Apro l’acqua calda nella grande vasca da bagno e la lascio scorrere. Adoro l’acqua calda. Il suono dell’acqua che scroscia è familiare e piacevole, mi rilassa. Mi sono alzata dopo una notte di bagordi con vecchie amiche e il mal di testa mi tormenta. Mentre l’acqua scorre, vado in cucina dove il bollitore fischia e metto in infusione un bel tè profumato. Inizio a spogliarmi già in cucina e ripenso ai visi dei ragazzi in caccia di una milf. Ma ieri non era serata. Era una serata dedicate alle amiche. Mentre l’acqua si colora di ambra, nuda, vado in bagno e prendo l’accappatoio. Provo se l’acqua è a temperatura giusta. Ok ci siamo quasi. Riduco il getto affinchè venga più calda. Torno in cucina e prendo la tazza del te. Poco zucchero. Un po di limone e ritorno con la tazza fumante in bagno. Lascio che l’accappatoio scivoli via dalle mie spalle fin in terra. Un piccolo sorso al the. Dalla vasca sale vapore che ormai ha quasi trasformato il piccolo bagno in un bagno turco. Scavalco la vasca da bagno con agilità e mi siedo sul bordo, con le gambe all’interno. Prendo il soffione e spalanco le gambe. L’acqua bagna la mia intimità con un getto poderoso che mi sorprende e mi toglie il fiato. Lascio che si bagni per bene e poi inizio a massaggiarmi li sotto. Solo quando sono sicura di averla massaggiata per benino, allontano il getto ma sempre diretto lì. Prendo la tazza e sorseggio ancora il the, lasciando che il calore si prenda il mio corpo dentro e fuori dal mio ventre. Poi prendo la lametta e inizio a radermi. Ogni angolo. Ogni curva. Tiro con le dita le labbra e mi assicuro che non vi sia il minimo pelo. Ancora. E ancora. Finchè passando le dita non sento più il minimo ostacolo. Come la pelle di un neonato. Sorseggio ancora il the. Riprendo a massaggiarmi per bene, un atto di puro autoerotismo ma ben lontana dalla mia clitoride. Potrei impazzire e poi non risponderei più delle mie azioni. Mi accorgo di spingermi sempre più vicino e allora mi impongo di smetterla, ma ormai ho acceso la miccia. Sospiro, finisco il the e mi faccio la doccia lasciando il mio ventre bruciare dal desiderio. Il mal di testa aumenta. Chiudo tutto, mi stringo nell’accappatoio e vado diretta al cassetto dove ho le medicine. Prendo due tachipirine e mi rimetto a letto. Mi addormento quasi subito. Dormo forse mezza ora, ma il mio mal di testa va decisamente meglio, la mia fica no. Urla di desiderio.
Mi vesto in fretta. Scelgo però della biancheria sexy. Non so perché. Perizoma, reggicalze e calze di nailon, reggiseno push up anche se non mi serve, gonna dritta nera, camicia e maglia. I soliti tacchi alti. Tanto rimmel e un rossetto matt. Vado a fare la spesa e sono nervosa, quasi isterica. Per le scale litigo con la vicina e al volante impreco peggio di un uomo con qualche vecchio che non si scansa allo stop. Arrivo quasi furiosa al supermercato. Entrando per poco litigo con un nero che sta facendo l’elemosina e mi accoglie con un sorriso incredibilmente bianco. Dentro è un inferno. Ho il muso lungo. Litigo con il salumiere e con il panettiere che sono sempre gentili. Quando all’improvviso urto un carrello e do la colpa all’inerme vecchietta che sta facendo la spesa, capisco che ho bisogno di farmi trombare. E anche subito. Riempio il carrello in fretta. Quasi che spendendo tanto, volessi colmare la mia astinenza’. Quasi svuoto la cassa delle zucchine’.Raggiungo le cassa e ho dopo aver litigato anche con la cassiera, sbatto le sette buste di spesa dentro il carrello. Uscendo ritrovo il nero che si offre di aiutarmi. Lo mando a quel paese. Raggiungo la macchina e carico la spesa nel bagagliaio. Mentre carico penso che sette borsoni sono tanti da portare al terzo piano senza ascensore. In un istante mi balena una idea nella mente.
Porto indietro il carrello e vado dal negro.
‘ciao’..scusami per prima, non so se mi capisci, ma ho mille diavoli per capello. Ho fatto una spesa enorme e non so come portarla fino a casa mia al terzo piano. Io non ce la faccio. Volevo chiederti se volevi aiutarmi in cambio ti pago. Vanno bene 20 euro?’ sono un fiume in piena e non lo guardo negli occhi. Solo alla fine quando ho finito di parlare mi soffermo a guardarlo.
Il nero ci pensa 2 secondi e mi risponde con il suo sorriso.
‘ si’
Lo carico in macchina e durante il tragitto non diciamo una parola. Veramente lui ha provato a parlare ma l’ho fulminato con lo sguardo e lui si è zittito.
Arriviamo a casa io prendo una borsa e salgo le scale. Lui poverino fa tre volte su e giù per le scale. Alla terza volta mi fa pena e quando entra per depositare le borse lo faccio sedere.
‘vuoi bere qualcosa?’
