Bimba e Sogno sono due amanti clandestini maturi che si sono trovati su un sito di incontri.
Poi si sono conosciuti e si sono piaciuti per come fanno l’amore insieme.
La loro condizione non gli consente di condividerlo quanto vorrebbero ed è un peccato perché vivono una complicità meravigliosa.
I racconti che seguono sono stati scritti da lui per lei nelle pause di attesa.
E in gran parte vissuti sulla pelle.
(Ci sono anche Pozzetta e Uilli: la prima è la trasposizione del famoso vasetto del miele in cui un Winnie Pooh ingordo immerge la zampa, il secondo è l’emulo del miglior amico dell’uomo di un bellissimo fumetto di Gray Jolliffe)
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Ti ho fatta entrare nella stanza e ho richiuso la porta.
Un bacio profondo, furioso, che dura solo un attimo.
Ti prendo per i fianchi e ti giro verso il muro, ti sollevo i polsi sopra la testa, le braccia distese.
Ti spingo contro il muro con tutto il mio peso.
“Stai ferma così” intimo in un sussurro.
Le mani sono ancora sui fianchi.
Si infilano sotto la camicetta, si adagiano sulla pancia massaggiandola dolcemente.
Reclini la testa e ti appoggi al mio petto.
Gli occhi chiusi, in attesa.
La tensione è palpabile.
Troppo tempo è passato dall’ultima volta.
È quasi un nuovo inizio.
Una mano lascia la pancia e sale verso le tette.
Un sospiro.
Si infila sotto il reggiseno forzando il passaggio, a palmo aperto massaggia la carne morbida e calda.
Entrambe le mani coprono i seni e ne titillano i capezzoli, li strizzano con forza.
Un sussulto, senza fiato …
È l’inizio della dolce tortura che attendi da tanto.
Presa dal mio corpo, che ti schiaccia al muro, ti lasci andare alle sensazioni.
Ma le mani non danno tregua, scendono lungo i fianchi, carezzano la pelle morbida.
Giunte in vita forzano di nuovo, insieme, per abbrancare le natiche piene, palpandole con impeto.
I sospiri diventano ansiti.
Una mano torna a carezzare la pancia, scende sulla pelle liscia fino a lambire le labbra già gonfie e bagnate.
Allarghi leggermente le cosce per la mano che invade la tua intimità.
L’altra scivola fra i glutei.
Le dita si toccano, guizzano sulla pelle madida, l’accarezzano.
La bocca aperta si affanna a cercare l’aria che il petto ansante pretende.
Le mani lasciano la pelle, slacciano i pantaloni e li lasciano cadere alle caviglie.
Le dita risalgono le cosce setose leggermente aperte. L’interno è caldo e morbido.
La pelle freme sotto i polpastrelli.
Un dito si fa strada tra le labbra bagnate subito seguito da un altro e da un terzo.
Entrano nella pozzetta, tastano la mucosa liscia, esplorano anfratti e protuberanze.
Trovano il punto del piacere, lo premono e lo massaggiano.
Un rantolo erompe dalla bocca spalancata.
Te lo soffoco con un dolce bacio carico di possesso.
Ti lascio così, ansante e addossata al muro e vado a sedermi sul letto.
“Ti aspetto di là … Nuda”.
Giri l’angolo con addosso la lingerie. “Nuda, ho detto !”
Le mani dietro la schiena, slacci il reggiseno, poi ti chini per togliere le mutandine.
Ti guardo affascinato.
Quel misto di imbarazzo e pudica ritrosia, il contrasto con la sensuale opulenza.
Bramo il tuo corpo, e lo voglio adesso.
Continuo a guardarti così, nuda e insicura, godendo del tuo disagio.
“Vieni qui”
Ti avvicini e ti fermi davanti a me.
Affondo il viso nella pancia morbida.
Aspiro voluttuosamente l’aroma della tua pelle.
Le mani stringono le natiche, come ad assicurarmi che tu non possa sfuggirmi.
Ma tu non ti allontani … aspetti.
Aspetti che ricominci la danza delle dita sulla pelle, delle dita dentro di te.
Aspetti di sentire la mia bocca.
Sai che presto ti divorerò, baciando e leccando ogni centimetro di pelle, facendo salire l’eccitazione fin quando non riuscirai più a trattenerti.
“Fammi godere”
“Girati …”
Lo fai lentamente, incerta.
Il fondoschiena è esuberante.
Ti appoggio una mano sul dorso, forzandoti a piegarti.
La pelle si tende sui glutei.
Appoggi le mani sulla sedia.
Ma a me non basta, continuo a premere dolcemente.
Le mani sfiorano il pavimento.
La pozzetta gonfia sporge fra le cosce serrate.
“Apri le gambe …”
Le labbra si distendono e si separano, sono lucide di umori.
Affondo la bocca in quel paradiso.
Suggo a tutta lingua il miele che affiora.
Un pollice si appoggia sul bottoncino e lo massaggia roteando.
La posizione ti impedisce di inspirare tutta l’aria che servirebbe.
Annaspi ma resti ferma a godere dei miei favori.
Quando sento che sei prossima all’orgasmo smetto e mi siedo sul letto.
Ti tiri su, ti giri e ti avvicini.
Il respiro è affannato.
