro, comodo e probabilmente avremmo trovato un uomo disponibile a giocare con noi.
Renato disse che per lui in effetti era meglio il privè anche se, porco come era, l’idea di dare in pasto a sconosciuti in un parcheggio la moglie era una vita che ce l’aveva, che secondo lui era la cosa più umiliante per un cuck e per la sua donna di essere sottomessi ai voleri dei maschi.
Federica guardò un po’ storto suo marito dicendogli che era eccessiva come fantasia anche se eccitante, anche a lei l’idea di essere presa da sconosciuti non dispiaceva, ma la sicurezza di un privè era meglio, anche li avremmo trovato sconosciuti e in quantità, tra singoli e i lui delle varie coppie.
Era palese che tutti concordassero per il privè, come del resto pensavo anche io, in più Federica mi disse che li avessi avvertiti, ci sarebbero stati anche loro, giusto per conoscere Anna e creare i presupposti per la mia fantasia.
Salomonicamente Federica si rese conto che avevo altri grilli per la testa, si rivestì e disse che per questa settimana e la prossima accettava di non essere scopata, ma che avrebbe voluto gli interessi dall’incontro successivo, ridemmo tutti divertiti, li accompagnai alla porta salutandoli. Arrivò il fatidico lunedì nel quale il marito di Anna sarebbe partito per una settimana, mi sentivo come un ragazzino che aspettava il suo primo appuntamento, volevo che non fosse solo sesso, ma qualcosa di più, condito con del romanticismo, senza dimenticare l’aspetto erotico. Glielo avevo promesso, facendole capire che sarebbe stata una sorpresa, che si sarebbe solo dovuta tenere pronta per qualsiasi cosa, e che se si fosse vestita in maniera femminile e sexy lo avrei apprezzato. Ma la sorpresa era anche la scusa per prendere tempo, per decidere cosa fare con lei quella sera.
Mi consigliai con Federica con la quale parlai al cellulare nel pomeriggio, pensavo a qualcosa di altamente erotico e romantico in casa, tipo bagno con sali, cenetta a lume di candela con del buon vino e tanto sesso. Da brava femmina Federica mi disse che io forse non sarei stato in grado di preparare qualcosa di speciale per cena e far cucinare Anna sarebbe stata una cattiveria. Mi suggerì di portarla fuori a cena, magari vestita sexy che attirasse le attenzioni dei maschietti un po’ per farle vivere quel senso di trasgressione che vive una coppia. L’idea di vedere Anna mangiata con gli occhi da altri uomini, farla sentire la preda, farla sentire un oggetto anche solo per gli sguardi che avrebbe ricevuto, mi piaceva, mi dava un senso di strana eccitazione. Ma pensai, e approvò Federica, di regalare ad Anna un accessorio (che dirò più avanti) per rendere più piccante la serata. Fissai un posto in un ristorante fuori città e terminato l’orario di lavoro telefonai ad Anna e mi rispose con un tono squillante
‘Amore…pronto…come stai?’
‘Bene, sono eccitato, sono in macchina che ho voglia di vederti, ma farò un po’ più tardi del solito, passo in un posto’
E Anna mi chiese ‘dove passi?’
‘Se te lo dico non sarà una sorpresa, o sbaglio? Ti avevo detto che stasera ti avrei fatto una sorpresa?’
‘Si’ mi risposte
‘Bene, la avrai, a dopo amore’ e chiusi la chiamata.
Uscii dal sex shop con una confezione di palline cinesi, che già mi immaginavo come mettergliele, speravo che non le conoscesse per farle vivere per primo io questa sensazione, ma quando ero dentro il sex shop, notai un accessorio che attirò la mia attenzione. Dato che Anna non era poi così allenata nel secondo canale, comprai un plug anale, un fallettino strano che con lo scopo di poterle proporre l’uso nel tempo e migliorare la sua elasticità anale.
