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Racconti Erotici Etero

Bimba e Sogno – Silicone

By 18 Ottobre 2025No Comments

Bimba e Sogno sono due amanti clandestini maturi che si sono trovati su un sito di incontri.
Poi si sono conosciuti e si sono piaciuti per come fanno l’amore insieme.
La loro condizione non gli consente di condividerlo quanto vorrebbero ed è un peccato perché vivono una complicità meravigliosa.
I racconti che seguono sono stati scritti da lui per lei nelle pause di attesa.
E in gran parte vissuti sulla pelle.
(Ci sono anche Pozzetta e Uilli: la prima è la trasposizione del famoso vasetto del miele in cui un Winnie Pooh ingordo tuffa la zampa, il secondo è l’emulo del miglior amico dell’uomo di un bellissimo fumetto di Gray Jolliffe)

—————————————

Finalmente sei di nuovo qui …
Ti guardo negli occhi che scrutano i miei. Sono lucidi e brillano.
Le nostre labbra si uniscono in un bacio atteso da troppo tempo. Le lingue si intrecciano e si rincorrono incredule.

Ti appoggio le mani sui fianchi. Ti giro verso il muro e mi appoggio a te.
Affondo la bocca alla base del tuo collo. La lingua disegna piste bagnate sulla pelle morbida.
Le mani risalgono carezzando la tua pancia. Si posano sulle tette massaggiandole delicatamente.
Ti lasci sfuggire un sospiro.

Scosto il reggiseno, faccio scivolare le mani aperte sui tuoi capezzoli, poi li prendo fra le dita, li arrotolo piano, li strizzo un pò, sono sempre più turgidi.
Hai abbandonato la testa sulla mia spalla, con gli occhi chiusi sospiri per le carezze, forse stai pensando a cosa seguirà.

Continuo ad accarezzarti le tette e la pancia, la tua pelle si scalda con le mie mani, ancora ti bacio il collo e la nuca.
Dalla pancia scendo all’inguine, le mani si infilano sotto il pizzo leggero delle mutandine, gli indici scivolano sulle labbra fino al cavallo.
Scosto le labbra con le dita, massaggio l’entrata bagnata dai tuoi succhi, ne raccolgo un pò e risalgo il tuo corpo per impiastricciarti i capezzoli irti e tesi.

Ti faccio girare.
Ti guardo negli occhi.
Prendo con tutte due le mani il bordo della maglia e lo sollevo lentamente scoprendo prima la pancia e infine le tette.
Si vede che sei dimagrita, e con la pelle abbronzata hai forme ancora più eccitanti, sono impaziente di scoprire il resto.
Ma piano, con calma …

Prendo in bocca un capezzolo, sospiri e ti lasci andare appoggiandoti al muro.
Passo all’altro, lo succhio e lo mordo.
Ansimi e sussulti, apri gli occhi a guardare cosa ti sto facendo.
Alterno l’azione sui capezzoli, quello che non è in bocca è stretto fra le dita.
A forza di succhiare e strizzare si sono ingrossati e devono essere molto sensibili visto che continui a gemere.

Ti bacio di nuovo.
La bocca scende sul collo, passa in mezzo alle tette, scivola sulla pancia.
Le mani passano sui fianchi per far scendere i pantaloni, mi abbasso mentre te li sfilo.
Appoggio le mani sul sedere, ti attiro a me, affondo il viso nel tuo ventre, faccio scendere le mutandine e passo la lingua sulle tue labbra già bagnate.

Adesso gemi più forte, allarghi un pò le cosce, un invito ad andare oltre che colgo affondando la lingua nella pozzetta.
Sospiri.
Alzo lo sguardo per vedere il tuo viso, mi stai guardando con gli occhi appannati.
Continuo a far scivolare la lingua sulle labbra, le mordo, lecco il bottoncino, lo succhio, raccolgo il tuo miele.

Cominci a tremare, ansimi, ti contorci, mi metti le mani sulla testa come se avessi il timore che potessi allontanarmi.
È un segnale.
Affondo la lingua dentro di te, ti succhio e ti mordo il bottoncino, accelero le leccate sulle labbra, ti stringo le natiche finchè non cominci a godere.

L’orgasmo ti squassa, le gambe ti si piegano e scivoli lentamente in ginocchio sul pavimento davanti a me.
Ti abbraccio e ti tengo stretta.
Pian piano il respiro rallenta, apri gli occhi e mi guardi, sorridi.
Ti bacio.