‘no, grazie signora’
Mi sento in debito ed è quasi mezzo giorno. Gli propongo di restare e di mangiare da me. Accetta e io mi metto ai fornelli. Tolgo la spesa e metto su contemporaneamente un bel piatto di pasta. Ti voglio in forze penso tra me. Mentre mangiamo chiacchieriamo tranquillamente, si chiama Omar, viene dal Senegal, ha 31 anni da circa un anno in Italia. E poi arrivo al dunque’.. hai una donna?
‘no’
‘ti manca fare l’amore’
Ride sguaiato ‘tu bella donna ma tu mettere guai me’
‘ma che dici?’ ribatto
‘ e si’..si io toccare te, tu gridare e Omar tornare casa sua’
‘ma ti piaccio?’ e mi spingo verso di lui
‘oh si”tu grande bella donna’
Allora mi alzo e vado verso il lavandino prendo e lavo i piatti. Lascio che l’acqua schizzi e che mi bagni la camicia. Borbotto dispiaciuta della camicia bagnata. Poi me la sbottono e me la tolgo. Resto con la schiena nuda. Continuo a lavare i piatti e ogni tanto mi giro verso Omar. Gli lancio un sorriso e vedo però il suo pacco gonfiarsi. Quando ho finito vado verso di lui. E lui mi guarda a bocca aperta. Sono di fronte a lui. Mi tiro su la gonna e mi siedo a cavalcioni su di lui. E lascio che affondi la sua testa fra le mie tette. Le sue mani mi afferrano da dietro e mi spingono verso di lui. Sento il suo cazzo attraverso i suoi jeans premere contro la mia fica. E vaiii’..in un attimo sono un lago al solo pensiero che tra un po avrò la mia prima dose di cazzo nero. Mi tira a se sempre più forte. E ansimo sotto le mani di quel negro che mi tira a se e mi apre le natiche come se stesse spezzando del pane. Mi alzo e gli sbottono i pantaloni. Lo porto al lavandino e gli lavo il cazzo. Un enorme cazzo nero. è vero quello che dicono delle misure dei neri. Glieo lavo per benino e poi in ginocchio a leccarlo. A gustarlo come si deve. Su e giù. Senza ritegno fino a quando mi prende la testa e me lo fa ingoiare fino in fondo. Affondo il mio naso nel ciuffo di peli dal forte odore selvatico. Quasi mi disgusta. Mi ritiro per prendere fiato ma mi trattiene. Dio non respiro più. Mi faccio indietro ancora con più insistenza. E solo quando gli graffio le natiche mi lascia andare. Ma è un attimo e subito ricomincia. Mi sborra in bocca senza preavviso. Mi riempie la bocca di una crema agra e forte, un gusto nuovo, non ci sono abituata e quella che ho ingoiato mi torna su.
‘scusa’..era tanto tempo senza donna’
Ci resto male ma mi do da fare per tenergli l’erezione, non è che devo fare molto, ha ancora voglia.
Lo faccio sedere sul divano e gli sono sopra. Mi impalo. E solo impalandomi ho il primo orgasmo. Entra e mi allarga come non mai. Sento ogni sua vena o rigonfiamento. La sua cappella affonda senza resistenza da parte mia. Lo cavalco ad avere orgasmi continui’.3′.4′.. perdo il conto. Comincia a sbattermi anche lui e ogni colpo mi fa sobbalzare. Urlo per gli orgasmi continui. Poi mi stacco. Un attimo che prendo fiato. Ma non ha pietà e allora subito mi prende, mi alza e mi mette in ginocchio sul divano. Mi sputa sul culo e mi apre le natiche. Prende la sua proboscide e me la spinge sul culo. Mi strappa un urlo ma è solo un attimo. Poi inizia la corsa più pazza che un cazzo abbia mai fatto nel mio culo. Va avanti senza mai fermarsi alterna momenti veloci a momenti lenti. Lo fa roteare e poi con le sue grosse mani mi prende i fianchi e mi sbatte con forza. Una sua mano raggiunge la mia clitoride e mi fa perdere completamente la testa. Orgasmi su orgasmi e le mie gambe tremano. Poi inizia a sbattermi sempre piu forte. Da dietro. Affonda fino alle palle nel mio culo. Lo spacca e spacca me. Ormai affondo completamente nei cuscini del divano e non ho più nulla che attutisca i suoi colpi. Ora li assorbo in pieno e solo un cuscino soffoca i miei urli e asciuga le mie lacrime. Diventa furioso, mi sbatte ad un ritmo pazzesco, come un motore di una potente macchina sale sempre più veloce verso il massimo”e quando viene”.Dio”mi schiaccia e sento tutti i suoi muscoli contrarsi e esplodere dentro di me. Mi sembra quasi che arrivi in gola e mentre spinge ho un ultimo grido di dolore e piacere immenso.
Si ritrae da me e mi lascia una voragine nel culo. Sento colare liquido sulla mia fica.
Si riveste in fretta. Io resto sul divano sfatta.
‘i soldi sono sul mobiletto all’uscita”passo a fare la spesa sabato prossimo’..fatti trovare’ sono le uniche parole che riesco a dire.
Sento sbattere la porta e poi il silenzio cala nell’appartamento.
A presto penso fra me.
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…