Presi la via di casa e guidai eccitato per l’idea e la situazione che stavo per vivere, mi immaginavo dentro di me come mi sarei comportato appena arrivato a casa di Anna e fu un quasi prepararsi psicologicamente.
Arrivato sotto casa parcheggiai al mio posto auto e presi la busta anonima del sex shop con dentro i due toy che avevo fatto incartare in carta da regalo, presi l’ascensore e scesi al mio piano, solo che invece di entrare nel mio appartamento bussai alla porta di Anna.
Mi venne ad aprire, una rapida occhiata che non ci fossero occhi indiscreti e mi tirò letteralmente dentro per un braccio, richiuse e mi ritrovai appeso alla porta con lei che mi baciava appassionatamente. Le nostre lingue danzavano nella bocca dell’altro creando vortici nel rincorrersi freneticamente, le nostre labbra umide e spalancate si toccavano e si lasciavano per poi rincollarsi, non riuscii nemmeno a capire come era vestita dalla velocità e la foga con la quale ero stato risucchiato nel suo appartamento e per i baci che ci scambiammo.
Il momento di passione si effievolì dandoci modo di staccarsi l’uno dall’altra e lei mi disse
‘Ben arrivato amore’
‘Miglior saluto non potevo avere’ ed iniziai ad osservare come fosse vestita.
Aveva un vestito nero scollato che metteva in risalto il suo seno prosperoso, spallini che però non nascondevano quelli del reggiseno anchesso nero, la gonna arrivava a metà coscia, era a balza e un po’ abbondante per mimetizzare i fianchi un po’ larghi. Mentre l’osservavo mi sorrise facendo una lenta giravolta per farsi ammirare e ricevere la mia approvazione, dietro il vestito si sollevava grazie al culo ritto che Anna aveva, largo ma sempre piacevole e le gambe erano ben avvolte in autoreggenti nere con una rete piccola e fitta. Infine le scarpe nere e lucide, un bel tacco 10 che lasciava il collo del piede nudo, avvolgendo la punta e il tallone del piede.
‘Non ho parole’ fu il mio commento con tono estasiato
‘Ti piaccio?? Ho forse esagerato’ mi domandò con una voce un po’ intimidita
‘No, stai benissimo, sei veramente femmina e sensuale…certo…ti manca il cartello scopatemi, ma a questo ci penso io ahahah ‘
‘NO! A scoparti…sciocca’ e ridemmo divertiti.
Notò la sportina di plastica e da buona donna curiosa disse: ‘Quella sarebbe la sorpresa che mi dicevi?’
‘In parte, diciamo che la sorpresa è una cosa abbastanza complessa, ma si, in questa busta c’è una parte della sorpresa’
‘Mmmmmmm sono proprio curiosa di vede di che si tratta’
Sogghignai divertito e la presi per mano ‘Vieni siediti sul divano’
Nel sedersi il vestitino risalì e mostrò chiaramente il bordo delle autoreggenti, poi accavallò la gamba destra e questa, sollevata sul ginocchio sinistro, si scoprì quasi fino all’attaccatura del gluteo, una visione fantastica che le conferiva oltre che sensualità anche trasgressività.
‘Iniziamo con i regalini, ne ho due per te’
‘Dueeeee????’ mi disse con voce eccitata
‘Si, ne aprirai uno alla volta ok?’
‘Va bene’ mi rispose guardandomi negli occhi, trasmettendomi voglia sessuale.
Le porsi il primo pacchetto nel quale c’erano le palline cinesi, nel muoverlo si sentì il rumore che provocavano muovendosi dentro la confezione di plastica che le contenevano.
‘Suona pure’ ridacchiò mentre lo prese dalle mie mani scuotendolo un po’ per farci rumore ‘chissà cos’è?’ disse con tono malizioso.
Lo scartò e vedendole apparve un’espressione interrogativa sul suo volto ‘Che cosa sono?’
‘Sono palline cinesi, immagino che tu non le conosca’
‘Tesoro no non le conosco, come non conosco tante cose del sesso. E a cosa servirebbero?’