Ti appoggio una mano sulla pancia e ti spingo indietro.
“Siediti …”
“Metti le gambe sui braccioli …”
Esegui … e le cosce si aprono al massimo.
“Toccati, voglio vedere come godi da sola …”
Arrossisci, il viso basso, avvicini una mano alla pozzetta.
“E guardami negli occhi !”
È come una frustata …
Fissi gli occhi nei miei, mi sfidi.
La mano scende sicura tra le cosce, allarga le labbra tumide.
Le dita si muovono decise.
Entrano ed escono veloci, come se dovessi recuperare il tempo perduto.
Inizi ad ansimare, prima sommessamente, poi sempre più forte.
Vuoi godere per me, vedere la soddisfazione nei miei occhi.
L’orgasmo si avvicina.
“Basta adesso !”
Non mi ascolti.
Le dita continuano a strofinare il bottoncino.
L’altra mano torce i capezzoli dolenti.
“Smettila immediatamente !”
“Vieni qui …”
Mi stendo sul letto e ti tiro sopra di me.
Tu nuda, io vestito.
Ti stringo alla nuca, ti bacio profondamente.
Le mani corrono giù per la schiena, afferrano le natiche, scendono fino alle ginocchia.
Risalgono aprendo le cosce, accarezzano la pelle delicata dell’interno, la pizzicano.
Le bocche affondano una nell’altra.
Ansimi forte.
La tensione erotica è palpabile.
Il corpo inquieto implora l’orgasmo più volte interrotto.
Lo vuoi.
Lo pretendi …
Ti alzi.
Sei seduta sulle mie gambe.
Gli occhi piantati nei miei con uno sguardo malizioso.
Avanzi decisa sulle ginocchia.
Ora sei sul mio petto.
Sai dove vuoi arrivare.
Abbasso lo sguardo sulla pozzetta fradicia, le labbra gonfie per l’eccitazione, il bottoncino turgido.
Con un ultimo movimento del bacino me la adagi sulla bocca.
Un gemito sommesso …
La lingua calda percorre l’inguine sfiorando le labbra rigonfie.
Si tuffa nella pozzetta dilatata.
Una scossa improvvisa risale la schiena inarcata e ti esplode nel cervello.
La bocca è spalancata.
Vorrebbe gridare ma non ha voce.
La lingua continua il suo martellante lavoro, affonda e blandisce, flagella inesorabile il bottoncino.
Nella testa un’esplosione di fuochi d’artificio.
Sotto quella dolce violenza, cominci a dimenare il corpo.
Premi sempre più la pozzetta sulla mia bocca.
Vuoi essere divorata fino al culmine.
Nel sangue scorre l’adrenalina, droga che brucia nelle vene.
La cavalcata diventa frenetica, i movimenti incontrollati.
L’orgasmo esplode improvviso.
Il corpo squassato.
Un grido ti muore in gola …
Non riesci più a reggerti.
Ti abbandoni inerte sul mio petto, ansimando in modo irregolare.
Rotoli di lato e resti così, supina, immobile, gli occhi chiusi.
Il respiro torna regolare, il petto smette di sollevarsi ansante.
Ti guardo con un sorriso soddisfatto rivedendo le immagini che mi sono rimaste impresse.
Ti poso una mano sul ventre e ti accarezzo dolcemente.
Gli occhi chiusi, dai l’impressione di aspettare qualcosa.
La mano scivola verso l’inguine.
A palmo aperto si posa sulla pozzetta ancora calda e bagnata.
Le cosce si scostano invitandolo a proseguire.
Non sei ancora sazia delle mie mani invadenti.
Le dita tornano a sfiorare la pozzetta.
Ti alzi di scatto, mi sali in grembo, freneticamente slacci i pantaloni.
Afferri uilli, lo stringi, lo agiti.
Ti chini su di me.
Appoggi le labbra sul glande gonfio.
Apri la bocca e scendi lentamente fino ad ingoiare tutta l’asta.
Ti fermi tenendolo dentro di te.
Lo massaggi piano con la lingua.
Alzi la testa fino a farlo uscire tutto.
Lo lecchi.
Scendi di nuovo a prenderlo tutto.
Inizi un lento saliscendi.
Le labbra accarezzano uilli per tutta la sua lunghezza.
Succhii e lecchi.
Il cervello registra la passione insita nell’azione.
Lo vuoi, vuoi sentire pulsare la mia voglia, vuoi sentire il potere che eserciti su di me.
Alterni dolcezza e forza, lentezza e velocità.
Senti cambiare il mio respiro.
Ti concentri per farmi sentire quanto mi vuoi, il mio godimento.
Uilli cresce nella tua bocca, si tende, freme …
E si lascia andare, esplode nella tua bocca.
Lo trattieni, continui a stimolarlo, gusti il mio orgasmo.
Lo senti rilassarsi, continui a suggere, non vuoi perderti una stilla del nostro piacere.
Ora siamo distesi una a fianco all’altro, entrambi stremati.
Ci sfioriamo l’un l’altro la pelle con dolcezza.
Ci parliamo con gli occhi.
Il tempo è scaduto.
Bisogna tornare al mondo.
Quando avremo un’altra possibilità ?
Per contatti maxvonpius@gmail.com



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...