Ti prendo per le mani e ti faccio alzare, ti porto verso la camera.
“Vieni, ti ho preparato una sorpresa”
Giri l’angolo e ti blocchi, volti la testa e mi guardi, un sorriso incerto ti increspa le labbra.
“Sei tutto matto …”

Sulla sedia, ben piantato con la sua ventosa, svetta un dildo di silicone trasparente.
Ti volti e lo guardi di nuovo.
“È troppo grosso” protesti.
“È giusto per riempirti come voglio io”
Ti accosti a me e mi guardi negli occhi.
Mi baci.
“Ho voglia di lasciarti fare quello che vuoi”
È il mio turno di sorridere.
Ti bacio.

“Dammi le mani” te le prendo saldamente.
“Stendi le braccia”
Ti inclini leggermente all’indietro perdendo l’equilibrio.
Istintivamente ti aggrappi alle mie mani.
“Stendi le braccia !”
Obbedisci.
“E adesso siediti”.

Sei appesa alle mie mani, sono io a controllare i movimenti del tuo corpo.
Lentamente mi avvicino a te, le ginocchia ti si piegano, il tuo bacino scende lentamente verso il dildo che riluce nella penombra della stanza.

Mi guardi negli occhi.
Sul viso un’espressione a metà fra sorpresa e curiosità.
Ti faccio scendere molto lentamente per far crescere in te l’aspettativa.
Al primo tocco del dildo sulle labbra ti aggrappi alle mie mani.

“Stendi le braccia, Bimba”
Ti rilassi.
Ti faccio scendere finché la pozzetta si appoggia sulla punta del dildo.
Ancora un pò.
La testa preme per farsi spazio.
È grossa.
Ti manovro per farla scivolare tra le labbra che immagino turgide e bagnate.
Hai chiuso gli occhi e ansimi leggermente.

Mi avvicino di qualche centimetro.
La pozzetta si appoggia sul dildo, lo preme, l’asta forza ma non entra, si piega sotto la spinta.
Ancora qualche centimetro, il silicone è elastico, si incurva ancora un pò.
Poi le labbra si separano e il dildo scatta raddrizzandosi e penetrando la pozzetta resa scivolosa dai tuoi succhi.

Ti si mozza il respiro e spalanchi gli occhi.
Il dildo ha invaso la pozzetta che senti dilatata e riempita dalla sua presenza.
Mi sono fermato e ti tengo per le mani con una presa salda.

Basta un momento per adattarsi all’intrusione, le pareti cedono sotto la spinta, densi umori colano a lubrificare.
Hai chiuso gli occhi per sentire meglio cosa sta succedendo al tuo corpo.
E succede ancora perché mi avvicino di più e il dildo ti penetra ancora scivolando facilmente nella pozzetta fradicia.

Annaspi in cerca d’aria, il tuo petto si gonfia e le tette si sporgono in avanti sormontate dai capezzoli turgidi.
Ti lascio le mani, i glutei si appoggiano sulla sedia, il dildo che avevi giudicato troppo grosso è tutto dentro di te.
Stai ansimando pesantemente, giro intorno alla sedia, infilo le braccia sotto le tue ascelle, prendo le tette con le mani a coppa e ti bacio nell’incavo del collo.

“Adesso muoviti piano” ti sussurro.
Ti massaggio le tette mentre tu ti muovi sulla sedia.
Immagino il dildo piantato a fondo nella pozzetta che spinge sulle pareti in risposta ai tuoi movimenti.
Il pensiero mi eccita, le mani strapazzano tette e capezzoli.

Senti che ti sta montando dentro qualcosa di sconvolgente, non hai mai sentito il tuo corpo così coinvolto.
Ti sento vicina al limite e ti strizzo forte i capezzoli scatenando l’orgasmo.
Ti agiti sulla sedia, il dildo si muove dentro di te amplificando le sensazioni.

Ti sollevo sotto le ascelle, cinque centimetri, dieci, ti riaccompagno giù, lentamente.
Continuo con lo stesso movimento, il dildo entra ed esce dalla pozzetta grondante, le labbra aperte e gonfie.
Ogni volta che ti appoggi alla sedia sembra che ti lasci cadere in una pozza.

L’orgasmo, amplificato dal continuo sfregamento che ti impongo sollevandoti di peso e abbassandoti, continua a squassarti a ondate.
Ho riportato le mani sulle tette e te le impasto con energia stuzzicando i capezzoli.

La somma di sollecitazioni ti fa arrivare ad un apice devastante, il corpo che trema e si agita, il respiro come un mantice.
La bocca spalancata emette un sospiro affannoso, quasi un rantolo, e ti abbandoni esausta tra le mie braccia.