‘Preferisco che tu lo scopra da sola con il mio aiuto ovviamente’ e allungai la mano per farmi porgere il dono appena scoperto.
Mentre aprivo la confezione mi domandò curiosa ‘E l’altro regalo posso scartarlo ora?’
‘Dai Anna, non fare l’ingorda’ le risposi ridacchiando ‘uno alla volta, prima capisci come funziona questo, poi aprirai l’altro’ e continuai ad aprire il cofanetto tirando fuori le palline cinesi che, nel dondolio suonarono di nuovo.
Mi inginocchiai ai piedi di Anna e la guardai sul volto e mi chiese ‘E io cosa dovrei fare?’
‘Scavalla le gambe tesoro al resto ci penso io’
Le presi con delicatezza le ginocchia facendole allargare le gambe, con tale movimento la gonna risalì del tutto offrendomi la visione del suo intimo, un perizzoma nero trasparente. Notai la novità, aveva rasato la fica lasciando solo un baffetto verticale che dall’angolo superiore delle grandi labbra saliva su per il pube.
Percepivo già il suo odore di donna eccitata, le scostai i bordi del perizzoma e mi avvicinai al suo pube poggiando la lingua sul clitoride, scoprendo che la sua eccitazione l’aveva già fatta bagnare. Senza smettere di stuzzicarle il clitoride, le infilai prima un dito, poi un secondo in vagina muovendoli delicatamente in modo rotatorio. Anna ansimava già, sentivo che le piaceva e continuai altri due minuti anche se era già pronta per quel che volevo farle, ma volevo che mi chiedesse di continuare, come faceva al suo solito quando l’eccitazione la pervadeva, per poi smettere di colpo, come mi ero immaginato quando tornavo a casa in auto. La sua richiesta non tardò ‘Mmmmm amore, dai continua che mi stai facendo godere’ smisi subito avvicinando le palline alla fica di Anna che provò a protestare timidamente perchè avevo smesso di leccarla e toccarla, ma appena vide le palline che le stavo avvicinando disse ‘Oddio…me le vuoi infilare dentro?’
‘Si…vedrai ti piacerà’
Iniziai a spingere dentro la prima guardandola in volto, quando la pressione fu decisa e vinsi la resistenza della parete vaginale, Anna reclinò indietro la testa per il piacere lieve che stava provando. La prima entrò, così come la seconda, e quando anche questa fu dentro, sistemai il filo di recupero in modo ordinato su di un lato della fica, le baciai il clitoride e le risistemai il perizzoma.
‘Ma che succede ora, le devo tenere dentro?’ disse un po’ incuriosista e spaventata.
‘Vieni alzati, se stai seduta alla fine non capisci a che servono’ le porsi le mie mani alle quali si aggrappò e si fece tirare su dal divano. Appena in piedi le vidi aprire gli occhi per via della sorpresa, il movimento delle palline che aveva in vagina lo percepì dandole un brivido.
‘Ma che strane’ disse
‘Dai prova a fare qualche passo’
Si mise a camminare facendo i primi passi con le gambe larghe per via del fastidio, al quale non era abituata, che le provocarono le palline, poi si assestò e cercò di ancheggiare avendo un andamento disinvolto che, tuttavia, non riusciva ad avere.
‘Danno fastidio anche se sono piacevoli, ad ogni passo stimolano la parete vaginale, ma il loro peso infastidisce’
‘Amore, non ti preoccupare, dopo un po’ ci fai l’abitudine, tu non ci pensare, tanto le devi tenere tutta la sera’ sogghignai.
‘Tutta la sera????’ disse con tono sorpreso e un po’ preoccupato ‘ma dono dovevamo andare al ristorante’
‘E allora??’ le risposi ridacchiando
‘Ma come faccio a ‘..’ la interruppi cercando di distrarla
‘Ma l’altro regalo non vuoi sapere cosa sia?’
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…