Era stato un bel fulmine a ciel sereno, era da tempo che mi era venuto il sospetto vedendolo sempre incollato allo smartphone, ma 10 anni di matrimonio a fare la mogliettina fedele e premurosa e trovargli un perizoma di pizzo nel cruscotto della macchina ti fa crollare il mondo addosso. Così scopri che il porco se la fa con una giovanissima valchiria moldava sua allieva. Se volete un consiglio care amiche, state alla larga dagli istruttori di Tennis, sono tutti dei gran figli di puttana con in testa un chiodo fisso: la fica. Così a 40 anni mi ritrovavo cornuta e mazziata, col maritino che implorava perdono e giurava che tra lui e la stangona bionda non c’era niente e ha fatto solo uno sbaglio “Ora facciamo un bambino tesoro mio e rimettiamo le cose a posto…”, te lo do io il bambino, figlio di puttana. Così intanto lo avevo spedito a dormire da quell’arpia di sua madre, poi avrei preso una decisione.
Mandarlo a cagare sarebbe stato un bel casino che avrebbe comportato il fatto che mi saei dovuta mettere a lavorare, ma ero lo stesso intenzionata a fargliela pagare, io che mi ritrovavo spesso a sbavare per i bei ragazzi palestrati che vedevo in strada o in TV senza farmi passare mai però per l’anticmera del cervello l’idea di passare dal desiderio ai fatti, oltretutto con un marito che almeno con me, e ora lo sapevo, non potevo certo dire che a letto facesse gli straordinari. Non potevo mettermi in competizione con quel pezzo di fica così giovane e già così troia, ma come femmina potevo di sicuro dire la mia anche alla luce del fatto che non vivevo certo con la passera sazia di maschio. Sapevo che mia sorella si passava le giornate su una chat room, così mi decisi di entrare anch’io, mi sembrava l’unico luogo in cui avrei potuto mettere in campo la mia vendetta senza rischiare di sputtanarmi con qualche amico. In chat conobbi un certo Luciano, quarantenne metalmeccanico separato con due figli, stringemmo subito un buon feeling, l’appuntamento in caht era tutte le sere dopo le 21, non ci mettemmo molto a scambiarci foto e numeri di telefono e decidemmo quindi di vederci per bere qualcosa insieme. Il lugo dell’incontro era un bar a metà strada dalle nostre case che scoprimmo non essere neanche tanto lontane. Il tipo era belloccio e benchè non fosse un letterato, aveva una conversazione piacevole, l’unico problema era che a differenza di quanto sembrasse in chat, era molto timido. Decisa com’ero a mettere un bel paio di corna a quel figlio di puttana di mio marito, così capii che il primo passo avrei dovuto farlo io. Così seduti al bar, avvicinavo sempre di più la sedia alla sua per stare al riparo da occhi indiscreti e gli misi una mano sul pacco. Mossa azzardata che avrebbe anche potuto rovinare il feeling, ma ormai a guidare le mie mosse era più il prurito di spacca che la ragione. Prendemmo a pomiciare in maniera molto spinta,tanto che prima di iniziare a fottere davanti tutti, ritenemmo più saggio andare a casa mia.
Arrivati a casa iniziammo praticamente a denudarci già in ascensore, non so neanch’io come ci ritrovammo nudi sul letto, so per certo che mi ritrovai a somministrargli un poderoso pompino come neanche un adolescente alle prese col suo primo cetriolo di carne avrebbe saputo fare. Aveva un tarello duro e nodoso che andava ben aldilà delle mie più rosee aspettative e che mi slappavo senza pudore con tanto di sputi sulla cappella e sonori risucchi senza mai trascurare le sue grosse e gonfie palle di vero maschio. Mi bloccò prima di esplodermi in bocca e dopo una lunga e arzigogolata suzione come non mi capitava da tempo di fare, era intenzionato a portarsi avanti col lavoro e c’era ancora tanto da fare. Mi fece impalare su quel cazzaccio fino alla base dei coglioni e iniziai a muovermi sopra di lui come fossi posseduta dal demonio, mentre aveva preso a biascicare frasi volgari e imprecazioni blasfeme. Fu a quel punto che me lo ritrovai dritto nelbucio. Non essendi io più di primo pelo, di culo nonero certo vergine, ma neanche così spanata da non sentire l’inculata, ma ero così eccitata e offuscata nella ragione che quella stracciata di intestini mi sembrava di non sentirla, oltretutto senza aver fatto il clistere, era una rottura di culo tutta da scoprire e che avrebbe potuto riservare spiacevoli sorprese, ma che ne sapevo io che gli avrei dato le chiappe di primo acchitto? Invece andò tutto bene, tranne un forte stimolo di cacare e una scorreggia che non riuscii a trattenere mentre tirava fuori quel bestione di ciccia e che gli diede la spunta per appellarmi con epiteti irripetibili. Una cosa era certa: Luciano era uno di quei chiavatori come pochi se ne incontrano.
Puttana, troia e vacca erano le parole più gentili che gli uscivano dalla bocca, ma quel “Sei più troia di tua sorella, voglio scoparvi insieme…” svelava l’arcano sul perchè mia sorella si passasse le giornate a chattare e tutto sommato l’idea trucida di un bel terzetto me la sentivo esplodere nella fica. Presi a cavalcarlo di brutto con le natiche ormai paonazze dai potenti schiaffoni che mi infliggeva per incitarmi a muovermi e che scandivano la mia ritrovata troiaggine. Così dopo avermi farcito la fica con una sbrodata da guinness, non pago della sua performance da vero toro da monta, mi si affondò di nuovo nel culo in un solo affondo per sancire la sua vittoria, lasciandomi stavolta in apnea per almeno 15 secondi. La vendetta era consumata e se porca doveva essere, più di così non si poteva. Il problema è che quando mesi dopo mi ritrovai col pancione. Oggi quando guardo il mio Nico, giuro che somiglia tutto a Luciano.
Spero che oltre a peculiari li trovi anche piacevoli. Per quanto riguarda, sia Cali che Silente le anticipo che avranno…
Interessante. Mi piace come hai caratterizzato la MacGrannitt. Inoltre trovo molto bello che tu abbia voluto sfruttare il personaggio di…
sarebbe bello se Gianna continuasse a rimanere incinta di suo nonno portando alla luce una bella e numerosa famiglia. Come…
Sono d'accordo. Ninfadora ha potenzialità enormi. Prossimamente vedrò di dedicarle un altro racconto.
ci sono altri episodi ?