Torno davanti a te.
Ti prendo per le mani per farti alzare.
Sono sudate, tutto il tuo corpo è madido di sudore.
Il dildo esce dalla pozzetta con uno schiocco bagnato, si erge lucido e grondante dei tuoi umori in mezzo alla sedia tutta bagnata.

Sei incerta sulle gambe, ti abbraccio per sostenerti e ti adagio sul letto.
Mi spoglio e mi sdraio al tuo fianco.
Sei tutta bagnata, dove il sudore, dove gli umori.
Ti appoggio il palmo di una mano aperta sulla pozzetta. È fradicia, calda e ancora dilatata dal dildo che ti ha aperta così piacevolmente.
Vi infilo due dita e inizio a massaggiare piano il punto più sensibile.
Ti giri verso di me, mi abbracci e mi stringi forte.

Continuo a muovere le dita dentro di te e sento che il tuo respiro si fa più veloce.
Mi stringi più forte, schiacci le tette sul mio petto, mi baci spingendo la lingua nella mia bocca.
Introduco un altro dito nella pozzetta che non si è ancora richiusa del tutto.
Ansimi nella mia bocca mentre le lingue si intrecciano.
Sussulti quando appoggio il pollice sul bottoncino e comincio a rotearlo.

Sposti una mano a impugnare uilli che è più duro che mai.
Lo sai che risponde così quando ti vedo e ti sento reagire in questo modo alle mie sollecitazioni.
Lo stringi e lo massaggi per quanto ti è possibile viste le condizioni in cui ti trovi; lo sfregamento del pollice sul bottoncino ti sta portando verso un altro orgasmo.

“Vieni dentro”
“Aperta com’è la pozzetta non mi sentirai nemmeno”
“Vedrai che ti sento … vieni dentro”
Mi sposto fra le tue cosce spalancate, appoggio la punta di uilli alla porta della pozzetta, la struscio più volte lungo le labbra grondanti, colpisco il bottoncino gonfio e arrossato.
“Vieni dentro che ti voglio sentire”

Uilli si apre la strada tra le labbra turgide, chiudi gli occhi per sentire meglio.
Scivola dentro con una lentezza esasperante fino a invadere tutto lo spazio disponibile.
Quando il mio inguine si appoggia al tuo emetti un sospiro di piacere. “Aaaaa-mmmm … mmm”
Apri gli occhi e mi sorridi.
“Non posso non sentirti … adesso stai fermo così, dentro di me”

Avrei una gran voglia di strapazzarti i capezzoli, ma obbedisco.
Sono immobile, disteso sopra il tuo corpo madido di sudore, ascolto i tuoi muscoli che guizzano sotto la pelle.
Passa un tempo indefinibile di immobilità, poi alzi le gambe intorno ai miei fianchi e mi abbracci con le cosce posando i talloni sui miei glutei.

Cominci lentamente a roteare il bacino risvegliando uilli che si era rilassato, affondato com’è nella pozzetta calda e bagnata.
Contrai i muscoli della pozzetta che sembrano mungere uilli facendolo tornare duro.
Il movimento innesca un circolo virtuoso, uilli più rigido stimola di più la pozzetta che induce uilli a diventare piú duro.
Per effetto di questo movimento, pur con i nostri corpi immobili ed avvinghiati, cominciamo entrambi ad ansimare per il piacere che ci sta montando dentro.

Ben presto disattendo l’ordine cominciando lentamente a muovere uilli dentro e fuori dalla pozzetta.
La cosa sembra non dispiacerti visto che accompagni i miei movimenti stringendomi fra le tue cosce.
“Dai, scopami …” confermi.

Cambio ritmo cominciando ad estrarre uilli quasi del tutto per poi affondarlo e colpire la pozzetta con forza.
“Di più, più forte …” mi inciti.
Spronato dal desiderio e dalle tue esortazioni comincio a percuotere il tuo bacino con indolente violenza mentre tu ansimi sempre più forte.

“Dai, aprimi tutta …”
Ti penetro con ritmo e costanza finché il tuo corpo comincia a tremare.
L’orgasmo ti squassa.
Continuo a spingere uilli dentro di te mentre le pareti della pozzetta si stringono ritmicamente portando anche me all’orgasmo.

Crolliamo una di fianco all’altro, spossati.
Giusto il tempo di riprendersi ed è ora di andare.

Quando potremo rivederci … ?

P.s.: per contatti Maxvonpius@gmail.com

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